LAUREE SPECIALISTICHE DELLE PROFESSIONI SANITARIE

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LAUREE SPECIALISTICHE DELLE PROFESSIONI SANITARIE
PROGRAMMAZIONE ED ECONOMIA SANITARIA
Titolare del modulo di POLITICA ECONOMICA:
Dott.ssa Silvia Bertarelli
LEZIONE 2
1.
Il meccanismo di mercato
Definizione di mercato concorrenziale
È un mercato nel quale è presente un numero di compratori e di venditori tale da rendere
trascurabile l’effetto delle decisioni del singolo sul prezzo di mercato.
- ogni venditore ha un controllo limitato sul prezzo poiché altri venditori offrono un
prodotto analogo al suo; non gli conviene applicare un prezzo inferiore a quello
corrente (i profitti sono più bassi) né uno superiore (la quantità venduta è nulla);
- nessun singolo consumatore può influenzare il prezzo del bene, perché ne acquista una
quantità irrilevante.
IL LATO DELLA DOMANDA
Consideriamo tutti i possibili acquirenti di lavatrici e chiediamo quale sia la MASSIMA
somma che ognuno di essi è disposto a pagare per comprare una lavatrice. Cominciamo con
chi è disposto a pagare il prezzo più elevato p = 1500 €. Se non ci sono altri individui disposti
a pagare così tanto, in corrispondenza di p = 1500, si avrà una domanda di mercato Q = 1. Il
successivo consumatore esprime una somma massima pari a 1200 €. Perciò se p = 1200 si
avrà Q = 2.
La massima somma che un individuo è disposto a pagare è definito PREZZO DI RISERVA
(per l’individuo è indifferente acquistare o non acquistare il bene).
Il numero di lavatrici acquistate in corrispondenza di un dato prezzo P* sarà pertanto uguale
al numero di persone che hanno un prezzo di riserva ≥ P*. Possiamo rappresentare
graficamente i prezzi di riserva sull’asse verticale e il numero di individui disposti a pagare
quel prezzo o uno superiore sull’asse orizzontale.
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELLA DOMANDA
Sull’asse verticale rappresentiamo il prezzo di un bene P; sull’asse orizzontale rappresentiamo
la quantità totale domandata e offerta Q.
CURVA DI DOMANDA DI MERCATO: rappresenta la quantità di un bene che i
consumatori sono disposti ad acquistare per ogni livello di prezzo che essi debbono pagare.
Ha pendenza negativa. Motivo:
1) un prezzo più basso può spingere i consumatori che già possiedono il bene a consumarne in
misura maggiore, cioè la curva di domanda individuale è decrescente. Per due motivi, se il
prezzo del bene diminuisce:
a) il bene diventa relativamente meno costoso rispetto agli altri beni (effetto di
sostituzione);
1
b) la capacità di acquisto del consumatore aumenta (effetto di reddito).
2) un prezzo più basso può spingere all’acquisto altri consumatori che in precedenza non si
erano potuti permettere di comprare quel bene.
Domanda individuale = f (prezzo, reddito, prezzo di altri beni, preferenze, aspettative)
IL LATO DELL’OFFERTA
Consideriamo tutti i possibili venditori di lavatrici e chiediamo quale sia la somma MINIMA
a cui ognuno di essi è disposto a cedere una lavatrice. Cominciamo con chi è disposto a
vendere al prezzo più basso p = 400 €. Se non ci sono altri soggetti disposti a vendere a un
prezzo così basso, in corrispondenza di p = 400, si avrà un’offerta di mercato Q = 1. Il
successivo venditore esprime una somma minima pari a 700 €. Perciò se p = 700 si avrà Q =
2.
Il numero di lavatrici vendute in corrispondenza di un dato prezzo P* sarà pertanto uguale al
numero di imprese che esprimono un prezzo minimo ≤ P*. Possiamo rappresentare
graficamente i prezzi minimi sull’asse verticale e il numero di individui disposti a vendere a
quel prezzo o a un prezzo inferiore sull’asse orizzontale.
RAPPRESENTAZIONE GRAFICA DELL’OFFERTA
CURVA DI OFFERTA DI MERCATO: indica la quantità di un bene che i produttori sono
disposti a vendere per ogni livello di prezzo che essi possono ottenere sul mercato. Ha
pendenza positiva.
