Roy Lichtenstein, uno dei più importanti esponenti della Pop art

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La Pop art è una corrente artistica della
seconda metà del XX secolo che deriva dalla
parola inglese "popular art" ovvero arte
popolare (con un'accezione del termine
diversa dall'uso comune).
L'appellativo "popolare" deve essere inteso
però in modo corretto. Non come arte del
popolo o per il popolo ma, più puntualmente,
come arte di massa, cioè prodotta in serie. E
poiché la massa non ha volto, l'arte che la
esprime deve essere il più possibile anonima:
solo così potrà essere compresa e accettata
dal maggior numero possibile di persone.
In un mondo dominato dal consumo, la Pop art
respinge depressione dell'interiorità e
dell'istintività e guarda, invece, al mondo
esterno, al complesso di stimoli visivi che
circondano l'uomo contemporaneo.
È infatti un'arte aperta alle forme più popolari
di comunicazione: i fumetti, la pubblicità, i
quadri riprodotti in serie.
Il fatto di voler mettere sulla tela o in scultura
oggetti quotidiani elevandoli a manifestazione
artistica si può idealmente collegare al
movimento svizzero Dada, ma completamente
spogliato da quella carica anarchica,
provocatoria e critica.
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La rappresentazione degli hamburger, delle
polpette, dei cioccolatini si trasforma presto
in merce, in oggetto che si pone sul mercato
(dell'arte) completamente calato nella logica
mercantile.
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Ciò nonostante gli artisti che hanno fatto
parte di questo movimento hanno avuto un
ruolo rivoluzionario introducendo nella loro
produzione l'uso di strumenti e mezzi non
tradizionali della pittura, come
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IL COLLAGE
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LA FOTOGRAFIA
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IL CINEMA
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IL VIDEO
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LA MUSICA
dalla quale gli stessi Beatles per alcune canzoni
hanno trovato ispirazione.
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Con sfumature diverse, gli artisti riprendono
le immagini dei mezzi di comunicazione di
massa, del mondo del cinema e
dell'intrattenimento, della pubblicità.
La Pop Art infatti usa il medesimo linguaggio
della pubblicità e risulta dunque
perfettamente omogenea alla società dei
consumi che l'ha prodotta.
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I temi raffigurati sono estremamente
vari:
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PRODOTTI DI LARGO CONSUMO
OGGETTI DI USO COMUNE
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PERSONAGGI DEL CINEMA E DELLA TELEVISIONE
L'artista, di conseguenza, non trova più
spazio per alcuna esperienza soggettiva e ciò
lo configura quale puro manipolatore di
immagini, oggetti e simboli già fabbricati a
scopo industriale, pubblicitario o economico.
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IMMAGINI DEI CARTELLONI PUBBLICITARI
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INSEGNE
Questi oggetti, riprodotti attraverso la
scultura e la pittura, sono completamente
personalizzati.
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RIVISTE
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Gli artisti che vanno ricordati sono:
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JASPER JOHNS
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ROBERT RAUSCHENBERG
Nelle mani di un artista pop le immagini della
strada si trasformano nelle immagini "ben
fatte" dell'arte colta.
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FOTO DI GIORNALI
ANDY WARHOL
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ROY LICHTENSTEIN
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CLAES OLDENBURG
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AUTORI
U.S.A. :
 HANDY WARHOL
 ROY LICHTENSTEIN
 CLAES OLDEMBURG E
COOSJE VAN
BRUGGEN
 ITALIA:
 MARIO SCHIFANO
 PIERO MANZONI
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TECNICHE E LINGUAGGI
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COLORI INDUSTRIALI
STAMPA SERIGRAFICA
RETINATURA
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SOVRADIMENSIONAMENTO
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CITAZIONISMO
 CARTOONS
 MATERIALI NUOVI
 MATERIE PLASTICHE
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La sua attività artistica conta tantissime opere,
che produceva in serie con l'ausilio dell'impianto
serigrafico.
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Le sue opere più famose sono diventate delle
icone: Marilyn Monroe, Mao Tse-Tung, Che
Guevara e tante altre.
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La ripetizione era il suo metodo di successo: su
grosse tele riproduceva moltissime volte la stessa
immagine alterandone i colori (prevalentemente
vivaci e forti).
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Prendendo immagini pubblicitarie di grandi
marchi commerciali (famose le sue bottiglie di
Coca Cola) o immagini d'impatto come incidenti
stradali o sedie elettriche, riusciva a svuotare di
ogni significato le immagini che rappresentava
proprio con la ripetizione dell'immagine stessa su
vasta scala.
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La sua arte, che portava gli scaffali di un
supermercato all'interno di un museo o di una
mostra d'arte, era una provocazione nemmeno
troppo velata: secondo uno dei più grandi
esponenti della Pop Art l'arte doveva essere
"consumata" come un qualsiasi altro prodotto
commerciale.
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Ha spesso ribadito che i prodotti di massa
rappresentano la democrazia sociale e come tali
devono essere riconosciuti: anche il più povero
può bere la stessa Coca Cola che beve Jimmy
Carter o Liz Taylor.
A. WARHOL: SEDIA ELETTRICA,(portfolio di dieci serigrafie a colori),1971
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Claes Thure Oldenburg è
un artista e scultore svedese naturalizz
ato statunitense, appartenente alla
corrente della pop art.
La sua ricerca artistica si concentra
sul consumismo nella società
americana contemporanea soprattutto
per quanto riguarda quello legato al
cibo.
Realizza enormi sculture in gesso
dipinto raffiguranti gelati, hot-dog e
quant'altro l'ipernutrita popolazione
americana consuma negli anni
sessanta; queste riproduzioni erano in
vendita in un negozio di proprietà
dell'artista, aperto nel 1961, da lui
stesso battezzato The Store.
