INTERVISTA A LESLIE FEINBERG dicembre 2011 Lei ha sviluppato la Tecnica di NeuroModulazione, il “Metodo Feinberg”. Potrebbe descriverci questo metodo? La Tecnica di NeuroModulazione (NMT) si fonda su alcuni presupposti chiave, uno dei quali è che la salute e il benessere hanno una base informazionale, e che la malattia rappresenta una sorta di confusione all’interno del sistema mente-corpo che inibisce la sua capacità di adattarsi al cambiamento nel proprio ambiente interno ed esterno. L’efficienza di tale capacità è ciò che ci mantiene in un equilibrio omeostatico, in quel dolce “luogo fisiologico” in cui stiamo decisamente bene. Quando la nostra percezione di quei cambiamenti, o la nostra decisione interna di come rispondere a essi, entra in confusione, noi ci allontaniamo sempre più da quel luogo fino a ritrovarci malati. Per questa ragione il nostro approccio è di cercare di capire qual è la base informazionale di quella incapacità di rispondere all’ambiente interno ed esterno, e di allenare il sistema mente-corpo, di istruirlo e dirigerlo verso scelte migliori e più efficaci che gli permettano di guarire e di utilizzare in modo adeguato la propria innata abilità di stare bene e mantenersi in salute. In che modo è stata sviluppata la tecnica? Ho sviluppato la tecnica dopo aver studiato per anni altri tipi di quelli che vengono comunemente chiamati i metodi della “medicina energetica”, ma quelli di cui ho realmente riconosciuto la validità sono i metodi della Medicina Informativa. Ho studiato una serie di tecniche basate sulla Radionica e le ho utilizzate con un certo successo, finché mi sono reso conto che in realtà ciò che avveniva era una sorta di dialogo, di comunicazione, tra l’operatore e il paziente. Ho compreso che questa era la base di molti tipi di interventi terapeutici che si richiamano allo sciamanismo. Così quando ho capito che tutto si incentrava sull’informazione, su un dialogo finalizzato a esaltare la consapevolezza del sistema mente-corpo delle proprie condizioni e scelte psicologiche, mi è risultato chiaro che molti dei metodi che avevo appreso erano in un certo senso limitati. Bisognava trovare una via per comunicare con il corpo che non fosse innaturale e forzata, che fosse più aperta e flessibile, che ci desse la possibilità di accrescere la probabilità di guarigione. 1 Quindi ho iniziato a sviluppare un metodo basato su un dialogo semantico. Questo è l’NMT, un dialogo terapeutico che segue particolari percorsi strutturati, così li chiamiamo, che ruotano intorno a specifiche aree di funzione. Per esempio, ce ne sono alcuni che hanno a che fare con le allergie e gli stati infiammatori, altri con la risposta alle infezioni o con le funzioni senso-motorie, ecc. Abbiamo un catalogo di protocolli clinici che ci permettono di investigare in modo molto strutturato e ricco di informazioni le forme specifiche attraverso le quali il sistema mente-corpo è entrato in confusione, che bloccano la sua innata risposta di guarigione. In che modo l’operatore riesce ad accedere a tale informazione del sistema mentecorpo? La conversazione che noi vogliamo intrattenere con il paziente è differente da quella che lei e io stiamo facendo ora, che è ovviamente un dialogo a livello conscio. La mente conscia non governa il corpo, non ne regola il funzionamento. Tutto ciò avviene nel retroterra, a un livello che noi definiamo “altro da conscio”. Il nostro obbiettivo è di instaurare un dialogo direttamente con il corpo: ciò che facciamo nel protocollo NMT è di impegnarci in un dialogo diretto con il soggetto in cui la comunicazione avviene attraverso l’intenzione. Monitoriamo le reazioni del sistema mente-corpo testando la reazione muscolare, ottenendo una risposta positiva o negativa a determinate domande e utilizzando tale risposta come aiuto per navigare attraverso un albero decisionale informativo che ci conduce sempre più avanti nell’investigazione di quella particolare