28 E R I O D I C O D I I N F O R M A Z I O N E Periodico quadrimestrale - Pubblicazione registrata c/o Tribunale di Milano n. 41 del 25.01.1992 P AL CDI UN NUOVO ESAME PER VALUTARE IL RISCHIO E IDENTIFICARE LA TERAPIA C E N T R O D I A G N O S T I C O I T A L I A N O A G O S T O 2 0 1 4 n Italia si stima che 15 milioni di persone soffrano di ipertensione, ma la diffusione è così alta che, invece di suscitare preoccupazione nelle persone che ne soffrono o che ne potrebbero soffrire nel corso della vita, tale patologia viene sottovalutata e considerata una condizione quasi fisiologica. In realtà è uno dei segni più importanti da tenere sotto controllo ad ogni età. Infatti l’ipertensione arteriosa rappresenta uno dei principali fattori di rischio modificabili, la cui presenza è correlata in modo significativo con un aumentato rischio di sviluppare complicanze cardiovascolari e cerebrovascolari (infarto miocardico, ictus cerebrale, scompenso cardiaco), rischio che cresce considerevolmente in presenza di altre patologie concomitanti (diabete, obesità, insufficienza renale…). Secondo le Linee Guida Internazionali, si ritiene che il rischio cardiovascolare aumenti al punto di giustificare un intervento farmacologico in presenza di valori di pressione pari o superiori a 140 mm Hg per quanto riguarda la pressione sistolica (la “massima”) e/o pari o superiori a 90 mm Hg per quanto riguarda la pressione diastolica (la“minima”). Di contro, un trattamento efficace dell’ipertensione arteriosa riduce in modo sostanziale il rischio di sviluppare complicanze.Tuttavia, il controllo della pressione arteriosa rimane largamente insoddisfacente nella maggior parte dei paesi occidentali, tra cui anche l’Italia. Studi clinici condotti nel nostro paese indicano che: • solo il 30-40% di pazienti affetti da ipertensione arteriosa in trattamento raggiunge valori pressori adeguati (140/90 mmHg), • circa il 70-80% dei pazienti affetti da ipertensione arteriosa richiede una terapia di associazione basata su almeno due classi di farmaci per ottenere tali valori. L’ipertensione arteriosa deriva dalla combinazione di fattori genetici predisponenti e da fattori esterni modificabili, per questo motivo i cambiamenti dello stile di vita rappresentano un requisito necessario ed imprescindibile di ogni strategia volta a migliorare il controllo della pressione arteriosa (calo ponderale in soggetti sovrappeso o obesi, cessazione del fumo, moderazione del consumo di alcool, limitazione dell’introduzione di sale, incremento dell’attività fisica). Una famigliarità positiva rappresenta un riscontro frequente nei pazienti ipertesi con un’ereditarietà stimata che varia tra il 35% e il 50%. Grazie a studi sul genoma, è stato individuato un ampio numero di geni le cui varianti determinano un aumentato rischio di sviluppare ipertensione arteriosa e altre legate ai meccanismi fisiologici di regolazione pressoria. Per cui, comprendendo alcuni dei processi che portano all’ipertensione, è possibile valutarne il grado di pericolosità e la terapia più efficace. Presso il Centro Diagnostico Italiano è possibile sottoporsi a un test genetico in cui l’analisi di 35 geni permette nei soggetti con ipertensione arteriosa di: • definire il rischio di complicanze cardio e cerebrovascolari; • identificare la terapia più efficace per il controllo dei valori pressori; • identificare nei famigliari i soggetti con rischio aumentato di ipertensione; • determinare la predisposizione individuale a sviluppare la patologia nei soggetti che, pur non soffrendo di ipertensione, presentano una famigliarità. Il test consiste in un semplice tampone buccale o in un prelievo ematico. Conoscere il rischio individuale o nei familiari di sviluppare ipertensione arteriosa consente di intraprendere stili di vita corretti prima di manifestare dei sintomi. Inoltre conoscere quali farmaci possono essere più efficaci o quale combinazione di farmaci è più adeguata per la persona permette una migliore gestione degli eventuali effetti collaterali e una maggiore adesione al trattamento da parte del soggetto, con il raggiungimento dell’obiettivo primario, cioè la riduzione dei livelli pressori, in minor tempo e con una spesa inferiore. T E C N O LO G I A E PREVENZIONE O RTO P E D I A E N D O C R I N O LO G I A M I C R O B I O LO G I A MEDICINA D E L L AV O R O MAMMOGRAFIA ED EROGAZIONE DELLA DOSE PLATELET-RICH PLASMA (PRP) IL NODULO TIROIDEO LE INFEZIONI URINARIE IL NUOVO RUOLO DEL SUL TERRITORIO MEDICO COMPETENTE O Un test genetico per l’ipertensione S FARMACOLOGICA PIÙ EFFICACE D E L Una cartella dosimetrica a Dott.ssa Elena Repetti Medico genetista CDI M M A R I O I disposizione del paziente 3 4 Per la riparazione delle lesioni Le raccomandazioni sulla tendinee e cartilaginee gestione della patologia nelle ultime Linee Guida 5 L’Osservatorio Epidemiologico del CDI come utile strumento 6 Un contributo più attivo per la tutela e sicurezza dei lavoratori 7 2 IMAGING NEL 1895 K ONRAD ROENTGEN SCOPRIVA I RAGGI X E DI LÌ A POCO L’IMPIEGO MEDICO DEGLI STESSI AVVIAVA UNA RIVOLUZIONE NEL CAMPO DELLA SCIENZA MEDICA IN ATTO ANCORA OGGI I l primo grande stupore suscitato dalla scoperta di Roentgen fu la possibilità di vedere dal vivo la morfologia dello scheletro, la sua densità grazie al contenuto di calcio, opaco alle radiazioni. Ma ancora maggiore fu l’effetto della scoperta quando venne introdotto l’uso dei mezzi di contrasto artificiali, in grado di modificare la densità dei tessuti e degli organi, fra loro non distinguibili in quanto omogenei all’assorbimento ai raggi X. Questa prima fase della vita della Radiologia è stata caratterizzata da un impiego assai limitato delle radiazioni ionizzanti e dall’assenza di una vera e propria figura di Radiologo. I primi “gabinetti radiologici” furono affidati agli Istituti di Medicina o di Chirurgia fino a circa la seconda decade del secolo scorso. Solo dopo gli anni Trenta si organizzarono Istituti e Servizi di Radiologia gestiti da Medici dedicati e proprio in quegli anni si avviarono in Italia le prime scuole di perfezionamento. Cominciò così a delinearsi una figura professionale specifica e si passò dai “gabinetti radiologici”a strutture centralizzate con un’importante innovazione: quella dell’impiego dei raggi X non solo a scopo diagnostico, ma anche a scopo terapeutico (radioterapia). Il cambiamento epocale, però, si è