Esempi di Politiche del lavoro in Europa. Inserimento delle fasce deboli in Estonia: i disabili Dicembre 2006 ESTONIA Sommario 1. Introduzione. ........................................................................................................... 2 2. La definizione di disabilità. ......................................................................................... 3 3. Legislazione principale............................................................................................... 4 4. Tutela e curatela. ..................................................................................................... 5 5. Meccanismo delle quote............................................................................................. 6 6. Incapacità lavorativa................................................................................................. 8 7. Orario di lavoro e riposi ai sensi di legge. ..................................................................... 9 8. Dati statistici. .......................................................................................................... 9 9. Servizi sociali......................................................................................................... 10 10. Conclusioni. ......................................................................................................... 12 11. Documenti: legislazione. ........................................................................................ 13 1 Estonia 1. Introduzione La disabilità si riferisce a tutti i tipi di disturbo sia fisico che intellettivo, e riguarda tutti i lavoratori che patiscono menomazioni nella prestazione di lavoro. Ci rientrano non solo i soggetti che soffrono di disturbi di carattere progressivo o temporaneo ma anche i soggetti con i disturbi permanenti. A livello nazionale le politiche relative alle persone con disabilità variano secondo le diversità culturali e i quadri legislativi dei Paesi membri. Le definizioni e i criteri di disabilità sono stabiliti nella legislazione e nelle prassi amministrative nazionali e si differenziano tra i Paesi membri secondo le loro tradizioni e i loro approcci al fenomeno. Tuttavia, l’espressione “persone disabili” anche se ampiamente utilizzata, può indurre confusioni quando viene adoperata in relazione al mercato del lavoro. Normalmente, essa individua sia i soggetti portatori di disabilità percepibili visivamente e acquisite alla nascita o nel primo periodo della vita sia i soggetti che hanno subito le malattie o infortuni in età matura. In questo contesto dunque si tratta dei disturbi intellettivi o fisici che possono colpire l’individuo. In relazione al mercato del lavoro, tuttavia, il termine “disabili” individua i soggetti richiedenti un’indennità relativa alla propria condizione (sia essa di breve o di lungo termine) e che hanno solitamente perso qualsiasi connessione con il precedente datore di lavoro. Questi soggetti normalmente soffrono di qualche disturbo fisico o intellettivo (anche se c’è da tener presente che questo principio non necessariamente si applica in tutti i Paesi e bisogna considerare anche le differenze di contesto sociale). La maggior parte dei Paesi ha riservato uno specifico sistema indennitario ai disabili di lungo termine (anche quando essi abbiano contratto la disabilità prima di poter entrare in contatto con il mercato del lavoro); l’inclusione in questa categoria dipende dalla qualificazione del soggetto come “economicamente inattivo”. Questo tipo di indennità spesso viene ascritto alle misure di assistenza sociale piuttosto che a quelle di tipo assicurativo. I soggetti richiedenti quest’ultimo tipo di indennità corrispondono alla percezione sociale tipica del disabile. Tuttavia, le prime due categorie dei soggetti hanno ancora (almeno in teoria) un legame con il mercato del lavoro e esistono una serie di misure che possono essere intraprese ai fini di incentivare tali richiedenti di ritornare al lavoro, alle dipendenze del datore di lavoro originario o di uno nuovo. In Europa le persone disabili devono affrontare forti pregiudizi che ne ostacolano l’esercizio dei diritti umani fondamentali. La discriminazione contro i disabili è molto radicata e diffusa anche se si riscontrano cambiamenti positivi in questa direzione. L’incentivare un accesso effettivo al mondo del lavoro è cruciale per assicurare ai disabili una vita e un lavoro al pari degli altri cittadini della comunità. Il diniego di tale accesso comporta invece la collocazione in uno stato di dipendenza di lungo periodo, la povertà e l’emarginazione sociale che si aggiungono allo stigma della disabilità. 