DonnA • D o n n a • reDaZIone via t. Bruciata, 17 – 64100 teramo Giulia paola Di nicola silvia toma anna vaccarili Maria Michela nicolais stefania Fuscagni Maria Laura Di Loreto angela rossi Cristina Demezzi 44 L’indifferenza per la differenza1 Giulia Paola Di nicola – Condirettrice di «Prospettiva Persona» La cultura relativista contemporanea mette in questione l’identità di genere: se la differenza sessuale non ha alcun valore oggettivo, ogni individuo può stabilire a piacimento la propria identità sessuale nel dichiararla alla pubblica amministrazione. L’orientamento sessuale sarebbe una variabile dipendente dai gusti soggettivi, dai contesti, dalle necessità. su questa linea si collocano le proposte di legge “contro l’omofobia”, promosse dalla Ue con budget di sostegno, che vorrebbero tacciare di oscurantismo – e perseguire forse penalmente – eventuali pronunciamenti considerati discriminanti per gli omosessuali da parte di chi non riesce proprio a disgiungere l’orientamento sessuale dalla conformazione fisiologica della persona. Glissando sui termini genere (gender) e orientamento sessuale (sexual orientation) si promuove il principio della “neutralità della crescita” nella educazione di bambini e bambine. in altri termini, si nega l’esistenza dei due generi nella loro naturale connotazione, come se il corpo e la natura non esercitassero alcun condizionamento sul nostro modo di essere persone. Un tempo - che non rimpiangiamo - ad una precisa conformazione fisica corrispondevano modelli comportamentali precisi e rigidi del maschile e del femminile, riproposti dall’ambiente circostante: un modello maschile ispirato alla forza, all’autorità e alla razionalità e uno femminile alla emotività, all’obbedienza e all’intuizione. il superamento di quegli stereotipi rigidi, che oggi cedono di fronte al mutamento del profilo maschile e al protagonismo delle donne, genera una controreazione pendolare: l’annullamento delle differenze, la rivendicazione della indipendenza assoluta dalla natura e la libertà di scegliere tra identità equipollenti. Ci troviamo nel mezzo dell’annosa contrapposizione tra naturalismo e culturalismo: da una parte un’antropologia rispettosa della persona si dissocia dalla posizione determinista e biologica,secondo cui tutti i ruoli e le relazioni tra i sessi sarebbero fissati in uno statico modello determinato dalla natura; d’altra però, l’essere umano, non essendo idealisticamente soltanto cultura, costruisce la sua storia in un confronto dialettico con la natura e con tutti i suoi condizionamenti. Ciascun essere che viene al mondo, nello sviluppare la propria identità, recepisce i modelli trasmessi dall’educazione, adotta comportamenti e valori acquisiti dalla frequentazione di ambienti diversi, cerca di conformarsi alle sue aspirazioni ideali, ma non può fare ciò senza partire da e attraverso un confronto con - o se si vuole unaermeneutica – il proprio corpo, con tutte le sue specificità morfogeniche, ormonali, fisiologiche. Bisognerebbe interrogarsi sulle possibili conseguenze di una violenza esercitata contro la natura, prima di accusare il pensiero “della N. 80/12 prospettiva •persona• D o nn A tradizione” di essere “tradizionalista”, e domandarsi se la natura violentata si vendicherà, violentandoci a sua volta, come hanno ben capito gli antichi: “natura non facit saltus” (Linneo) e “natura enim non nisi parendo vincitur” (Bacone). a fronte delle approssimazioni attorno a questo tema, occorre prendere in seria considerazione i risultati degli studi delle diverse scienze umane, che approfondiscono i processi di accettazione della sessualità, in gran parte dipendenti dalle esperienze della prima infanzia e dalla qualità del rapporto che il bambino vede tra i genitori. troppo spesso si passa dal rispetto delle minoranze alla loro esaltazione e infine alla ghettizzazione delle maggioranze. È quello che stanno facendo i media, gran cassa di potenti minoranze ovvero di una lobby che sa ben gestire il gusto della novità, della trasgressione, della moda. Questa tendenza è soprattutto rischiosa nel periodo, quando non è sempre agevole riconoscersi femmina o maschio. si può concludere per questo che i problemi d’identità vanno risolti incoraggiando la libera scelta del proprio orientamento sessuale? Una ragazza potrebbe voler occultare la propria femminilità, dimenticando (ma come fa?) le mestruazioni, il seno, l’orientamento materno di tutto il suo corpo e optare per il modello di una maschilità che le appare “vincente”? D’altra parte non pochi maschi, associando maschilità con aggressività, competitività, obbligazioni della vita pubblica, possono maturare il rifiuto dell’appartenenza al proprio sesso. per tutti potrebbe apparire accattivante, in via ipotetica e almeno in certe fasi della vita, sognare di assumere un identità diversa dalla propria. in realtà i fautori dell’unisex, transex, omosex, intaccando l’originaria e originale differenza prospettiva •persona• della natura e colpiscono il cuore dell’antropologia relazionale: l’identità originaria maschiofemmina, che si ritrova in tutti i racconti delle origini, come pure nella Bibbia. Fomentando la libera scelta, minano l’eterosessualità che consente il buon essere della persona con il proprio corpo, il matrimonio e la procreazione. La famiglia naturale viene presentata come una opzione dipendente da soggetti propensi a costumi di vita “tradizionale” rispetto a forme di convivenza presentate come moderne e “aperte”. Una folla di domande si accavallano. Come si può scambiare l’eccezione con la norma e dare per scontato che esistanocinque possibili sexual orientations, tutte equivalenti2? si potrà ancora ragionare liberamente di questi temi, oppure con la guerra all’omofobia, sarà persino vietato parlare di differenza sessuale naturale? Le ideologie che vorrebbero scardinare le differenze naturali non contraddicono forsedecenni di Women’s Studies del femminismo, centrati proprio sulla consapevole originale differenza? perché rivendichiamo l’ecologia dell’ambiente solo quando si tratta della natura da proteggere, delle specie in estinzione, dell’inquinamento, men- tre ci facciamo paladini di una libertà astratta quando si tratta del nostro corpo? Come mai si punisce severamente chi ferisce o mutila un cane e invece non si supporta la “ego-sintonia” che ogni persona dovrebbe stabilire col proprio corpo? perché si difende il principio della biodiversità per la natura mentre per l’essere umano si considera una conquista l’indifferenza della differenza? Note 1 per approfondire i contenuti del presente testo si rinvia al sito del pontificio consiglio dei Laici, sezione donna (www.laici.org) e ai libri: G.p. Di Nicola, uguaglianza e differenza la reciprocità uomo-donna, Città nuova, roma 1988, Il Linguaggio della madre, Città nuova, roma 1994; a. Danese-G.P. Di Nicola, Il papa scrive. Le donne rispondono, Dehoniane, Bologna 1996; Lei & Lui. Comunicazione e reciprocità, effatà, torino 2001. 2 Alfred Kinsey, nel 1948, col saggio Il comportamento sessuale nel maschio umano, cominciò a rivoluzionare il concetto di sesso e a influenzare la coscienze con una serie di «rapporti Kinsey». Da questi partì il dato del 10% di omosessuali nella popolazione. eppure quando infatti il presidente Clinton commissionò un’indagine scientifica ai migliori centri statistici universitari, la percentuale si ridusse a un misero 1% circa. Carlo Antonio Grue, alzata con il trionfo di Bacco e arianna, circa 1685-’90, maiolica policroma lumeggiata in oro, altezza cm. 5,0; diametro cm. 28,5 N. 80/12 45