Veterinaria, Anno 10, n. 2, Giugno 1996 119 IL CONTROLLO FARMACOLOGICO DEL VOMITO* ROBERT J. WASHABAU MARC S. ELIE L’emesi, o vomito, è un atto basato su una complessa via riflessa, evolutasi in alcune specie animali, ed in particolare nel cane e nel gatto, come meccanismo di protezione dalle tossine ingerite. Pur essendo indubbiamente un sistema protettivo, l’emesi può risultare un problema importante dal punto di vista medico per il gran numero di condizioni patologiche che può causare o che possono essere associate ad essa. Il vomito può essere dovuto a cause differenti quali chinetosi, ostruzione intestinale, gastroenterite, chetoacidosi diabetica, gravidanza, tireotossicosi, insufficienza surrenalica ed uremia. Le sue potenziali gravi conseguenze sono invece la polmonite ab ingestis, la deplezione di fluidi ed elettroliti e gli squilibri acido-basici. In condizioni ideali, si riesce a diagnosticare in modo definitivo il disordine responsabile del problema (ad esempio, una gastrite) ed instaurare una terapia specifica. Tuttavia, ciò non è sempre possibile. In questi casi, la conoscenza dell’anatomia delle vie neurologiche e dei sistemi formati da neurotrasmettitori e recettori facilita l’approccio razionale alla terapia dell’emesi. FISIOLOGIA DELL’EMESI I componenti essenziali del riflesso del vomito sono i recettori viscerali, i neuroni afferenti vagali e simpatici, la zona chemiorecettoriale scatenante (CRTZ o chemoreceptor trigger zone), localizzata nell’area postrema e sensibile alle sostanze presenti in circolo, ed il centro del vomito situato nella formazione reticolare del bulbo, che riceve gli stimoli provenienti dai neuroni vagali e simpatici, dalla CRTZ, dall’apparato vestibolare e dalla corteccia cerebrale (Fig. 1). L’ipotesi attualmente accreditata per spiegare la fisiologia del vomito si basa su concetti elaborati all’inizio degli anni cinquanta (Borison e Wang, 1953). Un’idea particolarmente importante di questo modello patogenetico è quella secondo la quale il vomito si può avere sia attraverso l’attivazione della CRTZ da parte di sostanze circolanti *Tratto da: Kir’s Current Veterinary Therapy XII, Bonagura ed., Saunders 1995, pagg. 679-685. (via umorale) che per l’attivazione del centro del vomito ad opera dei neuroni vagosimpatici, della CRTZ, vestibolari o cerebrocorticali (via nervosa). Quindi, l’attivazione della CRTZ da parte di una gran varietà di sostanze emetogene umorali (come le tossine uremiche, i glucosidi cardioattivi, le endotossine e l’apomorfina) viene eliminata dall’asportazione chirurgica dell’area postrema, ma non dalla vagotomia o dalla simpatectomia. Al contrario, l’attivazione nervosa del centro del vomito determinata dalle affezioni gastriche (gastriti, presenza di solfato di rame all’interno del viscere) viene abolita dalla vagotomia o simpatectomia, ma non dall’ablazione dell’area postrema. Questo modello bicompartimentale ha permesso di spiegare molti dati sperimentali. Irritazioni o affezioni di: tratto gastroenterico cuore fegato peritoneo tratto genito-urinario Farmaci Tossine Uremia Infezioni Chinetosi Afferenze dai centri superiori Zona chemiorecettoriale scatenante Centro del vomito Tronco encefalico Afferenze vagali e simpatiche FIGURA 1 - Vie neuroanatomiche dell’emesi. (Riprodotto con autorizzazione da Ettinger SJ (ed): Textbook of Veterinary Internal Medicine, 2nd edition, Philadelphia, WB Saunders Co, 1983, p. 52). NOTIZIARIO FARMACEUTICO Philadelphia, Pennsylvania 120 Il controllo farmacologico del vomito Tuttavia, il modello non è del tutto privo di aspetti poco chiari ed è stato ipotizzato che esistano dei meccanismi paralleli in