Genere Brassica L., 1973
Classificazione di Cronquist
Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta
Superdivisione: Spermatophyta
Divisione: Magnoliophyta Cronquist, 1966
Subdivisione: Magnoliophytina Frohne & U. Jensen ex Reveal, 1996
Classe: Magnoliopsida
Subclasse: Dilleniidae Takht. ex Reveal & Tahkt., 1993
SuperOrdine: Capparanae Reveal
Ordine: Capparales Hutch., 1924
Subordine: Capparineae Engl., 1898.
Famiglia: Brassicaceae Burnett, 1835 o Cruciferae Juss., 1789
Sottofamiglia: Brassicoideae Prantl, 1880
Sottotribù: Brassicinae Sond. in Harv. & Sond., 1860.
Tribù: Brassiceae DC., 1821
Genere: Brassica L., 1753
Classificazione APG
Ordine: Brassicales
Famiglia: Brassicaceae
Il genere Brassica, che ha dato nome alla famiglia delle Brassicacee, comprende piante erbacee a
grandi foglie, alcune delle quali hanno grandissima importanza nell’economia umana.
Il genere Brassica comprende piante erbacee bienni o perenni.
Le foglie molto grandi sono riunite in una rosetta basale.
I fiori, conformemente alle caratteristiche della famiglia, sono regolari e dialipetali; i petali sono 4 e
gli stami 6.
Il frutto secco è una siliqua, cioè una capsula stretta e allungata, che ricorda superficialmente i
baccelli delle Leguminose; i semi sono attaccati a una membrana interna.
Distribuzione
La distribuzione naturale del genere Brassica comprende l'Europa centrale e meridionale, l’Asia
centrale e occidentale e l'Africa a nord dell'Equatore.
La coltura delle specie principali di questo genere si è estesa da tempo a tutto il mondo.
Alcune specie si sono inselvatichite in America e in Australia.
Importanza economica
Molte specie di Brassica sono coltivate per l'alimentazione umana. In particolare, vengono
consumate, a seconda delle specie e delle varietà, le foglie (p.es. verza), i fiori (p.es. cavolfiore) e le
radici (rapa).
I semi di alcune specie sono usati in modo simile alla senape (p.es. senape indiana) o per
l'estrazione di olio (olio di colza).
Sistematica
I legami genetici tra le diverse specie del genere Brassica sono appresso sinteticamente riportati.
Il capostipite di questo genere sembra essere dato da Brassica nigra da cui si sarebbe evoluta, lungo
un ramo, la Brassica carinata, nota come cavolo abissino, e lungo l’altro ramo la Brassica juncea,
nota come cavolo indiano o senape indiana. La Brassica oleracea, il noto cavolo, a sua volta ha
concorso a generare la Brassica carinata e la Brassica napus, nota come colza e navone o rutabaga.
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La Brassica rapa, nota come rapa e cima di rapa, é a sua volta entrata nel “sangue” di Brassica
napus e di Brassica juncea (figura 1).
Figura 1 - Ricostruzione dei legami genetici tra specie diverse
Il genere Brassica comprende da 30 a 60 specie circa, secondo gli autori.
La definizione delle specie è complicata dall'esistenza di ibridi sia naturali che artificiali. Per
esempio, nell'illustrazione a lato sono indicati i legami genetici individuati tra tre specie 'capostipité
(B.nigra, B.oleracea, B.rapa) e tre specie di origine ibrida (B.carinata, B.juncea, B.napus).
Ricordiamo qui alcune delle specie più note:
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Brassica alba Rabenh. (senape bianca)
Brassica alboglabra L. H. Bailey
Brassica adpressa Boiss.
Brassica armoracioides (Czern. ex Turcz.) Cruchet
Brassica arvensis L.
Brassica asperifolia Lam.
Brassica baetica Boiss.
Brassica balearica Pers.
Brassica barrelieri (L.) Janka
Brassica bivoniana Mazzola et Raimondo (cavolo di Bivona)
Brassica campestris L. (ravizzone)
Brassica carinata (cavolo abissino)
Brassica caulorapa (DC.) Pasq.
