Psicopatologia dell`Adolescenza - tesi tesine temi appunti

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Psicopatologia dell'Adolescenza
di Antonino Cascione
Riassunto dei Capitoli 1 e 2 del manuale di Ammaniti focalizzato
sull'adolescente e sui disturbi psicologici legati a questa fascia di età. I primi
due capitoli del volume sono volti a fornire tutti gli elementi diagnostici utili
nell'approccio alla psicopatologia in generale, e a quella dell'adolescente in
particolare. Viene fornito un quadro completo di come "fare diagnosi", dei
presupposti alla base dei più noti ed autorevoli test utilizzati e una spiegazione
delle scale di misurazione usate.
Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
Facoltà: Psicologia
Corso: Psicologia
Titolo del libro: Psicopatologia dell'Adolescenza
Autore del libro: Ammanniti
Editore: Cortina
Anno pubblicazione: 2002
1. Diagnosi in adolescenza
Nell’ambito della psicopatologia, il tema della diagnosi è un argomento complesso, in particolar
modo
quando ci si riferisce all’età evolutiva e all’adolescenza.
Il termine “diagnosi” si rifà al modello medico, che, come sappiamo, mal si applica in
psicopatologia.
Inoltre la valutazione del disturbo mentale è sempre strettamente connessa alla teoria di riferimento
e con i
diversi modelli della psicopatologia, che propongono varie prospettive interpretative ed esplicative.
La Mc Williams afferma che la valutazione diagnostica in psicopatologia è necessaria per due
ragioni:
In primo luogo, fare una diagnosi corretta è condizione preziosa per la pianificazione del
trattamento;
In secondo luogo, la diagnosi consente delle implicazioni prognostiche.
“Una buona formulazione diagnostica guiderà le scelte del terapeuta in aree cruciali dello stile della
relazione, del tono degli interventi e degli argomenti cui prestare attenzione nelle fasi iniziali”.
All’interno di questa cornice generale, un aspetto specifico riguarda il problema della valutazione
dei
disturbi mentali in adolescenza. Questa fase dello sviluppo, infatti, presenta caratteristiche
complesse e
articolate.
Nella prima adolescenza (12-14 anni), il ragazzo e la ragazza affrontano i cambiamenti corporei e si
rivolgono verso sé stessi. Nella media adolescenza (14-16 anni), gli adolescenti si separano
psicologicamente dalle figure parentali internalizzate per cercare oggetti extrafamiliari. Nella tarda
adolescenza (16-19 anni), il compito principale consiste nella costruzione dell’identità, con le sue
espressioni psicologiche, sociali e sessuali.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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2. La diagnosi classificatoria
Il primo modello diagnostico sviluppatosi nell’ambito della psicopatologia è stato la
“Psicopatologia
medica”. La psicopatologia medica si sviluppa nel corso del 1800 dall’alveo della medicina.
I punti cardine della psicopatologia medica sono:
Le malattie mentali sono considerate espressione diretta di un’alterazione anatomo- funzionale del
sistema
nervoso centrale;
Si ritiene che una lesione cerebrale si può esprimere direttamente nei disturbi psichici (Posizione
monistica);
Si ipotizza una relazione lineare tra alterazione organica o lesione e disturbo psichico.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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3. Gli elementi di base che caratterizzano il modello medico
- Studio dell’ Eziologia (cause della malattia);
- Analisi del Quadro Clinico (manifestazione di segni e sintomi);
- Formulazione di una Diagnosi;
- Analisi del Decorso Clinico (evoluzione nel tempo della condizione patologica);
- Possibilità di fare una Prognosi (previsione sul decorso clinico e sull’esito);
- Diagnosi Differenziale
- Epidemiologia
- Identificazione di una Terapia.
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4. Kraepelin e la classificazione psicopatologica
Il modello eziopatogenetico di tipo medico mal si adatta alla psicopatologia, dal momento che non
sono note
le cause dei disturbi mentali. Nella psicopatologia si preferisce parlare di principio di Equifinalità
(Percorsi
diversi possono condurre allo stesso risultato) e principio di Multifinalità (un determinato evento
non ha
necessariamente lo stesso esito psicopatologico).
Emil Kraepilin fu il primo che distinse due classi principali di disturbi:
- Le Malattie Endogene, causati da fattori interni all’organismo;
- Le Malattie Esogene, causate da fattori esterni al cervello.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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5. Principali sistemi diagnostici in Psichiatria
Nel 1952 l’ A.P.A. (American Psychiatric Association) pubblicò negli Stati Uniti la prima versione
del
DSM, alla quale, negli anni successivi, seguirono diverse edizioni e revisioni.
Il DSM viene definito dagli autori come un sistema ateorico, sviluppato per fini clinici e di ricerca,
che
propone una diagnosi di tipo descrittivo- fenomenologico, raggruppando in categorie distinte le
diverse
condizioni patologiche. Il sistema si articola in 5 assi.
Asse I: Disturbi e sindromi cliniche
Asse II: Disturbi di Personalità e Ritardo Mentale
Asse III: Condizioni mediche generali
Asse IV: Problemi Psicosociali e ambientali
Asse V: Valutazione globale del funzionamento.
I quadri morbosi vengono definiti dalla presenza/assenza di segni e sintomi, che più frequentemente
si
associano in una determinata sindrome.
Un disturbo di personalità, a sua volta, è definito come un pattern duraturo di esperienza interna o
comportamento che si discosta notevolmente dalla cultura cui l’individuo appartiene. La diagnosi
effettuata
secondo i criteri del DSM-IV è una diagnosi classificatoria.
Oltre al DSM esiste un altro sistema nosologico internazionale, l’ International Classification of
Disease
(ICD) a cura della World Health Organization (WHO). Il sistema ICD-10 indica delle linee guida
flessibili
per la diagnosi,m piuttosto che fornire dei criteri specifici e operazionalizzati.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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6. Comorbidita' e Spettro Psicopatologico
La realtà clinica difficilmente corrisponde alle categorie pure proposte dal DSM.
Il concetto di “comorbidità” si riferisce alla comparsa di una o più entità cliniche, che si aggiungono
durante
il decorso di una malattia già presente. Il DSM-IV incoraggia la diagnosi di più disturbi sia
sull’Asse I sia
sull’Asse II. La condizione di associazione o compresenza di più disturbi può essere considerata
“una
conseguenza banale dei confini rigidi reificati che esistono solo nella mente dei classificatori”
(Carson).
Per quanto riguarda il concetto di “Spettro Psicopatologico”. Si intende invece un:
Insieme di disturbi psichiatrici riuniti in uno spettro in relazione a una base comune sottostante. Il
genotipo
si manifesta in diversi fenotipi, ovvero in diverse entità cliniche (Es. lo spettro schizofrenico).
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7. Critiche al DSM e Diagnosi Dimensionale
1. Il DSM sembra rispondere più a esigenze di epidemiologiche e di ricerca che ai bisogni dei
clinici. Il
sistema infatti propone categorie patologiche ideali, senza rendere conto della complessità dei
disturbi.
2. Viene criticata la definizione di “Disturbo mentale” per la sua inadeguatezza funzionale nel
valutare se
determinate caratteristiche comportamentali o psicologiche possano essere considerate
manifestazioni
psicopatologiche.
