Tesi 3 Greci e Romani Tesi 3 La musica per i Greci – Romani La

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Tesi 3
Greci e Romani
Tesi 3
La musica per i Greci – Romani
La musica per gli antichi Greci
La storia della musica occidentale ha inizio nella Grecia Antica, infatti, i greci ne studiarono le
attinenze con le altre arti, con filosofia la matematica e con la società.
La musica greca è documentata da una dozzina di incisioni su pietra in segni greci-fenici orientali,
di difficile decifrazione ma più probabilmente erano delle intavolature.
La musica Greca influisce alla base del nostro sistema musicale moderno.
La parola harmonia, fu usata dai Greci con il significato di Tono, ovvero una sorta di scala o di
ottava.
Nell’età arcaica X-VII sec a.C. la musica occupava un ruolo di grande rilievo.
Con il termine Mousikè arte delle muse, i greci indicavano anche la poesia e la danza, oltre che la
medicina e pratiche magiche.
Gli antichi greci avevano gli Aedi e i Rapsodi, che erano dei veri e propri cantori professionisti, i
quali improvvisavano sui Nomoi, cioè delle formule melodiche tipiche tradizionali.
Musica e Mitologia
Molti furono i miti in onore della musica, Apollo, Marsia, Dionisio e Orfeo, quest’ultimo si narra
che con la musica riuscisse persino ad ammansire le belve, a indurre gli alberi a danzare e riuscì a
convincere gli dei a restituire la sposa morta Euridice.
Omero VIII secolo a.C. sottolinea come la musica avesse il potere di commuovere dilettare e
placare l’animo degli uomini.
La dea Atena, una volta inventato l'Aulos lo gettò via poichè gli deformava le guance e fu raccolto
da Marsia che era un satiro cioè uomo- capra. Marsia sfidò in una gara musicale Apollo, ma perse.
Hermes invece inventò la Lyra utilizzando un guscio di tartaruga.
I Greci dunque concepivano il mondo musicale come gravitante intorno a due poli: L'Aulos per gli
strumenti a fiato e la Lyra per gli strumenti a corda.
Gli strumenti a corde si associavano inoltre alla religione olimpica.
Gli strumenti a fiato invece erano associati al culto Dionisiaco, per accompagnare il canto in suo
onore definito Ditirambo.
Omero inoltre, nell’Odissea, racconta che Ulisse si commosse profondamente nel sentire il canto
dell’aedo Demodoco, sull’ impresa del cavallo di Troia, e pianse in segreto, oppure il canto
seduttore della maga Circe, o ancora la demoniaca dolcezza del canto delle Sirene.
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Musica e matematica
Secondo i Pitagorici la musica era concepita come un elemento che coinvolgeva tutto il cosmo
insieme alla matematica. Era pertanto un qualcosa di immutabile come una scienza.
Secondo la leggenda, Pitagora accostò la musica al movimento planetario, governato anch’esso
da precise leggi numeriche e anche esso aveva particolari poteri sullo stato d’animo umano.
Pitagora inventa il Monocordo, nel quale se interrotto a metà, produceva il suono dell’ottava, se lo
si faceva vibrare ai 2/3 si otteneva la quinta. Cosi si otteneva la scala diatonica.
Pitagora prevedeva così, un concetto di armonia inteso come successione di suoni , non ancora
quindi come combinazione.
Queste teorie di derivazione Babilonese Mesopotamica, furono riprese successivamente da
Platone e Aristotele.
La funzione educativa ed etica della musica
A partire dal VI°a.C. secolo, la musica smette di essere solamente per pochi professionisti ma entra
a far parte del sistema educativo, ovvero la Paideia
Platone nelle Leggi e nella Repubblica, nella definizione di Stato ideale di giustizia, assegnava
alla musica un ruolo fondamentale per l’educazione giovanile. Come la ginnastica giovava il
corpo, la musica arricchiva l’animo. La musica divenne pertanto materia obbligatoria per tutti.
La musica era considerata capace di influire sui costumi e sui comportamenti dell’uomo.
Platone sottolinea il concetto di Catarsi Allopatica e cioè, che la musica deve essere utilizzata
come attività educativa e non come diletto o piacere.
Aristotele invece nella dottrina dell’ Ethos, afferma che
Ogni armonia possedeva un suo Ethos specifico, cioè un suo temperamento un suo carattere.
L' Ethos quindi era praticamente l'effetto che la musica aveva sull'animo e sul corpo umano.
La musica Dorica era legata allo strumento della Lyra suscitava pensieri virili, e caratteri forti,
L’armonia Frigia più estatica era associata all' Aulos ed era adatta invece a pacificare gli animi.
Da notare anche la Catarsi omeopatica teorizzata sempre da Aristotele ovvero la qualità
terapeutica della musica, sopratutto di quella Frigia.
Successivamente Arissoteno da Taranto, sottolinea l’importanza della sensazione uditiva,
attribuendo alla musica una esperienza dinamica e non rigidamente statica matematica.
