il nuovo ruolo del medico competente il nodulo tiroideo le

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E R I O D I C O
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I
N F O R M A Z I O N E
Periodico quadrimestrale - Pubblicazione registrata c/o Tribunale di Milano n. 41 del 25.01.1992
P
AL CDI UN NUOVO ESAME
PER VALUTARE IL RISCHIO
E IDENTIFICARE LA TERAPIA
C
E N T R O
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I A G N O S T I C O
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T A L I A N O
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G O S T O
2 0 1 4
n Italia si stima che 15 milioni di persone soffrano di
ipertensione, ma la diffusione è così alta che, invece di suscitare preoccupazione nelle persone che ne soffrono
o che ne potrebbero soffrire nel corso della
vita, tale patologia viene sottovalutata e
considerata una condizione quasi fisiologica. In realtà è uno dei segni più importanti
da tenere sotto controllo ad ogni età. Infatti l’ipertensione arteriosa rappresenta uno
dei principali fattori di rischio modificabili, la cui presenza è correlata in modo significativo con un aumentato rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari (infarto miocardico, ictus
cerebrale, scompenso cardiaco), rischio che
cresce considerevolmente in presenza di
altre patologie concomitanti (diabete, obesità, insufficienza renale…).
Secondo le Linee Guida Internazionali,
si ritiene che il rischio cardiovascolare aumenti al punto di giustificare un intervento farmacologico in presenza di valori di
pressione pari o superiori a 140 mm Hg per
quanto riguarda la pressione sistolica (la
“massima”) e/o pari o superiori a 90 mm
Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la“minima”). Di contro, un trattamento efficace dell’ipertensione arteriosa
riduce in modo sostanziale il rischio di sviluppare complicanze.Tuttavia, il controllo
della pressione arteriosa rimane largamente insoddisfacente nella maggior parte dei
paesi occidentali, tra cui anche l’Italia.
Studi clinici condotti nel nostro paese indicano che:
• solo il 30-40% di pazienti affetti da
ipertensione arteriosa in trattamento raggiunge valori pressori adeguati (140/90
mmHg),
• circa il 70-80% dei pazienti affetti da
ipertensione arteriosa richiede una terapia di associazione basata su almeno due
classi di farmaci per ottenere tali valori.
L’ipertensione arteriosa deriva dalla combinazione di fattori genetici predisponenti e da fattori esterni modificabili,
per questo motivo i cambiamenti dello
stile di vita rappresentano un requisito
necessario ed imprescindibile di ogni strategia volta a migliorare il controllo della
pressione arteriosa (calo ponderale in
soggetti sovrappeso o obesi, cessazione del
fumo, moderazione del consumo di alcool,
limitazione dell’introduzione di sale, incremento dell’attività fisica). Una famigliarità
positiva rappresenta un riscontro frequente
nei pazienti ipertesi con un’ereditarietà stimata che varia tra il 35% e il 50%. Grazie
a studi sul genoma, è stato individuato un
ampio numero di geni le cui varianti determinano un aumentato rischio di sviluppare
ipertensione arteriosa e altre legate ai meccanismi fisiologici di regolazione pressoria.
Per cui, comprendendo alcuni dei processi
che portano all’ipertensione, è possibile valutarne il grado di pericolosità e la terapia
più efficace.
Presso il Centro Diagnostico Italiano è
possibile sottoporsi a un test genetico in
cui l’analisi di 35 geni permette nei soggetti con ipertensione arteriosa di:
• definire il rischio di complicanze cardio
e cerebrovascolari;
• identificare la terapia più efficace per il
controllo dei valori pressori;
• identificare nei famigliari i soggetti con
rischio aumentato di ipertensione;
• determinare la predisposizione individuale a sviluppare la patologia nei soggetti che, pur non soffrendo di ipertensione,
presentano una famigliarità.
Il test consiste in un semplice tampone buccale o in un prelievo ematico. Conoscere il
rischio individuale o nei familiari di sviluppare ipertensione arteriosa consente di
intraprendere stili di vita corretti prima di
manifestare dei sintomi. Inoltre conoscere
quali farmaci possono essere più efficaci o
quale combinazione di farmaci è più adeguata per la persona permette una migliore
gestione degli eventuali effetti collaterali e
una maggiore adesione al trattamento da
parte del soggetto, con il raggiungimento
dell’obiettivo primario, cioè la riduzione
dei livelli pressori, in minor tempo e con
una spesa inferiore.
T E C N O LO G I A E
PREVENZIONE
O RTO P E D I A
E N D O C R I N O LO G I A
M I C R O B I O LO G I A
MEDICINA
D E L L AV O R O
MAMMOGRAFIA ED
EROGAZIONE DELLA
DOSE
PLATELET-RICH
PLASMA (PRP)
IL NODULO TIROIDEO
LE INFEZIONI URINARIE IL NUOVO RUOLO DEL
SUL TERRITORIO
MEDICO COMPETENTE
O
Un test genetico
per l’ipertensione
S
FARMACOLOGICA PIÙ EFFICACE
D E L
Una cartella dosimetrica a
Dott.ssa Elena Repetti
Medico genetista CDI
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O
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disposizione del paziente
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4
Per la riparazione delle lesioni
Le raccomandazioni sulla
tendinee e cartilaginee
gestione della patologia
nelle ultime Linee Guida
5
L’Osservatorio
Epidemiologico del CDI
come utile strumento
6
Un contributo più attivo
per la tutela e sicurezza
dei lavoratori
7
2
IMAGING
NEL 1895 K ONRAD ROENTGEN
SCOPRIVA I RAGGI X E DI LÌ A
POCO L’IMPIEGO MEDICO DEGLI
STESSI AVVIAVA UNA RIVOLUZIONE
NEL CAMPO DELLA SCIENZA
MEDICA IN ATTO ANCORA OGGI
I
l primo grande stupore
suscitato dalla scoperta di
Roentgen fu la possibilità
di vedere dal vivo la morfologia dello
scheletro, la sua densità grazie al contenuto di calcio, opaco alle radiazioni.
Ma ancora maggiore fu l’effetto della scoperta quando venne introdotto l’uso dei
mezzi di contrasto artificiali, in grado di
modificare la densità dei tessuti e degli organi, fra loro non distinguibili in quanto
omogenei all’assorbimento ai raggi X.
Questa prima fase della vita della Radiologia è stata caratterizzata da un impiego
assai limitato delle radiazioni ionizzanti
e dall’assenza di una vera e propria figura di Radiologo. I primi “gabinetti
radiologici” furono affidati agli Istituti
di Medicina o di Chirurgia fino a circa
la seconda decade del secolo scorso. Solo dopo gli anni Trenta si organizzarono
Istituti e Servizi di Radiologia gestiti da
Medici dedicati e proprio in quegli anni si
avviarono in Italia le prime scuole di perfezionamento. Cominciò così a delinearsi
una figura professionale specifica e si passò dai “gabinetti radiologici”a strutture
centralizzate con un’importante innovazione: quella dell’impiego dei raggi X
non solo a scopo diagnostico, ma anche a
scopo terapeutico (radioterapia).
