Scienza e... salute
L’anemia falciforme
L’anemia falciforme (o falcemia) è determinata da una mutazione molto piccola (un solo nucleotide sostituito) nel gene che codifica l’emoglobina, la proteina del sangue che trasporta l’ossigeno. Tuttavia questo
“piccolo errore” genetico porta conseguenze disastrose per l’individuo che lo possiede; infatti l’emoglobina
degli ammalati di falcemia non riesce ad aggregarsi correttamente nei globuli rossi e quest’ultimi assumono
una forma a falce, risultando molto più fragili e poco capaci di trasportare l’ossigeno. La perdita continua di
globuli rossi per la loro rottura causa perciò anemia e, inoltre, i globuli rossi rotti possono fermarsi nei vasi
sanguigni creando occlusioni e disturbi della circolazione.
Ci si potrebbe chiedere come mai una malattia tanto grave risulti abbastanza diffusa, soprattutto in Africa. Il
fatto è che in Africa la distribuzione della malaria e dell’anemia falciforme praticamente coincidono. La malattia è causata da un gene recessivo: solo gli omozigoti sono malati, gli eterozigoti hanno una lieve forma
di anemia, non molto grave, ma soprattutto si ammalano meno di malaria perché nei loro globuli rossi a
forma di falce, il parassita della malaria (plasmodio) non riesce a completare il ciclo vitale. Perciò, in Africa, i
falcemici eterozigoti sono in qualche modo favoriti rispetto agli individui sani e arrivano a riprodursi: questo
è il motivo per cui l’anemia falciforme in Africa continua a essere molto diffusa.
zone in cui
la malaria
è molto
diffusa
Unità 13 ❚ NAUTILUS ❚ Corsi-Costagli, © SEI 2011