grado di innescare l’emesi in risposta a qualsiasi stimolo corrispondente alla somma delle sollecitazioni che determinano la risposta del vomito (Harding, 1990). In altre parole, l’emesi non è semplicemente una risposta all’una o all’altra causa. Il concetto stesso di centro del vomito come entità isolata è stato messo pesantemente in discussione. Sulla base dei più recenti studi elettrofisiologici, è stato suggerito un modello di attivazione sequenziale di una serie di nuclei effettori, che non richiede l’esistenza di un centro del vomito specifico (Harding, 1990). Nonostante queste ultime correzioni, vi è ancora un certo accordo sull’esistenza delle due vie generali dell’emesi, l’una umorale e l’altra nervosa. La terapia antiemetica attuale è ampiamente basata su questi assunti. FARMACOLOGIA DELL’EMESI La maggior parte degli approcci farmacologici alla terapia del vomito è basata sulle interazioni fra neurotrasmettitori e recettori a livello della zona chemiorecettoriale scatenante, dando particolare rilievo alla via umorale del vomito. Alla via nervosa sono state dedicate minori attenzioni (Tab. 1). Zona chemiorecettoriale scatenante Ricerche neurochimiche condotte nel cane e nel gatto hanno dimostrato la presenza di diversi neurotrasmettitori (dopamina, noradrenalina, 5-idrossitriptamina [5-HT, serotonina] acetilcolina, istamina ed encefaline), dei relati- vi siti recettoriali o di legame (D2-dopaminergici, alfa2adrenergici, 5-HT3-serotonergici, M1-colinergici, H1- ed H2-istaminergici ed ENKµ- ed ENKdelta-encefalinergici) e dei rispettivi enzimi di sintesi e degradazione (DOPAdecarbossilasi, dopamina-beta-idrossilasi, 5-idrossitriptofano-decarbossilasi, colina-acetiltransferasi, istidina-decarbossilasi ed encefalinasi) (Beleslin, 1992). Alcuni sistemi neurotrasmettitori-recettori sono probabilmente più importanti di altri. Ad esempio, l’apomorfina, un agonista dei recettori D2-dopaminergici, è un potente emetico nel cane, ma non nel gatto (King, 1990) (Fig. 2). Questo riscontro ha due importanti implicazioni: (1) i recettori D2-dopaminergici della CRTZ non sono così importanti come mediatori dell’emesi umorale nel gatto e (2) in questa specie animale, gli antagonisti di tali recettori (come ad esempio la metoclopramide) possono non essere utili quanto altri antiemetici. Invece, la xilazina, un agonista alfa2-adrenergico, ha un’azione emetica più potente nel gatto che nel cane (King, 1990; Lang e Sarna, 1992). Quest’ultimo riscontro suggerisce che gli antagonisti alfa2adrenergici possono essere più utili di quelli D2-dopaminergici come antiemetici nel gatto. L’emesi indotta dalla chemioterapia antineoplastica (ad es., nel trattamento con cisplatino) è mediata dalla attivazione dei recettori 5-HT3 nella CRTZ del gatto (Beleslin, 1992), mentre nel cane vengono attivati i recettori afferenti 5-HT3 viscerali e vagali (Fukui, Yamamoto e Sato, 1992). Gli antagonisti dei recettori 5-HT3 sono efficaci per la prevenzione del vomito associato alla chemioterapia con cisplatino nel cane (Tucker et al., 1989). Non sono ancora disponibili informazioni analoghe relative al gatto. Infine, è stata dimostrata la presenza di istamina e recettori H1- ed H2-istaminergici nella CRTZ del cane, ma non del gatto. L’istamina è un potente emetico nel cane, mentre, da questo punto di vista, i felini sembrano resistere ai suoi effetti (King, 1990; Beleslin, 1992). Tabella 1 Recettori e neurotrasmettitori che contribuiscono a determinare l’emesi nel cane e/o nel gatto Centro del vomito CRTZ Apparato vestibolare Encefalo Afferenze gastroenteriche Efferenze gastroenteriche Neurotrasmettitori Recettori Noradrenalina 