Impostazione di una Misurazione e Interpretazione dei Risultati Per effettuare una misurazione deve essere individuato il misurando e scelto il metodo di misura da utilizzare. Il misurando è la specifica quantità oggetto di misurazione (ad esempio, la resistenza elettrica di un conduttore a 20 °C). Quando si specifica un misurando può essere necessario includere riferimenti ad altre quantità, quali tempo, temperatura, pressione, ecc. L’obiettivo della misurazione è quello di determinarne una stima del valore nel modo più appropriato. La scelta del metodo di misura, che può essere fatta dall’operatore o stabilita da una norma, è di fondamentale importanza. Il risultato di una misurazione deve essere interpretato in quanto esso può fornire solo una stima del “valore vero” del misurando. Impostazione di una Misurazione e Interpretazione dei Risultati il termine di “VALORE VERO” deve essere considerato in senso lato, in quanto si deve ammettere che, essendo la sua determinazione comunque ottenuta da una misurazione, esso è in realtà sempre incognito. Il ricorso ad un metodo e a strumenti di caratteristiche misuristiche più pregiate può consentire di ottenere risultati migliori di quelli forniti da un sistema più scadente, ma l’approccio al problema non cambia. INCERTEZZA INTRINSECA DEL MISURANDO minimo valore che resterebbe anche realizzando un processo di misura ideale. Es.: misura Ø pistone stabilendo perfettamente temperatura, pressione, umidità, con strumento accuratezza illimitata. → Non è un cilindro perfetto : la misura di Ø dipende dalle coordinate della misura. L’incertezza connessa al modello “cilindro” (incertezza intrinseca) Per ridurre la variabilità di misura vario la definizione del misurando (es. Ø in fz di coordinate assiali). →Incertezza globale di una misura è sempre > dell’incertezza intrinseca. Incertezza intrinseca è comune alle misure di uno stesso parametro (apparati, luoghi e tempi diversi): è l’intersezione minima tra gli intervalli delle misure. intersezione non vuota tra intervalli di misure che misurando è lo stesso (compatibilità. La relazione di = perde di significato con la rinuncia al postulato di esistenza del “valore vero” di misura). Alcune Nozioni di Statistica Si definisce probabilità di un evento, il rapporto tra il numero di casi favorevoli a tale evento e il numero di casi possibili. Più precisamente, si definisce probabilità di ottenere da un esperimento un certo risultato, definito da un certo valore y assunto dalla variabile casuale che caratterizza l’esperimento stesso, il rapporto tra la misura dell’insieme dei risultati che forniscono il valore y e la misura dell’insieme comprendente tutti i risultati possibili relativi al detto esperimento. Nel caso di prove ripetute si definisce densità di probabilità il rapporto tra gli eventi che hanno dato il risultato prefissato e quelli globalmente verificatisi. Questa grandezza che è adimensionale e consente di normalizzare i risultati degli esperimenti, può assumere tutti i valori possibili tra 0 e 1 (si può esprimere anche in percento). In ogni caso, la probabilità di ottenere un certo valore di x non è uniforme ma è funzione della stessa x. Si dice allora che f(x) è la distribuzione della densità di probabilità dell’evento definito dalla variabile casuale rappresentata dalla stessa x. Alcune Nozioni di Statistica esempio diagrammi tipici che rappresentano f(x) in funzione di x Alcune Nozioni di Statistica Sotto l’aspetto applicativo, si può osservare che normalmente si ha a disposizione un numero limitato di risultati e che la loro rappresentazione grafica può essere fatta ricorrendo ad istogrammi (in Figura ci si riferisce al caso di una distribuzione simmetrica). Costruzione del diagramma di distribuzione della densità di probabilità in un caso pratico con un numero limitato di risultati Il primo parametro che interessa è quello che caratterizza i valori di x per cui f(x) è prossima al suo valore massimo, ovvero F(x) Alcune Nozioni di Statistica media: rappresenta la somma delle varie osservazioni divise per il