AIOM NEWS
NEWSLETTER SETTIMANALE DELL’ASSOCIAZIONE ITALIANA DI ONCOLOGIA MEDICA
Editore Intermedia - Direttore Responsabile Mauro Boldrini
Anno IV – numero 141 – 12 dicembre 2006
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01. RECETTORI ESTROGENICI IN NUMERO SUPERIORE ALLA NORMA NELLE CELLULE TUMORALI
02. INIBITORE DEL SISTEMA IMMUNITARIO REGOLA LA PROGRESSIONE DEL CARCINOMA A CELLULE RENALI
03. REVISIONE DELLA LETTERATURA E METANALISI SULLA CHEMIOTERAPIA NEL CANCRO GASTRICO IN FASE
AVANZATA
04. NUOVO STUDIO ‘ASSOLVE’ CELLULARI, NON AUMENTANO RISCHI
05. SINDROME METABOLICA: UOMINI A RISCHIO DI CANCRO COLORETTALE
News
06. ISTAT: DONNE ATTENTE A PREVENZIONE, 71% EFFETTUA PAP TEST E MAMMOGRAFIA
07. CRO AVIANO, INDIVIDUATA FORMA DI LEUCEMIA LINFATICA
08. ITALIANI SCOPRONO PROTEINA CHE BLOCCA GLIOBLASTOMA
09. CONFRONTO ONCOLOGI SU NUOVI FARMACI E LIMITI BUDGET
10. PROSTATA, IN ITALIA PRIMO KILLER PER L’UOMO
11. PRESENTATO PROGETTO FASCI IONI PER CURA NEOPLASIE
12. STOMACO, IN CINA LA METÀ DEI DECESSI MONDIALI
Dall’Aiom
Agenda: i prossimi appuntamenti Aiom 2006
Concorsi e bandi
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01. RECETTORI ESTROGENICI IN NUMERO SUPERIORE ALLA NORMA NELLE CELLULE TUMORALI
Il recettore estrogenico è una rete di proteine all’interno della cellula tumorale mammaria. Quando un estrogeno si lega al
recettore si innescano delle reazioni a catena che portano alla crescita ed alla divisione della cellula. In molti tumori
mammari il numero di recettori estrogenici è superiore alla norma e per questo il tumore, in presenza di estrogeni, si
accresce rapidamente. Tuttavia le fasi che vanno dall’attivazione del recettore alla proliferazione cellulare sono in buona
parte sconosciute. I ricercatori del Dana-Farber Cancer Institute di Boston hanno pubblicato sulla rivista Nature Genetics
(per scaricare l’abstract in inglese clicca qui) i risultati di un loro studio genetico relativo alle cellule tumorali. Hanno
mappato il genoma dei recettori estrogenici e i siti di legame dell’RNA polimerasi II, identificando la porzione di gene che
si lega al recettore estrogenico: la cosiddetta “regione di controllo” che regola l’attivazione o meno dei geni. Sono stati
identificati i siti di legame cis in regioni del genoma in precedenza mai esplorate e i fattori di trascrizione che collaborano
al segnale estrogenico nel tumore al seno.
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02. INIBITORE DEL SISTEMA IMMUNITARIO REGOLA LA PROGRESSIONE DEL CARCINOMA A CELLULE
RENALI
La molecola B7-H4, inibitore dell’immunità mediata dai linfociti T, sembra giocare un ruolo nella forma più comune di
tumore renale. Ad affermarlo, in un lavoro recentemente pubblicato su Proceedings of the National Academy of Science
(per scaricare l’abstract in inglese clicca qui), sono i ricercatori della Mayo Medical School che hanno misurato
l’espressione di B7-H4 su campioni prelevati in corso di nefrectomia a 259 pazienti affetti da carcinoma renale. La
molecola era presente nel 59.1% dei casi e alla sua espressione erano associate caratteristiche cliniche e patologiche
sfavorevoli, quali sintomi costituzionali, necrosi tumorale, dimensioni e stadio avanzato del carcinoma. Nei pazienti con
espressione di B7-H4 la letalità è risultata tre volte maggiore. Nell’82% dei casi, inoltre, vi era espressione di B7-H4 nei
vasi sanguigni che alimentano il tumore. La molecola B7-H4 rappresenta quindi un potenziale marcatore prognostico del
carcinoma renale e anche un nuovo possibile bersaglio di future terapie. I ricercatori hanno anche dimostrato che
l’espressione di B7-H4 associata a quella di un’altra molecola appartenente alla famiglia B7, la B7-H1, aumenta la letalità
dovuta al tumore.