5-Idrossitriptamina Dopamina 5-Idrossitriptamina Acetilcolina Istamina Noradrenalina met-, leu-encefalina Acetilcolina Encefalina, endorfina Benzodiazepine endogene? alfa2-adrenergici 5-HT1A-serotonergici D2-dopaminergici 5-HT3-serotonergici M1-colinergici H1- ed H2-istaminergici alfa2-adrenergici ENKµ,delta-encefalinergici M1-muscarinici ENKµ-encefalinergici omega2/GABA/complesso dei canali del cloro 5-Idrossitriptamina Dopamina Acetilcolina 5-Idrossitriptamina Motilina (ormone gastroenterico) 5-HT3-serotonergici D2-dopaminergici M2-colinergici 5-HT4-serotonergici Motilina Veterinaria, Anno 10, n. 2, Giugno 1996 121 Centro del vomito Nell’apparato vestibolare del cane e del gatto è stata dimostrata la presenza di recettori muscarinici M1 e di acetilcolina. Gli antagonisti misti M1/M2 (come l’atropina e la scopolamina) e quelli puri M1 (come la pirenzepina) inibiscono la chinetosi in entrambe le specie animali. Non è però chiaro se l’effetto antiemetico di questi farmaci sia dovuto solamente all’antagonismo dei recettori M1 a livello dell’apparato vestibolare. Sono possibili altri siti di antagonismo (ad esempio, corteccia cerebrale, formazione reticolare, area postrema) (Beleslin, 1992). Furetto Cane Piccione Uomo Apomorfina, mg/kg FIGURA 2 - Differenze di specie nella sensibilità all’azione emetica dell’apomorfina somministrata per via endovenosa. (Riprodotto con autorizzazione da King GL: Can J Physiol Pharmacol 68:262, 1990. National Research Council of Canada, Ottawa, Ontario.) tratto gastroenterico, che attivano i recettori 5-HT delle fibre vagali afferenti (Fukui, Yamamoto e Sato, 1992). Il vomito indotto dal rilascio di 5-HT e dall’attivazione dei recettori 5-HT3 viene completamente eliminato dal preventivo trattamento con antagonisti dei recettori stessi (come l’ondansetron, il granisetron ed il tropisetron) (Tucker et al., 1989). Anche la metoclopramide è un antagonista dei recettori 5-HT3, ma non sembra essere molto efficace per la prevenzione dell’emesi da chemioterapia. Resta da stabilire se altre affezioni del tratto gastroenterico siano associate al rilascio di 5-HT ed all’attivazione dei recettori 5-HT3. Efferenze gastroenteriche Corteccia cerebrale Per ridurre la nausea ed il vomito nei pazienti umani sottoposti a farmacoterapie citotossiche sono stati utilizzati gli oppiacei (come i cannabinoidi ed il nabilone) e le benzodiazepine (come il diazepam ed il lorazepam). I recettori oppiacei e benzodiazepinici cerebrocorticali sono stati implicati nel processo, ma non ben caratterizzati dal punto di vista farmacologico. Questi recettori hanno probabilmente una minore importanza nella patogenesi della maggior parte dei casi di vomito nel cane e nel gatto. Afferenze gastroenteriche Gli stimoli provenienti dal tratto gastroenterico possono causare l’emesi attraverso numerosi meccanismi. Ad esempio, le tossine ingerite, la degenerazione o la necrosi cellulare, l’infiammazione, la distensione del lume, la chemioterapia o la radioterapia sono tutte cause in grado di indurre il vomito. Fra i molti recettori individuati nel tratto gastroenterico, quelli di tipo 5-HT3 rivestono probabilmente un ruolo importante nel determinare il vomito (Beleslin, 1992). È ormai accertato che i farmaci citotossici determinano il rilascio di 5-HT da parte delle cellule enterocromaffini del I neuroni efferenti vagali e mienterici innescano il complesso processo di eccitazione ed inibizione della muscolatura liscia viscerale che culmina nell’emesi. Nei neuroni mienterici e nelle cellule muscolari liscie gastroenteriche che regolano lo svuotamento gastrico e/o il transito intestinale sono stati identificati