Lorenzo Mammì V ALSA A.S. 2014- 2015 I.S.I.S. Giulio Natta Bergamo
NUTRIZIONE E INNOVAZIONE:
DALLE CONTRADDIZIONI DEL PRESENTE AI CIBI DEL FUTURO
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NUTRIZIONE E INNOVAZIONE:
DALLE CONTRADDIZIONI DEL PRESENTE AI CIBI DEL FUTURO
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INTRODUZIONE
Parlando di nutrizione non si può non citare la fame nel mondo.
Oggi, 805 milioni di persone soffrono la fame. A livello mondiale, il rischio maggiore per la
salute degli individui è rappresentato dalla fame e dalla malnutrizione, più che dall’azione
combinata di AIDS, malaria e tubercolosi.
Le principali cause della fame sono i disastri naturali, i conflitti, la povertà endemica,
l’assoluta scarsità di infrastrutture per l’agricoltura e lo sfruttamento eccessivo
dell’ambiente.
La gravità della situazione sta anche nel fatto che esiste una vera e propria
CONTRADDIZIONE riguardante il cibo. Infatti nel pianeta c'è cibo a sufficienza per sfamare
l'intera popolazione mondiale di oltre 7 miliardi di persone. Allora perché circa una persona
su nove non ha abbastanza cibo per condurre una vita sana ed attiva?
Questa tesina focalizza l’attenzione su quattro diverse tappe riguardo la nutrizione:
La prima parte parlerà di cosa vuol dire fame e quali sono i problemi legati ad essa.
La parte successiva approfondirà ciò che comporta una cattiva nutrizione.
La terza tappa si focalizzerà su cosa poter fare per prevenire queste malattie e la parte
finale di questo studio tratterà del cibo del futuro, con uno sguardo anche all’ EXPO 2015,
l’esposizione mondiale sulla nutrizione.
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ABSTRACT
Talking about nutrition, we cannot mention world hunger.
Today 805 million people in the world suffer from hunger. Globally, the greatest risk to the
health of individuals is represented by hunger and malnutrition, rather than by the combined
action of AIDS, malaria and tuberculosis.
The main causes of hunger are natural disasters, conflicts, endemic poverty, the absolute
lack of infrastructure for agriculture and the overexploitation of the environment.
The situation is serious, because there is a real contradiction about food. There is enough
food in the planet to feed the entire world population of more than 7 billion people. Why
then one in nine doesn’t have enough food to lead a healthy and active life?
This essay focuses on four different stages about world nutrition:
The first part will talk about what hunger means and what are the problems related to it. The
next part wants to investigate the effects of a bad nutrition.
The third stage will focus on what we can do to prevent these diseases.
The final part of this study will focus on the food of the future, with a look at EXPO 2015, the
world exhibition on nutrition.
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INDICE
1. Fame nel mondo
1.1. Definizione del problema
1.2. Cause prevalenti
1.3. Fame Endemica nel mondo
1.4. Contraddizioni
2. Malattie legate alla cattiva nutrizione
2.1. Denutrizione infantile
2.1.1. Kwashiorkor
2.1.2. Marasma infantile
2.2. Ipernutrizione
2.2.1. Malattie cardiovascolari
2.2.2. Diabete
3. Dieta
3.1. Definizione di dieta
3.2. Dieta mediterranea
3.2.1. Punti cardine
3.2.2. Benefici
4. Cibo del futuro
4.1. OGM
4.2. Entomofagia
4.3. Cibi funzionali
4.4. EXPO 2015
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Mappa concettuale
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1. FAME NEL MONDO
1.1 Definizione del problema
Comunemente, avere fame significa la “necessità di assumere cibo, dovuta a una
particolare sensazione di vuoto all'epigastrio (parte superiore dell’addome), provocata da
uno stimolo nervoso partente dallo stomaco”.
La fame non significa solamente mancanza reale di cibo. Essa si manifesta anche in forme
più nascoste. La mancanza di micronutrienti, ad esempio, espone le persone a contrarre
più facilmente le malattie infettive, impedisce un adeguato sviluppo fisico e mentale, riduce
la produttività nel lavoro e aumenta il rischio di morte prematura.
