Schopenhauer
Sommario
Vita e opere ............................................................................................................................................................................................................................................ 2
INTRODUZIONE....................................................................................................................................................................................................................................... 3
Le radici del suo sistema......................................................................................................................................................................................................................... 3
Il velo di Maya......................................................................................................................................................................................................................................... 4
Tutto è volontà ....................................................................................................................................................................................................................................... 5
Volontà ................................................................................................................................................................................................................................................... 5
Volontà e mondo fenomenico ............................................................................................................................................................................................................ 6
Il pessimismo .......................................................................................................................................................................................................................................... 7
Piacere, dolore e noia ......................................................................................................................................................................................................................... 7
Il male ................................................................................................................................................................................................................................................. 8
Critica delle ideologie ............................................................................................................................................................................................................................. 9
Come liberarsi dal dolore ....................................................................................................................................................................................................................... 9
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Vita e opere
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Nascita: 22 febbraio 1788 a Danzica
Studi all'università di Gottinga con il maestro di filosofia Schulze
1811: a Berlino assiste alle lezioni di Fichte
1813: si laurea a Jena
1814-1818: soggiorna a Dresda dove scrive le opere Sulla vista e i colori (1816) e Il mondo come volontà e rappresentazione (1818 o 1819)
1820-1832: si trasferisce a Berlino in cui si abilita alla libera docenza e tiene corsi
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1832-1860: a Francoforte. Nel 1851 pubblica Parerga e Paralipomena . Nel 1860 muore.
Jena
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Appendici e sviluppi dell'opera Il mondo come volontà e rappresentazione.
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INTRODUZIONE
L'opera di Schopenhauer non ottenne un successo immediato. Dovette aspettare più di 20 anni per pubblicare la seconda edizione de Il mondo come volontà e
rappresentazione che esprime un profondo pessimismo e un forte anti-idealismo.
Le radici del suo sistema
vita psichica e sensoriale considerata
intermini di FISIOLOGIA DEL
SISTEMA NERVOSO
ILLUMINISMO
PLATONE
teoria
delle IDEE
filone
materialistico: La
Mettrie,
D'Holbach
*Ideologia
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VOLTAIRE
forme
ETERNE
spirito ironico e
demistificazione della
tradizione
ROMANTICISMO
tema del DOLORE: a differenza dei romantici
però non vi è possibilità di riscatto, tramite ad
esempio Dio, la storia, ecc.
KANT
impostazione SOGGETTIVISTICA della
GNOSEOLOGIA. Lettura della Critica della
Ragion Pura dei critici immediati di Kant
(l'esistenza della realtà è data dalla
consapevolezza di essa, consapevolezza
che corrisponde a una
RAPPRESENTAZIONE di tale realtà nella
coscienza)
tema dell'INFINITO: presenza nel mondo di un
principio assoluto di cui le varie realtà sono
manifestazioni transeunti
VISIONE PESSIMISTICA DELLA REALTÀ
*idéologues: gruppo di filosofi operanti in Francia tra la fine del '700 e gli inizi del secolo successivo, che sostenevano riprendendo Condillac una gnoseologia sensista.
Il termine idéologues infatti deriva dallo studio delle idee la cui formazione avverrebbe a partire dalle sensazioni, alle quali tutte le idee (comprese quelle morali e
politiche) sarebbero riconducibili. Tra l'altro le ricerche degli idéologues sono indirizzate all'accertamento dei rapporti tra costituzione fisica dell'uomo e il suo
carattere, la sua intelligenza, ecc. [rielaborazione della voce idéologues del dizionario di filosofia Garzanti]
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Schopenhauer respinge l'idealismo, designandolo con sprezzo come «filosofia delle università» al servizio del successo e del potere (Chiesa, Stato). Fichte e
Schelling in qualche modo si salvano ma Hegel viene definito un «sicario della verità». La filosofia deve rimanere libera ed evitare la divinizzazione della realtà,
come avviene in Hegel con la celebrazione dello Stato. La critica della filosofia hegeliana da parte di Schopenhauer non è tuttavia una critica puntuale delle tesi
di Hegel, ma un attacco generale all'impostazione filosofica hegeliana.