e intima area della fisiologia. Facendo queste domande e inducendo il corpo a darci una risposta, lo costringiamo a guardare a un’area di funzione che non sta lavorando bene. Il sistema mente-corpo è intelligente, è autocorrettivo. Ma come qualsiasi sistema informativo può commettere errori. Dal momento che è autocorrettivo, se semplicemente lo guidiamo attraverso questo dialogo invitandolo a dare un’occhiata ad aree nelle quali non sta funzionando in modo efficiente, questo semplice atto esalta la sua consapevolezza e gli consente di effettuare scelte migliori. Quindi proseguiamo utilizzando diversi percorsi secondo le indicazioni che il nostro test muscolare indica di maggior importanza. Inoltre, in questo modo consentiamo al sistema mente-corpo di giungere a una più accurata percezione delle proprie condizioni interne e a una visuale più ricca dal punto di vista informativo delle possibilità di scegliere una risposta fisiologica adeguata. Di quali condizioni sta parlando? Di tutte? Normalmente vediamo il rapporto fra guarigione e malattia dal punto di vista di quest’ultima. Io penso che sia un errore. Pensiamo di “catturare” un’infermità ed esteriorizziamo il processo al punto che essa ci appare come una sorta di predatore che ci sta tendendo un agguato. Io penso che ci sia un altro modo di vedere le cose che ci può offrire maggiori opportunità e che consiste nell’assumere la prospettiva della guarigione e del benessere. Siamo costantemente impegnati nel monitoraggio del nostro stato interno ed esterno perché per mantenerci vivi e in salute il nostro sistema fisiologico deve 2 muoversi all’interno di un certo parametro ristretto di condizioni interne tra le quali la temperatura e la chimica. Per stare bene tutto deve essere regolato in modo molto preciso. Di conseguenza, quando si verifica qualche tipo di confusione della percezione o delle possibili risposte, per mantenerci in quell’equilibrio omeostatico ci allontaniamo dallo stato di benessere. Noi riteniamo quindi che la malattia sia in effetti la disfunzione del meccanismo omeostatico e di conseguenza l’NMT è adatto per qualsiasi paziente perché la soluzione finale è che il corpo metta in atto efficacemente i propri meccanismi per guarire e mantenere l’equilibrio omeostatico. Le faccio un esempio. Esistono determinate condizioni la cui spiegazione deve essere informazionale. Alcune allergie e malattie autoimmuni rientrano in questa categoria. Nel caso dell’allergia abbiamo una risposta autodistruttiva del sistema mente-corpo a qualcosa che non è intrinsecamente tossico o dannoso. E’ il risultato della percezione sbagliata di qualcosa a cui siamo esposti nell’ambiente nel quale ci troviamo o nel cibo che ingeriamo. Utilizzando il dialogo NMT per l’allergia e le infiammazioni autoimmunitarie siamo in grado di rendere il corpo cosciente del fatto che sta generando una reazione inadeguata e autodistruttiva e di modificare il suo modo di rispondere a tali sostanze. Il risultato è che il corpo ritrova un maggior equilibrio nella propria risposta immunologica. Talvolta i risultati di questo lavoro sono veramente sorprendenti; in internet compaiono numerosi casi di persone allergiche a certi cibi che ho trattato nei nostri seminari. Il punto di vista medico ritiene che l’anafilassi si possa trattare solo evitando ciò a cui si è allergici. In questi video si vede che riusciamo a trattare pazienti che in precedenza non sopportavano neppure il minimo contatto con un determinato alimento: tramite una sessione con l’NMT di venti/trenta minuti essi sono in grado di mangiare quel cibo senza la benché minima reazione. E’ davvero incredibile. Va completamente contro il modello scientifico corrente, e soprattutto contro quello biochimico. Come pensa che ciò funzioni a livello quantistico? Be’, l’aspetto principale della meccanica quantistica è che l’universo è nonlocale, non è vero? La “nonlocalità” comporta delle conseguenze, una