numerosi recettori, quali quelli D2-dopaminergici, 5-HT4-serotonergici, M2-colinergici e motilinici. Si ritiene che la capacità della metoclopramide di facilitare lo svuotamento dello stomaco nel cane e nel gatto si basi sull’antagonismo a livello periferico dei recettori D2-dopaminergici, benché possa essere coinvolta anche l’accentuazione dell’attività colinergica. Anche gli antagonisti 5-HT3 facilitano lo svuotamento gastrico, ma probabilmente attraverso l’attivazione di un recettore 5-HT4 neuronale, piuttosto che per l’antagonismo di un recettore 5-HT3. Il cisapride, una benzamide sostituita come la metoclopramide, facilita lo svuotamento dello stomaco nel cane attraverso questo meccanismo (Gullikson, Loeffler e Viriña, 1992). Lo svuotamento gastrico è anche regolato dalla motilina, un ormone rilasciato in modo intermittente dalle cellule endocrine gastroenteriche. La motilina dà inizio alla fase III del complesso mioelettrico migrante e facilita lo svuotamento dello stoma- NOTIZIARIO FARMACEUTICO Apparato vestibolare Gatto Numero di soggetti con vomito % Al momento attuale, i recettori 5-HT1A e quelli alfa2adrenergici sono gli unici per i quali sia stato documentato il coinvolgimento nella regolazione dell’emesi a livello del centro del vomito. Recentemente, è stato dimostrato che gli agonisti dei recettori 5-HT1A (come ad esempio il flesinoxan, l’8-OH-DPAT e il buspirone) sopprimono l’emesi da chinetosi nel gatto (Lucot, 1992). Tuttavia, tali farmaci non sono stati approvati per l’impiego in questa specie animale. I recettori alfa2-adrenergici, d’altro canto, possono essere antagonizzati dagli antiemetici attualmente disponibili. Gli alfa2-recettori del centro del vomito e quelli della CRTZ possono essere antagonizzati da un alfa2antagonista puro (come la ioimbina) o da agenti ad azione mista alfa1/alfa2-antagonista (come la proclorperazina e la clorpromazina) (Lang e Sarna, 1992). È tuttavia probabile che la maggior parte dell’effetto antiemetico degli antagonisti degli alfa-recettori sia dovuta all’azione esercitata sui recettori alfa2-adrenergici della CRTZ. 122 Il controllo farmacologico del vomito co durante lo stato di digiuno. È stato dimostrato che l’eritromicina a basse dosi (0,5-1,0 mg/kg ogni 8 ore per os o per via endovenosa) stimola la liberazione della motilina e facilita lo svuotamento gastrico nel cane (Itoh, 1984) CLASSIFICAZIONI DEGLI ANTIEMETICI Sulla base dei sistemi neurotrasmettitore-recettore precedentemente citati, sono stati formulati numerosi antiemetici. Questi farmaci possono essere classificati in antagonisti alfa2-adrenergici, D2-dopaminergici, H1- ed H2istaminergici, M1-muscarinici colinergici e 5-HT3-serotonergici ed agonisti 5-HT 4 -serotonergici e motilinici (Tabella 2). A proposito di queste classificazioni occorre sottolineare diversi punti importanti. 1. Alcuni farmaci hanno più di un meccanismo d’azione. La metoclopramide antagonizza i recettori D2-dopaminergici e 5-HT3-serotonergici ed inoltre ha un effetto colinergico periferico. Le sue proprietà antiemetiche possono essere correlate all’antagonismo dei recettori 5-HT 3, piuttosto che a quello dei recettori D 2 (King, 1990; Gullikson, Loeffler e Viriña, 1992). Le fenotiazine (come ad esempio la clorpromazina e la proclorperazina) sono antagonisti dei recettori alfa1- ed alfa2-adrenergici, D2-dopaminergici, H1- ed H2-istaminergici e muscarinici colinergici (King, 1990). Quindi, può essere difficile identificare con precisione il sito d’azione di un farmaco antiemetico. 