Difficoltà e disturbi specifici del linguaggio Master in Esperto in disturbi dell'apprendimento e difficoltà scolastiche Pavia 14 Dicembre 2012 Cosa faremo oggi • Mappatura del territorio (cosa) • Strumenti di lavoro (come) • La mappa non è il territorio (quando e perché) Come lo faremo SE ASCOLTO, DIMENTICO SE VEDO, RICORDO SE FACCIO, IMPARO Cos è il linguaggio La capacità (umana) di utilizzare un codice arbitrario e convenzionale per esprimere, comunicare e rappresentare la realtà interna ed esterna. La capacità di codifica è innata, ma l acquisizione del codice si sviluppa in tempi e in modi diversi nelle diverse componenti del sistema linguistico. Qualità principali • Complessità: superiore a qls altro sistema di comunicazione,può comunicare qls contenuto • Creatività o produttività: regole e materiale (elementi) finito ma enunciati possibili infiniti • Arbitrarietà: relazione arbitraria tra significati e suoni verbali (permette astrazione) • Trasmissibilità: può essere appreso senza apprendimento specifico Dimensioni del Linguaggio - Fonologia: l insieme delle regole che danno tutte le combinazioni fra i suoni per produrre le parole di una lingua - Sintassi: l insieme delle regole che danno tutte e solo le combinazioni possibili fra le parole per produrre le frasi di una lingua (determina vincoli ai quali è necessario sottostare per parlare correttamente la lingua) - Lessico: l insieme delle parole usate da un individuo - Pragmatica: l insieme degli elementi che rendono il linguaggio verbale interpretabile in un contesto (funzione comunicativa/utilizzo nel contesto sociale, interlocutori) La fonologia Definisce e descrive l insieme degli elementi e delle regole di combinazione dei suoni che, in ciascuna lingua, servono per la costruzione delle parole E un sistema chiuso (prescrittivo) La fonetica analizza e classifica i suoni prodotti dalla voce umana nel loro aspetto fisico (luogo.modo di articolazione e sonorità:aspetti anatomo-funzionali della produzione articolatoria) La fonologia studia l’organizzazione e la funzione dei foni nella struttura di una determinata lingua, la loro categorizzazione e standardizzazione da parte del parlante • Suoni distintivi di una lingua, suoni al cui cambiamento corrisponde un cambiamento di significato (pane, cane, tane) • Tali unità distintive sono i fonemi • Le rappresentazioni dei suoni così come noi le utilizziamo sono il risultato di un processo di standardizzazione degli elementi fonetici che percepiamo. • I suoni prodotti da ciascun parlante non sono mai perfettamente identici tra loro ma siamo capaci di riconoscerli come uguali all’interno di un intervallo di tolleranza che ci siamo costruiti sulla base dell’esperienza fonetica (/-f/ /-v/) La semantica e il lessico La semantica definisce l insieme delle relazioni e delle caratteristiche che determinano/costituiscono il significato ( delle parole e non solo) Il significato viene espresso verbalmente attraverso le rappresentazioni fonologiche (parole). Cos è il lessico Lessico passivo comprese L insieme delle parole conosciute da un individuo Prodotte, utilizzate Lessico attivo Cos è il lessico • È un sistema aperto • Non è prescrittivo • Non è rieducabile con procedure intensive (secondo alcuni autori) • Si sviluppa attraverso processi educativi Cos è la grammatica? L insieme delle regole che danno tutte e solo le combinazioni possibili fra le parole per produrre le frasi di una lingua. Sintassi Morfologia grammaticale Riguarda l ordine e la funzione delle parole Riguarda le modificazioni delle parole (forme) per realizzare le relazioni grammaticali (declinazioni, coniugazioni) Cos’è la pragmatica • Meccanismi e rappresentazioni mentali che permettono di interpretare il linguaggio nel contesto verbale e non verbale a. Sviluppo di competenze conversazionali (attenzione, alternanza dei turni) b. Capacità di considerare il punto di vista dell’interlocutore e necessita comunicative