Brassica chinensis L. (cavolo cinese o cavolo sedano o Pak-Choi)
Brassica cretica Lam.
Brassica drepanensis (Caruel) Ponzo, 1900, cavolo di roccia o cavolo selvaggio o cavolo di
Trapani
Brassica elongata Ehrh. (colza di Persia)
Brassica eruca L.
Brassica erucastrum L.
Brassica fruticulosa Cyr. (cavolo mediterraneo o cavolo rapiciolla)
Brassica geniculata (Desf.) J. Ball
Brassica glabrescens Poldini cavolo friulano
Brassica gravinae Ten. (cavolo di Gravina)
Brassica hirta Moench
Brassica incana, cavolo biancastro
Brassica insularis, cavolo di Sardegna o colza di Sardegna
Brassica integrifolia (Boiss.) Breistr.
Brassica japonica (Thunb.) Bailey
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Brassica juncea, (L.) Czern. cavolo indiano o senape indiana
Brassica kaber (DC.) L.C. Wheeler (senape selvatica)
Brassica macrocarpa, cavolo delle Egadi o colza delle Egadi
Brassica monensis
Brassica montana Pourr.
Brassica napobrassica (L.) P. Mill.
Brassica napus L. (colza e il navone o rutabaga)
Brassica narinosa L. H. Bailey
Brassica nigra (L.) W.D.J. Koch (senape nera)
Brassica oleracea L. (cavolo: cappuccio, cavolfiore, cavolino di Bruxelles, verza, broccolo)
Brassica orientalis (L.) Scoggan
Brassica parachinensis L. H. Bailey (pseudo pak choi)
Brassica pe-tsai L. H. Bailey; syn. Brassica rapa var. amplexicaulis Tanaka & Ono
Brassica pekinensis (Lour.) Rupr.
Brassica perviridis (L. H. Bailey) L. H. Bailey
Brassica pinnatifida (Stokes) L.C. Wheeler
Brassica procumbens (Poiret) O.Schulz (cavolo prostrato)
Brassica rapa (L.) Hartman rapa e cima di rapa
Brassica repanda (Willd.) DC. (cavolo ripiegato all'insù)
Brassica rupestris Raf. (cavolo rupestre o colza rupestre)
Brassica ruvo L. H. Bailey
Brassica septiceps (L. H. Bailey) L. H. Bailey
Brassica sisymbrioides (Fisch.) Grossh.
Brassica souliei (Batt.) Batt.
Brassica tournefortii Gouan (cavolo di Tournefort)
Brassica trilocularis (Roxb.) Hook. f. & Thomson
Brassica villosa Biv. (cavolo villoso)
Brassica willdenowii Boiss.
Senape
La senape è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Cruciferae che può
raggiungere i due metri di altezza; dal fiore, di colore giallo e a forma di pannocchia, si sviluppa il
frutto, una siliqua contenente numerosissimi semi piccoli e arrotondati che vengono raccolti a fine
estate e da cui si ricava appunto la famosa salsa dal sapore tipicamente aspro e piccante.
Esistono diverse specie di questa pianta:
- la senape nera (Brassica nigra) coltivata e diffusa nel bacino mediterraneo, dall'aroma piuttosto
intenso e particolarmente apprezzata per il gusto caratteristico che conferisce alla cucina indiana;
- la senape bruna (Brassica juncea), diffusa in Italia meridionale e in Etiopia, dalle dimensioni più
ridotte rispetto alla nera e più facilmente coltivabile;
- la senape bianca (Brassica alba), diffusa in Asia e in Polonia, che produce semi di colore giallonocciola ed è meno piccante di quella nera;
- la senape selvatica (Brassica arvensis Rabenh o Sinapis arvensis L. o Brassica sinapistrum
Boiss.).
Forma biologica: T: scap; Tipo corologico: Steno÷Medit.
Pianta annua polimorfa, erbacea con fusti eretti o ascendenti, striati e ramosi; altezza sino a 120 cm.
