Proposta AIOM fondo nazionale oncologia

PROPOSTA AIOM PER UN “FONDO NAZIONALE PER L’ONCOLOGIA”
Carmine Pinto
Presidente Nazionale dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM)
Uno dei settori più critici per disponibilità e richiesta di risorse in sanità pubblica è rappresentato
dall’Oncologia. In dieci anni il prezzo dei farmaci antitumorali è duplicato, passando mediamente
da 4.500 dollari a più di 10.000 per mese. L’Italia finora è riuscita a sostenere l’impatto di questa
crescita, grazie all’aderenza e alla diffusione delle Linee Guida, all’appropriatezza prescrittiva e ai
sistemi di rimborso concordati con l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA). Nel nostro Paese il
prezzo medio dei trattamenti antitumorali è fra i più bassi d’Europa.
Negli ultimi anni sono stati compiuti importanti passi avanti sia sul fronte della prevenzione che del
trattamento delle neoplasie. La portata delle innovazioni che stanno per essere introdotte richiedono
tuttavia uno sforzo della stessa portata. Sia in Europa che negli Stati Uniti, infatti, sono in fase di
approvazione numerose molecole innovative destinate a trasformare il panorama dei trattamenti
oncologici. Nel 2015 sono stati registrati nel nostro Paese 363.300 casi di tumore, ma le percentuali
di sopravvivenza sono in costante aumento. Oggi infatti il 60% dei pazienti sconfigge la malattia.
Gli avanzamenti nelle misure di controllo e nelle tecnologie, i progressi nella chemioterapia più
attiva e meglio tollerata, l’introduzione delle terapie a bersaglio molecolare e più di recente
dell’immunoterapia che sblocca le difese immunitarie contro il tumore, stanno sempre più
producendo un allungamento della sopravvivenza con una buona qualità di vita. Fra il 2010 e il
2014 sono stati introdotti, a livello globale, 45 nuovi farmaci antitumorali per 53 indicazioni, ed in
breve tempo 15 nuovi farmaci potrebbero essere a disposizione dei clinici.
Nel 1971 il Presidente degli Stati Uniti, Richard M. Nixon, volle affrontare la sfida contro i tumori
annunciando alla Nazione l’istituzione di un fondo ad hoc di 100 milioni di dollari per dare impulso
ad una campagna intensiva “nella ricerca e cura del cancro”. “Il tempo è giunto per gli Stati Uniti –
affermò Nixon – per orientare quello sforzo che ha portato alla fissione dell’atomo e alla conquista
della luna verso la sconfitta di questa malattia terrificante”. Nacque così il “National Cancer Act”.
A quarantacinque anni di distanza, nel gennaio 2015, il Presidente Barack Obama ha lanciato la
“Precision Medicine Initiative”, che vede ancora al centro l’Oncologia, con un finanziamento di 215
milioni di dollari per il 2016, di cui 130 milioni per il National Institutes of Health (NIH), 70
milioni per il National Cancer Institute (NCI) per lo studio della genomica del cancro, e 10 milioni
per la Food Drug Administration (FDA) per il potenziamento in quest’ambito dell’organismo
regolatorio.
In Europa, il “Cancer Drugs Fund” in Inghilterra fu istituito con il Libro Bianco del Dipartimento
della Salute (DH) “Equity and excellence – Liberating the NHS”, a decorrere dall’aprile 2011 e
sotto la gestione delle dieci Strategic Health Authorities (SHAs). Il Fondo fu creato per finanziare
quei farmaci oncologici che non fossero approvati dal National Institute for Health and Care
Excellence (NICE) e che non fossero abitualmente messi a disposizione dal National Health Service
(NHS). Inizialmente il fondo fu fissato in 200 milioni di sterline all’anno, il suo finanziamento fu
poi aumentato a 280 milioni nell’agosto 2014 per il periodo 2014-2015 e a 340 nel gennaio 2015
per il periodo 2015-2016, ma dal 2016 è previsto uno sforamento di 70 milioni.
In Italia nel 2014 la spesa per farmaci oncologici ospedalieri è stata pari a 3.899 milioni di euro, con
un incremento di circa il 9,6% rispetto alla spesa del 2013. L’incremento si prospetta decisamente
maggiore per i prossimi anni e risulta difficilmente sostenibile con le risorse regionali.
Il governo italiano nel 2015 ha trovato le prime risposte alle sfide dell’innovazione farmacologica:
l’istituzione di un Fondo di 500 milioni all’anno nel biennio 2015-2016 per i farmaci innovativi – in
particolare per la cura dell’epatite C.
Il 2016 potrebbe rappresentare l’anno di svolta per un intervento nazionale sul cancro con
l’istituzione di un Fondo specifico che contribuisca al rimborso alle Regioni dei farmaci oncologici
individuati a forte carattere innovativo sulla base di parametri definiti. Un vero e proprio “Fondo
Nazionale per l’Oncologia” per la prima volta in Italia. Un Fondo Nazionale che potrebbe essere
finanziato attraverso il gettito derivante dalle accise sul tabacco, un centesimo in più a sigaretta, con
il duplice obiettivo di sostenere il Fondo e contrastare il tabagismo.
I fumatori in Italia sono 10,9 milioni, pari al 20,8% della popolazione: 6,3 milioni sono uomini
(25,1%) e 4,6 milioni donne (16,9%). Il 16,7% dei tabagisti consuma fino a 9 sigarette al giorno, il
49,2% fra 10 e 19, il 26,9% più di 20. Nel nostro Paese ogni fumatore consuma in media 13,1
sigarette al giorno, per un totale di circa 140 milioni di “bionde” ogni ventiquattro ore.
Nel 2015 sono stati stimati circa 41mila nuovi casi di tumore del polmone, una malattia per la quale
la prevenzione può fare davvero la differenza. Purtroppo il consumo di tabacco aumenta, soprattutto
nel sesso femminile, ed è fra le donne, infatti, che rileviamo significativi aumenti di nuove diagnosi
di cancro al polmone. La nostra proposta prevede una precisa destinazione d’uso per una
piccolissima parte del gettito che lo Stato ottiene dalle accise sul tabacco, ad oggi pari a circa 11
miliardi di euro, destinandola a sostenere il fondo e quindi a garantire l’accesso alle nuove terapie a
tutti. Proprio in questa patologia, infatti, farmaci innovativi, quali quelli immuno-oncologici, stanno
dando risultati importanti e nuove speranze di lungo-sopravvivenza ai malati.
Il Fondo Nazionale garantirebbe uguali diritti di cura e di accesso ai farmaci innovativi per tutti i
pazienti in tutte le Regioni del nostro Paese, nell’ambito di una governance farmaceutica basata
sulla partecipazione e la condivisione di più attori, quali il Ministero della Salute, il Ministero
dell’Economia, le Regioni e l’AIFA. Il “Fondo Nazionale per l’Oncologia” costituirebbe quindi in
sanità pubblica la risposta politica alla sfida del secolo: curare i malati di tumore garantendo loro le
cure più efficaci.
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