3. Un ulteriore aspetto problematico riguarda la definizione del criterio soglia (Cut-off) di ogni
categoria del
DSM.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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8. Le principali critiche di matrice psicoanalitica al DSM
- mancanza di una teoria esplicita e coerente;
- attenzione eccessiva al piano sintomatico;
- distinzione artificiosa tra funzionamento normale e funzionamento patologico;
- non si approfondisce la relazione tra le diverse categorie.
Alla diagnosi di tipo classificatorio, che valuta la patologia in termini di presenza/assenza dei
sintomi, vi si
contrappone la “Diagnosi Dimensionale”, che fa riferimento agli elementi bio- psicologici di base.
In generale, possiamo sottolineare come una diagnosi dimensionale consideri la relazione fra
dimensioni di
personalità e disturbi come un continuum, riuscendo così a cogliere gli aspetti di transizione,
sfumati.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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9. I sistemi diagnostici dell'infanzia e dell'adolescenza
La trattazione dei disturbi mentali nell’infanzia e nell’adolescenza è stata a lungo trascurata nei
sistemi
nosologici internazionali. E’ solo con la pubblicazione del DSM-III, nel 1980, che si produce un
cambiamento significativo con l’inserimento di una sezione dedicata ai disturbi diagnosticati
nell’infanzia,
nella fanciullezza o nell’adolescenza.
Però, così come nell’ambito dei disturbi mentali degli adulti, anche in adolescenza l’applicazione
del DSM
suscita diverse riserve. Il problema più rilevante riguarda la mancanza di un criterio evolutivo nella
valutazione della psicopatologia adolescenziale. Il manuale è carente nella descrizione delle
variazioni
evolutive dei sintomi, cioè nelle modificazioni che possono avvenire al variare dell’età del soggetto.
Molte delle critiche sin qui espresse hanno indotto un gruppo di psichiatri e psicoanalisti francesi a
proporre
un sistema diagnostico dell’infanzia e dell’adolescenza basato su un orientamento teorico
psicoanalitico.
Il sistema propone una distinzione delle organizzazioni patologiche della personalità in:
Psicosi
Disturbi nevrotici
Patologie della personalità
Disturbi reattivi
Disturbi con usi di droga e alcool
Disturbi a espressione somatica e/o comportamentale
Varianti della norma
Il sistema diagnostico è articolato in due Assi:
Asse I - Categorie cliniche di base
Asse II - Fattori Associati o anteriori eventualmente eziologici.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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10. I modelli della Psicopatologia
Esistono diversi modelli teorici nell’ambito della patologia mentale; i più noti sono: psicoanalitico,
cognitivo-comportamentale, neurobiologico, evolutivo, interpersonale. Negli ultimi vent’anni,
inoltre, si è
delineato il modello della Developmental Psychopatology.
In base a questa prospettiva, il bambino si confronta in ogni fase del suo sviluppo con diversi
compiti
adattivi, inserito in un flusso continuo con l’ambiente, in una relazione dinamica reciproca. In
questa
prospettiva la psicopatologia viene considerata come espressione di un fallimento nella
negoziazione dei
compiti evolutivi, cui fa seguito un disadattamento o distorsione. Risulta quindi essenziale
identificare i
fattori di vulnerabilità e i fattori protettivi che interagiscono e indirizzano lo sviluppo del bambino
verso
percorsi adattivi o verso traiettorie patologiche.
Il concetto di “vulnerabilità” si riferisce a un insieme di caratteristiche interne e ambientali che
possono
svolgere il ruolo di meccanismi causali nello sviluppo dei disturbi del bambino e dell’adolescente.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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11. Modello psicoanalitico di classificazione della
psicopatologia
Considerando ora il modello psicoanalitico, possiamo suddividere le teorizzazioni d Freud in tre
fasi.
1. In un primo momento, corrispondente agli Studi sull’Isteria, Freud riteneva che la psicopatologia
fosse
causata da un trauma subìto, ossia da episodi di seduzione avvenuti durante l’infanzia. E’ questa le
teoria
dell’affetto-trauma: non potendosi scaricare attraverso le normali vie associative mentali, l’affetto
represso
diviene patogeno dando luogo a scariche indirette attraverso i sintomi.
2. In un secondo tempo, Freud abbandona la teoria della seduzione infantile e sposta il suo focus di
interesse
sulla realtà soggettiva di desideri e fantasie del bambino. A questa fase corrisponde l’introduzione
della
prima topica. Lo sviluppo del bambino viene concepito in modo lineare attraverso il dispiegarsi
delle fasi
psicosessuali o libidiche (orale, anale, fallica). All’interno di questa nuova visione la psicopatologia
si fonda
su due meccanismi che possono ostacolare il normale succedersi delle fasi libidiche: la fissazione e
la
regressione.
3. La terza fase del pensiero freudiano corrisponde all’introduzione della teoria duale delle pulsioni
e del
modello strutturale. Il concetto alla base della psicopatologia è, adesso, quello di conflitto
inconscio,
espressione della dotazione pulsionale dell’uomo.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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12. Modello pulsionale e relazionale
Dopo la morte di Freud, partendo dalle sue teorie, si sono sviluppati vari filoni che possiamo
inserire in due
paradigmi fondamentali:
Modello Pulsionale --> ha nella teoria del conflitto la sua visione della psicopatologia:
Modello Relazionale --> la patologia è considerata principalmente come espressione di un deficit
strutturale
in funzione di un arresto evolutivo.
Un filone specifico che si rifà al primo modello è quello della Psicologia dell’Io (Heinz Hartmann,
Anna
Freud, Renè Spitz, Margaret Mahler, Edith Jacobson).
Margaret Mahler ha messo in luce i conflitti che possono svilupparsi nel processo di
separazione/individuazione. L’autrice descrive diverse fasi dello sviluppo infantile, caratterizzate da
particolari configurazioni relazionali fra il bambino e la madre, a partire da un’assenza di relazione,
passando per una fase di unione simbiotica, sino alla separazione psicologica con l’acquisizione
della
costanza dell’oggetto.
Sempre in una prospettiva fondamentalmente funzionale si colloca Melanie Klein. Nel modello
della Klen la
patologia è collegata con la predominanza della posizione schizoparanoide rispetto a quella
depressiva, nella
quale sono presenti fantasie sadiche infantili che provocano un’intensa angoscia.
Venendo ora al paradigma relazionale, possiamo dire che, nonostante le considerevoli differenze fra
i vari
clinici, considera le relazioni tra persone esterne reali e le corrispondenti immagini interne. In
questo
panorama teorico sono in primo piano la Psicologia del Sé di Kohut, i cosiddetti “Indipendenti”
(Fairbain,
Winnicott, Balint), l’orientamento interpersonale-intersoggettivo (Sullivan, Mitchell) e infine autori
come
Kernberg e Sandler, nei quali coesistono entrambi i modelli.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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13. Classificazione di Otto Kernberg
Kernberg ha proposto un approccio psicoanalitico alla diagnosi sulla base dell’ organizzazione della
personalità. Egli distingue tre principali organizzazioni di personalità (nevrotica, borderline,
psicotica) sulla
base di tre criteri strutturali:
1. l’integrazione dell’identità
2. I meccanismi di difesa utilizzati
3. L’esame di realtà.
1. Organizzazione Nevrotica: L’esame di realtà è conservato; i meccanismi di difesa utilizzati sono
di alto
livello (rimozione, formazione reattiva, isolamento, annullamento, intellettualizzazione,
razionalizzazione).
