LESIONI CUTANEE - FERITE La ferita è una soluzione di continuo cutanea o mucosa, con eventuale interessamento dei tessuti sottostanti. La ferita può essere superficiale se interessa solo i primi strati della cute; profonda se interessa anche i tessuti sottostanti (muscoli, ossa, organi interni). Si definisce penetrante se l’azione traumatica raggiunge una cavità anatomica. Le ferite possono essere classificate in: ABRASIONI: sfregamento superficiale della cute ESCORIAZIONI: provocata da sfregamento rapido della cute contro un corpo ruvido FERITA DA PUNTA FERITA DA TAGLIO FERITA LACERA: meccanismo di strappo FERITA LACERO - CONTUSA: lacerazione della pelle con ematoma o ecchimosi. FERITA DA ARMA DA FUOCO Il punto d’entrata con ecchimosi e bruciature circostanti il foro I° SOCCORSO ha due obiettivi principali 1. trattare eventuali emorragie 2. prevenzione delle infezioni Trattamento • Lavarsi le mani accuratamente con acqua e sapone, indossare i guanti • Lavare abbondantemente la ferita con acqua e sapone procedendo dal centro della ferita all’esterno, usando garze o panni puliti. Evitare di usare cotone. • Togliere dalla ferita eventuali corpi estranei (scaglie, terriccio.). • Disinfettare con antisettico incolore non alcolico • Non mettere mai sulla ferita polveri, pomate che irritano e occludono impedendo la guarigione • Ricoprire la ferita con garze sterili eventuali garze grasse • Fissare la medicazione con una benda o cerotto Attenzione In caso di ferite profonde si possono avere lesioni ad organi interni, gravi emorragie, shock Controllare sempre lo stato della vaccinazione antitetanica LE AMPUTAZIONI In caso d’amputazioni di una parte del corpo (arto, dita, orecchie) è spesso possibile effettuare il reimpianto della parte interessata. Il buon esito dell’intervento dipende sia dai tempi ma soprattutto dalla buona conservazione della parte anatomica. PRIMO SOCCORSO • Cercare di arrestare l’emorragia con il metodo della compressione diretta. Qualora la parte amputata sia un arto può essere utile fermare l’emorragia con un laccio o usare il bracciale della pressione(sfigmomanometro gonfiandolo fino all’arresto del sanguinamento). • Non lavare il pezzo anatomico perché sporco • Mantenerlo al freddo conservandolo in un sacchetto ermeticamente chiuso e poi messo nel ghiaccio CORPI ESTRANEI CONFICCATI Primo Soccorso Corpi estranei di piccole dimensioni ( quali schegge metalliche, frammenti di legno o vetro, spine di vegetali ecc.) possono accidentalmente rimanere conficcati nella cute Si può procedere a rimuoverli in questo modo: • indossa i guanti • disinfetta abbondantemente la zona interessata • con un ago o una pinzetta procedi alla sua rimozione • medicazione della ferita con cerotto premedicato • accertarsi che la vaccinazione antitetanica sia in regola Corpi estranei di grandi dimensioni o che interessano altre sedi ( addome, torace, testa, occhio) Cosa fare? NON rimuovere l’oggetto Indossa i guanti SE devi rimuovere vestiti è meglio tagliarli per non muovere accidentalmente il corpo estraneo Stabilizza il corpo estraneo con una medicazione come nella foto Controlla eventuali emorragie profuse (compressione a distanza, posizione anti shock). LE USTIONI L’ustione è un processo patologico che provoca lesioni cutanee più o meno estese e profonde, che alterano la barriera protettiva del nostro corpo preposta alla termoregolazione, alla regolazione dell’equilibrio idro-elettrolitico; non va dimenticata l’importante funzione di barriera contro l’invasione batterica. La causa delle lesioni può essere: TERMICA da fiamme , radiazioni , liquidi bollenti ed oggetti roventi CHIMICA da vari acidi, basi e sostanze caustiche ELETTRICA da corrente elettrica RADIAZIONI da una fonte di tipo nucleare LUCE da intensa e prolungata esposizione alla luce solare Quando si deve determinare la gravità di un’ustione, è importante considerare i seguenti fattori: • • • • • • la fonte dell’ustione le regioni del corpo che sono state lese la profondità dell’ustione la superficie della zona lesa l’età del paziente altre malattie o lesioni presenti Le cause di ustione in percentuale sono cosi rappresentate: Liquidi bollenti 53% Fiamme 22% Vampate 12% Contatto 7% Vapore 2% Agenti chimici 3% Elettrica 1% Negli ultimi anni sono: Diminuiti gli incidenti sul lavoro, aumentati gli incidenti domestici e stradali. Questo andamento ha cambiato la tipologia dei soggetti interessati. Sono più colpiti anziani, bambini, casalinghe