S&C Stefano D’Ottavio e Antonio Urso P UB B L IC AT O PR MA PR I V OL T TA V OL O O AT IC A T C V P UB B L C S& A A P R IM A IM LT O RO PER VO E LA INAL IG OR PU BB LI A TRATTO DA STRENGTH & CONDITIONING, PER UNA SCIENZA DEL MOVIMENTO DELL’UOMO. WWW.CALZETTI-MARIUCCI.IT allenamento della potenza muscolare nel calcio Particolarità dell’allenamento della potenza nei giovani È comunemente accettato dalla comunità scientifica che l’allenamento della forza, compreso l’allenamento pliometrico, se ben pianificato e soprattutto assistito, produce sensibili adattamenti in bambini ed adolescenti simili a quanto riportato per gli adulti (Faigenbaum AD et al 2009, Falk, B and Mor, G 1996, Lillegar W et al 1997, Kotzamanidis C 2006, Matavulj D et al 2001). I risultati di tali studi, inoltre, mostrano evidenze correlative fra lo sviluppo della forza ottenuto ed alcune performance atletiche come la corsa, il salto, etc (Kraemer W and Fleck S 2005). Nonostante alcuni studi abbiano riportato un incremento della sezione trasversa (Fukunaga et al 1992) del muscolo anche in soggetti prepuberi, si è concordi nell’assegnare principalmente a modificazioni di tipo nervoso l’incremento dei parametri di forza osservati. È anche ben conosciuto che, nel corso dell’età evolutiva, aumenta gradualmente nell’organismo l’attività degli ormoni anabolizzanti come GH, I-GF1 e testosterone e che tali presenze contribuiscono, insieme all’allenamento della forza, a realizzare anche modificazioni di carattere morfologico e non solo funzionale. Ovviamente, nei più giovani e negli adolescenti, le precauzioni dovrebbero essere maggiori, data la relativa fragilità delle strutture passive dell’apparato locomotore, come cartilagini ed ossa, legamenti articolari e tendini, ancora in via di accrescimento. Nella Tab. n.1 (Cfr. anche S&C. Per una scienza del movimento dell’uomo, 2012, 2, pag. 57 e precedenti e seguenti, NdC) vengono riportate le linee guida proposte dalla NSCA (Youth resistance training: updated position. Statement paper from the National Strength and Conditioning Association, Faigenbaum AD, Kraemer WJ, Cameron JR, Blimkie, Jeffreys I, Lyle J Micheli, Nitka M and Rowland TW, Journal of Strenght and Conditioning Research, 2009), relativamente a questi aspetti. Christou M et al (2006), in uno studio effettuato su 18 giovani calciatori di età 12-15 anni verificò relazioni positive fra l’allenamento della forza e la performance sportiva per bambini di questa età. Divisi in due gruppi, i giovani venivano sottoposti per cinque volte alla settimana e per 16 settimane (8 + 8) a: 1° gruppo (SOC), allenamento specifico tecnico-tattico più altri mezzi per le qualità fisiche normalmente utilizzati, evitando però mezzi specifici per la forza muscolare; 2° gruppo (STR), identiche sessioni di allenamento più esercizi per la forza muscolare, ripetuti per due volte a settimana; il terzo gruppo (CON) era rappresentato da bambini di pari età che non partecipavano ad attività sportive organizzate. Tutti i gruppi furono classificati per età maturative simili (Tanner 5 point scale, Malina RM, and Bouchard, 1991) e nessuna differenza media relativamente all’età anagrafica e di allenamento era presente all’inizio dello studio. Gli esercizi di forza utilizzati dal gruppo 2 erano leg press, leg extension, leg flexors, calf rais, sit-ups, più altri per la parte superiore del corpo. Il carico di allenamento prevedeva un STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno II - Numero 6 / Settembre-Dicembre 2013 ANTONIO URSO Presidente della Federazione Italiana Pesistica e della European Weightlifting Federation. Componente dell’Esecutivo della IWF International Weightlifting Federation. Laurea in Scienze Motorie; Laurea Magistrale in Attività Motorie Preventive e Adattate; Master 1° livello Scienze Motorie Preventive Adattate e Recupero Atletico; Maestro di Pesistica. Ha allenato la nazionale maschile e femminile di pesistica. è stato più volte campione italiano. 