La fame non colpisce solamente gli individui, ma mina anche le potenzialità economiche dei
paesi in via di sviluppo. Gli economisti stimano che ogni bambino il cui sviluppo mentale e
fisico sia alterato dalla fame e dalla denutrizione, ha una minore capacità di generare
reddito, nel corso della sua vita, che varia tra il 5 e il 10 per cento.
1.2 Cause prevalenti
Dopo aver capito cos’è la fame, viene spontanea una domanda: quali sono i fattori che
contribuiscono alla fame nel mondo?
Sono diversi e tutti di uguale peso:

Ambiente naturale
La siccità è oggigiorno la causa più comune della mancanza di cibo nel mondo. Nel 2006,
ad esempio, siccità ricorrenti hanno causato il fallimento dei raccolti e la perdita di ingenti
quantità di bestiame in alcune zone dell'Etiopia, della Somalia e del Kenya.

Conflitti
Dal 1992, la percentuale delle crisi alimentari causate dall'uomo, di breve o lunga durata, è
più che raddoppiata, passando dal 15 al 35 per cento e molto spesso sono i conflitti ad
esserne la causa scatenante.
A volte, in guerra, il cibo diventa un'arma. I soldati portano alla fame i nemici rubando o
distruggendo il loro cibo e il loro bestiame e colpendo sistematicamente i mercati locali.
I campi vengono minati e i pozzi contaminati per costringere i contadini ad abbandonare la
propria terra.
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
Povertà
Nei paesi in via di sviluppo gli agricoltori spesso non possono permettersi l'acquisto di
sementi sufficienti a produrre un raccolto che soddisferebbe i bisogni alimentari delle
proprie famiglie. Agli artigiani mancano i mezzi per acquistare il materiale necessario a
sviluppare le proprie attività. Spesso non si hanno a disposizione beni di primaria
importanza come acqua, terra e istruzione. Gli indigenti non hanno abbastanza denaro per
comprare o produrre il cibo necessario al sostentamento delle proprie famiglie. Essi
diventano a loro volta troppo deboli per produrre il necessario per procurarsi più cibo.
I poveri sono affamati ed è la stessa fame ad intrappolarli nella povertà.

L'eccessivo sfruttamento dell'ambiente
Tecniche agricole arretrate, deforestazione ed eccessivo sfruttamento dei campi e dei
pascoli mettono a dura prova la fertilità della terra, portando intere aree alla fame.
I terreni coltivabili del nostro pianeta sono costantemente e sempre più in pericolo di
erosione, salinazione e desertificazione.
In sintesi, possiamo dire che il problema della fame non consiste esclusivamente nella
mancanza di cibo, bensì nell’ impossibilità di accedervi, principalmente da parte dei Paesi
in via di sviluppo. Possono infatti mancare i beni primari che consentono lo sfruttamento
delle risorse, agricole e non, oppure il clima può essere inospitale. Un periodo di siccità, ad
esempio, danneggia gravemente i raccolti e, indirettamente, il bestiame e le persone.
Esiste però anche una forte contraddizione riguardo alla distribuzione del cibo e
approfondirò quest’argomento nel paragrafo 1.4.
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1.3 Fame endemica nel mondo
Questa mappa è la “FAO Hunger Map 2015”, riguardante la fame nel mondo; in verde
troviamo i paesi che nell’ultimo anno sono riusciti ad eliminare drasticamente la fame , in
giallo gli stati che hanno comunque avuto un miglioramento rispetto agli scorsi anni e in
rosso troviamo i paesi in cui la mortalità a causa della mancanza di cibo costituisce un
rischio elevato.
Ad esempio una notevole riduzione della fame è stata raggiunta in Asia orientale e
progressi molto veloci vi sono stati in America Latina e nei Caraibi, nel sud-est asiatico e
nell’Asia centrale, come pure in alcune parti del continente africano. Ciò dimostra che la
crescita economica, gli investimenti agricoli e gli interventi di protezione sociale, insieme
alla stabilità politica, rendono l’eliminazione della fame possibile.
L’Africa sub-sahariana è la regione con la più alta prevalenza di denutrizione al
mondo, con circa il 23,2% della popolazione (quasi una persona su quattro).