Le foglie inferiori sono lanceolate, rugose e con margine più o meno inciso, spesso lirate; le cauline
progressivamente ridotte. Alcune foglie si presentano con picciolo ben distinto, altre in cui non si
distingue il picciolo dalla lamina. I fiori, all’apice dei fusti, sono di colore giallo a simmetria
dimera, hanno calice disposto sul piano orizzontale, 4 petali. I frutti sono silique glabre con un
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breve uncino terminale, contenenti semi lisci d colore bruno-rossiccio scuro. L’antesi avviene in
Marzo-Ottobre.
É presente in tutto il territorio. L’habitat è quello di un’infestante di colture erbacee ed arboree e
degli incolti, si trova nei ruderi e vive ad altitudini comprese tra 0 e 1.400 m.
Figura 2 - Senape bianca (B. alba L.)
Senape nera – (B. nigra L.).
La distribuzione della senape selvatica è indicata nella figura 3.
Figura 3 – Distribuzione in Europa e negli Stati Uniti e Canada della senape selvatica.
Triturando e miscelando i semi di senape bianca con quelli di senape nera (figura 2), viene prodotta
la farina di senape o senape in polvere. Il gusto particolare della senape é dato da un glucoside
chiamato sinagrina per la senape nera e sinalbina per la senape bianca: la prima, é quella che da' il
caratteristico sapore forte e pungente; la seconda, invece, non produce un
gusto particolare, ma contribuisce a dare quella sensazione di calore tipica
degli alimenti piccanti; lasciando riposare per circa un quarto d'ora la
farina di senape in acqua od altro liquido, si liberano tutte queste sostanze
aromatiche. La senape usata in Italia è una salsa ottenuta dalla
miscelazione di semi bianchi e neri ridotti in polvere, poi mischiati con
altri ingredienti (quali ad esempio l'aceto di barbabietola e determinate
spezie): é ottima per accompagnare la carne, dandogli un gusto
piacevolmente particolare e apportandovi pochissime calorie. La senape
inglese e quella francese (detta "moutarde"), non vanno assolutamente
confuse con la mostarda italiana, perché completamente diverse per
composizione e accomunate fra loro soltanto dal nome e dalla presenza di
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polvere di senape. In Italia la mostarda é infatti costituita da frutta sciroppata in acqua zuccherata e
con una percentuale di semi di senape (o aromi) intorno al 25% che la rende leggermente piccante;
ne esiste un numero incredibile di varietà, più o meno estrose, a seconda dei semi più o meno forti
ed amari che vengono utilizzati insieme a zucchero, o aceto di mele, o vino o succo d'uva acerba, e
più o meno piccanti ed aromatiche se insaporite ad esempio con capperi, acciughe, peperoncino,
pepe verde, cannella o chiodi di garofano. Più precisamente, dopo essere stata lavata e sbucciata, la
frutta viene lessata e poi candita; quindi, intera o a pezzi, viene immersa in una soluzione
zuccherina alla temperatura di circa 50°, per farle perdere l’acqua ed assorbire lo zucchero:
attraverso questo metodo mantiene l'aspetto sodo ed i colori brillanti originali (fatta eccezione per le
ciliegie che vengono ricolorate successivamente); il processo di canditura varia da quattro a dieci
giorni e termina quando la percentuale zuccherina della frutta raggiunge il 70%; poi, in fase di
confezionamento, viene aggiunto uno sciroppo zuccherino aromatizzato con olio di senape. Nel
nostro Paese la mostarda rappresenta forse più che altro un buon metodo per conservare più a lungo
la frutta, facilmente deteriorabile, grazie anche alla presenza della senape che possiede proprietà
antiossidanti. Ogni regione ha la sua mostarda: ricordiamo, fra tutte, quella di Cremona (la più
conosciuta, preparata con frutta mista e piuttosto piccante), quella di Mantova (fatta invece con
mele cotogne, che le danno un sapore particolarmente acidulo), quella toscana (con uva bianca e
nera, mele, pere, vino, senape e cannella) e quella siciliana (fatta con mosto cotto, amido di farina,
canditi e aromi vari).
