o e! f n u i g E n S li E C 22 in ISSN 1830-6349 Marzo 2010/3 IT CESE info Comitato economico e sociale europeo un ponte tra l’Europa e la società civile organizzata EDITORIALE Caro lettore, l’Europa ha fatto molto per le donne. Migliaia di pagine di legislazione nonché numerose campagne e iniziative per semplificare la loro vita. Malgrado gli innegabili progressi e i risultati promettenti, la parità di genere è un obiettivo ancora molto lontano, e rimangono problemi che necessitano di interventi urgenti. Innanzitutto, dal momento che le donne rappresentano la metà dell’elettorato europeo, se vogliamo una democrazia autenticamente rappresentativa, è giusto che esse occupino la metà delle cariche elettive, di quelle decisionali più importanti e dei ruoli chiave. Una democrazia rappresentativa senza parità fra uomo e donna si può definire, nella migliore delle ipotesi, imperfetta e, nella peggiore, intrinsecamente contraddittoria. In secondo luogo, tutti dobbiamo impegnarci per sfatare il mito che vede l’uomo più adatto della donna a ricoprire determinate posizioni. Le mentalità sono frutto di motivazioni complesse, e quindi potenzialmente molto difficili da cambiare; per questo gli stereotipi sono duri a morire. Dobbiamo sfruttare tutti gli strumenti non vincolanti (soft tools) a nostra disposizione — istruzione, formazione, campagne di sensibilizzazione, messaggi mediatici — per favorire un reale cambiamento. In terzo luogo, le donne guadagnano in media il 15 % in meno rispetto agli uomini che svolgono la stessa professione. Nonostante il diritto alla parità retributiva sia sancito dal trattato che nel 1957 ha istituito la CEE, e malgrado i continui sforzi a livello europeo per trasformare questo principio in realtà, la missione è tutt’altro che compiuta. Senza una mobilitazione più energica per ridurre il divario retributivo, ci vorranno ancora più di cinquant’anni prima di poter garantire un’uguale retribuzione a parità di lavoro svolto. In quarto luogo occorre promuovere l’imprenditorialità femminile. Attualmente solo un terzo degli imprenditori europei sono donne. La crisi economica e le sfide demografiche rendono più che mai urgenti incentivi a favore della costituzione di imprese da parte delle donne. La crisi rappresenta un’opportunità per promuovere l’imprenditorialità femminile anche perché i governi stanno riesaminando le loro tradizionali politiche. Infine, bisogna rispettare l’equilibrio tra vita professionale e vita privata. Nella nostra società attuale le strutture per l’assistenza all’infanzia devono essere sempre più accessibili a tutti e sempre meno un servizio di lusso. Esistono diverse misure, dal lavoro condiviso e il telelavoro alla parità nei congedi di maternità e paternità, che consentono alle donne di avere un bambino senza compromettere la propria carriera. Le strutture per l’assistenza agli anziani vanno inoltre sviluppate e sostenute, perché anche in questo caso sono molto spesso le donne a occuparsi dei genitori anziani. Si tratta di un’esigenza imprescindibile in un continente caratterizzato da un costante invecchiamento della popolazione. Ad ogni modo, la scelta di chi decide di dare la priorità al lavoro casalingo di cura dei figli e della famiglia per tutta la vita o parte di essa non deve essere sottovalutata, sminuita, o penalizzata. Le istituzioni europee devono assolutamente impegnarsi di più sul fronte della comunicazione se vogliono sensibilizzare le donne. I sondaggi indicano infatti che queste ultime si sentono più distanti dall’UE rispetto agli uomini: si interessano meno della politica europea, sono meno europeiste, più negative nei confronti dell’euro e tendono ad essere meno informate rispetto alla controparte maschile. È chiaro che il divario uomo-donna influisce sull’atteggiamento nei confronti dell’UE, e la nostra politica di comunicazione deve tenerne conto. La campagna a favore del trattato di Lisbona svolta in Irlanda ha dimostrato che ne vale la pena. Nei referendum irlandesi i «sì» delle donne sono aumentati in maniera vertiginosa passando dal 44 % del 2008 al 66 % del 2009. Se paragonato all’aumento dei «sì» in altri gruppi socio-demografici, quello registrato tra le donne è uno dei più significativi. Concludo con un sogno, che poi era anche quello di mia nonna, e che spero non sarà più soltanto un sogno per mia figlia: sogno il giorno in cui non si dovrà più parlare di un divario uomo-donna, in cui tutti i bambini e le bambine del mondo potranno andare a scuola, in cui ragazze e donne potranno decidere liberamente del proprio futuro e in cui non ci sarà più bisogno di «quote rosa». Le quote rosa sono uno strumento importante, ma come donna le trovo degradanti e per di più discriminatorie nei confronti dei colleghi uomini. Insomma, sogno il giorno in cui la parità fra uomo e donna sarà accettata nel rispetto di una diversità che è anche complementarietà! Irini Pari Vicepresidente del CESE e responsabile della comunicazione CESE info — Marzo 2010/3 Parità tra i