Il cambiamento epocale, però, si è verificato tra il 1970 e il 1980 ed è legato all’introduzione dei sistemi computerizzati in
medicina e in particolare nelle apparecchiature radiologiche e di diagnostica per
immagini, come la Radiologia generale,
laTAC, l’ecografia e la Risonanza Magnetica. Queste innovazioni non solo hanno
portato alla separazione fra reparti di
Diagnostica e di Radioterapia, ma hanno anche avviato la riorganizzazione e la
rivisitazione della figura del Radiologo,
introducendo, peraltro, un aspetto più
globale non più legato solo all’utilizzo
dei raggi X.
L’impiego e l’associazione di più metodiche ha nettamente modificato la posizione
della Radiologia. Oggi possiamo conside-
Radiologia
“Ognuno vede ciò
che sa”: la Radiologia
e il Radiologo oggi
rare l’attività di Diagnostica per Immagini il vero motore in grado di fare muovere
la ruota intorno alla quale si snoda tutta
la possibilità diagnostica e terapeutica di
un paziente.
Il menù sempre più ricco di metodiche
sofisticate comporta la reale possibilità
di adattare la metodica di indagine alla
patologia, scegliendo sempre la più adeguata. L’ecografia ha grande duttilità e
per l’assoluta innocuità degli ultrasuoni
bene si adatta a metodica di approccio, la
TC e la RM per il loro elevatissimo potere
di risoluzione spaziale e di contrasto si impiegano con successo rispettivamente nel
distretto toraco addominale e in quello
encefalo midollare. Lo sviluppo di immagini ibride (TAC PET, RM PET) consente approfondimenti grazie all’integrazione di elementi morfologici, funzionali e
metabolici.
Oggi disponiamo di macchine con altissima capacità e dotate di sofisticati software
spesso così variabili e numerosi da non essere neanche completamente conosciuti in
tutte le loro sfaccettature. L’equipe radiologica deve essere così raffinata nelle figure mediche e tecniche da poter usufruire di
tutte le potenzialità tecnologiche. Da qui
l’orientamento odierno di un radiologo
esperto per singolo distretto corporeo, o
addirittura per organo. Si comprendono
infatti varie branche come la neuroradiologia, la radiologia toracica, addominale,
cardiaca, vascolare, endocrinologica ecc.
Un altro aspetto deve essere sottolineato:
la presenza di diverse metodologie, solo
alcune basate sull’impiego dei raggi X,
impone al Medico Radiologo la scelta
dell’indagine più idonea per la patologia,
e contemporaneamente più radioprotezionisticamente adeguata, seguendo il
il maggior rischio beneficio in rapporto
all’esposizione alle radiazioni X, non dimenticando che gli effetti nocivi delle radiazioni non sono dipendenti dal singolo
esame, ma dall’accumulo.
È importante affidarsi a centri con apparecchiature all’avanguardia, con Radiologi esperti, selezionati in rapporto ai
distretti corporei da esaminare, coordinati e in grado di agire in equipe, in cui
sia possibile avere un rapporto diretto con
lo specialista e in cui oltre all’esecuzione
corretta e personalizzata dell’indagine sia
sempre possibile disporre di un“consulto
radiologico”.
Questa organizzazione di un centro di
Diagnostica per immagini non può oggi
prescindere dall’evoluzione sviluppatasi
negli anni 90 in cui l’impiego delle radiazioni X sia guida all’esecuzione percutanea, mininvasiva di veri interventi
terapeutici: la Radiologia Interventistica.
Oggi questa è una branca della Medicina e
rappresenta un’arma efficiente nella risoluzione poco invasiva di molte patologie
in campo vascolare e oncologico.
principio di giustificazione e ottimizzazione che impone il Dlgs187/00 e non tralasciando la storia, l’età del paziente nonché la gravità e la prognosi della malattia.
Si deve perciò instaurare un rapporto
fra Paziente e Radiologo che inizia nel
momento di avviare un procedimento
diagnostico e che comprende tutte le
possibilità di“imaging”oggi disponibili,
evidenziandosi così una figura di specia-
CARICHE I ARRIVI
lista in grado di scegliere la metodica più
idonea e meno rischiosa e di processare le
immagini più sofisticate per giungere a
una rapida e corretta diagnosi.
“Chiedi al tuo Radiologo” recita uno
slogan promosso dalla Società Italiana
di Radiologia Medica (SIRM). Chiedi al
tuo Radiologo quale esame è più indicato
in rapporto ai sintomi e all’orientamento
del medico curante, chiedi quale esame ha
Prof. Giampaolo Cornalba
Professore straordinario di Radiologia
presso l’Università degli Studi di Milano e
Direttore del Dipartimento di Diagnostica
per Immagini, U.O. Radiologia
Diagnostica Interventistica,
A.O. San Paolo, Consulente CDI
FISIOTERAPIA I NUOVE
Il nuovo
management
Il nuovo coordinatore
dei fisiatri
Dal mese di maggio il Centro
Diagnostico Italiano ha una nuova direzione. Il dr Renato Carli, Corporate
General Affairs del Gruppo Bracco e
Consigliere CDI, ha assunto la carica
di Direttore Operativo.
Nel ruolo di Direttore Strategie e
Relazioni Istituzionali è entrato a
far parte della struttura il dr Carlo
Pampari, già Direttore Generale delle strutture ospedaliere di Sacco e San
Paolo di Milano e Responsabile delle
Reti Italiane ed internazionali di IEO e
Istituto Cardiologico Monzino.
CDI dà il benvenuto alla dott.ssa
Giuseppina Di Stefano, nuovo
coordinatore del Centro di Fisioterapia
e Riabilitazione di via Saint Bon 36 e
degli ambulatori di fisiatria delle sedi
di Rho e Cernusco sul Naviglio.
I principali settori di attività della
dott.ssa Di Stefano sono la riabilitazione neurologica, ortopedica e reumatologica. La dott.ssa Di Stefano si occupa
anche di agopuntura con particolare
applicazione nel supporto all’infertilità
e alle tecniche di procreazione medicalmente assistita.
P R E S TA Z I O N I
Il Laserix®
Presso le sedi di CDI Saint Bon 36 e
CDI Portello è disponibile un nuovo
laser, denominato Laserix®. Questo
Laser di ultima generazione, grazie alla sua straordinaria potenza di uscita
(1000Watt alla sorgente, 800Watt al
manipolo) e alla brevità degli impulsi,
permette di raggiungere gli strati più
profondi del tessuto corporeo arrivando fino al periosteo ove la luce si ferma
per il fenomeno della riflessione.
Grazie alle sue proprietà, è particolarmente indicato nel trattamento di:
• Infiammazioni acute: tendiniti acute e tendinopatie croniche riacutizzate;
capsuliti e lesioni legamentose sia traumatiche che degenerative;
• Contratture muscolari;
• Infiammazioni croniche e degenerative: lesioni di legamenti e tendini;
distorsioni, lesioni muscolari non
recenti; artrosi, dolori della colonna
vertebrale, delle articolazioni;
• Terapia del dolore: sia di origine radicolare che post traumatico e degenerativo; nelle fibromialgie; nelle neuriti.
Laserix®, inoltre, permette di ridurre i
tempi di guarigione di molti sportivi,
aumentando la percentuale di successi.
