Introduzione alla Simulazione QuantoQuanto-Meccanica di Materiali Dalle molecole ai cristalli (2) ! "# $ % & B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 1 Contenuti Approssimazione “classica” dell’equazione di Schrödinger Metodi ab-initio: Hartree-Fock e Funzionale della Densità (DFT) Metodi ab-initio: estensione a sistemi periodici Schema di programma ab-initio B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 2 1 Studio di materiali: approccio computazionale Sistema in esame (molecola, solido, liquido, …) Approccio Approccio computazionale computazionale Livello Livello QM QM teorico teorico (ab-initio, semiempirical…) (ab-initio, semiempirical…) Soluzione Soluzione delle delle equazioni equazioni Campi Campi perturbativi perturbativi (( , ,, …) …) Proprietà Proprietà Chimico-Fisiche Chimico-Fisiche B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 3 Approccio multiscala alla simulazione di materiali Tempo Anni Simulazioni del continuo Ore Minuti Elementi finiti Simulazioni Mesoscala Secondi µ-sec Scala atomica n-sec p-sec Frammenti (sizegraining) Meccanica classica Scala Scalaelettronica elettronica Meccanica Meccanica quantistica quantistica f-sec 1Å 1 nm 1 µm 1 mm 1m B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 Distanza 4 2 Studio di materiali: esperimento al calcolatore 1) Formulazione del modello strutturale: dal sistema reale al sistema modello 2) 2)Scelta Sceltadel delmodello modelloteorico: teorico:dall’hamiltoniana dall’hamiltonianaalla allasoluzione soluzionedel del problema problemaquantistico quantistico 3) Dalla soluzione del problema quantistico all’estrazione dell’informazione e al confronto con il sistema reale: Proprietà Proprietàcalcolate calcolateooda dacalcolare calcolare Proprietà Proprietàosservate osservateooda daosservare osservare Interpretazione B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 5 Equazione di Schrö Schrödinger HΨ (r, t ) = i Ψ (r , t ) ∂t 1) Si adotta una descrizione indipendente dal tempo 2) Vengono trascurati gli effetti relativistici (eq. Dirac, ev. correzioni a posteriori) HΨ (r ) = EΨ (r ) Hamiltoniana elettrostatica non-relativistica Metodi quantistici ab initio e semiempirici Dinamica Molecolare ab initio B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 6 3 Approssimazione di Born-Oppenheimer Per una molecola formata da M nuclei e N elettroni H tot Ψ (x1 ,..., x N ; R1 ,..., R M ) = Etot Ψ (x1 ,..., x N ; R1 ,..., R M ) Htot = Te Tn + Ven + Vee + + Vnn Separazione dei moti elettronici e nucleari Helec(x, R) Ψelec(x, R) = Eelec(R) Ψelec(x, R) (Tn+Eelec(R)) Ψnucl(x, R) = Hnucl(x, R) Ψnucl(x, R) = Etot Ψnucl(x, R) • Permette di definire un’equazione di Schrödinger elettronica e una nucleare • La parte elettronica dipende in modo parametrico dalle coordinate nucleari • La soluzione dell’eq. di S. elettronica definisce un potenziale entro cui si muovono in nuclei (PES) • L’approssimazione di BO è solitamente molto buona (es. H2 errore ≈10-4) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 7 Equazione di Schrö Schrödinger elettronica I metodi QM risolvono l’equazione di Schrödinger elettronica (per una data geometria nucleare) Helec(x, R) Ψelec(x, R) = Eelec(R) Ψelec(x, R) Helec = Te Energia cinetica elettronica Te = − N 1 2 ∇i 2 i Interazione elettrone-nucleo Ven = − N M i a Za R a − xi + Vee + Ven + Vnn Repulsione elettrone-elettrone Vee = N N i j >i 1 xi − x j Repulsione nucleo-nucleo Vnn = M M a b>a Z a Zb R a − Rb B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 8 4 Il metodo Hartree-Fock L’approssimazione di Hartree-Fock (HF) si basa sull’utilizzo di una funzione d’onda approssimata espressa in forma determinantale (Determinante di Slater) χ(x) sono funzioni d’onda mono-elettroniche (orbitali molecolari). χ(x) sono date dal prodotto di una parte orbitale, φ(r), e una di spin, σ (s), (approssimazione spin-orbitale). ΦSD soddisfa il principio di Pauli (antisimmetria) L’energia HF è ottenuta cercando la miglior funzione d’onda monodeterminantale in senso variazionale B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 9 Le equazioni di Hartree-Fock La ricerca della migliore