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03. REVISIONE DELLA LETTERATURA E METANALISI SULLA CHEMIOTERAPIA NEL CANCRO GASTRICO IN
FASE AVANZATA
Una metanalisi sulla revisione della letteratura pubblicata su Journal of Clinical Oncology è stata condotta per
determinare l’efficacia e la tollerabilità della chemioterapia in pazienti con cancro gastrico allo stadio avanzato. Ricercatori
del Martin-Luther-University Halle-Wittenberg, Halle/Saale (Germania) e del Mayo Clinic College of Medicine, Rochester
(Stati Uniti) hanno osservato una migliore sopravvivenza quando veniva adottato un regime contenente fluorouracile
(FU), antraciclina e cisplatino (per scaricare l’abstract in inglese clicca qui). Però il FU in bolo è molto tossico e mostra un
tasso di mortalità più elevato rispetto ai regimi in cui è utilizzato in infusione continua. Dopo ricerca elettronica in Medline,
Embase, Cochrane Controlled Trials Register e Cancerlit, ricerca manuale su libri e contatto con esperti, sono stati presi
in considerazione studi clinici randomizzati di fase II e III sulla chemioterapia di prima linea per il cancro gastrico
avanzato. L’analisi della chemioterapia rispetto alla migliore terapia di supporto e l’associazione rispetto al singolo
farmaco, soprattutto FU, ha indicato un beneficio significativo in favore della chemioterapia e dell’associazione di più
farmaci. La relazione di regimi contenenti FU/cispaltino in associazione o meno ad antracicline con FU/antracicline in
associazione o meno a cisplatino hanno dimostrato una maggiore efficacia quando i tre farmaci erano usati in
combinazione. I regimi contenenti irinotecan offrono un beneficio, anche se non significativo, rispetto a quelli non
contenenti irinotecan, ma non sono mai stati messi in relazione a un regime contenenti 3 farmaci.
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04. NUOVO STUDIO ‘ASSOLVE’ CELLULARI, NON AUMENTANO RISCHI
Il telefonino non aumenta il rischio di tumore. Ad assolvere l’uso del cellulare questa volta è un nuovo studio, pubblicato
sul Journal of the National Cancer Institute, che certo non mette la parola fine sui temuti effetti per la salute di questi
apparecchi tanto utilizzati. L’equipe del Danish Institute of Cancer Epidemiology di Copenhagen, coordinata da Joachim
Schuz, ha messo sotto osservazione 420.095 ‘maniaci’ del telefonino, seguiti per la prima volta fra il 1982 e il ‘95 e poi di
nuovo nel 2002 per valutare l’eventuale incidenza di tumori. Non è emersa alcuna associazione fra l’utilizzo dei cellulari
nel breve, ma anche nel lungo periodo e la comparsa di leucemie e tumori del cervello, delle ghiandole salivari, degli
occhi. E questo anche fra quanti usavano il telefonino da oltre 10 anni. Trascorrere tanto tempo con l’apparecchio
‘attaccato’ all’orecchio, secondo i ricercatori, non aumenta il rischio di tumori.
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05. SINDROME METABOLICA: UOMINI A RISCHIO DI CANCRO COLORETTALE
Ricercatori dell’Università del Minnesota a Minneapolis e del Nord Carolina a Chapel Hill hanno indicato la sindrome
metabolica come fattore di rischio del cancro colorettale nell’uomo ma non nella donna (per scaricare l’abstract in inglese
clicca qui). Per determinare la presenza di sindrome metabolica devono essere presenti almeno tre dei seguenti
componenti: ipertensione arteriosa, aumento della circonferenza della vita, ipertrigliceridemia, bassi livelli di colesterolo in
lipoproteine ad alta densità (colesterolo-HDL), diabete o iperglicemia. I dati riguardanti la presenza di sindrome
metabolica e altri fattori di rischio sono stati ottenuti dallo studio di coorte prospettico multicentrico Atherosclerosis Risk in
Communities (ARIC) relativamente agli anni 1987-1989 per 14.109 soggetti di entrambi i sessi. Nel 2000 sono stati
identificati 194 casi di cancro colorettale. In questo studio è stato osservato che la sindrome metabolica (almeno 3
componenti verso nessuno) è associata positivamente con incidenza di cancro colorettale corretta per età e genere, e
l’associazione non è stata alterata dall’analisi multivariata. Esiste inoltre una correlazione tra incidenza di cancro e
numero di componenti della sindrome metabolica (p = 0.006). L’analisi multivariata sul genere ha rivelato che
l’associazione è più forte negli uomini e più debole per le donne. I risultati suggeriscono l’utilizzo della sindrome
metabolica come marker per un terreno di crescita fisiologico che favorisce l’induzione, lo sviluppo e/o la progressione del
tumore.