verificato tra il 1970 e il 1980 ed è legato all’introduzione dei sistemi computerizzati in medicina e in particolare nelle apparecchiature radiologiche e di diagnostica per immagini, come la Radiologia generale, laTAC, l’ecografia e la Risonanza Magnetica. Queste innovazioni non solo hanno portato alla separazione fra reparti di Diagnostica e di Radioterapia, ma hanno anche avviato la riorganizzazione e la rivisitazione della figura del Radiologo, introducendo, peraltro, un aspetto più globale non più legato solo all’utilizzo dei raggi X. L’impiego e l’associazione di più metodiche ha nettamente modificato la posizione della Radiologia. Oggi possiamo conside- Radiologia “Ognuno vede ciò che sa”: la Radiologia e il Radiologo oggi rare l’attività di Diagnostica per Immagini il vero motore in grado di fare muovere la ruota intorno alla quale si snoda tutta la possibilità diagnostica e terapeutica di un paziente. Il menù sempre più ricco di metodiche sofisticate comporta la reale possibilità di adattare la metodica di indagine alla patologia, scegliendo sempre la più adeguata. L’ecografia ha grande duttilità e per l’assoluta innocuità degli ultrasuoni bene si adatta a metodica di approccio, la TC e la RM per il loro elevatissimo potere di risoluzione spaziale e di contrasto si impiegano con successo rispettivamente nel distretto toraco addominale e in quello encefalo midollare. Lo sviluppo di immagini ibride (TAC PET, RM PET) consente approfondimenti grazie all’integrazione di elementi morfologici, funzionali e metabolici. Oggi disponiamo di macchine con altissima capacità e dotate di sofisticati software spesso così variabili e numerosi da non essere neanche completamente conosciuti in tutte le loro sfaccettature. L’equipe radiologica deve essere così raffinata nelle figure mediche e tecniche da poter usufruire di tutte le potenzialità tecnologiche. Da qui l’orientamento odierno di un radiologo esperto per singolo distretto corporeo, o addirittura per organo. Si comprendono infatti varie branche come la neuroradiologia, la radiologia toracica, addominale, cardiaca, vascolare, endocrinologica ecc. Un altro aspetto deve essere sottolineato: la presenza di diverse metodologie, solo alcune basate sull’impiego dei raggi X, impone al Medico Radiologo la scelta dell’indagine più idonea per la patologia, e contemporaneamente più radioprotezionisticamente adeguata, seguendo il il maggior rischio beneficio in rapporto all’esposizione alle radiazioni X, non dimenticando che gli effetti nocivi delle radiazioni non sono dipendenti dal singolo esame, ma dall’accumulo. È importante affidarsi a centri con apparecchiature all’avanguardia, con Radiologi esperti, selezionati in rapporto ai distretti corporei da esaminare, coordinati e in grado di agire in equipe, in cui sia possibile avere un rapporto diretto con lo specialista e in cui oltre all’esecuzione corretta e personalizzata dell’indagine sia sempre possibile disporre di un“consulto radiologico”. Questa organizzazione di un centro di Diagnostica per immagini non può oggi prescindere dall’evoluzione sviluppatasi negli anni 90 in cui l’impiego delle radiazioni X sia guida all’esecuzione percutanea, mininvasiva di veri interventi terapeutici: la Radiologia Interventistica. Oggi questa è una branca della Medicina e rappresenta un’arma efficiente nella risoluzione poco invasiva di molte patologie in campo vascolare e oncologico. principio di giustificazione e ottimizzazione che impone il Dlgs187/00 e non tralasciando la storia, l’età del paziente nonché la gravità e la prognosi della malattia. Si deve perciò instaurare un rapporto fra Paziente e Radiologo che inizia nel momento di avviare un procedimento diagnostico e che comprende tutte le possibilità di“imaging”oggi disponibili, evidenziandosi così una figura di specia- CARICHE I ARRIVI lista in grado di scegliere la metodica più idonea e meno rischiosa e di processare le immagini più sofisticate per giungere a una rapida e corretta diagnosi. “Chiedi al tuo Radiologo” recita uno slogan promosso dalla Società Italiana di Radiologia Medica (SIRM). Chiedi al tuo Radiologo quale esame è più indicato in rapporto ai sintomi e all’orientamento del medico curante, chiedi quale esame ha Prof. Giampaolo Cornalba Professore straordinario di Radiologia presso l’Università degli Studi di Milano e Direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini, U.O. Radiologia Diagnostica Interventistica, A.O. San Paolo, Consulente CDI FISIOTERAPIA I NUOVE Il nuovo management Il nuovo coordinatore dei fisiatri Dal mese di maggio il Centro Diagnostico Italiano ha una nuova direzione. Il dr Renato Carli, Corporate General Affairs del Gruppo Bracco e Consigliere CDI, ha assunto la carica di Direttore Operativo. Nel ruolo di Direttore Strategie e Relazioni Istituzionali è entrato a far parte della struttura il dr Carlo Pampari, già Direttore Generale delle strutture ospedaliere di Sacco e San Paolo di Milano e Responsabile delle Reti Italiane ed internazionali di IEO e Istituto Cardiologico Monzino. CDI dà il benvenuto alla dott.ssa Giuseppina Di Stefano, nuovo coordinatore del Centro di Fisioterapia e Riabilitazione di via Saint Bon 36 e degli ambulatori di fisiatria delle sedi di Rho e Cernusco sul Naviglio. I principali settori di attività della dott.ssa Di Stefano sono la riabilitazione neurologica, ortopedica e reumatologica. La dott.ssa Di Stefano si occupa anche di agopuntura con particolare applicazione nel supporto all’infertilità e alle tecniche di procreazione medicalmente assistita. P R E S TA Z I O N I Il Laserix® Presso le sedi di CDI Saint Bon 36 e CDI Portello è disponibile un nuovo laser, denominato Laserix®. Questo Laser di ultima generazione, grazie alla sua straordinaria potenza di uscita (1000Watt alla sorgente, 800Watt al manipolo) e alla brevità degli impulsi, permette di raggiungere gli strati più profondi del tessuto corporeo arrivando fino al periosteo ove la luce si ferma per il fenomeno della riflessione. Grazie alle sue proprietà, è particolarmente indicato nel trattamento di: • Infiammazioni acute: tendiniti acute e tendinopatie croniche riacutizzate; capsuliti e lesioni legamentose sia traumatiche che degenerative; • Contratture muscolari; • Infiammazioni croniche e degenerative: lesioni di legamenti e tendini; distorsioni, lesioni muscolari non recenti; artrosi, dolori della colonna vertebrale, delle articolazioni; • Terapia del dolore: sia di origine radicolare che post traumatico e degenerativo; nelle fibromialgie; nelle neuriti. Laserix®, inoltre, permette di ridurre i tempi di guarigione di molti sportivi, aumentando la percentuale di successi. 