in relazione agli incidenti domestici Adolescenti, giovani per gli incidenti stradali Sono in aumento le persone emarginate, per le condizioni di vita persone psichiatriche per gesti autolesionistici Ustione di 1° grado È una lesione superficiale dei primi strati cutanei senza passarli completamente Caratteristiche: arrossamento della cute, a volte leggero gonfiore, presente dolore localizzato Guarigione: spontanea senza lasciare cicatrici Ustione di 2° grado Il primo strato della cute viene attraversato e il secondo danneggiato non passa ai tessuti sottostanti Caratteristiche: intenso arrossamento cutaneo, formazione di vesciche, presente forte dolore. Queste ustioni formano vesciche fino a 48 ore Guarigione: spontanea, possono lasciare leggere cicatrici. Ustione di 3°grado Tutti gli strati della pelle sono danneggiati, è passata ai tessuti sottostanti (nervi, vasi, muscoli, ossa) Caratteristiche: presenti aree carbonizzate quindi scure, o aree bianche e secche, dolore intenso Guarigione: la guarigione spontanea lascia cicatrici molto evidenti e invalidanti, si rende utile nel trattamento un trapianto di cute REGOLA DEL NOVE (Calcolo rapido della superficie corporea interessata da un’ustione) CAPO TORACE ADDOME DORSO (parte superiore) DORSO (parte inferiore) ARTO SUPERIORE DX (tutto) ARTO SUPERIORE SX (tutto) ARTO INFERIORE DX (parte anteriore – parte posteriore) ARTO INFERIORE SX (parte anteriore – parte posteriore) SCROTO 9% 9% 9% 9% 9% 9% 9% 18% (9%+9%) 18% (9%+9%) 1% TRATTAMENTO I° SOCCORSO Ustioni di 1° bagnare con acqua fredda, asciugare senza strofinare e coprirle con medicazione sterile Ustioni 2° - 3° medicare asetticamente,usare garze mai cotone PROCEDURA DA SEGUIRE PER LA CURA SUL POSTO DELL'USTIONATO Allontanare la fonte dell’ustione Fuoco: bagnare, soffocare le fiamme, togliere abiti (tagliandoli, quelli adesi alla cute vanno lasciati) e i gioielli Catrame: raffreddare la zona fino al termine dell’azione ustionante. Non rimuovere il catrame adeso Elettricità: priorità assoluta eliminare la fonte utilizzando materiale non conduttivo Il raffreddamento L’acqua fredda diminuisce il dolore, rimuove il calore, abbassa la temperatura a livello dei tessuti lesi. Questo previene ulteriori danni e aumenta la possibilità di sopravvivenza di cellule lese ma ancora vitali Può essere: ancora utile dopo 30’- 60’, continuarlo fino alla scomparsa del dolore Nelle ustioni estese non più di 5’ in particolare nei bambini (ipotermia) • Prima valutazione del malato: tipo di ustione, possibili lesioni dell'apparato respiratorio, dolore, profondità ed estensione delle ustioni. • Valutazioni come da BLS sorvegliare le funzioni vitali • Effettuare il primo controllo di routine; fare attenzione a possibili traumi associati. • Chiedere spiegazioni circa l'accaduto (la dinamica e le circostanze della lesione). • Determinare la profondità e l’estensione della superficie lesa. • Curare lo shock. • Allontanare tutti i gioielli e gli abiti a contatto diretto per poter valutare l'ustione in modo corretto, non rimuovere gli abiti che aderiscono alle ustioni. • Lavare le superfici ustionate con soluzione fisiologica o acqua fresca (non usare ghiaccio) eccezione fatta per la calce secca: si deve eliminare spazzolandola, non usare acqua). • Avvolgete il paziente in un lenzuolo pulito ed asciutto o coprite le parti lese con telini o garze sterili. • Mantenere la cute il più possibile integra. Non eliminare i tessuti devitalizzati. • Non somministrare al paziente alcun liquido per via orale. • Attivare tempestivamente il 118 Attenzione alle vie aeree Le ustioni del volto comportano un attenta valutazione delle vie aeree Osservando presenza di peli del naso bruciacchiati, fuliggine nel cavo orale. L’aria calda inalata provoca ustioni, le vie aeree si possono chiudere per comparsa di gonfiore dei tessuti Preparare la persona per il trasporto Avvolgere il paziente in un lenzuolo pulito ed asciutto o coprite le parti lese con telini o garze sterili Coprire la vittima e prevenire l’ipotermia Controllare continuamente i segni vitali Non dare da bere se coscienza alterata o se ustione > al 20% Curare lo shock (posizione antishock) TRATTAMENTO DELLE LESIONI CUTANEE DI PICCOLE DIMENSIONI Lavaggi di pulizia con antisettici saponosi Rimozione della cute necrotica ritarda la guarigione e probabilità di infezione. Le bolle vanno preferibilmente lasciate se integre per 24/36 ore. Utilizzare creme a base di Ag No3 o pomate