Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali Introduzione alla Simulazione Quanto-Meccanica di Sistemi Molecolari Dalle molecole ai cristalli Bartolomeo Civalleri/Lorenzo Maschio Dip. Chimica – Via P. Giuria 5 – 10125 Torino [email protected] / [email protected] B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Contenuti Approssimazione “classica” dell’equazione di Schrödinger Metodi ab-initio: Hartree-Fock e Funzionale della Densità (DFT) Metodi ab-initio: estensione a sistemi periodici Schema di programma ab-initio B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Studio di materiali: approccio computazionale Sistema in esame (molecola, solido, liquido, …) Approccio computazionale Livello QM teorico (ab-initio, semiempirical…) Soluzione delle equazioni Campi perturbativi (E, H, …) Proprietà Chimico-Fisiche B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Approccio multiscala alla simulazione di materiali Tempo Anni Simulazioni del continuo Ore Minuti Elementi finiti Simulazioni Mesoscala Secondi µ-sec Frammenti (sizegraining) Scala atomica Meccanica classica n-sec p-sec Scala elettronica f-sec Meccanica quantistica 1Å 1 nm 1 µm 1 mm B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 1m Distanza Studio di materiali: esperimento al calcolatore 1) Formulazione del modello strutturale: dal sistema reale al sistema modello 2) Scelta del modello teorico: dall’hamiltoniana alla soluzione del problema quantistico 3) Dalla soluzione del problema quantistico all’estrazione dell’informazione e al confronto con il sistema reale: Proprietà calcolate o da calcolare Proprietà osservate o da osservare Interpretazione B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Equazione di Schrödinger 1) Si adotta una descrizione indipendente dal tempo 2) Vengono trascurati gli effetti relativistici (eq. Dirac, ev. correzioni a posteriori) Hamiltoniana elettrostatica non-relativistica ⇒ Metodi quantistici ab initio e semiempirici ⇒ Dinamica Molecolare ab initio B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Approssimazione di Born-Oppenheimer Per una molecola formata da M nuclei e N elettroni Htot = Te + Tn + Ven + Vee + Vnn Separazione dei moti elettronici e nucleari Helec(x, R) Ψelec(x, R) = Eelec(R) Ψelec(x, R) (Tn+Eelec(R)) Ψnucl(x, R) = Hnucl(x, R) Ψnucl(x, R) = Etot Ψnucl(x, R) • Permette di definire un’equazione di Schrödinger elettronica e una nucleare • La parte elettronica dipende in modo parametrico dalle coordinate nucleari • La soluzione dell’eq. di S. elettronica definisce un potenziale entro cui si muovono in nuclei (PES) • L’approssimazione di BO è solitamente molto buona (es. H2 ⇒ errore ≈10-4) B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Equazione di Schrödinger elettronica I metodi QM risolvono l’equazione di Schrödinger elettronica (per una data geometria nucleare) Helec(x, R) Ψelec(x, R) = Eelec(R) Ψelec(x, R) Helec = Te Energia cinetica elettronica Interazione elettrone-nucleo + Vee + Ven + Vnn Repulsione elettrone-elettrone Repulsione nucleo-nucleo B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Il metodo Hartree-Fock L’approssimazione di Hartree-Fock (HF) si basa sull’utilizzo di una funzione d’onda approssimata espressa in forma determinantale (Determinante di Slater) χ(x) sono funzioni d’onda mono-elettroniche (orbitali molecolari). χ(x) sono date dal prodotto di una parte orbitale, φ(r), e una di spin, σ (s), (approssimazione spin-orbitale). ΦSD soddisfa il principio di Pauli (antisimmetria) L’energia HF è ottenuta cercando la miglior funzione d’onda monodeterminantale in senso variazionale B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Le equazioni di Hartree-Fock La ricerca della migliore funzione d’onda mono-determinantale che rende minima l’energia conduce alla formulazione delle equazioni di Hartree-Fock: Dove Fi è l’operatore di Fock, che descrive il moto di un elettrone nel campo medio creato dagli altri elettroni. E’ definito come hi è l’operatore mono-elettronico (cinetico e elettrone-nucleo) Jj è l’operatore di Coulomb e Kj è l’operatore di Scambio. Le eq. di HF devono essere risolte in modo iterativo fino ad autoconsistenza (procedura SCF) dato che Jj e Kj dipendono da φj B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Approssimazione LCAO: set base Gli orbitali molecolari vengono di solito espressi come combinazioni lineari di un’insieme di funzioni predefinite dette funzioni base (set base) • Le funzioni base vengono convenzionalmente chiamate orbitali atomici (LCAO). • Nel caso molecolare si parla quindi di