Integrazione alunni diversamente abili - Comune di Ferrara

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INTEGRAZIONE ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
Per favorire l’inserimento e l’integrazione degli alunni diversamente abili si
privilegia un’interazione educativa positiva con tutte le componenti del
gruppo classe e con la scuola nella sua totalità considerando che, parlare
di educazione, significa parlare di relazioni tra persone che devono
attivare condizioni psicologiche adatte alla comunicazione, superando le
barriere che la ostacolano.
L’integrazione, del resto, ha un significato se s’identifica con un processo
di pieno sviluppo della persona attraverso l’acquisizione di capacità
operative e di comunicazione-relazione, attraverso l’educazione e la
partecipazione alla vita comunitaria. È un processo attivo che coinvolge
tutti i componenti di un gruppo e gli elementi di un contesto. E’ un
impegno a produrre cultura, a capire le capacità espressive dell’individuo
che non erano previste, a programmare e ipotizzare piani di lavoro
verificabili affinché l’integrazione sia qualcosa che vada oltre l’inserimento.
L’itinerario metodologico didattico che meglio risponde a tali esigenze è
elaborato tenendo in considerazione questi elementi fondamentali:
◊ anamnesi dello stato socio-culturale e psico-affettivo degli alunni della
classe nella quale vi è l’inserimento dell’alunno diversamente abile;
◊ individuazione dei codici comunicativi privilegiati dagli alunni;
◊ individuazione degli interessi e delle esigenze prioritarie dei bambini per
fornire loro gli stimoli necessari ad esprimersi e ad automigliorarsi,
utilizzando una didattica adeguata e creando un clima sereno all’interno
della classe;
◊ attivazione di situazioni educative atte a favorire l’instaurarsi di
“relazioni d’aiuto reciproco” fra gli alunni cercando di tutelare
l’autonomia e lo spazio personale di ciascuno.
La conoscenza approfondita della situazione di partenza di ogni alunno,
intesa come individuazione dei bisogni specifici e delle risorse per la
programmazione, è un’attività che, pur collocandosi prioritariamente in
relazione alla prima frequenza scolastica, non può essere considerata
definita una volta per tutte. Le condizioni d’ingresso vanno osservate nel
loro dinamico evolversi e rispetto a loro la scuola svolge un ruolo di
promozione e di affinamento.
Per gli allievi diversamente abili è previsto uno specifico strumento di
conoscenza: il “Profilo Dinamico Funzionale”. Esso si ricollega alla
“Diagnosi funzionale” (elaborata dall’ASL competente) e indica il
prevedibile livello di sviluppo che l’alunno dimostra di possedere nei tempi
brevi e medi; sulla base di questa previsione sarà impostato il “Piano
Educativo Individualizzato” (P.E.I.).
La sfida dell’integrazione degli alunni diversamente abili nella classe passa
quindi attraverso la costruzione, mediante il Piano Educativo
Individualizzato, di un percorso che rende significativa la loro permanenza
tra i compagni.
Nella stesura del P.E.I. si evidenziano i seguenti segmenti di percorso:
◊ conoscenza dell’alunno (anche in rapporto alla sua situazione
familiare);
◊ controllo delle abilità possedute nei vari aspetti dello sviluppo psicofisico;
◊ stretta collaborazione fra insegnanti curricolari, docenti di sostegno ed
altri operatori educativi:
◊ integrazione degli obiettivi di classe con gli obiettivi individuali (è
necessario selezionare il più possibile gli obiettivi compatibili con le
potenzialità dell’alunno diversamente abile ma che, nello stesso tempo,
rimangano connessi alla programmazione di classe);
◊ attivazione di progetti educativo-didattici;
◊ quadro orario delle attività scolastiche.
Sono previsti incontri periodici, e su richiesta, con le famiglie degli alunni
diversamente abili allo scopo di attivare un costruttivo coinvolgimento
delle famiglie riconosciute come insostituibili artefici della piena
valorizzazione del progetto educativo.
Altrettanto importanti sono gli incontri effettuati con gli operatori dell’ASL
di Ferrara (con i quali gli Insegnanti redigono il già citato Profilo Dinamico
Funzionale). Tali rapporti di costruttiva collaborazione permettono di
elaborare una conoscenza del bambino non statica e frammentaria ma
dinamica poiché tiene conto della relazione fra il processo di sviluppo
effettivamente compiuto dall’alunno e le sue potenzialità di miglioramento
in virtù della corretta sollecitazione operata dall’ambiente scolastico.
Un’ultima considerazione va fatta a proposito del gruppo di studio e di
lavoro composto dai docenti di sostegno del Circolo Didattico che,
coordinato dall’Insegnante Funzione Strumentale per l’Integrazione, si
occupa delle tematiche relative all’inserimento ed all’integrazione degli
alunni diversamente abili.
Alla fine dell’anno scolastico all’interno del fascicolo personale di ogni
alunno certificato sono inseriti i seguenti documenti:
◊ la Diagnosi Funzionale;
◊ il Profilo Dinamico Funzionale;
◊ il Piano Educativo Individualizzato;
◊ la relazione finale.