Schopenhauer nutre un interesse particolare per il PENSIERO ORIENTALE con cui la sua filosofia è in sintonia per alcuni aspetti. Ciò nonostante il suo pensiero
sembra che si sia sviluppato prima del suo incontro con le filosofie orientali.
Il velo di Maya
Il punto di partenza del pensiero schopenhaueriano è costituito dalla distinzione fenomeno e noumeno. Ma i due termini acquistano un altro significato
rispetto a Kant.
Fenomeno per Schopenhauer significa parvenza, illusione, sogno (non è quindi l'unica realtà accessibile); corrisponda al cosiddetto velo di Maya
dell'antica sapienza indiana.
Noumeno è la realtà nascosta dietro l'ingannevole trama del fenomeno (non è la realtà inaccessibile di Kant).
Inoltre, per Kant il fenomeno è l'oggetto della rappresentazione ed esiste fuori dalla coscienza, mentre per Schopenhauer il fenomeno è rappresentazione ed
esiste solo dentro la coscienza. Infatti la rappresentazione comprende il soggetto rappresentante e l'oggetto rappresentato2 (facce della stessa medaglia).
Schopenhauer riprende la critica kantiana di quelle filosofie che privilegiano una delle due facce: del materialismo che riduce il soggetto all'oggetto (materia),
dell'idealismo che riduce l'oggetto al soggetto.
Della filosofia kantiana in particolare Schopenhauer mantiene le forme a priori che tuttavia riduce a tre: spazio, tempo e una sola categoria, quella della
causalità.
Spazio e tempo costituiscono il principium individuationis con cui la volontà si rende visibile nel campo della rappresentazione. La causalità costituisce il
principium rationis ma a differenza di Kant Schopenhauer fa dello stesso intelletto una facoltà intuitiva, in grado di cogliere immediatamente le relazioni tra gli
oggetti: «il rapporto causa-effetto costituisce tutta l'essenza della materia: il suo essere è la sua attività». La causalità congiunge lo spazio e il tempo, e con ciò
determina il carattere essenziale dalla materia: l'agire. Distinta dall'intelletto è la ragione che elabora concetti astratti (rappresentazioni di rappresentazioni).
La causalità si manifesta come necessità nei seguenti ambiti e in relazione ai seguenti principi:
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Il fenomeno.
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FISICA: principio del divenire (di ragion sufficiente) che regola i rapporti tra gli oggetti naturali
LOGICA: principio del conoscere che regola i rapporti tra premesse e conseguenze
MATEMATICA: il principio dell'essere che regola i rapporti spazio-temporali e le connessioni aritmetico-geometriche
MORALE: il principio dell'agire che regola le connessioni tra un'azione e i suoi motivi
Tutto è volontà
Noi non siamo soltanto conoscenza o rappresentazione, ma anche corpo che costituisce l'aspetto fenomenico, la manifestazione esteriore delle nostre brame
interiori. Ad esempio l'apparato digerente non è che l'aspetto fenomenico della volontà di nutrirsi. Attraverso il corpo riconosciamo la volontà di vivere che non
è solo l'essenza dell'uomo, ma l'essenza segreta di tutte le cose, ossia la cosa in sé dell'universo. L'uomo ha quindi nel suo corpo la via d'accesso al noumeno,
cioè è possibile lacerare il velo di Maya e svelare così la realtà nascosta che corrisponde alla VOLONTÀ.
L'intero mondo fenomenico è il modo in cui la volontà si rende visibile a se stessa nella rappresentazione spazio-temporale [il mondo come volontà e
rappresentazione, noumeno e fenomeno].
Riconoscendo in sé la volontà di vivere che è l'essenza dell'universo l'uomo va oltre la sua individualità, Schopenhauer afferma che viene sospeso il principio
d'individuazione, cioè l'insieme di forme e categorie con cui gli oggetti vengono rappresentati e viene colto l'impulso, la forza, l'essenza profonda dell'intera
realtà. Quando si vive prevale l'essenza del noumeno sull'apparenza degli oggetti fenomenici vincolati allo spazio e al tempo.