2. Alcuni farmaci non sono selettivi per quanto riguarda i sottotipi recettoriali. La scopolamina, ad esempio, è un utile antiemetico nella terapia della chinetosi, perché attraversa la barriera emato-encefalica ed antagonizza i recettori M 1-colinergici coinvolti nella patogenesi del problema. Tuttavia, la scopolamina è un antagonista misto dei recettori colinergici, che lega anche quelli di tipo M2- ed M3-. L’antagonismo dei recettori M 2 -colinergici della muscolatura liscia gastroenterica può essere causa di ritardato svuotamento gastrico ed ileo. Ciò vale in modo particolare per l’atropina, l’aminopentamide e l’isopropamide ed è il motivo per cui questi farmaci sono di solito controindicati nella terapia dei disordini caratterizzati da vomito. La pirenzepina, un antagonista M1-colinergico altamente selettivo, non è ancora disponibile negli Stati Uniti. 3. Il meccanismo d’azione di alcuni antiemetici non è ancora noto. La trimetobenzamide è una benzamide sostituita, come la metoclopramide, dotata di proprietà antagoniste D2dopaminergiche. Tuttavia, l’effetto antiemetico del farmaco non può essere facilmente spiegato in base a questo antagonismo. Anche il meccanismo antiemetico dei corticosteroidi ad alte dosi è sconosciuto, benché si sospetti che dipenda dall’inibizione del metabolismo delle prostaglandine. 4. La maggior parte di questi farmaci non è approvata per l’impiego nel cane e nel gatto. Fra i 14 antiemetici elencati nella Tabella 2, solo la ioimbina (un antagonista alfa2-adrenergico) è stato approvato per l’impiego nel cane e nel gatto negli Stati Uniti. BASI TEORICHE DELL’IMPIEGO CLINICO DEGLI ANTIEMETICI Strategie antiemetiche per il trattamento di specifiche forme di vomito CHINETOSI Le vie neuronali della chinetosi non sono ancora state completamente caratterizzate, ma si ritiene che la condizione insorga in seguito alla stimolazione delle strutture labirintiche nell’orecchio interno. Nel cane, ma non nel gatto, in questa via nervosa è coinvolta la zona chemiorecettoriale scatenante (Borison e Borison, 1986). Apparentemente, la risposta emetica alla chinetosi è mediata da recettori M1-colinergici ed H1istaminergici, poiché gli antagonisti di tali recettori risultano molto efficaci nel trattamento della condizione. I recettori alfa2-adrenergici, D2-dopaminergici e 5-HT3-serotonergici non sono coinvolti nella mediazione di questa risposta emetica. La chinetosi del cane può essere trattata con antagonisti H1-istaminergici (come la difenidramina ed il dimenidrinato) o M1-colinergici (come la scopolamina e la pirenzepina). Nel gatto, invece, la condizione può essere meglio trattata con la clorpromazina piuttosto che con un antagonista H1-istaminergico puro. Non sono stati dimostrati recettori istaminici nella CRTZ del gatto, che non è neppure molto sensibile agli effetti emetici dell’istamina (King, 1990; Beleslin, 1992). UREMIA Il vomito associato all’uremia riconosce sia componenti centrali che periferiche. Le prime sono associate all’attivazione dei recettori D2-dopaminergici della CRTZ da parte delle tossine uremiche circolanti. Gli altri recettori della zona chemiorecettoriale scatenante (quali, ad esempio, quelli alfa2, 5-HT3, M1 ed H1) apparentemente non sono coinvolti in questa risposta emetica. La componente centrale viene quindi meglio trattata con un’antagonista D2-dopaminergico (come la metoclopramide). La componente periferica è invece associata alla presenza della gastrite uremica e viene meglio trattata con gli antagonisti H2-istaminergici (come la cimetidina alla dose di 5-10 mg/kg ogni 8 ore per via endovenosa) per diminuire la secrezione di ioni H+ da parte delle cellule parietali dello stomaco, e con la somministrazione di sucralfato (0,5-1,0 g ogni 8 ore per os nel cane, 0,25-0,50 g ogni 8-12 