3
Tecnologia e prevenzione
IMAGING
Mammografia
ed erogazione
della dose
A
rchiviare e rendere accessibili tutti i dati relativi alle
esposizioni a radiazioni ionizzanti dei
pazienti che effettuano indagini radiologiche digitali. Ottimizzare le procedure al
fine di garantire il minor livello di esposizione con la massima qualità dell’esame
possibile. Comunicare il dato in modo che
possa essere conservato e disponibile per
ogni paziente e i medici che lo hanno in
cura. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi
di un importante progetto che il Centro
Diagnostico Italiano sta portando avanti
da quasi due anni e che è giunto alla fase
applicativa. Si è partiti lo scorso maggio con la possibilità, per i pazienti, di
richiedere il dato relativo alla dose di
radiazioni assorbita durante l’esame
mammografico. Ma sono già circa 50mila
le informazioni dosimetriche riguardanti
TC, radiografia digitale e la stessa mammografia archiviati presso il CDI.
In medicina un paziente è sottoposto
ad una pratica solo se il beneficio che
ne riceve è superiore al rischio derivante
dalla stessa. Un’operazione chirurgica,
ad esempio, si effettua solo se il medico
ritiene vantaggioso il rapporto tra rischi
dell’intervento e l’utilità per il paziente.
Un farmaco si somministra solo se gli
eventuali effetti collaterali sono minori
rispetto agli effetti benefici della terapia.
Anche in diagnostica per immagini, i
processi decisionali del medico radiologo o del medico nucleare sono gli stessi
che in qualsiasi altra disciplina. Stimare
AL CDI È POSSIBILE RICHIEDERE LA PROPRIA CARTELLA DOSIMETRICA
DA DISCUTERE CON IL MEDICO CURANTE AL FINE DI UNA PIÙ
APPROPRIATA SCELTA DI PROCEDURA DIAGNOSTICA
il rischio derivante da una radiografia,
però, è un processo complesso che coinvolge diverse figure professionali: ovviamente i medici, poi i fisici medici e i tecnici
di radiologia. Sulla stima del rischio da
radiazioni ionizzanti (quelle utilizzate
in radiologia, in medicina nucleare e in
radioterapia) la comunità scientifica
internazionale si sta interrogando da decenni.
Il problema è complesso perché è
A
impossibile definire stime di rischio valide
per l’intera popolazione: ogni individuo è
diverso e reagisce in modo differente alle
sollecitazioni esterne, comprese quelle
derivanti da un’indagine radiologica.
Nonostante ciò i legislatori, soprattutto
europei e americani, hanno già dato disposizioni molto chiare a medici e fisici:
la dose di radiazioni ricevuta dal paziente
durante un’indagine deve essere indicata
nel referto medico. Come gli effetti collaterali di un farmaco sono descritti nel
foglietto illustrativo, così il paziente ha
il diritto di sapere quale dose di radiazioni ha assorbito durante il proprio
esame. In Italia ciò sarà obbligatorio dal
2018. Il Centro Diagnostico Italiano,
però, aveva già percepito questa esigenza
ben prima che si tramutasse in legge (la
nuova Direttiva Europea in materia è del
dicembre 2013) e dallo scorso maggio
ha iniziato la comunicazione delle dosi
in mammografia a tutti i pazienti che ne
faranno richiesta all’indirizzo di posta
elettronica dedicato ([email protected]).
E’ stato possibile raggiungere questo
risultato grazie all’installazione, presso il Dipartimento di Diagnostica per
Immagini, del software Dosewatch®.
Il programma consente di mettere in
rete tutte
le apparecchiature radiologiB
che digitali del CDI e di archiviare tutti
i dati dosimetrici e di qualità relativi ad
ogni singola indagine di ogni paziente.
Nel report dosimetrico per il paziente,
oltre all’informazione relativa alla dose
di radiazioni assorbita, è presente anche
quella riguardante la forza di compressione applicata alla mammella durante l’esecuzione dell’esame e una breve descrizione
sul significato dei valori riportati.
La scelta di iniziare questo innovativo
percorso proprio dall’esame mammografico indica la grande attenzione che
il Centro Diagnostico Italiano pone
nell’ottimizzare le indagini radiologiche
digitali. La mammografia, infatti, è lo
studio che eroga il minor quantitativo di
radiazioni ionizzanti; al contempo, però,
è l’unica procedura alla quale si sottopongono anche pazienti asintomatici, all’interno dei percorsi di diagnosi precoce dei
L A B O RATO R I O I G E N E T I C A O N C O LO G I C A
EndoPredict®
Con un’incidenza di circa il 29%
(uno su tre), si calcola che il carcinoma mammario sia la neoplasia più diagnosticata nelle donne.
Fortunatamente, dalla fine degli anni
Ottanta, si osserva una moderata ma
continua tendenza alla diminuzione
della mortalità per tale patologia
(-1,6%/anno), attribuibile all’efficacia dello screening, almeno in alcune
fasce d’età, e ai progressi terapeutici,
in particolar modo alle terapie multimodali. Proprio per supportare
l’oncologo nella scelta terapeutica
migliore oggi è possibile effettuare un nuovo test, EndoPredict®, in
grado di valutare il rischio di me-
tastasi a distanza in pazienti affette
da carcinoma mammario primario,
positivo al recettore dell’estrogeno
e Her2 negativo, sottoposte a sola
terapia endocrina adiuvante. Il test,
partendo dall’RNA del tumore, analizza alcuni geni coinvolti nello sviluppo e nell’evoluzione del tumore e,
unendo le informazioni ottenute con
alcuni parametri clinici (dimensioni
del tumore e numero di linfonodi
positivi), permette di calcolare il rischio (basso o elevato) di sviluppare
metastasi. In pazienti con cancro al
seno positivo per il recettore e HER2/
neu-negativi, i benefici della chemioterapia sono spesso inferiori. Questo
gruppo comprende circa il 65% delle
pazienti, la maggior parte delle quali
C
carcinomi della mammella. Questo impone a tutti gli operatori una maggiore
attenzione e condivisione con i pazienti
dei rischi associati alla procedura.
Grazie al progetto sviluppato presso il
CDI, ora i pazienti potranno richiedere
i dati relativi ad ogni loro esposizione radiologica in modo da poter costruire una
propria cartella dosimetrica personale
che potrà essere discussa con il medico
curante e con i medici radiologi.
Un altro passo verso la reale personalizzazione delle cure e della diagnosi.
Dott. Francesco Ria
Fisico, Consulente CDI
CDI
potrebbe essere adeguatamente trattata solo con terapia anti-ormonale,
i cui effetti collaterali sono più bassi. Poiché i metodi di analisi classici
non consentono un giudizio chiaro su
quale trattamento sia più appropriato, come precauzione si ricorre quasi
sempre alla chemioterapia. Dato che
EndoPredict® è in grado di prevedere
in modo affidabile la formazione di
metastasi fino a dieci anni dalla diagnosi, è possibile individuare il gruppo di pazienti che potranno essere
trattate con la terapia ormonale per
soli 5 anni e quelle che invece dovranno prolungare la terapia.
