ANGOLA NOME Repubblica d'Angola (República de Angola) DOVE SI TROVA in Africa meridionale, confina a est con Congo e Zambia, a nord col Congo, a sud con la Namibia, a ovest con l'Oceano Atlantico BANDIERA SUPERFICIE 1.246.700 Kmq POPOLAZIONE 14.000.000 abitanti, di cui ovimbundu 37%, kimbundu 25%, bakongo 13%, mestico (meticci europei e nativi africani) 2%, europei 1%, altri 22% LINGUA portoghese (ufficiale), bantu e dialetti africani MONETA Kwanza (è diffuso il Dollaro) FORMA DI GOVERNO Repubblica parlamentare RELIGIONE culti locali (47%), cristiano cattolica (38%), protestante (15%) FUSO ORARIO UTC + 1 CLIMA /PERIODI MIGLIORI PER IL TURISMO Il periodo migliore per visitare l’Angola è da giugno a settembre, i mesi più freschi e secchi dell’anno. In Angola il clima è secco da maggio a giugno, caldo in ottobre e piuttosto piovoso da novembre ad aprile/maggio. Da ottobre a marzo, il clima tropicale tipico degli altipiani africani rende le giornate piuttosto umide, specialmente nelle zone lontane dalla costa che, grazie all’altitudine più elevata, sono abbastanza temperate (dai 25° ai 28°C). Le aree costiere, che sono invece più basse, sono un po’ più calde in estate, mentre in inverno il termometro segna temperature che vanno dai 20° ai 24°C; i freddi venti costieri, però, possono a volte far scendere la colonnina di mercurio. MORFOLOGIA Il territorio angolano è caratterizzato da una fascia di altopiani, il più vasto dei quali è quello di Biè che lo attraversa da nord a sud. Sul lato occidentale l'altopiano è delimitato da una dorsale montuosa che raggiunge l'altitudine massima con il Morro de Moco (2620 m). In direzione della costa la scarpata è brusca e digrada rapidamente verso la stretta fascia delle pianure costiere. Sul lato orientale, verso l'interno del continente, gli altipiani digradano dolcemente verso il bacino dello Zambesi Il territorio è caratterizzato da vaste Savane, ove si concentra gran parte della popolazione data la ricchezza di terreni fertili e le buone condizioni climatiche. Nella parte sudorientale vi è un'area arida in direzione del deserto del Kalahari; fanno eccezione le vallate dei fiumi Cuando, Cunene e Cubango, sulle rive dei quali vi sono terreni coltivabili o sfruttabili per l'allevamento. I fiumi principali sono il M'brigde e il Kawanza. PRODOTTI TIPICI, CUCINA Notevole la produzione ebanistica, l'utensileria e la pittura. La cucina ha subito influenze da quella portoghese, per via del passato coloniale. Tra gli ingredienti ricorrenti ci sono olio di palma, farina di manioca, legumi, cocco, pesce, peperoni piccanti (piri-piri). SANITA':MALATTIE E VACCINAZIONI vaccinazioni obbligatorie: febbre gialla (all'aeroporto di Luanda viene richiesta e rigorosamente controllata la validità del certificato internazionale di vaccinazione contro la febbre gialla: il libretto giallo). Vaccinazioni consigliate: difterite e tetano, epatite virale A, epatite virale B, febbre tifoide, poliomielite, malaria. Altri rischi: dengue, colera, tripanosomiasi, febbre tifoide. In Angola non è sicuro bere l'acqua di rubinetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde. Consigliamo di portare sempre con sé una piccola farmacia da viagggio stipulare un'assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l'eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro paese. CAPITALE Luanda (2.297.200 abitanti). Altre città: Caxito, Huambo, Saurimo. DOVE ANDARE, COSA FARE La città costiera di Benguela, la seconda dell’Angola in ordine di importanza, è l’autoproclamata capitale culturale del paese. Durante tutta la guerra civile non fu mai colpita in modo diretto e, pur essendo una grande città sempre attiva, oggi conserva ancora l’atmosfera rilassata tipica delle piccole città. Il Kissama, scritto anche Quiçana, è situato a 70 km a sud di Luanda ed è il parco naturale più ricco ed accessibile del paese. Questa enorme fascia di savana costiera puntinata i nodosi baobab ospita elefanti, bufali indiani e native antilopi palanca, oltre ad una precaria popolazione di tartarughe di mare che viene a nidificare nel parco. ERITREA NOME Stato d'Eritrea (Hagere Ertra دددد دددددد Dawlat Iritrīya) DOVE SI TROVA nella parte settentrionale del Corno d'Africa, confina con il Sudan a ovest, con l'Etiopia a sud, con il Gibuti a sudest, con il Mar Rosso a est. BANDIERA SUPERFICIE 124.320 kmq POPOLAZIONE 4.600.000 abitanti, di cui 50% tigrigni, 32% tigré, 10% saho e afar, 