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1.4 Contraddizioni
Ho accennato nel paragrafo 1.2 alla presenza di alcune contraddizioni riguardo la
distribuzione del cibo nel mondo… infatti, in molti Paesi si assiste al sempre più dilagante
fenomeno dello spreco, in particolare in campo alimentare. Nella società moderna il
concetto di spreco fa riferimento ad un utilizzo non corretto o non proficuo, se non
addirittura ad un mancato utilizzo di un determinato bene. Dal punto di vista della
sostenibilità questo significa un consumo di risorse doppiamente inutile, prima per produrre
e poi per smaltire il bene stesso inutilizzato.
Parlando solamente di cifre, un terzo del cibo prodotto nel mondo viene sprecato, per un
totale di 1,3 miliardi di tonnellate (circa 750 miliardi di dollari). Una cifra sufficiente a
sfamare la popolazione denutrita.
2. Malattie legate alla cattiva nutrizione
A proposito di contraddizioni, è importante parlare di quali sono le conseguenze di una
cattiva nutrizione: affronterò il tema della denutrizione infantile e dell’ipernutrizione con i
problemi ad esse collegati.
2.1 Denutrizione infantile
Ho scelto di concentrarmi sulla denutrizione INFANTILE, poiché i bambini sono gli esseri
umani più soggetti a questa condizione patologica; infatti quasi la metà dei decessi di
bambini sotto i 5 anni sono attribuibili alla malnutrizione. Questo si traduce nella perdita di
circa 3 milioni di giovani vite all'anno.
Nell'assoluta maggioranza dei casi, la denutrizione colpisce lentamente e silenziosamente,
rallentando lo sviluppo fisico e intellettivo del bambino, provocando ritardi permanenti e
infine erodendo la capacità dell'organismo di reagire con successo alle infezioni e alle
malattie.
Un’ insufficiente alimentazione nei primi 1.000 giorni di vita di un bambino può anche
portare ad una crescita stentata, che è irreversibile ed associata ad una capacità cognitiva
ridotta.
Le principali patologie che un bambino può contrarre a causa di una iponutrizione sono
due: Kwashiorkor e il Marasma infantile.
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2.1.1
Kwashiorkor
È una sindrome molto diffusa nei paesi in via di sviluppo, causata da un insufficiente
apporto di proteine.
Il sintomo principale del kwashiorkor è un edema localizzato al volto e agli arti inferiori
e superiori. Spesso i bambini presentano un addome gonfio dovuto anche alla
presenza di vermi intestinali. La decolorazione rossiccia dei capelli e la
depigmentazione della pelle dipendono generalmente da gravi anemie.
Purtroppo il bambino affetto da kwashiorkor a causa dell'edema al volto e agli arti ha
un aspetto paffuto che trae in inganno la madre che lo crede in buona salute. Nella
fase avanzata della malattia subentra una forte apatia e un disinteresse per quello che
gli succede intorno. I bambini col kwashiorkor hanno uno sguardo triste, non sorridono
e rifiutano il cibo loro offerto.
2.1.2
Marasma infantile
Il marasma infantile è una patologia dovuta alla privazione sia proteica che calorica. In
una condizione di assenza quasi completa di entrambi, l’organismo si abitua allo stato
di malnutrizione sfruttando tutte le riserve primarie o essenziali. In questo caso i
bambini che ne sono affetti hanno un aspetto invecchiato a causa della secchezza
cutanea, subiscono inevitabilmente un arresto della crescita e sono caratterizzati da
una magrezza estrema.
I bambini affetti da marasma, contrariamente a quelli affetti da kwashiorkor, sono
estremamente vitali. Quando viene loro offerto del cibo, mangiano voracemente. La
magrezza estrema allerta la madre che gli dedica più attenzioni.
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2.2 Ipernutrizione
L’altro aspetto della malnutrizione è legato all’eccessiva introduzione calorica: in parole
povere, si ha uno squilibrio tra calorie assunte rispetto all’effettivo dispendio energetico.
L'obesità che spesso ne consegue è una condizione medica caratterizzata da un eccessivo
accumulo di grasso corporeo che può portare effetti negativi sulla salute con una
conseguente riduzione dell'aspettativa di vita.
A causa dell’ipernutrizione, infatti, si calcola che il 70% dei futuri adulti andrà incontro a
patologie quali malattie cardiovascolari o diabete di tipo 2.
