INFORMAZIONI GENERALI SULL’ANGOLA La Repubblica di Angola è, nell’Africa Sub sahariana, il quinto paese in ordine di grandezza, con una superficie di circa 1.246.700 km quadrati e una linea costiera, che si affaccia sull’Oceano Atlantico, di circa 1650 km. Le frontiere terrestri si estendono per 4.837 km. La lunghezza massima del paese, in senso Nord-Sud è di 1277 km, mentre la larghezza massima, in senso Est-Ovest, tocca i 1236 km. E questo dà al paese una configurazione geografica che lo fa rassomigliare a un quadrato. Il territorio della repubblica di Angola è situato lungo la costa occidentale dell’Africa Australe, a Sud dell’Equatore. Confina a Nord con la repubblica del Congo, a Est con la repubblica democratica del Congo e con lo Zambia, a Sud con la Namibia, a Ovest con l’Oceano Atlantico. Del territorio angolano fa parte anche l’Enclave di Cabinda, situata a Nord tra il Congo e la repubblica democratica del Congo. L’Angola é costituita, principalmente, da un massiccio di alture, limitato da una stretta fascia di pianura la cui altitudine varia da 0 a 200 metri sul livello del mare. Oltre i 200 metri iniziano le montagne e gli altopiani ( il più importante dal punto di vista economico è il Planalto Central). Questi ultimi occupano l’estensione maggiore del territorio geografico del paese. La cima più alta è quella del Môco, nella provincia di Huambo, che tocca circa i 2.620 metri.In Angola più del 50% dei suoli soffrono a causa di processi costanti o periodici di erosione provocati dalle piogge e dell’azione del sole. I suoli più fertili si trovano presso i fiumi, dove si concentrano le masse alluvionali da esse trasportate e che in generali sono ricche di elementi minerali e composti organici. Di conseguenza, la possibilità di irrigazione è più o meno dispendiosa. Nelle regioni più secche, dal clima desertico, il suolo è poco fertile. CLIMA Il clima tropicale a Nord e subtropicale al Sud, mentre è temperato nelle zone a maggior altitudine. Ha due stagioni distinte: una calda e umida, con alti livelli di piovosità e una più fredda e secca, chiamata cacimbo. Questa differenziazione climatica si traduce in ambienti bioclimatici che vanno dalle dalla fascia desertica del Sud ovest fino alle savane o alle foreste dense e umide dei climi super umidi delle zone più alte. Naturalmente i climi diversi danno origine a diversi tipi di vegetazione. Il paese possiede enormi distese di suolo fertile e abbondanti risorse naturali, che gli danno un grande potenziale di sviluppo economico, rinforzato dai giganteschi giacimenti di petrolio e di diamanti, nonché dalle riserve idroelettriche, le grandi risorse del mare e le grandi distese di terra arabile. IDROGRAFIA Possiamo suddividere l’idrografia dell’Angola in quattro principali settori: (a) il settore atlantico, con i fiumi Chiluango, Zaire o Congo, Bengo, Kwanza o Cuanza, Queve o Cuvo, Catumbela e Cunene; (b) il settore dello Zaire, a nord dell’Angola, con i fiumi Cuango, Cassai, e i suoi affluenti, Cuilo, Cambo, Lui, Tchicapa e Luachimo; (c) il settore dello Zambesi, al quale appartengono i fiumi a Est dell’angola, come gli affluenti dello Zambesi Luena, Lungué-Bungo e Cuando; (d) E, infine, il settore del Kalahari, con numerosi fiumi dal regime intermittente, fra i quali segnaliamo il Cubango e i suoi affluenti Cuchi e Cuito. Il più lungo e maggiormente navigabile fra i fiumi angolani e il Kwanza, lungo circa 1.000 Km e il cui affluente, Lucala, forma le celebri cascate di Kalandula, di una bellezza impressionante e con oltre 100 metri di altezza. I porti principali dell’Angola sono tre: Luanda, Lobito e Namibe. Moneta corrente è il Kwanza. POPOLAZIONE E SUDDIVISIONE AMMINISTRATIVA E’ dal 1970 che in Angola non viene realizzato un vero e proprio censimento della popolazione: non è stato possibile a causa dell’ininterrotta situazione di guerra che è terminata solo nel febbraio del 2002. Guerra che ha determinato continui spostamenti massicci della popolazione, soprattutto dalle zone interne verso la capitale Luanda. Stime abbastanza precise del 2000, consentono di calcolare il numero complessivo di abitanti in circa 14,5 milioni di individui, cui bisogna aggiungere circa 400 mila rifugiati in paesi confinanti. La popolazione