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06. ISTAT: DONNE ATTENTE A PREVENZIONE, 71% EFFETTUA PAP TEST E MAMMOGRAFIA
Negli ultimi 10 anni si è assistito in Italia ad una crescente diffusione di comportamenti preventivi tra le donne nei
confronti dei tumori al seno e al collo dell’utero. Lo rileva l’Istat nell’ultima indagine multiscopo sulla salute condotta su un
campione complessivo di circa 60 mila famiglie. Secondo le stime nel 2004-2005 sono 11 milioni 600 mila le donne (fra i
25 e i 64 anni) che hanno fatto ricorso almeno una volta nel corso della vita ad un pap test in assenza di disturbi o sintomi
(pari al 70,9% della popolazione femminile della stessa età). Dal 1994 al 1999-2000 l’incremento complessivo nel ricorso
al pap test è pari al 14,5%, distribuito in tutte le fasce di età ma più elevato tra le donne di 60-64 anni (+29,2%) e meno
tra le giovani fino a 34 anni (+9,2%). Dal 1999-2000 ad oggi l’incremento risulta molto più contenuto (+3,2%) e riguarda
esclusivamente le adulte di 45 anni e più ed in modo particolare le donne di 60-64 anni (+13,5%). Per quanto riguarda lo
screening mammografico, le donne di 50-69 anni che si sono sottoposte per prevenzione a questo accertamento almeno
una volta nella vita sono 5 milioni 143 mila (pari al 71,0% della popolazione femminile della stessa fascia di età). Dal
1994 al 1999-2000 l’incremento complessivo nel ricorso alla mammografia è doppio rispetto al pap test ed è pari al
32,6%. L’incremento rimane molto elevato anche tra il 1999-2000 e il 2004-2005 e si attesta al 22,2%. Sia dal 1994 al
1999-2000 che dal 1999-2000 al 2004-2005 si evidenziano incrementi significativi in tutte le fasce di età e particolarmente
tra le donne di 65-69 anni. La crescita dei controlli tramite pap test e mammografia che si osserva nell’ultimo decennio è,
almeno in parte, da attribuire all’effetto delle campagne di screening che si sono andate consolidando su una parte del
territorio nazionale. La maggiore diffusione della prevenzione ha contribuito sensibilmente a ridurre la mortalità per i
tumori della mammella e al collo dell’utero. In Italia il tumore della mammella costituisce tra le donne la patologia tumorale
più diffusa ed è una delle principali cause di morte. L’incidenza di questo tipo di tumore e la mortalità per questa causa
sono più basse rispetto alla media europea, anche se si attestano su livelli leggermente più alti rispetto ad altri paesi della
fascia mediterranea, come Spagna e Grecia. Nel caso del carcinoma del collo dell’utero invece, l’Italia si colloca in
graduatoria in una posizione simile a quella di questi Paesi. Eppure non mancano gli aspetti critici: rimane infatti ancora
basso il livello di copertura dello screening del pap-test nelle fasce di età più giovani soprattutto tra 25 e 29 anni (44,5%).
Il Sud, inoltre, continua a mantenere livelli molto bassi sia nel ricorso a pap test che alla mammografia.
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07. CRO AVIANO, INDIVIDUATA FORMA DI LEUCEMIA LINFATICA
“Blood” ha pubblicato i risultati di uno studio multicentrico italiano, coordinato da Valter Gattei, responsabile del
Laboratorio di Oncoematologia clinico-sperimentale del Cro di Aviano (Pordenone), che ha permesso di individuare una
forma particolarmente aggressiva di leucemia linfatica cronica, la più frequente nel mondo occidentale. Tale sottotipo,
identificato per la presenza sulla superficie delle cellule tumorali di una particolare proteina (detta immunoglobulina
IGHV3-21), rappresenta circa il 3-4% di tutte le leucemie linfatiche croniche in Italia. In generale, la leucemia linfatica
cronica è la leucemia più frequente nel mondo occidentale: circa 7-8 persone su 100 mila abitanti si ammalano ogni anno
di questa malattia ed in una regione come il Friuli Venezia Giulia si calcola che gli ammalati siano intorno al migliaio. “Non
è facile individuare questo sottotipo di leucemia linfatica cronica - ha sottolineato Gattei - sono necessari esami
molecolari impegnativi che non sono alla portata di tutti i laboratori di diagnostica”. Di particolare interesse è
l’osservazione che quasi tutti i pazienti affetti da tale forma di leucemia nel nostro paese risiedano in regioni del Nord
d’Italia, mentre nelle regioni del Centro-Sud l’incidenza della malattia si è rivelata essere molto bassa (solo 2 casi in più di
500 studiati). Lo studio ha permesso di ipotizzare che ci siano dei fattori estranei all’organismo, più presenti nel nord che
non nella fascia mediterranea, che possono avere un ruolo nella genesi di questo specifico tipo di leucemia. In
prospettiva, questa scoperta potrà essere utile anche per la terapia. “Le proteine IGHV3-21 - ha spiegato Gattei possono diventare un possibile bersaglio terapeutico specifico”.