2.2.1 Malattie cardiovascolari
Le malattie cardiovascolari sono un gruppo di patologie a carico del cuore e/o dei vasi
sanguigni.
A livello mondiale, in particolare nei Paesi con uno stile di vita tipicamente occidentale,
le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte. Contribuiscono
a questo triste primato soprattutto le malattie associate all'aterosclerosi, la cui
comparsa è favorita da uno stile di vita sempre più caratterizzato dall'abuso
di fumo, alcol e droghe, dalla sedentarietà e da una dieta poco attenta a soddisfare,
senza eccessi, i reali bisogni dell'organismo.
L’aterosclerosi è una malattia lenta e progressiva. Quando la parete interna di
un’arteria viene danneggiata, le piastrine si raccolgono sul luogo della lesione e
cercano di ripararla, causando un processo infiammatorio. Con il passare del tempo
nella zona della lesione si depositano anche le cosiddette placche, fatte
di colesterolo e di altri prodotti cellulari di scarto, che si induriscono fino a restringere
l’arteria: le conseguenze sono che gli organi e i tessuti collegati all’arteria ostruita non
ricevono sangue a sufficienza per funzionare correttamente. Con l’andare del tempo le
placche possono rompersi ed entrare in circolo, in tal modo si può formare un trombo
in grado di danneggiare gli organi, come ad esempio avviene durante un infarto. Il
trombo può spostarsi in altre parti dell’organismo e ostruire parzialmente o totalmente
la circolazione sanguigna diretta verso un altro organo.
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2.2.2 Diabete
Comunemente chiamato diabete, quello di cui tratto è il Diabete Mellito o diabete di
tipo 2.
Il diabete è un'alterazione metabolica conseguente ad un calo di attività dell'insulina,
che è il principale ormone che regola l'ingresso del glucosio dal sangue nelle cellule.
In particolare, il diabete può essere dovuto ad una ridotta disponibilità di questo
ormone, ad un impedimento alla sua normale azione (insulino-resistenza) oppure ad
una combinazione di questi due fattori.
Esistono due principali cause che portano all’insulino-resistenza:

Fattori ormonali
Per impedire un esagerato assorbimento di glucosio, esistono particolari ormoni
che vanno ad inibire l’azione insulinica (glucagone, adrenalina…)

Fattori genetici
Solitamente riguardano mutazioni del recettore insulinico.
Il trattamento più efficace per contrastare l'insulino-resistenza è dato dalla regolare
pratica di attività fisica, associata al dimagrimento e all'adozione di una dieta basata
sulla moderazione calorica e sul consumo di alimenti a basso indice glicemico. E’
importante infatti ricordare che il tessuto adiposo è in grado di produrre sostanze,
come ad esempio la leptina, che contribuiscono allo sviluppo dell’insulino-resistenza.
La presenza di questa malattia causa danni a vasi sanguigni e organi. E’ quindi
elevato il rischio di contrarre malattie cardio-vascolari: la probabilità di morire di queste
malattie è da 2 a 4 volte superiore rispetto a persone che non sono diabetiche.
Generalmente il diabete di tipo 2 si sviluppa in persone con più di 40 anni, in
sovrappeso e con una storia familiare di diabete.
3. Dieta
Dopo aver parlato di alcune malattie legate ad una cattiva alimentazione sorge spontaneo
chiedersi come debba essere composto un corretto regime alimentare.
Per far questo, vediamo prima cosa si intende con la parola “dieta” e poi esaminiamo
quella che a noi più appartiene: la dieta Mediterranea.
3.1 Definizione di dieta
La dieta (dal greco, “modo di vivere”) è l'insieme degli alimenti che gli animali e esseri
umani assumono abitualmente per la loro nutrizione; quindi essa non è necessariamente
privativa, ma comprende anche uno stile di vita che si abbina a pratiche sportive.
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3.2 Dieta Mediterranea
La Dieta Mediterranea è stata inserita dall’UNESCO, nel 2010, tra i patrimoni immateriali
dell’umanità, questo perché apporta numerosi benefici.
La Dieta Mediterranea è caratterizzata da un modello costituito principalmente da olio di
oliva, cereali, frutta fresca o secca e verdure, una moderata quantità di pesce, latticini e
carne, molti condimenti e spezie, il tutto accompagnato da vino in quantità moderate.