ore per os nel gatto) per formare una barriera contro la diffusione retrograda degli ioni H+. CHEMIOTERAPIA ANTINEOPLASTICA Certi chemioterapici antineoplastici (come il cisplatino e la ciclofosfamide) sono stati associati ad un’elevata incidenza di vomito. L’emesi da chemioterapici è mediata dai recettori 5-HT3-serotonergici, a livello della CRTZ (nel gatto) o dei neuroni afferenti vagali (nel cane). Non sembra che in questa risposta siano coinvolti altri recettori. Gli antagonisti dei recettori 5-HT3-serotonergici (come l’ondansetron, il granisetron e il tropisetron) eliminano il vomito associato alla somministrazione di cisplatino nel cane (Tucker et al., 1989). Attualmente, l’autore tratta i pazienti colpiti da neoplasie con ondansetron alla dose di 0,5-1,0 mg/kg per os 30 minuti prima e 90 minuti dopo l’inizio della terapia con cisplatino. La metoclopramide, pur avendo alcune proprietà 5-HT3-antagoniste, non si è dimostrata molto utile nel trattamento dell’emesi da chemioterapia. Veterinaria, Anno 10, n. 2, Giugno 1996 123 Tabella 2 Classificazione degli antiemetici Classificazione Antagonisti alfa2adrenergici Esempi Dosaggio Effetti collaterali CRTZ, centro del vomito CRTZ, centro del vomito CRTZ, centro del vomito 0,5 mg/kg ogni 8 ore SC, IM 0,2-0,4 mg/kg ogni 8 ore SC 0,25-0,5 mg/kg ogni 12 ore SC, IM Ipotensione, sedazione Ipotensione, sedazione Ipotensione, sedazione Metoclopramide1,5 CRTZ, muscolatura liscia gastroenterica 0,2-0,4 mg/kg ogni 6 ore per os, SC, IM; oppure 1-2 mg/kg/die per infusione endovenosa continua Segni extrapiramidali Trimetobenzamide1,4 CRTZ Reazioni allergiche Domperidone1,3 Muscolatura liscia gastroenterica CRTZ 3 mg/kg ogni 8-12 ore IM 0,1-0,3 mg/kg ogni 12 ore IM, IV 0,02 mg/kg ogni 12 ore per os 2-4 mg/kg ogni 8 ore per os, IM 4-8 mg/kg ogni 8 ore per os Sedazione Apparato vestibolare, CRTZ, altri siti? Apparato vestibolare, CRTZ, altri siti? 0,03 mg/kg ogni 6 ore SC, IM Sedazione, xerostomia, ileo CRTZ, neuroni afferenti vagali 0,5-1,0 mg/kg ogni 12-24 ore per os, oppure 0,5-1,0 mg/kg per os prima della chemioterapia Sedazione, leccamento delle labbra, scuotimento della testa Proclorperazina1 Clorpromazina1 Ioimbina Antagonisti D2dopaminergici Aloperidolo1 Sito(i) anatomico(i d’azione Nessuno segnalato Sedazione Clorpromazina1 Proclorperazina1 Antagonisti H1istaminergici Difenidramina1 CRTZ Dimenidrinato1 CRTZ Sedazione Antagonisti M1colinergici Scopolamina1,4 Pirenzepina1,3,4 Clorpromazina1 Proclorperazina1 Antagonisti 5-HT3serotonergici Ondansetron1,2 Metoclopramide1,5 1 Agonisti 5-HT4serotonergici Cisapride1,2 Neuroni mienterici 0,1-0,5 mg/kg ogni 8 ore per os Nessuno segnalato Agonisti motilinici Eritromicina1 Muscolatura liscia gastroenterica 0,5-1,0 mg/kg ogni 8 ore per os, IV Vomito a dosi microbiologicamente efficaci (15 mg/kg ogni 8 ore) Non approvato per l’impiego nel cane e nel gatto Nessuna informazione relativa al dosaggio nel gatto 3 Non disponibile negli Stati Uniti 4 Da usare solo nel cane 5 Da usare con cautela nel gatto 2 NOTIZIARIO FARMACEUTICO Clorpromazina1 Proclorperazina1 124 Il controllo farmacologico del vomito RITARDATO SVUOTAMENTO GASTRICO I disordini causati dal ritardato svuotamento dello stomaco (come la gastrite, le alterazioni metaboliche, la dilatazione gastrica postoperatoria e la torsione dello stomaco) possono provocare nell’animale nausea e vomito. In passato, il trattamento di questi disordini con agenti colinomimetici è stato associato ad effetti collaterali indesiderati. Attualmente, la terapia si basa su agonisti 5-HT4-serotonergici, antagonisti D2-dopaminergici ed agonisti motilinici. La cisapride, un agente 