PER IL SOCIALE
I BORSE
DI
STUDIO
Un progetto in
Scienze dell’ Alimentazione
Fondazione MAI, Fondazione Bracco
e l’Accademia Teatro alla Scala, tramite il Centro Diagnostico Italiano,
individuano e definiscono un progetto
di ricerca nell’area “Scienza dell’Alimentazione”, per approfondire principi e implicazioni di una corretta
alimentazione nei giovani atleti artisti
della Scuola. Coerentemente con tali
scopi, Fondazione MAI in collaborazione con Fondazione Bracco intende erogare un assegno di ricerca di
10.000 euro al lordo delle ritenute fiscali di legge, da assegnare a uno/una
specializzando/a in Scienza dell’Alimentazione che, in base al curriculum
presentato e agli esiti di un colloquio,
sarà ritenuto idoneo a poter svolgere
il progetto di ricerca della durata di
12 mesi.
4
POLIAMBULATORIO
ORTOPEDIA
P
.R.P
.
(Platelet-Rich Plasma),
per la riparazione
tissutale delle lesioni
tendinee e cartilaginee
IMPIEGHI CLINICI
I
Lesioni tendinee acute e croniche. Il
sovraccarico tendineo è una condizione
che si verifica in seguito a sollecitazioni
meccaniche causate da un lavoro muscolare eccessivo o non opportunamente preparato (sia sportivo che da lavoro). Tali stress ripetitivi inizialmente
determinano piccoli danni che, con il
passare del tempo e il proseguimento
del lavoro muscolare applicato, si fanno
molto evidenti.
I microtraumi indeboliscono le fibre
di collagene del tendine alterandone la
struttura che spesso appare “gonfia”.
Inoltre, l’affaticamento muscolare, associato al danno tendineo, riduce l’efficienza della struttura muscolo-tendinea nell’assorbire l’energia meccanica,
portando ad una minore protezione nei
confronti degli infortuni.
Il persistere del sovraccarico porta alla
comparsa dapprima della tendinosi
(degenerazione del tendine) e, successivamente, di lesioni parcellari intratendinee fino alla rottura completa del
tendine anche per piccoli sforzi.
I tendini più comunemente affetti da lesioni da sovraccarico sono il tendine rotuleo, il tendine di Achille, le inserzioni
miotendineee del gomito (epicondilite
e epitrocleite).
Presso il poliambulatorio del CDI
vengono utilizzati i fattori di crescita
quando altri precedenti approcci terapeutici più tradizionali (fisioterapia,
laserterapia, TECAR, manipolazioni
tendinee, etc.) si sono rivelati inefficaci.
Il trattamento comporta l’esecuzione
di tre infiltrazioni di P.R.P. ad intervalli di 1- 2 settimane in associazione a un
protocollo riabilitativo personalizzato.
fattori di crescita (growth
factor– G.F) sono proteine capaci di stimolare la proliferazione e
la differenziazione cellulare.
Il PRP, plasma arricchito in piastrine, è
un prodotto di derivazione ematica studiato da numerosi anni in diverse branche
della medicina (ortopedia, chirurgia plastica, estetica, dermatologia): il suo uso e
il suo successo sono dovuti al fatto che le
piastrine, di cui è ricco il P.R.P., rilasciano numerose sostanze che favoriscono la
riparazione tissutale.
Le piastrine giocano un ruolo fondamentale nel mediare la guarigione a lungo
termine di un tessuto danneggiato grazie
alla capacità di liberare fattori di crescita,
tra i quali il PDGF (fattore di crescita derivato dalle piastrine), ilTGF β, ilVEGF,
l’IGF-1, l’FGF e l’EGF, particolari sostanze in grado di promuovere la proliferazione e la differenziazione cellulare e
la migrazione delle cellule coinvolte nei
meccanismi di guarigione fisiologica.
L’obbiettivo della terapia infiltrativa
consiste nella diminuzione o nella eliminazione del dolore e delle manifestazioni
infiammatorie, accelerando quindi la ripresa funzionale del distretto interessato
(articolazione, tendine).
EVENTI I ECM
EVENTI I MOSTRE
Al via il corso
di Colonscopia
virtuale
Andiamo all’Opera!
Dal 21 al 23 ottobre, per il quarto anno
consecutivo, la sede di via Saint Bon ospiterà il Master Class in ColoscopiaVirtuale,
corso ECM organizzato con il patrocinio
dell’Università degli Studi di Milano. Il
corso, il cui responsabile è il dott. Nicola
Flor, toccherà i seguenti argomenti:
Ricercare la qualità in colonscopia virtuale, Le lesioni del colon, La refertazione, Colonscopia virtuale nel paziente con
tumore noto, La malattia diverticolare del
colon,Aspetti organizzativi.
Per iscriversi: http://iscrizioni.fclass.it/
eventi/colon2014/
La sede di via Saint Bon è di nuovo
galleria d’arte: fino al 31 ottobre, infatti, sarà possibile visitare la mostra
fotografica “Andiamo all’Opera! Come
si costruisce uno spettacolo”, realizzata
da Fondazione Bracco in collaborazione
con l’Accademia del Teatro alla Scala.
Attraverso una quarantina di immagini articolate in cinque sezioni, gli
allievi del Corso per fotografi di scena
dell’Accademia scaligera riescono a far
comprendere come un’idea, un progetto teatrale si possa trasformare in uno
spettacolo: dalla costruzione delle scene
alla confezione dei costumi, dalla preparazione del trucco degli artisti alla
loro vestizione, dalle prime prove fino
alla realizzazione dello spettacolo in
scena. Gli scatti ripercorrono le fasi di
preparazione e realizzazione di alcuni
degli spettacoli degli allievi dell’Accademia, la scuola nata nel 2001 in seno
alla tradizione artistica del Teatro milanese, che prepara tutti i professionisti
dello spettacolo: dagli artisti (ballerini,
cantanti, musicisti) ai tecnici di palcoscenico (scenografi, sarti, truccatori e
parrucchieri, macchinisti, falegnami,
tecnici del suono) ai manager.
Nella sezione dedicata alla sartoria spicca un accurato lavoro di ricostruzione
ad opera degli allievi del Corso per sarti
dello spettacolo: sono infatti esposti
due dei costumi disegnati da Lila de
Lesioni cartilaginee, artrosi del ginocchio. La gonartrosi o artrosi del ginocchio è la più comune malattia del ginocchio. Tipica della terza e quarta età, più
frequente nel sesso femminile, è l’effetto
dell’“usura”dei capi articolari del ginocchio. L’assottigliamento della cartilagine
che riveste internamente il ginocchio provoca l’esposizione dell’osso sottostante e
la conseguente comparsa del dolore. I
pazienti colpiti da gonartrosi hanno difficoltà nella deambulazione, dolore locale
e rigonfiamento
del ginocchio e netta li1
mitazione della propria vita quotidiana.
Secondo uno studio dell’Hospital for
Special Surgery di NewYork, pubblicato
sul Clinical Journal of Sports Medicine, i
pazienti affetti da patologie cartilaginee
del ginocchio che si sono sottoposti al
trattamento con P.R.P. hanno ottenuto
il 73% di miglioramento del dolore e del
quadro clinico.
Ovviamente l’uso del PRP deve essere
preceduto da una attenta valutazione
clinico-strumentale, che permette di individuare i casi trattabili in quanto solo
il 1° e 2° grado di artrosi del ginocchio
possono essere trattati senza un approccio
chirurgico: il trattamento con PRP come2 la visco-supplementazione con acido
ialuronico allontanano la data di un intervento definitivo soprattutto in pazienti
ancora giovani e con un’artrosi di natura
post traumatica.