3.2.1 Punti cardine
La Dieta Mediterranea è incentrata principalmente sulla corretta scelta degli alimenti.
L’alimentazione tipica contiene mediamente:
55-60% di carboidrati di cui 90% zuccheri complessi e 10% zuccheri semplici.
10-15% da proteine di cui 2/3 di origine animale e 1/3 di origine vegetale .
25-30% di grassi.
Un posto di rilievo hanno sicuramente i cereali, principale fonte di carboidrati,
preferibilmente integrali poiché il processo di raffinazione li impoverisce notevolmente
di vitamine, sali minerali e fibre.
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I legumi sono una fonte di carboidrati complessi e di proteine: queste ultime non sono
paragonabili a quelle di alto valore biologico della carne poiché mancano di alcuni
amminoacidi essenziali. Apportano inoltre vitamine, sali minerali e fibre.
Il pesce, da consumare in quantità maggiore rispetto alla carne, fornisce proteine, sali
minerali, vitamine e soprattutto acidi grassi polinsaturi omega-3 ed omega-6.
Per la carne si preferisce la carne bianca a quella rossa in quanto meno ricca di grassi
saturi.
Uova, latte e derivati del latte sono ricchi di proteine, ma anche di grassi saturi, meglio
quindi consumarli con moderazione.
Anche la frutta secca, consumata giornalmente in piccole quantità, apporta acidi grassi
polinsaturi omega-3 ed omega-6.
Alla base della piramide della Dieta Mediterranea c’è il consumo quotidiano di cinque
porzioni di frutta e verdura, ricche di fibre, sali minerali, vitamine e acqua.
L’olio extravergine d’oliva è il condimento da preferire in assoluto: ricco di acidi grassi
monoinsaturi aiuta a mantenere sotto controllo i livelli di colesterolo LDL. I dolci sono
concessi, ma in quantità molto ridotte e il consumo deve avvenire in modo molto
sporadico.
3.2.2 Benefici
Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell'Università di Barcellona, i cibi
mediterranei aiutano a migliorare la memoria e a prevenire l'Alzheimer. L'attenzione si
è rivolta soprattutto all'olio extravergine d'oliva, che aiuterebbe a migliorare la memoria
a breve termine.
Secondo lo studio spagnolo, la dieta mediterranea aiuta cuore e arterie e la sua azione
è efficace contro la cosiddetta sindrome metabolica, una serie di squilibri metabolici da
catalogarsi come fattori di rischio cardiovascolare, di diabete e di morte precoce. La
sindrome in genere viene diagnosticata quando sono presenti tre o più fattori di rischio:
peso in eccesso, pressione alta, bassi livelli di colesterolo buono (o HDL), trigliceridi e
glicemia alti.
La prevalenza di carboidrati complessi in associazione all’elevato apporto di fibre,
garantisce un indice glicemico moderato; questo significa che la maggior parte dei
glucidi assunti con la dieta viene metabolizzato in maniera corretta e senza aumentare
eccessivamente l’insulina. In questo modo, i carboidrati della dieta non costituiscono
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una fonte di deposito nel tessuto adiposo, evitando l’incremento dei trigliceridi nel
sangue. La fibra migliora la salute dell’intestino alimentando i batteri buoni e favorendo
l’espulsione delle scorie. Oltre a regolare l’assorbimento dei carboidrati, la fibra
interviene positivamente anche su acidi grassi e colesterolo.
La dieta mediterranea, grazie all'olio extravergine d'oliva e alla frutta secca, ridurrebbe
del 30% il rischio di infarto del miocardio, di ictus e di malattie cardiovascolari.
4. Cibo del futuro
Dopo aver parlato della fame nel mondo, della contraddizione legata alla distribuzione del
cibo, delle malattie legate ad una cattiva alimentazione e di una sana nutrizione, è
doveroso guardare a ciò che ci aspetta nel futuro.
L’ONU già da tempo ha diramato un allarme generale riguardo la popolazione della Terra;
infatti prevede che nel 2050 la popolazione del nostro pianeta arriverà fino a 9,1 miliardi. E
se già nel 2015 le persone muoiono di fame, come farà la popolazione ad essere sfamata
nel futuro?