delle quali è che sebbene noi percepiamo e interagiamo con l’Universo e con tutto ciò che in esso si trova come se fosse di natura fisica, la quantistica dice che in realtà non lo è. Se potessimo arrivare a vedere il livello più intimo in cui tutte le cose sono organizzate, vedremmo che esse hanno proprio una base informazionale. E inoltre che, poiché l’Universo è nonlocale, non può esservi separazione fra tutto ciò che esiste al suo interno. Negli anni ’80 e ’90 Jacobo Grinberg Zylberbaum ha condotto in Messico una ricerca in cui ha dimostrato che si verifica una comunicazione spontanea fra due persone che condividono l’intenzione di creare un tipo di dialogo senza parole, OTC (other-thanconscious). Esistono altri studi che indicano che questo tipo di comunicazione spontanea giunge fino al livello dei batteri. Così, è possibile che la comunicazione si instauri al livello OTC e che sia generata dall’intenzione delle persone di incontrarsi e dialogare in questo modo. 3 Lei pensa che ciò si possa verificare a un livello più ampio, a un livello sociale? Certamente. Penso che l’intenzione e la credenza abbiano a che fare con ciò che esiste in un campo di potenziale infinito che attira nella nostra realtà concreta ciò che non si è ancora manifestato. In altre parole, l’idea è che quando cambiamo il modo di guardare le cose, queste cose cambiano in conseguenza della nostra osservazione. Ci sono degli interessanti studi condotti dal fisico Bill Tiller della Stanford University pubblicati su giornali peer-reviewed e nel suo libro “Conscious Acts of Creation”. L’esperimento consisteva nel richiedere ad alcuni esperti in meditazione di focalizzare la propria intenzione su sistemi fisici discreti con l’intento di modificare un parametro fisico all’interno di tali sistemi. In un caso i soggetti si concentrarono su dei becher di acqua con un pH di 7, che è un pH neutro, e cercarono di modificarlo. Tiller riuscì a dimostrare cambiamenti statisticamente significativi del pH dell’acqua in conseguenza dell’intenzione delle persone. In un altro caso i soggetti focalizzarono la loro intenzione su larve di mosche della frutta per cambiarne il tempo di maturazione e anche qui emerse che le larve oggetto dell’intenzione maturarono più in fretta delle altre. Pare quindi che possiamo modificare qualsiasi cosa su cui concentriamo l’intenzione e la convinzione. Ciò avviene a livelli molto piccoli, ma anche a livelli decisamente più grandi. Dean Radin ha fatto un esperimento, riportato nel suo lavoro “Entangled Minds”, in cui ha osservato dati in modo retrospettivo. I dati erano forniti da Random Event Generators: ce ne sono molti in tutto il mondo e i dati vengono raccolti in continuazione. Così Radin poté aver accesso comodamente a dati provenienti da numerosi REG che erano in funzione in un certo periodo di tempo. Uno dei periodi presi in considerazione fu quello del processo al giocatore di football americano OJ Simpson che fu seguito dalle televisioni di tutto il mondo. La conclusione a cui giunse il ricercatore fu che il fatto che milioni e milioni di persone concentrassero le proprie attenzione, intenzione e convinzione su quel caso giudiziario di fatto produsse un cambiamento di casualità dei REG. Ne consegue che tutti noi alimentiamo questo campo collettivo di coscienza e lo spostiamo in varie direzioni. Lo spostiamo attraverso le nostre paure, le nostre aspettative e convinzioni positive e non possiamo partecipare e vivere in questo mondo senza influenzare le cose a quel livello. E’ un concetto interessante anche perché significa che dobbiamo veramente stare attenti. Il fatto di concentrare la nostra intenzione e convinzione ha un impatto su tutti coloro che ci circondano. Certamente. Perciò da una parte abbiamo l’opportunità di esercitare la nostra influenza, ma dall’altra abbiamo una tremenda responsabilità. Non possiamo più ritenerci legittimamente vittime di circostanze che ci sono estranee ma anzi siamo di fatto responsabili del nostro ruolo nella creazione congiunta in cui è implicato l’Universo. 