La rappresentazione del sé è differenziata da quella dell’oggetto e i suoi confini sono preservati. Le
immagini “buone” e le immagini “cattive” del sé e degli altri sono integrate.
2. Organizzazione Borderline: l’aspetto principale di questa organizzazione è la diffusione di
identità. Le
rappresentazioni di sé e degli altri sono scisse. L’esame di realtà è mantenuto o, nelle situazioni più
gravi,
compromesso. Il principale meccanismo di difesa è la scissione.
3. Organizzazione Psicotica: L’esame di realtà è perduto, sono presenti deliri, allucinazioni e
comportamenti
bizzarri. Vi è una mancata integrazione del Sé e una mancata differenzazione fra sé e l’oggetto.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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14. La valutazione clinica in Adolescenza
il presupposto teorico è che il compito principale di ogni adolescente sia quello di accettare le
trasformazioni
sessuali della pubertà, integrando nella rappresentazione di sé il corpo sessuato. La psicopatologia,
pertanto,
viene considerata l’espressione di un break-down evolutivo, ossia di un rifiuto inconscio del corpo
sessualmente maturo.
I Laufer propongono tre categorie principali di gravità:
1. Funzionamento difensivo--> può interessare o un’area specifica della vita dell’adolescente o,
viceversa,
può caratterizzare il funzionamento globale.
2. Situazione di Stallo --> indica una crisi acuta dell’adolescente che non riesce a contenere
l’angoscia e la
possibilità di progressione è bloccata.
3. Conclusione prematura --> il processo si è concluso con l’integrazione di un’immagine corporea
alterata
per evitare l’angoscia provocata dalle modificazioni somatiche.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 14 di 38
15. I recenti sviluppi della psichiatria e le misure diagnostiche
All’inizio della psichiatria, Kraepelin e Bleuler introdussero un approccio valutativo tramite il quale
il
clinico, durante l’intervista psichiatrica, lasciava libero il paziente di determinarne il contenuto e lo
svolgimento. Sigmund Freud sottolineò la necessità di una modalità non direttiva nella relazione
clinicopaziente,
allo scopo di ridurre la soggettività dell’intervistatore e di garantire una maggiore obiettività.
Negli ultimi decenni la psichiatria, soprattutto negli Stati Uniti, ha spostato il focus d’attenzione
verso un
approccio maggiormente “orientato al sintomo”. Il risultato di questo nuovo orientamento è stato la
costruzione di sistemi di classificazione diagnostica come il DSM e l’ICD.
L’esigenza di sviluppare misure diagnostiche strutturate o semistrutturate veniva, inoltre, sollecitata
dalle
critiche mosse dai ricercatori ai clinici che conducevano l’intervista clinica tradizionale. Alcune
delle
principali critiche possono essere sintetizzate nei seguenti punti:
- la tendenza del clinico a formulare la diagnosi prima di aver raccolto tutte le informazioni
rilevanti;
- la tendenza a raccogliere le informazioni in modo selettivo, privilegiando gli elementi che
confermano una
diagnosi formulata in partenza e/o la tendenza a ignorare l’informazione che escluda una diagnosi;
- la mancanza di un approccio sistematico nel collegare i differenti tipi di informazione;
- la tendenza a formulare diagnosi o a esprimere valutazione cliniche basate su ciò che è più noto e
familiare
al clinico;
- la tendenza a stabilire correlazioni tra segni, sintomi e diagnosi che possono essere false o
inesistenti,
quando non sono fondate su una verifica empirica.
Antonino Cascione Sezione Appunti
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16. Screening clinico standardizzato
Si è affermata l’esigenza di elaborare misure diagnostiche e di screening clinico standardizzate e
validate.
Questi strumenti di valutazione e di screening clinico possono essere distinti in 2 principali
tipologie:
- Interviste diagnostiche;
- Questionari di valutazione (self-report e report-form).
Le interviste diagnostiche si differenziano rispetto al grado di struttura: nelle interviste altamente
strutturate,
l’intervistatore pone un set di domande usando una formulazione fissa, mentre le interviste
semistrutturate
consentono al clinico di utilizzare domande aperte, esplorative, e di incorporare altre fonti di
informazione
per la valutazione dei sintomi.
Angold e Fisher propongono di distinguere, inoltre, tra le “interviste centrate sull’intervistato” e le
“interviste centrate sull’intervistatore”. Nelle prime l’intervistatore segue un protocollo prestabilito,
senza
interpretare le risposte del paziente. Nelle interviste centrate sull’intervistatore, invece, il clinico ha
una
maggiore libertà nel porre le domande e l’intervista è uno strumento guida che l’intervistatore usa
per fare le
domande, definire i sintomi e i pattern di disturbo e, infine, decidere se un sintomo sia o meno
presente.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 16 di 38
17. Proprieta' metodologiche degli strumenti di valutazione
Gli strumenti di valutazione, per essere adottati, devono possedere proprietà metodologiche
rigorose. Le
proprietà metodologiche considerate fondamentali sono definite dai seguenti criteri di applicabilità:
Validità -> Accuratezza con cui lo strumento misura ciò che intende misurare
Attendibilità -> coerenza o consistenza interna di uno strumento
Sensibilità -> registra quanto lo strumento di valutazione sia in grado di identificare, in modo
corretto, i veri
casi di disturbo psicopatologico all’interno di una popolazione;
Specificità -> capacità dello strumento di rilevare all’interno di una popolazione i “non casi”, cioè
coloro
che non hanno un determinato disturbo.
Valore predittivo positivo e negativo -> rappresentano la misura della probabilità di avere o non
avere
realmente un disturbo sulla base dei risultati della procedura di valutazione.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 17 di 38
18. Limiti metodologici nell’uso delle misure diagnostiche
E’ attualmente in corso un dibattito sui limiti metodologici nell’uso delle misure diagnostiche che si
incentra
soprattutto sull’importanza di controllare il rischio di incorrere in “falsi positivi” e “falsi negativi”.
Inoltre,
se si ricorre alle misure diagnostiche ponendo un’eccessiva attenzione al piano dei sintomi e dei
segni, si
può produrre un’artificiosa demarcazione tra normale e anormale. Su questi aspetti, il dibattito si
complica
quando si considera il problema della diagnosi nell’adolescenza, in cui è fondamentale considerare
la
dimensione dello sviluppo.
Un ulteriore problema nasce dal considerare le connessioni tra la psicopatologia manifesta e la
psicopatologia latente.
Per quanto riguarda la metodologia della classificazione in età evolutiva occorre precisare che il
modello
categoriale si limita all’identificazione della presenza/assenza di sintomi e quadri sindromici e
dicotomizza
variabili continue; mentre il modello dimensionale amplia lo spettro della valutazione a tutte le
dimensioni
del funzionamento individuale, per verificare quale dimensione è compromessa, quali sono i gradi
di rischio
e quali sono le dimensioni sane.
Per raggiungere una migliore accuratezza nella valutazione clinica e nella diagnosi è importante
considerare,
oltre ai sintomi, il problema della limitazione, dello stress e della sofferenza connessi all’esperienza
soggettiva e interpersonale.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 18 di 38
19. Punti di forza nell'uso delle misure diagnostiche
Oltre alle critiche che possono essere mosse al modello categoriale, si possono comunque
evidenziare alcuni
punti di forza:
- il modello categoriale può riassumere in modo efficace molte informazioni in una definizione
sintetica:
- gli psichiatri e gli psicologi clinici, soprattutto quando devono prendere una decisione, ragionano
in termini
categoriali;
- per una valutazione dimensionale è necessario disporre di un cut-off per definire soglie di
normalità e
patologia, e ciò richiama di nuovo l’esigenza clinica di categorizzare;
- la classificazione categoriale facilita la scoperta di entità psicopatologiche rare, “distinte” e
“discrete”.