Volontà
Caratteristiche:
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La volontà è energia o impulso che pervade l'intera realtà, anche quindi la materia inorganica e i vegetali. Nell'uomo la volontà si manifesta attraverso
la consapevolezza e l'intelletto, che costituiscono comunque in generale delle manifestazioni secondarie della volontà stessa. Infatti, la volontà in
quanto realtà metafisica, primordiale è inconscia.
La volontà è unica, eterna e indistruttibile, ossia un principio senza inizio e senza fine. Essa si sottrae per costituzione a quello che i filosofi del
medioevo chiamavano principio d'individuazione. Esiste infatti al di fuori dello spazio e del tempo, che dividono e moltiplicano gli enti.
La volontà è al di là della categoria di causa. È una forma libera e cieca, è energia incausata, senza un perché e senza uno scopo: la volontà primordiale
non ha alcuna meta oltre se stessa.
Miliardi di esseri (vegetali, animali, umani) vivono per vivere e continuare a vivere. Dio non c'è: l'assoluto è la volontà.
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Volontà e mondo fenomenico
La volontà di vivere si manifesta nel mondo fenomenico attraverso due fasi.


Idee, archetipi, prototipi3 degli individui del mondo naturale
Individui del mondo naturale che mantengono con le idee un rapporto di copia-modello (i singoli esseri risultano semplici riproduzioni dell'unico
prototipo originario che è l'idea)
Il mondo delle realtà naturali, che comprende forze ed esseri, possiede una struttura piramidale che esemplifica gradi di oggettivazione della volontà disposti in
un ordine crescente.
uomo
animali
piante
forze generali della natura
L'uomo è al culmine della piramide cosmica, in esso la volontà diviene pienamente consapevole, ma ciò che l'uomo acquista in coscienza perde in sicurezza. La
ragione è meno efficace dell'istinto. L'uomo per Schopenhauer è un «animale malaticcio».
La concezione della natura è differente da quella dei romantici: la posizione dell'uomo al vertice come si è visto non gli conferisce alcun privilegio. La volontà di
cui egli prende coscienza, non acquista in lui uno status positivo particolare. Perché la volontà non vuole che se stessa. È una forza cieca, che agisce senza
scopo e che tende a perpetuare se stessa. A differenza di Schelling non vi è dunque nella natura alcun telos, alcuna armonia dettata dal suo essere
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Eterni e immutabili come la volontà.
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organicistico. Gli esseri sono mezzi di affermazione e risonanza della volontà e per questo sono impegnati in una lacerante e crudele lotta tra di essi. Sollevato il
velo di Maya lo spettacolo che si presenta agli occhi è quello di innumerevoli esseri che lottano per vivere senza un senso e una ragione.
Questa condizione miserabile appartiene anche all'uomo, a sua volta strumento della volontà:
l'intelletto è infatti al suo servizio, contrariamente a quanto la tradizione filosofica ha sempre pensato;
la coscienza è fonte di sofferenza e di inganno, essa si illude di fare le proprie scelte liberamente, senza rendersi conto di essere un mero strumento
della volontà di vivere.
Il pessimismo
La vita è dolore, perché se l'essenza dell'uomo (e del mondo) è la volontà di vivere, la volontà rappresenta un volere, un desiderare qualcosa che non c'è, un
impulso insaziabile, un desiderio inestinguibile. Il desiderio è tensione verso qualcosa che non essendoci rappresenta per l'uomo l'assenza, il vuoto, il dolore.
Se poi nell'uomo la volontà è più cosciente, l'assenza è sentita maggiormente e quindi l'uomo risulta il più bisognoso e mancante.
«ogni volere scaturisce da bisogno, ossia da mancanza, ossia da sofferenza»
Piacere, dolore e noia
Il piacere non è altro che la cessazione del dolore (idea presa da Pietro Verri e Giacomo Leopardi, di cui Schopenhauer aveva grande considerazione), ma il
dolore non è la cessazione del piacere. Il dolore, infatti, è la struttura stessa della vita, essendo connesso strettamente con la volontà di vivere. Per usare
un'immagine tratta da Parerga e Paralipomena.