angolana è formata prevalentemente da giovani: oltre il 52% dei cittadini, infatti, è in un’età compresa tra 0 e 17 anni. Il territorio dell’Angola è suddiviso in 18 province. Le elenchiamo indicando tra parentesi la città capoluogo: Bengo (Caxito) Benguela (Benguela) Bié (Kuito) Cabinda (Cabinda) Cuando-Cubango (Menongue) Cuanza Norte (Ndalatando) Cuanza Sul (Sumbe) Cunene (Ondjiva) Huambo (Huambo) Huila (Lubango) Luanda (Luanda) Lunda Norte (Lucapa) Lunda Sul (Saurimo) Malanje (Malanje) Moxico (Lwena) Namibe (Namibe) Uige (Uige) Zaire (Mbanza Congo) Il Portoghese è la lingua ufficiale, parlata da un numero sempre crescente di cittadini, che la integrano con le lingue materne. L’angola, infatti, da un punto di vista etnolinguistico, è formata dai seguenti gruppi: Ovimbundu (lingua Umbundu), Ambundu o Akwambundu (lingua Kimbundu), Bakongo (lingua kikongo), Lunda-Cokwe (lingua Cokwe), Nganguela, che designa genericamente i popoli residenti nel quadrante sude est, Nyaneka-Humbe (detti anche Nkhumbi), , Helelo o Herero (lingua Tjihelelo). Sono tutti gruppi Bantu. Gli Ambundu (o Ovimbundu) e i Bakongo insieme rappresentano circa il 75% della popolazione. Esistono, inoltre, piccoli gruppi di popoli non Bantu come i Boscimani, cacciatori-raccoglitori che discendono dai più antichi abitanti della regione australe. In Angola vive anche un ristretto gruppo di persone di origine europea, angolani a tutti gli effetti, discendenti degli antichi coloni. VIAGGIO NELLA STORIA ANGOLANA L’Angola è diventata indipendente l’11 novembre 1975, dopo essere stata colonia portoghese sin dal 1482. La lotta per l’indipendenza fu dura e sanguinosa. Le prime avvisaglie di rivolta contro la dominazione e lo sfruttamento da parte del regime fascista salazarista si ebbero sin dal 1961: il 4 febbraio migliaia di lavoratori delle grandi aziende cotoniere si rivoltarono contro le disumane condizioni di lavoro e il monopolio della Cotonang, la società portoghese che controllava tutte le fasi di produzione e commercializzazione della fibra. La reazione dei portoghesi fu sanguinaria e i caduti si contarono a decine di migliaia. Si era, nel frattempo, strutturato, sia nella clandestinità sia all’estero, il Movimento Popolare per la Liberazione dell’Angola (MPLA), di cui nel 1962 assunse la presidenza Antonio Agostinho Neto, medico umanista, poeta, stratega politico e militare, il cui nome resterà per sempre legato alle vicende dell’Angola in lotta per la libertà e l’indipendenza. Nonostante la lotta fosse negativamente influenzata dalla nascita di altri due movimenti per l’indipendenza (FNLA e, da una secessione di quest’ultima, UNITA), voluti dai paesi del blocco occidentale per contrastare L’MPLA di ispirazione marxista, che riceveva aiuti dall’Unione Sovietica e da Cuba, l’Angola riuscì a liberarsi e a ricevere il riconoscimento ufficiale degli altri paesi ma non a raggiungere una vera pace. Dopo l’indipendenza, infatti, iniziò una sanguinosa guerra civile che opponeva il governo legittimo ai due movimenti anti-marxisti. Dopo il ritiro definitivo del FNLA, restò attivo l’UNITA contro cui la guerra è terminata, in modo definitivo, solo nell’aprile del 2002, dopo la morte in combattimento del suo leader Jonas Savimbi, più volte condannato come criminale di guerra. Nel 1992, nel frattempo, l’Angola, anche in conseguenza del crollo del comunismo sovietico e delle mutate condizioni socio-politiche del pianeta, si dava un assetto più democratico e indiceva libere elezioni a cui parteciparono diversi partiti oltre al MPLA, che comunque mantenne la maggioranza dei voti e dei seggi all’Assemblea Nazionale. Agostinho Neto, primo presidente dell’Angola indipendente, morì a causa di una grave malattia nel 1979. Gli è successo Josè Eduardo dos Santos, confermato anche alle elezioni del 1992. La guerra, con i gravi problemi dovuti alla presenza di milioni di profughi, ha impedito sino ad oggi che si tenessero nuove elezioni per rinnovare le cariche elettive (presidenza della Repubblica e Assemblea Nazionale). Con la pace ormai consolidata, l’Angola ha avviato un forte programma di rilancio economico e strutturale, soprattutto nel campo della salute, dell’abitazione e del ritorno, ai luoghi di origine dei profughi causati