Sebbene gli strumenti di valutazione possano offrire una maggiore affidabilità scientifica rispetto
alle
interviste cliniche non strutturate, il loro valore e l’utilità sono ancora discussi e dipendono, in
ultima analisi,
dalla validità della nosologia clinica e psichiatrica, che deve fornire una chiara cornice di
riferimento.
Dall’ampio dibattito scientifico sui sistemi di valutazione. emerge comunque l’importanza di un
approccio
metodologico che si avvalga di misurazioni psicometriche, poiché può essere maggiormente al
riparo da
errori di diverso tipo.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 19 di 38
20. Kiddie Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia
for
School-Age Children - K-SADS
La K-SADS fa parte delle “interviste centrate sull’intervistatore”, nelle quail il ruolo cruciale è
assegnato
all’ intervistatore, che è più libero di formulare le domande, pur seguendo uno schema ben
delineato.
Essa permette una valutazione di tipo categoriale dei sintomi psichiatrici, dal momento che registra
la loro
presenza o assenza e, nel contempo, tramite un punteggio su un continuum di sintomatologia,
consente di
ottenere una valutazione di tipo dimensionale degli stessi.
L’intervista K-SADS è formata da un elenco di quesiti che traducono in domande dirette i criteri
diagnostici
di specifici quadri nosografici del DSM.
Sono disponibili tre formati dell’intervista semistrutturata K-SADS che hanno scopi diversi e sono
stati
costruiti in tempi diversi:
K-SADS-P (Present Version) --> per l’indagine psicopatologica sulla condizione attuale dei
bambini e degli
adolescenti:
K-SADS-E (Epidemiologic Version) --> per la ricerca epidemiologica sui disturbi psichiatrici in età
evolutiva;
K-SADS-PL (Present and Lifetime version) --> per la diagnosi psicopatologica nel presente e nel
corso del
ciclo di vita.
L’intervista K-SADS è composta da sezioni distinte per 4 quadri di psicopatologia: disturbi
affettivi, disturbi
d’ansia, disturbi del comportamento e disturbi psicotici. Una sezione finale è destinata a riportare il
comportamento del bambino o dell’adolescente rilevato dal clinico durante l’intervista.
L’intervista K-SADS-E è il formato finalizzato alla ricerca epidemiologica sui disturbi psichiatrici.
Il formato K-SADS-P/L è in grado di valutare contemporaneamente i sintomi relativi allo stato
presente e
riscontrabili nell’intero ciclo di vita.
Tramite l’intervista semistrutturata K-SADS-P si raccolgono informazioni da parte di più valutatori:
genitori, insegnante, bambino/adolescente. La conduzione dell’intervista con il bambino ha i
seguenti scopi:
- stabilire un contatto con lui;
- trarre dalle informazioni una conferma o disconferma rispetto alle informazioni ricevute dai
genitori;
- ottenere un quadro della cronologia del disturbo, del suo corso e della condizione attuale.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 20 di 38
21. The Clinical Global Impression Scale
L’intervista K-SADS è seguita da una Scala che stima l’esordio, la gravità del disturbo e il
deterioramento
che provoca sul funzionamento generale (The Clinical Global Impression Scale).
Il formato K-SADS-P/L è correlato da un’ Intervista di Screening per rilevare i sintomi, al momento
attuale
e nel corso del ciclo di vita, in 20 aree diagnostiche. L’intervista di screening precede la
somministrazione
del K-SADS P/L e consente di abbreviare il tempo di somministrazione del K-SADS P/L,
permettendo di
omettere le domande relative ai sintomi che, in questo screening iniziale, si dimostrano non
significativi.
Qualora invece dallo screening iniziale emergano sintomi significativi si procede nella
somministrazione di
un supplemento di intervista, che indaga 6 aree diagnostiche, in particolare: area affettiva, area
psicotica,
ansia, comportamento, abuso di sostanze, altri problemi.
Per la somministrazione occorre circa un’ora e mezza, sia per il genitore sia per il bambino. Questa
forma
fornisce informazioni relative soltanto alla presenza o assenza del quadro sintomatologico, pertanto
si
configura come un sistema esclusivamente categoriale.
Per una corretta somministrazione dell’ intervista, qualunque forma si adotti, è opportuno che
l’intervistatore
sia un clinico perché è necessaria una puntuale conoscenza della sintomatologia e dei quadri
diagnostici.
Laddove vengano riscontrate delle discrepanze tra la valutazione del bambino e quella del genitore,
si
procederà a intervistarli congiuntamente, per chiarire i rispettivi punti di vista.
Occorre, inoltre, precisare che le interviste presentate non sono state organizzate per valutare i
disturbi
nell’Asse II del DSM, i disturbi pervasivi dello sviluppo e i disturbi di apprendimento.
Un limite di questo sistema diagnostico è la sua lunghezza, infatti un’intervista completa
genitore/bambino
richiede circa un’ora mezzo per ciascuno, anche se va considerato il vantaggio che deriva dal
metodo rapido
e agevole di attribuzione dei punteggi per la valutazione quantitativa del disturbo.
Per le proprietà psicometriche sono disponibili valori di attendibilità intervalutatori e di attendibilità
testretest.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 21 di 38
22. Diagnostic Iterview Schedule for Children
La DISC è un’intervista diagnostica strutturata compatibile con i criteri del DSM-IV e con la
classificazione
diagnostica ICD-10. Questa intervista rientra nella categorie di “interviste incentrate
sull’intervistato”, nelle
quali il clinico è meno libero durante l’indagine diagnostica.
Inizialmente la DISC costituiva uno strumento di studio e di indagine epidemiologica per verificare
la
prevalenza e l’incidenza dei disturbi mentali; successivamente l’intervista è stata trasformata in uno
strumento di diagnosi, di screening e di ricerca clinica.
La prima elaborazione della DISC risale alla fine degli anni ’70, da allora si sono succedute diverse
edizioni.
Attualmente sono disponibili due formati dell’intervista destinati a essere usati da informatori
diversi:
DISC-Youth (DISC-Y) --> costruita per bambini e adolescenti tra 9 e 17 anni;
DISC-Parents (DISC-P) --> destinata a essere somministrata ai genitori dei bambini e degli
adolescenti dai 6
ai 17 anni.
La DISC-IV è in grado di diagnosticare 30 disturbi mentali che possono presentarsi nell’infanzia e
nell’adolescenza e che soddisfano i criteri del DSM-IV. Lo spettro psicopatologico della
schizofrenia viene
approfondito con un’ulteriore indagine, effettuata tramite l’intervista diagnostica Composite
International
Diagnostic Interview, elaborata dalla WHO.
La DISC è composta da oltre 3000 domande ed è strutturata in 3 parti principali e una quarta parte
opzionale. La maggior parte degli item prevede solo due opzioni di risposta e l’intervista contiene
poche
domande aperte.
E’ organizzata in sei moduli, ciascuno dei quali si riferisce a diagnosi collegate:
disturbi d’ansia
disturbi dell’umore
Schizofrenia
Disturbi da comportamento dirompente
Disturbi da abuso di sostanze
Disturbi vari.
