Nr. 4
Maggio
2014
Nr. 4
Maggio
2014
EDITORE :
Camera di commercio, dell’industria,
dell’artigianato e dei servizi
del Cantone Ticino, Lugano
REDAT TRICE RESPONSA BILE :
Lisa Pantini
COMITATO REDA ZION A LE :
Franco Ambrosetti, Luca Albertoni,
Lisa Pantini, Mercedes Galan,
Gianluca Pagani e Stefania Micheletti
FOTO DI COPERTIN A :
Fonte: www.salario-minimo-no.ch
REDA ZIONE :
Cc-Ti, Corso Elvezia 16
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FREQUENZ A :
Ticino Business è pubblicato
in 10 numeri annui
Nr. 4
Maggio
2014
Strong opinion
4 Democrazia verso il declino?
Editoriale
6 4’000 franchi contro l’occupazione
Contromano
8 Euroscettici e nazionalisti: l’UE alla sfida del voto
Il tema
10 La truffa dei 4’000 franchi al mese
Ospite
13 4’000 franchi al mese? Meno posti di lavoro per gente poco qualificata
e un forte rischio di chiusura per le nostre ditte!
14 Salari minimi: un de profundis al partenariato sociale
15 Un salario minimo a 4’000 franchi? Un disastro per il Ticino!
15 4’000 franchi per tutti quale salario minimo? Un paradosso.
Con l’intento di migliorare la situazione dei lavoratori si finisce
per favorire il precariato
16 Per non «mandare a fondo» l’economia… un secco NO ai 4’000 franchi!
16 Verso un’eliminazione delle PMI, con sacrifici in termini di ricchezza
Biblioteca liberale
17 La Svizzera tra vecchi e nuovi luoghi comuni
Sì al risanamento S. Gottardo
19 Per un collegamento sicuro e affidabile
Attualità
20 Una casa senza tetto?
22 Ma l’energia idroelettrica non sarà più sostenibile!
23 Come la crescita economica riduce la disoccupazione
24 Gestione dei conflitti: un nuovo servizio della Cc-Ti per i propri soci, per aziende e dipendenti
26 Colazione a Londra con la piazza finanziaria ticinese
Formazione
28 Corsi proposti dalla Cc-Ti
Commercio estero
30 Switzerland Global Enterprise
34 La voce di tariffa doganale
Fiere internazionali e missioni economiche
35 I prossimi appuntamenti
Vita dei soci
36 Fontana Sotheby ‘s International Realty
38 Formamentis Sagl
40 Swiss Engineering ATS Sezione Ticino
41 Gruppo Sicurezza SA
42 AdWise Capital Managers SA
44 EVENTOPOLIS SA
45 PAMP SA
47 Luisoni Consulenze SA
48 Funicolare Lugano-Paradiso Monte San Salvatore SA
50 Helsana Assicurazioni SA
52 Alfredo Polti SA Gneiss Calanca
53 PROTOTIS GMBH
54 Gondrand International AG
56 Creditreform Infocredit Ticino SA - Gruppo Assicom
57 SRI Management Consulting SA
Strong opinion
Democrazia
verso il declino?
di Franco Ambrosetti,
Presidente Cc-Ti
Manca
La problematica è ben
più grave e riguarda
un caposaldo del
nostro ordinamento, la
democrazia. Il termine
purtroppo è sempre
più abusato. Troppo
spesso nasconde
intenzioni tutt’altro
che democratiche
o copre azioni che
stanno alla democrazia
quanto Torquemada
sta alla misericordia
poco meno di un
mese alle elezioni del Parlamento europeo. Mai come
questa volta una votazione tradizionalmente poco seguita ha scatenato dissenso e contestazione
sulla spinosa questione di quale
modello europeo sia più accettabile per i cittadini. Francia, ltalia,
Grecia e in genere i Paesi mediterranei, i più colpiti dalla recessione,
sono popolati da movimenti anti-europei che guadagnano terreno ogni giorno che passa. Anche
nel Nord Europa come in Olanda
l’anti-europeismo ha messo radici
profonde. Ma non è solo il perdurare del gelo economico a causare il fenomeno: la problematica è
ben più grave e riguarda un caposaldo del nostro
ordinamento, la democrazia.
Il termine purtroppo è sempre più abusato. Troppo spesso nasconde intenzioni tutt’altro che democratiche o copre azioni che stanno alla democrazia
quanto Torquemada sta alla misericordia. L’Iraq
ne è un esempio recente.