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08. ITALIANI SCOPRONO PROTEINA CHE BLOCCA GLIOBLASTOMA
Una proteina per bloccare il glioblastoma multiforme. La scoperta è di un gruppo di ricercatori italiani ed è stata
pubblicata su “Nature”, che ha dedicato anche un editoriale di commento alla ricerca ‘made in Italy’. Lo studio, che porta
la firma dell’Istituto scientifico universitario San Raffaele e dell’Università degli Studi Milano-Bicocca, coordinato da
Angelo Vescovi e realizzato in collaborazione con l’Istituto neurologico Besta, è stato presentato a Milano. I risultati
ottenuti dai ricercatori italiani su un modello animale aprono nuovi scenari: esiste un meccanismo in grado di bloccare lo
sviluppo delle cellule del glioblastoma multiforme. Di glioblastoma si muore in meno di quindici mesi e da oltre 30 anni
l’efficacia delle terapie non ha fatto passi avanti. Al centro della scoperta alcune proteine chiamate BMPs, proteine
morfogenetiche ossee, che, ha spiegato Vescovi, “agiscono come una chiave. Inserite in una toppa, innescano tutta una
serie di cambiamenti molecolari e, come risultato ultimo, hanno anche quello di bloccare la crescita delle cellule e di
portarle allo stadio meno pericoloso della maturazione”. Si tratta di un primo passo, ottenuto ricreando il tumore nel
cervello di un roditore. Le cellule staminali tumorali umane, trattate con le proteine e iniettate in un modello animale,
hanno cessato di moltiplicarsi. In pratica le proteine hanno bloccato la crescita dei glioblastomi umani in fase di piena
espansione presenti nel cervello dei topi, aumentando il loro tempo di sopravvivenza. Ma la strada per arrivare a un
trattamento sull’uomo è ancora lunga. “Servono almeno altri due anni – ha avvertito Vescovi - per avviare una
sperimentazione clinica”. Due anni di studi per dimostrare che la proteina utilizzata dai ricercatori per bloccare il tumore
nel cervello dei roditori è effettivamente efficace. Due anni anche per poter solo pensare di trasferire il trattamento
sull’uomo. “Sia chiaro: lo studio è stato realizzato su cellule staminali tumorali umane iniettate nel cervello di un roditore –
ha spiegato Vescovi - ma ancora non sappiamo cosa succederebbe se il contesto fosse quello del cervello umano”. La
ricerca è frutto di un lungo lavoro. “Indaghiamo sui tumori da oltre tre anni e mezzo – ha continuato Vescovi - ma la svolta
è arrivata nel 2004. Con la scoperta che anche i tumori più aggressivi, come il glioblastoma, contengono cellule staminali
del tumore. Sono loro che generano miliardi di tumori e deriverebbero da cellule staminali del cervello adulto impazzite”.
È dal 2004 in poi che i ricercatori hanno cominciato a riprodurre perfettamente il tumore umano negli animali. Dallo studio
sulle cellule staminali che generano il glioblastoma è arrivata la scoperta più importante: queste cellule hanno lo stesso
meccanismo di controllo della moltiplicazione cellulare, presente nelle staminali cerebrali normali. “I cosiddetti recettori di
membrana – ha spiegato Vescovi - funzionano come interruttori attivabili da chiavi specifiche: le proteine Bmps. Che
bloccano la moltiplicazione delle cellule e successivamente le portano allo stadio della maturazione in cellule normali del
cervello, cioè neuroni e glia, l’impalcatura del cervello”. Le implicazioni di una scoperta simile sono numerose. Si
potrebbe cominciare a pensare ad una terapia innovativa per il glioblastoma umano: non mirare più a colpire in modo
generico tutte le cellule tumorali, ma attaccare solo quelle che sono la vera causa del glioblastoma, le cellule staminali del
tumore. “Certo i tempi sono lunghi – ha continuato Vescovi - ma adesso è possibile identificare nuovi bersagli molecolari
e genetici fino ad oggi insospettati da colpire, nel tentativo di fermare questo cancro. Un tumore che fa paura perché
difficile da raggiungere e resistente alle combinazioni di chemio e radioterapia. I risultati dello studio lasciano ben
sperare”.