E’ stata inoltre inserita una parte che si propone di indagare il deterioramento prodotto dai sintomi.
L’esame
del deterioramento viene effettuato tramite una serie di domande volte a indagare il funzionamento
in 6
specifici settori:
1. la relazione con i genitori e le persone significative;
2. la partecipazione alle attività familiari;
3. le attività con i pari;
4. il funzionamento scolastico e lavorativo;
5. la relazione con gli insegnanti;
6. lo stress procurato dai sintomi.
Importanti studi di validazione sono stati effettuati soprattutto sulle versioni precedenti della DISC;
mentre
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 22 di 38
non esistono studi di validazione della DISC-IV.
Esiste inoltre la DISC Predictive Scales (DPS), uno strumento agevole la cui somministrazione dura
solo 10
minuti ed esplora l’area diagnostica di:
fobia semplice
agorafobia
disturbo iperansioso
doc
ansia di separazione
disturbo depressivo maggiore
disturbo di attenzione e di iperattività
disturbo oppositivo provocatorio
disturbo della condotta
disturbo di abuso di sostanze
Viene proposto un uso della DISC Predictive Scales come strumento self-report per un iniziale
screening
clinico.
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 23 di 38
23. Symptom Checklist-90-Revised
La SCL-90-R è un questionario di auto valutazione costruito allo scopo di fornire una misura
standardizzata
dello status psicologico e/o psicopatologico attuale di un individuo, applicabile a popolazioni
normali o
psichiatriche di adulti e di adolescenti.
La SCL-90-R può essere somministrata e codificata, nella versione statunitense, con riferimento a 4
gruppi
normativi:
adulti normali;
pazienti adulti psichiatrici non ricoverati;
pazienti adulti psichiatrici ricoverati;
adolescenti normali.
I punteggi normativi per gli adolescenti sono utilizzabili esclusivamente nella fascia di età dai 13 ai
19
anni.Lo strumento, costituito da 90 item, può essere compilato dall’intervistato nel tempo di 12/15
minuti. A
ciascuno dei 90 item viene dato un punteggio su scala Likert da 0 a 4 punti, corrispondenti alla
misura
dell’intensità dell’esperienza soggettiva di disagio.
Le 9 dimensioni primarie indagate da tale strumento sono:
1. Somatizzazione -> disagio psicologico sperimentato dal soggetto a causa di disfunzioni percepite
nel
proprio corpo;
2. Dimensione Ossessivo-Compulsiva -> Pensieri, impulsi o azioni sperimentati dal soggetto come
ego
distonici
3. Sensibilità Interpersonale -> sentimenti di inferiorità, inadeguatezza e insicurezza sperimentati
nelle
relazioni interpersonali;
4. Depressione -> è la dimensione più ampia della SCL-90-R
5. Ansia -> valuta i segni psichici e somatici dell’ansia;
6. Ostilità -> rappresenta il costrutto di un affetto negativo;
7. Ansia Fobica -> manifestazioni patognomiche dell’ansia fobica (Agorafobia, sindrome di
depersonalizzazione);
8. Ideazione Paranoide -> riflette il comportamento paranoide come prodotto fondamentale di un
disturbo
del pensiero;
9. Psicoticismo -> include sia i sintomi che indicano ritiro e isolamento, sia i sintomi primari della
schizofrenia.
La SCL-90-R prevede inoltre 7 item aggiuntivi.
Nella valutazione clinica finale, prevede 3 Indici Globali di Disturbo:
Indice di Gravità globale (include sia il numero dei sintomi riferiti, sia l’intensità del disagio)
Indice di Disturbo dei Sintomi Positivi (misura dell’intensità dei sintomi riportati)
Indice Totale dei sintomi Positivi (riflette soltanto il numero dei sintomi riferiti dal soggetto)
Le informazioni cliniche che si possono ottenere dalla somministrazione della SCL-90-R sono,
quindi,
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 24 di 38
interpretabili lungo tre direttrici principali: globale, dimensionale e sintomatica.
Lo studio delle proprietà psicometriche della SCl-90-R ha fornito risultati soddisfacenti per ciò che
riguarda
la coerenza interna dello strumento e la sua attendibilità test-retest. Ulteriori studi hanno confermato
la
validità di costrutto e la validità predittiva.
Le ricerche in cui è stata utilizzata la SCL-90-R con popolazioni cliniche di adolescenti ricoverati in
unità
psichiatriche hanno messo in luce l’importanza di elaborare dati normativi specifici per queste
popolazioni,
che sono attualmente disponibili solo per i pazienti adulti.
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 25 di 38
24. Children's Depression Inventory
Il CDI è una scala di autovalutazione della depressione, utilizzabile per soggetti dagli 8 ai 17 anni di
età.
Tale strumento si basa su tre principi:
la depressione è possibile ne bambino;
può essere osservata e misurata;
le sue caratteristiche sono in parte sovrapponibili a quelle della depressione dell’adolescente e
dell’adulto.
Da alcuni studi è, però, emerso che sebbene la depressione possa essere diagnosticata in bambini,
adolescenti e adulti, ciò non significa che le manifestazioni del disturbo siano necessariamente
identiche. In
questa direzione, il DSM riconosce che vi possono essere caratteristiche associate per differenti età
di
sviluppo.
Per una migliore comprensione dei disturbi affettivi e comportamentali nei soggetti in età evolutiva,
sono
ritenuti attualmente importanti sia un approccio diagnostico categoriale, sia un approccio
diagnostico
dimensionale.
Il CDI si presenta sotto forma di un questionario “carta e penna” ed è composto da 27 item,
finalizzati a
quantificare un’ampia varietà di sintomi, inclusi i disturbi dell’umore, della capacità di provare
piacere, delle
funzioni vegetative, della stima di sé e del comportamento sociale; numerosi item indagano in modo
specifico gli effetti della condizione depressiva in quei contesti che sono particolarmente rilevanti
per il
bambino più grande e per l’adolescente.
Il questionario può essere adeguatamente somministrato in un periodo di tempo non superiore ai 30
minuti,
in condizioni individuali o collettive. La somministrazione individuale è consigliabile per i soggetti
con
disturbi psicopatologici o nel caso esistano dubbi in merito alla capacità del bambino/adolescente di
conservare la concentrazione necessaria.
Gli studi condotti per verificare l’attendibilità del CDI hanno confermato una buona “Coerenza
interna” del
questionario, con valori di “coefficiente alpha” risultati coerenti.
Il CDI di Kovacs, in modo analogo agli altri questionari self-report, è stato costruito allo scopo di
misurare il
livello di gravità di depressione nel momento attuale della valutazione; ci attende, quindi, che la
sintomatologia riferita possa variare nel tempo e che le correlazioni test-retest siano
tendenzialmente basse.
Il CDI ha, quindi, rivelato buone potenzialità d’uso come strumento di screening, mostrando una
sensibilità
agli effetti del disagio depressivo nella scuola.
Una diagnosi accurata di depressione in età evolutiva rappresenta soltanto la fase iniziale
dell’assessment
clinico, in quanto i disturbi depressivi nei bambini e negli adolescenti spesso mettono il luce cause e
problemi multipli.
