Nr. 3 Aprile 2014 Un’amnistia fiscale per liberare capitali Nr. 3 Aprile 2014 EDITORE : Camera di commercio, dell’industria, dell’artigianato e dei servizi del Cantone Ticino, Lugano REDAT TRICE RESPONSA BILE : Lisa Pantini COMITATO REDA ZION A LE : Franco Ambrosetti, Luca Albertoni, Lisa Pantini, Mercedes Galan, Gianluca Pagani e Stefania Micheletti FOTO DI COPERTIN A : © Monkey Business Images - Shutterstock REDA ZIONE : Cc-Ti, Corso Elvezia 16 6900 Lugano Tel.+41 91 911 51 11 Fax+41 91 911 51 12 [email protected] www.cc-ti.ch PUBBLICITÀ : Pubblicità Sacchi, C.P. 558, 6928 Manno Tel. +41 91 600 20 70 [email protected] www.pubblicitasacchi.ch GR A FICA : Susinno Design SA Via Besso 42, 6900 Lugano STA MPA : Fontana Print SA Via Maraini 23 C.P. 231, 6963 Lugano - Pregassona DIFFUSIONE : Tiratura: 2’500 copie Abbonamento gratuito per i soci Cc-Ti Abbonamento supplementare: - CHF 50.- annuo - per i non soci CHF 70.- annuo (+ IVA) FREQUENZ A : Ticino Business è pubblicato in 10 numeri annui Strong opinion 4 Salario troppo poco minimo Editoriale 6 Ancora e sempre Berna… Contromano 7 L’altra faccia del salario minimo Il tema 8Perché bisogna dire sì all’amnistia fiscale cantonale Ospite 10 L’amnistia fiscale in Ticino contribuirebbe anche a favorire la sua competitività 12 L’amnistia fiscale? Un provvedimento a costo zero che favorisce l’economia del Cantone 14 L’amnistia fiscale: il caso giurassiano Biblioteca liberale 17 Mondo del lavoro e formazione professionale, tra passato e futuro Sì al risanamento S. Gottardo 18 Gli Stati dicono sì al risanamento del San Gottardo Attualità 21 Politica di trasferimento: perseverare è diabolico 22 «Obiettivo globale: meno immigrazione e libera circolazione» 23 Swissness: come prepararsi alle nuove normative del Made in Switzerland 25 Come posso indossare la tecnologia? Tra quanti anni nasceranno bambini con presa USB incorporata? Visite mediche virtuali? 29 Il Soccorso d’inverno Ticino si presenta Eventi 31 Dopo il 9 febbraio 2014: dubbi, timori, speranze, ma soprattutto quali soluzioni? 33 La Malesia in pillole Formazione 35 Corsi proposti dalla Cc-Ti Commercio estero 36 Switzerland Global Enterprise 40 Gli Incoterms e le domande frequenti Fiere internazionali e missioni economiche 41 I prossimi appuntamenti Nr. 3 Aprile 2014 Un’amnistia fiscale per liberare capitali Vita dei soci 42 SSIC Sezione Ticino 43 Amiconi Consulting SA 44 CRIF SA 45 COOP Regione Ostschweiz-Ticino 46 Formamentis Sagl 48 Luisoni Consulenze SA 50 Pizzarotti SA 52 Qualicon Consulenze SA 53 SMSchool 54 Banque SYZ & CO 56 Fondazione IPT - Integrazione per Tutti Strong opinion Salario troppo poco minimo di Franco Ambrosetti, Presidente Cc-Ti Poche Noi personalmente nutriamo un certo scetticismo soprattutto di fronte a misure che intervengono nel mercato del lavoro indebolendo fortemente la libertà di contrattazione e il partenariato sociale, uno degli elementi essenziali della nostra ricchezza nazionale settimane ci separano dalla prossima votazione federale riguardante la complessa tematica del salario minimo. L’iniziativa chiede l’introduzione di un salario minimo mensile di 4’000.- per tutti, in tutta la Svizzera. Gli economisti sono divisi. Tra i fautori c’è chi vede nel salario minimo la soluzione a molti i problemi come l’aumento della diseguaglianza, uno dei maggiori problemi del nostro tempo. Gli avversari lo considerano un attacco pesante allo Stato liberale. Noi personalmente nutriamo un certo scetticismo soprattutto di fronte a misure che intervengono nel mercato del lavoro indebolendo fortemente la libertà di contrattazione e il partenariato sociale, uno degli elementi essenziali della nostra ricchezza nazionale. La teoria economica classica sostiene che in un mercato competitivo aumentare artificialmente il costo del lavoro provoca una diminuzione della domanda. Introdurre un salario minimo causerebbe pertanto la perdita del posto di lavoro ai dipendenti meno qualificati con salari bassi. Proprio coloro che la misura avrebbe dovuto proteggere. In realtà, nonostante Milton Friedman considerasse il salario minimo una discriminazione verso i più deboli, studi recenti compiuti in varie università