approssimazione MO-LCAO • La maggior parte dei programmi di calcolo molecolare usa come funzioni base delle funzioni gaussiane (GTF) • La maggior parte dei programmi di calcolo per sistemi periodici (Cristalli) usa come funzioni base delle onde piane (Plane Waves, PW) B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Set base gaussiani Espansione degli orbitali molecolari in termini di funzioni base di tipo atomico ϕµ sono anche dette gaussiane contratte perché vengono solitamente espresse come combinazione lineare a coefficienti fissi di funzioni gaussiane dette primitive m gj: gaussiane primitive; αj: esponenti; dj: coefficienti della contrazione B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 12 Set base gaussiani La funzione gaussiana ϕµ deve riprodurre l’andamento di un orbitale atomico (es. 1s) STO ϕ1s(r) STO-3G m r Differenze significative a valori di r piccoli: (a) derivata nulla a r=0; (b) ampiezza sottostimata B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 13 Set base gaussiani La funzione gaussiana ϕµ deve riprodurre l’andamento di un orbitale atomico (es. 1s), si può migliorare? STO ϕ1s(r) STO-6G m r Si può aumentare il numero di funzioni primitive per ogni funzione base: da STO-3G a STO-6G B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 14 Set base gaussiani minimali I set base minimali sono quelli che contengono il minimo numero di funzioni base necessarie per ogni atomo: H: 1s C: 1s, 2s, 2px, 2py, 2pz Usano orbitali atomici di dimensione fissa La base STO-3G fa parte dei set base minimali (tre gaussiane primitive per ogni funzione base) m B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 15 Set base gaussiani doppio zeta Per estendere il numero di funzioni base e migliorare la descrizione si possono usare set base che combinano orbitali atomici di dimensioni differenti, ad esempio raddoppiandoli: Due funzioni base di tipo p con diversa dimensione m Questo tipo di set base si dice doppio zeta, e viene solitamente indicato con DZ: H: 1s, 1s’ C: 1s, 1s’, 2s, 2s’, 2px,y,z, 2px,y,z’ Esistono anche set base triplo, quadruplo, …, zeta B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 16 Set base gaussiani split-valence Se lo sdoppiamento riguarda solo la parte di valenza, allora si parla di set base a valenza separata (split-valence), ad es.: H: 1s, 1s’ (tutta valenza) C: 1s, 2s, 2s’, 2px,y,z, 2px,y,z’ Di questa famiglia fanno parte set base indicati come N-MPG, dove • N è il numero di gaussiane primitive usato per le funzioni base interne; • Il trattino, -, indica una valenza separata; • M e P indicano il numero di gaussiane usate per lam parte di valenza. Solitamente M è riferito alla funzione base più piccola (esponente più grande); • G sta per gaussiana Es: 3-21G, 6-31G B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 17 Funzioni di polarizzazione La qualità del set base può essere migliorata usando funzioni di polarizzazione che possono aiutare a descrivere meglio effetti di distorsione degli orbitali atomici. Per fare questo si usano funzioni base con un maggiore numero quantico del momento angolare, es. 1s + 2p: Oppure 2p + 3d: m Se le funzioni di polarizzazione sono solo sugli atomi pesanti si indicano con un * oppure (d), es. 6-31G(d). Se sono anche sugli atomi di idrogeno si usa un doppio asterisco ** o (d,p), es: 6-31G(d,p) B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 18 Le equazioni di Roothan-Hartree-Fock L’uso di un set base, combinato con le eq. di HF, porta all’espressione: che può espressa in forma matriciale come FC=SCε Dove F è la matrice di Fock e S la matrice di overlap, i cui elementi matriciali sono, rispettivamente: B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Il ciclo iterativo SCF FC=SCε La soluzione dell’equazione matriciale per determinare i coefficienti cαi richiede la diagonalizzazione di F. Però F dipende dai coefficienti stessi e la procedura che si segue è iterativa: Approssimazione iniziale della funz. d’onda (coefficienti cαi) Costruzione della matrice di Fock Calcolo degli integrali Diagonalizzazione della matrice di Fock (autovalori e autovettori) Funzione d’onda e energia B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Il metodo Hartree-Fock Il metodo Hartree-Fock è il punto di partenza per altri metodi teorici sia più approssimati sia meno approssimati Ψ = mono-determinantale Approssimazioni aggiuntive Metodi semiempirici Equazioni HF Aggiunta di più determinanti Convergenza alla soluzione esatta B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Il problema della correlazione elettronica