2 ESTONIA In Estonia i disabili tuttora soffrono di forti restrizioni all’accesso al mercato del lavoro anche se l’atteggiamento nei loro confronti è migliorato nell’ultimo decennio; l’adesione all’UE ha positivamente contribuito a tali cambiamenti e sono state adottate nuove politiche legislative in questo ambito. Tuttavia, l’Estonia non ha ancora una legislazione antidiscriminatoria esaustiva. Mentre il numero dei bambini disabili inseriti nel sistema di istruzione sta aumentando, la maggior parte di essi non riceve un’istruzione o una formazione adeguata ad inserirsi nel mercato del lavoro e più in generale nell’ambiente circostante. Non avendo un bagaglio formativo, né alcun tipo di lavoro, questi soggetti gravano sul sistema di previdenza sociale. Al momento il Governo non ha ancora elaborato le politiche soddisfacenti per assicurare l’occupazione ai disabili con disturbi intellettivi. L’Estonia ha aderito alla maggior parte dei trattati e delle convenzioni internazionali in materia di istruzione e di occupazione, ivi comprese quelle che affrontano il problema della disabilità ma tuttora la Costituzione non vieta in un modo esplicito la discriminazione dei disabili. 2. La definizione di disabilità Il termine “disabilità intellettiva” (nota anche come “disabilità di apprendimento” o “ritardo mentale”) di solito si riferisce alla condizione permanente che, come regola, è presente sin dalla nascita e si sviluppa nei primi 18 anni di vita di un individuo. È una condizione caratterizzata di una più bassa, rispetto alla media, facoltà intellettiva e si manifesta in forma di una significativa limitazione funzionale della capacità razionale e di comportamento adattivo, esprimentisi nelle capacità di adattamento di tipo concettuale, sociale e pratico necessarie ai fini di emettere decisioni vincolanti nei casi di discriminazione nel settore pubblico e privato. Ai fini di diagnosticare e di classificare la disabilità intellettiva in Estonia la legge e la politica adottano la terminologia della Organizzazione Mondiale della Sanità ICD-10. L’espressione “persona con le esigenze particolari”, che comprende anche le persone con le disabilità intellettive, è stata introdotta nella più recente legislazione in materia di istruzione. Ci sono delle procedure diverse per diagnosticare e valutare la disabilità intellettiva nell’ambito dell’istruzione (relativamente ai bambini); del lavoro (relativamente agli adulti); dell’accesso alla sicurezza sociale (relativamente ad adulti e bambini). Speciali comitati consultivi sono competenti a diagnosticare la disabilità intellettiva nell’ambito dell’istruzione secondo uno dei 4 livelli seguenti: media, moderata, forte e profonda. La Commissione Medica d’esame dell’istituto della Sicurezza Sociale e le relative unità regionali (commissioni mediche) certificano le capacità lavorative e stabiliscono il livello individuale di disabilità (moderata, forte o profonda) che determina l’accesso al sistema di welfare e ad altre indennità per bambini e adulti. Le persone colpite da disabilità intellettiva in forma leggera non acquisiscono titolo a tali indennità. Ai sensi della Legge sulle Indennità Sociali per i disabili, “la disabilità” è una perdita o anormalità della struttura o funzione anatomica, fisiologica o mentale di un soggetto. Come si è già ricordato, la legge utilizza tre gradazioni della disabilità: la disabilità profonda è una perdita o anormalità della struttura o funzione anatomica, fisiologica o mentale di un 3 Estonia soggetto che risulta in un costante bisogno di assistenza, guida o controllo personale 24 ore al giorno; la disabilità forte è una perdita o anormalità della struttura o funzione anatomica, fisiologica o mentale di un soggetto che risulta in un costante bisogno di assistenza, guida o controllo personale in un determinato intervallo di tempo nell’arco del giorno; la disabilità moderata è una perdita o anormalità della struttura o funzione anatomica, fisiologica o mentale di un soggetto che risulta in un bisogno regolare di assistenza, guida o controllo al di fuori del luogo di residenza personale almeno una volta durante la settimana. Per assistenza personale si intende quella dedicata alle persone che non possono mangiare, lavarsi, vestirsi, muoversi o comunicare in maniera autonoma. Per controllo si intende l’attività volta a provvedere alla sicurezza delle persone che, agendo, possono rappresentare pericolo per se stessi o per terzi. 