Breve excursus sulle leggi dell`integrazione scolastica dei disabili

Breve excursus sulle leggi dell'integrazione scolastica dei disabili
In Italia, fino al 1971 i disabili, a seconda della gravità dell'handicap, venivano inseriti o in scuole
speciali o in classi differenziali della Scuola dell'obbligo.
I soggetti che presentavano "anomalie o anormalità somatopsichiche che non consentivano la
regolare frequenza nelle scuole comuni e che abbisognavano di particolare trattamento ed assistenza
medico-didattica venivano inseriti nelle scuole speciali, mentre i soggetti "ipodotati intellettuali non
gravi, disadattati ambientali o con anomalie di comportamento" venivano indirizzati alle classi
differenziali.
Per i fanciulli delle classi differenziali era previsto il reinserimento nella scuola comune ma, nella
maggior parte dei casi ciò non avveniva mai.
La sorte degli alunni assegnati alle classi, differenziali o alle classi speciali, era la stessa:
l'allontanamento definitivo dalla Scuola comune, la segregazione e l'emarginazione.
Intorno al 1970 le cose cominciarono a cambiare. Gli psicologi, i sociologi ed i pedagogisti si
accorsero dei pericoli derivanti dall'emarginazione sociale e dalla segregazione dei portatori dì
handicap.
Il danno maggiore era la mancanza di contatti stabili con persone normali.
Il bambino emarginato tendeva ad isolarsi dal mondo esterno, rischiando di non essere più capace di
rientrarvi, se non veniva inserito precocemente.
La vita relazionale con i normali, invece, favorisce l'apprendimento, la socializzazione e lo sviluppo
della personalità dei disabili.
Un passo avanti verso l'integrazione è la legge n. 118 del 30/3/71, è la prima legge che prevede
l'inserimento di soggetti portatori di handicap (invalidi e mutilati civili) in classi normali della
Scuola dell'obbligo, ma esclude coloro che presentano "gravi menomazioni fisiche o gravi deficit
intellettivi tali da impedire o rendere difficoltoso l'apprendimento in classi normali".
Un'altra innovazione in vista dell'integrazione scolastica, dei soggetti portatori di handicap è
rappresentata dalla legge 517 del 1977.
Essa prevede la presenza degli insegnanti di sostegno nella scuola dell'obbligo e sancisce
l'abolizione delle classi differenziali.
Con questa legge la presenza di alunni portatori di handicap riduce da 25 a 20 il numero massimo di
alunni per classe.
Gli articoli 2 e 7 della suddetta legge prevedono l'elaborazione di un piano di attività nel quale siano
comprese forme d'integrazione e di sostegno a favore di alunni portatori di handicap. In base a tale
legge nelle classi che accolgono alunni portatori di handicap devono essere assicurati la necessaria
integrazione specialistica, il servizio socio-psico-pedagogico e forme particolari di sostegno.
La legge 360 del 1976 per i minorati della vista e la legge 577 del 1977 per i sordomuti sanciscono
l'opzionalità dell'inserimento o nella scuola comune o nella scuola speciale.
La legge sull'integrazione e sui diritti delle persone disabili più significativa è la legge-quadro n.
104 del 1992.
L'integrazione scolastica è contenuta negli articoli da 1.2 a 16 e nell'art. 43. La legge garantisce il
diritto pieno ed incondizionato alla frequenza nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e
grado e nelle istituzioni universitarie.
L'integrazione scolastica ha come obiettivo lo sviluppo delle potenzialità delle persone disabili
nell'apprendimento, nella comunicazione, nelle relazioni e nella socializzazione.
La legge non contempla un semplice inserimento scolastico, ma gli articoli 12, 13 e 14 sottolineano
un concetto d'integrazione ben più ampio del solo inserimento scolastico nelle classi comuni.
Essa prevede la programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio
assistenziale, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o
privati, per cui ribadisce che gli Enti locali, gli organi scolastici e le Usl devono stipulare degli
accordi di programma.
L'integrazione degli alunni portatori di handicap presuppone la collaborazione dei genitori, degli
operatori delle unità sanitarie locali, dell'insegnante di sostegno e degli insegnanti. curriculari per
predisporre il profilo dinamico-funzionale, il piano educativo individualizzato e le verifiche
periodiche per controllare gli effetti dei diversi interventi e l'influenza esercitata dall'ambiente
scolastico.
La stessa legge ribadisce l'obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la
comunicazione personale degli alunni con handicap fisici e sensoriali, ai sensi dei. DPR n. 616 del
1977 e garantisce attività di sostegno nelle scuole, mediante l'assegnazione di docenti specializzati, i
quali sono contitolari delle sezioni e delle classi, in cui operano, partecipano alla programmazione
educativa e didattica e all'elaborazione e verifiche delle attività di competenza dei consigli di
interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti.
L'articolo 15 prevede l'istituzione di un gruppo di lavoro per l'integrazione scolastica presso ogni
Ufficio scolastico provinciale e di un gruppo di studio e di lavoro presso ogni circolo didattico e
istituto di scuola secondaria di primo e secondo grado.