3 Tecnologia e prevenzione IMAGING Mammografia ed erogazione della dose A rchiviare e rendere accessibili tutti i dati relativi alle esposizioni a radiazioni ionizzanti dei pazienti che effettuano indagini radiologiche digitali. Ottimizzare le procedure al fine di garantire il minor livello di esposizione con la massima qualità dell’esame possibile. Comunicare il dato in modo che possa essere conservato e disponibile per ogni paziente e i medici che lo hanno in cura. Sono questi, in sintesi, gli obiettivi di un importante progetto che il Centro Diagnostico Italiano sta portando avanti da quasi due anni e che è giunto alla fase applicativa. Si è partiti lo scorso maggio con la possibilità, per i pazienti, di richiedere il dato relativo alla dose di radiazioni assorbita durante l’esame mammografico. Ma sono già circa 50mila le informazioni dosimetriche riguardanti TC, radiografia digitale e la stessa mammografia archiviati presso il CDI. In medicina un paziente è sottoposto ad una pratica solo se il beneficio che ne riceve è superiore al rischio derivante dalla stessa. Un’operazione chirurgica, ad esempio, si effettua solo se il medico ritiene vantaggioso il rapporto tra rischi dell’intervento e l’utilità per il paziente. Un farmaco si somministra solo se gli eventuali effetti collaterali sono minori rispetto agli effetti benefici della terapia. Anche in diagnostica per immagini, i processi decisionali del medico radiologo o del medico nucleare sono gli stessi che in qualsiasi altra disciplina. Stimare AL CDI È POSSIBILE RICHIEDERE LA PROPRIA CARTELLA DOSIMETRICA DA DISCUTERE CON IL MEDICO CURANTE AL FINE DI UNA PIÙ APPROPRIATA SCELTA DI PROCEDURA DIAGNOSTICA il rischio derivante da una radiografia, però, è un processo complesso che coinvolge diverse figure professionali: ovviamente i medici, poi i fisici medici e i tecnici di radiologia. Sulla stima del rischio da radiazioni ionizzanti (quelle utilizzate in radiologia, in medicina nucleare e in radioterapia) la comunità scientifica internazionale si sta interrogando da decenni. Il problema è complesso perché è A impossibile definire stime di rischio valide per l’intera popolazione: ogni individuo è diverso e reagisce in modo differente alle sollecitazioni esterne, comprese quelle derivanti da un’indagine radiologica. Nonostante ciò i legislatori, soprattutto europei e americani, hanno già dato disposizioni molto chiare a medici e fisici: la dose di radiazioni ricevuta dal paziente durante un’indagine deve essere indicata nel referto medico. Come gli effetti collaterali di un farmaco sono descritti nel foglietto illustrativo, così il paziente ha il diritto di sapere quale dose di radiazioni ha assorbito durante il proprio esame. In Italia ciò sarà obbligatorio dal 2018. Il Centro Diagnostico Italiano, però, aveva già percepito questa esigenza ben prima che si tramutasse in legge (la nuova Direttiva Europea in materia è del dicembre 2013) e dallo scorso maggio ha iniziato la comunicazione delle dosi in mammografia a tutti i pazienti che ne faranno richiesta all’indirizzo di posta elettronica dedicato ([email protected]). E’ stato possibile raggiungere questo risultato grazie all’installazione, presso il Dipartimento di Diagnostica per Immagini, del software Dosewatch®. Il programma consente di mettere in rete tutte le apparecchiature radiologiB che digitali del CDI e di archiviare tutti i dati dosimetrici e di qualità relativi ad ogni singola indagine di ogni paziente. Nel report dosimetrico per il paziente, oltre all’informazione relativa alla dose di radiazioni assorbita, è presente anche quella riguardante la forza di compressione applicata alla mammella durante l’esecuzione dell’esame e una breve descrizione sul significato dei valori riportati. La scelta di iniziare questo innovativo percorso proprio dall’esame mammografico indica la grande attenzione che il Centro Diagnostico Italiano pone nell’ottimizzare le indagini radiologiche digitali. La mammografia, infatti, è lo studio che eroga il minor quantitativo di radiazioni ionizzanti; al contempo, però, è l’unica procedura alla quale si sottopongono anche pazienti asintomatici, all’interno dei percorsi di diagnosi precoce dei L A B O RATO R I O I G E N E T I C A O N C O LO G I C A EndoPredict® Con un’incidenza di circa il 29% (uno su tre), si calcola che il carcinoma mammario sia la neoplasia più diagnosticata nelle donne. Fortunatamente, dalla fine degli anni Ottanta, si osserva una moderata ma continua tendenza alla diminuzione della mortalità per tale patologia (-1,6%/anno), attribuibile all’efficacia dello screening, almeno in alcune fasce d’età, e ai progressi terapeutici, in particolar modo alle terapie multimodali. Proprio per supportare l’oncologo nella scelta terapeutica migliore oggi è possibile effettuare un nuovo test, EndoPredict®, in grado di valutare il rischio di me- tastasi a distanza in pazienti affette da carcinoma mammario primario, positivo al recettore dell’estrogeno e Her2 negativo, sottoposte a sola terapia endocrina adiuvante. Il test, partendo dall’RNA del tumore, analizza alcuni geni coinvolti nello sviluppo e nell’evoluzione del tumore e, unendo le informazioni ottenute con alcuni parametri clinici (dimensioni del tumore e numero di linfonodi positivi), permette di calcolare il rischio (basso o elevato) di sviluppare metastasi. In pazienti con cancro al seno positivo per il recettore e HER2/ neu-negativi, i benefici della chemioterapia sono spesso inferiori. Questo gruppo comprende circa il 65% delle pazienti, la maggior parte delle quali C carcinomi della mammella. Questo impone a tutti gli operatori una maggiore attenzione e condivisione con i pazienti dei rischi associati alla procedura. Grazie al progetto sviluppato presso il CDI, ora i pazienti potranno richiedere i dati relativi ad ogni loro esposizione radiologica in modo da poter costruire una propria cartella dosimetrica personale che potrà essere discussa con il medico curante e con i medici radiologi. Un altro passo verso la reale personalizzazione delle cure e della diagnosi. Dott. Francesco Ria Fisico, Consulente