«non c'è rosa senza spine, ma vi sono parecchie spine senza rose!» [II, 385]
Quindi, il piacere, la gioia è solo di natura negativa, perché è lo scaricarsi momentaneo della tensione prodotta dal desiderio.
L'altro polo dialettico del dolore non è quindi il piacere, ma la noia, che prende l'uomo quando viene meno l'aculeo del desiderio, «ma nessuna soddisfazione è
durevole; anzi è il punto di partenza di un nuovo tendere». Quindi la noia è ben presto sostituita dalla sofferenza di un nuovo bisogno da soddisfare
(inutilmente) e così il pendolo riprende la sua oscillazione.
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Pendolo della vita
desiderio e dolore
piacere
sazietà e noia
(cessazione momentanea del
dolore)
Tutte le creature soffrono, l'uomo in modo particolare ma tra gli uomini chi soffre di più è il genio.
«Più intelligenza avrai, più soffrirai e chi aumenta il sapere, moltiplica il dolore», passo dell'Ecclesiaste [1,18] citato da Schopenhauer.
Il male
Il male è nel principio stesso da cui dipende il mondo. Il dolore universale non è solo il desiderio inappagato della volontà, ma anche la lotta crudele di tutte le
cose. L'individuo è un semplice strumento della specie. Alla natura preme perpetuare la vita e con essa il dolore, attraverso la sopravvivenza della specie.
L'amore allora è animato dal "genio della specie" che mira alla semplice perpetuazione della vita. Il fine dell'amore è solo l'accoppiamento, non c'è amore senza
sessualità. In generale, tutti i sentimenti umani hanno una radice egoistica e nascondono istinti biologici elementari, manifestazioni della volontà di vivere, così
che i rapporti sociali si fondano sulla sopraffazione e la violenza. Homo homini lupus.
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Critica delle ideologie
Disseminati nelle opere di Schopenhauer vi sono diversi spunti di critica alle ideologie, indicate da Schopenhauer con il termine menzogne.
Si può stilare un elenco di menzogne:
Ottimismo cosmico: il mondo è un organismo perfetto, governato provvidenzialmente da Dio o da una ragione immanente (è il caso della filosofia hegeliana).
Schopenhauer contesta le religioni che definisce «metafisiche per il popolo» e si fa promotore di un ateismo filosofico. Ne Il mio Oriente scrive: «Se un Dio ha
creato questo mondo, io non vorrei essere Dio; l'estrema miseria del mondo mi strazierebbe il cuore».
Ottimismo sociale: l'uomo è per natura buono e socievole. In realtà, le cose stanno diversamente perché la regola dei rapporti umani è conflitto e la
sopraffazione reciproca. Tale regola pur avendo assunto forme più civili e raffinate con il passare del tempo, è sempre la stessa: sopraffare l'altro! «Vi è
dunque, nel cuore di ogni uomo, una belva che attende solo il momento propizio per scatenarsi e infuriare contro gli altri». [Parerga e Paralipomena, II, 114].
Gli uomini, quindi, vivono insieme non tanto per simpatia o per innata socievolezza, ma soprattutto per bisogno. Lo STATO e le LEGGI sono necessari per
contenere gli istinti aggressivi degli individui, non per consentire all'uomo di realizzarsi pienamente sul piano etico, come sosteneva Hegel.
Ottimismo storico: la storia, lo storicismo creano l'illusione di un progredire, di un mutare degli uomini che è il frutto di una prospettiva distorta generata
dall'attenzione rivolta a un'epoca e alle presunte differenze tra le epoche. In realtà l'uomo è sempre lo stesso, «Non vi è nulla di nuovo sotto il sole»
[Ecclesiaste, 1, 10]. La storia va sostituita con la filosofia della storia il cui compito è quello di far comprendere all'uomo il suo destino immutabile, segnato dal
dolore.
Come liberarsi dal dolore
La soluzione al dolore della vita potrebbe essere individuata da qualcuno nell'atto estremo del suicidio, ma Schopenhauer propone una serie di argomentazioni
che dimostrano che si tratta di una falsa soluzione:
 non nega la vita in sé, ma la particolare esistenza di cui un individuo si sente vittima. In realtà, il suicida «vuole la vita ed è solo malcontento delle
condizioni che gli sono toccate». Se le cose stanno così, il suicidio è un atto di forte affermazione della volontà stessa che non si accontenta di
un'esistenza misera.