antibiotiche. Coprite la zona ustionata con garze grasse e sterili. Eseguire un bendaggio leggero. Richiedere l'intervento dei consulenti specifici. Interventi da non fare Non applicare mai unguenti, spray, o burro sulle lesioni: in tal modo si può ritardare la guarigione. Non applicare ghiaccio su nessuna ustione. Non applicare oli, albume d’uovo, pomate non sterili (preparazioni empiriche) Non usare medicazioni farmacologiche per via intramuscolare, sottocutanea o via orale senza prescrizione medica Lesioni da agenti fisici e chimici Raggi ultravioletti: sport per l’uso di lampade, lavoro durante la saldatura Elettricità: folgorazione Agenti chimici a base acida e alcalina. I raggi ultravioletti danno lesioni che interessano la cornea. Sintomi Trattamento Compaiono alcune ore dopo l’esposizione, spesso la notte Lavaggio oculare con acqua, o soluzione fisiologica se necessario Applicare collirio decongestionante (Novesina). Lamenta dolore oculare , occhio rosso, fotofobia ( la luce da disturbo) Talora edema palpebrale Sensazione di corpo estraneo (descritto come sabbia o spilli nell’occhio). Pomata antibiotica oftalmica, bendaggio oculare Non usare colliri cortisonici, antidolorifico sistemico Consulenza oculistica in seconda battuta (non sempre necessaria). Le ustioni In genere non provocano danni bulbari gravi si limitano a danneggiare la cornea, in quanto il paziente riesce a chiudere le palpebre in tempo, il film lacrimale crea una certa protezione, possono associarsi bruciatura delle ciglia, e ustioni cutanee anche di 3° grado questa situazioni sono più comuni in caso di scoppio di gas. Collanti Eventi che spesso sono legati a sbagli di persone anziane che confondo il loro abituale collirio con confezioni di colla in particolare con prodotti contenenti cianoacrilato (Attack). È modestamente tossico per la cornea, non tossico per le palpebre; spesso i danni derivano per i tentativi di rimozione della sostanza. Trattamento: lavare l’occhio con fisiologica se aperto spontaneamente anestetici per il dolore, eventuale copertura antibiotica, bendare l’occhio. Se palpebre chiuse non aprirle manualmente o con strumenti; si possono creare delle lesioni da lacerazione. La desquamazione naturale della cornea provvederà alla rimozione della colla, dalle palpebre si stacca gradualmente nel giro di poco tempo si può accelerare il processo con l’uso di olio di vaselina sterile. Agenti chimici basici Possono provocare lesioni molto gravi, l’intervento dunque deve essere precoce per eliminare l’azione causticante dell’agente in causa. Dobbiamo essere sicuri che il liquido in causa è a Ph basico. I più comunemente usati sono: soda caustica, calce e molti solventi. Avviene una colliquazione epiteliale con un approfondimento progressivo dell’azione corrosiva Trattamento: Lavare accuratamente l’occhio e il sacco congiuntivale dai residui che spesso qui si depositano, Uso di colliri analgesici, colliri antibiotici, bendaggio Identificare con sicurezza il tipo di sostanza e specialmente il suo Ph Trasportare in pronto soccorso precocemente Attivare il 118 (può indicare dove c’è l’oculista) Quasi sempre necessitano di ricovero ospedaliero .Agenti chimici acidi Questi tipi d’agenti caustici provocano una coagulazione delle proteine che di solito limita la penetrazione del danno e quindi la loro pericolosità. Abbiamo un paziente con un forte dolore iniziale, che si riduce in pochi giorni, Trattamento: il lavaggio e l’uso di colliri anestetici in prima battuta e poi di colliri FANS contro il dolore ridurranno la sintomatologia in pochi giorni, è raccomandato l’uso di antibiotici topici per prevenire infezioni batteriche, bendaggio oculare.. Raccomandazioni in caso di contatto accidentale con agenti chimici 1) stabilire la natura della sostanza identificandola con certezza, non fidarsi immediatamente dell’etichetta (non sempre sono indicati i componenti o essere frutto di travasi da altri contenitori) ricordarsi che può essere utile interpellare il centro antiveleni per sapere sopratutto il Ph della sostanza e quindi la sua tossicità sistemica COLPO DI CALORE Avviene, quando è impedita la dispersione del calore. I fattori che possono favorire l’insorgenza del colpo di calore, sono legati a: • • • • alta umidità ambientale scarsa ventilazione uso eccessivo di indumenti attività fisica ed età SINTOMI: • • • • • • PRIMO SOCCORSO: aumento della sudorazione, poi in seguito secchezza della cute respiro superficiale ed aumento