CDI CDI potrebbe essere adeguatamente trattata solo con terapia anti-ormonale, i cui effetti collaterali sono più bassi. Poiché i metodi di analisi classici non consentono un giudizio chiaro su quale trattamento sia più appropriato, come precauzione si ricorre quasi sempre alla chemioterapia. Dato che EndoPredict® è in grado di prevedere in modo affidabile la formazione di metastasi fino a dieci anni dalla diagnosi, è possibile individuare il gruppo di pazienti che potranno essere trattate con la terapia ormonale per soli 5 anni e quelle che invece dovranno prolungare la terapia. PER IL SOCIALE I BORSE DI STUDIO Un progetto in Scienze dell’ Alimentazione Fondazione MAI, Fondazione Bracco e l’Accademia Teatro alla Scala, tramite il Centro Diagnostico Italiano, individuano e definiscono un progetto di ricerca nell’area “Scienza dell’Alimentazione”, per approfondire principi e implicazioni di una corretta alimentazione nei giovani atleti artisti della Scuola. Coerentemente con tali scopi, Fondazione MAI in collaborazione con Fondazione Bracco intende erogare un assegno di ricerca di 10.000 euro al lordo delle ritenute fiscali di legge, da assegnare a uno/una specializzando/a in Scienza dell’Alimentazione che, in base al curriculum presentato e agli esiti di un colloquio, sarà ritenuto idoneo a poter svolgere il progetto di ricerca della durata di 12 mesi. 4 POLIAMBULATORIO ORTOPEDIA P .R.P . (Platelet-Rich Plasma), per la riparazione tissutale delle lesioni tendinee e cartilaginee IMPIEGHI CLINICI I Lesioni tendinee acute e croniche. Il sovraccarico tendineo è una condizione che si verifica in seguito a sollecitazioni meccaniche causate da un lavoro muscolare eccessivo o non opportunamente preparato (sia sportivo che da lavoro). Tali stress ripetitivi inizialmente determinano piccoli danni che, con il passare del tempo e il proseguimento del lavoro muscolare applicato, si fanno molto evidenti. I microtraumi indeboliscono le fibre di collagene del tendine alterandone la struttura che spesso appare “gonfia”. Inoltre, l’affaticamento muscolare, associato al danno tendineo, riduce l’efficienza della struttura muscolo-tendinea nell’assorbire l’energia meccanica, portando ad una minore protezione nei confronti degli infortuni. Il persistere del sovraccarico porta alla comparsa dapprima della tendinosi (degenerazione del tendine) e, successivamente, di lesioni parcellari intratendinee fino alla rottura completa del tendine anche per piccoli sforzi. I tendini più comunemente affetti da lesioni da sovraccarico sono il tendine rotuleo, il tendine di Achille, le inserzioni miotendineee del gomito (epicondilite e epitrocleite). Presso il poliambulatorio del CDI vengono utilizzati i fattori di crescita quando altri precedenti approcci terapeutici più tradizionali (fisioterapia, laserterapia, TECAR, manipolazioni tendinee, etc.) si sono rivelati inefficaci. Il trattamento comporta l’esecuzione di tre infiltrazioni di P.R.P. ad intervalli di 1- 2 settimane in associazione a un protocollo riabilitativo personalizzato. fattori di crescita (growth factor– G.F) sono proteine capaci di stimolare la proliferazione e la differenziazione cellulare. Il PRP, plasma arricchito in piastrine, è un prodotto di derivazione ematica studiato da numerosi anni in diverse branche della medicina (ortopedia, chirurgia plastica, estetica, dermatologia): il suo uso e il suo successo sono dovuti al fatto che le piastrine, di cui è ricco il P.R.P., rilasciano numerose sostanze che favoriscono la riparazione tissutale. Le piastrine giocano un ruolo fondamentale nel mediare la guarigione a lungo termine di un tessuto danneggiato grazie alla capacità di liberare fattori di crescita, tra i quali il PDGF (fattore di crescita derivato dalle piastrine), ilTGF β, ilVEGF, l’IGF-1, l’FGF e l’EGF, particolari sostanze in grado di promuovere la proliferazione e la differenziazione cellulare e la migrazione delle cellule coinvolte nei meccanismi di guarigione fisiologica. L’obbiettivo della terapia infiltrativa consiste nella diminuzione o nella eliminazione del dolore e delle manifestazioni infiammatorie, accelerando quindi la ripresa funzionale del distretto interessato (articolazione, tendine). EVENTI I ECM EVENTI I MOSTRE Al via il corso di Colonscopia virtuale Andiamo all’Opera! Dal 21 al 23 ottobre, per il quarto anno consecutivo, la sede di via Saint Bon ospiterà il Master Class in ColoscopiaVirtuale, corso ECM organizzato con il patrocinio dell’Università degli Studi di Milano. Il corso, il cui responsabile è il dott. Nicola Flor, toccherà i seguenti argomenti: Ricercare la qualità in colonscopia virtuale, Le lesioni del colon, La refertazione, Colonscopia virtuale nel paziente con tumore noto, La malattia diverticolare del colon,Aspetti organizzativi. Per iscriversi: http://iscrizioni.fclass.it/ eventi/colon2014/ La sede di via Saint Bon è di nuovo galleria d’arte: fino al 31 ottobre, infatti, sarà possibile visitare la mostra fotografica “Andiamo all’Opera! Come si costruisce uno spettacolo”, realizzata da Fondazione Bracco in collaborazione con l’Accademia del Teatro alla Scala. Attraverso una quarantina di immagini articolate in cinque sezioni, gli allievi del Corso per fotografi di scena dell’Accademia scaligera riescono a far comprendere come un’idea, un progetto teatrale si possa trasformare in uno spettacolo: dalla costruzione delle scene alla confezione dei costumi, dalla preparazione del trucco degli artisti alla loro vestizione, dalle prime prove fino alla realizzazione dello spettacolo in scena. Gli scatti ripercorrono le fasi di preparazione e realizzazione di alcuni degli spettacoli degli allievi dell’Accademia, la scuola nata nel 2001 in seno alla tradizione artistica del Teatro milanese, che prepara tutti i professionisti dello spettacolo: dagli artisti (ballerini, cantanti, musicisti) ai tecnici di palcoscenico (scenografi, sarti, truccatori e parrucchieri, macchinisti, falegnami, tecnici del suono) ai manager. Nella sezione dedicata alla sartoria spicca un accurato lavoro di ricostruzione ad opera degli allievi del Corso per sarti dello spettacolo: sono infatti esposti due dei costumi disegnati da Lila de Lesioni cartilaginee, artrosi del ginocchio. La gonartrosi o artrosi del ginocchio è la più comune malattia del ginocchio. Tipica della terza e quarta età, più frequente nel sesso femminile, è