3. Legislazione principale L’Estonia è firmataria di numerosi patti o convenzioni internazionali che riguardano i diritti umani in materia di istruzione e occupazione, ivi comprese quelle che affrontano il problema della disabilità. Nel 1992 l’Estonia ha ratificato il Patto Internazionale sui Diritti Politici e Civili e il Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali. Nel 1991 ha ratificato la convenzione ONU sui Diritti del Minore. Inoltre, nel 1996 ha ratificato la Convenzione Europea sulla Protezione dei Diritti Umani e delle Libertà Fondamentali e ha firmato, ma non ancora ratificato il protocollo n. 12 della Convenzione Europea sui Diritti Umani. Nel 2000 ha ratificato la Carta Sociale, versione rivista, ed è vincolata dall’articolo 15 sui diritti delle persone fisicamente e mentalmente disabili per quanto riguarda formazione professionale, riabilitazione, e reintegrazione sociale. In generale l’Estonia ha ratificato 6 delle 8 convenzioni fondamentali della OIL. Non ha ancora ratificato la convenzione OIL sull’accompagnamento e la formazione professionale nello sviluppo delle risorse umane del 1975 (n. 142) e la convenzione sulla riabilitazione professionale e il lavoro dei disabili del 1983 (n. 159). L’articolo 12 della Costituzione della Repubblica Estone stabilisce un esplicito divieto di discriminazione: “Ciascuno è uguale davanti alle legge. Nessuno può essere discriminato per nazionalità, razza, colore, sesso, lingua, origine etnica, religione, opinione politica, proprietà, o stato sociale, o altre ragioni.” Questo articolo non include esplicitamente la disabilità come motivo proibito di discriminazione anche se esso rientra nell’espressione “altre ragioni”. L’articolo 28 della Costituzione della Repubblica Estone stabilisce che le persone disabili sono sottoposte ad una tutela speciale da parte dello Stato e dei governi locali. Il principio costituzionale di non discriminazione formulato in termini generici, è ripetuto nelle altre leggi estoni. Tuttavia in Estonia non esiste tuttora nessuna legislazione antidiscriminatoria specifica, né alcuna norma in materia di lavoro dei disabili. 4 ESTONIA La Legge principale per i disabili è la Legge sulle Indennità Sociali per i soggetti disabili mirante a “dare supporto alle capacità delle persone disabili di agire in autonomia e avere possibilità di integrazione sociale e pari opportunità attraverso la copertura delle spese aggiuntive causate dalla disabilità”. La legge fornisce una definizione di disabilità e determina le indennità sociali attribuite alle persone con disabilità nonché i criteri di legittimazione a riceverle. La Legge sui Contratti di Lavoro non protegge i diritti dei disabili. Tuttora l’Estonia non ha adottato alcuna legislazione specifica per adeguarsi alla direttiva UE sull’occupazione. I soggetti di 16 anni o di più con una capacità lavorativa ridotta tra il 40 e 100%, previa certificazione da parte della commissione medica, hanno titolo alla pensione di inabilità, quando si tratti di persone che abbiano lavorato prima, ovvero ad una pensione statale. Tuttavia, le persone con menomazioni inferiori al 40% non hanno titolo a ricevere le indennità sociali di disabilità. Le procedure di valutazione sono basate sull’approccio puramente medico e né il soggetto sotto esame, né i suoi genitori o curatori sono presenti all’atto di valutazione. In seguito all’emendamento della Legge sulle Indennità Sociali per i disabili, i criteri per stabilire il grado di disabilità e le capacità lavorative sono diventati più chiari. Tuttavia, il Ministero della giustizia ha ricevuto numerose lamentele dai soggetti la cui pensione è stata ridotta seguito la rivalutazione della loro disabilità. Secondo i nuovi criteri la maggior parte dei soggetti con disabilità intellettive dipendono dalle indennità statali che attualmente ammontano a cifre livello molto basso. Ciononostante, anche quanti potrebbero trovare lavoro, hanno pochi incentivi di farlo a causa della scarsa differenza tra il salario minimo e la pensione1. 4. Tutela e curatela In Estonia il soggetto con disabilità intellettive acquisisce lo status di adulto all’età di 18 anni come il resto della popolazione. Tuttavia, quando i soggetti con disabilità intellettive raggiungono 18 anni e ricevono una diagnosi di disabilità intellettiva moderata, forte o profonda, il giudice in molti casi tende a limitare la loro capacità legale e nominare un tutore. Non esistono dati statistici sul numero delle persone sottoposte a tutela e sul loro tipo di disabilità. Solo il giudice può limitare la capacità legale di una persona, alle condizioni definite dal codice di procedura civile. La diagnosi della disabilità intellettiva di qualsiasi livello, certificata dal comitato per la previdenza sociale, non implica automaticamente che la capacità legale di una persona sia limitata. Il Codice Civile differenzia i soggetti con capacità di agire limitata, come i portatori di disabilità intellettiva, da quelli “privi della capacità di esprimere atti di volontà”, affetti da disturbi 1 Open Society Institute, Rights of People with Intellectual Disabilities Access to Education and Employment Estonia, 2005. 