" UNA REVISIONE AL CONDUCENTE, PLEASE! "
Occhio alla visione, durante la guida
A cura del Prof. Silvio Maffioletti 1
Gli occhi, durante la guida, raccolgono le informazioni
visive e le trasmettono al cervello che, mediante
l’attenzione visiva spaziale, seleziona le più importanti e
trascura quelle che, in quel momento, sembrano essere
meno rilevanti: la visione quindi non è un atto passivo di
riproduzione delle immagini, ma è un processo attivo e
dinamico.
Chi guida va sottoposto a controlli regolari da parte del
medico monocratico e, quando necessario, da parte
degli specialisti della visione. I test visivi, se eseguiti con
competenza e mediante la strumentazione tecnica
adeguata, evidenziano le carenze visive di ogni singolo
guidatore e indicano quando sia opportuno utilizzare
una compensazione ottica (occhiali o lenti a contatto).
Recentemente sono cambiate le norme relative ai
riquisiti visivi necessari per il rilascio e il rinnovo della
patente di guida. Il Decreto Legislativo n. 59/2011
“Attuazione delle direttive comunitarie 2006/126/CE e
2009/113/CE concernenti
la patente di guida” ha
individuato i nuovi test visivi per il rilascio o rinnovo
della patente di guida, introducendo alcune verifiche
che non erano presenti nella precedente normativa. Le
abilità visive oggi da verificare riguardano:
• Acutezza visiva
• Sensibilità al contrasto
• Visione crepuscolare
• Sensibilità all’abbagliamento
• Tempo di recupero all’abbagliamento
• Campo visivo
• Diplopia
La precedente normativa (articolo 322 e l’articolo 325
del Codice della Strada), che ora è stata sostituita dal
Decreto Legislativo 59/2011, indicava di verificare:
1. Acutezza visiva
2. Campo visivo
3. Senso cromatico
4. Visione notturna
5. Visione binoculare
In base al nuovo ordinamento legislativo, le abilità visive
necessarie per mettersi alla guida sono quindi
aumentate e prendono in considerazione anche aspetti
inesplorati in passato. La normativa ora in vigore indica i
livelli minimi da raggiungere, diversificando tra le
patenti del Gruppo 1 (che raggruppa quelle che, nella
precedente normativa, venivano chiamate patenti A e B)
e le patenti del gruppo 2 (che raggruppa quelle che,
nella precedente normativa, venivano chiamate patenti
C, D ed E), come evidenziato dalla tabella 1.
Abilità visive da verificare
AV (somma dei due occhi)
Gruppo 1
7/10
Gruppo 2
12/10
AV dell’occhio che vede peggio
Non inferiore a 2/10
Non inferiore a 4/10
Visione crepuscolare
Sufficiente
Sufficiente
Tempo di recupero all’abbagliamento
Idoneo
Idoneo
Sensibilità al contrasto
Sensibilità all’abbagliamento
Campo Visivo
Diplopia
1 Ottico­Optometrista.
6%
Idonea
120° orizzontale
Assente
3%
Idonea
160° orizzontale
Assente
Coordinatore, con Renato Pocaterra e Silvia Tavazzi, del
progetto di ricerca "L'importanza della corretta compensazione visiva per una guida
sicura" del Dipartimento di Scienza dei Materiali dell’Università degli Studi di Milano
Bicocca (2009).
Si tratta di abilità visive in parte già note e in parte
nuove, che recepiscono le indicazioni della ricerca
internazionale e gli stimoli che la Comunità Europea ha
già, da tempo, avanzato.
L’Acutezza Visiva (AV) è la capacità dell’occhio di
distinguere i dettagli di un oggetto; quanto più piccole
sono le dimensioni dello stimolo riconosciuto, tanto più
elevata è l’ AV posseduta dal soggetto. Le condizioni
rifrattive non compensate quali miopia, astigmatismo e
ipermetropia producono un calo di AV proporzionale
all’entità dell'ametropia. L’AV è espressa in decimi; il
valore 1,0 in frazione decimale rappresenta i 10/10,
considerati il valore di riferimento di un occhio nella
norma. Si riscontra una diminuzione di AV con il
progredire dell’età e la conseguente minore trasparenza
dei mezzi diottrici dell’occhio.
