ONCOLOGIA MEDICA Il delicato equilibrio tra l’anemia e i COAGULI di Antonella Sparvoli pazienti oncologici sanno Giorgio Natali, direttore del bene che uno dei sintomi laboratorio di Immunologia più comuni della loro ma- e Patologia molecolare dell’Ilattia è l’anemia, che provoca stituto tumori Regina Elena una sensazione generalizzata di Roma. “Circa il 35 per cento delle perdi spossatezza. sone con un tuMolto comune, Gli effetti ma spesso poco del tumore sono more solido (cioè non del considerata, è deleteri sangue o del sianche la trombosi (ovvero la sulla ‘fabbrica’ stema linfatico) formazione di dei globuli rossi già all’inizio della malattia coaguli nelle vene o nelle arterie, vedi il presenta, infatti, anemia e riquadro in queste pagine), questa percentuale sale al 50 condizione che, in alcuni per cento quando il paziente casi, si verifica come effetto è affetto da un tumore delle collaterale di dosaggi non cellule del sangue”. idonei dei farmaci utilizzati per correggere l’anemia. LE RAGIONI DELLA “L’anemia è un sintomo SPOSSATEZZA caratteristico della maggior I motivi per cui un paparte dei tumori sia all’esor- ziente oncolgico diventa anedio sia soprattutto in corso mico sono molteplici. Per di chemioterapia” spiega Pier esempio, ci sono spesso delle I Corbis Le cellule del sangue e i fattori che governano la coagulazione vengono frequentemente coinvolti nei tumori, dando luogo a sintomi che vanno tenuti sotto controllo perdite di sangue microscopiche da parte dei tessuti malati (come accade nei tumori del sistema gastroenterico) oppure carenze nutrizionali: la persona ha una sensazione di malessere generalizzato che la porta a mangiare meno e comunque a non avere una dieta equilibrata. Inoltre si sente così stanca da non riuscire a far fronte nemmeno agli impegni quotidiani più banali. “Ora sappiamo anche che i tumori rilasciano sostanze tossiche che hanno un effetto deleterio sul midollo osseo, che è la fabbrica dei globuli rossi” puntualizza Natali. “Ed è proprio a questo livello che avviene il danno principale, ancora maggiore nel caso in cui le cellule tumorali invadano il midollo”. A questo quadro bisogna poi aggiungere gli effetti della chemioterapia. “Anche se negli ultimi anni sono stati prodotti nuovi farmaci antitumorali e sviluppate modalità di somministrazione associate a minori effetti collaterali, il nostro armamentario consiste pur sempre prevalentemente in farmaci che hanno come principale bersaglio il DNA, molecola essenziale per la proliferazione cellulare. Interferendo con la sua produzione, la crescita incontrollata delle cellule tumorali viene bloccata. È però in parte inevitabile che vengano colpite anche quelle cellule sane del nostro organismo che si riproducono velocemente, tra cui quelle del sangue”. In altre parole la chemioFondamentale ottobre 2008 19 ONCOLOGIA MEDICA Il nostro sangue scorre fluido all’interno delle vene e delle arterie, ma coagula non appena arriva a contatto con l’aria, come avviene nel caso di una ferita: questo grazie a un complesso equilibrio tra fattori coagulanti e fattori anticoagulanti prodotti dall’organismo. Se questo equilibrio si rompe e prevale la coagulazione, si arriva alla formazione di trombi, ovvero ‘sassolini’ di sangue che possono ostruire parzialmente o completamente un vaso sanguigno, arrestando il flusso e bloccando il trasporto dell’ossigeno e del nutrimento nei vari organi del corpo. La trombosi può riguardare sia le vene sia le arterie. La trombosi venosa (più comune nei pazienti affetti da tumore) in genere colpisce le gambe (una alla volta), ma può verificarsi in qualunque distretto venoso. I sintomi chiave sono dolore, crampi, gonfiore e rossore alla gamba colpita, oppure la formazione di un ‘cordone’ duro lungo il tragitto della vena. La trombosi arteriosa è in genere più drammatica, soprattutto quando si verifica in organi in cui ogni cellula è di vitale importanza (per esempio cuore, cervello, retina), causando fenomeni assai eclatanti quali infarto cardiaco, ictus cerebrale, cecità. A volte il trombo si rompe e qualche frammento può raggiungere i polmoni, provocando un’embolia polmonare, con conseguenze anche molto gravi. terapia può ridurre la capacità del midollo osseo di produrre globuli rossi, che trasportano l’ossigeno in tutte le parti dell’organismo. Quando i globuli rossi sono pochi, i tessuti non ricevono abbastanza ossigeno per la loro attività e compaiono i sintomi dell’anemia. Frequentemente i pazienti lamentano una sensazione generalizzata di debolezza e di stanchezza a cui si possono accompagnare vertigini, perdita dell’attenzione, intenso pallore della cute e delle labbra o addirittura difficoltà respiratorie con deterioramento generale della qualità di vita. EQUILIBRISMI TRA RISCHI E BENEFICI Poiché l’anemia, indipendentemente dal tumore a cui è associata, può incidere negativamente sull’efficacia delle terapie, va continuamente controllata e corretta. 