5 Estonia mentali temporanei ma che tuttavia mantengono la piena capacità di agire e sono sottoposti a curatela piuttosto che a tutela. Per il Diritto di Famiglia, la necessità di tutela deve essere stabilita dal giudice in base alla domanda avanzata dal soggetto che deve essere messo sotto tutela, ovvero da un membro della famiglia come il coniuge coabitante; o dall’istituto di cura presso il quale risiede il soggetto. Il soggetto o l’istituto richiedente la restrizione della capacità di agire devono giustificarne le ragioni, fornire i dettagli delle circostanze sulla base delle quali si richiede la tutela; determinare come la tutela può influenzare l’interessato. Viene presa in esame anche l’opinione del soggetto da mettere sotto tutela nella misura in cui lo permette il suo livello della disabilità intellettiva. Inoltre il soggetto deve dare il suo consenso in forma scritta per iniziare le procedure di tutela. Per le persone con disabilità intellettive il giudice può richiedere la valutazione psichiatrica prima della procedura giudiziale. Il giudice stabilisce quale attività la persona sotto tutela può compiere senza il permesso del suo tutore. Il giudice decide anche se la capacità di agire dell’interessato sia limitata o completamente rimossa. Se la sua capacità è limitata (l’equivalente alla tutela parziale), il giudice stabilisce quali atti il tutelato può svolgere senza il consenso del proprio tutore nei casi che non implicano alcun obbligo civile diretto. La limitazione della capacità di agire provoca conseguenze importanti ai fini della rappresentanza legale e in aree come i rapporti di famiglia e lavoro e la responsabilità legale per i danni causati. Tuttavia, la limitazione della capacità di agire del soggetto non significa la limitazione della sua capacità lavorativa. Il soggetto con la capacità legale limitata può ancora essere lavoratore ai sensi della Legge sui Contratti e può stipulare il contratto di lavoro previo il consenso scritto o orale del suo tutore. Se la capacità legale attiva del tutelato è completamente rimossa (equivalente alla tutela piena) il soggetto non può compiere nessun atto senza il consenso del tutore e inoltre tale soggetto perde anche il diritto di voto. Tuttavia può rimanere parte di un rapporto di lavoro ai sensi della legge sui contratti se il suo tutore stipula il contratto di lavoro. 5. Meccanismo delle quote In Estonia non opera il meccanismo delle quote riservate di assunzione a favore dei disabili. La modalità attraverso la quale il Governo incentiva l’occupazione delle persone che “sono meno competitive nel mercato di lavoro” ivi inclusi disabili, consiste nelle agevolazioni fiscali e nelle misure attive di occupazione. Tuttavia, queste misure non sono specificatamente disegnate per i disabili e non soddisfano le esigenze dei soggetti con disabilità intellettive. 6 ESTONIA In particolare, l’ammontare dei sussidi è troppo basso per coprire i costi del personale di sostegno all’inserimento lavorativo, e inoltre le norme sull’adattamento dei luoghi di lavoro non contemplano strumenti ausiliari come le istruzioni in linguaggio semplificato. Generalmente la conoscenza di queste misure è molto bassa e in alcuni casi mancano del tutto i fondi per il loro finanziamento. I fondi per il sostegno all’occupazione sono distribuiti ai datori di lavoro attraverso i centri per l’impiego e sono destinati ai soggetti occupati o disoccupati che “sono meno competitivi al mercato di lavoro”. La formula include i soggetti disabili che hanno una capacità lavorativa ridotta tra 40 e 90% (l’occupazione dei soggetti con un’inabilità al lavoro del 100% è impossibile) e che sono registrati presso gli uffici di collocamento. Il sussidio percepito dal datore di lavoro che assume (a tempo pieno) un disoccupato con capacità che lo rendono meno competitivo, corrisponde al salario minimo mensile per i primi 6 mesi e al 50% del salario minimo mensile nei 6 mesi successivi. Nel caso del lavoratore disabile lo Stato concede alle imprese anche un credito fiscali destinati alla spesa sociale. sugli oneri Ai sensi della Legge sulle imposte sul Reddito, agevolazioni speciali sono previste per le persone titolari della pensione di inabilità o altre indennità di disabilità. Secondo il regolamento governativo del 2003 sulle condizioni speciali per l’erogazione dell’assistenza statale all’occupazione, per tutte le persone titolari del sussidio