39 S&C (Ita) n.6, Settembre-Dicembre 2013, pp. 39-44 L’ SECONDA PARTE STEFANO D’OTTAVIO Presidente del Corso di Laurea Magistrale in Scienze e Tecniche dello Sport dell’Università degli Studi Tor Vergata di Roma e Responsabile Nazionale dell’Area Tecnica del Settore Giovanile e Scolastico della FiGC. Direttore del Master Universitario di 1 livello “Teoria e Metodologia della Preparazione Fisica del calcio” nell’Università degli Studi Tor Vergata di Roma. S&C ALLENAMENTO L’ALLENAMENTO DELLA POTENZA MUSCOLARE NEL CALCIO • Fornire supervisione e istruzioni qualificate • Assicurare un ambiente di allenamento sicuro e libero da pericoli • Iniziare ciascuna sessione di allenamento con 5-10 minuti di riscaldamento dinamico • Eseguire 1-3 serie di 6-15 ripetizioni di vari esercizi per la parte superiore ed inferiore del corpo • Includere esercizi specifici che rafforzino la regione addominale e il tratto lombare • Focalizzarsi sullo sviluppo muscolare simmetrico e sull’equilibrio muscolare appropriato a livello delle articolazioni • Eseguire 1-3 serie di 3-6 ripetizioni di esercizi di potenza diversi, per la parte superiore ed inferiore del corpo • Far progredire con giudizio il programma di allenamento in base alle necessità, agli obiettivi e alle capacità • Aumentare la resistenza gradualmente (5-10%) di pari passo con il miglioramento della forza • Eseguire il defaticamento con esercizi calistenici meno intensi e con lo stretching statico • Prestare sempre ascolto alle necessità e alle problematiche individuali durante ciascuna sessione • Iniziare l’allenamento contro resistenza con 2-3 volte a settimana a giorni alterni • Impiegare schede di lavoro personalizzate per monitorare i progressi • Fare in modo che i contenuti siano sempre nuovi e stimolanti, variando in modo sistematico il programma di allenamento • Ottimizzare la performance e il recupero con un’alimentazione sana, un’idratazione adeguata e un riposo sufficiente • Il supporto e l’incoraggiamento da parte degli istruttori e dei genitori aiuta a mantenere vivo l’interesse Tabella n°3 - Linee guida generali dell’allenamento contro resistenza nei giovani range progressivo di 55-80% di 1 RM e 2-3 set di 8-15 ripetizioni per ogni esercizio, per una durata complessiva di 45 minuti a seduta. All’inizio e dopo 8 e 16 settimane i test somministrati furono: 1 RM, SJ, CMJ, RJ (Repeated jump 30”), 10 e 30 metri di sprint, agility (10m x 5) a navetta, flessibilità mediante sit and reach test, ed un test tecnico di rapidità e dribbling con palla. I risultati (cfr. Fig. 9) evidenziarono che sia SOC che STR erano migliorati maggiormente sulle prove di 1 RM leg press, agility e test tecnico, rispetto a CON. Inoltre, STR e rispetto a SOC e CON mostrò incrementi più marcati nei test di: 1 RM 40 leg e bench press, SJ, CMJ, 30 m. di sprint. I miglioramenti del test di agilità non mostrarono differenze fra STR e SOC e nessun miglioramento significativo fu riscontrato nel test tecnico. Gli autori concludono osservando che il solo allenamento calcistico produce evidenti benefici rispetto a giovani di pari età non sportivi e soggetti solo a crescita auxologica, ma un programma di allenamento della forza muscolare così organizzato appare risultare positivo per un potenziamento della performance sportiva. Come