La democrazia nata ad Atene 2’300 anni fa sparisce quando Atene cade, per quasi 2’000 anni fino
all’illuminismo. Rinasce con gli Stati Uniti nel
‘700 per raggiungere il massimo fulgore verso la
fine dello scorso millennio. Il percorso peraltro
lungo e doloroso verso la democrazia costellato di
successi e fallimenti, è alimentato da una forza
propulsiva che da qualche tempo sembra scemare.
La democrazia ha perso parte del suo lustro. Oggi
alcuni Paesi, Ucraina, Russia, Venezuela, Argentina, sono scivolati nell’autocrazia, altri come la
Turchia sono a rischio. Mantengono un’apparenza
democratica attraverso le elezioni ma soffocano i
4 | Ticino Business
diritti individuali e altre istituzioni indispensabili per un sistema
democratico funzionante. Pure le
nazioni democratiche occidentali
attraversano una serie di questioni delicate e complesse. Gli
USA hanno rischiato per ben due
volte il default per questioni squisitamente politiche, migliaia di
lobbysti affollano il Congresso
a conferma che i soldi possono
influenzare la politica anche se
tutto avviene alla luce del sole. Se
noi svizzeri possiamo rallegrarci
per l’ottimo funzionamento delle
nostre istituzioni, ben diversa è
la situazione al di là delle frontiere.
In Europa il termine democrazia si è negli anni
svuotato del suo significato originario. La decisione di introdurre l’euro fu presa soprattutto dai
tecnocrati sostenuti da politici ignari e contro il
parere della Bundesbank. Due soli Stati osarono
interrogare la popolazione, Svezia e Danimarca
e l’euro fu rifiutato. Durante i giorni più drammatici della crisi dell’euro Grecia e Italia furono
forzate dall’Europa a sostituire i governi eletti
con tecnocrati. Il Parlamento europeo che pendola assurdamente tra Bruxelles e Strasburgo conta
come il due di picche, ignorato e guardato con disprezzo. Tuttavia ha un costo uno spropositato e i
Parlamentari che pontificano come invasati sull’evasione fiscale non pagano tasse. Gli alti funzionari, i commissari, pure loro non pagano tasse e
non sono eletti dal popolo. Non disdegnano l’arroganza e la protervia, sono allergici al dissenso
come dimostra il loro comportamento nei confronti della sovrana Svizzera, prima e dopo la votazione sugli stranieri.
Non sorprende quindi che l’Europa si sia trasfor- meno burocrazia e in particolare la nomina di commata in terreno fertilissimo per il fiorire di partiti missari meno ragionieristici che non esprimano solo
populisti-antieuropei che si battono per staccarsi la retorica tecnocratica più scontata. Molti intellettuali
dall’euro se non addirittura dall’Unione. Il cini- cinesi sostengono che la democrazia stia distruggendo
smo la fa da padrone in molte formazioni politi- l’Occidente: troppe complicazioni, veti incrociati, poche trasversali come quelle di Grillo o peggio del litici imbonitori, lentezza decisionale, garantismo
esagerato, promesse vane o imposmovimento nazista dei Golden
sibili e così via. Un giudizio legittimo
Dawn che sta strapazzando le Oggi alcuni Paesi
per chi in 30 anni ha raddoppiato
istituzioni greche.
ogni decennio la ricchezza nazionaA poco serve richiamare l’attenzio- sono scivolati
le. Ciononostante per noi resta una
ne su ciò che l’Europa è riuscita a nell’autocrazia, altri
conquista non negoziabile, costata
fare di buono. Non era scontato teimmensamente. Non può arrestarsi
nere lontano dai campi di battaglia sono a rischio
per via dell’immobilismo di burocrati
Nazioni che si sono combattute per
presuntuosi, dogmatici e conservatosecoli mettendole al tavolo della
ri. L’UE deve reagire, mirare a uno
trattativa per creare l’Unione Europea. È un risultato che non ha prezzo e andrebbe Stato più leggero, più agile, rispolverando un’idea delsalvaguardato ad ogni costo. Dopo centinaia di guer- la rivoluzione americana, un Governo “di uomini per
re, stermini, carestie, pestilenze non sarebbe sensato gli uomini”. Più Stato equivale a minor libertà. Se non
buttare tutto all’aria. I populismi, causa delle tragedie fa nulla, l’Europa, come la Controriforma nel ‘500,
del ‘900 che proprio unendo l’Europa si dovevano do- trasformerà i cittadini in un gregge di pecore senmare, si combattono solo con un programma serrato za disciplina convinti di affermare i loro diritti indi riforme istituzionali: ci vuole maggior democrazia, dividuali spaccando vetrine.
© Radu Bercan - Shutterstock
Ticino Business | 5
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