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09. CONFRONTO ONCOLOGI SU NUOVI FARMACI E LIMITI BUDGET
Il medico oncologo oggi si trova al centro di due esigenze: da un lato quelle del malato di tumore che ha la possibilità di
essere curato con nuovi e spesso costosi “farmaci intelligenti”; dall’altro quelle del sistema sanitario che assegna risorse
economiche non illimitate. Una situazione che, a volte, pone problemi - anche legali – nell’individuazione del farmaco da
utilizzare per la cura dei tumori del paziente. Il problema è stato affrontato dal secondo congresso del Gruppo oncologico
Medio Adriatico (Goma), svoltosi nell’ospedale di Pescara. “Oggi - ha spiegato il presidente del Goma, Marco Lombardo,
responsabile del Dipartimento di Oncologia della Asl di Pescara - stiamo assistendo a una rivoluzione copernicana. Il
55% dei pazienti riesce a guarire grazie a un trattamento combinato: chirurgico, oncologico, radioterapico. Sono
disponibili nuovi farmaci ‘intelligenti’, che impiegano piccole molecole in grado di bloccare la vascolarizzazione del tumore
o che colpiscono direttamente la cellula tumorale”. All’incontro erano presenti anche l’assessore regionale alla Sanità,
Bernardo Mazzocca, e il direttore generale della Asl di Pescara, Angelo Cordone. In provincia di Pescara si registrano
mille nuovi casi di tumore ogni anno, 300 dei quali nella sola città capoluogo, con un’incidenza sul totale della
popolazione di poco inferiore alla media nazionale. Intorno alla Asl pescarese ciò genera ogni anno un movimento di
circa 20 mila persone malate di cancro. “La rivoluzione in atto - secondo Lombardo - rende curabili categorie di tumori
che prima non lo erano. Ciò crea aspettative, ma anche problemi di risorse economiche sulle quali gli attori del sistema
sanitario si devono confrontare”. L’assessore Mazzocca ha indicato che le misure adottate recentemente dalla Giunta
regionale per contenere la spesa farmaceutica e le prestazioni inappropriate sono mirate “certamente alla necessità di
rientrare nei limiti imposti dalla legge finanziaria nazionale, ma servono anche a rendere disponibili risorse per l’impiego
ottimale di medicinali innovativi e terapie in grado di salvare vite umane”.
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10. PROSTATA, IN ITALIA PRIMO KILLER PER L’UOMO
Il cancro della prostata è il secondo tumore più frequente nei Paesi industrializzati, ma in Italia è stimato oggi essere il
primo in assoluto tra i tumori maligni dell’uomo. Negli ultimi 30 anni la sua incidenza è andata sempre aumentando, ma
quasi del doppio al Sud rispetto al Nord e Centro, dove invece la mortalità è in calo. È emerso da uno Studio
epidemiologico dell’Istituto dei Tumori (INT) di Milano, presentato al XVI Congresso Nazionale della Società Italiana di
Urologia Oncologica (SIUrO) svoltosi a Genova. Ne hanno riferito due degli autori dello Studio: Gemma Gatta e Riccardo
Valdagni. In Italia nel 2005 si stimano 43.000 nuovi casi all’anno, 174.000 sono gli uomini che hanno avuto una diagnosi
di cancro della prostata e 9.000 sono stati i decessi. Scopo dello studio dell’INT era stimare incidenza, prevalenza e
mortalità di questo tumore per il periodo 1970-2005, su tutto il territorio nazionale e nelle singole regioni, poiché si è visto
che l’introduzione di nuove procedure diagnostiche (come il test per l’antigene prostatico specifico-PSA, e le agobiopsie
prostatiche) ha portato a un grande aumento di nuove diagnosi a cominciare dall’inizio degli anni ‘90. Lo studio
dell’andamento dei tassi di incidenza e moralità in un periodo così ampio (fatto con un metodo elaborato dall’Istituto
Superiore di Sanità), ha fornito indicazioni sull’effetto della diffusione dell’esame del PSA. Ebbene, si è visto che nell’arco
dei 35 anni analizzati l’incidenza della malattia aumenta mediamente del 4,5% all’anno nei pazienti che si sono ammalati
nei primi 20 anni, mentre è superiore al 6% annuo per i casi con diagnosi dal 1990-2005. In particolare, il tasso di