l’effetto dell’“usura”dei capi articolari del ginocchio. L’assottigliamento della cartilagine che riveste internamente il ginocchio provoca l’esposizione dell’osso sottostante e la conseguente comparsa del dolore. I pazienti colpiti da gonartrosi hanno difficoltà nella deambulazione, dolore locale e rigonfiamento del ginocchio e netta li1 mitazione della propria vita quotidiana. Secondo uno studio dell’Hospital for Special Surgery di NewYork, pubblicato sul Clinical Journal of Sports Medicine, i pazienti affetti da patologie cartilaginee del ginocchio che si sono sottoposti al trattamento con P.R.P. hanno ottenuto il 73% di miglioramento del dolore e del quadro clinico. Ovviamente l’uso del PRP deve essere preceduto da una attenta valutazione clinico-strumentale, che permette di individuare i casi trattabili in quanto solo il 1° e 2° grado di artrosi del ginocchio possono essere trattati senza un approccio chirurgico: il trattamento con PRP come2 la visco-supplementazione con acido ialuronico allontanano la data di un intervento definitivo soprattutto in pazienti ancora giovani e con un’artrosi di natura post traumatica. SI IDENTIFICA CON QUESTA SIGLA UN’INNOVATIVA METODICA DI MEDICINA RIGENERATIVA, BASATA SULLE PROPRIETÀ DEI “FATTORI DI CRESCITA” PRESENTI NEL NOSTRO SANGUE. nenti ematiche e la loro concentrazione. Il concentrato piastrinico così ottenuto in forma liquida è utilizzato per la terapia infiltrativa endoarticolare o peritendinea che viene effettuata dopo pochi minuti dal prelievo. Si tratta di un concentrato piastrinico di sangue autologo, ovvero del paziente stesso per cui la procedura non presenta alcun rischio. Trattandosi di un procedimento autologo non esistono controindicazioni assolute: una corretta anamnesi porta ad escludere i pazienti affetti da malattie del sangue, malattie infettive, malattie tumorali, immunodeficienza, Epatite B-C e positività HIV. Al termine della procedura, il paziente torna immediatamente alle proprie occupazioni; viene consigliata solo l’applicazione di ghiaccio sulla parte interessata. Nel nostro protocollo terapeutico sono previste tre infiltrazioni che si effettuano a cadenza settimanale. IL PRP NEGLI SPORTIVI La WADA (World Anti-Doping Agency) nel 2011 ha tolto tale terapia dalla lista dei metodi e delle sostanze dopanti proibite. Ciò consente di estenderne notevolmente il campo di applicazione anche agli sportivi professionisti. PROCEDIMENTO TERAPEUTICO Presso la Day Surgery del CDI si esegue un prelievo di sangue venoso che, nel pieno rispetto delle procedure di sterilizzazione, viene sottoposto a un immediato processo di centrifugazione per la separazione delle piastrine dalle altre compo- Dott. Massimo Casati Medico ortopedico, Coordinatore Servizio di Ortopedia CDI Nobili che Maria Callas indossò per La Traviata, firmata da Luchino Visconti nel 1955 al Teatro alla Scala, andati ir- rimediabilmente perduti in circostanze ancora oggi non chiarite e che sono stati filologicamente ricostruiti dagli allievi. 5 Linee Guida LE RACCOMANDAZIONI PER LA I noduli tiroidei rappresentano un problema clinico comune. I noduli palpabili hanno una prevalenza del 3-7% e sono riscontrabili nel 5% nelle donne e nell’1% negli uomini in aree iodosufficienti, prevalenza che aumenta del 20-70% in quelli identificati grazie all’ecografia tiroidea ad alta risoluzione. L’importanza clinica dei noduli tiroidei riguarda la necessità di escludere la presenza di carcinomi tiroidei che si presentano nel 5-15% dei casi in relazione a sesso, età, storia di esposizione a radiazioni ionizzanti, famigliarità ed altri fattori. L’edizione revisionata del 2009 delle linee guida per la gestione dei noduli tiroidei contiene sia raccomandazioni relative al percorso ottimale nel processo diagnostico e follow-up del nodulo tiroideo, sia indicazioni relative alla gestione iniziale e a lungo termine del cancro differenziato della tiroide, oltre alla gestione della ripresa di malattia e del tumore metastatico. Il nodulo tiroideo è una lesione ben definita, radiologicamente distinta rispetto al parenchima tiroideo circostante. Noduli non palpabili, ma rilevati all’ecografia, vengono definiti incidentalomi con un rischio di malignità uguale a quello dei noduli palpabili di identiche dimensioni. Possiamo dire in generale che i noduli con diametro >1 cm hanno maggior rilevanza clinica rispetto a quelli inferiori al cm che potrebbero presentare ugualmente caratteristiche ecografiche sospette specialmente se accompagnate da rilievi anamnestici predittivi di possibile malignità. Esiste un algoritmo sistematico per la valutazione dei noduli tiroidei basato sulla storia clinica, l’esame fisico, il dosaggio dell’ormone tireostimolante (TSH) e l’ecografia del collo che è diventata la modalità radiologica preferita dello studio per immagini della patologia tiroidea. GESTIONE DELLA PATOLOGIA NELLE LINEE GUIDA PIÙ RECENTI Il nodulo tiroideo La valutazione di laboratorio della funzionalità tiroidea prevede l’esecuzione di combinazioni diverse degli esami TSH (ormone tireotropo) FT4 (tiroxina libera) e FT3 (triiodotironina libera). Evidenze di letteratura disponibili indicano che la concentrazione di TSH misurato con metodiche ad alta sensibilità funzionale classifica correttamente la grande maggioranza dei casi. IlTSH sierico deve essere misurato nella valutazione iniziale di un paziente con nodulo tiroideo. Nel caso venga richiesto, ilTSH reflex, una concentrazione diTSH all’interno dell’intervallo di riferimento, consente di classificare il soggetto come eutiroideo e non sono necessari ulteriori esami. Se il suo valore è inferiore ai limiti della norma dovrebbe essere eseguita una scintigrafia tiroidea con 99Tc pertecnetato per distinguere i noduli caldi, freddi o isocaptanti (captazione nodulare uguale al tessuto tiroideo circostante). La scintigrafia tiroidea non rappresenta più un esame di prima scelta nella diagnostica dei noduli tiroidei; tuttavia il riscontro di un nodulo freddo po- ne spesso indicazione all’agoaspirato. I noduli iperfunzionanti o caldi sono raramente sede di malignità. La tireoglobulina sierica non è raccomandata per la valutazione di noduli tiroidei in quanto può essere elevata nella maggior parte delle malattie tiroidee e non costituisce un test sensibile, mentre la determinazione della calcitonina sierica per lo screening dell’iperplasia a cellule