La Francia ha una grande tradizione nella produzione di mostarda
("moutarde"), realizzata rispettando piuttosto fedelmente la ricetta
originale e più antica: in alcune varieta' (la "moutarde a' l'ancienne",
all'antica) i semi di senape vengono in parte ridotti in polvere ed in
parte lasciati interi, cosi' da fargli assumere una consistenza granulosa e
più rustica; quindi, vengono impastati con aceto, birra o vino e
mescolati con altri ingredienti; famosa é la mostarda di Digione
(piuttosto forte) e quella di Bordeaux e di Orleans (più dolci).
La senape inglese é conosciuta in tutto il mondo come una salsa di
colore giallo dorato, ottenuta miscelando i semi di tipo bianco e scuro
con la curcuma in polvere e aggiungendo quindi acqua, zucchero, sale,
farina di grano e spezie; il sapore é decisamente piccante e pungente.
Ma se la mostarda italiana ha un utilizzo piuttosto limitato (tradizionalmente a Natale), quella
inglese e francese, in cucina, viene usata spesso nelle grigliate di carne; é ottima per dare più sapore
a bolliti od attenuare il gusto forte della selvaggina, spalmata su tartine e per accompagnare
formaggi aciduli come lo stracchino.
Habitus vegetativo
Sliliqua e semi
Fiori
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Fiori
Radice
Semi di varie specie
Nome italiano:
Senape selvatica
English name:
Charlock
US name: Wild
Mustard
Pianta di senape quale infestante.
French name:
moutarde des champs
German name:
Ackersenf
Spanish name:
mostaza de los
campos
Portuguese name:
mostarda-dos-campos
Silique immature
Fillotassi
Figura 4 – Alcune foto del ciclo biologico della senape selvatica.
Appallativi della senape
Una volta aperta, va conservata in frigorifero: quella francese ed inglese (che non contengono
zuccheri in quantita' rilevanti) si conserva per qualche mese, quella italiana (per la presenza di frutta
candita) dura solo qualche settimana.
Ovviamente, per la loro composizione, la mostarda francese e quella inglese contengono
pochissime calorie; viceversa, quella italiana possiede un altissimo contenuto calorico. Per quanto
concerne le proprietà terapeutiche, la senape, come il peperoncino, aumenta l'ossigenazione del
sangue; favorisce inoltre i processi digestivi e la secrezione gastrica ed é pertanto controindicata a
chi soffre di ulcera o di gastrite.
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Brassica alboglabra L. H. Bailey
Generalità Brassica alboglabra L. H. Bailey
Questa pianta in estate assume una colorazione bianca; è di taglia grande e può raggiungere i 2 m di
altezza. Queste piante sono erbacee perenni, ma a foglia caduca, cioè d’inverno perdono le foglie.
Pianta che necessita di almeno alcune ore al giorno di irradiamento solare. Queste piante non
temono il freddo e quindi si possono coltivare in giardino in qualsiasi periodo dell'anno. Le piante
perenni hanno uno sviluppo prevalentemente primaverile ed estivo. Durante i mesi più freddi
dell'anno la parte aerea può disseccare completamente, per spuntare l'anno successivo.
Evitiamo di annaffiare la B. alboglabra eccessivamente, lasciando sempre che tra un'annaffiatura e
l'altra il terreno rimanga asciutto per almeno un paio di giorni, quindi interveniamo bagnando il
substrato in profondità ogni 1-2 settimane. Queste piante manifestano un periodo abbastanza
prolungato di riposo vegetativo. Durante questo periodo non è necessario innaffiare le piante.
In primavera concimiamo le piante periodicamente, utilizzando un concime specifico per piante da
fiore, da aggiungere all'acqua delle annaffiature, ogni 20-25 giorni; oppure possiamo spargere nei
pressi delle piante un concime a lenta cessione, ogni 3-4 mesi.
Con l'innalzarsi delle temperature diurne, all'inizio della primavera, è bene praticare un trattamento
preventivo, con un insetticida ad ampio spettro, da praticarsi quando nel giardino non sono presenti
fioriture. Prima che le gemme ingrossino eccessivamente è consigliabile anche praticare un
trattamento fungicida ad ampio spettro, per prevenire lo sviluppo di malattie fungine, il cui dilagare
è favorito dall'elevata umidità ambientale.