numero delle osservazioni stesse, la media di una distribuzione μ viene ottenuta pesando ogni valore x con la sua probabilità f(x) mediana: è definita dal valore dell’osservazione per cui metà delle osservazioni è inferiore e metà è superiore alla stessa (se il numero delle stesse è pari e la media dei due valori più vicini, se il numero è dispari il valore dell’osservazione centrale); moda: è il valore dell’osservazione che si verifica più frequentemente. Media, mediana e moda coincidono nel caso di distribuzione normale. Alcune Nozioni di Statistica Un altro parametro di interesse, caratterizza invece la dispersione della distribuzione attorno al valore medio μ. È ovvio che quanto meno la distribuzione sarà dispersa, tanto più i risultati dell’esperimento saranno raggruppati attorno a μ. Per indicare la dispersione si utilizza il parametro seguente, ottenuto pesando ogni valore di (x – μ)2 con la probabilità f(x). Il parametro σ2 si denomina varianza della distribuzione. La sua radice quadrata σ, rappresenta la deviazione standard della distribuzione. Alcune Nozioni di Statistica Tra le varie distribuzioni ha un posto particolarmente rilevante la distribuzione normale (o di Gauss) la cui funzione densità di probabilità è definita da Questa distribuzione ha un valore medio μ, deviazione standard σ ed è simmetrica rispetto ad μ. Essa è caratterizzata dalle seguenti probabilità cumulate: F(μ – σ < x < μ + σ) = 0.683 F(μ – 2σ < x < μ + 2σ) = 0.957 F(μ – 3σ < x < μ + 3σ) = 0.997 La distribuzione normale è quindi completamente definita dai due parametri: • media • varianza della popolazione. Alcune Nozioni di Statistica La precisione con la quale si possono determinare i parametri della distribuzione è strettamente legata alla scelta del numero di campioni. Alcune Nozioni di Statistica Uno dei più importanti teoremi della statistica dimostra che se x è una variabile casuale con media μ e deviazione standard σ, allora la variabile presenta valore medio nullo e deviazione standard uguale a 1. Questa funzione è quindi normalizzata e viene solitamente indicata con Z. Esistono quindi tabelle che danno i valori dell’area sottesa alla distribuzione normale definita dalla funzione Z. Alcune Nozioni di Statistica Distribuzione t di Student La distribuzione t di Student è adatta per interpretare i risultati di un numero limitato di prove. La distribuzione di probabilità ha andamento simile a quella normale ma è più allargata e coincide con essa per un numero elevato di dati. La variabile t che razionalizza esattamente i valori di serie limitate dove Xm rappresenta il valor medio delle n misurazioni ed è una stima del valore atteso x che coincide con la media della distribuzione μ, mentre s è lo scarto tipo sperimentale della serie di misurazioni ed è una stima della deviazione standard della distribuzione σ. L’espressione S/√n a denominatore dell’equazione è lo scarto tipo della media. La funzione densità di probabilità della distribuzione t di Student f(t, ν) è data da dove –∞ < t < ∞, ν > 0 sono i gradi di libertà Alcune Nozioni di Statistica Distribuzione t di Student Per ogni valore di ν = n – 1, con n ≥ 2, esiste una curva di distribuzione della probabilità di t. la formula di Welch-Satterhwaite, permette di calcolare il numero di gradi di libertà effettivi, νeff, che competono ad una incertezza tipo t p eff k p Alcune Nozioni di Statistica Distribuzione t di Student la formula di Welch-Satterhwaite, permette di calcolare il numero di gradi di libertà effettivi, νeff , che competono ad una incertezza tipo se ∂y ⁄ ∂xi = 1 L'impiego di questa formula è agevole se si tengono presenti i seguenti criteri per assegnare il valore di vi pertinente a ciascuna se è un'incertezza tipo di categoria A, allora: vi = ni - mi dove ni è il numero dei termini della somma dei quadrati da cui è stata ricavata e mi è il numero dei parametri stimati da tale somma se è un'incertezza tipo di categoria B e di valore costante [ad es. quelle ricavabili dalle formule classiche per distribuzioni note Triangolari, Uniformi, Trapezoidali], allora: