COMUNICAZIONE E CAPITALE SIMBOLICO D’IMPRESA Umberto Collesei∗ Abstract La marca rappresenta spesso il principale componente del valore dell’offerta per il cliente. Per l’impresa è quindi cruciale analizzare, definire, sviluppare e controllare la corporate image; in altre parole costruire delle marche forti. In tale contesto un ruolo significativo è svolto dalla comunicazione di marketing, che deve essere realizzata in un’ottica di comunicazione integrata. Key words: comunicazione corporate, comunicazione di marketing, comunicazione integrata, strumenti For the customer the brand often represents the main component of the value offered. Therefore, it is important for the enterprises to define, analyse, develop and control corporate image. In other words, they must build strong brands. In this context, a crucial role is played by integrated marketing communication, which means that all the communication actions must be integrated within the company. Key words: corporate communication, marketing comunication, integrated communication, tools 1. Valore d’impresa e marca Gli studi più recenti concordano sull’affermazione che il valore che un’impresa può generare è strettamente connesso alla sua capacità di creare valore per il cliente (Vicari S. 1991, 100-101, Vicari S. e Rullani E. 1999, 19, Busacca B. 2000, 27). D’altro canto, come sottolinea Valdani, “la capacità di un’impresa di generare valore è riconoscibile dalla sua disponibilità ad ascoltare la voce del cliente ed a soddisfare meglio della concorrenza le sue aspettative” (Valdani E. 2000, 96). A sua volta il cliente attribuisce valore all’offerta dell’impresa in base a come pensa che essa possa risolvere i suoi problemi; lo definisce quindi attraverso la percezione dei benefici che coglie nell’offerta dell’impresa nei confronti dei benefici che pensa ∗ Professore ordinario di Marketing, Dipartimento di Economia e Direzione Aziendale, Università Ca’ Foscari Venezia e-mail: [email protected] sinergie n. 59/02 54 COMUNICAZIONE E CAPITALE SIMBOLICO D’IMPRESA di cogliere dalle imprese concorrenti. Di conseguenza, capitale fisico, Know how, brevetti, competenze di gestione, relazioni con i clienti si riflettono nella marca, che sintetizza tali valori (performance qualitative percepite, aspetti emozionali, reputazione…) agli occhi dei clienti e che ne rappresenta il suo valore (brand equity). La marca e, più in particolare, l’immagine ad essa connessa è perciò oggetto di crescente attenzione da parte di operativi, studiosi e ricercatori. “Il bisogno di definizione dell’identità personale è divenuto sempre più impellente via via che si faceva sinonimo di ricerca di uno stile individuale, di costruzione e rappresentazione della personalità” (Brognara R., Codeluppi V. 1992, 14). Si spiega così come il consumatore, comprando i prodotti, sempre meno li sceglie sulla base degli attributi fisici e delle prestazioni attese, che costituiscono ormai dei pre-requisiti definiti anche in considerazione delle scelte effettuate dalla concorrenza, e sempre più in base ai tratti della personalità ed agli elementi di natura comunicativa ed immateriale. “Le imprese sono inoltre costrette ad affinare la loro sensibilità per l’immagine perché comunicano in un ambiente di mercato reso sempre più confuso da un eccessivo affollamento di segni e di messaggi e da una crescita continua del “tasso di estetizzazione” del sociale (Brognara R., Codeluppi V. 1992, 15). Ogni impresa cerca quindi di attribuire una certa immagine a se stessa, ad una marca, ad un prodotto, più forte e distintiva possibile, così da emergere nella babele di messaggi che il consumatore quotidianamente riceve e da distinguersi positivamente dalla concorrenza. Da produttore di beni e servizi si trasforma in emittente di messaggi rivolti ad una grande varietà di pubblici e con una grande varietà di strumenti. Inoltre, per sopravvivere e crescere deve, da un lato, innovare continuamente prodotti e processi, dall’altro, operare a livello mondiale, cercando di acquisire posizioni di controllo nei diversi mercati, ponendo grande attenzione alla riduzione dei costi ed ai processi di comunicazione. 2. Corporate image e identità di marca L’immagine che si forma sul mercato è quella che risulta dall’interazione tra gli sforzi dell’impresa di proporsi in un certo modo e le immagini che dell’impresa si sono formati i diversi pubblici con cui viene in contatto (clienti, dipendenti, rivenditori, fornitori, ecc.) (Romano D. 1988, 47). Dipende perciò non solo dalle attività di comunicazione specificatamente realizzate dall’impresa (pubblicità, relazioni pubbliche, promozioni, sponsorizzazioni, ecc.), ma anche da quelle di tutti i membri dell’organizzazione, oltre, s’intende, alle altre comunicazioni che si producono nell’ambiente esterno e che sono al di fuori del diretto controllo dell’impresa stessa. Per le imprese è divenuto perciò cruciale analizzare, definire, sviluppare e controllare la corporate image, che è la risultante dell’attività di comunicazione e di UMBERTO COLLESEI 55 tutte le altre attività realizzate dall’impresa nel suo complesso. Si comprende quindi come non sia solo compito della comunicazione esterna, ma anche di quella interna. Infatti, quest’ultima deve informare i dipendenti sugli obiettivi e sulle linee di azione che l’impresa sta perseguendo, creando interesse e coinvolgimento e ottenendo in cambio partecipazione anche emotiva e impegno nella diffusione dell’immagine desiderata. Non solo l’intera attività di mercato richiede una grande enfasi sui fattori interni all’organizzazione, ma l’intero processo di gestione della marca (branding) richiede