di occupazione sono previste anche agevolazioni fiscali per i datori di lavoro. L’aiuto dello Stato copre fino al 60% del salario lordo del lavoratore nel primo anno di occupazione insieme alle imposte sociali e ai premi assicurativi come calcolati prima della deduzione delle imposte dirette. A sensi del regolamento, lo Stato può fornire assistenza per le spese aggiuntive relative all’occupazione delle persone disabili per coprire: l’adattamento del posto di lavoro alle esigenze specifiche del lavoratore disabile; l’assunzione di personale di supporto del lavoratore disabile; l’adeguamento degli strumenti di lavoro ad uso del disabile o l’acquisto di nuovi strumenti. Lo Stato concede gli aiuti al datore di lavoro a patto che siano osservate le seguenti condizioni: in primo luogo, il numero dei lavoratori dell’impresa non deve crescere a causa dell’assunzione dei disabili. Il posto deve essere divenuto disponibile alla scadenza del contratto con un precedente lavoratore su iniziativa di quest’ultimo o del datore di lavoro, oppure in seguito a una richiesta di trasformazione in rapporto a tempo parziale; in secondo luogo, il contratto con il disabile deve avere una durata di almeno 12 mesi. Poche persone con le disabilità intellettive svolgono un lavoro di qualsiasi tipo. Solo il 12 % sono occupati. I dati ufficiali sulla situazione occupazionale dei disabili non sono disaggregati per tipo di disabilità. Questi dati sottostimano il numero totale dei disabili occupati e non, perchè non comprendono i portatori di disabilità leggere. Inoltre molti disabili intellettivi non si registrano come disoccupati per cui non hanno accesso ai servizi per l’impiego. 7 Estonia L’impiego protetto è finanziato dallo Stato attraverso sussidi pagati sia al lavoratore che al datore di lavoro. Nel 2004 in Estonia esistevano 46 organizzazioni che offrivano grazie ai finanziamenti statali opportunità di lavoro protetto a 511 soggetti disabili. Si tratta nella maggior parte dei casi di istituti di assistenza sociale come case famiglia e centri diurni2. 6. Incapacità lavorativa La citata commissione medica è competente a certificare lo stato di “incapacità lavorativa” relativamente ai soggetti disabili tra 16 e 65 anni. L’incapacità lavorativa può essere totale o parziale e si valuta come percentuale dalla perdita dell’abilità al lavoro. La commissione può stabilire che un soggetto sia inabile al lavoro per 6 mesi, un anno, due anni o cinque anni o fino al raggiungimento dell’età pensionabile ma non per un periodo superiore a 5 anni. Ogni 5 anni deve essere eseguita una visita di revisione. La commissione stabilisce anche l’inizio, la causa e la durata dell’incapacità. Nel determinare la percentuale della perdita della capacità lavorativa si considerano anche l’intraprendenza del soggetto, l’adattabilità sociale, la situazione affettiva e emotiva nonché la facoltà intellettiva. Tra varie informazioni la decisione include la dimensione percentuale dell’inabilità permanente al lavoro. La commissione medica stabilisce la perdita percentuale della capacità lavorativa per ogni individuo senza tener conto del relativo grado di disabilità. Nel caso di soggetti con disabilità intellettiva, la perdita percentuale della capacità lavorativa viene divisa in 4 gruppi: gruppo 1 (30-40% di perdita della capacita lavorativa) il criterio principale è che i soggetti possiedano un’abilità residua sufficiente a continuare i loro studi dopo la conclusione del ciclo obbligatorio (ovvero dopo avere conseguito un diploma professionale) e non patiscano disturbi della personalità che possano ostacolare la loro partecipazione alla vita sociale. I soggetti di questo gruppo non hanno titolo alla pensione statale o di inabilità e sono considerati idonei a svolgere l’attività lavorativa; gruppo 2 (50-70% di perdita della capacità lavorativa) i soggetti che ci rientrano manifestano una chiara limitazione delle loro facoltà intellettive (serie disabilità intellettive), abbinata ad una limitata capacità di apprendimento e carenze di linguaggio. Tali soggetti hanno un alto livello di sviluppo della personalità e dell’adattabilità sociale, dimostrato dal successo moderato negli istituti scolastici speciali e dell’indipendenza in alcune sfere della vita. Questi soggetti sono idonei a partecipare nella vita lavorativa svolgendo attività fisiche semplici; Gruppo 3 (8090 % di perdita di capacita lavorativa) in questo gruppo rientrano i soggetti con disabilità intellettive che sono considerati incapaci all’integrazione sociale e a condurre una vita indipendente. In questa categoria rientrano inoltre i soggetti che a causa della propria disabilità non possono accedere all’apprendimento di un mestiere con l’affiancamento di un tutor; Gruppo 4 (100% di 2 Open Society Institute, op. cit., 2005. 