4.1 OGM
Con il termine Organismo Geneticamente Modificato (OGM) si intendono soltanto gli
organismi in cui parte del genoma sia stato modificato tramite le moderne tecniche di
ingegneria genetica. Non sono considerati "organismi geneticamente modificati" tutti quegli
organismi il cui patrimonio genetico viene modificato a seguito di processi spontanei
(modificazioni e trasferimenti di materiale genetico avvengono infatti in natura in molteplici
occasioni e tali processi sono all'origine della diversità della vita sulla Terra), o indotti
dall'uomo tramite altre tecniche che non sono incluse nella definizione data dalla normativa
di riferimento (ad esempio con radiazioni ionizzanti o mutageni chimici).
4.1.1
Pro OGM
Grazie al genoma modificato, si possono ottenere piante che crescono più in fretta, più
resistenti ai pesticidi, al freddo e agli insetti. Rafforzando quindi le piante esse avranno
una resa maggiore in termini di produzione. Si avrà dunque a disposizione più cibo,
rendendo più semplice sfamare le persone bisognose.
Inoltre, da un puro punto di vista economico, le colture più resistenti ai parassiti e alle
intemperie, richiedono minor manodopera, riducendone quindi i costi.
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4.1.2
Contro OGM
La modifica del genoma di un organismo può essere pericolosa, perché il risultato
potrebbe provocare allergie o essere addirittura tossico per l’uomo. Così come gli
organismi geneticamente modificati possono danneggiare l’uomo, è possibile anche
che si possano venire a creare piante resistenti agli erbicidi o insetti resistenti alle
tossine; senza contare poi il rischio di inquinamento del suolo e dell’acqua.
Anche la biodiversità potrebbe essere in pericolo, se l’evoluzione naturale venisse
sostituita da una procreazione programmata.
4.2 Entomofagia
Da alcuni anni, viene presa in considerazione la possibilità di nutrirsi di insetti come per
altro avviene già in alcune aree del pianeta.
Secondo scienziati ed ecologisti gli insetti possono facilmente diventare un cibo
universalmente riconosciuto; i primi sottolineano come gli insetti abbiano un’alta digeribilità,
siano ricchi di proteine, sali minerali, grassi nobili e pochissimo colesterolo.
I secondi puntano l'attenzione sulla facilità di allevarli in poco spazio, senza il grande
dispendio di energia e acqua necessarie per gli allevamenti di bestiame e senza il problema
delle emissioni di gas serra come accade invece per gli allevamenti di bovini.
Secondo una recente stima della FAO, se gli insetti (ne esistono circa 1900 specie
commestibili) venissero allevati in tutto il mondo, entro il 2030 ci sarebbe talmente tanto
cibo da poter sfamare una popolazione di 9 miliardi di persone. Cifra che, secondo l’ONU,
dovrebbe raggiungere la popolazione mondiale solo nel 2050.
Ma allora, dati tutti questi pregi nell’allevare e consumare gli insetti, perché non sono già
entrati nei menù occidentali?
Probabilmente, non rientrando nella nostra cultura, non li consideriamo un cibo e, quindi,
abbiamo una certa barriera psicologica da superare.
Non bisogna quindi puntare ad educare gli adulti, che tendono a non voler assaggiare del
cibo che non rientra nella loro mentalità, ma bisognerebbe partire dai bambini, che sono
notoriamente curiosi di sperimentare, anche con il cibo.
Infatti nel mondo diverse specie di insetti costituiscono una vera ghiottoneria. Per citare
alcuni esempi, in Cambogia e in Venezuela, le tarantole vengono fritte e caramellate; o
ancora, in Giappone, dove le larve di vespa vengono cotte in salsa di soia e zucchero.
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4.3 Alimenti funzionali
Gli alimenti sono definiti funzionali quando, al di là delle proprietà nutrizionali di base, è
scientificamente dimostrata la loro capacità di influire positivamente su una o più funzioni
fisiologiche e di contribuire a preservare lo stato di salute.
Possono essere impiegati per :

Arricchire quegli alimenti in cui tali sostanze sono già naturalmente presenti, in
questo caso si parla di alimenti funzionali arricchiti. Un esempio possono essere i
cereali “fortificati” con vitamine e minerali.