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 26 di 38
25. Sistema di Valutazione Multiassiale su base empirica
Il sistema di valutazione multi assale su base empirica (ASEBA) è stato elaborato da Achembach
nell’ambito di un paradigma valutativo interessato a ottenere informazioni sull’adattamento, sulle
competenze, sui problemi comportamentali ed emotivi del bambino e dell’adolescente, individuabili
in
situazioni diverse e derivate da fonti multiple.
L’approccio multi assiale ha permesso di costruire una gamma di strumenti valutativi sotto forma di
questionari autodescrittivi compilati dall’adolescente (Self.report) e questionari di valutazione
(report-form)
per raccogliere descrizioni sul bambino e sull’adolescente fornite da persone familiari e a loro
vicine che
conoscono le loro modalità di adattamento nell’ambiente di vita condiviso.
I questionari possono essere utilizzati con molteplici finalità:
- valutazione clinica;
- piani di prevenzione;
- pianificazione di interventi psicologici, educativi e psicosociali;
- verifica dei risultati e dell’efficacia di un trattamento;
- ricerca epidemiologica e clinica.
Nell’ambito della procedura diagnostica multi assiale per gli adolescenti si utilizzano tre questionati
specifici:
Child Behaviour Checklist -> per la fascia di età 4-18 anni, destinato a essere somministrato ai
genitori:
Youth Self-Report -> per l’autovalutazione degli adolescenti dagli 11 ai 18 anni;
Teacher’s Report Form -> per la valutazione dei bambini e degli adolescenti dai 5 ai 18 anni,
fornito dai loro
insegnanti.
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 27 di 38
26. Child Behaviour Checklist
La CBCL, compilata separatamente da ciascun genitore, è strutturata in due parti:
1. la prima parte raccoglie informazioni su varie aree del funzionamento personale e sociale;
2. la seconda contiene 118 item che si presentano sotto forma di affermazioni relative a
comportamenti in
vari ambiti e a problemi emozionali.
Dai punteggi, confrontati con i valori normativi, si ricavano due punteggi totali, uno per le
competenze
(attività, socialità, scuola) e uno problemi comportamentali ed emozionali, e due profili separati: un
profilo
di competenze e un profilo psicologico e/o psicopatologico.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 28 di 38
27. Youth Self-Report
Il YSR è stato costruito da Achembach al fine di disporre di uno strumento autodescrittivo per
ottenere
informazioni dirette dagli adolescenti, della fascia di età 11-18 anni, sulle loro competenze e sui
loro
problemi comportamentali ed emotivi.
Rispondendo a 113 item, che si presentano sotto forma di affermazioni, riferibili a situazioni e a
problemi di
vario tipo, gli adolescenti forniscono un resoconto su di sé, sul loro funzionamento adattivo in
diverse aree
comportamentali ed emotive. Come per la CBCL si ottengono due profili, uno per le competenze e
uno per i
problemi comportamentali ed emozionali, che possono essere valutati nei range “normale”, “al
limite” o
“clinico” di specifiche scale sindromi che.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 29 di 38
28. Teacher's Report Form
Il questionario TRF ha come un’unica differenza l’essere stato costruito per informazioni che
provengono
dagli insegnanti. La prima parte del TRF chiede all’insegnate, o a un altro valutatore, d specificare
il grado
della sua conoscenza dell’allievo sulla base del tempo che trascorre con lui.
La seconda parte esplora i comportamenti adattivi e disadattavi e i problemi emozionali in vari
ambiti
tramite lo stesso numero di 113 item self-report.
I punteggi ottenuti al questionario TRF possono essere utilizzati per effettuare un confronto
incrociato tra
l’autovalutazione dell’adolescente e la valutazione dell’insegnante sulle descrizioni riportate.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 30 di 38
29. Otto sindromi individuate dall'approccio multiassiale
Tutti gli strumenti paralleli, costruiti per essere somministrati a informatori diversi, sono in grado di
intercettare 8 sindromi derivate dalla valutazione incrociata (cross-informant) di popolazioni
normali e
cliniche di adolescenti, dei loro genitori e dei loro insegnanti.
Le 8 sindromi descritte da singoli item, sono le seguenti:
- ritiro
- lamentele somatiche
- Ansia/depressione
- Problemi sociali
- Problemi del pensiero
- Problemi di attenzione
- Comportamento delinquenziale
- Comportamento aggressivo
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 31 di 38
30. Scale sindromiche
Tali sindromi sono state raggruppate sulla base della loro appartenenza a una dimensione clinica, in
tre
principali scale sindromiche:
1. Scale dei problemi internalizzanti;
2. Scale dei problemi esternalizzanti:
3. Scale dei problemi né internalizzanti né esternalizzanti.
Una scala sindromica denominata da Achenbach Autodistruttività/Problemi d’identità è stata inoltre
identificata solo per i maschi e costituisce una scala opzionale.
I questionari multi assiali costruiti da Achenbach e dal suo gruppo di ricerca clinica permettono la
rilevazione di più disturbi e sindromi contemporaneamente.
Nel paradigma valutativo di Achenbach non è in primo piano la registrazione della presenza o
assenza della
sindrome, quanto piuttosto in che misura la sindrome è presente, vale a dire in che grado sono
evidenziabili
le sue caratteristiche.
L’esigenza di costruire una procedura di valutazione costituita su dati empirici nasce dalla
constatazione che
i sistemi diagnostici maggiormente in uso adottano una prospettiva definita “From the top down”,
vale a dire
utilizzano una metodologia valutativa che parte da un quadro diagnostico delineato in precedenza,
per
identificare la presenza o assenza di un determinato disturbo nel bambino o nell’adolescenze. Il
paradigma
di Achenbach, al contrario, propone un’inversione di prospettiva che invita a rilevare i problemi
adattivi
“from the ground up”, vale a dire partendo dal basso, dall’osservazione concreta, per risalire verso
l’alto e
arrivare all’inquadramento del problema all’interno di un sistema diagnostico.
Sulla base delle evidenze empiriche emerse e nell’intento di migliorare la valutazioni diagnostica, la
tassonomia e la comprensione della psicopatologia in età evolutiva, Achenbach ha incluso l’uso di
scale
orientate alle categorie e ai criteri diagnostici del DSM-IV.
Sebbene queste scale orientate al DSM-IV possano far emergere profili psicopatologici, suggerendo
la
presenza di una psicopatologia in una specifica area nosografica, esse non sostituiscono l’approccio
diagnostico condotto con il sistema DSM-IV, ma piuttosto lo affiancano.
Recentemente è stato condotto uno studio sulla standardizzazione italiana. I risultati ottenuti sono
andati
nella stessa direzione di altre ricerche in campo internazionale, rilevando che i problemi
esternalizzanti
tendono a diminuire con l’aumentare dell’età, mentre i problemi internalizzanti tendono ad
aumentare con
l’età.
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 32 di 38
31. Offer Self-Image Questionnaire-Revised - OISQ-R
Il questionario sull’Immagine di Sé, costruito da Daniel Offer, è un questionario di personalità
autodescrittivo, somministrabile agli adolescenti dai 13 ai 19 anni, per esplorare il sistema del Sé,
vale a dire
i sentimenti, gli atteggiamenti e le rappresentazioni degli adolescenti in varie aree del Sé.
Il costrutto del sé è stato per lungo tempo al centro delle concettualizzazioni psicoanalitiche e ha
ricevuto
un’ampia attenzione clinica, tuttavia, lo studio dell’immagine di Sé e del funzionamento psicologico
in
adolescenti normali non è mai stato oggetto di una verifica empirica.