della frequenza pallore o congestione del volto agitazione, crampi polso frequente cefalea fino alla confusione mentale Il soggetto può andare in contro a shock ed arresto della funzione respiratoria. Si tratta di una vera e propria emergenza • • • • • • • allertare il sistema di emergenza liberare da indumenti possibilmente trasportare in ambiente fresco ed areato bagnare la superficie corporea borsa del ghiaccio sul capo, ascelle, inguine se cosciente somministrare soluzioni saline monitorare costantemente i segni vitali COLPO DI SOLE Il colpo di sole oltre a produrre ustioni per effetto dei raggi solari può provocare un riscaldamento corporeo eccessivo, elevare la temperatura intracranica fino a causare problemi neurologici. SINTOMI: • • • • • PRIMO SOCCORSO: cefalea e confusione mentale rossore al viso polso frequente vomito perdita di coscienza e coma allertare il sistema ’emergenza riparare il soggetto dal sole impacchi freddi sulla fronte e sulla nuca somministrare liquidi freddi (non gelati) monitorare costantemente le funzioni vitali IPOTERMIA (ASSIDERAMENTO) E’ l’abbassamento della temperatura corporea sotto i 35° C ( a volte utilizzata a scopo terapeutico); Dovuta alla permanenza prolungata a temperature molto rigide o a protratta immersione in acque fredde E’ favorita da traumi cranici e dall’etilismo. I casi d’assideramento sono in genere collegati ad incidenti in montagna, ma anche ad intossicazioni da alcool, monossido di carbonio, digiuno prolungato, danno midollare, danno metabolico..... La mortalità è direttamente correlata alla temperatura e alla durata dell’esposizione. Tra i 35° e i 32° la mortalità è del 30% Tra i 32° e i 26° la mortalità è del 45% Sotto i 26° la mortalità è del 65-80% Quando la temperatura scende sotto i 24° C i muscoli diventano rigidi come marmo e quindi sopraggiunge la morte, ricordando che il freddo rallenta la morte cellulare (funzione protettiva del freddo sulle cellule cerebrali) e quindi è possibile un completo recupero anche se la vittima è rimasta ipotermica per lunghi periodi di tempo. I limiti di tolleranza prima che insorga un danno ipossico cerebrale in caso di arresto cardiaco da ipotermia sono: - 10’ a - 30° - 25’ a - 25° - 60’ a - 16° Segni e Sintomi: • • • • brividi iniziali, aumento della frequenza respiratoria alterazioni della parola e dei movimenti, disinteresse per la situazione, ipersonnia rigidità muscolare alterazioni della coscienza fino al coma Principi di base di soccorso sul luogo dell’evento - tempestività dell’intervento e allertare il 118 - evitare che il paziente si raffreddi ulteriormente: - protezione dal vento, indumenti caldi e asciutti, borse d’acqua calda avvolte in panni, coperte isolanti - muovere il paziente il meno possibile, se ipotermia medio-grave - non somministrare alcoolici- manovre rianimatorie Una grave ipotermia può portare alla” morte apparente” che potrà essere confermata soltanto dopo aver riscaldato la vittima ad una temperatura > ai 33°. Durante tutto il periodo di riscaldamento dovrà essere garantita una rianimazione cardio - polmonare. CONGELAMENTO Lesioni di sezioni del corpo per esposizione prolungata a basse temperature. La pelle, prima del congelamento, può apparire arrossata, ma in seguito si presenta bianca o grigio giallastro. Vi può essere o no dolore. Il congelamento colpisce solo limitate parti del corpo, in genere le più esposte, quali mani e piedi, naso ed orecchie, quando esse siano state a lungo esposte a temperature molto basse. Il congelamento si caratterizza per la presenza di lesioni che interessano la cute o anche i tessuti sottostanti. • • • • • Il soggetto congelato non deve essere posto troppo vicino a stufe o caloriferi: lo sbalzo termico potrebbe essergli molto dannoso. Evitare di fare frizioni con la neve sulla pelle o di immergere bruscamente le parti congelate nell’acqua calda. Portare il paziente in un ambiente uniformemente riscaldato, ma anche ben aerato, liberandolo dai panni eventualmente bagnati e freddi (usando acqua a temperatura ambiente quando questi siano ghiacciati) e da tutto ciò che può ostacolare la circolazione sanguigna (scarpe, cintura, reggiseno, vestiti stretti). Ricoprire le parti congelate con medicazioni non strette e ben imbottite con garza, cotone idrofilo, lana. Solo se il paziente è cosciente, saranno utili bevande tiepide (thè o caffè allungati). Se incosciente, sarà opportuno metterlo in posizione di sicurezza Mai somministrare alcolici!