Classe aperta, si arricchisce degli usi e consuetudini dei diversi ambienti in cui il linguaggio è utilizzato Come si sviluppa il linguaggio verbale Il linguaggio verbale non si insegna, si acquisisce, si apprende, EMERGE se sussistono alcune condizioni: - Contesto comunicativo - Esposizione ad una lingua - Integrità dei sistemi di input e di output Comunicazione e linguaggio La comunicazione è un prerequisito indispensabile per lo sviluppo del linguaggio. - veicola le intenzioni e gli scopi - attribuisce senso al codice Contesto comunicativo Competenza comunicativa Contesto comunicativo Attenzione verso il bambino Attenzione condivisa Contatto corporeo Riprese linguistiche Ridondanza Competenza comunicativa Capacità di mettere in atto l insieme di elementi per comunicare qualcosa a qualcuno ( intenzione, informazione o messaggio) Intenzione: proposito o desiderio di trasmettere qlca a qlco di comunicare Strumenti: Sguardo mimica Prosodia Gesti Linguaggio verbale Nei primi mesi di vita i bambini sono in grado di produrre suoni vocalici e di segnalare/esprimere i loro bisogni ed emozioni (ad.es pianto o sorriso) Fase della Lallazione (6 mesi) successivamente imparano ad accoppiare una consonante con una vocale ed a ripetere più volte questo suono con intonazioni diverse Intorno ai 10/12 mesi compaiono le prime parole: vaghe approssimazioni di 1 o 2 sillabe alle parole adulte. I bambini discriminano parole semplici ed esprimono le loro intenzioni attraverso la comunicazione gestuale • Intorno alla fine del primo anno compaiono le frasi di una parola (olofrasi). Sono espressioni significative che indicano una persona, un oggetto e relazioni (ad es. pù = non c’è più). A differenza delle parole, nelle olofrasi l’intenzione comunicativa è molto chiara ed è strettamente legata al contesto dell’interazione • Intorno alla metà del secondo anno di vita i bambini cominciano a combinare due parole insieme con un grande arricchimento semantico che distingue l’agente, l’azione, l’oggetto, la localizzazione, il possesso. Il bambino produce frasi di due parole che prendono il nome di “telegrammi” ad esempio: • Agente-azione: “mamma baccio”= mamma prendimi • in braccio • Agente-oggetto: “mamma palla”= la mamma prende la palla • Intorno ai 18/24 mesi si sviluppa lentamente la fase dell’inclusione dei morfemi. Nella produzione spontanea dei bambini compaiono i marker grammaticali che arricchiscono e specificano i significati delle parole Ad esempio compaiono la distinzione singolare/ plurale ed i tempi dei verbi • A partire dai 30/36 mesi compaiono quelle che possiamo definire le trasformazioni sintattiche. I bambini mostrano di possedere i mezzi linguistici necessari per marcare le relazioni sintattiche, semantiche e pragmatiche. • In questo periodo i bambini sono così sensibili alle regole della loro lingua che compiono molti errori di “sovra-generalizzazione” e “regolarizzazione” • Con il progredire dell’età i bambini accedono a costruzioni complesse in cui la frase si articola in subordinate e tiene ben presente le eccezioni • Infine i bambini mostrano interesse per la rappresentazione grafica del linguaggio. Compare l’interesse per l’alfabeto, le lettere e le parole isolate La comunicazione verbale • INTENZIONALITA COMUNICATIVA (ovvero lo scopo, il desiderio di trasmettere qlc a qualcuno) IL LINGUAGGIO VERBALE (ovvero il processo di codifica, la capacità del soggetto di tradurre le idee in lessico fonologico e sintassi) LA PAROLA (ovvero la capacità del soggetto di produrre fisicamente i suoni di una lingua) Il parlato Il linguaggio verbale non coincide con il parlato (speech) La parola è la capacità del soggetto di produrre fisicamente i suoni di una lingua Disturbi della comunicazione Disturbi della relazione Psicosi autistiche Mutismo elettivo Disturbi del parlato Disfluenza: balbuzie,tachilalia Disturbo articolatorio: incapacità di articolare in modo adeguato le parole Disturbo