sessi per un’economia intelligente Lo Small Business Act (SBA), una normativa adottata dall’UE per semplificare la vita delle piccole e medie imprese, sottolinea che in Europa troppo poche persone sono in grado di far decollare un’impresa. Se è vero che si tratta di un problema generale, esso interessa però soprattutto le donne: per questo lo SBA insiste sulla necessità di offrir loro un sostegno particolare. Grazie alle presidenze svedese e spagnola, che hanno posto la promozione dell’imprenditorialità femminile tra le loro principali priorità, la questione è stata portata alla ribalta e ha ottenuto una notevole attenzione da parte dei media. La necessità di adottare misure positive che incitino le donne a entrare nel mondo dell’imprenditoria conferma chiaramente un fatto che suscita preoccupazione da molti anni: in Europa le donne imprenditrici sono troppo poche. Secondo le statistiche fornite dalla Commissione europea, esse oggi rappresentano soltanto il 30 % degli imprenditori. A donne imprenditrici fa capo il 30 % circa delle start-up. In termini di preferenze, soltanto il 39,4 % delle donne sceglierebbe il lavoro autonomo rispetto al 50,2 % degli uomini. Le ricerche documentano ampiamente che il divario tra i generi si traduce in un minor numero di imprenditrici: rispetto alle donne, infatti, gli uomini hanno il doppio delle probabilità di essere coinvolti in una qualche attività imprenditoriale. Questo fenomeno complesso è dovuto a una serie di fattori. In primo luogo, per quanto inesatte possano essere alcune delle caratteristiche culturali e sociologiche associate (a torto o a ragione) ai due sessi, esse contribuiscono talvolta a spiegare alcuni aspetti illogici, ad esempio il fatto che, malgrado le statistiche sulle perdite di crediti e i man- cati pagamenti indichino che è meno rischioso finanziare imprese gestite da donne, le donne incontrano maggiori difficoltà di accesso ai finanziamenti. In secondo luogo, un chiaro ostacolo in più è rappresentato dal basso >>> pagina 2 La grande importanza della parità fra uomini e donne Intervista con Leila Kurki, presidente della sezione SOC Leila Kurki Leila Kurki, membro del CESE e presidente della sezione specializzata Occupazione, affari sociali, cittadinanza, passa in rassegna la situazione riguardante la parità e le discriminazioni di genere nei confronti delle donne in Europa evidenziando gli aspetti che richiedono ancora degli interventi. CESE Info: a che punto è la parità di genere in Europa, e quale dovrebbe essere la priorità per l’UE? Leila Kurki: sostanzialmente, in questi ultimi anni non è cambiato molto. Stando all’ultimo studio di Eurofound sulle condizioni di lavoro in Europa, la percentuale delle donne nella forza lavoro è aumentata, ma il loro tasso di occupazione è cresciuto solo di poco e non ha raggiunto l’obiettivo del 60 % previsto dalla strategia di Lisbona. Non solo permane il divario fra i sessi, ma per di più le donne tendono a figurare più degli uomini nelle fasce inferiori di reddito e a occupare posti di lavoro precari. Ad esempio, l’occupazione femminile (oltre la metà dei posti di lavoro) prevale nei settori sanitario, dell’istruzione, alberghiero e della ristorazione: si tratta di settori che non offrono condizioni ideali sotto il profilo delle prospettive di carriera e della sicurezza occupazionale. Per l’occupazione femminile sarebbe molto utile se si potessero migliorare le condizioni di lavoro, e soprattutto le retribuzioni in questi settori. Per di più, persino le donne con un impiego a tempo parziale finiscono in realtà per lavorare un numero di ore complessivo superiore rispetto agli uomini, specie se hanno figli. Gli uomini vanno incoraggiati ad assumersi le loro responsabilità riguardo alle mansioni domestiche. sociale per le donne. Proprio perché tendono ad avere posti di lavoro precari, le donne li perdono più facilmente. Sono vulnerabili alla povertà soprattutto le famiglie monoparentali, in genere rette da donne. Un problema supplementare è costituito dall’istruzione: attualmente le donne, pur avendo un livello d’istruzione superiore agli uomini, non ne beneficiano in termini salariali o di carriera. In pratica, ci sono competenze e talento che non vengono sfruttati. È importante ricordare che la parità di genere ha un forte impatto sull’economia in termini di maggiori livelli occupazionali, un maggiore contributo al PIL, maggiore gettito fiscale e un migliore equilibrio nella vita familiare. Vuol dire che malgrado tutto le disparità fra uomini e donne permangono? Pensa che il principio della parità di genere sia rispettato al CESE? Le donne continuano a guadagnare meno degli uomini, anche se hanno più di frequente dei ruoli manageriali e nell’imprenditoria. Taluni Stati membri prevedono un’età pensionabile più bassa per le donne che per gli uomini, e questo può essere uno svantaggio per le prime: spesso significa infatti pensioni inferiori, il che di frequente si traduce in condizioni di povertà per le donne anziane. A