C e il carcinoma midollare della tiroide è ancora oggetto di controversie. L’ECOGRAFIA L’ecografia è il metodo più sensibile per lo studio della tiroide e nel caso di patologia nodulare può identificare eventuali noduli con sospetto di malignità in tiroidi mono o multinodulari, permette inoltre lo studio delle stazioni linfonodali, la centratura della FNAB (fine needle aspiration biopsy), il follow up della patologia nodulare e lo studio pre-operatorio del collo in previsione di intervento chirurgico. Il referto ecografico deve fornire informazioni globali della ghiandola tiroidea relativa alla sede, dimensioni, eco- EVENTI I SPONSORIZZAZIONI CDI e lo sport Anche quest’anno il Centro Diagnostico Italiano è a fianco del grande tennis internazionale: come già accaduto nel 2013, il CDI è stato il principale sponsor dell’Aspria Tennis Cup Trofeo Centro Diagnostico Italiano, appuntamento del Challenge Tour che si è svolto a giugno sulla terra rossa dell’Harbour Club di Milano. “Educare a uno stile di vita corretto, fondato sulla pratica dello sport e su controlli regolari è un cardine della mission del CDI, sin dalla sua fondazione nel 1975. Per questa ragione abbiamo confermato con entusiasmo per il secondo anno consecutivo il nostro impegno a ENDOCRINOLGIA sostenere una manifestazione sportiva internazionale così importante”, ha sottolineato Carlo Pampari, Direttore Strategie e Relazioni Istituzionali del Centro Diagnostico Italiano. L’impegno del CDI è poi proseguito come official sponsor con l’Aspria genicità, vascolarizzazione, rapporti con la trachea ed eventuale impegno retro sternale. In presenza di noduli deve riferire circa la struttura se cistica, solida, mista o i margini se regolari o sfumati, la presenza o meno di orletto, di micro o macrocalcificazioni, la vascolarizzazione se prevalentemente periferica o intralesionale, fornire una descrizione dei linfonodi regionali e alla fine formulare un’ipotesi diagnostica. LA FNAB, PIÙ COMUNEMENTE “AGO ASPIRATO TIROIDEO” La FNAB è indicata per la valutazione citologica della maggior parte dei noduli tiroidei. L’indicazione all’aspirazione con ago sottile eco guidata va posta : • nel nodulo unico vs noduli multipli; • nelle cisti complesse in quanto alcune forme di carcinoma papillare possono presentarsi con caratteri cistici; • nei noduli con diametro subcentime- trici con caratteristiche ecografiche di rischio neoplastico; • nei noduli >1 cm solidi ipoecogeni all’ecografia; • nei noduli di soggetti a rischio per carcinoma tiroideo, storia di irradiazione del collo, famigliarità per MTC (MedullaryThyroid Carcinoma), PTC (Papillary thyroid carcinoma) MEN 2 (Multiple Endocrine Neoplasia type 2); • nei noduli di qualsiasi dimensione con sviluppo extracapsulare o con sospette metastasi linfonodali; • nei noduli riscontrati incidentalmente alla PET. Nei gozzi plurinodulari la FNAB deve essere effettuata sui noduli con caratteristiche cliniche ecografiche sospette (che non sempre coincidono con il nodulo di maggiori dimensioni). Vi è un esteso sistema di classificazione per la refertazione degli aspetti citologici della tiroide basata sul rischio di malignità. La conoscenza di raccomandazioni multidisciplinari per il trattamento delle patologie benigne e maligne della tiroide può migliorare la pratica medica basata sull’evidenza e fornire strumenti pratici utili nella gestione clinica quotidiana. Dott.ssa Paola Cavaiani Medico endocrinologo, Coordinatore Servizio di Endocrinologia CDI. Bibliografia GUIDELINESREVISEDAMERICANTHYROIDASSOCIATIONsullegestionedeipazienticonnodulitiroideieCadifferenziato della tiroide. TheAmericanThyroidAssociation guidelinesTaskforce on Nodules and DifferentiatedThyroid Cancer,Volume 19 N 11, 2009 Gharib H,et al. AACE/AME/ETA, Journal of Endocrinol. Invest 2010 EVENTI I SCREENING Swimming Cup, due grandi serate di nuoto, il 15 e il 16 luglio, a Milano e a Torino, a cui si è aggiunta quest’anno la Triathlon Cup in programma a Milano il 5 ottobre. Oltre al sostegno economico ai tre eventi, CDI ha messo in campo le proprie professionalità allestendo un centro fisioterapico per assistere gli atleti prima, durante e dopo le gare. Nella foto: Il vincitore Albert Ramos premiato dal prof. Andrea Casasco, Direttore Sanitario CDI G RAT U I TO www.spaziotiroide.it In collaborazione con Bracco e con il nuovo portale www.spaziotiroide.it, il CDI ha promosso una campagna di sensibilizzazione sull’importanza dello screening della funzionalità tiroidea. Testimonial dell’iniziativa, Federica Fontana, uno dei volti più conosciuti di Sky. In occasione della Settimana Mondiale della Tiroide, infatti, i cittadini di Milano, Varese e Pavia hanno potuto sottoporsi gratuitamente in una delle sedi CDI, all’esame del TSH semplicemente scaricando l’apposito coupon dal sito spaziotiroide. Dato il successo ottenuto, l’iniziativa sarà promossa anche in altre città italiane. 6 CDI PER IL TERRITORIO Studi Le infezioni urinarie sul Territorio L’Osservatorio UN VALIDO AIUTO PER UNA SCELTA MIRATA DELLA TERAPIA ANTIBIOTICA L e infezioni delle basse vie urinarie acquisite sul Territorio rappresentano, oggi, un importante problema di Sanità Pubblica sia per la diffusione delle patologie, sia per la continua insorgenza di resistenze batteriche agli antibiotici. un criterio “ragionato” sulla base della conoscenza della realtà epidemiologica “locale”(specie batterica, incidenza, antibiotico sensibilità). Nel periodo 2011-2013 sono state eseguite 101.943 urinocolture (79% femmine e 21% maschi): sono risultate positive 23.865 urinocolture, pari al 23% dei 80 70 % 70 60 50 40 30 20 8% 10 6% 4% E.faecalis P. mirabilis 0 E.Coli K. pneum. 