dai lunghissimi anni di guerra. TEMPO LIBERO E TURISMO L’Angola ha nel Turismo e nel tempo Libero un settore potenzialmente fortissimo, grazie soprattutto alle spettacolari caratteristiche geografiche e paesaggistiche del paese. Nonostante la guerra, l’Angola ha creato e cura una serie importante di parchi naturali e santuari per la conservazione di specie animali e vegetali rare o esclusive del paese. La naturale ospitalità e l’affabilità degli Angolani sono una garanzia che, anche non in condizioni ottimali, chiunque si trovi dalle nostre parti sarà ben ricevuto e festosamente accolto. La fine della guerra e il sicuro avvio su una strada di stabilità, hanno consentito all’Angola di ricevere ampio credito dalla Banca Mondiale e dal Fondo Monetario Internazionale in modo da permettere al paese di incamminarsi definitivamente verso la stabilità economica. Angola: la Terra dove gli animali hanno la parola Innumerevoli sono le favole angolane in cui gli animali, avendo il dono della parola, raccontano storie meravigliose e senza tempo. Questa ricchezza culturale e naturalistica gode della massima protezione da parte dello Stato e di ogni cittadino angolano consapevole. Venite da noi ad ascoltare la voce mitica degli animali. L' Angola protegge le sue bellezze naturali con molta attenzione e massima priorità: esse sono una risorsa importantissima per incrementare i flussi turistici e l' arrivo di sempre più numerosi visitatori nel paese, ormai pacificato. Questi i Parchi Nazionali dell' Angola Parco Nazionale di Quissama Parco Nazionale di Cangandala, Malanje Parco Nazionale di Bicuar, Huíla Parco Nazionale di Lona, Namibe Parco Nazionale di Kameia, Moxico Parco Nazionale di Mupa, Cunene In Angola le aree protette coprono una superficie di quasi 190 mila Km quadrati, che corrispondono a oltre il 15% dell’intero territorio nazionale. Oltre la metà di questa estensione è area protetta integrale con 6 parchi nazionali, un parco naturale regionale, due riderve naturali integrali e 4 riserve parziali. L’Angola è un paese dalle immense risorse turistiche che incantano qualsiasi amante della natura e della bellezza. L’Angola sta proteggendo il suo immenso patrimonio naturale con una numerosa serie di parchi e riserve naturali, tutti di straordinario interesse. Ci sono ben trentasette aree protette nel paese dove prosperano flora e fauna di bellezza incomparabile. L' Angola sta dando un enorme impulso al settore turistico ed è felice di ospitare sempre più numeorsi i visitatori stranieri. La bellezza di certi scorci toglie il fiato: una solennità che parla la voce dei millenni, la profonda evocazione di miti e leggende mai dimenticate. L' Angola è bellissima e solenne. L' Angola è un paese davvero incantato. le sue bellezze naturali, la varietà dei suoi paesaggi e la maestosità dei suoi scenari invitano chiunque a visitarlo LUANDA Luanda (in precedenza chiamata Loanda) è la capitale e la principale città dell' Angola. Situata sull' Oceano Atlantico, è anche il principale porto marittimo della nazione. Ha una popolazione approssimativa di circa 2,8 milioni di abitanti (2005), ed è il capoluogo della Provincia di Luanda. L' industria comprende la produzione di cibi, bevande, tessile, cemento e altri materiali da costruzione, prodotti in plastica e in metallo, sigarette e scarpe. Il petrolio, estratto nelle vicinanze, viene raffinato in città, anche se questi impianti sono stati ripetutamente danneggiati durante la guerra civile. Luanda dispone di un eccellente porto naturale, e le esportazioni principali sono caffè, cotone, zucchero, diamanti, ferro e sale. Comunque, l' economia di Luanda continua ad essere gravemente danneggiata dai continui conflitti militari in Angola. Luanda è divisa in due parti, la baixa (città vecchia) e la cidade alta (la parte nuova). La baixa è collocata vicino al porto ed è caratterizzata da vie strette e vecchi edifici coloniali. Gli abitanti di Luanda appartengono principalmente a gruppi etnici africani, tra cui le tribù Ovimbundu, Kimbundu e Bakongo. La lingua ufficiale e più utilizzata è il portoghese, anche se vengono parlate molte lingue indigene imparentate con il bantu. Esiste anche una piccola popolazione di origine europea. Luanda venne fondata nel 