funzione d’onda mono-determinantale che rende minima l’energia conduce alla formulazione delle equazioni di Hartree-Fock: Fiφi = ε iφi Dove Fi è l’operatore di Fock, definito come Fi = h i + N (J j − K j ) j hi è l’operatore mono-elettronico (cinetico e elettrone-nucleo) Jj è l’operatore di Coulomb e Kj è l’operatore di Scambio (entrambi bi-elettronici). L’eq. di HF devono essere risolte in modo iterativo fino ad autoconsistenza (procedura SCF) dato che Jj e Kj dipendono da φj B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 10 5 Approssimazione LCAO: set base Gli orbitali molecolari vengono di solito espressi come combinazioni lineari di un’insieme di funzioni predefinite dette funzioni base (set base) φi = L α cαiϕα • Le funzioni base vengono convenzionalmente chiamate orbitali atomici (LCAO). • Nel caso molecolare si parla quindi di approssimazione MO-LCAO • La maggior parte dei programmi di calcolo molecolare usa come funzioni base delle funzioni gaussiane (GTF) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 11 Le equazioni di Roothan-Hartree-Fock L’uso di un set base, combinato con le eq. di HF, : Fi L α cαiϕα = ε i L α cαiϕα i che può espressa in forma matriciale come FC = SC Dove F è la matrice di Fock e S la matrice di overlap, i cui elementi matriciali sono, rispettivamente: Fαβ = ϕα F ϕ β Sαβ = ϕα ϕ β B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 12 6 Il ciclo iterativo SCF FC = SC La soluzione dell’equazione matriciale per determinare i coefficienti cαi richiede la diagonalizzazione di F. Però F dipende dai coefficienti stessi e la procedura che si segue è iterativa: Approssimazione Approssimazioneiniziale inizialedella della funz. funz.d’onda d’onda(coefficienti (coefficienticcαi) ) αi Costruzione Costruzionedella della matrice matricedi diFock Fock Calcolo Calcolodegli degliintegrali integrali Diagonalizzazione Diagonalizzazionedella della matrice matricedi diFock Fock (autovalori (autovalorieeautovettori) autovettori) Funzione Funzioned’onda d’onda eeenergia energia B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 13 Il metodo Hartree-Fock Il metodo Hartree-Fock è il punto di partenza per altri metodi teorici sia più approssimati sia meno approssimati HΨ (r ) = EΨ (r ) Ψ = mono-determinantale Approssimazioni aggiuntive Metodi Metodi semiempirici semiempirici Equazioni HF Aggiunta di più determinanti Convergenza Convergenza alla alla soluzione esatta soluzione esatta B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 14 7 Il problema della correlazione elettronica Nel metodo Hartree-Fock l’interazione elettrone-elettrone viene sostituita da un’interazione media. La funzione d’onda HF è in grado di recuperare quasi il 99% dell’energia totale. Il restante 1% (energia di correlazione) è comunque cruciale per: Energia di legame Intermedi di reazione Interazioni dispersive Perturbativi MP2, MP3, MP4 [M5][M6][M7] Metodi Post-Hartree-Fock Variazionali CISD CCSD, CCSD(T) 6 [M ] [M6][M7] M = n.ro funzioni base B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 15 Metodi QM vs dimensioni del sistema Hartree-Fock: HF 1000 atoms 10000 BF Møller-Plesset: MP2, MP3, MP4 CI and CC: CISD, CCSD, CCSD(T) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 16 8 Abbiamo veramente bisogno di Ψ(x1,…,xN)? Lo spettroscopista E. B. Wilson ha notato che: I = potenziale di ionizzazione La densità elettronica contiene tutti gli ingredienti per la descrizione di un dato sistema Hohenberg-Kohn Hohenberg-Kohn (1964) (1964) ee Kohn-Sham Kohn-Sham (1965) (1965) formalizzarono formalizzarono ii fondamenti fondamenti della della Teoria Teoria del del Funzionale Funzionale della della Densità Densità (DFT) (DFT) per per ottenere ottenere l’energia l’energia dello dello stato stato fondamentale fondamentale usando usando un un funzionale funzionale della della densità densità elettronica elettronica B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 17 Teoria del Funzionale della Densità (DFT) • La complessità della funzione d’onda è ridotta a quella di una funzione delle sole coordinate cartesiane. • La DFT si può considerare una riformulazione della meccanica quantistica