dislalico : anomalie delle labbra, della lingua, del palato Diagnosi • E’ un’impresa particolarmente difficile distinguere la normalità dalla patologia nei primi anni di vita. • In particolare sembra molto importante distinguere: • Tra ritardo e disturbo di linguaggio • Tra difficoltà che possono manifestarsi in associazione con altre condizioni patologiche (deficit neuromotori, sensoriali, cognitivi o relazionali) o presenti in forma isolata. Late Talkers • I bambini parlatori tardivi (PT) appartengono a quella categoria di bambini che sviluppano il linguaggio a 24/36 mesi, età in cui la maggior parte dei bambini utilizza il linguaggio per comunicare e per costruire conoscenze sul mondo. • In assenza di deficit: uditivi, cognitivi, relazionali • Percentuale: 13%-20% Indici di rischio: • Produzioni fonologiche caratterizzate da un repertorio ristretto di gesti articolatori e immaturità nella struttura sillabica delle lallazioni Criteri definitori: • Dimensione del vocabolario = inferiore alle 50 parole differenti (10 percentile) a 24 mesi • Mancanza della combinazione di più parole in un unico Enunciato (linguaggio combinatorio) a 30 mesi • Molti bambini che iniziano a parlare più tardi rientrano successivamente in un range di normalità • Tuttavia numerose evidenze indicano parte dei bambini Late Talkers sono a rischio per successivi problemi nello sviluppo del linguaggio Fattori extralinguistici di rischio • Familiarità per problemi di linguaggio • Sesso (prevalenza nei maschi) • Presenza di otiti ricorrenti nei primi anni di vita • Possibili traiettorie a. Bambini con ritardo transitorio,cioè con recupero entro 36-40 mesi (late bloomers) b. Bambini con recupero tardivo (entro i 4 anni) c. Bambini con evoluzione in DSL E’ importante valutare deficit di comprensione (assente nei primi due) e entità del ritardo lessicale Indicazioni operative • Parlare al b.no in modo appropriato al sul livello sostenendo e incoraggiando ogni tentativo di comunicazione • Linguaggio strettamente ancorato al contesto, dirigendo l’att.ne sugli oggetti reali, così da favorire l’organizzazione della rete di significati codificati dalle parole • Linguaggio semplice, chiaro accompagnato da geti per sostenere la comunicazione e facilitare la comprensione • Se intorno ai 34-36 mesi non si registrano modificazioni significative del quadro linguistico, è opportuno iniziare un trattamento riabilitativo diretto • Se c’è accelerazione del ritmo di sviluppo, sono sufficienti controlli trimestrali per verificare la costanza del ritmo e la stabilità delle nuove acquisizioni. Disturbi del linguaggio Disturbi di codifica fonologica a. Lallazione poco variata. Difficoltà nell organizzazione dei suoni all interno della parola, ritardo nel produrre le prime parole b. Alterazioni della struttura fonologica della parola (cappa per scarpa, areio per aereo, etc) c. Difficoltà nell acquisizione letto-scrittura Disturbi di codifica sintattica Difficoltà nell assegnare ruoli grammaticali , relative inserite, uso limitato di articoli, coniugazioni verbi es. I bambini corre… vado della mamma Produzioni povere • Disturbi lessicali a. Ampiezza del vocabolario (alta variabilità individuale), ritardo nella comparsa (50 parole a 24 mesi) b. Errori di tipo lessicale (lavandino per rubinetto), uso frequente della deissi,circonlocuzioni c. Difficoltà in esposizione orale (da deissi);difficoltà di recupero di termini lessicali specifici (accesso lessicale) d. Confusione nell organizzazione fonologica (ostacoli x tentacoli, mattamondo) • Disturbi pragmatici Porre domande su significato, espressioni figurate, capacità inferenziali Classificazione dei disturbi del linguaggio (Rapin 1996) DISTURBI MISTI (RECETTIVO-ESPRESSIVI) - Agnosia uditiva verbale - Disordine fonologico-sintattico DISTURBI ESPRESSIVI - disprassia verbale - deficit di programmazione fonologica DISTURBI NEI PROCESSI LINGUISTICI INTEGRATIVI -deficit lessicale -deficit