Corbis NOBEL 2008 Dietro le quinte della scoperta dell’HPV di Daniela Ovadia Un virologo tedesco ha vinto il Nobel della medicina per aver identificato il ruolo oncogeno del Papillomavirus umano Harald zur Hausen l premio Nobel per la medi- COMMENTI A CALDO cina e la fisiologia è andato, Come accade con tutti i neo quest’anno, a tre grandi ri- premiati, la redazione della cercatori nel campo delle ma- Fondazione Nobel ha registrato lattie infettive: Luc Monta- e messo a disposizione del pubgnier e Françoise Barré-Si- blico un’intervista effettuata noussi per aver isolato per nei minuti appena successivi primi il virus dell’HIV, respon- alla comunicazione del premio sabile dell’AIDS, e Harald zur all’interessato. Da queste doHausen per l’imande fatte a dentificazione del La prima volta caldo vengono virus del Papillofuori ritratti spesche parlò ma umano so curiosi e molto nessuno (HPV), responsaumani di ricercagli credette tori colti nel mobile della maggior parte dei tumori mento della masdella cervice uterina. sima gloria, ma anche della Una scoperta, quest’ultima, massima confusione, come è che potrebbe cambiare la storia comprensibile quando si ricedi questo tumore nei Paesi vono notizie di tale portata. dove non esiste il Pap test, graÈ accaduto anche a zur zie alla disponibilità di un vac- Hausen, che si è divertito a raccino contro l’HPV da cui ci si contare i retroscena della sua aspetta, in pochi anni, una scoperta e anche a togliersi drastica riduzione dei casi. qualche sassolino dalle scarpe: I 8 Fondamentale dicembre 2008 “La prima volta che proposi l’associazione tra il Papillomavirus e il carcinoma della cervice stavo parlando a un congresso in Florida dedicato all’Herpes virus, che era considerato il candidato numero uno come responsabile di una forma di cancro che mieteva molte vittime tra le donne. Era il 1974, e numerosi gruppi di ricerca erano sicuri che la colpa fosse del virus erpetico di tipo 2. Ma io non ero riuscito a trovare neanche una traccia di DNA del virus erpetico nelle cellule cancerose, benché avessi usato le tecniche di analisi più moderne per l’epoca”. Fu così che zur Hausen ebbe un’intuizione: poiché spesso il cancro della cervice si formava sui condilomi, piccole escrescenze causate dall’HPV e trasmesse per contagio sessuale, era possibile che fosse proprio l’HPV il virus che causava la trasformazione maligna delle cellule. “La mia proposta di approfondire gli studi in quella direzione non fu accolta con favore. In quel congresso, mi sono sentito come un ospite indesiderato” ha ricordato il virologo tedesco. E proprio la tenacia con cui ha proseguito nelle proprie ricerche andando “contro il dogma corrente” figura tra le motivazioni del premio Nobel. Come a dire che, per essere uno scienziato veramente innovatore bisogna talvolta avere la forza di perseguire la verità anche quando ci si sente isolati. “La scoperta ha portato a capire la storia naturale dell’infezione da HPV e il meccanismo di formazione del cancro ........ indotto dal virus; inoltre ha portato anche allo sviluppo di vaccini profilattici contro il contagio” precisa ancora la motivazione. Quest’ultimo punto è particolarmente importante, perché l’identificazione dell’HPV ha permesso di produrre un sistema preventivo efficace. Anche in questo caso, però, non è stato facile. “Ancora negli anni Ottanta, i National Institutes of Health americani, ovvero i maggiori finanziatori pubblici, respingevano le richieste di fondi per le ricerche in questo ambito, che era ritenuto poco promettente” racconta il neo premio Nobel. “Per non parlare delle aziende farmaceutiche, che lo consideravano commercialmente poco interessante”. UN INVESTIMENTO POCO FRUTTIFERO Nato in Germania, a Gelsenkirchen, nel 1936, zur Hausen si laureò in medicina all’Università di Düsseldorf, dove lavorò un paio d’anni come medico. Nel 1962 entrò come assistente di laboratorio all’Istituto di microbiologia, e dopo circa tre anni si trasferì negli Stati Uniti, prima nel laboratorio di virologia del Children’s Hospital di Philadelphia e poi all’Università della Pennsylvania. Nel 1969 tornò in Germania e tra il 1983 e il 2003 diresse il Centro nazionale tedesco per la ricerca sul cancro (DKFZ), sedendo anche nel comitato scientifico. Dopo la prima pubblicazione nel 1976 della sua ipotesi che coinvolgeva il Papillomavirus, zur Hausen si dedicò alla ricerca del DNA virale Corbis LA RICERCA CONTINUA Luc Montagnier e Françoise Barré-Sinoussi nelle cellule tumorali, dovendo fare i conti con il fatto che solo alcune parti di questo DNA vengono effettivamente integrate nel genoma della cellula ospite. Le sue indagini sui molti tipi di HPV che via via venivano scoperti diedero i primi frutti significativi solo nel 1983, quando individuò, nelle biopsie di pazienti con carcinoma della cervice il tipo 16, e l’anno seguente, quando identificò anche il tipo 18, anch’esso coinvolto nella genesi del tumore. Oggi si sa che questi due tipi di HPV sono presenti in sette casi di cancro della cervice su 10, ma inizialmente la società tedesca che finanziò le ricerche sul vaccino sbagliò i propri calcoli: “Sulla base della loro analisi di mercato dell’e- danni, ma nonostante ciò le poca” ha ricordato il virologo infezioni croniche sono retedesco “decisero di sospende- sponsabili di oltre il cinque re i finanziamenti perché pen- per cento di tutte le forme di savano che, anche se avessimo cancro che si sviluppano nel trovato un vaccino, sarebbe mondo (perché provocano stato utile solo a un piccolo anche i carcinoma della vulva, del pene e della bocca). numero di persone”. Ora i due vaccini messi a Successivi studi molecolari punto grazie agli ed epidemiologici modificarono Molti Paesi studi di zur Hausono stati decisamente il hanno adottato sen adottati da molti quadro, dimostrando che tra il vaccino come Paesi (tra cui l’Itaprevenzione lia) per campagne gli oltre 100 tipi di prevenzione di Papilloma virus umano ve ne sono circa sulle preadolescenti. “La vacci40 che infettano il tratto geni- nazione ha il solo difetto di estale, e ben 15 che aumentano sere troppo costosa” ha conil rischio di tumore della cer- cluso il premio Nobel. “Se ci vice. Quasi sempre il sistema fosse una riduzione dei costi immunitario riesce a eliminare potrebbe essere ampliata al il virus prima che faccia punto da permettere anche ai paesi poveri, che ne hanno più bisogno, di beneficiarne”. .premi nobel Fondamentale dicembre 2008 9