americane e pubblicati dalla rivista “The Economist” dimostrano che in economie flessibili come la Gran Bretagna o gli USA il salario minimo non ha avuto nessun effetto depressivo, causando in alcune economie un effetto benefico sull’occupazione. Ma per legittimare il salario minimo bisogna considerare quanto minimo sia realmente perché c’è un effetto soglia. Si può sostenere, se mi permettete una 4 | Ticino Business similitudine, che non esistano veleni ma solo livelli di tossicità. Una quantità minima di curaro uccide un bisonte in poche ore, ma usato in chirurgia con il giusto dosaggio è utilissimo. Il salario minimo, affermano gli studi citati, può essere utile purché non superi la soglia del 50-60% del salario mediano nazionale come in Gran Bretagna, Giappone e USA. Da noi il salario mediano nazionale delle categorie più interessate, lavoratori qualificati e non, ammonta a 5’132 franchi mensili (dati 2010). Con 4’000 franchi il salario minimo rappresenterebbe il 78% del mediano. Un livello troppo alto specie se applicato con ideologia egualitarista, indistintamente a tutti e ovunque, infermiera o parroco di campagna, a Zurigo o a Fusio. Mi pare una forzatura che fa a pugni con i concetti di equità, di misura e di buon senso. Vi pare equo che uno sguattero del grotto Pin di Muggio percepisca lo stesso salario minimo di un lavapiatti della Walliserstube di Zurigo dove la vita costa un terzo in più? La disinvoltura, la magnanimità e la grandeur insite nella pretesa di elargire i soldi di altri, quelli di artigiani o commercianti che spesso faticano a sopravvivere, sono davvero sconcertanti. La prepotenza e la volontà confiscatoria di punire chi non merita lascia a bocca aperta. Francamente mi chiedo se i salari bassi siano un tale problema per la Svizzera da mandarci tutti a votare o se, invece, non siano i prezzi altissimi la vera piaga da affrontare. Sappiamo di averlo ripetuto fino alla noia ma tant’è: in un Paese in cui la libera concorrenza è limitata ai pochi settori dove non c’è lo re e disincrostare il mercato creando la libera concorrenza dove non c’è. Prendersela con i soliti noti strattonando la marsina dell’imprenditore è troppo facile e pure un poco miope. Nel lungo periodo bisogna trovare un’altra strategia che miri a rendere più competitivo il mercato interno. Possiamo anche accettare un salario minimo a livelli più realistici che considerino le diverse condizioni regionali. Aggredire prezzi e salari in contemporanea, rimetterebbe, a nostro parere, il campanile al centro del Paese. Operare sui due fronti, con cautela perché la diminuzione dei prezzi causa difficoltà alle aziende quasi quanto gli aumenti dei salari, si può fare. Sempre che i partner sociali siano disponibili. Smettere di ignorare la problematica dei prezzi gonfiati può davvero migliorare questo Paese, non solo economicamente e socialmente, ridando lustro e attualità a due principi fondanti della Costituzione: equità e libertà. Halfpoint © Shutterstock Stato ovvero circa la metà del mercato globale, in cui ci si destreggia tra monopoli statali, parastatali, tariffe imposte dall’amministrazione, mercati sovvenzionati, dazi d’importazione, cartelli legali e illegali, in un Paese in cui liberalizzare è una bestemmia e parlare di privatizzazioni comporta una condanna alla disperazione eterna nel lazzaretto dei sovversivi, non è strano che il livello dei nostri prezzi sia esagerato. Uno sguardo all’indice Big Mac dell’Economist ci dice che con 7.14 dollari per un hamburger doppio siamo secondi dopo la Norvegia dove costa 7,80 dollari e 1.54 dollari in India. Come la mettiamo? Il salario minimo è un palliativo. Non è risolutivo. A un livello accettabile è una misura utile ma provvisoria, non risolve il problema di fondo. Se un Paese ha salari troppo bassi la soluzione sta nella formazione, nel creare competenze e conoscenza. Se invece è questione di prezzi alti bisogna liberalizza- Ticino Business | 5 Per visualizzare la versione completa è necessario essere soci ed effettuare il login Per richiedere l’affiliazione cliccare qui per effettuare il login e visualizzare la rivista per intero cliccare qui Grazie dallo staff della Cc-­‐Ti