4,5% hedareb e bilen, 3,5% kunama, nara e rashaida LINGUA arabo e tigrino (ufficiali), italiano MONETA nafka (nfa) FORMA DI GOVERNO democrazia costituzionale RELIGIONE 50% cristiana, 50% musulmana FUSO ORARIO UTC +3 CLIMA/PERIODI MIGLIORI PER IL TURISMO Le condizioni climatiche migliori si hanno a marzo, aprile, settembre e ottobre. Se intendete far coincidere il vostro viaggio con una delle festività religiose del paese i mesi più adatti sono gennaio (Timkat) e settembre (Meskel). I mesi dell’anno meno adatti per visitare l’Eritrea sono giugno, luglio e agosto, quando nella regione degli altipiani e nei bassipiani occidentali la stagione delle piogge è al culmine e nei bassipiani orientali il caldo è torrido. MORFOLOGIA L'Eritrea si può suddividere in due grandi regioni. Il clima La prima è quella più settentrionale che comprende l'Oculé-Cusai e l'Amasien. Vi si trovano l'altopiano a nord di Cheren, i Bogos e i Beni-Amer. I fiumi Barca e Anseba. Questa regione è delimitata a sud dai fium Mareb e Tecassé. Questa regione ha clima mite, folta vegetazione e terreno facilmente coltivabile. La seconda zona è quella meridionale, con altopiani molto più aridi che scendono verso il Mar Rosso: il clima è torrido vicino al mare e c'è una fortissima umidità. La zona costiera si estende per oltre mille chilometri e il territorio si presenta arido. Fuori della linea costiera sabbiosa ed arida è presente l'Arcipelago delle Dalhac e le relative zone di pesca. L'altopiano, la parte maggiormente abitata del paese, si innalza ad ovest della pianura costiera con un'altitudine compresa tra i 1.880 e 2.400 metri sul livello del mare. Il punto più alto del paese è rappresentato dal monte Soira, situato a sud di Asmara, che si eleva per 2.989 metri al di sopra del livello del mare. I corsi d'acqua del paese sono quasi tutti a carattere stagionale; i maggiori sono il Mareb, il Barca e l'Anseba, oltre alla parte terminale del Tacazzè. PRODOTTI TIPICI, CUCINA Il cibo più tradizionale della cucina eritrea è lo Tsebhi (stufato di carni varie) servito con injera (pane piatto di teff, grano o sorgo), e hillbet (impasto di legumi principalmente lenticchie e fave). La cucina eritrea e quella etiopica(specialmente del nord) sono molto simili, a causa della storia condivisa dai due popoli. SANITA': MALATTIE, VACCINAZIONI vaccinazioni consigliate: difterite e tetano, epatite virale A, epatite virale B, febbre gialla, febbre tifoide, meningite meningococcica, rabbia. In Eritrea non è sicuro bere l'acqua di rubinetto, per cui è consigliabile consumare solo acqua in bottiglie sigillate oppure bevande calde. In alternativa l'acqua corrente può essere trattata facendola bollire per almeno 15 minuti, al fine di garantire la più efficace delle purificazioni. Il rischio di malaria è presente tutto l'anno nelle zone del paese situate al di sotto dei 2000 m di altitudine e sulle rive del Mar Rosso. Non vi sono rischi ad Asmara. Altri rischi: la dengue è endemica; diarrea, giardiasi, disidratazione, parassitosi intestinali. Consigliamo di portare sempre con sé una piccola farmacia da viaggio e di stipulare un'assicurazione sanitaria che preveda, oltre alla copertura delle spese mediche, anche l'eventuale rimpatrio aereo sanitario o il trasferimento in altro paese. CAPITALE Asmara (500.000 ab. / 1996). Altre città: Massaua, Barentù, Assab, Keren DOVE ANDARE, COSA FARE Arroccata sul lato orientale dell’altopiano eritreo, Asmara offre ai visitatori un clima ideale. Dotata di un’architettura interessante e di grandi vie pulite, gode di un’ottima reputazione: è infatti considerata una delle città più gradevoli dell’intero continente africano. Alla fine dell’Ottocento, gli italiani decisero di fare di Asmara la punta di diamante del loro impero coloniale e durante i 50 anni della loro permanenza nella colonia prodigarono forze e ricchezze per trasformare la città in un centro di cultura italiana. In città, le tracce dell’architettura italiana sono presenti ovunque, dalla zona residenziale situata a sud, in cui ancora si possono ammirare le numerose ville in stile liberty, fino alle costruzioni di ciò che un tempo era (ed è ancora oggi) il quartiere amministrativo, situato a nord. Liberation Ave, che si estende sull’asse est-ovest, è l’arteria principale della città. Percorrendola da ovest a est, si oltrepassano le colonne corinzie del neoclassico Palazzo del Governatore, il portico romanico dell’Opera, degli anni ‘20, una