4 Dal punto di vista terapeutico, è responsabilità del terapeuta trovarsi in quello stato positivo e salutare mentre tratta il paziente? Se non c’è separazione, ne consegue che il terapeuta influenza il paziente tramite l’intenzione, la convinzione e via dicendo. Da un punto di vista terapeutico, chiunque dialoghi con un paziente che stia usando l’NMT o qualsiasi altro metodo informazionale o energetico deve adottare una certa prospettiva per ottenere i migliori risultati. E’ importante che si senta all’interno del paziente, che cioè non guardi al paziente attraverso la lente della separazione; anzi, che guardi attraverso la lente della non dualità, perché siamo tutti parte dello stesso Universo indiviso. E ancora, che guardi al paziente in modo non freddo, ma attraverso la lente dell’amore e dell’empatia. Se è possibile la guarigione non locale, non dovrebbe avere importanza che il paziente sia qui o da qualche altra parte del mondo, no? Ma per via del nostro condizionamento, che ci dice che siamo individuali e separati, pensa che sia più efficace che il terapeuta sia realmente accanto al paziente perché così entra meglio nel suo sistema di credenze? Certo. Se la realtà della meccanica quantistica è vera e non esiste realtà esterna, oggettiva, ma al contrario siamo tutti parte di questo vasto campo di coscienza all’interno del quale tutto è possibile e se diventa vero e sperimentato per noi ciò che guardiamo con fiducia e intenzione e attenzione (ciò che spostiamo da uno stato di potenziale a uno stato di realtà sperimentata), se è proprio così, allora quando interagiamo con i pazienti le nostre credenze e intenzioni li guidano verso quella particolare trasformazione che noi stiamo cercando di raggiungere. Quindi, per essere chiari, l’NMT viene praticato a livello non locale? In seguito al mio insegnamento molte persone in giro per il mondo, quando hanno acquisito familiarità con l’NMT, mi chiamano e mi chiedono di trattarle (guarigione a distanza): dunque la mia pratica è per il 95% non locale. Questa mattina ho lavorato con tre pazienti tedeschi. Ieri ho lavorato con alcuni pazienti che vivono in diverse parti degli Stati Uniti, una donna in Canada, molti altri in Messico. Vede, l’idea di separazione ci sembra così reale quando percepiamo il mondo attraverso i nostri sensi fisici che ci è difficile cogliere che in verità può essere diverso. Ma se davvero il mondo (come dice la quantistica) è non locale, allora non c’è vera distanza, non c’è vera separazione fra le due coscienze, il paziente e il praticante, che stanno cercando di impegnarsi nel dialogo terapeutico. Se dialogo e interagisco con un paziente usando l’NMT a distanza, se riconosco che quella distanza è solo apparente e non reale, e anche che le nostre coscienze per quanto distinte non sono separate l’una dall’altra, allora ho ben altra opportunità di aiutare quel paziente che non se pensassi che la nostra separazione è assoluta e concreta e che non c’è alcun legame naturale fra di noi. 5 Pensa che stiamo iniziando ad abbracciare i concetti della scienza quantistica nel campo della biologia e della medicina in modo più aperto? Sicuramente. Vediamo che la parola “intenzione” sta venendo fuori sempre più di frequente nella cultura popolare. Film come “The Secret” e “What the BLIP” hanno avuto molto successo. Aiutano la gente a capire un modo diverso di guardare l’Universo. Sono assolutamente convinto che ci troviamo nel mezzo di un cambiamento di paradigma. Ci vuole del tempo affinché ciò avvenga, ma quando si arriverà all’apice se ne sentiranno gli effetti in tutta la società. Abbiamo alle spalle migliaia di anni di storia, cultura, linguaggio, mitologia e credenze e per questo il cambiamento è lento. E’ come usare il timone per far girare un transatlantico. Una volta girato il timone, il