L’IMPEGNO DEL COMUNE PER L’INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEGLI
ALUNNI DIVERSAMENTE ABILI
Il Comune di Ferrara interviene nell’ambito dell’integrazione scolastica in
base ad un accordo provinciale che definisce compiti e interazioni fra i
diversi Enti coinvolti (Asl, Amministrazione Provinciale, Servizio Sociale,
Amm. Scolastica).
Una Commissione Tecnica, composta dai rappresentanti degli enti locali,
dell’Asl
e
dell’Amministrazione
Scolastica
individua,
in
stretta
collaborazione con i Dirigenti Scolastici, i bisogni dei singoli alunni e
segnala le situazioni di maggior gravità, per le quali è necessario
l’intervento dell’Ente locale.
Le figure che il Comune di Ferrara utilizza, attraverso l’Unità Operativa
Integrazione, possono essere distinte in “professionali” come gli educatori,
e figure “non professionali” come i Volontari del Servizio Civile.
INTEGRAZIONE ALUNNI IN SITUAZIONE DI DISAGIO
Un’altra realtà che la scuola deve tenere in adeguata considerazione è
quella legata alla presenza, all’interno delle classi, di alunni non certificati
ma che si trovano in “situazione di disagio”. Tale definizione riguarda tutti
quei bambini che, per motivi diversi, incontrano problemi ad affrontare la
realtà scolastica nel suo complesso.
L’istanza fondamentale di realizzare nella scuola uno sfondo integratore, al
fine di favorire la formazione ed il diritto allo studio per tutti gli allievi,
compresi quelli in difficoltà, viene declinata attraverso iniziative che
costituiscono un percorso contraddistinto da questi momenti fondamentali
ed irrinunciabili:
◊ elaborazione collegiale, da parte dei docenti, di programmazioni
individualizzate (mirate sulle esigenze dei singoli alunni in difficoltà) in
stretto raccordo con quelle delle classi di appartenenza;
◊ attività educativo didattiche organizzate per “classi aperte” e per
“piccoli gruppi” di lavoro;
◊ esperienze di recupero condotte attraverso la strutturazione di sistemi
di mediazione fra i quali viene privilegiato l’apprendimento cooperativo.
In questo caso si tratta di promuovere nella classe un’intensa attività di
ricerca educativo-didattica tesa a trasformare il nucleo di alunni in
gruppo di sostegno permanente tra compagni;
◊ allestimento dell’ambiente-risorsa con la presenza di materiali
strutturati e non, di modo che esso rappresenti un ricco punto di
riferimento per apprendimenti non referenziali;
◊ utilizzo di laboratori (ad esempio: ricorso a tecnologie multimediali);
◊ partecipazione ad attività ed iniziative offerte dal Territorio (cinema,
musei, biblioteche, agenzie educative, ecc.);
◊ aggiornamento degli Insegnanti in merito alle problematiche relative
agli alunni in difficoltà d’apprendimento.
La partecipazione dei docenti a tali iniziative di formazione offre la
possibilità di individuare argomenti, istanze e stimoli alla riflessione che
sollecitino, in un secondo momento, interventi educativi e didattici
orientati a cercare ed intrecciare raccordi sul piano professionale,
programmatico e metodologico.
La scuola partecipa poi, in tale ambito, ad iniziative interistituzionali sui
problemi del disagio come il BULLISMO e i DISTURBI SPECIFICI DI
APPRENDIMENTO.
A proposito del “bullismo” è stato attivato, in alcune terze dell’Istituto, un
progetto sperimentale di prevenzione di tale fenomeno e di promozione
del clima relazionale di classe denominato “Stare bene a scuola senza
prepotenze”.
I significativi risultati ottenuti tramite questa iniziativa fanno pensare ad
un allargamento dell’esperienza a molte altre classi.
In questa occasione sono state “formate”, grazie alla collaborazione con
Promeco, alcune insegnanti del Circolo che, a loro volta, sono diventate
formatrici a disposizione dei colleghi interessati ad approfondire tale
tematica di grande rilevanza educativa e sociale.
Una grande attenzione è stata posta nei confronti dei “Disturbi specifici di
apprendimento” che comprendono la dislessia (difficoltà di lettura), la
disortografia (difficoltà nella correttezza ortografica), la disgrafia (difficoltà
nell’aspetto esecutivo della scrittura) e la discalculia (difficoltà nell’area
matematica).
Gli insegnanti, infatti, possono suggerire ai genitori la necessità di un
intervento specialistico precoce e mirato che, effettuato nelle prime fasi
dell’apprendimento della letto-scrittura, è in grado di condurre a
miglioramenti significativi. Diventa pertanto prioritaria la sensibilizzazione
e l’aggiornamento capillare per diffondere una conoscenza e una cultura
del problema.
A tale scopo è stata avviata una collaborazione con la Società Italiana per
la Dislessia (sede di Ferrara) e la Funzione Strumentale per l’Integrazione
è stata nominata referente nel Circolo relativamente alla gestione di tali
problematiche.
A partire dall’anno scolastico 2006-2007 è stato attivato uno Sportello di
consulenza psico-pedagogica per insegnanti e genitori.
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