Alcune Nozioni di Statistica L’ipotesi di una distribuzione NORMALE non può essere facilmente confermata sperimentalmente. Tuttavia nei casi in cui all’INCERTEZZA TIPO COMPOSTA contribuiscono ALMENO 3 componenti di incertezza originate da ben note distribuzioni di probabilità (normali, rettangolari ecc.) con contributi dello stesso ordine di grandezza, allora per il Teorema del Limite Centrale si può assumere con buon grado di approssimazione che la distribuzione di uscita sia NORMALE. L’attendibilità dell’incertezza tipo composta è determinata dai suoi gradi di libertà effettivi. L’attendibilità è comunque sufficiente se nessuno dei contributi di incertezza è ottenuto con una valutazione di categoria A basata su un numero di osservazioni inferiore a 10. Valore più Probabile del Misurando e Incertezza di Misura Il valore più probabile del misurando, ottenuto in base a misurazioni ripetute sullo stesso oggetto e con lo stesso metodo, è la media aritmetica dei singoli risultati. La miglior stima del valore del misurando, che varia casualmente, e per cui n osservazioni indipendenti xk sono state ottenute sotto le stesse condizioni di misura è la media aritmetica Xm delle n osservazioni Incertezza di Tipo A L’incertezza di tipo A viene valutata applicando metodi statistici ad una serie di ripetute misurazioni. L’incertezza può essere espressa dallo scarto quadratico medio o dallo scarto tipo o da un multiplo di quest’ultimo. Incertezza di Tipo B L’incertezza di tipo B viene valutata ricorrendo a mezzi diversi rispetto a quelli statistici basati su misure ripetute. L’incertezza di misura è un parametro, associato con il risultato di una misurazione, che caratterizza la dispersione dei valori che potrebbero essere ragionevolmente attribuiti al misurando. Incertezza Composta L'incertezza composta è l'incertezza tipo che grava sul risultato di una misurazione complessa. I risultati ottenuti per le incertezze su singoli componenti del sistema di misura devono essere combinati tra loro per determinare l’incertezza complessiva (incertezza composta) che grava su una misurazione complessa di una grandezza Y. Se il risultato della misurazione (y) è ottenuto dall’elaborazione di risultati di più misure indipendenti tra loro (xi), cioè Diagramma di taratura Relazione che permette di ricavare da ogni valore di lettura fornito da un dispositivo per misurazione (e/o regolazione) la misura da assegnare al misurando. In corrispondenza ad ogni valore di lettura fornito dallo strumento nella misurazione si deve assegnare al misurando una intera fascia di valore. L'elemento centrale di questa fascia è il valore (di misura) assegnato al misurando e la sua semiampiezza è l'incertezza strumentale della misura. In corrispondenza del valore di lettura Li si assegna al misurando come misura la fascia di valore ∆Mi = Vi ±Is . L'incertezza strumentale Is varia, in genere, con Li , e quindi con Vi. La curva di taratura è iI luogo dei punti mediani dei segmenti ∆Mi. Applicando al dispositivo un misurando di valore Vj , e incertezza intrinseca trascurabile rispetto a Is ci si può aspettare un valore di lettura compreso nel segmento ∆Lj Effetti dell’Inserzione degli Strumenti: Autoconsumi L’inserzione di uno strumento di misura comporta sempre, in misura più o meno apprezzabile, una alterazione delle condizioni del circuito, per cui la grandezza sotto misura non è più esattamente quella preesistente. ESEMPIO 1: misura della forza elettromotrice di una pila. l’inserimento del voltmetro può modificare la tensione ai morsetti che risulta ESEMPIO 2: risultato di una misura dipende dalle indicazioni di 2 strumenti. Determinare la resistenza di un bipolo passivo. (“metodo voltmetro a valle”) •Voltmetro misura esattamente la tensione applicata al bipolo, •Amperometro misura una corrente che è la somma di quella assorbita dal bipolo e di quella richiesta dal voltmetro il rapporto Vm / Im non rappresenta esattamente il valore (R) della grandezza incognita: sottostima Effetti dell’Inserzione degli Strumenti: Autoconsumi ESEMPIO 2 (“metodo voltmetro a monte”): il rapporto Vm / Im fornisce un valore Rm in eccesso rispetto a R: sovrastima In questo caso è l’amperometro che misura esattamente la corrente che circola nel bipolo mentre il voltmetro misura una tensione che è la somma di quella ai morsetti del bipolo aumentata della caduta di tensione ai morsetti dell’amperometro. Si può assumere Rm = R solo nel caso in cui Ra « R. Trattandosi di errori di tipo sistematico, conoscendo le caratteristiche di autoconsumo degli strumenti è possibile correggere i risultati della misura. ACCURACY e RISOLUZIONE Misuratori ANALOGICI hanno generalmente un’accuracy espressa come % del F.S. ESEMPIO: Voltmetro analogico con ±3% accuracy nel range 100V accuracy = 3V (100 V x 0.03 = 3 V) sopra o sotto il valore vero. Per una lettura di 90 V, lo strumento può leggere tra 87V e 93V (±3.3% della lettura). Stesso strumento per un valore di 10,0V nel range 100V può leggere tra 7V e 13V (± 30% della lettura rimanendo all’interno delle proprie specifiche). Così per mantenere un’accuracy ragionevole si deve selezionare il range di misura che permetta la lettura tra i 2/3 del F.S. e il F.S. SPECIFICHE DEGLI STRUMENTI DI MISURA Portata • La portata (nominal range) di uno strumento è l’insieme delle indicazioni ottenibili, con una particolare predisposizione dei suoi comandi di impostazione. ESEMPIO: voltmetro predisposto sulla portata di 100 V misura i valori di tensione compresi fra 0 V e 100 V. I multimetri, tipicamente, hanno diverse portate per ciascuna grandezza misurabile. SPECIFICHE DEGLI STRUMENTI DI MISURA Numero di cifre – numero di cifre che appaiono sul visualizzatore; il numero di cifre può essere intero o frazionario: ad esempio, 4½ cifre, 5 ½ cifre,… dove il numero intero indica quante sono le cifre che possono variare da 0 a 9 ed il valore frazionario indica la possibilità che la cifra più significativa assuma solo un numero limitato di valori, tipicamente 0 e 1. SPECIFICHE DEGLI STRUMENTI DI MISURA Risoluzione • La risoluzione (resolution) di un dispositivo è la minima quantità che può essere misurata. • Per un dispositivo con indicazione digitale, tale quantità si fa spesso coincidere con la variazione di una unità per la cifra meno significativa (ossia la cifra più a destra nel display). • ESEMPIO:voltmetro con lettura = 4,999V risoluzione è 0,001V. SPECIFICHE DEGLI STRUMENTI DI MISURA Sensibilità: è la minima variazione in ingresso che produce una variazione apprezzabile dell’indicazione dello strumento. Impedenza di ingresso – valore dell’impedenza di ingresso dello strumento. • Per i voltmetri, solitamente si hanno valori elevati, ordine dei MΩ fino GΩ. • Per gli amperometri si dovrebbero avere impedenze di ingresso di valore piuttosto piccolo, dalle decine di mΩ a qualche Ω. SPECIFICHE DEGLI STRUMENTI DI MISURA Accuracy • L’accuratezza (accuracy) di uno strumento stabilisce il grado di accordo del valore misurato con il “vero valore” del misurando e rappresenta il parametro più importante per la qualità di una misura. L’accuratezza di uno strumento viene dichiarata dal costruttore in vari modi. • Velocità di misura – parametro che indica il numero di letture effettuate in un secondo. VALUTAZIONE DELL’ACCURATEZZA Non esiste una normativa precisa per specificare l’accuratezza di un DMM Di solito viene fornita mediante una relazione del tipo: X k1 X k 2 k1=componente dell’incertezza dipendente dal valore misurato X (tabelle di k1) k2=componente dell’incertezza dipendente solo dalla portata scelta (tabelle di k2) VALUTAZIONE DELL’ACCURATEZZA Risoluzione Esempio: DMM con P=30 V; 5 12 cifre FS 30.3099 V =100 V Dalle tabelle fornite dal costruttore (manuale dello strumento) si deduce: k1 = 0.005 % , k2 = 4 da cui: X 5 105 VX 4 104 V X k1 k 2 L’incertezza relativa vale: X X X ' ACCURACY e RISOLUZIONE Misuratori DIGITALI hanno indicazione per il calcolo dell’accuracy come: Complete accuracy specifications: ±(% of reading + number of LSD) Reading = lettura del DMM LSD = least significant digit LSD rappresenta l’incertezza dovuta all’offset interno