Motivo: le imprese sostengono costi maggiori se aumentano la produzione(curva di offerta
individuale crescente); di conseguenza, la quantità offerta aumenta se il prezzo è più alto.
Inoltre, un prezzo più elevato può attirare nuove imprese che producono a costi maggiori.
Offerta individuale = f (prezzo, costo dei fattori, tecnologia, aspettative)
La curva di domanda di mercato D è ottenuta come sommatoria delle curve di domanda
individuali; la curva di offerta di mercato O è ottenuta come sommatoria delle curve di offerta
individuali.
EQUILIBRIO: le curve O e D si intersecano in corrispondenza del livello di prezzo e di
quantità di equilibrio. Dato il prezzo P*, la quantità offerta e la quantità venduta sono
entrambe esattamente uguali a Q*. Il meccanismo di mercato garantisce che i prezzi si
aggiustino finché il mercato non ha raggiunto l’equilibrio.
Come avviene questo aggiustamento? Supponiamo che inizialmente il prezzo sia P1> P*. In
tal caso, si ha eccesso di offerta. Per vendere l’eccedenza, i produttori abbassano i prezzi. Se
P1<P*, si ha eccesso di domanda. I produttori reagiscono aumentando i prezzi.
Osservazione 1: l’equilibrio di mercato implica RAZIONAMENTO del bene (non tutti i
consumatori hanno accesso ad esso o alla quantità che vorrebbero). Ma tutti hanno accesso
alla quantità che desiderano DATO il prezzo di mercato e DATO il loro vincolo di bilancio. Il
bene viene acquistato da chi ha un prezzo di riserva >= al prezzo di mercato e dunque va a chi
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è disposto a pagare di più per averlo. In un’economia di mercato in concorrenza perfetta il
sistema dei prezzi determina l’allocazione finale dei beni e dei servizi. Altri metodi di
razionare le risorse scarse dell’economia sono:
• le liste di attesa
• il sorteggio
• i buoni
Sono sistemi più equi, ma meno efficienti (il bene non va a chi è disposto a pagare di più per
averlo).
Osservazione 2: il mercato è un sistema efficiente di allocare risorse scarse. Verifichiamo
dunque l’ottimalità dell’equilibrio di mercato, definita come ottimo sociale e come ottimo
paretiano.
Per misurare l’efficienza su un mercato singolo si fa ricorso ai concetti di rendita del
consumatore e di rendita del produttore.
2.
La rendita del consumatore
Esprime una misura monetaria dell’utilità che i consumatori traggono per il fatto che pagano
un bene a un prezzo che risulta inferiore a quello che sarebbero stati disposti a pagare.
R. del consumatore = Valore per il consumatore - Prezzo di mercato
3.
La rendita del produttore
Il benessere dei produttori si misura con due indicatori: il profitto totale = RT – CT e il
surplus del produttore. Quest’ultimo è una misura monetaria dell’utilità delle imprese ottenuta
per il fatto che ottengono un prezzo che risulta superiore a quello a cui sarebbero stati disposti
a vendere.
R. del produttore = Prezzo di mercato - Costo per il venditore
4.
Il concetto di efficienza
Il benessere sociale si misura con la somma delle rendite dei consumatori e dei produttori.
Rendita totale =
R. del consumatore + R. del produttore
Valore per il consumatore – Costo per il venditore
Definiamo efficiente in senso allocativo la configurazione di mercato che rende massimo il
benessere sociale.
Si dimostra che “l’allocazione che rende massimo il benessere sociale su un dato mercato che
opera in concorrenza perfetta è quella in corrispondenza del punto di equilibrio”.
DIMOSTRAZIONE
È possibile aumentare il benessere aumentando (o diminuendo) la
quantità di bene scambiata? NO
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Ricordiamo che la curva di domanda riflette il valore per i compratori,
mentre quella di offerta il costo per i venditori.
Se Q < Q*, valore per i compratori è > del costo per i venditori. In tal
caso, se aumenta Q, la rendita totale aumenta.
Se Q > Q*, valore per i compratori è < del costo per i venditori. In tal
caso, se aumenta Q, la rendita totale diminuisce.