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Il sistema musicale greco
Inoltre, Arissoteno, divide l’ottava in 6 toni uguali, ogni tono suddiviso in 2 semitoni,
preludendo cosi, al sistema di temperamento rinascimentale
I greci quindi a partire dal IV° secolo, a.C. organizzavano lo spazio musicale in un armonia, con il
sistema denominato Teleion ovvero perfetto. Tale sistema fu elaborato da Arissoteno e poi ripreso
da Tolomeo.
Il Teleion era formato da 15 suoni disposti in modi discendente con l’aggiunta di un suono
supplementare per completare le ottave.
Il sistema era organizzato in gruppi di 4 suoni, definiti tetracordi,
- Hypaton il più grave;
- Meson il medio;
- Diezeugmenon al disgiunto;
- Hyperbolaion al più acuto;
I nomi delle note erano quelli delle corde delle kithara che il citarodo Terpandro nel 675 a.C
aveva portato da 4 a 7.
Tetracordi
Il tetracordo è la cellula fondamentale di tutta la teoria musicale Greca.
I suoni ai limiti esterni del tetracordo erano fissi, mentre quelli interni erano mobili.
A seconda delle combinazioni interne il tetracordo si distingueva in
Tetracordo diatonico, cromatico ed enarmonico.
Il tetracordo costituiva il Modo, ovvero una scala tipo
I vari popoli della Grecia adottarono diversi tipi di questi Modi,
Dorico: col semitono alla nota grave del tetracordo LA SOL FA MI
Frigio, col semitono nel mezzo SOL FA MI RE
Lidio col semitono nella nota acuta, FA MI RE DO
Furono aggiunte poi la scala Misolidia, Ipolidia, Ipofrigia o Ionia, e Ipodorica.
Gli strumenti musicali degli antichi Greci
Gli strumenti dell’antica Grecia erano suddivisi in 3 categorie, corde, fiato e percussione.
La leggenda vuole che la Lira sia stata inventata dal Dio Apollo.
Lo strumento a fiato più diffuso era l’Aulos e la Siringa corrispondente al nostro flauto.
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Il teatro Greco
Gli antichi greci inventarono il teatro, che aveva una forma semicircolare ed era scavato nella
roccia, sulla quale venivano scopliti i gradini dove si disponeva il pubblico.
Questo spazio veniva definito definito cavea. Al centro della cavea in basso vi era uno spazio
circolare destinato all'orchestra ed era il luogo sia dei musici che delle danze.
Trasversale alla cavea, c'era poi il luogo destinato agli attori ovvero la scena, munita anche quinte
dette paraskenia ai lati. Gli antichi greci idearono quindi la tragedia e la commedia
La musica negli spettacoli interveniva in momenti definiti. Lo spettacolo iniziava con il Prologo.
Successivamente vi era un alternanza di Parodo e Statismi cioè momenti dedicati alla al canto e
alla danza, con le scene dedicate alla recitazione. Lo spettacolo si concludeva poi con l'Esodo.
La recitazione avveniva utilizzando i nomos cioè versi poetici legati alla musica e venivano
declamati per metro giambico e si alternavano al canto.
L' Amabeo è un canto in cui il coro è diviso in 2 semicori e si alterna agli attori
Un tipo particolare di canto era il commo, che era un canto patetico alternato appunto alla
recitazione. Ifigenia in Aulide e Oreste di Euripide sono gli unici due frammenti musicali rimasti.
La musica degli Etruschi
Anche per gli Etruschi la musica era in gran parte connessa ad eventi sociali e rituali e si narra che
la usassero addirittura per cacciare le belve e i cinghiali, che venivano nel sentirla, attratti da essa e
cadevano estasiati a terra.
Non sono rimaste melodie scritte, ma dai dipinti si poteva capire che la musica era presente poiché
venivano spesso raffigurati musicisti e suonatori nelle scene di banchetti e danze, spesso con
strumenti cordofoni e a fiato come la Tuba o Tromba a campana, poiché erano grandi esperti nella
lavorazione dei metalli.
La musica per i Romani
Diverse sono le testimonianze nei dipinti e mosaici, ma a differenza dai Greci, i Romani non
utilizzavano la musica per scopi formativi, ma invece credettero nelle virtù magiche e
terapeutiche. La musica era considerata fonte di mollezza e affiaccamento morale, seppure veniva
riconosciuto il suo potere di influenzare gli stati d’animo.
I Romani Prediligevano l’ utilizzo degli strumenti a fiato e gli usavano per scopi militari.
I romani utilizzavano sia la Cetra, che la Tuba e anchel'Hydraulis ovvero una specie di organo che
a partire dal I° secolo veniva utilizzato per accompagnare la lotta dei gladiatori.
Nerone era un musicista virtuoso sia delle Cetra che dell’ Hydraulis.
Bibliografia:
M.Carrozzo C.Cimagalli, Storia della Musica Occidentale Volume 1, Armando Roma 2008,
pp.13- 27.
E.Surian, Manuale di Storia della Musica Volume 1, Rugginenti Torino 2006,
pp.43-55
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