Disturbi sessuali_definitivo2

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DISFUNZIONI SESSUALI
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) ha definito la sessualità come un'espressione
fondamentale dell'essere umano in ogni fase della sua vita ed è un fenomeno complesso che vede
coinvolte influenze psicologiche, biologiche e culturali. Per salute sessuale s’intende uno stato di
completo benessere fisico, mentale e sociale, che si mantenga in tutte le attività che riguardano il
sistema riproduttivo, le sue funzioni ed i suoi processi (WHO, 2006).
Quando si parla di disfunzioni sessuali si fa riferimento a un'anomalia del processo che sottende
il ciclo di risposta sessuale, o da dolore associato al rapporto sessuale. I disturbi della risposta
sessuale possono verificarsi in una o più delle fasi che caratterizzano il ciclo di risposta sessuale:
desiderio, eccitazione, orgasmo e risoluzione.
A seconda della natura dell'esordio, il disturbo può essere indicato come permanente, se la
disfunzione sessuale è presente fin dall'inizio dell'attività sessuale, o come acquisito, se la
disfunzione sessuale si sviluppa solo dopo un periodo di funzionamento normale.
Si può distinguere, inoltre, un disturbo generalizzato quando questo si presenta in tutte le
situazioni, con tutti i partners e non è limitato a certi tipi di stimolazione, e un disturbo di tipo
situazionale se la disfunzione sessuale è limitata a certi tipi di stimolazione, di situazioni, o di
partners (DSM IV, 1995).
Il DSM IV (Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali, 1995) divide le disfunzioni
sessuali in quattro sezioni principali:
1) Disturbi del desiderio che si suddividono in desiderio sessuale ipoattivo e avversione sessuale. Il
desiderio sessuale ipoattivo è caratterizzato dall'insufficienza o dall'assenza di fantasie sessuali e
del desiderio di attività sessuale. Uno scarso desiderio sessuale può essere globale e includere tutte
le forme di espressione sessuale, oppure può essere situazionale e limitato ad un partner o ad una
attività sessuale specifica (ad es., rapporto sessuale ma non masturbazione). Vi è scarsa motivazione
a ricercare stimoli, e la frustrazione diminuisce quando manca l'opportunità di prestazione sessuale.
La persona di solito non comincia un'attività sessuale, oppure può parteciparvi, ma riluttante,
quando essa è iniziata dal partner. Le cause possono essere fisiche (assunzione di determinati
farmaci, malattie croniche, squilibri ormonali), psicologiche (depressione) o legate a situazioni
contingenti della vita quotidiana (stress).
Nell’avversione sessuale la persona evita qualsiasi contatto sessuale genitale con un partner
sessuale. La persona prova ansia, timore o disgusto quando si trova di fronte ad una opportunità
sessuale con un partner. L'avversione al contatto genitale può essere focalizzata su un particolare
aspetto dell'esperienza sessuale (ad es., secrezioni genitali, penetrazione vaginale). Alcune persone
provano una repulsione generalizzata verso tutti gli stimoli sessuali, inclusi baci e toccamenti.
L'intensità della reazione della persona esposta allo stimolo che produce avversione può variare da
un'ansia moderata con mancanza di piacere ad un'estrema sofferenza psicologica.
2) Disturbi dell’eccitazione che a loro volta si declinano in disfunzione erettile e disturbo
dell’eccitazione sessuale femminile.
La disfunzione erettile è una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino
al completamento dell'attività sessuale, un'adeguata erezione per tutto il tempo necessario a
compiere il rapporto sessuale. Ci sono diversi tipi di disfunzione dell'erezione. Alcuni uomini
riferiranno l'incapacità di avere l'erezione fin dall'inizio dell'esperienza sessuale. Altri lamenteranno
di aver dapprima avuto un'adeguata erezione e poi di aver perduto tumescenza tentando la
penetrazione. Altri ancora riferiranno di aver avuto un'erezione sufficientemente valida per la
penetrazione ma di aver poi perso tumescenza prima o durante le successive spinte. Alcuni maschi
possono riferire di riuscire ad avere l'erezione solo durante la masturbazione o al risveglio. Anche le
erezioni masturbatorie possono venire meno, ma ciò è raro.
Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile viene diagnosticato quando vi è una persistente o
ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere fino al completamento dell'attività sessuale,
un'adeguata risposta di eccitazione sessuale con lubrificazione-tumescenza dei genitali.
3) Disturbi dell’orgasmo, ossia eiaculazione precoce, ritardo o inibizione dell’orgasmo maschile e
disturbo dell’orgasmo femminile.
L’eiaculazione precoce è la persistente o ricorrente insorgenza di orgasmo ed eiaculazione a seguito
di minima stimolazione sessuale prima, durante, o subito dopo la penetrazione, e prima che il
soggetto lo desideri. Per valutare la situazione bisogna tenere conto dei fattori che influenzano la
durata della fase di eccitazione, come l'età, la novità del partner sessuale o della situazione, e la
recente frequenza dell'attività sessuale.
Il disturbo dell’orgasmo maschile consiste in un è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza,
dell'orgasmo dopo una fase di normale eccitazione sessuale. Nella forma più comune del disturbo, il
maschio non può raggiungere l'orgasmo durante il rapporto sessuale, sebbene possa eiaculare a
seguito di stimolazione manuale o orale da parte del partner.
Nel disturbo dell’orgasmo femminile è presente un persistente o ricorrente ritardo, o assenza,
dell'orgasmo dopo una fase normale di eccitazione sessuale. Le donne mostrano un'ampia variabilità
nel tipo o nell'intensità di stimolazione che scatena l'orgasmo. Molte donne accrescono la propria
capacità di orgasmo quando sperimentano una maggiore varietà di stimolazioni e acquisiscono
maggiore conoscenza del proprio corpo.
4) Disturbi da dolore sessuale includono il vaginismo e la dispareunia.
Il vaginismo è una disfunzione femminile. Si tratta di una persistente o ricorrente contrazione
involontaria dei muscoli perineali che circondano il terzo esterno della vagina quando si tenta la
penetrazione vaginale con pene, dita, tamponi o speculum.
La dispareunia è caratterizzata da dolore genitale associato al rapporto sessuale. Sebbene si presenti
più comunemente durante il coito, essa può anche insorgere prima o dopo il rapporto. Il disturbo
può verificarsi sia nei maschi che nelle femmine. Nelle femmine il dolore può essere descritto come
superficiale durante la penetrazione o come profondo durante le spinte del pene.
L’IPNOSI NEL TRATTAMENTO DELLE DISFUNZIONI SESSUALI
L’ipnosi può costituire un efficace aiuto per chi soffre di tali disturbi. L’ipnositerapia, infatti,
consente di far fronte al complesso sistema multifattoriale alla base del disagio che spesso
comprende fattori relazionali, fisiologici, false credenze oltre ad eventuali esperienze traumatiche
precedenti (Araoz D., 2005; Aydin S., Odabas Ö., et al., 1996; Carnevale F. 2005, Crasilneck, H.B.,
1990; Erickson MH., 1973, Fuchs K., 1980; Lemke W., 2005; Pukall C, Kandyba K. et al., 2007).
L’ipnosi ericksoniana considera la disponibilità del soggetto a immaginare le cose che gli
vengono suggerite. Si tratta, in sostanza, di una disponibilità ad apprendere. La disponibilità del
soggetto a sperimentarsi in maniera diversa è proprio ciò che produce il cambiamento.
Questo lasciarsi andare, darsi il permesso, come si intuirà, è di per sé terapeutico, perché è un
processo fondamentale tanto nell’ipnosi quanto nella possibilità di godere di una sessualità
soddisfacente.