L'articolo 16 riguarda la valutazione portatori di handicap, che si effettua in base al piano educativo
individualizzato. Esso deve indicare per quali discipline vengono adottate particolari criteri
didattici, quali attività integrative e di sostegno vengono svolte, anche in sostituzione parziale dei
contenuti programmatici di alcune discipline.
Nella scuola dell'obbligo sono previste anche prove d'esame corrispondenti agli insegnamenti
impartiti e idonei a valutare il progresso dell'allievo in rapporto alle sue potenzialità e ai. livelli di
apprendimento iniziali.
Questa legge ha rilanciato, rafforzandola, la cultura dell'integrazione scolastica. e sociale delle
persone diversamente abili.
L'importanza dell'integrazione scolastica
L'integrazione scolastica dei portatori di handicap favorisce l'apprendimento, la socializzazione e lo
sviluppo della loro personalità.
I rapporti sociali che si instaurano a scuola rappresentano una fonte continua di stimoli e di
motivazioni, permettono nuove esperienze e favoriscono il desiderio di conoscere, di esplorare e di
comunicare.
L'integrazione scolastica degli alunni portatori di handicap contribuisce alla crescita di tutti,
consente al disabile di sviluppare una propria entità, di diventare protagonista del suo sviluppo
relazionale, sociale e cognitivo insieme agli altri e permette ai compagni. di sviluppare solidarietà,
di diventare più sensibili nei confronti dei più deboli, di imparare a riconoscere le esigenze degli
altri, in un contesto di reciproco arricchimento culturale, psicologico e umano.
Il disabile è colui. che ha una minorazione fisica, psichica o sensoriale che è causa di difficoltà di
apprendimento e di relazione.
Egli è unico e irripetibile, con una sua sensibilità, una sua storia personale, una sua ricchezza
interiore, una sua personalità e individualità.
Egli si propone al mondo con il suo corpo le sue capacità e suoi bisogni ed ha diritto al rispetto della
sua diversità e della sua dignità di persona.
A scuola egli è un alunno che ha i suoi bisogni, i suoi personali ritmi di apprendimento e di
sviluppo ed ha diritto a ricevere stimolazioni e opportunità educative adeguate.
Nella scuola di oggi che salta l'individualità, valorizza le diversità, il diritto ad apprendere e
promuove la crescita educativa di tutti gli alunni, il soggetto portatore di handicap trova una sua
giusta e rispettosa collocazione, dove è possibile l'integrazione e non solo la mera socializzazione,
attraverso la realizzazione di percorsi didattici individualizzati e l'impiego di metodologie,
strumenti, materiali e strategie appropriate per favorire i processi di apprendimento utili al
raggiungimento del successo formativo.
Gli insegnanti, gli operatori socio-sanitari e le famiglie si impegnano congiuntamente nella
progettazione, nella realizzazione, nella verifica e valutazione del piano educativo individualizzato,
che rappresenta il "Progetto di vita" in cui confluiscono tutti gli interventi predisposti e messi in atto
per favorire l'integrazione dell'alunno.
Per una proficua integrazione scolastica è essenziale anche la continuità educativa e didattica fra i
diversi ordini di scuola per evitare difficoltà nei passaggi dalla scuola dell'Infanzia alla scuola
Primaria, e da questa alla scuola Secondaria di primo grado e secondo grado.
La continuità deve essere effettuata con incontri fra gli insegnanti che lasciano e quelli che
accolgono l'alunno disabile per comunicare informazioni sulla personalità dell'alunno, sul suo
comportamento, sulle difficoltà di apprendimento, sul livello di sviluppo raggiunto nelle varie aree
disciplinari e sugli interventi didattici realizzati.
È necessaria, inoltre, la trasmissione della documentazione dell'alunno: la diagnosi funzionale, il
profilo dinamico-funzionale, il piano educativo individualizzato, la relazione dell'insegnante di
sostegno e la scheda di valutazione.
L'integrazione degli alunni portatori di handicap è fonte di una preziosa dinamica. di rapporti e di
interazioni, che è occasione di maturazione per tutti.
Premessa
La scuola non è solo un luogo di trasmissione di informazioni, ma di educazione e di istruzione, è,
pertanto, essenziale sviluppare competenze comunicativo-espressive, specialmente nei soggetti in
difficoltà, che consentano di sviluppare una relazione che risulta fondamentale per assolvere tale
compito.
La comunicazione è il perno del rapporto educativo.
L'alunno disabile è un alunno che ha maggiori probabilità di altri di avere difficoltà relazionali, ma
è anche soggetto con forti spinte compensative e, pertanto, disponibile a recepire con maggiore
sensibilità degli altri, in clima favorevole alla sua crescita.
La lingua parlata e scritta, che si presta alla trasmissione e/o acquisizione di informazioni, va
pertanto affiancata da linguaggi "alternativi" che nell'ambito dei sistemi di comunicazione rivestono
una maggiore funzionalità nello stabilire una comunicazione efficace potenziando processi
formativi basati sulla fiducia, sull'accettazione per l'instaurarsi di un clima favorevole alla crescita,
allo sviluppo di ogni persona e quindi alla integrazione.