SI IDENTIFICA CON QUESTA SIGLA
UN’INNOVATIVA METODICA DI
MEDICINA RIGENERATIVA, BASATA
SULLE PROPRIETÀ DEI “FATTORI DI
CRESCITA” PRESENTI NEL NOSTRO
SANGUE.
nenti ematiche e la loro concentrazione. Il
concentrato piastrinico così ottenuto in
forma liquida è utilizzato per la terapia
infiltrativa endoarticolare o peritendinea
che viene effettuata dopo pochi minuti dal
prelievo.
Si tratta di un concentrato piastrinico di
sangue autologo, ovvero del paziente stesso per cui la procedura non presenta alcun
rischio. Trattandosi di un procedimento
autologo non esistono controindicazioni
assolute: una corretta anamnesi porta ad
escludere i pazienti affetti da malattie del
sangue, malattie infettive, malattie tumorali, immunodeficienza, Epatite B-C
e positività HIV.
Al termine della procedura, il paziente
torna immediatamente alle proprie occupazioni; viene consigliata solo l’applicazione di ghiaccio sulla parte interessata.
Nel nostro protocollo terapeutico sono
previste tre infiltrazioni che si effettuano
a cadenza settimanale.
IL PRP NEGLI SPORTIVI
La WADA (World Anti-Doping Agency)
nel 2011 ha tolto tale terapia dalla lista
dei metodi e delle sostanze dopanti proibite. Ciò consente di estenderne notevolmente il campo di applicazione anche agli
sportivi professionisti.
PROCEDIMENTO TERAPEUTICO
Presso la Day Surgery del CDI si esegue
un prelievo di sangue venoso che, nel pieno rispetto delle procedure di sterilizzazione, viene sottoposto a un immediato
processo di centrifugazione per la separazione delle piastrine dalle altre compo-
Dott. Massimo Casati
Medico ortopedico, Coordinatore Servizio
di Ortopedia CDI
Nobili che Maria Callas indossò per La
Traviata, firmata da Luchino Visconti
nel 1955 al Teatro alla Scala, andati ir-
rimediabilmente perduti in circostanze
ancora oggi non chiarite e che sono stati
filologicamente ricostruiti dagli allievi.
5
Linee Guida
LE RACCOMANDAZIONI PER LA
I
noduli tiroidei rappresentano un problema
clinico comune.
I noduli palpabili hanno una prevalenza del 3-7% e sono riscontrabili nel
5% nelle donne e nell’1% negli uomini
in aree iodosufficienti, prevalenza che
aumenta del 20-70% in quelli identificati grazie all’ecografia tiroidea ad alta
risoluzione.
L’importanza clinica dei noduli tiroidei riguarda la necessità di escludere
la presenza di carcinomi tiroidei che si
presentano nel 5-15% dei casi in relazione a sesso, età, storia di esposizione
a radiazioni ionizzanti, famigliarità ed
altri fattori.
L’edizione revisionata del 2009 delle
linee guida per la gestione dei noduli
tiroidei contiene sia raccomandazioni
relative al percorso ottimale nel processo diagnostico e follow-up del nodulo
tiroideo, sia indicazioni relative alla
gestione iniziale e a lungo termine del
cancro differenziato della tiroide, oltre
alla gestione della ripresa di malattia e
del tumore metastatico.
Il nodulo tiroideo è una lesione ben
definita, radiologicamente distinta
rispetto al parenchima tiroideo circostante. Noduli non palpabili, ma
rilevati all’ecografia, vengono definiti incidentalomi con un rischio di
malignità uguale a quello dei noduli
palpabili di identiche dimensioni.
Possiamo dire in generale che i noduli
con diametro >1 cm hanno maggior
rilevanza clinica rispetto a quelli inferiori al cm che potrebbero presentare
ugualmente caratteristiche ecografiche
sospette specialmente se accompagnate
da rilievi anamnestici predittivi di possibile malignità.
Esiste un algoritmo sistematico per la
valutazione dei noduli tiroidei basato
sulla storia clinica, l’esame fisico, il
dosaggio dell’ormone tireostimolante (TSH) e l’ecografia del collo che è
diventata la modalità radiologica preferita dello studio per immagini della
patologia tiroidea.
GESTIONE DELLA PATOLOGIA
NELLE LINEE GUIDA PIÙ RECENTI
Il nodulo
tiroideo
La valutazione di laboratorio della
funzionalità tiroidea prevede l’esecuzione di combinazioni diverse degli
esami TSH (ormone tireotropo) FT4
(tiroxina libera) e FT3 (triiodotironina libera). Evidenze di letteratura
disponibili indicano che la concentrazione di TSH misurato con metodiche
ad alta sensibilità funzionale classifica
correttamente la grande maggioranza
dei casi.
IlTSH sierico deve essere misurato nella valutazione iniziale di un paziente
con nodulo tiroideo. Nel caso venga
richiesto, ilTSH reflex, una concentrazione diTSH all’interno dell’intervallo
di riferimento, consente di classificare
il soggetto come eutiroideo e non sono necessari ulteriori esami. Se il suo
valore è inferiore ai limiti della norma
dovrebbe essere eseguita una scintigrafia tiroidea con 99Tc pertecnetato per
distinguere i noduli caldi, freddi o isocaptanti (captazione nodulare uguale
al tessuto tiroideo circostante).
La scintigrafia tiroidea non rappresenta più un esame di prima scelta nella
diagnostica dei noduli tiroidei; tuttavia il riscontro di un nodulo freddo po-
ne spesso indicazione all’agoaspirato.
I noduli iperfunzionanti o caldi sono
raramente sede di malignità.
La tireoglobulina sierica non è raccomandata per la valutazione di noduli
tiroidei in quanto può essere elevata
nella maggior parte delle malattie
tiroidee e non costituisce un test sensibile, mentre la determinazione della
calcitonina sierica per lo screening
dell’iperplasia a cellule C e il carcinoma midollare della tiroide è ancora
oggetto di controversie.
L’ECOGRAFIA
L’ecografia è il metodo più sensibile
per lo studio della tiroide e nel caso di
patologia nodulare può identificare
eventuali noduli con sospetto di malignità in tiroidi mono o multinodulari, permette inoltre lo studio delle
stazioni linfonodali, la centratura della
FNAB (fine needle aspiration biopsy),
il follow up della patologia nodulare
e lo studio pre-operatorio del collo in
previsione di intervento chirurgico.
Il referto ecografico deve fornire informazioni globali della ghiandola tiroidea relativa alla sede, dimensioni, eco-
EVENTI I SPONSORIZZAZIONI
CDI e lo sport
Anche quest’anno il Centro
Diagnostico Italiano è a fianco del
grande tennis internazionale: come
già accaduto nel 2013, il CDI è stato il principale sponsor dell’Aspria
Tennis Cup Trofeo Centro Diagnostico
Italiano, appuntamento del Challenge
Tour che si è svolto a giugno sulla terra
rossa dell’Harbour Club di Milano.