ciò si aggiunge il fatto che l’attuale crisi economica globale ha diffuso il fenomeno della povertà femminile, e indebolito la protezione Come membro del CESE posso dire che il Comitato sta facendo molto per garantire la parità di genere. D’altro canto, però, dei 26 presidenti del CESE solo 4 erano donne. Questo non mi stupisce, perché rispecchia la percentuale delle donne fra i membri del CESE: attualmente solo il 23,6 % del totale. Logicamente, quando le donne saranno più numerose fra i membri, aumenterà >>> pagina 2 www.eesc.europa.eu 1 Tutti in azione per salvare il clima! Intervista con János Tóth, presidente della sezione TEN del CESE CESE potrebbe fare sentire di più la propria voce in questo campo? János Tóth CESE Info: l’efficienza energetica e le scelte in materia di energia costituiscono delle sfide quotidiane per tutti i cittadini dell’UE. Con le modifiche introdotte dal trattato di Lisbona e un commissario per l’Energia fresco di nomina, in che modo il János Tóth: la Commissione europea ha recentemente adottato una serie di decisioni volte a fare concretamente il necessario a livello organizzativo. Sono state create due nuove direzioni generali: Energia e Azione per il clima. Günther Oettinger, il nuovo commissario all’Energia, è responsabile di controllare la sicurezza dell’approvvigionamento energetico e di promuovere l’uso di tecnologie più pulite per proteggere il clima. Nello scorso mandato abbiamo intrattenuto un’ottima cooperazione con il suo predecessore Andris Piebalgs, e occorre ora fare lo stesso con il nuovo commissario. Dobbiamo continuare a lavorare sulle richieste di pareri esplorativi, in modo da essere in prima linea nella definizione delle politiche dell’UE. La forza del CESE risiede nel suo status di forum per la democrazia partecipativa e nella sua funzione di ponte tra le istituzioni dell’UE e la società civile. In che modo il CESE può mobilitare tutti i settori della società civile, in particolare gli individui e le famiglie, per far sì che siano più coinvolti e responsabili rispetto agli sforzi intesi a promuovere l’efficienza energetica? Dobbiamo certamente continuare a promuovere i nostri pareri, ma anche organizzare eventi, agire a livello locale e coinvolgere un gran numero di cittadini, così come abbiamo fatto lo scorso anno con l’evento «SAVE It», incentrato sul Global Overshoot Day, che è stato un grande successo. In tale occasione abbiamo riunito tutti i settori della società civile, dai principali decisori politici fino ai semplici cittadini, per spiegare che cosa tutti e ciascuno possiamo fare per realizzare l’efficienza energetica. Ritiene che il CESE possa ispirare i giovani a dare un piccolo contributo ogni giorno? Può Affari sociali e un’autentica politica occupazionale: massime priorità della futura strategia UE 2020 piena occupazione associata alle strategie globali. La strategia UE 2020 è in cima all’agenda del CESE: lo confermano diverse iniziative del suo presidente Mario Sepi e il parere sul futuro della strategia di Lisbona dopo il 2010 che il Comitato ha adottato lo scorso mese di novembre. Nel corso di un intervento alla riunione informale dei ministri europei del Lavoro e degli affari sociali tenutasi a Barcellona dal 27 al 29 gennaio 2010, il presidente del CESE ha salutato il consenso raggiunto sulle questioni sociali e su un’autentica politica occupazionale nella strategia UE 2020 come «un’ottima base di lavoro per il futuro». Tra i principali risultati della riunione, organizzata dalla presidenza spagnola, rammentiamo il riconoscimento dell’importanza di adottare una strategia UE 2020 dotata di un importante capitolo sociale e di una politica di «Il consenso permetterà di rispondere all’esigenza di adattare gli ammortizzatori sociali per la durata della crisi, nel quadro del patto sociale proposto dalla presidenza spagnola» ha sottolineato il presidente Sepi, che ha anche evidenziato l’urgenza di risolvere le contraddizioni relative all’accesso al credito in Europa, particolarmente per le PMI che hanno grosse difficoltà a ottenere crediti. Il presidente Sepi ha quindi chiesto un maggiore coordinamento fiscale tra gli Stati membri, definendolo essenziale per far fronte al rimborso del debito pubblico. «È fondamentale trovare risorse che incidano in modo marginale sull’occupazione, perché non ci possiamo permettere di appesantire l’onere che grava sui lavoratori e sulle imprese» ha concluso il presidente del CESE. Nella sua dichiarazione alla sessione plenaria del CESE di dicembre, Sepi ha illustrato una serie di misure intese ad avviare e accompagnare i cambiamenti che si rendono adesso necessari per costruire uno sviluppo sostenibile in Europa. Si tratta di misure incentrate sul 2 Su richiesta del Comitato economico e sociale europeo e di altri strenui fautori della lotta contro le disparità tra i sessi, la Commissione europea ha avviato una serie di misure e adottato strumenti ad hoc intesi a modificare questo stato di cose. La crisi economica rende