La sensibilità al contrasto è
l’inverso del contrasto ovvero della
differenza di luminanza esistente
tra due superfici contigue. La
sensibilità al contrasto è quindi la
capacità di percepire la differenza
di luminanza esistente tra un
oggetto e il proprio sfondo. Può
essere determinata attraverso due
diverse
formule
(Weber
e
Michelson); essendo un rapporto tra luminanze è un
numero puro ed è sempre inferiore a 1, per cui viene
usualmente indicato in percentuale moltiplicando per
100 il valore ottenuto. Quando si guida, la visibilità di un
oggetto o di una persona non dipende quindi soltanto
dalla sua grandezza, ma anche dal suo contrasto con lo
sfondo: la percezione di un oggetto diventa impossibile
quando le dimensioni o il contrasto si riducono al di
sotto di un valore soglia. La sensibilità al contrasto può
risultare compromessa malgrado un’ottima AV a
contrasto massimo; tale indicatore deve essere pertanto
controllato con particolare accuratezza nelle persone
che portano lenti a contatto, che sono interessate da
opacità dei mezzi trasparenti dell’occhio (cristallino,
cornea, umor acqueo, umor vitreo) oppure che si sono
sottoposte a interventi di chirurgia rifrattiva o trapianto
corneale.
La visione crepuscolare è
legata alla visione in
condizione
di
ridotta
luminosità dell’ambiente.
L’AV che il guidatore possiede non è infatti costante, ma
varia in relazione all'area retinica interessata dallo
stimolo. I valori di AV raggiunti durante il giorno sono
superiori a 10/10 grazie alla visione foveolare diurna,
alle condizioni fotopiche, all’elevato contrasto.
Con l’oscurità l’AV diminuisce a causa dell’inadeguatezza
funzionale dei coni e al funzionamento dei bastoncelli,
più adatti per muoversi nel buio ma in grado di fornire
valori di AV piuttosto bassi. La misura della visione
crepuscolare verifica quindi l’efficienza della visione
periferica in cui sono presenti i fotorecettori bastoncelli,
sensibili alle condizioni di ridotta illuminazione.
La
sensibilità
all’abbagliamento e il
tempo di recupero
all’abbagliamento
verificano
sia
la
capacità del sistema
visivo di funzionare in condizioni di elevata
illuminazione, sia i tempi impiegati dalla funzione visiva
retinica per ritornare alla normalità dopo esposizione,
per dieci secondi, ad uno stimolo luminoso intenso. La
sensibilità all’abbagliamento e il tempo di recupero
all’abbagliamento dipendono da vari fattori: la sintesi
dei pigmenti visivi dei fotorecettori, la condizione
dell’epitelio pigmentato retinico, le interazioni del
complesso fotorecettore­epitelio pigmentato retinico.
Il campo visivo è l’ampiezza dello spazio percepito
quando il capo e il corpo sono fermi e gli occhi fissano
un punto centrale, statico; il campo visivo è quindi il
luogo dei punti dello spazio che un occhio immobile è
in grado di percepire. Possedere un campo visivo
adeguato consente di spostare meno lo sguardo e la
testa ed è una delle caratteristiche fondamentali in
molte attività alla guida, specialmente durante i sorpassi.
Gli strumenti utilizzati per la valutazione del campo
visivo si dividono in perimetri e campimetri.
La diplopia è la visione doppia di un oggetto. Può
presentarsi in senso orizzontale o verticale e può essere
transitoria o permanente. Il cervello utilizza un
meccanismo chiamato ‘fusione’ per integrare le
immagini provenienti dai due occhi in un’unica
immagine tridimensionale. Se il meccanismo di fusione
viene a mancare (per difetti neurologici o muscolari, la
corteccia visiva percepirà due immagini ovvero
un’immagine diplopica.
I test introdotti dalla nuova normativa elevano gli
standard dei controlli e allineano la qualità delle
verifiche italiane a quella dei paesi europei più avanzati.
E’ importante, per elevare la sicurezza sulle strade
italiane, che chi guida sia in possesso delle abilità visive
indicate, che esse siano ben integrate tra loro e infine
che i controlli visivi siano effettuati con strumentazione
adeguata e protocolli standardizzati.
34 | 35