La dieta dissociata

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La dieta dissociata
Il principio della dieta dissociata è noto anche ai meno
esperti.
Questa dieta si basa molto semplicemente sulla regola di non
associare carboidrati e proteine nello stesso pasto. Tale
regola è così generica che in realtà bisognerebbe parlare di
diete dissociate, ovvero tutte quelle che mantengono la
dissociazione tra macronutrienti, ma che differiscono per altri
particolari.
Il fatto di dissociare carboidrati e proteine è uno dei tanti
stratagemmi senza alcun valore scientifico, che fa dimagrire in
modo proporzionale al peggioramento della qualità della vita a
tavola.
La cosa grave è che un grandissimo numero di dietologi, pur sapendo benissimo (si spera)
che le diete dissociate non hanno alcuna valenza scientifica, continuano a proporle ai
propri clienti perché si finisce con il mangiare quantità minori di tutto quindi introducendo
meno calorie si dimagrisce. Infatti la dieta dissociata può funzionare solamente come
stratagemma per far mangiare meno calorie al soggetto. Come tutti gli stratagemmi, è
destinato a fallire se protratto per troppo tempo. Vediamo alcuni motivi di questo
fallimento...
1- La dieta dissociata non ha valenza scientifica
Ovvero, a parità di calorie ingerite, dissociare non serve a nulla, nel senso che si
dimagrisce in modo equivalente o addirittura di meno, come dimostrato da uno studio
pubblicato sul Journal of Obesity (aprile 2000). Per un mese due gruppi di obesi hanno
seguito una dieta da 1100 kcal: il gruppo che ha seguito la dieta dissociata è dimagrito
meno, in media, rispetto al gruppo che seguiva una dieta bilanciata.
2- Dieta dissociata e digestione
Alcuni asseriscono che carboidrati e proteine non debbano essere assunti insieme perché
vengono digeriti con meccanismi che entrano in conflitto tra loro. Questo concetto è alla
base della teoria della dieta delle combinazioni alimentari.
A parte il fatto che la digestione non c'entra nulla con il dimagrimento, un fisico sano è
perfettamente in grado di digerire qualunque combinazione di cibo, la discriminante più
importante è la quantità di cibo.
Si digerisce meglio un pasto bilanciato da 500 kcal che un mega piatto di pasta da 1200
kcal!
3- Dieta dissociata, appetibilità e sazietà
Un modello alimentare che funziona, che consente cioè di coniugare il mantenimento del
peso ideale con il piacere di mangiare, deve massimizzare la sazietà dei cibi e delle
preparazioni mantenendo l'appetibilità, ovvero la bontà..
Dissociare vuol dire diminuire la sazietà dei cibi. Infatti associando carboidrati e
proteine andiamo a rallentare la digestione, ma in modo del tutto fisiologico, nel senso che
andiamo ad evitare che avvenga in modo troppo veloce, portandoci ad avere fame troppo
presto.
Dissociare vuol dire anche diminuire l'appetibilità dei cibi. Questo può portare a
non eccedere con le calorie perché ci si "stanca" prima, mancando la possibilità di passare
ad altro. Pensiamo al pasto a base di proteine: chi è in grado di mangiarsi un kg di carne
magra o 5 scatolette di tonno al naturale?
Vediamola sotto un altro punto di vista: la dieta dissociata è monotona e riduce il piacere
di mangiare. Risultato: il soggetto mangia meno!
4- Dieta dissociata e alimenti
Tutti gli alimenti sono costituiti da carboidrati, proteine e grassi. Certamente esistono cibi
costituiti quasi esclusivamente da carboidrati o proteine, ma sono la minoranza.
La stessa pasta contiene ben il 12,5% di proteine. Ma se mangio 80 g di pasta, che
contiene 10 g di proteine, perché non posso mangiare 100 g di pane e 50 g di carne, che
hanno circa la stessa ripartizione carboidrati - proteine?
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