incidenza è aumentato da 21 a 99 per 100.000 casi all’anno. Nelle regioni del Nord e del Centro Italia aumenta di più che
nelle regioni del Sud (nel 2005 il tasso è 100 per 100.000 al Nord-Centro e circa 60 per 100.000 - quindi quasi la metà - al
Sud). L’andamento della mortalità invece è differente: è quasi omogeneo nel Paese, anche se nelle regioni del NordCentro (escluse Piemonte-Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Toscana e Umbria) si sta osservando una recente
riduzione, mentre nelle regioni del Sud è ancora in aumento. Secondo le conclusioni di Gatta e Valdagni, è molto
probabile che gli andamenti descritti siano un effetto della diffusione del PSA che ha anticipato la diagnosi in molti
pazienti, con miglioramento della sopravvivenza. E il diverso andamento di incidenza e mortalità tra Nord-Centro e Sud
potrebbe essere attribuito a una diversa diffusione del PSA nel Paese.
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11. PRESENTATO PROGETTO FASCI IONI PER CURA NEOPLASIE
Dal prossimo anno sarà prodotta e messa in commercio, su progetto dei Laboratori nazionali del Sud (Lns) di Catania
dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn), un innovativo e originale ciclotrone superconduttore - un particolare
acceleratore di particelle - dedicato alla produzione di fasci di ioni leggeri e protoni, in grado di curare alcuni tipi di tumori
attraverso applicazioni cliniche di adroterapia. Il progetto del nuovo dispositivo è stato presentato a Catania nel corso di
una giornata di studio nei Laboratori nazionali del Sud, dove l’esperienza dell’Infn ha consentito di studiare, sviluppare e
realizzare nel 2002 il primo, e unico, centro italiano di protonterapia dedicato alla cura di patologie tumorali per mezzo di
fasci di protoni prodotti dall’acceleratore ciclotrone superconduttore, che da molti anni è attivo ai Lns per ricerche nel
campo della fisica nucleare. Il nuovo ciclotrone - che potrà essere uno strumento prezioso anche per i futuri centri
regionali di adroterapia che alcune regioni italiane stanno programmando nell’ambito dell’innovazione tecnologica in
campo sanitario - ha il vantaggio di avere dimensioni e costi ridotti rispetto alle precedenti macchine acceleratici usate per
curare il cancro. Inoltre grazie alla produzione sia di ioni leggeri che di protoni, offre al medico la possibilità di selezionare
il tipo di fascio da utilizzare in base alle caratteristiche del tumore. Gli ioni hanno un effetto radiobiologico più elevato e
hanno quindi maggiore efficacia nel trattamento dei tumori più radioresistenti; i protoni invece sono più indicati per i
tumori che si trovano in prossimità di organi a rischio, perché consentono di indirizzare con più precisione il fascio.
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12. STOMACO, IN CINA LA METÀ DEI DECESSI MONDIALI
Circa la metà dei decessi registrati ogni anno nel mondo per tumore allo stomaco avviene in Cina. Sono almeno 300.000,
infatti, i cinesi che muoiono per questa patologia ogni anno e circa 400.000 i nuovi malati, soprattutto a causa delle
abitudini alimentari e dell’alta propensione al fumo. La categoria più a rischio, secondo il professor Jin Maolin della
Peking University, rimane quella dei maschi oltre i 50 anni, ma è tra le donne residenti nella aree rurali che si è avuto il
maggiore incremento di decessi negli ultimi cinque anni (di circa il 25%), in particolare per la dieta povera di frutta e
verdura. Un monito ai cinesi a cambiare stile di vita è venuto di recente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità,
secondo cui l’aumento di malattie croniche e diabete potrebbe provocare oltre 80 milioni di vittime in Cina nei prossimi
dieci anni. Stando ai dati del Ministero della Salute cinese, il consumo di carne nelle città negli ultimi 20 anni è
raddoppiato e quello di tabacco ha raggiunto la cifra record di 2.000 miliardi di sigarette all’anno, il che fai dei cinesi i
fumatori più incalliti al mondo.