ancor più urgente sfruttare al massimo le possibilità di crescita esistenti. L’Europa deve Potremmo pensare ad un contributo «in natura», ad esempio: «Dona 15 minuti del tuo tempo ogni giorno!». Per quanto riguarda i giovani, la via da seguire per raggiungerli è senz’altro l’autostrada della società dell’informazione, ossia Internet. Dovremmo agire insieme con le organizzazioni della società civile nazionali ed europee. Si potrebbero lanciare dei progetti legati alla cittadinanza UE, ma anche all’efficienza energetica o all’Anno europeo del volontariato 2011. Lei è stato presidente dell’Aicesis. Nel mese di dicembre è andato a Parigi per parlare dell’esperienza ungherese dinanzi a una platea di rappresentanti della società civile, principalmente di paesi in via di sviluppo. Esiste un modello ungherese/europeo a cui ispirarsi? L’Aicesis è un’organizzazione globale di consigli economici e sociali e istituzioni analoghe. Il mio intervento era inteso a spiegare in che modo coinvolgere la società civile, i soggetti interessati e i cittadini nella preparazione di un piano di sviluppo nazionale. Nel quadro della strategia di Lisbona rinnovata, la Commissione ha chiesto agli Stati membri di presentare un piano di sviluppo inteso a conseguire gli obiettivi della strategia. Si tratta di un compito stimolante per tutti i paesi: esso rispetta la sussidiarietà ma è coordinato a livello dell’UE. Grazie al metodo aperto di coordinamento, alla valutazione annuale dei progressi e alle raccomandazioni della Commissione, in Europa abbiamo inventato e stiamo mettendo in atto un quadro per la crescita sostenibile e l’occupazione. È un modello europeo innovativo per lo sviluppo e la cooperazione multilaterale del quale possiamo andare fieri. ● NOTIZIE SUI MEMBRI DEL CESE Rafforzamento della democrazia nella regione Euromed carattere urgente dell’innovazione, che rientrano in larga misura nelle priorità esposte dalla Commissione nella strategia UE 2020: la transizione verso un’economia verde in quanto asse centrale del rilancio dell’economia e del lavoro, il sostegno a nuove competenze e la creazione di nuovi posti di lavoro, l’innovazione, la ricerca, l’efficienza energetica, il potenziale delle PMI e il mercato unico. Nel novembre 2009 il CESE ha anche adottato un parere sul tema La strategia di Lisbona dopo il 2010, in cui afferma chiaramente che le sfide attuali, per esempio la crisi finanziaria ed economica e i problemi sociali che ne derivano, la globalizzazione dell’economia, un migliore funzionamento del mercato interno, la politica energetica e il cambiamento climatico, le tendenze demografiche e la migrazione, richiedono una nuova strategia di carattere globale a livello europeo. Tali misure dovrebbero essere capaci di affrontare queste sfide, di correggere i difetti a livello di attuazione, dovrebbero essere sorrette dal senso di una responsabilità comune europea ed essere in grado coniugare in modo coerente tutte le strategie dell’UE (strategia di ripresa economica, strategia di Lisbona, sviluppo sostenibile, lotta al cambiamento climatico). (mp) ● Continua da pag. 1 Parità tra i sessi per un’economia intelligente livello di protezione, in particolare per quanto riguarda i diritti di maternità, che impedisce alle donne di esercitare attività di lavoro autonomo. Premiare la maternità è necessario in un momento in cui l’Europa deve affrontare la sfida demografica. Occorre pertanto introdurre e applicare una serie di misure che consenta alle donne di diventare madri senza preoccuparsi della carriera. fornirci qualche esempio al riguardo? attivarsi con decisione e sfruttare appieno il potenziale inutilizzato dell’imprenditorialità femminile, poiché questo non potrà che contribuire positivamente al superamento dell’attuale crisi finanziaria. Le condizioni sembrano favorevoli a un’evoluzione di questo tipo, perché cresce la consapevolezza che (parafrasando il titolo di una relazione della Banca mondiale) la parità tra i sessi contribuisce ● a un’economia intelligente. (mb) Nella nostra ultima sessione plenaria abbiamo discusso del ruolo dei consigli economici e sociali (CES) e delle istituzioni analoghe in seno all’Unione per il Mediterraneo (UPM), alla presenza dei presidenti dei CES e dei rappresentanti dei paesi partner dell’UE nell’UPM. Ritengo che sia essenziale attribuire un ruolo centrale all’azione della società civile nell’UPM, perché questo rappresenta l’unico modo per risolvere i problemi reali di questa regione e impedire che l’UPM si trasformi in un ennesimo esercizio diplomatico. Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/organisation/president/ / Sepi/blog/index.asp Il CESE Info presenterà presto maggiori informazioni in merito al convegno biennale sull’importanza dell’istruzione come strumento di lotta contro l’esclusione sociale che si svolgerà a Firenze a fine maggio. Continua da pag. 1 La grande importanza della parità fra uomini e donne anche il loro numero alla presidenza del Comitato. Il nostro obiettivo dovrebbe essere quello di arrivare ad almeno il 40 % del sesso sottorappresentato fra i membri del Comitato, delle sezioni e dei gruppi di studio. Dovremmo ricordare agli Stati membri, e naturalmente alle organizzazioni dei nostri rispettivi paesi, di nominare un numero pari di uomini e di donne: il CESE dovrebbe essere un modello per le altre istituzioni. Qual è il valore aggiunto del CESE su questo fronte? In questi ultimi dieci anni il CESE ha emesso 15 pareri su temi connessi alla parità di genere. Il nostro messaggio chiave è che la parità di genere va tenuta presente nelle politiche riguardanti il mercato del lavoro. La parità fra uomini e donne è cruciale, ed è legata al rispetto dei diritti fondamentali e della giustizia sociale. Quest’anno è particolarmente importante perché celebriamo il trentesimo anniversario della convenzione delle Nazioni Unite sull’eliminazione di tutte le forme di discriminazione contro le donne, e il quindicesimo anniversario della Piattaforma di azione di Pechino. Dobbiamo comunque attivarci per realizzare progressi maggiori e più celeri. Il Comitato ha ora all’esame il parere sul tema Tabella di marcia per la parità tra donne e uomini (2006-2010) e strategia di monitoraggio, preparato dalla relatrice Laura González (gruppo Lavoratori, Spagna), con cui il Comitato intende aiutare la Commissione europea ad adottare la nuova strategia sulla parità di genere nel contesto della strategia UE 2020. Le donne devono forse imparare qualcosa d’importante dagli uomini, specie la loro grande capacità di lavorare in squadra e di networking. Dobbiamo però fare di più per aiutarci ● reciprocamente. (ds, mp) CESE info — Marzo 2010/3 La parità di genere: un tema in cima all’agenda del CESE Non è la prima volta che il tema della parità di genere è all’ordine del giorno dei lavori del CESE. Negli ultimi dieci anni, infatti, il Comitato ha formulato oltre 15 pareri in materia, evidenziando i legami tra parità di genere, crescita economica e tassi di disoccupazione. Inoltre, nella sede del CESE sono stati organizzati dei seminari per affrontare la questione del divario salariale tra donne e uomini. In questo momento il Comitato sta preparando un parere esplorativo sulla parità tra i sessi, allo scopo di valutare la tabella di marcia 2006-2010 per la parità di genere preparata dalla Commissione europea e di aiutare la Commissione a mettere a punto la relativa strategia di follow-up. Il CESE dovrà indicare le sfide future e le principali priorità politiche per la parità di genere. In particolare, esso ha già evidenziato che la parità tra donne e uomini non costituisce soltanto un obiettivo in sé e per sé, ma rappresenta anche un presupposto per raggiungere i traguardi dell’UE in termini di crescita, occupazione e coesione sociale. Inoltre, il CESE ha anche sottolineato l’importanza di adottare un’impostazione globale nell’affrontare questa problematica. La politica dell’UE non dovrebbe soltanto puntare a raffor- zare la partecipazione delle donne in tutti i campi, ma dovrebbe anche essere esplicitamente diretta a ridurre le disparità nella distribuzione delle responsabilità — in famiglia, a casa e nell’assistenza ai familiari — tra uomini e donne in particolare e, più in generale, tra tutti i soggetti sociali. La tabella di marcia della Commissione, adottata nel marzo 2006, si concentrava su sei aree strategiche: pari indipendenza economica tra donne e uomini, equilibrio tra attività professionale e vita privata, pari rappresentanza nel processo decisionale, sradicamento di tutte le ● Beatrice Ouin in visita a Quimper (Francia) NOTIZIE SUI MEMBRI DEL CESE Gran galà dei leader dell’imprenditoria polacca Jerzy Buzek, presidente del Parlamento europpeo forme di violenza fondate sul genere, eliminazione degli stereotipi sessisti e promozione della parità tra i generi nelle politiche esterne e di sviluppo. Al CESE era già stato chiesto (nel 2006) di elaborare un parere sulla tabella di marcia, e la Commissione lo ha nuovamente invitato ad esprimere la posizione della società civile organizzata sull’argomento. Il CESE ha discusso il nuovo parere nella sessione plenaria di marzo, e si prevede che la Commissione adotterà la strategia di follow-up per la tabella di marcia nel giugno 2010. (mp) Nel gennaio scorso si è svolto a Varsavia il gran galà 2010 del Business Centre Club (BCC), l’organizzazione degli imprenditori polacchi, che conta due suoi rappresentanti al Comitato economico e sociale europeo. Il gran galà annuale del BCC è il più importante evento di questo genere che si svolge in Polonia. Alla sua edizione del 2010, che ha visto riuniti politici, diplomatici, imprenditori di primo piano, accademici e altri intellettuali, hanno partecipato il presidente della Repubblica polacca Lech Kaczyński, il primo ministro polacco Donald Tusk, il commissario europeo Janusz Lewandowski e il presidente del Parlamento europeo Jerzy Buzek, anch’essi polacchi. Nel corso dell’evento è stato assegnato a Jerzy