 La morte di un singolo individuo non pone fine alla volontà di vivere che rinasce in mille altri individui.
La vera risposta al dolore non è quindi il suicidio, ma la ricerca di un cammino di liberazione dalla stessa volontà di vivere, nel quale la voluntas tenda a farsi
noluntas, cioè negazione progressiva di se medesima.
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Tre sono le vie di questa liberazione:
Arte: mentre la conoscenza scientifica è imbrigliata nelle forme dello spazio e del tempo e asservita ai bisogni della volontà, l'arte è conoscenza libera e
disinteressata, che ha come proprio oggetto le idee. Così, ad esempio, questo amore diviene l'amore, l'essenza immutabile del fenomeno particolare.
L'uomo si libera dalla prigione dello spazio e del tempo, dai legami del bisogno. Quindi l'arte è catartica per eccellenza, grazie a essa l'uomo, più che
vivere, contempla la vita, elevandosi al di sopra della volontà, del dolore e del tempo. Tuttavia, la liberazione artistica è temporanea, legata alla
fruizione dell'opera d'arte.
Morale: allo stesso modo di Kant il disinteresse caratterizza la moralità, ma a differenza di Kant essa non scaturisce da un imperativo categorico o un
ragionamento astratto, ma da un'esperienza vissuta di pietà o di com-passione verso le sofferenze altrui. L'esperienza morale va oltre il mero sapere
che la vita è dolore consentendo all'individuo di sentire questa verità. Da un certo punto di vista è la moralità a produrre la conoscenza perché tramite
la pietà, compassione comprendiamo, sperimentandola, l'unità metafisica di tutti gli esseri, cioè il dolore che è ad essi comune e quindi in definitiva la
stessa volontà di vivere che causa tale dolore costringendo gli esseri a volere di continuo.
o La morale schopenhaueriana ha due virtù: la giustizia, che consiste nel non fare il male e riconoscere agli altri quello che riconosciamo a noi
stessi; l'agápe (carità) che è l'amore disinteressato che determina la pietà, non è l'eros che rappresenta invece l'amore egoistico e interessato.
In questo modo l'uomo si libera dall'egoismo e dall'ingiustizia che sono espressione della volontà di
volontà di vivere.
vivere, ma non si libera totalmente della stessa
Ascesi: persegue una liberazione totale non solo dall'egoismo e dall'ingiustizia, ma dalla stessa volontà di vivere. Infatti si tratta di una pratica
attraverso cui si cessa di volere la vita e il volere stesso, ci si propone di estirpare il proprio desiderio di esistere, di godere e di volere. La liberazione è
graduale: il punto di partenza è il rifiuto di procreare infrangendo così la legge della specie (castità perfetta); è necessario quindi rinunciare ai piaceri;
essere umili; digiunare; scegliere la povertà; essere disposti al sacrificio; ricorrere all'automacerazione. Essendo la volontà di vivere una sola, se fosse
vinta anche solo in un individuo, essa perirebbe tutta.
Nel misticismo ateo di Schopenhauer alla fine dell'ascesi vi è il nirvana buddista, l'esperienza del nulla nel senso della negazione del mondo. Per quelli che sono
ancora pieni della volontà, la sua negazione è il nulla (niente); per gli altri il nostro universo è il nulla, mentre il nirvana è il tutto, un oceano di pace. Negare il
mondo significa liberarsi dell'involucro spazio-temporale con il quale la volontà si manifesta e quindi liberarsi delle costrizioni della volontà.
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*Ideologia: Il termine fece la sua comparsa in Francia quando A.-L.-C. Destutt de Tracy se ne servì per denominare una nuova scienza, il cui scopo era quello di
studiare l’origine delle idee. Intorno a questo progetto sorse una corrente di pensiero – detta Idéologie, da cui il nome di idéologues dato ai suoi seguaci – che
costituì l’ultima fioritura del pensiero illuministico.
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