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Dall’Aiom
01. DESTINAZIONE DEL 5 PER MILLE DELL’IRPEF
La finanziaria 2006 (L. 266 del 23/12/2005, all’art. 1 comma 337) ha stabilito che per l’anno 2006 i contribuenti possono
destinare, in base a loro scelta, lo 0,5% (5 per mille) della loro imposta sul reddito prodotto nel 2005, a sostegno di enti
non profit, o che perseguono finalità socialmente rilevanti, indicati in appositi elenchi predisposti dalla Agenzia delle
Entrate in collaborazione con i Ministeri competenti (consultabili nel sito web dell’Agenzia delle Entrate).
La Fondazione AIOM, dotata dei requisiti richiesti, è stata inserita in tale elenco.
E’ quindi per questo motivo che sono a chiedere il Tuo aiuto a voler contribuire a finanziare la nostra attività, apponendo
la Tua firma ed indicando il codice fiscale della fondazione (95095220109) alternativamente, secondo le modalità di
dichiarazione fiscale a Te proprie:
-nell’apposito spazio del modello Unico persone fisiche 2006 (vedi allegato 1, già compilato con i dati della fondazione);
-nell’apposito spazio del modello 730/1 bis redditi 2005 (vedi allegato 2, già compilato con i dati della fondazione);
-nell’apposito spazio della scheda per la scelta del 5 per mille dell’IRPEF allegata al modello CUD (per i soggetti non
tenuti alla presentazione della dichiarazione dei redditi) (vedi allegato 3, già compilato con i dati della fondazione).
Tengo a sottolinearTi come tale opportunità si aggiunga, senza nulla togliere, a quella già esistente di destinare lo 0,8%
(8 per mille) delle proprie imposte ai gruppi religiosi già previsti dalla norma.
Il Presidente
Roberto Labianca
02. INDAGINE SUL DOLORE NEUROPATICO IN ONCOLOGIA
Il dolore neuropatico è una entità sintomatologica che affligge gran parte dei pazienti neoplastici. Si calcola che in circa il
75% dei casi vi sia un inadeguato controllo farmacologico. Con l’obiettivo di individuare le modalità più appropriate di
intervento diagnostico e terapeutico, il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Bio-Oncologia (CINBO) ha promosso
un’indagine volta a documentare tipologia, qualità ed effetti delle diverse strategie terapeutiche adottate nelle varie realtà
oncologiche italiane in tema di dolore neuropatico. L’indagine verrà condotta mediante somministrazione di un semplice
questionario che sarà diffuso a tutti i soci AIOM. Il questionario potrà essere anche compilato on-line al seguente
indirizzo: www.unich.it/cinbo/ita/sub/20060612.htm
03. WORKSHOP E MATERIALE DIDATTICO SUL SITO AIOM
Sono disponibili sul sito AIOM (www.aiom.it) i testi relativi al Workshop AIOM di Castelgandolfo, "Il ruolo dell'oncologia in
Italia", una relazione sull'incontro con i Gruppi Cooperativi Italiani e le diapositive relative al Workshop "Stato dell'arte,
pratica clinica e outcomes research".
04. ASSICURAZIONE RESPONSABILITÀ CIVILE PROFESSIONALE
L’ Assicurazione Responsabilità Civile Professionale è diventata un problema per i medici specialisti. L’AIOM nell’ambito
dell’attività di servizio a favore degli Associati ha inteso contribuire alla soluzione di tale problema con l’instaurazione di
un rapporto di collaborazione con MIDA Broker di Milano, specializzato in questo settore assicurativo. E’ stata sottoscritta
una Convenzione, che sarà gestita direttamente dal Broker e che offre ai nostri Associati condizioni particolarmente
vantaggiose.
Ti viene fornita pertanto l’opportunità di verificare la convenienza a stipulare una nuova copertura assicurativa oppure a
sostituire quella in corso con altra Compagnia.
MIDA Broker ha attivato, nell’ambito della convenzione, un servizio di supporto agli Associati denominato “SPORTELLO
ASSISTENZA ONCOLOGI” (a cui potrai rivolgerTi telefonando allo 02.970648.205) per fornire ogni tipo di informazione e
chiarimenti in materia assicurativa.
Ti invito pertanto a visitare il sito www.midabroker.it oppure accedendovi direttamente dal sito AIOM clickando il link
“Convenzioni”, ove potrai prendere visione ed eventualmente sottoscrivere polizze assicurative relative alle
Responsabilità Civili Professionali alle vantaggiose condizioni riservate agli Associati AIOM, semplicemente compilando
un apposito questionario.