Buzek il premio speciale del BCC 2010, che è inteso a promuovere l’imprenditoria e l’economia di mercato in Polonia. Infine, sempre nel corso del gran galà il BCC ha insignito della «medaglia alla solidarietà sociale» una imprenditrice e due imprenditori polacchi distintisi per il loro impegno nel promuovere e nell’instillare il concetto di responsabilità sociale delle e nelle imprese. (mb) Beatrice Ouin con studenti e insegnante a Quimper (Francia) In linea con l’iniziativa La vostra Europa, la vostra opinione, la quale prevede visite dei membri del CESE in scuole dei rispettivi paesi, Beatrice Ouin ha visitato un grande istituto che ospita 3 000 alunni e che è stato sorteggiato per rappresentare la Francia. La sua caratteristica peculiare è che si trova ai confini dell’Europa, nella punta più occidentale della Bretagna, sulla costa europea dirimpetto all’America. Il primo incontro di Beatrice Ouin è stato con l’insegnante e i tre allievi selezionati, due ragazze e un ragazzo. In base a quali criteri sono stati selezionati? «La scelta è caduta su di loro perché sono ragazzi impegnati e parlano bene l’inglese», ha risposto l’insegnante: una di loro rappresenta il liceo al Consiglio regionale della gioventù, l’altro partecipa a un progetto Comenius e la terza gestisce un’associazione. I tre ragazzi erano entusiasti dell’evento e dell’opportunità loro offerta con questo incontro. Hanno chiesto il permesso di realizzare un video reportage sulla giornata in modo da poterlo mostrare ai compagni. Sono seguiti dibattiti con varie classi sul processo di costruzione europea: i ragazzi hanno formulato diverse domande esprimendo anche dubbi su questa Europa «che non rispetta i risultati dei referendum». In memoria di Antoine Laval L’Ungheria vista da un uomo d’affari È con grande dolore che annunciamo la scomparsa di Antoine Laval (1921-2010) avvenuta il 5 febbraio 2010. Fervente sostenitore degli Stati Uniti d’Europa, Laval è stato vicepresidente del Comitato economico e sociale europeo dal 1980 al 1982. Il 26 gennaio, il presidente del Consiglio imprenditoriale europeo, Ungheria (HEBC), Tamás Ferenczi ha presentato la relazione annuale della sua organizzazione per il 2009, intitolata Intervenire a livello locale. Ferenczi ha colto l’opportunità per presentare i punti forti dell’Ungheria dal punto di vista degli investitori: in particolare il capitale umano competitivo, ma anche altre risorse dell’economia ungherese. (bg) Chi ha avuto la fortuna di conoscerlo conserverà il ricordo di una persona generosa, sensibile e attenta ai bisogni e ai sentimenti altrui. RIP. (mb) Tamás Ferenczi LA SESSIONE PLENARIA IN SINTESI Mediterraneo: dove fallisce la politica, può riuscire la società civile I prodotti lattiero-caseari non possono essere lasciati alla mercé delle forze del mercato Occorre rafforzare la cooperazione per combattere le frodi in materia di IVA La sessione plenaria di febbraio ha ospitato un dibattito tra il CESE e i presidenti dei consigli economici e sociali (CES) di tutta la regione euromediterranea. L’obiettivo era individuare le priorità e porre le basi per una più salda cooperazione tra le organizzazioni della società civile delle due sponde del Mediterraneo, nel quadro dell’Unione per il Mediterraneo. «L’alimentazione in generale e il latte in particolare sono troppo importanti per il benessere dei cittadini perché vengano lasciati alla mercé di un sistema di mercato libero e non regolamentato», ha affermato Frank Allen (gruppo Attività diverse, Irlanda) relatore del parere sul futuro della strategia UE per i prodotti lattiero-caseari, adottato nel corso della sessione plenaria del 17 febbraio. Il CESE appoggia con decisione il rafforzamento della cooperazione amministrativa per combattere le frodi in materia di IVA. Le frodi fiscali nell’UE ammontano al 2-2,5 % del PIL, ossia una cifra compresa tra i 200 e i 250 miliardi di euro. Nel suo parere sulla lotta alla frode in materia di IVA, predisposto dal relatore Umberto Burani (gruppo Datori di lavoro, Italia) e adottato dalla sessione plenaria del CESE il 17 febbraio, il CESE afferma che l’applicazione dell’attuale regolamento è stata insoddisfacente. Nei loro interventi, i presidenti dei consigli dei paesi del Maghreb e del Mashrek, tra cui la Palestina e Israele, hanno insistito sull’urgenza di lottare contro l’inquinamento e affrontare i problemi derivanti dalla migrazione, nonché sull’importanza di rafforzare la cooperazione economica tra l’UE e la regione. Yehuda Talmon, presidente del CES israeliano, ha esortato a superare le barriere culturali dichiarando «La scarsa conoscenza reciproca, da ambo i lati, può essere superata grazie alla partecipazione della società civile». Filip Hamro-Drotz, presidente della sezione Relazioni esterne del CESE, ha ricordato che il successo del partenariato mediterraneo dipende proprio dal suo «saldo radicamento nella società civile». Nello stesso spirito, il presidente del CESE Mario Sepi ha ribadito l’importanza del dialogo