sempre, una miscela di entrambi i mezzi appare la soluzione ideale per ottimizzare gli adattamenti. Core stability e potenza muscolare La muscolatura del core e conseguentemente la sua stabilità rappresentano un punto di raccordo fondamentale delle catene muscolari funzionali che collegano la parte inferiore con la parte superiore del corpo. Come si sa, fanno parte del core la muscolatura addominale anteriore, i paraspinali ed i glutei nella zona posteriore, gli obliqui dell’addome, il diaframma ed i muscoli della cintura pelvica e dell’anca. Una buona stabilità di tale complessa architettura permette una ottimale trasmissione delle forze prodotte durante le attività di locomozione come la marcia, la corsa e prestazioni quali i salti, i lanci, etc., creando una solida base di ancoraggio funzionale, onde evitare transfer negativi e dissipazione di energia. Inoltre, un buon equilibrio del core tende a salvaguardare la colonna vertebrale, prevenendo traumi da stress dovuti alle elevate sollecitazioni prodotte durante le performance sportive, in particolar modo negli sport che richiedono potenza muscolare e movimenti non simmetrici. Nel calcio, quindi, la particolarità del gioco che richiede improvvisi cambi di direzione in spazi brevissimi, gesti esplosivi come il tiro ed il contrasto effettuati in equilibrio precario ed in mono appoggio del piede, spostamenti laterali, corse all’indietro, etc., necessitano del rafforzamento specifico di detti settori muscolari. Tuttavia, nonostante alcuni autori (Akuthota SFN 2004, Kibler et al 2006, Nesser TW et al 2008) abbiano dimostrato che un allenamento della core stability conduca ad un miglioramento della prestazione sportiva, altri studiosi (Hibbs et al 2008,Stanton et al 2004) non hanno trovato alcuna modificazione, altri ancora hanno addirittura evidenziato peggioramenti. In uno studio condotto da Nesser TW (2008) su n.29 giocatori di calcio della National Collegiate Athletic Association 1° Divisione, furono messe in luce moderate correlazioni fra varie misure della core stability effettuate attraverso un apposito protocollo valutativo (Mc Gill SM 2002) ed alcune variabili di performance (Fig.10). STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno II - Numero 6 / Settembre-Dicembre 2013 S&C ALLENAMENTO L’ALLENAMENTO DELLA POTENZA MUSCOLARE NEL CALCIO Figura n°9a - Differenze tra i calciatori del gruppo STR, del gruppo SOC e i controlli (CON) ai test 1RM leg press e bench press. *p<0,01 tra STR e SOC, ±p<0,01 tra STR e CON, ǂp<0,05 tra SOC e CON. Figura n°9b - Differenze tra i calciatori del gruppo STR, del gruppo SOC e i controlli (CON) ai test di salto con contromovimento (CMJ) e squat jump (SJ). *p<0,05 tra STR e SOC, ±p<0,05 tra STR e CON. Core totale Flessione del tronco Estensione della schiena Flessione destra Flessione sinistra 20 m di sprint -0,549** -0,485** -0,367 -0,410* -0,376* 40 m di sprint -0,604** -0,479** -0,366 -0,435* -0,397* Pro-agilità -0,551** -0,443* -0,346 -0,354 -0,374* Salto verticale 0,591** 0,436* 0,536** 0,403* 0,334 0,041 0,017 0,029 0,083 0,008 Clean/BW 0,622** 0,396* 0,449* 0,519** 0,460* Squat -0,470* -0,416* -0,219 -0,322 -0,294 Squat/BW 0,271 0,101 0,256 0,248 0,258 Bench press -0,217 -0,157 -0,234 -0,045 -0,179 Bench press/BW 0,369* 0,226 0,201 0,372* 0,286 Sollevamento totale -0,317 -0,274 -0,193 -0,167 -0,217 Sollevamento totale/BW 0,447* 0,255 0,313 0,406* 0,361 Clean Figura n°10 - Correlazioni tra la forza del core e la prestazione. BW (Body Weight) = peso corporeo *p ≤ 0,05. **p ≤ 0,01. STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno II - Numero 6 / Settembre-Dicembre 