Porre a dimora in terreno soffice e profondo, molto ben drenato.
Clima
alpino
continentale
mediterraneo
Torba
5
4
3
Sabbia
1
2
3
Terriccio
4
4
4
Pomice
0
0
0
Corteccia
0
0
0
S. Organica
1
1
1
La Brassica alboglabra L. H. Bailey è profumata. Le indicazioni fornite in questo articolo sono da
intendersi per una pianta di dimensioni medie.
Nella figura 5 sono rappresentate alcuni step del ciclo biologico, di coltivazione, commerciali ed
alimentari di B. alboglabra.
Pianta di Brassica alboglabra
Giovani piantine radicate
Mazzetto per il mercatino
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Mercatino rionale ortofrutta
Piatto a base di verdure
Piatto a base di verdure e frutti
di mare
Figura 5 – Alcune particolarità del ciclo biologico, di coltivazione, commerciali ed alimentari di B.
alboglabra.
Brassica adpressa Boiss.
Sinonimi:
Hirschfeldia incana (L.) Lagreze Fossat
Erucastrum incanum (L.) W.D.J.Koch
Sinapis incana L.
Erucastrum heterophyllum (Lag.) Nyman
Nomi volgari:
Senape canuta
Hoary Mustard
Shortpod Mustard
Distribuzione in Europa:
Figura 6 – Distribuzione in Europa di B. adpressa
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La pianta preferisce terreni sabbiosi o medio argillosi ben drenati, a reazione acida, neutra alcalina.
Fiorisce da giugno a settembre e l’impollinazione avviene tramite le api e bombi.
La pianta giovane è mangiata con olio e succo di limone in alcune parti della Grecia. Le foglie delle
piante giovani sono consumate crude. I semi crudi o cotti possono essere macinati in polvere e poi
mescolati con acqua e mangiati.
Illustrazione della British Flora (1924).
Vegetazione di B. adpressa.
Intensa fioritura di B. adpressa.
Germoglio di B. adpressa.
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Habitus vegetativo di B. adpressa.
Fiori visitati da Bombus terrestris.
Figura 7 – Alcune fasi del ciclo biologico di B. adpressa.
La propagazione avviene via seme.
Seme: il seme è schematicamente rappresentato in figura 8:
Figura 8 – seme ingrandito (A), sezione longitudinale (B) e trasversale (C), dimensioni naturali
(D).
La pianta si diffonde rapidamente su un nuovo territorio lungo le strade ferroviarie. Il seme può
essere un inquinante e compromettere la purezza di germoplasma di specie orticole di pregio. In
alcuni paesi è considerata una pericolosa malerba, molto sensibile a 2,4 D.
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Brassica drepanensis (Caruel) Ponzo, 1900
Cavolo di roccia o cavolo selvaggio o cavolo di Trapani
Il cavolo di roccia è una pianta endemica della Sicilia. È una pianta perenne, camefita suffruticosa,
alta 30-60 cm, ricoperta da una densa peluria biancastra.
Il fusto, legnoso alla base, ha foglie inferiori lirato-lobate con margine dentato e foglie superiori
lanceolate con margine intero.
I fiori hanno petali di colore giallo pallido riuniti in infiorescenze racemose. La fioritura avviene in
febbraio-aprile.
Il frutto è una siliqua a sezione quadrangolare.
È un endemismo puntiforme del distretto drepano-panormita, esclusivo del Monte Cofano (un’area
naturale protetta della Sicilia, che si trova sulla costa della provincia di Trapani, istituita con decreto
del 25/7/1997 dall'Assessorato Regionale "Territorio e Ambiente" della Regione Siciliana ed
affidata in gestione all'Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana) e dello Zingaro (una
riserva gestita dall'Azienda Regionale Foreste Demaniali della Regione Siciliana, che si estende
nella parte Occidentale del Golfo di Castellammare, nella penisola di San Vito Lo Capo sul Tirreno
tra Castellammare del Golfo e Trapani).