transatlantico non cambia rotta immediatamente. Allo stesso modo credo che la nostra cultura sia soggetta a una grande forza d’inerzia. Ma stiamo cominciando a vedere che comincia a muoversi un pochino. Penso che questa svolta, questo cambiamento via via crescerà. Nel Regno Unito c’è una persona molto brillante, che si chiama Rupert Sheldrake, che ha a lungo studiato l’intenzione. Una delle sue osservazioni nel campo della biologia, mondo che conosce bene dal momento che è biologo, è che il 90% dei suoi colleghi considerano la loro scienza secondo una prospettiva meccanicistica. Ed eccoci qui oggi, circa cinquant’anni dopo che il teorema di Bell ci ha spiegato che ogni livello di realtà nella sua vera natura è di fatto non locale e non meccanicistico. Quindi ci vuole del tempo per far passare queste idee nuove. La scienza ortodossa è basata sul concetto di oggettività, su esperimenti dai quali puoi prendere le distanze e di cui puoi osservare le condizioni attraverso un vetro. Il fisico John Wheeler disse che esiste una grande lastra di vetro spessa circa 15 centimetri che separa gli scienziati dal mondo che stanno osservando. Adesso però ci rendiamo conto che non c’è separazione e che quando le osserviamo, le cose in realtà cambiano. Non è possibile osservare senza influenzare. Dunque, da questa prospettiva, non c’è bisogno di alcuna abilità per essere scientifici in modo perfettamente oggettivo. Le nostre aspettative e credenze influenzano sempre i nostri risultati. Se ho capito bene ci sono degli studi che dimostrano gli effetti di questa intenzione focalizzata con l’NMT. Può parlarcene, per piacere? Su un numero del “Journal of Complementary and Alternative Medicine”, mi pare del gennaio 2009, è uscito un articolo a proposito di un nostro studio su dieci pazienti con cavitazioni dentali, aree dell’osso affette da quella che si chiama osteonecrosi. L’osso si infetta, perde irrorazione sanguigna e muore in parte. Diventa un ricettacolo di batteri anaerobici e produce molti effetti negativi a causa della tossicità. Abbiamo lavorato con un dentista che usava un metodo chiamato “Cavitat Imaging System”, un sistema di scansione a ultrasuoni utilizzato per realizzare un’immagine dell’osso all’interno del quale ogni dente è incassato e che indica se l'osso è sano o si è deteriorato e se ci sono aree di necrosi. Nello studio abbiamo avuto una persona non trattata e nove persone che accettarono di sottoporsi al trattamento con l’NMT. Ciò che avvenne fu che l’80% delle lesioni di questi pazienti guarirono spontaneamente in seguito alla sessione con l’NMT in 6 un periodo compreso fra un minimo di quattro mesi e mezzo e un massimo di circa un anno. Per quanto ne sappia io non esiste nessun’altra risoluzione spontanea di questo tipo di osteonecrosi documentata . Normalmente viene trattata chirurgicamente. Fummo quindi molto soddisfatti del risultato raggiunto. Ma ci è voluto così tanto tempo? Voi cambiate il sistema di informazione e poi il corpo fisico agisce di conseguenza? Sì. Ora le spiego. Poco fa le ho raccontato di pazienti da me trattati che erano affetti da anafilassi a un alimento e di come il cambiamento sia stato istantaneo. Se ci pensiamo bene, ha senso che quel cambiamento sia stato rapido perché l’anafilassi vera e propria è un fenomeno immediato, funzionale, in cui il comportamento specifico può venir innescato o no a seconda del grado di consapevolezza e di programmazione del corpo. Quindi, se riusciamo a modificare la consapevolezza del sistema mente-corpo, ne possiamo modificare anche la programmazione e la reazione anafilattica non si verificherà, e infatti è così. Bene, nel caso della cavitazione, in cui sezioni di osso sono morte o deteriorate, avviene un intero processo che dura un certo periodo di tempo e prevede la crescita di nuovi vasi sanguigni nell’area dell’osso morto, la rimozione dell’infezione grazie a processi immunologici, la stimolazione delle cellule (i fibroblasti) che depositano la matrice che poi si trasforma in osso finito. Questo processo richiede alcuni mesi proprio come ci vorrebbe un certo numero di settimane o mesi per guarire un osso che si è rotto. Quindi, a seconda della situazione in cui stiamo cercando di intervenire, vediamo risultati che possono essere più o meno rapidi nel corso delle settimane o dei mesi. Ora vorrei sapere dei terapeuti. Per produrre questa trasformazione, devono essere particolarmente esperti nel focalizzare l’intenzione o saper entrare in uno stato meditativo specifico tale da dialogare con il corpo? Non è necessario quando si studia l’NMT. L’obiettivo dei nostri corsi è di insegnare alle persone come concentrare l’intenzione, come strutturarla in modo da essere poi in grado di praticare con efficacia. Infatti, nei nostri seminari di NMT abbiamo appena introdotto un nuovo tipo di pratica che si chiama “NMT Universal Care”. Penso che in passato l’evoluzione dell’NMT abbia avuto il limite di utilizzare il linguaggio tecnico della fisiologia, dell’anatomia, della biochimica, eccetera e quindi coloro che frequentavano i corsi dovevano essere professionisti nella cura della salute. E inoltre, all’interno di quel gruppo prevalevano i medici e i chiropratici, che avevano studiato le “scienze dure”. Poi ci siamo resi conto che non è necessario avere quella conoscenza scientifica, che altre cose sono più importanti. Dialoghiamo con un sistema intelligente che si conosce. Quindi, per esempio, se mentre lavoro con un paziente voglio riferirmi ai sensori della pelle che leggono la pressione, posso far riferimento al corpuscolo di Pacini, che è il nome di una terminazione nervosa della pelle che legge la pressione, ma posso anche dire: ”le terminazioni nervose che leggono la pressione” e il corpo dà la stessa interpretazione. 7 Quando dialoghiamo con il corpo, dialoghiamo con un sistema intelligente che si conosce e quindi possiamo fare riferimenti più generici. E così ritorniamo al linguaggio, no? E quanto siamo condizionati dal nostro linguaggio a volte! Ma d’altro canto non abbiamo nessun bisogno di ricorrere a un linguaggio complicato. No, se realizziamo che il linguaggio è solo un puntatore. Allora ci rendiamo conto che nel tipo di dialogo di cui stiamo parlando, anche il riferimento più generico è efficace. Di conseguenza abbiamo aperto i corsi ai profani e abbiamo visto che persone prive di conoscenze nel campo della salute sono anche più capaci a imparare e praticare efficacemente di quelle che hanno studiato le scienze, perché non è stato insegnato loro a capire che cosa non è possibile. Dal momento che non hanno queste limitazioni, sono in grado di strutturare la propria credenza e intenzione in modo meno restrittivo. Può migliorare il Suo personale stato di coscienza connettendosi alla coscienza collettiva o trattando i pazienti? E’ interessante il fatto che dialogando di una determinata condizione con la mente OTC del paziente è impossibile, per noi che pratichiamo l’NMT, che la nostra mente OTC non faccia gli stessi tipi di considerazioni su noi stessi. Molti di noi condividono l’opinione che la pratica dell’NMT rechi benefici anche a noi oltre che al paziente. Inoltre, dal punto di vista della meccanica quantistica, della non dualità e non località, nulla può cambiare senza cambiare l’universo nel suo insieme. Non c’è separazione. Quindi ogni atto che porta alla guarigione, a una trasformazione positiva che compiamo per chiunque, ha un effetto sul tutto. Leslie S. Feinberg si è laureato con lode al Western States Chiropratic College e ha studiato e praticato molte forme di medicina energetica e informazionale per 35 anni. Lavora a Hermiston, Oregon. Nel 2002 ha sviluppato la Tecnica di NeuroModulazione e da allora tiene corsi NMT in giro per il mondo. Per ulteriori informazioni, www.nmt.md Nascerà a breve il sito NMT Italia. Traduzione dalla rivista Quantum Health Nov/Dec 2011 8