del DMM, rumore ed errori di arrotondamento. Essa varia in base alla funzione ed al range utilizzato. Considerare indipendentemente Accuracy e range per evitare errori grossolani. ES. DMM 3½digit misura 1,2V. Dc volts accuracy specification = ±(0.5% + 3). Assunto che il vero valore sia1,200 V. Come si misura la tensione e si interpreta la lattura? ACCURACY e RISOLUZIONE RANGE 200V. La misura è rappresentata come XXX,X. La percentuale della lettura è 0,5%=(1,200)(0,5)/100 = 0,006 V valore non visibile sul display (solo 1 cifra decimale) LSD counts=3: il voltmetro può mostrare un valore di 1,2 ±0,3 V (range di valori tra 0,9V e 1,5 V)± 25% potenziale errore ! RANGE 20V. La misura è rappresentata come XX,XX. L’accuracy completa è ± (1,200)(0,5)/100 +0,03) = ± 0,036 V (ogni lettura tra 1,16V e 1,23 V è all’interno delle specifiche) accuracy = ± 3% della lettura. RANGE 2V. La misura è rappresentata come X,XXX. L’accuracy completa è ± (1,200)(0,5)/100 +0,003) = ± 0,009 V (ogni lettura tra 1,191 V e 1,209V) accuracy = ± 0,75% della lettura. DIGIT e COUNTS. Handheld DMM DMM sono specificati per esempio come " 3 ½ digit ". Il significato è che ci sono 3cifre complete, (numeri 0 a 9) e una cifra ulteriore precedente che può visualizzare solo uno/zero per una per una lettura fondo scala di 1999. Multimetri più recenti hanno “confuso” il quadro aumentando la gamma completa di scala a 3999 o 39999 o più (3 ¾ e 4 ¾ digits rispettivamente). Questa descrizione è anche meno intuitiva di quanto non fosse per 3 ½ digits. Un approccio migliore è quello di specificare il numero di "counts" che possono essere visualizzati. ES: display 3 ½ digit è descritto come 2000 punti (1999, più la lettura di 0). Da questa descrizione, diventa facilmente chiaro ciò che il display è in grado di mostrare. 3 ¾ digit diventa 4000 punti e 4 ¾ digit diventa 40000 counts. Un po’ di confusione nasce nei casi in cui 3 ¾ cifre è stato usato per indicare 3000 o 5000 punti. Il numero di conteggi si applica La tabella mostra la relazione tra le cifre e conteggi per i display dei DMM più comuni. solitamente alla funzione VDC. Un minor numero di conts possono essere visualizzati sullo stesso strumento per altre funzioni. Per esempio, un DMM con 40.000 counts può essere limitata a 4000 punti quando si misura la capacità o la resistenza. RISOLUZIONE. Handheld DMM La risoluzione è una misura del più piccolo incremento che può essere individuato. ES. A prima vista, sembrerebbe che un misura di 10,000 volt con un DMM 40.000 counts potrebbe essere letta con risoluzione di 0,001 volt. Questo è solitamente il caso in cui la risoluzione del convertitore A/D supera quella dei display, ma alcuni hanno una risoluzione inferiore rispetto al display. In questo caso, l'ultima cifra in grado di leggere 0, 1, 2, 3, 5, 6, 7, 9, ecc, con una tensione linearmente crescente. Si noti che solo 8 dei 10 possibili valori sono stati visualizzati. Questo è un artefatto dovuto alla natura digitale della conversione. In un caso più estremo, solo i numeri pari o dispari sono essere visualizzati, da qui la necessità di una specifica risoluzione separata dal conteggio display. N.B. La risoluzione di 20.000 e 40.000 counts è ottenuta però a spese di tempi più lunghi affinché le cifre più a destra raggiungano il loro valore finale ACCURACY e RISOLUZIONE digits e counts non dicono nulla riguardo l’accuracy! ES: 2 DMM a 4000 count possono avere ad es. un’accuracy di 0.9% e di 0.08%. Digits e counts sono relativi alla risoluzione (minima variazione del misurando che lo strumento è in grado di apprezzare). ad es: RISOLUZIONE di un DMM indica se lo strumento è in grado di visualizzare una variazione di 1 V o 0,01 V. Come regola generale, la risoluzione si ottiene dividendo il RANGE per i counts. Un DMM a 4000 count visualizza 3999 come numero più grande. Se misurando è maggiore si ottiene uno “shift” a DX. 3,999 V sarà visualizzato come 3,999 V e 4,001 V come 04,00 V. Input: 301 mV Input: 501 mV Input: 1001 mV 2000 301 501 1001 4000 301.0 501 1001 6000 301.0 501.0 1001 10000 301.0 501.0 