2013 41 S&C ALLENAMENTO L’ALLENAMENTO DELLA POTENZA MUSCOLARE NEL CALCIO Gli autori concludono sottolineando l’importanza di non trascurare questa area di potenziamento, anche se è difficile identificare quanto l’efficienza di tali distretti muscolari possa direttamente agire sul guadagno di forza anche in relazione alle specificità atletiche individuali. Al riguardo, recentemente (Reed CA et al 2012), in una Review redatta al fine di verificare possibili implicazioni fra la core stability e diverse espressioni di performance sportive, concludono che spesso è difficile isolare l’influenza del core sulla prestazione dato che, nella maggior parte dei casi, l’allenamento del core è miscelato con altri esercizi ed inoltre si rilevano maggiori benefici su soggetti che svolgono attività sportiva amatoriale, minori benefici in atleti di alto livello. Infine, sport che necessitano di una forte core stability, come il golf, il baseball e la corsa, mostrano i miglioramenti più marcati. Le forme di training più utilizzate negli ultimi anni sono l’applicazione di esercizi vari su pedane instabili, sia gonfiabili (morbide) che rigide. È stato verificato in molteplici lavori come tali tecniche di allenamento attivino maggiormente i muscoli stabilizzatori del tronco e degli arti: sinergici ed antagonisti (maggiore EMG), riducendo la co-contrazione muscolare (Behm DG 2006). Tuttavia, la forza rilevata durante esercizio su pedana instabile (p.e. squat) comparata con lo stesso esercizio in condizioni stabili risulta essere inferiore. Su tali considerazioni, quindi, viene consigliato di utilizzare entrambe le condizioni e di non eccedere nell’instabilità relativa, in quanto la ridotta espressione di forza risulterebbe eccessiva e quindi fuori dal target dell’allenamento. Conclusioni La prestazione del calciatore prevede durante la partita una serie di movimenti con e senza palla caratterizzati da rapidità esecutiva ed espressioni di potenza muscolare nelle accelerazioni, nei cambi di direzione, nei contrasti, nei salti, nei tiri, etc. L’allenamento della potenza non può prescindere dallo sviluppo della forza muscolare di base che deve raggiungere soglie minime di prestazione tenendo in considerazione il livello di qualificazione, l’età, la disponibilità biologica, il tempo di allenamento. Lo sviluppo della potenza può essere conseguito attraverso carichi pesanti oppure mediante carichi relativamente leggeri, dove viene privilegiata la forza e la velocità rispettivamente. Tuttavia per ogni esercizio e per ogni giocatore deve essere definito il carico ottimale per sviluppare la massima potenza e tale entità deve essere tenuta in considerazione per allenamenti specifici nell’area della forza-veloce e della potenza in particolare (Fig. n.11). Un fattore da utilizzare come parametro di controllo risulta essere la RFD, cioè la rapidità di crescita della forza nei primi 200 msec del movimento sia nelle forme tradizionali che in quelle balistiche. Queste ultime sembrano essere preferite per ottenere i maggiori benefici, anche se diversi studi hanno verificato miglioramenti utilizzando carichi intensi intorno all’80% di 1 RM. Nel calcio, da alcuni autori è stato dimostrato come l’aumento di 1 RM all’esercizio di semi squat sia Figura n°11 - Relazione tra i metodi di allenamento per lo sviluppo della potenza, della forza e della velocità di movimento. 