1575 dall' esploratore portoghese Paulo Dias Novias, col nome di São Paulo de Luanda. Nel 1618 venne costruita la fortezza, Fortaleza Sao Pedro da Barra, e successivamente, nel 1634 ne venne costruita un' altra, Fortaleza de Sao Miguel. La città è stata il centro amministrativo dell' Angola fin dal 1627 (eccetto dal 1640 al 1648) e tra il 1550 e il 1850 circa, fu al centro di un grosso traffico di schiavi verso il Brasile. Dopo l' indipendenza dell' Angola (1975), gran parte della consistente popolazione portoghese della città se ne andò, e venne sostituita da numerosi cubani, molti dei quali soldati. La città è sede di un arcivescovado cattolico, dell' Università dell' Angola e del Palazzo del Governatore. POPOLI E PAESAGGI DELL'ANGOLA MERIDIONALE Il nostro viaggio nell’Angola del Sud inizia a Ruacana, posto di frontiera al confine con la Namibia, villaggio stanco e addormentato in cui passiamo un pomeriggio ad osservare spaesati le assurde procedure d’ingresso nel Paese. La dogana di Ruacana consiste in poche costruzioni diroccate, qualche funzionario malvestito, cumuli di immondizia e bambini seminudi scorrazzanti. Che differenza rispetto all’efficienza e alla pulizia della Namibia che abbiamo appena lasciato! Quattro jeep stracariche di bagagli, tre nostre più quella di Ned, fedele autista-accompagnatore angolano, e noi sbigottiti mentre il doganiere, scusandosi per la scarsità dei moduli prestampati, ci informa che dovrà attraversare il confine (andando in Namibia!) per fare delle fotocopie... Questo il primo impatto con questo incredibile luogo… In realtà, superata la frontiera, la prima vera impressione che l’Angola regala è di dolcezza: la musicalità del portoghese, i colori del tramonto sulla foresta di mopane, gli occhi scurissimi dei bimbi e gli sguardi intensi delle loro mamme. Avanziamo a fatica attraverso una vegetazione bassa e folta, fatta per sopravvivere ai lunghi mesi aridi, ma a suo modo lussureggiante, superando una serie infinita di wadi – letti di fiumi in secca – sabbiosi, che proviamo ad immaginare pieni d’acqua nella stagione umida. Montiamo le tende tra gli alberi di mopane e ci prepariamo per la notte, carichi di attesa verso questo paese e la sua gente: il nostro itinerario ci guiderà lungo il corso del Cunene - il fiume che separa l’Angola dalla Namibia - sino alla costa atlantica, al di là di montagne impervie che anche i nostri fuoristrada faticano a percorrere. L’impatto più forte è quello con le persone. Questa regione è popolata dalle tribù degli Himba e dei Mochimba e qui attraversiamo insediamenti tra i più diversi: da macerie di villaggi a malapena sopravvissuti alla guerra (sia civile che con il Sudafrica negli anni ‘80), a variopinti mercati del bestiame in mezzo alla boscaglia, fino ai raggruppamenti di capanne delle popolazioni semi-nomadi che vivono di pastorizia. Ovunque, la comparsa dei fuoristrada e dei nostri volti bianchi suscita un’allegra curiosità: di turisti in Angola se ne vedono pochi e le persone ci accolgono accalcandosi con grandi sorrisi, contente di posare per le nostre fotografie, cercano di comunicare, ci regalano l’acqua dei loro pozzi e non chiedono mai niente. Spesso lasciamo loro farina, zucchero, e altri beni di prima necessità. Il primo villaggio che incontriamo è Chitado, dove i segni della guerra recente sono visibili ovunque: nelle costruzioni diroccate, nelle case crivellate dai proiettili, nella semplicità dei vestiti della gente. Un piccolo edificio, che una scritta a mano sul muro identifica come clinica veterinaria, colpisce la nostra attenzione: ha le finestre murate e come molti altri appare in totale abbandono. Con uno stentato portoghese ci lanciamo in conversazioni con la signora Augusta e gli altri abitanti, che hanno voglia di parlare, di sapere e di raccontare. Alla fine del viaggio, avremo imparato questo: che gli angolani sono così, un popolo candidamente curioso di conoscere queste persone armate di macchine fotografiche e occhiali da sole, e perché mai siano arrivate proprio lì. Ben diversi sono gli incontri con le popolazioni più tradizionali: gli Himba, che si presentano a noi inizialmente sotto forma di giovanissime ragazze seminude ai bordi dello sterrato, il corpo interamente ricoperto