L’utilizzo dell’ipnosi nella terapia sessuale (Araoz D. 1984, 2004, 2005) si basa su molti fattori,
tra i quali i principali sono:
1. si ottiene il controllo cognitivo;
2. si realizza il rilassamento dall’ansia e dallo stress;
3. viene aumentata la coscienza sulle ‘preoccupazioni’ della persona;
4. si usano le immagini positive a beneficio del soggetto;
5. vengono liberati i naturali processi fisiologici curativi;
6. la persona acquisisce una nuova capacità mentale di autocontrollo sulla sua visione del
passato e sul suo funzionamento somatico.
Dietro ogni disfunzione sessuale c’è una cognizione difettosa. Il modello mentale del cliente
spesso impoverisce la sua esperienza. L’ipnosi diviene un utile strumento per aiutare i pazienti a
mutare o ad arricchire i loro modelli mentali interrompendo generalizzazioni o deformazioni.
L’ipnositerapia mira proprio a interrompere le funzioni puramente cognitive con le quali la persona
ha dimestichezza, impegnandola in nuove esperienze interne che produrranno nuovi atteggiamenti
che potranno sfociare in nuovi comportamenti.
Il nostro approccio all’ipnosi è, come Erickson (Erickson M. H., Rossi E.L., 1979) ha insegnato,
naturalistico: parte sempre dalla realtà dei pazienti e dal sistema mentale che essi usano per
rappresentarla. Un clinico non può prescindere dal sistema di rappresentazione preferenziale del
cliente. Solo dopo che la persona diviene consapevole delle proprie rappresentazioni può imparare
ad usare la propria mente in modo che essa possa lavorare per lei.
L’ipnositerapia sessuale come ogni altra forma di intervento, mira ad aiutare il cliente a crescere e a
sviluppare il suo potenziale al di là dei limiti che si è autoimposto.
BIBLIOGRAFIA
Araoz D. (1984), Ipnosi e terapia sessuale, Astrolabio, Roma.
Araoz D. (2004), “L'ipnosi e i cinque anelli della sessualità umana”, Ipnosi, 1.
Araoz D. (2005), “Hypnosis in Human Sexuality Problems”, American Journal of Clinical
Hypnosis, 47 (4), pp.229-242.
Aydin S., Odabas Ö., Ercan M., Kara H., Ağargün (1996), “Efficacy of testosterone, trazodone and
hypnotic suggestion in the treatment of non-organic male sexual dysfunction”, British journal of
urology, 77, pp. 256-260.
Carnevale F. (2005), “Enhancing Intimacy, terapia breve dei disturbi sessuali con l'individuo e la
coppia: piccola guida ai paradossali luoghi di un workshop”, Ipnosi, 2.
Crasilneck, H.B. (1990), “Hypnotic techniques for smoking control and psychogenic impotence”,
American journal of clinical hypnosis, 32(3), pp.147-153.
Erickson MH. (1973), “Psychotherapy achieved by a reversal of the neurotic processes in a case of
ejaculatio precox”, American Journal of Clinical Hypnosis, 15(4), pp. 217-22.
Fuchs K. (1980), “Therapy of vaginismus by hypnotic desensibilitization”, American journal of
obstetrics and gynecology, 137(1), pp. 1-7.
Lemke W. (2005), “Utilizing hypnosis and ego-state therapy to facilitate healthy adaptive
differentiation in the treatment of sexual disorders”, American Journal of Clinical Hypnosis, 47(3),
pp. 179-89.
Pukall C, Kandyba K, Amsel R, Khalifè S, Binik Y. (2007), “Effectiveness of hypnosis for the
treatment of vulvar vestibulitis syndrome: a preliminary investigation”, Journal Sex Med, 4, pp.
417-425.
WHO (2006), Defining sexual health. Report of a technical consultation on sexual health, 28–31
January 2002. Genf. Aus dem Englischen übersetzt von WHO-Regionalbüro für Europa und BZgA:
Standards für die Sexualaufklärung in Europa 2011.
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