cattedrale cattolica in stile romanico lombardo, considerata una delle migliori opere di questo stile erette fuori dall’Italia, e l’imponente facciata del Cinema Impero. Non sono presenti opere in questo stile nella zona nordorientale della città, dove la popolazione locale era relegata durante il periodo coloniale e dove vivono ancora oggi le classi meno abbienti. Se Asmara vi sembra una città dal ritmo rilassato, dovete visitare Keren. La terza città eritrea per ordine di grandezza, è situata in una bella regione a nord della capitale, su un piccolo altopiano circondato da montagne. Nonostante la sua importanza commerciale, questo centro ha mantenuto un carattere riservato e il piacevole ritmo delle piccole città. Gli abitanti di Keren non hanno sempre avuto la vita facile: durante la seconda guerra mondiale la città fu testimone di scontri armati tra gli italiani e gli inglesi. Durante i vent’anni in cui la lotta armata imperversò, Keren fu il teatro di violenti scontri tra le forze indipendentiste e le truppe etiopiche. Numerose testimonianze di guerra sono conservate al cimitero britannico e al cimitero italiano. Nei pressi del mercato cittadino si trova il Santuario di St Maryam Dearit, al cui interno si trova un vecchio baobab al quale sono attribuiti poteri di fecondità. Tradizionalmente si crede che il baobab eserciti una mistica influenza sulle donne che preparano del caffè all’ombra dei suoi rami, le quali sarebbero invase dalla fertilità nel momento in cui un viaggiatore di passaggio ne accettasse una tazza. L’antico quartiere residenziale è pervaso dall’architettura di stile italiano. Il Tigu, il forte egiziano, offre un bel panorama sulla parte nordorientale della città. Il porto di Massaua si trova 100 km a nord-est di Asmara ed è da secoli un importante centro di commercio sul Mar Rosso, meta non solo dei mercanti, ma anche di invasori di diversa origine, tra cui i turchi che restarono nella città per circa 300 anni, gli egiziani e gli italiani, popoli che lasciarono a Massaua diverse testimonianze architettoniche. Gran parte della città, quasi completamente distrutta dai bombardamenti delle truppe etiopiche durante la lotta per l’indipendenza, fu ricostruita, tra una guerra e l’altra, dal 1980 al 1990, seguendo un progetto urbanistico che limitava l’altezza degli edifici e lo sviluppo non pianificato e che in pratica tentava di ritrovare un ambiente il più possibile simile a quello della città prima della guerra. La città è composta da due isole, Massaua e Taulud (il centro amministrativo), oltre a una striscia di terraferma che ospita il quartiere residenziale. L’isola di Massaua, con strade labirintiche e una grande quantità di belle case, alberghi, piazze ed edifici religiosi, è ideale da girare a piedi. Di fronte al porto, in una stradina laterale, sorge una casa del Seicento costruita con blocchi di corallo, che un tempo costituiva uno dei principali materiali da costruzione della città. Nella stessa strada vi sono le case in stile ottomano di Mammub Mohammed Nahari e di Abu Hamdum. Nello stesso quartiere si trovano diversi mercati coperti, la moschea dello sceicco Hanafi, costruita 500 anni fa, con bellissimi stucchi e un sontuoso lampadario proveniente dalle vetrerie di Murano, e l’imponente Campo, una vasta piazza circondata da case in stile turco e egiziano con facciate in legno scolpito. Qoahito, situata 120 km a sud di Asmara, ha delle interessanti rovine che potrebbero essere infatti le mura dell’antica città di Koloe, centro commerciale di rilievo durante l’epoca di maggior espansione del grande regno degli aksumiti. Ma anche se non appartenessero a Koloe, queste rovine che si estendono su una vastissima zona (2,5 km per 15 km), sono la testimonianza del ruolo che ebbe questo luogo nell’antichità. Sebbene per ora solo il 20% del sito sia stato portato alla luce dagli scavi, la visita delle rovine richiede più di una giornata. A nord di questo sito si trova una Tomba Egiziana sotterranea scavata nell’arenaria, che deve il suo nome (Meqabir Ghibtsi) non tanto alla provata appartenenza a questa civiltà, quanto alle sue vaste dimensioni. Il monumento più significativo di Quhaito, per dimensioni e per importanza storica, è la grandiosa Diga di Saphira, una diga in muratura lunga oltre 60 m, costruita con ogni probabilità intorno all’anno Mille. In diversi siti, tra i quali la grotta di Adi Alauti, sono visibili incisioni e pitture rupestri.