8 ESTONIA perdita della capacità lavorativa) n questo gruppo rientrano i soggetti incapaci di guadagnarsi la vita. La Legge sull’assistenza sociale stabilisce che le autorità locali possono stabilire in cooperazione con le autorità statali competenti le misure appropriate per assicurare ai disabili un’opportunità di formazione professionale e acquisizione delle capacità necessarie per essere competitivi al mercato di lavoro. Le stesse autorità sono responsabili dell’adeguamento delle postazioni e dell’ambiente di lavoro e della creazione di centri professionali dove i giovani possono mettere in pratica le loro capacità. 7. Orario di lavoro e riposi ai sensi di legge La legge sui Contratti di Lavoro vieta la discriminazione sul lavoro in base sesso, razza, età, origine etnica, livello di conoscenza linguistica, disabilità, orientamento sessuale, obbligo di leva, stato coniugale, doveri familiari, status sociale, attività o affiliazione sindacale, opinioni politiche e religiose, appartenenza a partiti politici o enti religiosi (articolo 10); la concessione di un trattamento preferenziale ai disabili, compreso l’allestimento di un ambiente lavorativo che tenga conto delle loro esigenze specifiche, non è considerato come una forma di discriminazione (articolo 10-1). Ai sensi della legge sull’orario di lavoro e i riposi, il soggetto avente a carico un minore di età inferiore ai 12 anni o un bambino disabile, così come il soggetto responsabile della cura di un individuo totalmente inabile al lavoro, anche se privi di prescrizione medica, non possono essere obbligati a svolgere lavoro straordinario, notturno o festivo (articolo 8, 11, 22). La Legge sulle Ferie dispone che i soggetti titolari della pensione di inabilità lavorativa o della pensione nazionale in base alla legge sulla previdenza sociale, hanno diritto a 35 giorni di ferie annuali (articolo 9); il datore di lavoro deve concedere le ferie nel periodo richiesto dal lavoratore quando quest’ultimo sia parzialmente inabile a causa di un infortunio sul luogo di lavoro (articolo 16). 8. Dati statistici Il tasso di disoccupazione dei disabili è in crescita dal 1991 ed è molto più alto rispetto al resto della popolazione. Più della metà dei disabili sono in età da lavoro ma nel 2004 solo il 12% era occupato. I dati ufficiali sui disabili non sono disaggregati per tipo di disabilità. Generalmente i soggetti con disabilità intellettive non si registrano presso gli uffici di collocamento e per questa ragione non sono inclusi nelle statistiche sui disoccupati di lungo periodo. Fino ad oggi le statistiche sui soggetti disabili occupati erano raccolte a partire dai dati concernenti il numero dei soggetti titolari di un’indennità sociale. Tuttavia per registrarsi come disoccupato e beneficiare dei servizi per l’impiego il soggetto deve avere un’incapacità lavorativa inferiore al 40%. Per questo il numero totale dei soggetti disabili inclusi nella forza lavoro è seriamente sottostimato3. 3 Open Society Institute, op. cit., 2005. 9 Estonia Secondo i dati dell’ufficio statistico estone il numero dei soggetti in riconosciuto stato di disabilità nel corso degli ultimi anni si è evoluto nel modo seguente: 2000 2001 2002 2003 2004 2005 – – – – – – 8.855 (5.303 uomini e 3.552) 9.684 (5.809 uomini e 3.875 donne) 9.574 (5.479 uomini e 4.095 donne) 9.760 (5.396 uomini e 4.364 donne) 10.982 (6.093 uomini e 4.889 donne) 11.539 (6.182 uomini e 5.357 donne)4. 9. Servizi sociali Lo sviluppo dei servizi di riabilitazione riveste primaria importanza al fine di fornire ai disabili l’opportunità di incrementare la loro abilità di agire e gestire la loro vita autonomamente. Le indennità sociali per i disabili vengono sempre più strettamente correlate con le attività di riabilitazione, lo scopo delle quali consiste nell’insegnare ai disabili come adeguarsi alla propria alterata situazione. Lo Stato, attraverso le indennità, copre le spese necessarie a soddisfare l’esigenza di assistenza personale. Quest’ultima dipende dal livello di disabilità, che può essere medio, moderato, forte o profondo. Il livello di disabilità varia in base alla circostanza che il soggetto abbia bisogno dell’assistenza personale 24 o 12 ore al giorno o almeno una volta a settimana. Il livello può cambiare grazie alla riabilitazione, all’utilizzo di strumenti tecnici, all’adattamento dell’ambiente di vita o ad altre circostanze. L’indennità sociale per i disabili non è connessa alla pensione per inabilità lavorativa o al suo ammontare. L’indennità viene erogata indipendentemente dal fatto