Sulla base di numerosi studi e ricerche, Offer ha sottolineato la relativa mancanza di indagini sulle
popolazioni normali di adolescenti e si è proposto di valorizzare e approfondire la conoscenza della
normalità nei sui aspetti multidimensionali.
In questa prospettiva, Offer muove una critica all’eccessiva focalizzazione sulla patologia mentale
dap arte
degli psicologi clinici e degli psichiatri, che sono stati meno impegnati a sviluppare teorie sullo
sviluppo
normale.
L’indagine empirica del gruppo di ricerca di Offer è stata finalizzata a esplorare, tramite la raccolta
di dati
oggettivi, il territorio della normalità e contemporaneamente hanno vlouto riesaminare le teorie
dello
sviluppo, mettendo a confronto modelli teorici della psicoanalisi e della psicologia dello sviluppo,
in cui
hanno evidenziato due prevalenti linee concettuali. La prima enfatizza l’idea della “continuità dello
sviluppo”; l’altra, ravvisabile nel pensiero di Anna Freud, pone l’accento sulla “discontinuità dello
sviluppo”. In particolare Anna Freud considera l’adolescenza come un disturbo evolutivo,
un’interruzione di
una crescita pacifica.
Le concettualizzazioni dell’adolescenza come fase di tumulto e di discontinuità possono essere
spiegate dal
fatto che quando i clinici, psichiatri e psicoanalisti, iniziarono ad approfondire la conoscenza di
questo
periodo dello sviluppo potevano avvalersi delle informazioni provenienti da popolazioni di
adolescenti
disturbati, mentre non avevano la stessa opportunità di studiare popolazioni non cliniche.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 33 di 38
32. Miti sull'adolescenza sfatati da Offer
Offer mette in evidenza 5 principali miti sull’adolescenza (miti da sfatare):
1. lo sviluppo dell’adolescente normale è tumultuoso
2. l’adolescenza è un’epoca di un incremento dell’emotività
3. la pubertà è un evento negativo per gli adolescenti
4. l’adolescenza è il periodo in cui è presente un maggiore rischio di suicidio
5. il pensiero dell’adolescente è di tipo infantile.
La ricerca non conferma pienamente questi assunti teorici!
E’ da rilevare, inoltre, secondo Offer, che sembra prevalere, nella prassi clinica, l’orientamento di
separare
la normalità dalla patologia in modo troppo netto e di categorizzare i comportamenti disadattavi
come
patologici, non considerando abbastanza la presenza di un continuum di comportamenti e stati
emozionali
funzionali e/o disfunzionali sia nell’ambito della normalità. Sia nell’ambito della patologia.
Le riflessioni di Offer hanno portato all’elaborazione di una “teoria multipla dello sviluppo
normale”. In tale
teoria emergono tre configurazioni evolutive: una “crescita continua”, una “crescita discontinua” e
una
“crescita turbolenta”, ciascuna caratterizzata da variabili individuali, interpersonali e familiari che si
presentano più o meno facilitanti il processo evolutivo.
Il primo tipo di crescita descrive un adolescente che attraversa la fase adolescenziale in modo
adattato,
flessibile e con una positiva immagine di Sé.
Il secondo tipo di crescita riguarda quegli adolescenti che affrontano i compiti evolutivi con
oscillazioni
emozionali, minore stabilità nell’adattamento e nell’immagine di sé. Il terzo tipo si riferisce,invece,
ad
adolescenti che presentano conflitti interni ed esterni e un adattamento problematico alla realtà e al
momento
evolutivo.
La versione dell’ OSIQ-R è costituita da 129 item, che consentono di misurare quali aree del Sé
sono
fronteggiate con padronanza e quali, al contrario, sono meno padroneggiate, evidenziando difficoltà
adattive
dell’adolescente. Gli item sono raggruppati in 12 Scale, che si riferiscono a diverse dimensioni del
Sé
riguardanti, nello specifico, il Sé Psicologico, il Sé Sociale, il Sé Sessuale, il Sé Familiare e il Sé
Adattivo.
Il questionario OSIQ-R può essere somministrato individualmente o a piccoli gruppi e richiede
circa 30
minuti per la sua compilazione.
I punteggi ottenuti dalla somministrazione dell’ OSIQ-R possono essere trasformati in punteggi
standardizzati che indicano la qualità dell’adattamento in ciascuno delle 12 dimensioni del Sé.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 34 di 38
33. Le 12 Scale di Offer
1. Tonalità emotiva
2. Controllo degli impulsi
3. Salute Mentale
4. Funzionamento Sociale
5. Funzionamento familiare
6. Attitudini Vocazionali
7. Autofiducia
8. Adattamento e Fiducia nel Mondo esterno
9. Immagine Corporea
10. Sessualità
11. Valori Etici
12. Idealismo
La standardizzazione dell’OSIQ è stata condotta su ampie popolazioni scolastiche di adolescenti,
appartenenti ad aree urbane e suburbane, a classi sociali medio-basse, medio e medio-alte
statunitensi e di
vari altri paesi.
Numerosi studi sull’attendibilità e la validità dello strumento, condotti da Offer e collaboratori e da
gruppi di
ricerca, hanno verificato le buone potenzialità d’uso dell’OSIQ.
Studi sulla stabilità dell’OSIQ hanno evidenziato, inoltre, una abbastanza soddisfacente attendibilità
testretest.
Un limite delle ricerche di Offer e dei suoi collaboratori, peraltro da loro stessi sottolineato, consiste
sia
nella scarsa rappresentatività delle classi sociali basse e alte all’interno dei campioni esaminati, sia
nelle
difficoltà di valutare quegli adolescenti che non fanno parte né di popolazioni cliniche, né di
popolazioni
scolastiche, come per esempio quei ragazzi che hanno abbandonato gli studi e non hanno la
tendenza a
chiedere aiuto, dimostrando minore fiducia nel mondo degli adulti, non riconosciuti come validi
punti di
riferimento.
Le ricerche italiane che hanno utilizzato il OSIQ hanno rilevato più somiglianze che differenze tra il
campione italiano e quello statunitense di Offer.
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Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 35 di 38
34. Attachment Interview for Childhood and Adolescence
L’AICA è un’intervista semistrutturata, elaborate per valutare le rappresentazioni mentali delle
relazioni di
attaccamento in preadolescenza e adolescenza.
La teoria dell’ attaccamento ha messo in luce l ‘ importanza dei legami di attaccamento nella storia
di un
individuo e soprattutto ha rilevato come una relazione vissuta nell’esperienza reale con i caregiver
si traduce
in rappresentazioni mentali.
Queste, definite da Bowlby “Modelli Operativi Interni (MOI)”, hanno caratteristiche strutturali e
dinamiche
ed elaborano le informazioni riguardanti l’ attaccamento .
I MOI tendono ad auto preservarsi, in quanto ogni persona è portata a ricreare attivamente
esperienze
coerenti e corrispondenti alla propria storia relazionale, e si stabilizzano alla fine del periodo di
latenza,
assicurando una continuità al proprio Sé.
Il paradigma teorico dell’ AICA enfatizza l’ importanza dell’ autobiografia che è analizzata non
solo sul
piano dei contenuti delle narrazioni, ma anche sul piano dell’ organizzazione semantica e formale
della
narrazione per individuare il modo di rappresentare le proprie esperienze di attaccamento e valutare
lo stato
mentale attuale rispetto ai temi dell’ attaccamento.