Sarebbe opportuno effettuare, con il supporto di personale specializzato, uno screening destinato a
tutti gli alunni che presentino difficoltà nell'apprendimento e/o nella sfera relazionale al fine di
individuare eventuali deficit o problematiche specifiche e, quindi, poter intervenire in maniera
appropriata e tempestiva (dislessia, disgrafia, disturbi d'ansia e del comportamento alimentare ecc).
Analisi del contesto
Nell'anno scolastico 2006-2007 sono presenti presso il nostro Istituto otto alunni diversamente abili,
con deficit psico-fisico e cognitivo.
Due di essi frequentato la scuola Primaria, due la scuola dell'Infanzia e quattro la scuola Secondaria
di primo grado.
Gli alunni diversamente abili differiscono in base alle caratteristiche del danno fisiologico e alle sue
abilità residuali, ciò è importante per le diverse possibilità di recupero attraverso interventi mirati.
Ma anche all'interno della diversa categoria di handicap si hanno delle differenziazioni rispetto alle
manifestazioni individuali, pertanto è necessario la personalizzazione dei percorsi e degli interventi.
A tal fine il percorso scolastico per l'alunno diversamente abile è il. seguente:
o acquisizione e presa d'atto della diagnosi funzionale che attesta. le potenzialità registrabili in
merito all'aspetto cognitivo, affettivo relazionale, linguistico, sensoriale, motorio prassiconeuropsicologico, autonomia personale e sociale.
o valutazione multidimensionale dell'alunno mediante griglie e materiale testistico al fine di
conoscere le reali abilità cognitive, funzionali, socio-relazionali ed affettive.
o reperimento d'idoneo materiale e/o sussidi (programmi computerizzati, ecc) eventualmente già
adoperati, per garantire la continuità d'intervento e facilitare l'apprendimento.
Organizzazione scolastica
I docenti di sostegno della scuola operano nei rispettivi consigli di classe cercando di favorire
l'integrazione e i processi di apprendimento degli alunni diversamente abili, all'interno delle classi
stesse.
Si ricorre ad interventi in laboratori specifici, solo quando strettamente necessario per il
raggiungimento di obiettivi specifici prefissati (attività a piccolo gruppo, a grande gruppo).
A tal proposito, vista la positiva incisività delle attività laboratoriali avviate negli scorsi anni
scolastici si continuerà con queste ed altre attività per favorire la socializzazione e l'integrazione
degli alunni.
Attività di gruppo H (obiettivi, strategie, verifiche e valutazione)
A supporto della quotidiana attività degli insegnanti che operano nelle classi nelle quali sono
presenti alunni diversamente abili, si svolgono periodicamente gli incontri del gruppo di lavoro H
(docenti, psicologo, assistente sociale USL, genitori).
Sulla base di quanto discusso in questi incontri dalle varie figure professionali presenti, si redige per
ogni alunno diversamente abile il P.E.I. (Piano Educativo Individualizzato) nel quale sono indicate
le strategie più idonee al raggiungimento degli obiettivi didattici ed educativi individuati per ogni
alunno.
Gli insegnanti verificano l'acquisizione degli obiettivi proposti attraverso una quotidiana
osservazione avvalendosi sia dei normali strumenti didattici previsti (compiti in classe, test,
verbalizzazioni, ecc), sia di prove calibrate sui singoli alunni.
Orientamento
Alla fine del percorso educativo-didattico della scuola secondaria di primo grado, gli alunni saranno
orientati, in collaborazione del gruppo H, ad effettuare la scelta più adatta, alle loro potenzialità.
Allo scopo gli insegnanti di questa scuola sono disponibili per incontri e visite delle varie scuole
secondarie di secondo grado, al fine di favorire un naturale passaggio da una. scuola all' altra, degli
alunni diversamente abili.
Continuità didattica
La continuità nasce dall'esigenza primaria di garantire il diritto dell'alunno ad un percorso formativo
completo che miri a promuovere uno sviluppo articolato del soggetto, il quale - pur nei vari.
cambiamenti evolutivi e nelle diverse istituzioni scolastiche ed extrascolastici - costituisce
lentamente la sua identità.
L'istituto comprensivo favorisce al massimo tale processo educativo, attuando armoniche e calibrate
forme di raccordo pedagogico curricolare ed organizzativo, in virtù dell'unicità del suo impegno,
che spazia dalla scuola dell'infanzia a quella secondaria di primo grado.
Finalità
o Garantire all'alunno un percorso formativo organico e completo.
o Prevenire le difficoltà che si riscontrano nei passaggi fra diversi ordini di scuola che sono spesso
causa di disagio o insuccesso scolastico.
o Favorire forme di coordinamento che pur rispettando le differenziazioni proprie di ciascuna
scuola siano in grado di fornire agli insegnanti tutti i dati utili per impostare una progettazione
curricolare che non azzeri l