1001.0 Counts Digits Count 3 1000 3½ 2000 3200 3¾ 4000 4 10000 4½ 20000 32000 4¾ 40000 Accuracy RESOLUTION Più piccola variazione del segnale di input che produce una variazione della lattura (segnale output) : può essere espressa in termini di BIT, DIGIT, UNITÀ ASSOLUTA (tutte correlate tra loro) BITS Riferiti alle caratteristiche del ADC. In teoria un 12-bit ADC può convertire un segnale analogico in 212 = 4.096 valori distinti (livelli). Da 4.096 numero di BIT meno significativi (least significant bits, LSB). LSB può essere tradotto in digit di risoluzione: Digits of resolution = log10 (Number of LSB) Quindi un DMM con 12-bit ADC ha una risoluzione di : Log10 (4.096) = 3.61 digits (3½ digit DMM) Absolute Units and Digits of Resolution 5½ digits per un DMM si riferisce al numero di DIGIT visualizzati nella lettura del DMM. Tradizionalemente “5½digit DMM” ha 5 cifre piene (da 0 a 9) e la mezza cifra (solo 0 o 1). Questo DMM può mostrare valori positivi e negativi da 0 a 199.999. Per strumenti molto sofisticati o per strumenti virtuali, i DIGIT di RISOLUZIONE non hanno un legame diretto con i digit visualizzti nella lettura. Absolute Units Per un DMM, COUNTS è l’analogo del LSB per un ADC. Un count rappresenta il valore che può essere digitalizzato ed è l’equivalente di uno STEP in un quantizzatore . Il peso di un COUNT è l’unità assoluta di risoluzione. Absolute unit of resolution = total span/counts Absolute Units and Digits of Resolution Digits definito come: Digits of resolution = log10 (total span/absolute unit of resolution) ES: DMM nel RANGE 10 V range (20 V total span) con 200.000 counts ha una unità di risoluzione assoluta: Absolute unit of resolution = 20 V/200.000 = 100 µV La lettura di questo DMM è a 6 DIGIT infatti visualizzerà 6 cifre (20,0000V). Una variazione dell’ultimo digit indica una variazione di 100 µV del segnale di ingresso. Un ADC a 18-bit assicura il numero minimo di LSB (217 = 131.072; 218 = 262.144) il calcolo di digits of resolution: Digits of resolution = log10 (20.0 V/100 x 10-6 V) = 5.30 Questo DMM può essere considerato un 5½ digit (nell’ipotesi di noise-free DMM). Absolute Units and Digits of Resolution Il processo quantizzazione introduce nel segnale convertito un errore NON eliminabile chiamato RUMORE DI QUANTIZZAZIONE. Per segnali attraverso un quantizzatore lineare e uniforme (esente da distorsioni) il valore RMS del rumore di quantizzazione è: rms of quantization noise = absolute units of resolution/√12 In realtà un DMM insensibile al rumore (noise-free) non esite devo considerare anche il livello di rumore nel calcolo dell’ “absolute units of resolution”. Si può definire l’effettiva “unità assoluta di risoluzione” di un DMM sensibile al rumore come lo “step size” di un DMM esente da rumore con un rumore di quantizzazione pari al rumore totale di un DMM sensibile al rumore. EFFECTIVE absolute units of resolution = √12 * rms noise Si definisce ENOD = Effective Number of Digits di DMM sensibile al rumore : ENOD = log10(total span/Effective absolute units of resolution) Absolute Units and Digits of Resolution (Unità effettiva di risoluzione) ESEMPIO 1: DMM con range 10 V (20 V total span) mostra letture con un valore RMS del livello di rumore 70 µV Absolute units of resolution = √12 * 70 µV = 242,49 µV ENOD = log10 (20 V/242,49*10-6 V) = 4.92 digits DMM a 5 digit. Il numero minimo di COUNTS per questo DMM 20 V/242.49*10-6 V = 82.478 bits necessari = 17 (216 = 65.536, 217 = 131.072). ESEMPIO 2: stesso DMM con livello RMS di rumore pari a 20 µV: Absolute units of resolution = √12 * 20 µV = 69,28 µV ENOD = log10 (20 V/69,28*10-6 V) = 5,46 digits DMM a "5½" digit. Il numero minimo di COUNTS per questo DMM 20 V/69.28*10-6 V = 288.675 bits necessari = 19 (218 = 262.144, 219 = 524.288). Unità effettiva di risoluzione La tabella relaziona BITS, COUNTS e ENOD con i digit di risoluzione convenzionali di un DMM. Bits, counts e ENOD sono relazionati deterministicamente dato che NON esiste una relazione matematica tra ENOD e digits perché i DIGIT sono solo una approssimazione.