“Educare a uno stile di vita corretto, fondato sulla pratica dello sport e su controlli regolari è un cardine della mission
del CDI, sin dalla sua fondazione nel
1975. Per questa ragione abbiamo confermato con entusiasmo per il secondo
anno consecutivo il nostro impegno a
ENDOCRINOLGIA
sostenere una manifestazione sportiva
internazionale così importante”, ha
sottolineato Carlo Pampari, Direttore
Strategie e Relazioni Istituzionali del
Centro Diagnostico Italiano.
L’impegno del CDI è poi proseguito
come official sponsor con l’Aspria
genicità, vascolarizzazione, rapporti
con la trachea ed eventuale impegno
retro sternale.
In presenza di noduli deve riferire circa la struttura se cistica, solida, mista
o i margini se regolari o sfumati, la
presenza o meno di orletto, di micro
o macrocalcificazioni, la vascolarizzazione se prevalentemente periferica o
intralesionale, fornire una descrizione
dei linfonodi regionali e alla fine formulare un’ipotesi diagnostica.
LA FNAB, PIÙ COMUNEMENTE
“AGO ASPIRATO TIROIDEO”
La FNAB è indicata per la valutazione citologica della maggior parte dei
noduli tiroidei.
L’indicazione all’aspirazione con ago
sottile eco guidata va posta :
• nel nodulo unico vs noduli multipli;
• nelle cisti complesse in quanto alcune
forme di carcinoma papillare possono
presentarsi con caratteri cistici;
• nei noduli con diametro subcentime-
trici con caratteristiche ecografiche di
rischio neoplastico;
• nei noduli >1 cm solidi ipoecogeni
all’ecografia;
• nei noduli di soggetti a rischio per
carcinoma tiroideo, storia di irradiazione del collo, famigliarità per MTC
(MedullaryThyroid Carcinoma), PTC
(Papillary thyroid carcinoma) MEN 2
(Multiple Endocrine Neoplasia type 2);
• nei noduli di qualsiasi dimensione
con sviluppo extracapsulare o con sospette metastasi linfonodali;
• nei noduli riscontrati incidentalmente alla PET.
Nei gozzi plurinodulari la FNAB deve
essere effettuata sui noduli con caratteristiche cliniche ecografiche sospette
(che non sempre coincidono con il nodulo di maggiori dimensioni).
Vi è un esteso sistema di classificazione
per la refertazione degli aspetti citologici della tiroide basata sul rischio di
malignità. La conoscenza di raccomandazioni multidisciplinari per il
trattamento delle patologie benigne
e maligne della tiroide può migliorare
la pratica medica basata sull’evidenza
e fornire strumenti pratici utili nella
gestione clinica quotidiana.
Dott.ssa Paola Cavaiani
Medico endocrinologo, Coordinatore
Servizio di Endocrinologia CDI.
Bibliografia
GUIDELINESREVISEDAMERICANTHYROIDASSOCIATIONsullegestionedeipazienticonnodulitiroideieCadifferenziato
della tiroide.
TheAmericanThyroidAssociation guidelinesTaskforce on Nodules and DifferentiatedThyroid Cancer,Volume 19 N 11, 2009
Gharib H,et al. AACE/AME/ETA, Journal of Endocrinol. Invest 2010
EVENTI I SCREENING
Swimming Cup, due grandi serate di
nuoto, il 15 e il 16 luglio, a Milano e
a Torino, a cui si è aggiunta quest’anno la Triathlon Cup in programma a
Milano il 5 ottobre.
Oltre al sostegno economico ai tre eventi,
CDI ha messo in campo le proprie professionalità allestendo
un centro fisioterapico per assistere gli
atleti prima, durante e dopo le gare.
Nella foto:
Il vincitore Albert Ramos
premiato dal
prof. Andrea Casasco,
Direttore Sanitario CDI
G RAT U I TO
www.spaziotiroide.it
In collaborazione con Bracco e con il
nuovo portale www.spaziotiroide.it,
il CDI ha promosso una campagna di
sensibilizzazione sull’importanza dello
screening della funzionalità tiroidea.
Testimonial dell’iniziativa, Federica
Fontana, uno dei volti più conosciuti
di Sky. In occasione della Settimana
Mondiale della Tiroide, infatti, i cittadini di Milano, Varese e Pavia hanno
potuto sottoporsi gratuitamente in
una delle sedi CDI, all’esame del TSH
semplicemente scaricando l’apposito
coupon dal sito spaziotiroide. Dato il
successo ottenuto, l’iniziativa sarà promossa anche in altre città italiane.
6
CDI
PER IL TERRITORIO
Studi
Le infezioni urinarie
sul Territorio L’Osservatorio
UN VALIDO AIUTO PER UNA
SCELTA MIRATA DELLA TERAPIA
ANTIBIOTICA
L
e infezioni delle basse vie
urinarie acquisite sul
Territorio rappresentano, oggi, un
importante problema di Sanità
Pubblica sia per la diffusione delle
patologie, sia per la continua insorgenza di resistenze batteriche agli
antibiotici.
un criterio “ragionato” sulla base della
conoscenza della realtà epidemiologica
“locale”(specie batterica, incidenza, antibiotico sensibilità).
Nel periodo 2011-2013 sono state eseguite 101.943 urinocolture (79% femmine e 21% maschi): sono risultate positive
23.865 urinocolture, pari al 23% dei
80
70
%
70
60
50
40
30
20
8%
10
6%
4%
E.faecalis
P. mirabilis
0
E.Coli
K. pneum.
8%
4%
Altri Gram - Altri Gram +
TABELLA 1. DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI AGENTI ETIOLOGICI PIÙ FREQUENTEMENTE
RESPONSABILI DI INFEZIONI URINARIE
Un moderno laboratorio di Microbiologia, con bacino d’utenza territoriale, fornisce un importante valore
aggiunto quando è in grado di garantire
ai medici prescrittori non solo referti
appropriati in tempo utile, ma anche
un quadro aggiornato di sorveglianza
epidemiologica locale. In tale ottica
il Laboratorio di Microbiologia del
Centro Diagnostico Italiano ha messo a
disposizione on-line (*) un“Osservatorio
epidemiologico”che permette al medico,
quando è necessaria una“terapia tempestiva”, di prescrivere gli antibiotici non
più con un criterio “empirico”, ma con
casi esaminati. Gli agenti etiologici più
frequentemente isolati (vd.Tabella 1) sono: E. coli (69%), Klebsiella pneumoniae
(7.9%), Enterococcus faecalis (5.9%),
Proteus mirabilis (4.3%), altri Gram pos.
e neg. (12.9%).
Il 60% dei casi positivi è stato segnalato
oltre il 65° anno di età. Lo studio della distribuzione per sesso ha messo in evidenza
la costante prevalenza femminile,con la
sola eccezione di Proteus mirabilis isolato
maggiormente nel maschio (61 vs 49%)
nella classe di età <14 anni.
La sensibilità agli antibiotici e chemioterapici è rappresentata nella Tabella 2.
Appare evidente come l’“Osservatorio”
del CDI, aggiornato sull’epidemiologia locale, possa essere di valido aiuto
al Medico operante sul Territorio per
prescrivere la terapia, nei casi in cui non
sia possibile attendere l’esito dell’antibiogramma con criteri “non empirici”
ma sulla base di informazioni preziose
sulla sensibilità agli antibiotici, desunte
dai dati forniti dallo studio epidemiologico relativo alTerritorio in cui il Medico
stesso opera.