Carmelo Iacono, Segretario Nazionale AIOM
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GLI APPUNTAMENTI AIOM 2006/2007
UMANIZZAZIONE IN ONCOLOGIA: “I GESTI E LE PAROLE”
Milano, 15 dicembre 2006 (Fondazione Cariplo, Via Romagnosi 6)
Segreteria Organizzativa. AIOM Servizi
Tel. 02.26683129 – Fax 02.2360018 – email: [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
GRANDANGOLO 2006 UN ANNO DI ONCOLOGIA
VIII Edizione
Genova, 18-19 dicembre 2006 (Magazzini del Cotone)
Direttori: R. Labianca, A. Sobrero
Info: www.accmed.org
LINFOMI MALIGNI
Nuovi farmaci e tecnologie innovative. Più guarigioni, meno tossicità?
Caserta, 18 dicembre 2006 (Teatro di Corte Palazzo Reale)
Napoli, 19 dicembre 2006 (Grand Hotel Vesuvio)
Segreteria Organizzativa: Collage Congressi
Tel. 091.6818545 – Fax 091.6818390 – email: [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
1° CONGRESSO URO-ONCOLOGICO MODENESE
Progressi nella terapia del Carcinoma Renale: dalla biologia alle innovazioni tecnologiche
Modena, 12-13 gennaio 2007 (Centro Servizi Policlinico di Modena)
Presidenti del Congresso:
Prof. Giampaolo Bianchi
Prof. Pierfranco Conte
Segreteria Organizzativa: Evcm
Tel. 051.6194911 – Fax 051.569313 – email: [email protected]
Per scaricare il programma clicca qui
OSTEONECROSI MASCELLARE E MANDIBOLARE (ONJ) NEI PAZIENTI TRATTATI CON BIFOSFONATI:
PRESENTE E FUTURO
Alessandria, 20 gennaio 2007 (Associazione Cultura e Sviluppo, Viale Teresa Michel 2)
Segreteria Organizzativa: M&B
Tel. 348.0960100 – email: [email protected]
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SECONDO CORSO NAZIONALE PER IL TEAM ONCOLOGICO DI APPROFONDIMENTO SUGLI STRUMENTI
ORGANIZZATIVO-GESTIONALI
Roma – Hotel Villa Torlonia
I modulo – 26/27/28 aprile 2007
II modulo – 24/25/26 maggio 2007
Segreteria Organizzativa: Gamma Congressi
Tel. 06.36300769 – email: [email protected]
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INDICE
ALTRI APPUNTAMENTI SONO DISPONIBILI SUL SITO DELL’AIOM
CONCORSI E BANDI
CORSO DI PERFEZIONAMENTO E MASTER IN SENOLOGIA
Università degli Studi di Verona
Termine presentazione domande: 1/12/2006
Pubblicazione graduatoria: 15/12/2006
Inizio corso: 17/01/2007
Centro Operativo: per informazioni inerenti all’organizzazione e al programma
DH – Ambulatorio di Oncologia Medica, Ospedale Civile Maggiore
Tel. 045.8073067 – Fax 045.8073463 – email: [email protected]
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Per ulteriori informazioni: www.univr.it
GESTIONE DELLE SPERIMENTAZIONI: dalla progettazione al coordinamento di uno studio clinico
Master Universitario biennale di I livello
Direttore: Prof. PierFranco Conte - Co-direttore: Prof. Dino Amadori
Il Master si svolgerà presso il Dipartimento Integrato di Oncologia ed Ematologia dell’Università di Modena e Reggio
Emilia e presso l’IRST di Meldola-Forlì, nel periodo febbraio 2007 – ottobre 2008
Scadenza del Bando di ammissione: 15 dicembre 2006; eventuale prova di ammissione: 20 dicembre 2006
Bando di ammissione ed informazioni amministrative sul sito dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia
(www.unimore.it) alla voce Master.
INDICE
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Supplemento ad AIOM Notizie – Direttore Responsabile Mauro Boldrini - Consulenza scientifica: Laura Milesi (U.O. Oncologia Medica,
Ospedali Riuniti di Bergamo), Alain Gelibter (Divisione Oncologia Medica “A” Istituto Regina Elena di Roma)
Editore Intermedia - Reg. Trib. di BS n. 35/2001 del 2/7/2001
Intermedia: Via Costantino Morin 44 Roma Tel. 06.3723187- Via Malta 12/b Brescia Tel. 030.226105
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