5-HT4-procinetico, facilita lo svuotamento dello stomaco nei cani e nei gatti in cui questo è ritardato da determinati disordini (Gullikson, Loeffler e Viriña, 1992). La metoclopramide facilita lo svuotamento gastrico nel cane e nel gatto sia attraverso l’antagonismo periferico D2-dopaminergico che mediante sensibilizzazione colinergica. I cani che non rispondono alla metoclopramide possono successivamente essere trattati con basse dosi di eritromicina (0,5-1,0 mg/kg ogni 8 ore per os o per via endovenosa). Nel cane, quest’ultima stimola il rilascio di motilina, che dà inizio alla fase III del complesso mioelettrico migrante (Itoh, 1984). Si ignora se l’eritromicina abbia analoghi effetti positivi nel gatto. Strategie antiemetiche per il trattamento di forme di vomito da cause non diagnosticate La terapia antiemetica delle forme di vomito da cause non diagnosticate può risultare appropriata nei casi in cui sono soddisfatti uno o più dei seguenti criteri: (1) il vomito è frequente o abbastanza grave da dare disagio all’animale, (2) il vomito è persistente ed espone il paziente al rischio di polmonite ab ingestis o di squilibri acido-basici ed elettrolitici, (3) l’animale non è colpito da ostruzione gastroenterica o forme tossiche, o (4) il cliente non desidera una diagnosi definitiva. Una volta che questi criteri siano stati soddisfatti, si deve seguire un approccio sistematico alla terapia antiemetica (Fig. 3). Va sottolineato che i meccanismi dell’emesi associati alle affezioni del tratto gastroenterico sono poco conosciuti. È probabile che coinvolgano una via nervosa piuttosto che umorale, forse con la partecipazione di un recettore 5-HT3 vagale. Oltre a questo, si sa ben poco. L’algoritmo proposto nella Figura 3 è basato sui valori di efficacia antiemetica determinati ➝ A. Risoluzione B. Diagnosi Antagonisti D2-dopaminergici ➝ A. Risoluzione B. Diagnosi Antagonisti 5-HT3-serotonergici ➝ A. Risoluzione B. Diagnosi Agonisti motilinici ➝ A. Risoluzione B. Diagnosi Antagonisti M1-colinergici ➝ A. Risoluzione B. Diagnosi Corticosteroidi? Associazione di antiemetici? ➝ Antagonisti alfa2-adrenergici ➝ ➝ ➝ ➝ FIGURA 3 - Strategie antiemetiche per il trattamento delle forme di vomito da cause non diagnosticate. mediante studi sperimentali condotti nel cane e nel gatto. Vengono utilizzati per primi gli antagonisti alfa2-adrenergici per la loro accertata validità come potenti antiemetici, seguiti, nell’ordine, da antagonisti D2-dopaminergici, antagonisti 5-HT3-serotonergici, agonisti motilinici ed antagonisti M1-colinergici, in relazione alla risposta manifestata dall’animale. Se il paziente non risponde ad alcun’altra terapia, si deve prendere in considerazione il ricorso ai corticosteroidi ed alle associazioni di antiemetici. IMPIEGO IRRAZIONALE DEGLI ANTIEMETICI Gli antiemetici possono essere inappropriati nelle seguenti situazioni. 1. Infezioni gastroenteriche: gli antiemetici possono prolungare le infezioni gastroenteriche, soprattutto batteriche. 2. Ostruzioni gastroenteriche: alcuni antiemetici sono dotati di un effetto procinetico gastrico periferico che, in questi casi, potrebbe essere causa di una perforazione del viscere. 3. Tossicità gastroenterica: gli antiemetici utilizzati in queste circostanze possono impedire all’animale di eliminare le tossine. 4. Ipotensione sistemica: le fenotiazine ed altri alfa2-antagonisti possono aggravare l’ipotensione. 5. Epilessia: le fenotiazine tendono ad abbassare la soglia dell’attività convulsiva. Bibliografia e letture consigliate Beleslin DB: Neurotransmitter receptor subtypes related to vomiting. 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