tra i rappresentanti della società civile al fine di «ridimensionare quei problemi che, per i politici, sono insormontabili». (mb) Poiché la produzione lattiera costituisce il motore del futuro di molte regioni europee, la deregolamentazione rappresenta, secondo il CESE, una grave minaccia per il patrimonio culturale e per lo sviluppo di un’agricoltura multifunzionale nelle zone rurali dell’UE. In proposito il Comitato fa riferimento all’abolizione definitiva del sistema delle quote latte, che alcuni temono possa avvenire nel 2015. Il Comitato sottolinea la minaccia di una crescente concentrazione del settore della distribuzione, che ha dato a quest’ultimo un potere negoziale senza riscontro in altri settori e che ha fatto sì che i produttori agricoli subiscano i prezzi e non li fissino. Il CESE mette infine in risalto l’importanza cruciale di prezzi stabili e di un reddito equo per i produttori di latte, al fine di garantire l’approvvigionamento di prodotti lattiero-caseari di alta qualità e di salvaguardare un ambiente rurale dinamico in Europa. (mb) La proposta rifusione del regolamento modifica l’approccio alla protezione del gettito IVA, poiché fornisce agli Stati membri gli strumenti per instaurare una stretta cooperazione e scambiare le informazioni più rapidamente. Burani esprime tuttavia perplessità riguardo ad una norma che prevede la partecipazione di funzionari di altri Stati membri interessati alle indagini, anche fuori dagli uffici dello Stato ospitante. «Il CESE non ritiene opportuna questa norma per un evidente motivo di protezione di informazioni riservate e sensibili», ha dichiarato. La creazione di una struttura comune per la lotta alla frode in materia di IVA (Eurofisc) è forse l’innovazione più significativa. Il CESE richiama l’attenzione su un aspetto sul quale si batte da tempo: la «necessità di istituire un collegamento e una cooperazione con gli altri organismi che si occupano della lotta alla criminalità organizzata e al riciclaggio». (ds) Per ulteriori informazioni: http://www.eesc.europa.eu/documents/opinions/avis_en.asp?type=en CESE info — Marzo 2010/3 3 Prossimamente al CESE Formazione — Investire nelle persone © Matjaz Kacicnik ©Ulla Kimmig/www.ullakimmig.de Come si configura lo sviluppo dei lavoratori nei diversi paesi europei? Che cosa dovrebbe offrire una «buona» scuola? Come rendere proficua la formazione? Ricercatori e imprese condivideranno esperienze e scambieranno opinioni su questi argomenti e su altri temi connessi nel corso di un’audizione organizzata dal CESE sul tema «Formazione, apprendistato e nuove competenze per nuovi lavori». L’evento, che avrà luogo il 31 marzo, è inteso a dar seguito al parere del CESE sulla comunicazione della Commissione Nuove competenze per nuovi lavori. Nel corso dell’audizione si tratterà dei programmi di formazione e apprendistato elaborati in ogni parte d’Europa, dei rapporti con le istituzioni educative e degli incentivi già disponibili per le imprese che investono in programmi di formazione. (ek) 2003 — Gita scolastica alle piramidi di Giza Per celebrare l’8 marzo, Giornata internazionale della donna 2010, il CESE ha ospitato dall’8 al 16 marzo una mostra di fotografie di donne presso il Foyer 6 dell’edificio JDE. La mostra comprendeva due diverse serie di ritratti, raffiguranti rispettivamente donne in Egitto e in Iran. I due fotografi, autori delle opere esposte, erano la tedesca Ulla Kimmig e lo sloveno Matjaž Kačičnik. Entrambi mostrano donne in situazioni della vita quotidiana e offrono un ● Iran: in un istituto di bellezza vivace ritratto dei molteplici ruoli femminili nella società. La vicepresidente del CESE Irini Pari ha scelto la celebrazione della Giornata internazionale della donna per pronunciare il suo intervento di inaugurazione della mostra, le cui fotografie più di una volta trascendono i confini tra modernità e tradizione. Uno degli obiettivi principali della politica europea è quello di promuovere la parità di genere e di migliorare il ruolo delle donne in tutto il mondo. Questa mostra ha offerto un’opportunità straordinaria per dimostrare in che modo la cultura possa servire come strumento di riflessione per superare problemi ancora aperti. Le fotografie esposte mostrano che non esiste un ruolo o un’immagine standardizzata delle donne, né in Iran né in Egitto. Al contrario, i confini tra vita moderna e tradizionale sono diventati permeabili e superano anche le frontiere tra i paesi. (sb) ● IN BREVE Arte e cambiamento climatico Rinnovo parziale dei membri del CESE — Ottobre 2010 biamento climatico», svoltesi con il metodo open space il 25 e 26 gennaio. L’obiettivo principale era quello di stimolare la riflessione e di sviluppare idee creative sui modi per diffondere il messaggio relativo al cambiamento climatico. I 130 partecipanti sono stati suddivisi in tre gruppi di pari dimensioni: artisti, scienziati e responsabili politici. Molte le personalità di spicco, tra le quali l’attrice britannica Susannah York. Il Comitato