TEMA n°9 Definire con parole proprie la rendita del consumatore, sia considerando il comportamento di un singolo consumatore, sia quello di una pluralità di consumatori. Con Rendita (o Surplus) del consumatore si indica la differenza fra la somma di denaro che quest’ultimo è disposto a pagare per un determinato bene ed il prezzo effettivo pagato. Tale maggiorazione di costo??, che il consumatore sarebbe disposto a pagare per l’acquisto del prodotto, rappresenta l’aumento di benessere percepito dallo stesso derivato dal consumo di tale prodotto. Capisco che cosa vuol dire, ma non è chiarissimo. Avendo, i consumatori, gusti differenti ed attribuendo un valore differente allo stesso bene, la somma delle rendite di quest’ultimi definiscono il Surplus “Aggregato” relativo ad un prodotto. bene Considerando una curva di domanda, indicare la spesa effettiva e proporre una misura della rendita del consumatore. E’ possibile misurare la rendita del consumatore attraverso una rappresentazione grafica della domanda non a curva ma “a gradini”. Considerando la quantità del prodotto domandato sull’asse delle ascisse ed il prezzo su quello delle ordinate, si può ipotizzare il possibile ragionamento del consumatore che al primo acquisto abbia in mente il prezzo massimo spendibile per una unità del bene. Il prezzo inferiore del bene a quello di riserva giustifica quindi il consumatore nell’acquisto della prima unità generando una rendita o surplus. All’aumentare del numero di unità acquisite dello stesso prodotto, il consumatore percepisce una rendita man mano decrescente fino a non percepire più vantaggio dall’acquisto di una certa unità di prodotto in avanti. Il valore attribuitogli dal consumatore infatti diverrà minore del prezzo di acquisto. Graficamente quindi occorre indicare il prezzo di mercato che resta costante lungo l’asse delle ascisse a prescindere dalla quantità domandata e la rendita che decresce positivamente all’aumentare delle unità (a gradino), dal prezzo di riserva massimo attribuito al prodotto dal consumatore fino alla linea indicante il prezzo di acquisto. L’area sottostante la linea del prezzo di mercato rappresenta la spesa effettiva mentre l’area al di sopra del prezzo di mercato e ricompresa nella parte inferiore della curva di domanda rappresenta la rendita del consumatore. bene Come si può calcolare la rendita del consumatore nei confronti di un bene che non abbia prezzo (es. l'aria pulita). Pur non avendo, un bene che non abbia prezzo, un mercato, è possibile fare un’analisi dei benefici derivanti dall’incremento di tale bene utilizzando il metodo del sondaggio. Attraverso questo strumento il consumatore è chiamato a quantificare il prezzo che sarebbe disposto a pagare per l’ottenimento di tale bene o di una condizione migliorativa rispetto a quella in cui si trova (e quindi il decremento del male o dell’attuale condizione peggiore). Il libro di testo cita l’esempio del consumatore al quale viene chiesto, stabilito un prezzo per ogni punto di diminuzione dell’inquinamento ed una scala di valori dell’inquinamento, di quanti punti sarebbe disposto ad abbassare tale valore in rapporto al prezzo necessario per migliorare la sua condizione. Stabilito il valore di decremento dell’inquinamento da parte del consumatore, viene semplice definire il relativo prezzo da pagare e, considerando la linearità della curva di domanda composta sull’asse verticale dal prezzo per punto di bonifica dell’aria e sull’asse orizzontale dalle unità di inquinamento, il valore di riserva che il consumatore sarebbe disposto a pagare oltre il costo operativo per ottenere il vantaggio in questione, rappresentato dall’area superiore al prezzo di mercato per la bonifica. In tal modo, estendendo il sondaggio ad un campione di residenti in zone particolarmente inquinate, sarebbe possibile produrre un’analisi costi-benefici su eventuali investimenti rivolti per l’appunto al miglioramento delle condizioni abitative della zona. Bene, risposta ben costruita. Valutazione complessiva D, quasi E