Il cibo, in quanto oggetto di consumo,
si carica, nell'opera di Oldenburg, di
un'accezione di orrido, perché viene
svalutato del suo ruolo primario e
ridotto a prodotto commerciale.
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Altrettanto importante è la scelta dei
soggetti: sono tutti prodotti, alimentari
e non, facilmente rintracciabili in
qualunque negozio del quartiere;
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egli pone quindi l'accento, come tutti
gli esponenti della pop art, sulla
società di massa contemporanea
ricorrendo un linguaggio facilmente
comprensibile da chiunque per quanto
riguarda i soggetti, oggetti di uso
comune e quotidiano, e i modelli, con
uso di colori molto accesi e di forti
contrasti cromatici oltre che un
consistente abbandono a un certo
"cattivo gusto", ripresi dai cartelloni
pubblicitari e, più in generale, dal
mondo del mercato e del consumo di
massa.
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Roy Lichtenstein, uno dei più
importanti esponenti della Pop art,
nasce a New York in una famiglia
ebraica della classe media
Dopo la laurea, si iscrive alla
Scuola di specializzazione in Belle
Arti, che porta a termine nel 1949
Dal 1961 inizia ad inserire
sistematicamente nei suoi lavori
elementi tipici del mondo
pubblicitario e dei fumetti, e ad
utilizzare il puntinato Ben-Day, che
diventerà una sua cifra stilistica
inconfondibile.
Inizia inoltre a mostrare grande
interesse per le avanguardie
storiche e realizza i primi quadri
ispirati all'arte "alta".
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Nel 1963 crea le prime sculture in
metallo smaltato.
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Nel 1965 realizza numerosi lavori
in ceramica e si dedica ai dipinti
della serie intitolata Brushstroke,
dove ripropone, in modo
personalissimo, la matericità e
l'irruenza gestuale
dell'Espressionismo Astratto.
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Dal 1972 al 1981 lavora a
numerose "nature morte" e
realizza opere ispirate al
Futurismo, a De Stijl, al
Costruttivismo russo, al
Surrealismo e all'Espressionismo
tedesco
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Piero Manzoni (1933 – 1963) è stato un
artista italiano, famoso a livello
internazionale per i suoi "Achrome" e
"Merda d'artista".
Cresce a Milano, dove terminati gli
studi classici presso i Gesuiti, nel Liceo
Leone XIII (dove suoi compagni di
scuola furono Nanni Balestrini e Vanni
Scheiwiller), si iscrive alla Facoltà di
Legge dell'Università Cattolica del
Sacro Cuore di Milano.
La sua famiglia frequenta gli ambienti
artistici milanesi e Lucio Fontana.
I suoi primi dipinti sono paesaggi e
ritratti di stampo tradizionale ad olio
Nel 1958 mette a punto le "tavole di
accertamento" e gli "Achromes" (in
francese: incolore). Questi ultimi sono
tele o altre superfici ricoperte di gesso
grezzo, caolino, su quadrati di tessuto,
feltro, fibra di cotone, peluche o altri
materiali.
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Nel 1959, entra in contatto con il Gruppo Zero
di Düsseldorf e, oltre a continuare la ricerca
sugli "Achrome", inizia a creare oggetti
concettuali come le "Linee" e progetta di
firmare corpi viventi come se fossero opere
d'arte, rilasciando "certificati di autenticità"
(saranno poi intitolate "Sculture viventi" e tra
le 71 che firmerà fino al 1961 compariranno
anche Umberto Eco, Marcel Broodthaers e
Mario Schifano).
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Produce 45 "corpi d'aria": comuni palloncini
riempiti d'aria che poi saranno chiamati "fiato
d'artista".
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Espone alla galleria Il pozzetto di Albissola
alcune "Linee", di varie lunghezze, alcune
aperte, altre chiuse in scatole cilindriche nere
con etichette arancioni e dicitura che riporta
lunghezza, mese e anno di creazione, nonché
certificati d'autenticità.
Sul finire del 1959 apre, sempre con
Castellani, il centro espositivo Azimut; che
diventerà luogo di produzione artistica
significativo anti-informale.
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il 4 luglio 1960 in Danimarca, grazie al
mecenatismo di Aage Damgaard, crea
la sua linea più lunga (7200 metri), che
sigilla in un cilindro di metallo cromato
e seppellisce perché possa essere
ritrovata casualmente in futuro.
Il 21 luglio 1960 presenta al centro
Azimut la sua performance più famosa:
la Consumazione dell'arte dinamica del
pubblico divorare l'arte. Sull'invito:
'Siete invitati il 21 luglio alle 19, a
visitare e collaborare direttamente alla
consumazione dei lavori di Piero
Manzoni'.
Manzoni firma con l'impronta del
pollice alcune uova sode (bollite
all'inizio della mostra) che vengono
distribuite al pubblico e mangiate sul
posto.
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Il 24 aprile, in occasione di una serata
con Angeli, firma la sua scarpa destra
e la dichiara opera d'arte, facendo lo
stesso con una scarpa di Schifano.
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In maggio inscatola e mette in vendita
90 "Merde d'artista" da 30 gr. al prezzo
di altrettanti grammi d'oro ciascuna.
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Realizza la seconda "Base magica" e
la "Base del mondo"; un
parallelepipedo in ferro (90 x 100 cm)
installato nel parco della fabbrica di
Herning capovolto al suolo per
eleggere il mondo ad opera d'arte.
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Muore per infarto nel suo studio di
Milano, a soli 29 anni, il 6 febbraio
1963.