Come si può evincere dalla Tabella 2
lo studio della sensibilità agli antibiotici in vitro (antibiogramma) ha
individuato rispettivamente per E. coli
un’alta sensibilità alla Nitrofurantoina
(97%) ed alla Fosfomicina (92%);
per K. pneumoniae una sensibilità a Ciprofloxacina dell’83%
e a Trimetoprim-sulfametoxazolo
dell’83%; per P. mirabilis una sensibilità
a Fosfomicina del 64% e adAmoxicillinaclavulanato del 69%. Nelle infezioni da
E. faecalis il farmaco più sensibile è la
Nitrofurantoina con sensibilità del 98%.
Lo studio dell’andamento della sensibilità agli antibiotici di comune utilizzo nel
triennio 2011-2013 ha evidenziato:
1. nelle infezioni da E. coli una diminuzione della sensibilità ad Amoxicillinaclavulanato (82% vs 69%), mentre per
gli altri antibiotici non vi sono state
variazioni significative;
2. nelle infezioni da K. pneumoniae una
lieve diminuzione della sensibilità ad
Amoxicillina-clavulanato (83% vs 75%)
ed una diminuzione della sensibilità a
Fosfomicina (59% vs 45%);
3. nelle infezioni da P. mirabilis ed E. fae-
Epidemiologico
del CDI
calis non sono state evidenziate variazioni
significative di sensibilità.
In conclusione, l’“Osservatorio Epidemiologico”si configura come un indispensabile strumento per indirizzare il medico
verso una scelta “ragionata” degli antibiotici e per valutare l’andamento dello
sviluppo delle resistenze nel tempo.
(*): http://www.cdi.it/it/nostriservizi/
laboratorio/oss_epidemiolog.html
Prof. Enrico Magliano
Medico microbiologo, consulente CDI
SENS % ANTIBIOTICI E CHEMIOTERAPICI
BATTERI
FF
AMC
CIP
SXT
F/M
E. coli
92
69
73
71
97
K. pneum.
45
75
83
83
64
P. mirabilis
64
69
63
55
-
E. faecalis
-
-
-
-
98
FF Fosfomicina,
AMC Amoxicillina-clavulanato,
SXT Trimetoprim-sulfametoxazolo,
CIP Ciprofloxacina,
F/M Nitrofurantoina
TABELLA 2
SENSIBILITÀ (%) AGLI ANTIBIOTICI E CHEMIOTERAPICI DEI PRINCIPALI MICRORGANISMI RESPONSABILI
DI INFEZIONI URINARIE, RIFERITE ALL’ANNO 2013 (OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO CDI)
SEDI ESTERNE I CDI CERNUSCO
Le prestazioni in convenzione con SSN
In seguito a una delibera del DGR
351/2013, nell’ambito di un progetto
finalizzato al miglioramento dell’accesso alle prestazioni e al contenimento dei tempi di attesa, presso la sede
CDI di Cernusco sul Naviglio, in via
Torino 8, è ora possibile effettuare, anche in regime di accreditamento con il
Servizio Sanitario Nazionale, alcune
prestazioni di diagnostica per immagini,
test di cardiologia e prime visite di alcune specialistiche. Per poter accedere alle
prestazioni sotto riportate, è necessario
presentarsi con una prescrizione SSN da
parte del Medico di Medicina Generale /
Specialista.
Prestazioni
in convenzione con SSN:
• Radiografia di bacino, anca
• Radiografia di femore,
ginocchio, gamba
Ecografia
ostetrica
•
Test
cardiovascolare
•
da sforzo con cicloergometro
Elettrocardiogramma
•
dinamico
• Elettrocardiogramma
• Mammografia bilaterale
• Mammografia monolaterale
• Diagnostica ecografica del capo
e del collo
Eco(color)dopplergrafia
•
cardiaca
• Ecografia bilaterale
della mammella
Ecografia
monolaterale della
•
mammella
• Eco(color)doppler dei tronchi
sovraaortici
• Ecografia dell’addome
superiore
• Ecografia dell’addome
inferiore
• Ecografia addome completo
• Eco(color) dopplergrafia degli
arti superiori o inferiori o
distrettuale, arteriosa o venosa
Spirometria
semplice
•
Esame
del
fundus
oculi
•
Esame
audiometrico
tonale
•
Prima
visita
oculistica
•
7
Medicina del Lavoro
e nuove normative che
hanno interessato il
settore della Medicina
del Lavoro hanno contribuito nel determinare una radicale modifica del
ruolo e delle competenze del Medico
Competente, nonostante l’innegabile
valore sociale che tale ruolo riveste. L’attività professionale
del Medico Competente
è probabilmente mal valutata nell’effettivo contributo della sua azione
in termini di prevenzione e tutela della salute
dei lavoratori, soggetti, maschi e femmine,
in età compresa tra i 18
e i 65 anni. Un’azione
che, innegabilmente, può
avere un effetto positivo in
termini di aumento della
produttività e risparmio per
le stesse aziende, e per l’intera
economia sociale.
Abrogato ormai l’art. 17 del D.Lgs.
n. 626/94, che limitava la collaborazione del Medico
Competente alla conoscenza dell’organizzazione
aziendale
e
delle situazioni di rischio,
nonché alla
predisposizione dell’attuazione delle
misure per la tutela della salute,
il D.Lgs. n. 81/08
con l’art. 25 estende
l’operatività e le funzioni
del Medico Competente, oltre
alla solita programmazione e sorveglianza sanitaria, anche all’attività
di formatore e informatore dei lavoratori in merito ai rischi lavorativi evidenziati nel Documento di
Valutazione dei Rischi aziendale,
alla messa in atto e definizione
L
Il nuovo ruolo
del Medico
Competente
UN RUOLO PROATTIVO CHE, INTERAGENDO CON IL DATORE DI LAVORO E CON IL R.S.P.P., IMPLEMENTA IN
MANIERA SINERGICA UN SISTEMA DI CONOSCENZE PER LA TUTELA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI
dell’organizzazione del servizio di
primo soccorso e all’attuazione di
campagne di promozione della salute.
Naturalmente sistemi informatici e
di digitalizzazione di gran parte dei
“ferri del mestiere”, la strumentazione analogica come spirometri, audiometri ecc., permettono ormai ritmi di
visita accelerati con notevole risparmio di tempo sia per il medico che per
il datore di lavoro: ciò potrebbe far
credere alle parti attrici nell’ambito
della sorveglianza e della prevenzione che visitare soggetti“sani”sia solo
un male necessario per tutti e la sua
attività argomento di disputa ideologica. Il Medico Competente dovrebbe,
invece, diventare sempre più integrato
nel sistema azienda, con funzioni propositive non solo per quanto riguarda
strettamente lo stato di salute del personale aziendale, mettendo a disposizione le proprie competenze anche
nella scelta dei principi ergonomici,
delle materie prime da utilizzare,
ecc… In pratica un contributo che
dovrebbe assumere un peso specifico
importante nei processi produttivi.