I ragazzi sono invitati dall’intervistatore a narrare le loro esperienze alle relazioni di attaccamento,
nell ‘
infanzia e nella realtà attuale e a descriverle fornendo ricordi specifici che semplifichino le
narrazioni.
Le domande esplorano le esperienze con le principali figure di attaccamento, gli episodi di
separazione e le
eventuali perdite di legami affettivi.
L’ AICA si compone di 34 domande che, nella prima parte si riferiscono alla storia e alla
composizione del
nucleo familiare nell’ infanzia e nel momento attuale, includendo i nonni materni e paterni ed
eventuali
trasferimenti di residenza della famiglia o di un caregiver.
La seconda parte dell’ AICA esplora le relazioni di attaccamento adolescente – caregiver.
L’ intervistatore procede chiedendo al ragazzo se ha attraversato periodi di crisi, malattia , disagio,
tristezza
e come sono stati affrontti nel rapporto col caregiver. Inoltre, se nerl corso dell’ intervista emerge
un legame
di attaccamento con una figur significative, diversa dal caregiver, questa relazione viene indagata
con
lestesse domande utilizzate in riferimento al rapporto coi genitori.
Infine, ulteriori domande riguardano i cambiamenti, dall’ infanzia a oggi,nelle relazioni coi
caregiver, il
rapporto attuale coi genitori e i desideri dell’ adolescente per il futuro.
Una recente versione dell’AICA comprende un’appendice costituita da un gruppo di domande volte
a
conoscere la qualità e l ‘ intimità dei legami nelle relazioni attuali coi pari.
L’interivsta che ha la durata di circa un’ora è audio registrata e trascritta verbalmente.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 36 di 38
35. Codificazioni dell'AICA
Due codificatori indipendenti analizzano il trascritto dell’ AICA e valutano successivamente il
grado del
loro accordo in riferimento a 14 scale a 9 punti,raggruppate secondo le seguenti specifiche
dimensioni:
- cinque scale della “probabile esperienza”;
- 9 scale dello “stato della mente”.
Il sistema di codifica dell’AICA differenzia eclassifica 3 principali categorie di modelli di
attaccamento:
1. F-Sicuro/Autonomo
2. DS-Distanziante
3. E-Preoccupato/Invischiato.
Nel sistema di codifica della AAI, su cui l’ AICA si basa, sono state aggiunte 2 ulteriori categorie di
classificazione. La prima riguarda la mancata elaborazione del lutto o del trauma (U-Non risolto nei
confronti del lutto /trauma); la seconda categoria è stata denominata CC- Non classificabile.
I preadolescenti e gli adolescenti Sicuri possono narrare la loro storia di attaccamento con coerenza
e
fluidità, riconoscendo l’ influenza suina dei legami di attaccamento sulla loro personalità.
Al contrario, i ragazzi Insicuri – Distanzianti tendono a minimizzare l’ importanza dei legami di
attaccamento e l’ influenza che essi hanno avuto sul loro sviluppo.
Infine, gli individui Insicuri – Preoccupati hanno difficoltà a mantenere il focus sul tema trattato e la
chiarezza nel loro racconto.
Non è tanto importante analizzare il contenuto e la connotazione positiva o negativa dei ricordi
infantili nei
confronti delle figure di attaccamento, quanto piuttosto come le esperienze passate vengono
ricostruite e
organizzate sul piano cognitivi e affettivo, consentendo di produrre una narrazione attuale più o
meno
chiaro, dettagliata e coerente.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 37 di 38
36. Scale basate sui principi di Grice
Al fine di adattare al sistema di codifica dell’ AICA per la valutazione delle narrazioni
dell’adolescente e
preadolescente, un gruppo di esperte ha costruito specifiche scale di mira del grado di
coerenza/incoerenza
dei protocolli. Si tratta di 11 scale a 4 punti, che tengono conto della formulazione dei principi di
Grice .
In sintesi, le massime di Grice includono:
- qualità
- quantità
- rilevanza
- modo
allo scopo di offrire un contributo allo sviluppo della dimensione meta cognitiva, introdotta da Main
è
Goldwyn, in ambito psicoanalitico Fonagy e il gruppo di ricerca dell’ University College di Londra
hanno
approfondito gli aspetti intersoggettivi della metacognizione, enfatizzando l’ interdipendenza dei
processi di
comprensione di Sé e degli altri.
La “funzione del Sé riflessivo” è identificata da Fonagy come un’ acquisizione evolutiva
intrapsichica e
interpersonale, che si sviluppa precocemente e consente di prendere in esame, in modo sempre più
complesso, le intenzioni, le credenze, i sentimenti e le aspettative degli altri e di mettere in atto un
comportamento di risposta tenendo conto della personale lettura degli stati mentali propri e altrui.
Fonagy ha elaborato una scala specifica, la “Scala della Funzione riflessiva – FR”, per analizzare e
differenziare, tra le narrazioni dei soggetti con diversi modelli di attaccamento le rappresentazioni
dell’
individuo relative ai propri e altrui stati mentali.
La scala della FR, analogamente alle scale della coerenza e dei processsi meta cognitivi misura la
capacità di
riflettere su di sé e di esprimere sul piano narrativo le esperienze di attaccamento e la loro influenza
sull’
organizzazione della personalità.
Antonino Cascione Sezione Appunti
Psicopatologia dell'Adolescenza Pagina 38 di 38
Indice
1. Diagnosi in adolescenza 1
2. La diagnosi classificatoria 2
3. Gli elementi di base che caratterizzano il modello medico 3
4. Kraepelin e la classificazione psicopatologica 4
5. Principali sistemi diagnostici in Psichiatria 5
6. Comorbidita' e Spettro Psicopatologico 6
7. Critiche al DSM e Diagnosi Dimensionale 7
8. Le principali critiche di matrice psicoanalitica al DSM 8
9. I sistemi diagnostici dell'infanzia e dell'adolescenza 9
10. I modelli della Psicopatologia 10
11. Modello psicoanalitico di classificazione della psicopatologia 11
12. Modello pulsionale e relazionale 12
13. Classificazione di Otto Kernberg 13
14. La valutazione clinica in Adolescenza 14
15. I recenti sviluppi della psichiatria e le misure diagnostiche 15
16. Screening clinico standardizzato 16
17. Proprieta' metodologiche degli strumenti di valutazione 17
18. Limiti metodologici nell’uso delle misure diagnostiche 18
19. Punti di forza nell'uso delle misure diagnostiche 19
20. Kiddie Schedule for Affective Disorders and Schizophrenia for School-Age Children 20
21. The Clinical Global Impression Scale 21
22. Diagnostic Iterview Schedule for Children 22
23. Symptom Checklist-90-Revised 24
24. Children's Depression Inventory 26
25. Sistema di Valutazione Multiassiale su base empirica 27
26. Child Behaviour Checklist 28
27. Youth Self-Report 29
28. Teacher's Report Form 30
29. Otto sindromi individuate dall'approccio multiassiale 31
30. Scale sindromiche 32
31. Offer Self-Image Questionnaire-Revised - OISQ-R 33
32. Miti sull'adolescenza sfatati da Offer 34
33. Le 12 Scale di Offer 35
34. Attachment Interview for Childhood and Adolescence 36
35. Codificazioni dell'AICA 37
36. Scale basate sui principi di Grice 38
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