42 STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno II - Numero 6 / Settembre-Dicembre 2013 S&C ALLENAMENTO L’ALLENAMENTO DELLA POTENZA MUSCOLARE NEL CALCIO correlato a diverse performance specifiche come la corsa con cambi di senso, gli sprint brevi e medi su 10-30 metri ed i salti. Buone correlazioni inoltre sono state messe in luce fra i valori di forza e la potenza di tiro, prevalentemente per i calciatori di medio e non di altissimo livello. L’allenamento eccentrico, meno utilizzato in genere, offre maggiori possibilità di stimolare il sistema neuromuscolare e risulta assai specifico per i muscoli posteriori della coscia spesso soggetti ad infortuni nel calcio. È ben conosciuto dagli addetti ai lavori come il riuso di energia elastica dovuto al prestiramento provochi un aumento della potenza prodotta durante il cosiddetto stretch-shortening cycle, che rappresenta la modalità maggiormente riproducente i movimenti compiuti contro gravità e quindi anche dal calciatore durante la sua azione di corsa. L’allenamento specifico dovrebbe prevedere una certa attenzione nel ridurre il coupling time, velocizzare la fase eccentrica, cercando di contenere l’ampiezza angolare dello spostamento. È indicativo, inoltre, il fatto che uno squilibrio nel rapporto H:Q (flessori:estensori) a favore del muscolo quadricipite comporti dei seri rischi di infortunio muscolare, soprattutto nelle fasi di gioco o allenamento nelle quali sopraggiunge uno stato fisiologico di affaticamento. La possibilità di infortuni inoltre è legata all’efficienza dei sistemi di propriocezione che possono coadiuvare le espressioni potenza muscolare, soprattutto nelle fasi di gioco in condizioni di equilibrio precario e nei contatti con l’avversario. Tuttavia, la massima espressione di potenza muscolare che tenga conto sia di una considerevole velocità di movimento sia del carico risulta essere l’utilizzo delle alzate olimpiche, sia tradizionali che adattate al biotipo funzionale del calciatore. Tali esercizi però comportano una certa rigorosità nell’esecuzione tecnica e perciò devono essere avviati con le dovute cautele e soprattutto devono essere preceduti da una fase di preparazione muscolare adeguata e da uno specifico apprendimento coordinativo. Nonostante qualche decennio fa venisse sconsigliato l’allenamento della forza nei giovanissimi e fosse invece suggerito di aspettare la fase di sviluppo puberale, specifici studi in merito hanno dimostrato che anche i giovani in età prepubere rispondono positivamente agli stimoli di forza. Ovviamente, tali sollecitazioni devono rispettare una serie di principi che riguardano soprattutto la dinamicità dei movimenti, l’utilizzo di carichi che permettano molte ripetizioni e la possibilità di concedere, oltre che un’adeguata assistenza professionale da parte di esperti del settore, anche fasi di recupero ottimali fra una sessione e l’altra. Infine, studi di diversi autori hanno dimostrato come l’allenamento concorrente, fra i mezzi per lo sviluppo della forza e della potenza aerobica, non ostacolano l’ottenimento di risultati positivi nell’area funzionale della forza e della potenza muscolare. STRENGTH & CONDITIONING. Per una scienza del movimento dell’uomo Anno II - Numero 6 / Settembre-Dicembre 2013 43 S&C ALLENAMENTO L’ALLENAMENTO DELLA POTENZA MUSCOLARE NEL CALCIO Bibliografia 1. Adams K, O’Shea JP, O’Shea KL, and Climstein M. The effect of six weeks of squat, plyometric and squat-plyometric training on power production. J. Appl. Sport Sci. Res. 6:36-41, 1992. 2. Akuthola SFN. Core strengthening. Arch Phys Med Rehab 85(suppl.3):86-92, 2004.. 3. Alfredson H, Pietila T, Jonsoon P, and Lorentzon R. Heavy-load eccentric calf muscle training for the treatment of chronic Achilles tendinosis. Am. J. Sports Med. 26:360-366, 1998. 4. Baker D, Nance S, and Moore M. 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