Il suo ruolo partecipativo passa dal-
EVENTI
Tornano gli appuntamenti della
salute organizzati presso lo Spazio
Filanda a Cernusco sul Naviglio, con
il patrocinio del Comune e i medici del
Centro Diagnostico Italiano.
L’ingresso per assistere agli incontri è
gratuito. Questo il calendario:
• Martedì 23 settembre, ore 21.00.
Sindrome metabolica e diabete:
come fare una corretta prevenzione e
mantenersi in forma. Incontro con il
diabetologo.
• Martedì 14 ottobre, ore 21.00.
Vaccinazioni stagionali per i più grandi
ma anche per i più piccini: sfatare i miti.
Incontro tra un medico allergologo e
un pediatra.
la semplice collaborazione ad una
collaborazione attiva, interagendo con il Datore di Lavoro e con il
R.S.P.P. (Responsabile del Servizio
di Prevenzione e Protezione), implementando in maniera sinergica un
sistema di conoscenze da asservire ai
lavoratori e alla tutela della loro salute e sicurezza.
Il Medico Competente deve fare i
conti, purtroppo, con una normativa
rigida e allo stesso tempo costellata
di incertezze e vuoti dal taglio ancora
troppo “burocratico” e pesantemente
formalistico che rende l’opera del professionista oltremodo difficile e a volte
farraginosa. A questo si aggiunge una
persistente errata interpretazione da
parte dei Datori di Lavoro dell’effettivo ruolo del Medico Competente che
viene visto, il più delle volte, come un
fastidioso intruso di cui si farebbe volentieri meno.
In un sistema che tende ad identificare con precisione il ruolo di ciascuno
dei soggetti coinvolti nella gestione
aziendale della sicurezza (Datore
di Lavoro, RLS, RSPP, Preposti,
Dirigenti, Lavoratori, Medico
Competente, etc.), ciò che il Medico
Competente deve fare è mettere le proprie conoscenze e le proprie valutazioni al servizio di chi dovrà prenderne
atto e dare seguito alla pianificazione
e realizzazione degli interventi ritenuti necessari per mantentere o aumentare il livello di tutela dei lavoratori.
Allo stesso tempo dovrà ampliare la
propria rete di comunicazione e consultazione con i Medici di Medicina
Generale, gli specialisti, i servizi delle
Asl e infine con l’Inail al fine di creare
quell’integrazione che gli permetterà
di concretizzare le potenzialità offerte
dalla normativa e dalla proprie competenze.
Dott. Plinio Amendola
Medico del Lavoro CDI
Dott. Valerio Fonte
Medico del Lavoro CDI
C D I P O R T E L LO I N U O V I R E PA R T I
La Salute corre sul Filo
• Prima visita cardiologica
• Prima visita chirurgica
vascolare
• Prima visita dermatologica
• Prima visita gastroenterologica
• Prima visita ginecologica
• Prima visita di medicina fisica e
riabilitazione
• Prima visita neurologica
• Prima visita ortopedica
• Prima visita
otorinolaringoiatrica
• Prima visita pneumologica
• Prima visita urologica/
andrologica
NORMATIVE
• Martedì 28 ottobre, ore 21.00. La
prevenzione e la cura delle patologie
mammarie. Incontro con un medico
senologo.
• Martedì 11 novembre, ore 21.00.
Allattamento e svezzamento: i consigli
dello specialista per una sana relazione
madre-figlia/o. Incontro con un
pediatra.
• Martedì 16 dicembre, ore 21.00.
Malattie neurodegenerative: quali
segni e sintomi da tenere sotto
controllo. Incontro con un neurologo.
Apre l’endoscopia
Presso la sede CDI Portello in
via Grosotto è stata recentemente
inaugurata una nuova area dedicata
all’endoscopia.
Dal mese di luglio è possibile eseguire,
in regime privatistico, indagini
endoscopiche, quindi gastroscopie e
colonscopie.
LA FISIOTERAPIA AL CDI
• Via Saint Bon 36, Milano
• L.go Cairoli 2, Milano
• Via Grosotto 7, Milano
• C.so Porta Vittoria 5, Milano
• Via Magenta 41, Rho
• Via Torino 8, Cernusco sul Naviglio
28
I
NOSTRI
SERVIZI
NOSTRE
SEDI
Sede Centrale
AGOSTO 2014
Direttore responsabile
Elena Gavardi
Comitato di redazione
Andrea Casasco, Elena Gavardi,
Vittorio Grazioli, Carlo Pampari,
Sergio Papa, Bruno Restelli
Hanno collaborato inoltre
Plinio Amendola, Paola Cavaiani, Massimo Casati,
Giampaolo Cornalba, Valerio Fonte,
Enrico Magliano, Francesco Ria, Elena Repetti
Redazione
Via Saint Bon, 20 - Milano
Editore
CDI - Centro Diagnostico Italiano,
Via Saint Bon 20, Milano
Progetto grafico
e impaginazione
OLTRE - Arese (MI)
Stampa
Ciemme Srl
Cinisello Balsamo (MI)
Direttore Sanitario CDI
Prof. Andrea Casasco
LE
Visite ed esami specialistici
Analisi Cliniche di laboratorio
Diagnostica per immagini
(TAC 64 strati Dual Source, MOC, PET,
Ecotomografia, Medicina Nucleare,
Risonanza magnetica)
Medicina preventiva e CDI-Check
(check-up personalizzato)
Chirurgia Ambulatoriale
Diagnostica domiciliare
Ambulatori Multidisciplinari
Milano, Via Saint Bon 20 - Tel. 02.48317.444 (Privati e Fondi) - 02.48317.555 (con SSN)
Altre Sedi
Milano, Largo Cairoli 2 - Tel. 02.48317.444
Milano, Viale Monza 270 - Tel. 02.2551925
ViaA. d’Aosta 11 (ang.V.leAbruzzi) - Tel. 02.29527357
Milano, Via P. Rossi 24 - Tel. 02.66227255
Milano, Via Giulio Romano 17 - Tel. 02.58317301
Milano, C.so Italia 46 - Tel. 02.72021675
Milano, Via delle Primule 6 - Tel. 02.4221134
Milano,Via Grosotto 7 - Tel. 02.48317.444
(Privati e Fondi) - 02.48317.555 (con SSN)
Milano, Via Ripamonti 190/D - Tel. 02.57401225
Odontoiatria
Medicina del lavoro
PET, Medicina Nucleare
Radiochirurgia Cyberknife™
Centro prenotazioni:
02.48317.444 (Privati e Fondi)
02.48317.555 (con SSN) | www.cdi.it
Milano, C.so Porta Vittoria 5 Tel. 02.48317260
Rho (MI), Via Magenta 41 - Tel. 02.93182396
Corsico (MI), Via Vigevanese 4 - Tel. 02.4406148
Cernusco S/N (MI), Via Torino 8 - Tel. 02.92109142
Corteolona (PV), Via dei Caduti 20/a - Tel. 0382.717028
Legnano (MI), C.so Italia 32 - Tel. 0331.598166
Pavia, Viale Cremona 326 - Tel. 0382.472761
Besozzo (VA), Via XXV Aprile 6/G - Tel. 0332.970821
Varese, Via Sacco 8 - Tel. 0332.281125
Uboldo (VA), Sanzio 4 - Tel. 02.96789920