Conferire una determinata caratteristica a cibi che originariamente non la
possiedono, quindi si parla di alimenti funzionali supplementati. Ne sono un
esempio uova e latte con aggiunta di acidi grassi Omega 3, gli yogurt da bere
arricchiti con steroli vegetali, o prodotti arricchiti con probiotici.
Alcuni esempi di alimenti funzionali sono:
Probiotici : organismi vivi che somministrati in quantità adeguata, apportano un beneficio
alla salute dell’ospite arricchendo la flora intestinale. Es. yogurt da bere.
Prebiotici : sostanze organiche non digeribili, capaci di stimolare selettivamente la crescita
e/o l’attività di uno o di un numero limitato di batteri benefici presenti nel colon.
Alcuni esempi sono l’inulina ed i frutto-oligo-saccaridi (FOS)
Simbiotici : alimenti/integratori contenenti una miscela di prebiotici e probiotici. Questa
associazione da un lato migliora la sopravvivenza degli organismi probiotici e, allo stesso
tempo, fornisce un substrato specifico alla flora batterica residente.
La lista dei potenziali effetti benefici dei simbiotici sulla salute umana è piuttosto lunga. Si
va dal miglioramento dell’intolleranza al lattosio, all’aumentato assorbimento di alcuni
minerali come calcio, ferro e magnesio, oltre che un miglioramento della selettività della
mucosa intestinale.
Gli alimenti funzionali, consumati nell’ambito di una dieta e di uno stile di vita equilibrato,
offrono grandi potenzialità nel miglioramento della salute e nel contribuire alla prevenzione
di molte malattie.
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4.4 EXPO 2015
Parlando di “cibo” e “cibo del futuro”, sorge spontaneo parlare dell’ EXPO 2015.
Dopo averci nutrito per millenni, il pianeta Terra ha bisogno di nutrimento, fatto soprattutto
di rispetto, atteggiamenti sostenibili, applicazione di tecnologie avanzate e visioni politiche
nuove, per individuare un equilibrio diverso tra risorse e consumi. Expo Milano 2015 potrà
essere tappa importante di questo percorso di ricerca intrapreso dall’umanità, è un luogo
dove mettere intorno allo stesso tavolo tutti i Paesi del mondo e dare un concreto sostegno
a una nuova consapevolezza condivisa circa gli obiettivi di sviluppo e crescita della
presenza umana sul pianeta.
Questa manifestazione registra la presenza di circa 137 Paesi. In molti padiglioni si nota
come la biodiversità faccia da padrona e come i Paesi ne siano orgogliosi.
Expo 2015 non si occupa solo di temi come “la fame nel mondo” e “cibi del futuro”, ma
anche di altri aspetti, che possono all’apparenza sembrare banali (ma non lo sono) come: il
mangiare in compagnia, il piacere di mangiare e la bellezza puramente estetica del cibo.
Un esempio tutto italiano che riassume questi ultimi temi è lo chef Davide Oldani, che porta
all’ EXPO una cucina ragionata, per evitare gli sprechi, ma senza rinunciare al piacere della
gola.
Lo chef racconta la sua cucina del cuore con una convinzione: “per stare bene e godere
dei piacere del cibo bisogna pensare prima di comprare e pesare prima di cucinare”.
.
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CONCLUSIONE:
“Non si può pensare bene, amare bene, dormire bene, se non si è mangiato bene” (V. Woolf)
In questo pensiero è racchiusa l’importanza della corretta alimentazione. Ogni essere vivente ha
diritto, in base alla propria cultura, alle proprie tradizioni e alla propria religione a nutrirsi in maniera
adeguata e ognuno di noi può e deve contribuire affinché questo avvenga, evitando sprechi e
favorendo un agricoltura sostenibile. Si parla sempre più spesso di cibo, cultura e della cultura del
cibo. La tavola è probabilmente il simbolo più eloquente del nostro vivere la comunità. Una bella
tavolata è l’immagine della collettività che consuma insieme ciò che insieme ha prodotto,
rafforzando un vincolo che la tiene unita.
“In fondo, siamo quello che mangiamo” (Feuerbach)
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Lorenzo Mammì V ALSA A.S. 2014- 2015 I.S.I.S. Giulio Natta Bergamo
LINKOGRAFIA
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