Predilige gli ambienti costieri rupestri, ad un'altitudine da 0 a 600 m. Per la ristrettezza del suo
areale la specie è considerata vulnerabile.
Figura 9 – Habitus di B. drepanensis
Fra gli altri endemismi circoscritti al distretto drepano-panormitano sono da citare altri generi di
altre famiglie:
Anthemis cupaniana Tod. ex Nyman
Anthemis ismelia Lojac.
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Anthyllis vulneraria L. ssp. busambarensis (Lojac.) Pign.
Armeria gussonei Boiss.
Aster sorrentini (Tod.) Lojac.
Botriochloa panormitana (Lojac.) Brullo et. al.
Brassica bivoniana Mazzola & Raimondo
Brassica drepanensis (Caruel) Ponzo
Brassica villosa Biv.
Calendula maritima Guss.
Centaurea busambarensis Guss.
Centaurea macracantha Guss.
Centaurea todari Lacaita
Centaurea umbrosa Lacaita
Cirsium misilmerense Tin. ex Ces., P. & G.
Colchicum gussonei Lojac.
Crepis spathulata Guss.
Delphinum emarginatum C. Presl subsp. emarginatum
Dianthus paniculatus Lojac.
Erica sicula Guss. subsp. sicula
Eryngium crinitum C. Presl
Erysimum metlesicsii Polaischek
Gagea busambarensis (Tin.) Parl.
Gagea lacaitae Terracc.
Gagea ramulosa Terracc.
Galium litorale Guss.
Galium pallidum J. & C. Presl
Genista gasparrinii (Guss.) Presl
Helichrysum pendulum C.Presl
Helichrysum siculum (Sprengel) Boiss.
Hieracium cophanense Lojac.
Hieracium lucidum Guss.
Limonium densiflorum (Guss.) O. Kunlze
Limonium flagellare (Lojac.) Brullo
Limonium furnarii Brullo
Limonium halophilum Pign.
Limonium lylibeum Brullo
Limonium mazarae Pign.
Limonium panormitanum (Tod.) Pign.
Limonium selinunthinum Brullo
Limonium todaroanum Raimondo & Pign.
Muscari lafarinae (Lojac.) Garbari
Ophrys pallida Rafin.
Panicum bivonianum Brullo et al.
Phagnalon metlesicsii Pign.
Schoenoplectus philippi (Tineo)
Scilla cupani Guss.
Urtica sicula Gaspar.
Valantia deltoidea Brullo
Verbascum siculum Tod.
Viola tineorum Erben & Raimondo
Viola ucriana Erben & Raimondo.
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Brassica elongata Ehrh. (colza di Persia)
Taxonomic name: Brassica elongata Ehrh.
Synonyms: Brassica elongata ssp. integrifolia (Boiss.) Breistr, Brassica elongata var. pinnatifida
Smal’g., Brassica subscaposa Maire & Weiller, Erucastrum armoracioides (Czern. ex Turcz.)
Cruchet
Common names: elongated mustard (English), long-atalked rape (English), stepinis bastutis
(Lithuania)
Organism type: herb
Brassica elongata (elongated mustard) is a perennial herb that is native to Europe and Central Asia.
Over most of its alien range, impacts of its presence are not yet known, but in a few areas Brassica
elongata has competed with native flora for resources. Brassica elongata has the potential to spread
over large areas, especially in disturbed habitats.
Description
Brassica elongata is a biennial to perennial plant with erect stems up to 1 metre tall. The basal
leaves are pinnately lobed to shallowly toothed; the stem leaves are much reduced, and do not clasp
the stem. The petals are 6-8.5 mm long. The fruits are 1-4 cm long, with a stalk-like base above the
sepal scars and a seedless narrow beak. (Stace et al, undated).
Occurs in: ruderal/disturbed
Habitat description
Young et al, in discussing the distribution of Brassica elongata along US Highway 50 near Eureka,
Nevada, US says that "the remarkable part of this distribution is the rugged topography and variety
of plant communities it encompasses." The Eureka, Nevada distribution also includes areas of salt
affected soil, highly variable annual precipitation, and considerable change in elevation. (Young et
al, 2003)
General impacts
In Poland, Brassica elongata invades disturbed habitat and has competed with native vegetation for
resources and displaced a few xerothermic plants (Mirek, undated).