economico e sociale europeo, in collaborazione con l’organizzazione TippingPoint, il British Council, la Rete EUNIC (European Network of National Cultural Institutes — Istituti di cultura nazionali dell’Unione europea) e il Kaaitheater ha organizzato due giornate di sessioni miste dedicate al tema «Arte e cam- L’idea di affrontare un tema politico ponendo l’accento sulla cultura ha avuto successo ed è stata una novità assoluta per il CESE, che i partecipanti e i partner hanno giudicato «la sede perfetta per un evento di que● sto genere». (ja) Le donazioni dei membri del CESE presto ad Haiti L’Ufficio di presidenza del Comitato ha comunicato i nomi dei beneficiari delle donazioni effettuate dai membri del CESE a favore delle vittime del terremoto di Haiti. Metà della somma raccolta sarà destinata all’organizzazione Pastoral da Criança, che si occupa di salute e alimentazione per l’infanzia haitiana, oltre che del miglioramento della qualità della vita dei bambini e delle loro famiglie in quella regione. L’altra metà della somma sarà devoluta alla Croce rossa internazionale, la quale utilizzerà questi fondi per acquistare protesi da applicare a uomini e donne di ogni età rimasti vittima del disastro e per portare avanti appositi programmi per gli anziani ad Haiti. Nel corso dell’ultima sessione plenaria, il presidente Mario Sepi ha comunicato a tutti i membri del CESE la decisione dell’Ufficio di presidenza circa la destinazione dei fondi, sottolineando come questa iniziativa del Comitato per Haiti abbia dimostrato la capacità dei membri del CESE di «agire insieme in maniera tempestiva ed efficace» e ringraziando tutti i membri per l’impegno dimostrato attraverso il loro personale contributo a favore della società civile haitiana. (mce) CESE info Capo redattrice Indirizzo Barbara Gessler Comitato economico e sociale europeo Tomasz Jasiński, rappresentante dei Edificio Jacques Delors membri del CESE nel comitato edi- Rue Belliard 99 toriale (gruppo Lavoratori, Polonia) 1040 Bruxelles BELGIO Redattori Tel. +32 25469396 o 25469586 Vincent Bastien Fax +32 25469764 Maciej Bury E-mail: [email protected] Isolde Juchem Internet: http://www.eesc.europa.eu/ Marco Pezzani Hanno collaborato a questo numero: Daria Santoni Jakob Andersen, Sylvia Binger, Dauphinelle Clément, Coordinamento generale Ana-Cristina Costea, Mariachiara Esposito. 4 Agnieszka Nyka Ewa Kaniewska, Beatrice Ouin ● Il segretariato del Consiglio ha scritto alle 27 rappresentanze permanenti dei paesi dell’Unione europea chiedendo di comunicargli il nome dei futuri, potenziali membri del CESE, il cui mandato dovrebbe avere inizio con la sessione plenaria del 20 e 21 ottobre 2010. L’elenco dovrebbe pervenire entro la fine del mese di maggio 2010. Il Consiglio deciderà in merito all’elenco definitivo nel mese di luglio 2010; l’ultima sessione plenaria dell’attuale mandato del CESE si terrà il 15 e 16 settembre 2010. (dc) ● Dichiarazione del 30 novembre 2009 sul rispetto dei diritti sociali fondamentali: firma anche tu! In occasione del 20° anniversario della Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali, il CESE e l’associazione «Notre Europe» hanno adottato una dichiarazione che invita le competenti istituzioni europee a legiferare in modo tale da garantire ai diritti sociali fondamentali dei lavoratori parità di trattamento con le regole di concorrenza e le libertà economiche. I primi firmatari della dichiarazione sono stati l’ex presidente della Commissione europea Jacques Delors e il presidente del CESE Mario Sepi. Con l’entrata in vigore del trattato di Lisbona, la dichiarazione ha assunto la forma simbolica di una «iniziativa della società civile»: essa è infatti aperta alla firma sia di organizzazioni della società civile — a livello locale, regionale, nazionale ed europeo — sia di singoli cittadini. Anche tu puoi firmare la dichiarazione e partecipare al dibattito: basta cliccare sul link http://www.eesc.europa.eu/documents/declarationCharter-Fundamental-Social-Rights/index_en.asp ● CESE info in 22 lingue: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp p://w ww CESE info viene pubblicato nove volte l’anno in occasione delle sessioni plenarie del CESE. Marzo 2010/3 Le versioni a stampa di CESE info in tedesco, inglese e francese possono essere ottenute gratuitamente presso il servizio Stampa del Comitato economico e sociale europeo. CESE info è inoltre disponibile in 22 lingue, in formato PDF, sul sito Internet del Comitato: http://www.eesc.europa.eu/activities/press/eescinfo/index_en.asp CESE info non può essere considerato come un resoconto ufficiale dei lavori del CESE. A tal fine si rimanda alla Gazzetta ufficiale dell’Unione europea o ad altre pubblicazioni del CESE. La riproduzione, con citazione della fonte, è autorizzata (a condizione di inviarne una copia alla redazione). Tiratura: 15 500 copie. Il prossimo numero uscirà nel aprile 2010. STAMPATO SU CARTA RICICLATA AL 100 % CESE info — Marzo 2010/3 QE-AA-10-003-IT-N Volti di donne