in termini della densità elettronica. • L’energia totale dello stato fondamentale è un funzionale della densità elettronica: E DFT [ρ ] = TS [ρ ] + Een [ρ ] + J [ρ ] + E xc [ρ ] NB: Non si conosce la forma esatta del funzionale di scambio e correlazione (XC), Exc[ρ], solo espressioni approssimate. • La differenza tra i metodi DFT sta quindi nella scelta del funzionale XC B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 18 9 Le equazioni di Kohn-Sham La teoria del funzionale della densità può essere formulata in modo parallelo al metodo HF, si ottiene un sistema di equazioni analoghe a quelle di HF dette equazioni di Kohn-Sham (KS): h KSφi = ε iφi Dove hKS è un operatore mono-elettronico, definito come 1 ρ (r ' ) h KS = − ∇ 2 + Ven ( r ) + dr '+Vxc (r ) 2 r − r' hKS contiene un contributo cinetico, uno di interazione elettrone- nucleo, uno di tipo coulombiano e un contributo di scambio e correlazione. L’eq. di KS devono essere risolte in modo iterativo fino ad autoconsistenza (procedura SCF) dato che ρ dipende da φj B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 19 I metodi DFT • Includono la correlazione elettronica • Costo analogo al quello di un calcolo HF • Devono essere opportunamente calibrati • Non includono i contributi dispersivi Quattro proposte principali: • Metodi DFT ad approssimazione locale (LDA: es. S-VWN) • Metodi DFT corretti per il gradiente (GGA: es. PBE) • Metodi DFT meta-GGA • Metodi ibridi DFT+HF (es. B3LYP) I metodi DFT ibridi sembrano essere finora i più accurati B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 20 10 Popolarità dei metodi QM 2500 CA papers vs Year 2000 DFT MP2 1500 MP4 1000 CCSD 500 0 2001 2000 1999 1998 1997 1996 B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 21 Simulazione su scala atomica: quale applicabilità? Sistemi infiniti ?? Dal punto di vista computazionale, possiamo considerare un solido come una grande molecola/cluster? No, l’estensione dei metodi molecolari è impraticabile • Matrici enormi (infinite) problema computazionale non trattabile • Bisogna trovare qualche “trucco” B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 22 11 Modello strutturale periodico Polimeri Polimeri(1D) (1D) Superfici Superfici(2D) (2D) τ1 τ (001) τ2 Nanotubo di carbonio (9,9) Modello di superficie (001) MgO Cristalli Cristalli(3D) (3D) • Ruolo della simmetria traslazionale (struttura, equazioni) • Teoria delle bande τ2 τ3 Urea τ1 • Orbitali molecolari cristallini Orbitali B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 23 Sistema periodico in 1D τ Un Un sistema sistema periodico periodico in in 1D: 1D: un disposizione ordinata di infiniti τ equidistanti e equi-orientati. è il vettore traslatore. C’è una sovrapposizione perfetta quando per ogni Si può applicare un vettore T = n τ , dove n è un numero intero. La traslazione è quindi un’operazione di simmetria per un cristallo perfetto. Sostituendo ogni Con un punto matematico Si ottiene una disposizione omogenea di infiniti punti chiamata reticolo. τ B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 24 12 Sistema periodico in 2D T = n τ1 + m τ2 Motivo strutturale τ2 γ τ1 primitive cell In un reticolo 2D, l’ordine consentito per i punti rotazionali è 1, 2, 3, 4 and 6 T B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 25 Reticoli tridimensionali I parametri reticolari definiscono una cella elementare Parametri Parametri reticolari reticolari a b c α β γ c • β a α γ • b • Ci sono 14 reticoli di Bravais (di cui 7 primitivi) in 3D corrispondenti a diversi rapporti tra a, b, c and valori di α, β and γ. • La scelta dei vettori reticolari è arbitraria Tutte le celle che contengono uno stesso numero di punti reticolari sono equivalenti Le celle contenenti un unico punto reticolare sono dette primitive Le celle contenenti più punti reticolari sono dette celle multiple B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 26 13 I 14 reticoli di Bravais La La combinazione combinazione di di ogni ogni reticolo reticolo con con le le operazioni operazioni di di simmetria simmetria puntuale puntuale (1, (1, 2, 2, 3, 3, 4, 4, 6, 6, i,i, m, m, a, a, b, b, c, c, n, n, d) d) dà