Uses
Brassica elongata is cultivated in Estonia (EME, undated) and is considered a potential gene source
for improving quality in rape crops (ARS-GRIN, 2006).
Notes
The Euro+Med Plantbase Project (2006) lists five subspecies of B. elongata: B. elongata Ehrh. ssp.
elongata, B. elongata ssp. imdrhasiana Quézel, B. elongata ssp. integrifolia (Boiss.) Breistr., B.
elongata ssp. pinnatifida (Schmalh.) Greuter & Burdet, and B. elongata ssp. subscaposa (Maire &
Weiller) Maire.
Geographical range
Native range: Russian Federation, Ukraine, Turkey, Iran, Morocco, Afghanistan, Georgia,
Turkmenistan, Uzbekistan, Armenia, Azerbijan, Austria, Czech Republic, Hungary, Bulgaria,
Romania, Serbia and Montenegro (USDA, ARS, 2006).
Known introduced range: Poland (Mirek, undated), Lithuania (Lithuanian National Invasive Species
Database. Undated), Estonia (Estonian Ministry of the Environment. Undated), Germany
(NOBANIS, undated), United States (ITIS, 2006), sporadic in Britain (Stace et al. undated).
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Reproduction
On the Great Basin rangeland, in the US, Brassica elongata "produces abundant seeds that
germinate over a wide variety of constant and alternating temperatures." (Young et al, 2003).
Germination of B. elongata seeds is, however, extremely limited at very cold seedbed temperatures.
The ability to germinate at these temperatures is a competitive advantage for other exotic species on
the Great Basin rangeland. (Young et al, 2003).
Compiled by: National Biological Information Infrastructure (NBII) & IUCN/SSC Invasive
Species Specialist Group (ISSG).
Brassica gravinae Ten. (cavolo di Gravina)
Distribuzione
in Europa
in Italia
Figura 10 – Distribuzione in Europa ed in Italia di B. gravinae.
E’ chiamato il cavolo di Gravina ed è un endemismo.
Forma biologica: T scap
Periodo di fioritura: VI-VII
Tipo corologico: Endemico dell’Appennino
centro-meridionale. Si ritrova nelle Marche,
Abruzzo, Molise, Lazio, Campania e Calabria.
Altitudine (min/max): 1400/2200 m.
Non è coltivata e non è una pianta per usi
alimentari.
Questa interessante crucifera, cresce endemica
nelle regioni su indicate, ma la si ritrova anche
nel Nord Africa, se pur con varietà diverse
(“brachyloma” e “djurdjurae”).
Quella che cresce sulle nostre montagne è
invece la varietà “gravinae”.
Il nome specifico le deriva da Pasquale
Gravina, medico e botanico abruzzese del
1800.
Figura 11 - Cavolo di Gravina (B. gravinae).
14
Brassica juncea, (L.) Czern. cavolo indiano o senape indiana
Brassica juncea (L.) Czern.
(Indian Mustard)
Figura 12 – Habitus vegetativo e distribuzione geografica di B. juncea.
Synonims: Sinapis juncea L.
Systematic position: Family Brassicaceae Burnett (Cruciferae Juss.), genus Brassica L.
Biological group: Spring annual weed.
Morphology and biology: Plant is up to 100 cm tall. Stem is glabrous, branched. Lower leaves are
green, lyrate-pinnatifid or more rarely almost entire, petiolate, with rigid sparse hairs along ribs and
petioles from below or more rarely glabrous. Stem leaves are glaucous, not amplexicaul, in the
middle of the stem their shape is similar to the lower leaves. Upper leaves are oblong-linear, entire,
sessile, rarely located on short petioles. Inflorescence is nearer to corymbose, petals are golden
yellow, 1.5 times as long as sepals. Fruit is silicle. Silicles are twice as long as petals, slantwiseupward directed, tubercular, with thin subulate beak which is about four times shorter than silicle,
middle rib on the valves of silicle is clearly visible. Seeds are globular, dark-brown, or more rarely
yellow. This plant flowers in June-July and bears fruits in August-September. Maximum
productivity is up to 20,000 seeds. As usual, after ripening seeds don't germinate. Seeds begin to
germinate in the spring, after over-wintering, in warm soil, from depths down to 6 cm, and continue
until late autumn. In deeper soil layers seeds remain viable for up to 5 years.