che il soggetto sia occupato o no. Uno speciale migliorare la un’assistenza sviluppo della programma di sviluppo adottato dal Governo della Repubblica Estone mira a qualità di vita degli ospiti delle case di cura e delle persone bisognose di particolare. La realizzazione del programma presuppone l’ottimizzazione e lo rete dei servizi riabilitativi e la promozione dei rispettivi servizi di qualità. I destinatari del programma sono: - soggetti con disturbi intellettivi forti e di lungo termine; soggetti con disturbi moderati, forti e profondi; soggetti con disturbi intellettivi e mentali complessi. Il programma è destinato a coprire tutto il territorio nazionale, è coordinato e diretto dal Ministero degli Affari Sociali. La necessità di tale programma deriva dal fatto che il sistema attuale di cura speciale e la rete delle case di cura speciali sono stati creati durante il periodo sovietico secondo i vecchi principi sovietici, e dal fatto che dopo il riacquisto dell’indipendenza, lo sviluppo e la regolazione delle reti speciali delle case di cura non è stato completato, continuando a mancare il controllo nazionale. 4 In www.stat.ee. 10 ESTONIA La situazione attuale del sistema di cura può essere caratterizzata come segue: - le case di cura speciali sono sovraffollate; - le condizioni di vita nella maggior parte delle case non sono soddisfacenti; - esistono delle grosse differenze a livello regionale nello sviluppo delle case di cura speciali nonché nella qualità e nella disponibilità dei rispettivi servizi; - i servizi di cura speciali sono inaccessibili per i soggetti che vivono per conto proprio ma hanno bisogno di servizi di cura specifici in una certa misura; - taluni ospiti delle case di cura speciali potrebbero in realtà prendersi cura di se stessi; - gli ospiti delle case di cura speciali hanno un accesso limitato ai servizi pubblici generali; - per gli ospiti delle case di cura speciali la possibilità di ritorno alla vita indipendente è limitata; - esistono problemi di tutela del rispetto dei diritti umani degli ospiti delle case di cura. L’obiettivo principale del programma è quello di migliorare le condizioni di vita degli ospiti delle case di cura e delle persone bisognose di cure specifiche. Gli obiettivi sono: - ridurre l’esigenza di mettere le persone nelle case di cura; - migliorare le condizioni di vita degli ospiti delle case di cura; - ridurre il numero delle persone aventi bisogno di assistenza istituzionale; - porre un tetto massimo ai servizi pubblici per gli ospiti delle case di cura e le persone bisognose di cure specifiche; - aumentare il numero dei diversi tipi dei servizi di cura speciali e l’accessibilità di tali servizi; - riorganizzare le cure secondo i principi di riabilitazione; - garantire pari opportunità nella società alle persone; - garantire e rispettare i diritti umani delle persone bisognose di cure particolari. Nel processo di miglioramento del sistema speciale delle cure e nella realizzazione del programma i seguenti principi devono essere osservati: - il sistema di cure speciali deve corrispondere ai bisogni reali dell’individuo; - il sistema di cure speciali deve basarsi sui principi filosofici della riabilitazione ed incentivare il ritorno dell’individuo alla vita normale; - il finanziamento delle cure speciali deve dipendere dalle condizioni e dai bisogni specifici di ciascun soggetto particolare e non dalle esigenze dell’ente; ovvero, i fondi devono essere destinati alle persone; - il sistema di cure speciali deve incoraggiare la vita nell’ambiente naturale per il maggior tempo possibile; Il sistema di cure speciali deve essere comprensivo, combinare pratiche curative generiche e specifiche, e non deve dipendere dello status. Sono state definite le seguenti linee guida di breve termine per lo sviluppo delle cure speciali: - collegare tutti i servizi erogati dalle case di cura con servizi generali pubblici; ridurre metodicamente il numero dei soggetti in cura istituzionale (almeno del 10% all’anno), e contestualmente aumentare il numero delle persone soggette a prestazioni ambulatoriali; - spostare le sedi di erogazione dei servizi da edifici non idonei alle cure specifiche (per inidoneità dei locali o obsolescenza delle strutture); - in cooperazione tra ministero dell’istruzione, circoscrizioni o governi locali e case di cura, trovare edifici liberi o parzialmente liberi per stabilire piccole unità di cura; - incorporare le istituzioni di welfare sociali esistenti (case di cura specializzate o generali) nelle strutture unificate amministrative purché il numero minimo dei beneficiari delle prestazioni non sia inferiore a 150 e non aumentare il numero delle case