INTERPRETAZIONE
Ricordiamo che in equilibrio, il prezzo stabilisce quali consumatori e quali produttori sono sul
mercato e quali no. I compratori che attribuiscono al bene un valore superiore al prezzo
decidono di acquistare, mentre quelli che attribuiscono un valore inferiore decidono di non
farlo. Analogamente, i produttori i cui costi sono inferiori al prezzo decidono di vendere il
bene, mentre quelli che hanno costi superiori decidono di non farlo.
Da qui possiamo fare due considerazioni:
a) Un libero mercato alloca l’offerta di un bene a favore di quei compratori che gli
attribuiscono un valore più elevato, misurato in termini di disponibilità a pagare.
b) Un libero mercato alloca la domanda di un bene tra i venditori che possono produrlo al
costo più contenuto.
5.
Il concetto di efficienza in senso paretiano
Un’allocazione è efficiente in senso di Pareto se non esiste altra allocazione in grado di
migliorare la situazione di qualcuno senza peggiorare, in termini di utilità o di benessere, la
situazione di qualcun altro.
Ogni allocazione di equilibrio generale è efficiente nel senso di Pareto, quando sono
soddisfatte 5 condizioni.
1) prezzi dati à assenza di potere di mercato;
2) le funzioni obiettivo dipendono solo dalle variabili di scelta individuale à
assenza di esternalità e di interdipendenza strategica;
3) i diritti di proprietà sono ben definiti à non per i beni pubblici;
4) completezza dei mercati;
5) completezza dell’informazione.
(I teorema dell’economia del benessere)
6.
Il concetto di equità
Il concetto di equità o giustizia distributiva non è definito in modo univoco, diversamente
dalla definizione di efficienza che è generalmente accolta dagli economisti. Vi sono infatti
diverse teorie della giustizia distributiva. Approfondiremo questa parte nelle ultime due
lezioni del corso di p.e.
“Ogni allocazione di equilibrio può essere ottenuta redistribuendo opportunamente le risorse
iniziali e lasciando agire il mercato” (II teorema dell’economia del benessere)
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Il governo può intervenire per assicurare che si verifichi un’allocazione finale più equa. Ma
ciò è vero solo se il Governo osserva perfettamente tutte le caratteristiche degli agenti
economici. Quando il Governo non conosce esattamente le dotazioni degli agenti economici
(la loro ricchezza iniziale e la loro “capacità di produrre reddito”), allora la redistribuzione
“riduce la torta”. Ovvero, ridistribuire le risorse in modo più equo significa diminuire la
ricchezza complessiva presente nell’economia.
Vi è dunque chi sostiene che esiste un conflitto tra efficienza ed equità. Al contrario vi è chi
ritiene che esse siano complementari (l’equità è vista come una condizione necessaria per
realizzare nei fatti l’efficienza).
7.
Obiettivi microeconomici, redistributivi e macroeconomici
In ambito microeconomico, gli interventi di p.e. sono finalizzati a perseguire l’efficienza. Ciò
si verifica in presenza di:
a) incertezza e asimmetrie dell’informazione
b) interdipendenza strategica
c) potere di mercato
d) esternalità
e) beni pubblici
Gli interventi di p.e. di tipo redistributivo mirano al raggiungimento di obiettivi di tipo
equitativo.
In ambito macroeconomico, si possono verificare dei fallimenti del sistema di mercato nel suo
complesso, ossia situazioni in cui il libero agire dei soggetti determina configurazioni che si
possono ritenere inefficienti. Gli obiettivi di efficienza perseguiti in ambito macroeconomico
possono essere riassunti in 4 punti fondamentali:
a) Perseguire il reddito di pieno impiego.
b) Perseguire una situazione di inflazione nulla o limitata.
c) Perseguire l’equilibrio nei conti con l’estero (bilancia dei pagamenti in pareggio).
d) Perseguire una crescita economica al tasso più elevato possibile.
e) Perseguire la stabilizzazione dei debiti (debito pubblico e debito estero)
8.
Il finanziamento della spesa pubblica
Lo Stato raccoglie risorse per finanziare i programmi di attuazione degli obiettivi che esso si è
posto, mediante le imposte (dirette, indirette e contributi sociali). Se ciò non è sufficiente lo
Stato si indebita. Un altro modo può essere quello di emettere moneta (e usufruire del
signoraggio: imposta da inflazione).
Definizioni: Disavanzo (o deficit) pubblico = uscite – entrate
Debito pubblico = somma dei disavanzi accumulati nel tempo
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