Distribution: Species grows in southern regions of the Former Soviet Union, the Caucasus,
Western and Eastern Siberia, the Far East, Central Asia. General distribution: Middle Europe, Asia
Minor, Iran, Afghanistan, India, Mongolia, China, Japan. This species is of Asiatic origin.
Ecology: It is drought resistant. Brassica juncea often creates thick herbage. This plant strongly
exhausts soil, taking a lot of its nutrients.
Economic significance: Brassica juncea infests all spring crops including grain and tilled crops,
and vegetable gardens. It grows in large amounts in fallows and sod fields in the southern parts of
the Former Soviet Union, sometimes entering the forest zone. This plant is cultivated as an oil crop
and for preparation of mustard powder in the south-east of the European part of Russia, in Ukraine,
Belorussia and the North Caucasus. Seeds of B. juncea contain 25-30% fatty non-drying oil and
glycoside sinigrine; oil cake is used for preparation of mustard powder. Leaves are used for food in
salads, they contain up to 150 mg of ascorbic acid. B. juncea is a good bee plant. It is used as green
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manure and as forage for milk cattle. Control measures include shallow plowing and plowing in
autumn, soil harrowing early in spring, which favors weed seed germination, then eradication of
seedlings.
Brassica rupestris Raf. (cavolo rupestre o colza rupestre)
Figura 13 – Habitus di cavolo rupestre o colza rupestre e diffusione in Italia, dove è endemica.
Forma biologica: Ch suffr
Periodo di fioritura: III-IV
Tipo corologico: Endemica dell’Italia (Lazio, Campania e Sicilia)
Altitudine (min/max): 100/1200 m.
Italian name / Nome italiano: Cavolo rupestre
English name: Kohl Rabi
US name: Mustard
Di questa specie si conosce una subspecie: Brassica rupestris Raf. subsp. gongylodes (L.) Janch.
var. gongylodes (L.) Janch.
Geraci A.1; Chèvre A-M.2; Divaret I.2; Eber F.2; Raimondo F.M.1, 2004. In Sicily and in the
small surrounding islands the section Brassica of the genus Brassica comprises five species, B.
insularis Moris, B. incana Ten., B. macrocarpa Guss., B. rupestris Raf. and B. villosa Biv. These
taxa represent a genetic resource as relatives of kale crops but some populations are endangered or
threatened, thus isozyme analyses were performed to assess the genetic diversity degree at
population and species levels in order to assist the design of conservation management programs.
Eleven loci from five enzyme systems (aconitase, leucine aminopeptidase, 6-phosphogluconate
dehydrogenase, phosphoglucoisomerase phosphoglucomutase) were analyzed in sixteen natural
population (fifteen from Sicily, one from Calabria). Mean within-population genetic diversity was
moderate (P = 41%, A = 1.54, H = 0.16). In some cases a great number of heterozygous individuals
were detected, in other cases fixation index (F) deviated significantly from Hardy-Weinberg
genotypic expectations.
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A total of 37 alleles was recognized, six of which resulted exclusive to single populations. The
among-population component of the total genetic diversity (Gst mean values) for each species was
0.30–0.37, indicating genetic differentiation among populations.
Among B. villosa and B. rupestris populations genetic distance values resulted rather low and they
resulted high with B. incana and B. macrocarpa populations.
The results are discussed with regard to the distribution of the genetic diversity level and the genetic
resources management.
1: Dipartimento di Scienze Botaniche, Università di Palermo, via Archirafi 38 90123, Palermo,
Italy 2: INRA Station d'Amèlioration, des Plantes Domaine de la Motte BP35327, 35653 Le Rheu,
cedex, France
Genetic Resources and Crop Evolution, Volume 51, Number 2, March 2004 , pp. 137-146.
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