di cura; - dividere le case di cura speciali e le loro unità amministrative in categorie (differenziate quanto a personale, servizi, equipaggiamento analogamente alle strutture ospedaliere) a seconda dell’utenza e del livello dei servizi; - dislocare in modo ottimale la rete delle case di cura specializzate e le singole unità amministrative (in relazione ad esempio al numero di posti letto); 11 Estonia - promuovere la fornitura di servizi specializzati per le persone che vivono in condizioni normali ma necessitano di cure particolari; - sviluppare un sistema comprensivo nazionale di formazione professionale avanzata per i lavoratori addetti ai servizi di cura speciali; - ripartire la struttura gestionale del sistema di cura speciale in una scala di 4-5 regioni; - in materia finanziaria dar preferenza alle attività che corrispondono ai principi del programma. Il programma viene sottoposto a revisione ogni anno al fine di apportare le necessarie correzioni e progettare il piano d’azione per i 3 anni successivi (per 1999-2001, 2001-2003, 2003-2006, ecc.). 10. Conclusioni Per intervenire adeguatamente sul tema dell’inserimento lavorativo dei disabili, dovrebbe in via prioritaria essere adottata una legislazione di sostegno ai progetti di inserimento occupazionale, che dovrebbero poi essere finanziati dal Governo. Il Governo dovrebbe inoltre fornire una definizione di impresa sociale ed assegnare a tale tipo di impresa adeguati finanziamenti. Il centro per l’impiego deve costituire una banca dati dei disabili registrati per renderli disponibili ai datori di lavoro interessati. Il Governo deve assicurare ai datori di lavoro che assumono i disabili, l’accesso ai servizi di supporto, come le consulenze mirate ad aiutare a comprendere e anticipare i bisogni dei disabili sul posto di lavoro. Il Governo deve assicurare idonei aiuti supplementari per le misure di adeguamento degli ambienti di lavoro alle esigenze dei disabili, così da motivare maggiormente i datori di lavoro ad assumere disabili. Enti governativi, autorità locali, organizzazioni non governative e imprese private devono collaborare per aumentare il numero dei disabili integrati nella forza lavoro. Deve essere creata una rete di cooperazione tra uffici di collocamento, enti pensionistici, enti di riabilitazione e di formazione professionale. Il Governo deve introdurre misure occupazionali attive a sostegno del reinserimento dei disoccupati nel mercato di lavoro, puntando in particolare sui disabili. Il Governo, nel fare dell’istituzione di servizi di sostegno all’occupazione la sua maggiore priorità, deve garantire adeguati finanziamenti per l’acquisto di strumenti di lavoro compatibili con le esigenze delle persone con disabilità intellettive e in generale per l’adattamento dell’ambiente di lavoro. Il Governo deve assicurare che i piani di riabilitazione per disabili siano concentrati sulle capacità lavorative individuali e sulla formazione professionale. La riabilitazione deve essere maggiormente mirata alla futura occupabilità dei disabili e deve preparare loro anche psicologicamente per il mondo del lavoro. 12 ESTONIA 11. Documenti: legislazione 1. Costituzione della Repubblica di Estonia RTI 1992, 26, 349. 2. Codice di Procedura Civile RTI 1998, 43-45, 666 (entrata in vigore il 1 settembre 1998, ultimo emendamento 1°marzo 2005). 3. Legge sulla famiglia, RTI 1994, 75, 1326 (entrata in vigore il 1°gennaio 1995, ultimo emendamento 8 aprile 2004). 4. Codice civile, RTI 2002, 35, 216 (entrato in vigore il 1°luglio 2001, ultimo emendamento il 27 dicembre 2003). 5. Legge sulle ferie, RTI 2001, 42, 233 (entrato in vigore il 1°gennaio 2002, ultimo emendamento del 1°gennaio 2004). 6. Legge sulle imposte sul Reddito, RTI 1999, 101, 903 (entrata in vigore il 1°gennaio 2000, ultimo emendamento del 1°gennaio 2005). 7. Legge sui contratti di lavoro, RTI 1992, 15/16, 2412 (entrata in vigore il 1°luglio 1992, ultimo emendamento del 1°gennaio 2005). 8. Legge sulle Indennità Sociali per i soggetti disabili, RTI 1999, 16, 273 (entrata in vigore il 1 gennaio 2000, ultimo emendamento del 1°gennaio 2005). 9. Legge sulla protezione sociale dei disoccupati, RTI 2000, 57, 371 (entrata in vigore il 1°ottobre 2000, ultimo emendamento del 9 febbraio 2005). 10. Legge sull’assistenza sociale, RTI 1995, 21, 323 (entrata in vigore il 1°aprile 1995, ultimo emendamento del 9 febbraio gennaio 2005). 11. Legge sull’assicurazione di disoccupazione, RTI 2001, 59, 359 (entrata in vigore il 1 gennaio 2002, ultimo emendamento del 1 gennaio 2004). 12. Legge sull’orario di lavoro e i riposi, RTI 2001, 17, 78 (entrata in vigore il 1°gennaio 2002, ultimo emendamento del 1 gennaio 2005). 13