8% 4% Altri Gram - Altri Gram + TABELLA 1. DISTRIBUZIONE PERCENTUALE DEGLI AGENTI ETIOLOGICI PIÙ FREQUENTEMENTE RESPONSABILI DI INFEZIONI URINARIE Un moderno laboratorio di Microbiologia, con bacino d’utenza territoriale, fornisce un importante valore aggiunto quando è in grado di garantire ai medici prescrittori non solo referti appropriati in tempo utile, ma anche un quadro aggiornato di sorveglianza epidemiologica locale. In tale ottica il Laboratorio di Microbiologia del Centro Diagnostico Italiano ha messo a disposizione on-line (*) un“Osservatorio epidemiologico”che permette al medico, quando è necessaria una“terapia tempestiva”, di prescrivere gli antibiotici non più con un criterio “empirico”, ma con casi esaminati. Gli agenti etiologici più frequentemente isolati (vd.Tabella 1) sono: E. coli (69%), Klebsiella pneumoniae (7.9%), Enterococcus faecalis (5.9%), Proteus mirabilis (4.3%), altri Gram pos. e neg. (12.9%). Il 60% dei casi positivi è stato segnalato oltre il 65° anno di età. Lo studio della distribuzione per sesso ha messo in evidenza la costante prevalenza femminile,con la sola eccezione di Proteus mirabilis isolato maggiormente nel maschio (61 vs 49%) nella classe di età <14 anni. La sensibilità agli antibiotici e chemioterapici è rappresentata nella Tabella 2. Appare evidente come l’“Osservatorio” del CDI, aggiornato sull’epidemiologia locale, possa essere di valido aiuto al Medico operante sul Territorio per prescrivere la terapia, nei casi in cui non sia possibile attendere l’esito dell’antibiogramma con criteri “non empirici” ma sulla base di informazioni preziose sulla sensibilità agli antibiotici, desunte dai dati forniti dallo studio epidemiologico relativo alTerritorio in cui il Medico stesso opera. Come si può evincere dalla Tabella 2 lo studio della sensibilità agli antibiotici in vitro (antibiogramma) ha individuato rispettivamente per E. coli un’alta sensibilità alla Nitrofurantoina (97%) ed alla Fosfomicina (92%); per K. pneumoniae una sensibilità a Ciprofloxacina dell’83% e a Trimetoprim-sulfametoxazolo dell’83%; per P. mirabilis una sensibilità a Fosfomicina del 64% e adAmoxicillinaclavulanato del 69%. Nelle infezioni da E. faecalis il farmaco più sensibile è la Nitrofurantoina con sensibilità del 98%. Lo studio dell’andamento della sensibilità agli antibiotici di comune utilizzo nel triennio 2011-2013 ha evidenziato: 1. nelle infezioni da E. coli una diminuzione della sensibilità ad Amoxicillinaclavulanato (82% vs 69%), mentre per gli altri antibiotici non vi sono state variazioni significative; 2. nelle infezioni da K. pneumoniae una lieve diminuzione della sensibilità ad Amoxicillina-clavulanato (83% vs 75%) ed una diminuzione della sensibilità a Fosfomicina (59% vs 45%); 3. nelle infezioni da P. mirabilis ed E. fae- Epidemiologico del CDI calis non sono state evidenziate variazioni significative di sensibilità. In conclusione, l’“Osservatorio Epidemiologico”si configura come un indispensabile strumento per indirizzare il medico verso una scelta “ragionata” degli antibiotici e per valutare l’andamento dello sviluppo delle resistenze nel tempo. (*): http://www.cdi.it/it/nostriservizi/ laboratorio/oss_epidemiolog.html Prof. Enrico Magliano Medico microbiologo, consulente CDI SENS % ANTIBIOTICI E CHEMIOTERAPICI BATTERI FF AMC CIP SXT F/M E. coli 92 69 73 71 97 K. pneum. 45 75 83 83 64 P. mirabilis 64 69 63 55 - E. faecalis - - - - 98 FF Fosfomicina, AMC Amoxicillina-clavulanato, SXT Trimetoprim-sulfametoxazolo, CIP Ciprofloxacina, F/M Nitrofurantoina TABELLA 2 SENSIBILITÀ (%) AGLI ANTIBIOTICI E CHEMIOTERAPICI DEI PRINCIPALI MICRORGANISMI RESPONSABILI DI INFEZIONI URINARIE, RIFERITE ALL’ANNO 2013 (OSSERVATORIO EPIDEMIOLOGICO CDI) SEDI ESTERNE I CDI CERNUSCO Le prestazioni in convenzione con SSN In seguito a una delibera del DGR 351/2013, nell’ambito di un progetto finalizzato al miglioramento dell’accesso alle prestazioni e al contenimento dei tempi di attesa, presso la sede CDI di Cernusco sul Naviglio, in via Torino 8, è ora possibile effettuare, anche in regime di accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale, alcune prestazioni di diagnostica per immagini, test di cardiologia e prime visite di alcune specialistiche. Per poter accedere alle prestazioni sotto riportate, è necessario presentarsi con una prescrizione SSN da parte del Medico di Medicina Generale / Specialista. Prestazioni in convenzione con SSN: • Radiografia di bacino, anca • Radiografia di femore, ginocchio, gamba Ecografia ostetrica • Test cardiovascolare • da sforzo con cicloergometro Elettrocardiogramma • dinamico • Elettrocardiogramma • Mammografia bilaterale • Mammografia monolaterale • Diagnostica ecografica del capo e del collo Eco(color)dopplergrafia • cardiaca • Ecografia bilaterale della mammella Ecografia monolaterale della • mammella • Eco(color)doppler dei tronchi sovraaortici • Ecografia dell’addome superiore • Ecografia dell’addome inferiore • Ecografia addome completo • Eco(color) dopplergrafia degli arti superiori o inferiori o distrettuale, arteriosa o venosa Spirometria semplice • Esame del fundus oculi • Esame audiometrico tonale • Prima visita oculistica • 7 Medicina del Lavoro e nuove normative che hanno interessato il settore della Medicina del Lavoro hanno contribuito nel determinare una radicale modifica del ruolo e delle competenze del Medico Competente, nonostante l’innegabile valore sociale che tale ruolo riveste. L’attività professionale del Medico Competente è probabilmente mal valutata nell’effettivo contributo della sua azione in termini di prevenzione e tutela della salute dei lavoratori, soggetti, maschi e femmine, in età compresa tra i 18 e i 65 anni. Un’azione che, innegabilmente, può avere un effetto positivo in termini di aumento della produttività e risparmio per le stesse aziende, e per l’intera economia sociale. Abrogato ormai l’art. 17 del D.Lgs. n. 626/94, che limitava la collaborazione del Medico Competente alla conoscenza dell’organizzazione aziendale e delle situazioni di rischio, nonché alla predisposizione dell’attuazione delle misure per la tutela della salute, il D.Lgs. n. 81/08 con l’art. 25 estende l’operatività e le funzioni del Medico Competente, oltre alla solita programmazione e sorveglianza sanitaria, anche all’attività di formatore e informatore dei lavoratori in merito ai rischi lavorativi evidenziati nel Documento di Valutazione dei Rischi aziendale, alla messa in atto e definizione L Il nuovo ruolo del Medico Competente UN RUOLO PROATTIVO CHE, INTERAGENDO CON IL DATORE DI LAVORO E CON IL R.S.P.P., IMPLEMENTA IN MANIERA SINERGICA UN SISTEMA DI CONOSCENZE PER LA TUTELA SALUTE E SICUREZZA DEI LAVORATORI dell’organizzazione del servizio di primo soccorso e all’attuazione di campagne di promozione della salute. Naturalmente sistemi informatici e di digitalizzazione di gran parte dei “ferri del mestiere”, la strumentazione analogica come spirometri, audiometri ecc., permettono ormai ritmi di visita accelerati con notevole risparmio di tempo sia per il medico che per il datore di lavoro: ciò potrebbe far