Nel metodo Hartree-Fock l’interazione elettrone-elettrone viene sostituita da un’interazione media. La funzione d’onda HF è in grado di recuperare quasi il 99% dell’energia totale. Il restante 1% (energia di correlazione) è comunque cruciale per: Energia di legame Intermedi di reazione Interazioni dispersive Metodi Post-Hartree-Fock Perturbativi Variazionali MP2, MP3, MP4 CCSD, CCSD(T) [M5] [M6] [M7] [M6] [M7] M = numero di funzioni base B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Metodi post-HF: il metodo CI (Configuration Interaction) Il set di determinanti (configurazioni) generato dalla soluzione Hartree-Fock costituisce una base completa, in cui la vera funzione d’onda N-elettronica può essere espansa. In questo senso la soluzione HF può essere considerata come una prima approssimazione alla vera funzione d’onda. In linea di principio possiamo però costruire una combinazione lineare di tutti i determinanti (configurazioni), ciascuno pesato da un coefficiente c (ampiezza). La soluzione del problema si ottiene determinando le ampiezze c. In numero di termini in questa espansione è troppo grande (N!) ed il costo è proibitivo anche per piccoli sistemi. Quest’espressione dev’essere troncata. B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 La gerarchia dei metodi post-HF Metodi perturbativi Coupled Cluster Configuration Interaction MP2 CC2 CIS MP4 CCSD CISD ... CCSD(T) CIS(D) MP50 CCSDT CISDT CCSDTQ ... ... “Full” CC “Full” CI La convergenza non è garantita B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 La convergenza dei metodi MPn: dissociazione dell’H2 B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 I metodi post-HF: dissociazione dell’H2O La linea grigio chiaro indica il calcolo Full CI di riferimento B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 La gerarchia dei metodi post-HF FULL CI Soluzione Esatta O(N!) METHOD 10 CCSDTQ O(N ) 7 CCSD(T) O(N ) MP2 O(N5) HF O(N3) [3s2p1d] [4s3p2d1f] [5s4p3d2f1g] [6s5p4d3f2g1h] Complete Basis set B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Metodi QM vs dimensioni del sistema Hartree-Fock: HF 1000 atoms 10000 BF Møller-Plesset: MP2, MP3, MP4 CI and CC: CISD, CCSD, CCSD(T) B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Abbiamo veramente bisogno di Ψ(x1,…,xN)? Lo spettroscopista E. B. Wilson ha notato che: I = potenziale di ionizzazione La densità elettronica contiene tutti gli ingredienti per la descrizione di un dato sistema Hohenberg-Kohn (1964) e Kohn-Sham (1965) formalizzarono i fondamenti della Teoria del Funzionale della Densità (DFT) per ottenere l’energia dello stato fondamentale usando un funzionale della densità elettronica B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Teoria del Funzionale della Densità (DFT) • La complessità della funzione d’onda è ridotta a quella di una funzione delle sole coordinate cartesiane. • La DFT si può considerare una riformulazione della meccanica quantistica in termini della densità elettronica. • L’energia totale dello stato fondamentale è un funzionale della densità elettronica: NB: Non si conosce la forma esatta del funzionale di scambio e correlazione (XC), Exc[ρ], solo espressioni approssimate. • La differenza tra i metodi DFT sta quindi nella scelta del funzionale XC B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Le equazioni di Kohn-Sham La teoria del funzionale della densità può essere formulata in modo parallelo al metodo HF, si ottiene un sistema di equazioni analoghe a quelle di HF dette equazioni di Kohn-Sham (KS): Dove hKS è un operatore mono-elettronico, definito come hKS contiene un contributo cinetico, uno di interazione elettronenucleo, uno di tipo Coulombiano e un contributo di scambio e correlazione. L’eq. di KS devono essere risolte in modo iterativo fino ad autoconsistenza (procedura SCF) dato che ρ dipende da φj B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 I metodi DFT • Includono la correlazione elettronica • Costo analogo al quello di un calcolo HF • Devono essere opportunamente calibrati • Non includono i contributi dispersivi Quattro proposte principali: • Metodi DFT ad approssimazione locale (LDA: es. S-VWN) • Metodi DFT corretti per il gradiente (GGA: es. PBE) • Metodi DFT meta-GGA • Metodi ibridi DFT+HF (es. B3LYP) I metodi DFT ibridi sembrano essere ad oggi i più accurati B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 Popolarità dei metodi QM 8000 Published papers 6000 4000 2000 0 1980 1988 DFT 1996 MP2 2004 CCSD B. Civalleri/L. Maschio – Uso del Calcolatore nella Scienza dei Materiali – a.a. 2011/12 2012