dà origine origine aa 230 230 gruppi gruppi spaziali, spaziali, nel nel caso caso 3D 3D N.B.: a, b, c, n, d si riferiscono a piani di scorrimento e non ai parametri reticolari B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 27 Struttura cristallina in 3D La ripetizione periodica di un motivo strutturale (atomi o gruppi di atomi), per effetto dell’azione dei vettori g del reticolo, produce la struttura cristallina g = n1a1+n2a2+n3a3 (nj interi) Le posizioni RA di equilibrio di ciascun atomo (ione) sono, di solito, indicate attraverso la specificazione delle coordinate frazionarie R A = x Aa + y Ab + z A c g xA = a2 Cella elementare a3 XA Y Z , yA = A , zA = A a b c a1 B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 28 14 Il reticolo reciproco Ad ogni reticolo diretto si fa corrispondere un reticolo reciproco con parametri reticolari a*, b*, c*, tali che a*·a = 2 b*·b = 2 c*·c = 2 a*·b = a*·c = b*·a = b*·c = c*·a = c*·b = 0 o, equivalentemente, a* = 2 /V b c V = a·b c b* = 2 /V c a V* = (2 c* = 2 /V a b )3/V I vettori del reticolo reciproco hanno la forma k = h a* + k b* + l c* (h, k, l interi) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 29 Zona di Brillouin Congiungendo ogni punto reticolare (reticolo diretto) con i suoi primi vicini e facendo passare dei piani perpendicolari nei punti medi di ogni segmento, si ottiene la cella di Wigner-Seitz Cella di Wigner-Seitz di un cristallo cubico a facce centrate Esistono 14 tipi di celle di Wigner-Seitz La cella di Wigner-Seitz è sempre primitiva, per costruzione La cella di Wigner-Seitz nel reticolo reciproco prende il nome di Prima Zona di Brillouin Prima zona di Brillouin di un cristallo cubico a facce centrate Cella di Wigner-Seitz di un reticolo cubico a corpo centrato B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 30 15 Il linguaggio della teoria delle bande La proprietà di invarianza traslazionale (o periodicità) dei cristalli è all’origine della struttura spettrale a bande: bande elettroniche bande vibrazionali (fononi) bande di spin (spin waves) ... Una struttura di bande è caratterizzata da: larghezza della bande gap livello di Fermi B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 31 Energia Spettro di bande EF EF X W Silicio L k M L H K Berillio Ogni banda è lo spettro continuo di una particella singola rispetto al parametro k, vettore d’onda o vettore dello spazio reciproco. B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 32 16 Teorema di Bloch Se nell’operatore hamiltoniano H = T + V l’operatore energia potenziale è periodico V(r) = V(r+g), g = n1a1+n2a2+n3a3 (nj interi) la funzione d’onda gode della seguente proprietà di simmetria traslazionale: (r+g) = eik·g (r), k = k1b1+ k2b2+ k3b3 in generale, k1, k2 e k3 non sono interi. Se k'= k + K (K = m1b1+ m2b2+ m3b3 ;, mj interi) eik'·g = eik·g eiK·g = eik·g cioè è sufficiente limitarsi a considerare la prima zona di Brillouin B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 33 Funzioni di Bloch • Tutte le funzioni per le quali vale il Teorema di Bloch sono autofunzioni degli operatori di traslazione nel reticolo: funzioni di Bloch • Le funzioni di Bloch sono anche autofunzioni dell’hamiltoniano di un sistema periodico, perché la funzione d’onda deve possedere le stesse proprietà di simmetria del reticolo (H commuta con gli operatori traslazione del reticolo) • Autofunzioni ed autovalori di H e degli operatori di traslazione dipendono da k B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 34 17 Le condizioni al contorno Cristallo reale (reticolo) ha dimensioni finite contiene un numero finito, N, di celle. Quando N aumenta, gli effetti di superficie diventano trascurabili e l’assunzione di periodicità migliora, si possono imporre le condizioni periodiche al contorno (o di Born-von Karman): Φ (r + N j a j ) = Φ (r ) j = 1, 2, 3 Nj indica il numero di celle lungo la j-esima direzione; Se Nj è molto grande i punti k in sequenza sono prossimi gli uni agli altri e k può essere considerata come una variabile continua. Le somme sui punti k diventano integrali estesi alla prima zona di Brillouin B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 