semantico-pragmatico Quando la capacità di codificare tutte , o alcune componenti del sistema linguistico si manifesta in ritardo, si sviluppa troppo lentamente o in maniera alterata, allora si parla di Disturbi del Linguaggio Disturbi specifici di linguaggio (DSL) Disturbi della codifica fonologica, sintattica e lessicale (valutati attraverso test standardizzati) che si manifestano in soggetti indenni dal punto di vista -neurologico (epilessia,PC,lesioni), -cognitivo (QIP >85), -sensoriale (apparato uditivo e orale, otiti, motricità oro-bucco-linguale) -relazionale • Grado di ritardo sia nella comparsa che nel successivo sviluppo • Presenza di plateau • Profili anomali • Frequenza anormale di errori • Presenza di errori anomali Relazione fra DSL e DSA Il DSL viene considerato il predittore più affidabile del DSA L 80% dei bambini che dopo il compimento dei 4 anni presenta ancora disturbi fonologici espressivi presenterà problemi di apprendimento in età scolare Disturbo fonologico espressivo Buona fluenza verbale con realizzazioni fonologiche spesso poco intelleggibili; errori fonemici stabili Prognosi benigna Conosciuto in passato come ritardo semplice di linguaggio Possibile evoluzione 4 aa. 5 aa. Realizzazioni poco intelleggibili Miglioramento della produzione verbale 6 aa. Difficoltà di analisi fonologica 8 aa. Difficoltà di accesso lessicale Diff. Di letto-scrittura Eziologia dei DSL Disturbo di natura neurobiologica - Predisposizione genetica - Peculiarità della struttura neuroanatomica - ridotta o mancata asimmetria emisferica (più attivato emisfero dx) - Turbe dell elettrogenesi (pattern di attività elettrica cerebrale, latenza nella risposta ai PE uditivi-ritardo di maturazione?) Ipotesi eziopatogenetica • Limitazione della capacità e velocità del sistema di elaborazione dell informazione acustica Difficoltà di risoluzione temporale dello stimolo (discrepanza tra tempo in cui lo stimolo è prodotto e tempo impiegato per riconoscerlo e analizzarlo Conseguenze relazionali e sociali dei DSL • Spesso i genitori sono gli unici in grado di interpretare le produzioni del bambino/a • Possibile isolamento, evitamento della comunicazione o condotte aggressive • Studi sui DSL adulti evidenziano scolarizzazione ridotta, lavori praticomanuali, autostima bassa Valutazione e diagnosi È richiesta una valutazione formale, attraverso protocolli codificati che prevedono: - anamnesi specifica - valutazione dell efficienza cognitiva - valutazione del linguaggio recettivo - valutazione del linguaggio espressivo Somministrare uno strumento • Conoscenza • Ottenere la massima performance • Flessibilità Strumenti di osservazione diretta - - Prova di Imitazione/Produzione Verbale e Gestuale dai 18 ai 30 mesi (Thal e Bates, 1988) - - Schema di osservazione per i bambini tra i 9 e i 12 mesi (Letizia e Sabbadini; in Caselli e Capirci, 2002) - - Prove per la valutazione della prassia evolutiva (4-14 anni) (Zoia, 1999; Zoia et al., 2002) Strumenti di osservazione indiretta • Questionario sullo Sviluppo Comunicativo e Linguistico nel secondo anno di vita (Camaioni L., Caselli M.C., Volterra V., Luchenti S.,1992) • Il Primo Vocabolario del Bambino – PVB (Caselli e Casadio, 1995; Caselli, Pasqualetti, Stefanini, 2007) • Qpoint: questionario sul gesto di indicazione nel bambino (Perucchini e Camaioni, 1999) Lessico Peabody Picture Vocabulary Test (Stella,Pizzoli,Tressoldi,2000) Boston Naming test (Nichelli,Devoti, 2000) Sintassi recettiva • Token test • Test di ripetizioni di frasi (Caselli, De Vescovi) • TCGB (Chilosi,Cipriani), TROG 2 (Suraniti, Ferri, Neri, 2009 O.S. Giunti), Rustioni (O.S. Giunti1994) Testi da consultare • Camaioni “Psicologia dello sviluppo del linguaggio” Il Mulino • Vicari,Caselli “ I disturbi dello sviluppo” Il Mulino • Mariani,Marotta Pieretti “Presa in carico e intervento nei disturbi dello sviluppo” Erickson • Vicari,Caselli “ Neuropsicologia dello sviluppo” Il Mulino