1 CHIRURGIA GENERALE USTIONI Sono lesioni dovute ad agenti fisici o chimici (calore, vapori, contatto con materiale rovente, acidi o alcali concentrati come acido solforico o cloridrico). Consiste nel danno (necrosi) indotto dall’agente termico e nei processi patologici che ne conseguono e si estendono a tutto l’organismo. In base alla profondità della lesione, le ustioni si distinguono in gradi. - USTIONE DI 1° GRADO: è l’ustione più leggera, la lesione è superficiale, interessa l’epidermide e si presenta con un eritema; - USTIONE DI 2° GRADO: il danno interessa l’epidermide e il derma ma vengono conservati i follicoli piliferi e le ghiandole sudoripare, insorge una reazione infiammatoria essudativa, edema ed il liquido si raccoglie in bolle e flittene; - USTIONE DI 3° GRADO: si ha una distruzione tissutale notevole che può arrivare al di sotto del derma con fenomeni di carbonizzazione e coagulazione. Quando le ustioni interessano il derma e gli strati più profondi (2° e 3° grado), vengono danneggiate le pareti dei piccoli vasi, si ha quindi una maggiore permeabilità che porta alla fuoriuscita di acqua, sali e proteine causando una alterazione elettrolitica. Quando l’ustione interessa più del 50% della superficie corporea si ha lo shock. LA CAUSTICAZIONE: è l’ustione causata da sostanze chimiche che possono essere: solide (nitrato d’argento) o liquide (acido nitrico, solforico, cloridrico, ecc.). Gli effetti possono andare da una infiammazione con iperemia, alla necrosi vera e propria. - I caustici acidi portano a disidratazione e gangrena secca; - quelli alcalini portano alla gangrena umida. La cicatrice che ne deriva in genere è deturpante. LESIONI DA FREDDO CONGELAMENTO E’ un insieme di lesioni a carico dei distretti corporei per l’esposizione alle basse temperature. Il freddo provoca una vasocostrizione nello “SPLANCNICO” e una vasodilatazione per mantenere la temperatura interna, provoca inoltre aumento dell’escrezione urinaria ed eliminazione salina. Se l’esposizione al freddo si protrae compaiono eritemi, flittene, desquamazioni, gangrene. Le cellule subiscono danni che portano alla coagulazione intravasale. In una prima fase si ha pallore (fase ischemica), successivamente arrossamento (vasodilatazione), fino alla cianosi (anossia tissutale). Se l’esposizione al freddo non è stata molto prolungata si ha ripresa funzionale, in caso contrario si hanno danni irreversibili, la morte insorge per ipotermia. 2 Si distinguono 4 gradi di congelamento: - 1° GRADO: caratterizzato da intorpidimento, edema ed eritema, guarisce spontaneamente; - 2° GRADO: caratterizzato dalla presenza di flittene, con un trattamento guarisce anch’esso spontaneamente; - 3° GRADO: la cute è interessata in tutto il suo spessore, si manifesta con cianosi, edema a cui fa seguito la formazione di vescicole e necrosi irreversibile con mutilazioni; - 4° GRADO: è la forma più grave oltre alla cute sono interessate le strutture sottostanti: l’osso, le articolazioni, i tendini, i vasi e i nervi. Le zone più colpite dal congelamento sono le estremità: gambe, piedi, mani ed anche le orecchie e il naso. Il riscaldamento dei congelati va praticato lentamente per evitare vaso paralisi. LESIONI DA AGENTI LUMINOSI Tra le radiazioni solari, i raggi attinici (ultravioletti, infrarossi) sono responsabili della comparsa di eritema con formazione di bolle ed ustione della superficie cutanea con successiva desquamazione.