20 Fondamentale ottobre 2008 Ma come si può curarla senza vanificare l’effetto delle cure sulle cellule tumorali? Le strategie possibili sono diverse. “Quando l’anemia è grave, per una correzione rapida in genere si fanno trasfusioni di sangue. In caso di forme meno gravi si ricorre a un trattamento con farmaci quali l’eritropoietina umana ricombinante (epoetina), una sostanza prodotta normalmente dal rene, nota anche al grande pubblico perché purtroppo utilizzata nel doping sportivo, dal momento che stimola il midollo osseo a produrre globuli rossi. L’efficacia di ambedue le terapie, a volte utilizzate contemporaneamente, può essere seguita con la semplice misurazione dell’emoglobina nel sangue”. Anche l’impiego dell’eritropoietina, come quello delle trasfusioni multiple, Grazia Neri Cos’è la trombosi non è tuttavia privo di ri- intasamenti nei vasi sanguischi ed è per questo che gni, favorendo la formazioni sono state messe a punto di trombi”. delle linee guida molto specifiche: il ricorso al farmaco CAUSA ED EFFETTO è giustificato quando la con- DELLA MALATTIA centrazione dell’emoglobina Gli episodi di trombosi nel sangue scende molto al legati ai farmaci sono fortudi sotto dei livelli stabiliti e natamente rari, ma il probleva continuato solo in caso ma nel suo complesso non è di efficacia (aumento dell’e- affatto da sottovalutare. Semoglobina o diminuzione condo dati segnalati all’ultidella frequenza mo Congresso deldelle trasfusioni). In alcuni casi l’American Society “Sebbene oggi il ricorso for Clinical Oncosia disponibile logy (ASCO) più un’eritropoietina ai farmaci di un malato di di nuova genera- può essere cancro su cinque zione più efficace e va incontro alla utile sicura, gli effetti formazione di cocollaterali sono comunque aguli anomali. “La trombosi presenti. Il rischio maggiore e il cancro sono due nemici è quello di un sovradosag- che qualche volta fanno gio, con una conseguente squadra” conferma Lidia produzione di globuli rossi Rota Vender, responsabile superiore alle necessità”, se- del Centro trombosi dell’Ignala Natali. “E troppi glo- stituto Humanitas di Milabuli rossi possono causare no. “In alcuni casi la tromrallentamenti o addirittura bosi è il primo segnale del LA RICERCA CONTINUA cancro, altre volte è una delle sue conseguenze. La buona notizia è che studi recenti mostrano che curandola con farmaci che fluidificano il sangue si possono avere ripercussioni positive anche sul tumore, riducendo la velocità con cui la malattia progredisce e la formazione di metastasi. I fluidificanti rendono in qualche modo anche le cellule tumorali meno capaci di aggregarsi tra loro, cosa che probabilmente ne ostacola la capacità di impiantarsi in altri organi”. MUOVERSI È LA PRIMA PREVENZIONE Tra le cause dell’alta incidenza di trombosi tra le persone che hanno un cancro c’è di sicuro la scarsa mobilità. “Stare molto a letto vuol dire rallentare la circolazione nelle gambe e provocare uno squilibrio tra fattori coagulanti e fattori anticoagulanti, favorendo i primi”, spiega Rota Vender. “Non solo, anche la chemioterapia può, paradossalmente, favorire la trombosi: da una parte per colpa dei cateteri fissi usati per somministrare i farmaci, intorno ai quali si possono formare dei ‘manicotti’ di coaguli; dall’al- tra per l’effetto stesso delle sostanze somministrate. In pratica i chemioterapici causano una sorta di infiammazione della parete interna dei vasi sanguigni che favorisce la formazione di trombi”. A volte la trombosi può anche essere conseguenza di un’anemia. “La mancanza di ossigeno fa soffrire le cellule e provoca anch’essa un’infiammazione dei vasi” chiarisce l’esperta. “Ancora, la trombosi può essere legata al fatto che il tumore sta crescendo in zone dove ci sono vene importanti che vengono compresse. La circolazione viene rallentata e il sistema di coagulazione si attiva. Infine ci sono alcuni tumori, per esempio gli adenocarcinomi di fegato, prostata, vescica e polmone, che mandano letteralmente in confusione il sistema di coagulazione compromettendo la produzione di alcune sostanze”. Tutto ciò è ormai noto, tanto che in molti casi è possibile fare una buona prevenzione: “Bisogna tener d’occhio le avvisaglie e intervenire per tempo con una terapia anticoagulante” conclude Rota Vender. “Così si evitano guai più grossi”. Fondamentale ottobre 2008 21