35 Riepilogo: reticolo diretto e reciproco Reticolo diretto: • Vettori reticolari: a1, a2, a3 • Cella elementare (primitiva, convenzionale) • Unità asimmetrica • Generico vettore traslatore: T=n1a1+n2a2+n3a3 • Coordinate frazionarie Reticolo reciproco: • Vettori reticolari: b1, b2, b3; bi. aj=2πδij • Cella primitiva (Wigner-Seitz) Prima Zona di Brillouin • Generico vettore traslatore: K=m1b1+m2b2+m3b3 B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 36 18 Riepilogo: Funzioni di Bloch Teorema di Bloch: • H è invariante per traslazione (V(r) periodico) (r+T) = eik·T (r), k = k1b1+ k2b2+ k3b3 Funzioni di Bloch: • Soddisfano il teorema di Bloch • Sono autofunzioni dell’hamiltoniano di un sistema periodico • Dipendono da k Condizioni di Born-von Karman: • Reticolo finito nr. celle finito (N) • N grande predominano gli effetti di bulk • Assunzione di periodicità: Φ (r + N j a j ) = Φ (r ) • k variabile continua j = 1, 2, 3 B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 37 Condizioni periodiche: equazioni Equazioni mono-elettroniche (HF, DFT) heffψ nk (r ) = ε nkψ nk (r ) 1 heff = − ∇ 2 + Veff (r ) 2 • Invariante per traslazione 1 − ∇ 2 è invariante per traslazione 2 Veff (r ) = Veff (r + T ) è periodico per assunzione (HF, DFT) ψ nk (r ) = Orbitali cristallini (funzioni di Bloch) • continui in k (punti dello spazio reciproco – prima zona di Brillouin) • discreti in n (indice di banda) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 38 19 Approssimazione LCAO: CO-LCAO Gli orbitali cristallini (CO) costituiscono la soluzione dell’equazione di Schrödinger monoelettronica. I CO sono combinazioni lineari di funzioni di Bloch (φ): ψ nk (r ) = φµ (r ) = k T µ cµknφnk (r ) ϕ µ (r − A µ − T )exp(ik ⋅ T ) i coefficienti della combinazione lineare ckµn possono essere determinati variazionalmente Orbitali atomici (AO) e onde piane sono le scelte più comuni per rappresentare le funzioni di Bloch. L’uso degli AO (ϕ) consente di stabilire un nesso più stretto con i risultati ottenuti dai programmi ab initio molecolari nG ϕ µ (r − A µ − T ) = j d j g (α j ; r − A µ − T ) gli orbitali atomici sono centrati nella posizione Aµ nella cella individuata dal vettore del reticolo diretto T B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 39 Calcolo della funzione d’onda Nello spazio reciproco, la soluzione dell’ equazione di Schrödinger elettronica per un sistema infinito (ckµn) si traduce nella soluzione di un numero infinito di equazioni di dimensioni finite F ( k ) C (k ) = S (k ) C ( k ) E (k ) Dove S(k) la matrice di overlap tra le funzioni di bloch, C(k) è la matrice dei coefficienti, E(k) è la matrice degli autovalori, F(k) è la matrice di Fock/KS nello spazio reciproco. F (k ) = T F(k1) F(k2) F FT exp ( ik ⋅ T ) F(k3) F(k) è la trasformata di Fourier della matrice di Fock nello spazio diretto. Si può campionare la soluzione in un numero finito di punti k B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 40 20 Schema di programma ab initio Molecolare / Periodico • • • • • • Input della geometria della molecola analisi di simmetria input del set base calcolo degli integrali monoe bielettronici calcolo della matrice di Fock/densità di prova Ciclo SCF: soluzione iterativa dell’equazione FC=SCE • • • • • • Input del reticolo e della geometria della cella analisi di simmetria input del set base selezione e calcolo degli integrali mono- e bielettronici (serie) calcolo della matrice di Fock/densità di prova Ciclo SCF: soluzione iterativa dell’equazione F(k)C(k)=S(k)C(k)E(k) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 41 Il ciclo SCF Molecolare / Periodico • • • Calcolo di autovalori ed autovettori di F Costruzione della matrice densità P • • • • • Costruzione di F • Trasformazione di Fourier di F monoelettronico nello spazio k In “ogni” punto k, calcolo di autovalori ed autovettori di F Calcolo dell’energia di Fermi Costruzione della matrice densità P nello spazio k Trasformazione di P nello spazio diretto Costruzione di F nello spazio diretto (serie infinite) B. Civalleri – Applicazioni del Computer in Scienza dei Materiali – a.a. 2007/08 42 21