credere alle parti attrici nell’ambito della sorveglianza e della prevenzione che visitare soggetti“sani”sia solo un male necessario per tutti e la sua attività argomento di disputa ideologica. Il Medico Competente dovrebbe, invece, diventare sempre più integrato nel sistema azienda, con funzioni propositive non solo per quanto riguarda strettamente lo stato di salute del personale aziendale, mettendo a disposizione le proprie competenze anche nella scelta dei principi ergonomici, delle materie prime da utilizzare, ecc… In pratica un contributo che dovrebbe assumere un peso specifico importante nei processi produttivi. Il suo ruolo partecipativo passa dal- EVENTI Tornano gli appuntamenti della salute organizzati presso lo Spazio Filanda a Cernusco sul Naviglio, con il patrocinio del Comune e i medici del Centro Diagnostico Italiano. L’ingresso per assistere agli incontri è gratuito. Questo il calendario: • Martedì 23 settembre, ore 21.00. Sindrome metabolica e diabete: come fare una corretta prevenzione e mantenersi in forma. Incontro con il diabetologo. • Martedì 14 ottobre, ore 21.00. Vaccinazioni stagionali per i più grandi ma anche per i più piccini: sfatare i miti. Incontro tra un medico allergologo e un pediatra. la semplice collaborazione ad una collaborazione attiva, interagendo con il Datore di Lavoro e con il R.S.P.P. (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione), implementando in maniera sinergica un sistema di conoscenze da asservire ai lavoratori e alla tutela della loro salute e sicurezza. Il Medico Competente deve fare i conti, purtroppo, con una normativa rigida e allo stesso tempo costellata di incertezze e vuoti dal taglio ancora troppo “burocratico” e pesantemente formalistico che rende l’opera del professionista oltremodo difficile e a volte farraginosa. A questo si aggiunge una persistente errata interpretazione da parte dei Datori di Lavoro dell’effettivo ruolo del Medico Competente che viene visto, il più delle volte, come un fastidioso intruso di cui si farebbe volentieri meno. In un sistema che tende ad identificare con precisione il ruolo di ciascuno dei soggetti coinvolti nella gestione aziendale della sicurezza (Datore di Lavoro, RLS, RSPP, Preposti, Dirigenti, Lavoratori, Medico Competente, etc.), ciò che il Medico Competente deve fare è mettere le proprie conoscenze e le proprie valutazioni al servizio di chi dovrà prenderne atto e dare seguito alla pianificazione e realizzazione degli interventi ritenuti necessari per mantentere o aumentare il livello di tutela dei lavoratori. Allo stesso tempo dovrà ampliare la propria rete di comunicazione e consultazione con i Medici di Medicina Generale, gli specialisti, i servizi delle Asl e infine con l’Inail al fine di creare quell’integrazione che gli permetterà di concretizzare le potenzialità offerte dalla normativa e dalla proprie competenze. Dott. Plinio Amendola Medico del Lavoro CDI Dott. Valerio Fonte Medico del Lavoro CDI C D I P O R T E L LO I N U O V I R E PA R T I La Salute corre sul Filo • Prima visita cardiologica • Prima visita chirurgica vascolare • Prima visita dermatologica • Prima visita gastroenterologica • Prima visita ginecologica • Prima visita di medicina fisica e riabilitazione • Prima visita neurologica • Prima visita ortopedica • Prima visita otorinolaringoiatrica • Prima visita pneumologica • Prima visita urologica/ andrologica NORMATIVE • Martedì 28 ottobre, ore 21.00. La prevenzione e la cura delle patologie mammarie. Incontro con un medico senologo. • Martedì 11 novembre, ore 21.00. Allattamento e svezzamento: i consigli dello specialista per una sana relazione madre-figlia/o. Incontro con un pediatra. • Martedì 16 dicembre, ore 21.00. Malattie neurodegenerative: quali segni e sintomi da tenere sotto controllo. Incontro con un neurologo. Apre l’endoscopia Presso la sede CDI Portello in via Grosotto è stata recentemente inaugurata una nuova area dedicata all’endoscopia. Dal mese di luglio è possibile eseguire, in regime privatistico, indagini endoscopiche, quindi gastroscopie e colonscopie. LA FISIOTERAPIA AL CDI • Via Saint Bon 36, Milano • L.go Cairoli 2, Milano • Via Grosotto 7, Milano • C.so Porta Vittoria 5, Milano • Via Magenta 41, Rho • Via Torino 8, Cernusco sul Naviglio 28 I NOSTRI SERVIZI NOSTRE SEDI Sede Centrale AGOSTO 2014 Direttore responsabile Elena Gavardi Comitato di redazione Andrea Casasco, Elena Gavardi, Vittorio Grazioli, Carlo Pampari, Sergio Papa, Bruno Restelli Hanno collaborato inoltre Plinio Amendola, Paola Cavaiani, Massimo Casati, Giampaolo Cornalba, Valerio Fonte, Enrico Magliano, Francesco Ria, Elena Repetti Redazione Via Saint Bon, 20 - Milano Editore CDI - Centro Diagnostico Italiano, Via Saint Bon 20, Milano Progetto grafico e impaginazione OLTRE - Arese (MI) Stampa Ciemme Srl Cinisello Balsamo (MI) Direttore Sanitario CDI Prof. Andrea Casasco LE Visite ed esami specialistici Analisi Cliniche di laboratorio Diagnostica per immagini (TAC 64 strati Dual Source, MOC, PET, Ecotomografia, Medicina Nucleare, Risonanza magnetica) Medicina preventiva e CDI-Check (check-up personalizzato) Chirurgia Ambulatoriale Diagnostica domiciliare Ambulatori Multidisciplinari Milano, Via Saint Bon 20 - Tel. 02.48317.444 (Privati e Fondi) - 02.48317.555 (con SSN) Altre Sedi Milano, Largo Cairoli 2 - Tel. 02.48317.444 Milano, Viale Monza 270 - Tel. 02.2551925 ViaA. d’Aosta 11 (ang.V.leAbruzzi) - Tel. 02.29527357 Milano, Via P. Rossi 24 - Tel. 02.66227255 Milano, Via Giulio Romano 17 - Tel. 02.58317301 Milano, C.so Italia 46 - Tel. 02.72021675 Milano, Via delle Primule 6 - Tel. 02.4221134 Milano,Via Grosotto 7 - Tel. 02.48317.444 (Privati e Fondi) - 02.48317.555 (con SSN) Milano, Via Ripamonti 190/D - Tel. 02.57401225 Odontoiatria Medicina del lavoro PET, Medicina Nucleare Radiochirurgia Cyberknife™ Centro prenotazioni: 02.48317.444 (Privati e Fondi) 02.48317.555 (con SSN) | www.cdi.it Milano, C.so Porta Vittoria 5 Tel. 02.48317260 Rho (MI), Via Magenta 41 - Tel. 02.93182396 Corsico (MI), Via Vigevanese 4 - Tel. 02.4406148 Cernusco S/N (MI), Via Torino 8 - Tel. 02.92109142 Corteolona (PV), Via dei Caduti 20/a - Tel. 0382.717028 Legnano (MI), C.so Italia 32 - Tel. 0331.598166 Pavia, Viale Cremona 326 - Tel. 0382.472761 Besozzo (VA), Via XXV Aprile 6/G - Tel. 0332.970821 Varese, Via Sacco 8 - Tel. 0332.281125 Uboldo (VA), Sanzio 4 - Tel. 02.96789920