caricato da kareninangelini

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Scena del dialogo è Atene; personaggi principali sono Socrate, il filosofo Ippia di Elide e un terzo
interlocutore di difficile individuazione. È ipotizzabile che non si tratti di un personaggio reale, ma sia
piuttosto una finzione retorica: una sorta di "sdoppiamento" di Socrate, oppure una proiezione sulla
scena di Platone stesso, che così esprimerebbe in forma indiretta il suo pensiero. Quest'ultima
sembrerebbe l'ipotesi più plausibile: un Platone che, iniziando a maturare la dottrina delle Idee,
prenderebbe le distanze dal maestro.
Il tema del dialogo è la bellezza e la trattazione si svolge attorno alla domanda principale di
Socrate: che cos'è il bello? I tentativi di risposta di Ippia sono via via vanificati da Socrate il quale, alla
fine, tende a lasciare in sospeso un'esauriente definizione del "bello", in quanto esso non coincide (in
maniera universale e quindi da tutti facilmente accettabile) né con ciò che più conviene, né con ciò che
utile o piacevole. Il bello è piuttosto, secondo Socrate, una tendenza interiore del tutto soggettiva che,
oltretutto, può mutare - e di molto - anche nel corso della vita stessa di ogni uomo.
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