una grande attenzione al ruolo svolto in tale processo dai dipendenti. “I valori emozionali della marca sono comunicati non solo attraverso la pubblicità, ma anche attraverso le interazioni dei dipendenti con i diversi stakeholders” (Harris F., de Cernatory L. 2001, 441). L’approccio alla corporate branding non può quindi che essere olistico, in cui tutti i membri dell’organizzazione assumono dei comportamenti coerenti con l’identità di marca desiderata (Kapferer J.N. 1997). Ciascuna marca ha un unico set di valori che risulta rilevante per il suo target market. Al centro dell’identità di marca c’è la vision e la cultura di marca che “encompasses the brands core purpose – its reason for being – and its core values, which provide a system of guiding principles” (Collins J.C., Porrai J.I. 1996). Oltre ai valori chiave, che rimangono relativamente stabili nel tempo, mentre gli altri valori dell’impresa si adattano alle mutevoli circostanze, vanno a comporre l’identità di marca il posizionamento della marca, le relazioni del personale, lo stile di presentazione che riflette le aspirazioni dei consumatori e la loro immagine di sé (Bowling G.L. 1994). Un chiaro e distinto processo di branding produrrà così una marca forte, con una buona reputazione. L’identità di marca è quindi il risultato di una molteplicità di azioni, che producono una molteplicità di fattori, ciascuno dei quali contribuisce a caratterizzare per i diversi stakeholders l’immagine di marca e la sua personalità. La marca costruisce intorno al prodotto un’intelaiatura di senso e lo rende allo stesso tempo unico e multidimensionale. E’ compito della comunicazione corporate e di marketing stabilire una serie di immagini e valori nella mente dei consumatori che siano istantaneamente ricollegabili all’esposizione del brand name. Nel tempo le marche sviluppano una propria personalità che si traduce, tra l’altro, in brand equità (Yeshin T. 1998, 41), cioè nel valore economico finanziario addizionale rispetto al valore del prodotto inteso in chiave tecnico funzionale. Chiarito il rapporto che lega strategia d’impresa e comunicazione si considerano le problematiche di comunicazione e di carattere organizzativo che contraddistinguono la comunicazione di marketing. 56 COMUNICAZIONE E CAPITALE SIMBOLICO D’IMPRESA 3. La comunicazione di marketing Per molte imprese la rapida evoluzione dei prodotti e spesso la facile imitabilità comportano la ricerca di valori da comunicare che si mantengano relativamente stabili nel tempo, valori che possono essere propri solo dell’identità dell’impresa, derivare quindi dalla corporate image. «L’ambiente concepito come campo simbolico comunica all’organizzazione impresa non solo dati e informazioni ma anche valori legittimanti, norme di comportamento, significati che consentono all’organizzazione di definire la situazione in cui opera e simboli condivisi che facilitano il dialogo e l’interazione. A sua volta l’impresa, come organizzazione, si esprime sia verso l’interno, sia verso l’esterno. All’interno le strategie di comunicazione contribuiscono a rinforzare l’identità collettiva dei membri. All’esterno, esse rappresentano l’azienda, delineano le sue credenze, preferenze ed opinioni e ricercano la legittimazione e l’accreditamento dell’ambiente, inducendo i suoi interlocutori (siano essi consumatori, finanziatori o venditori) a condividere i suoi obiettivi o perlomeno a considerarli legittimi» (Martinelli A. 1986, 13). Per quanto riguarda il contributo della comunicazione all’interno va ricordato che i lavoratori dell’impresa, spesso non dipendenti, hanno un grado di cultura sempre più elevato e che l’aumento della produttività e il conseguimento degli obiettivi aziendali passano attraverso la mobilitazione degli uomini. Per quanto attiene all’esterno, va innanzitutto precisato che l’impresa si trova di fronte diversi pubblici oltre ai clienti. Innanzitutto la comunità locale, con cui è in stretto e quotidiano contatto, il trade, i fornitori, gli influenzatori, i media, il mondo del credito e della finanza, la Pubblica Amministrazione ed infine il grande pubblico, particolarmente attento alla comunicazione istituzionale. L’impresa si trova quindi a comunicare con una grande varietà di pubbblici attraverso una grande varietà di strumenti. Il processo di adattamento a questa situazione, già complesso per l’esigenza di rendere coerente un insieme eterogeneo di elementi connessi a ciò che l’impresa dice (pubblicità, comunicazione interpersonale), mostra (prodotti, logo, stabilimento) e fa (comportamenti dei membri dell’organizzazione), lo diviene ancor di più se si considerano due circostanze. La prima è che mutando gli interlocutori mutano i metri di giudizio: nel tempo le diverse immagini «oltre a modificarsi nel loro andamento interno, nella loro struttura, vengono per cosí dire proiettate su schermi diversi» (Romano D. 1988, 37). Ciò significa che è necessario far sí che nelle molteplici rappresentazioni di un’impresa emergano delle costanti, vere e proprie somiglianze strutturali al variare dei singoli elementi di giudizio: l’identità dell’impresa. La seconda circostanza riguarda la necessità di ottenere questa difficile coerenza sui diversi piani di immagine da parte di tutti coloro che gestiscono i processi di comunicazione (responsabili funzionali e direzione generale, oltre alle numerose strutture esterne di supporto di cui l’azienda può avvalersi). Questo passaggio da comunicazione prodotto (brand image) a comunicazione corporate, oltre ad esigere che non si creino tratti contraddittori tra brand image e UMBERTO COLLESEI 57 company image, situazione non facile da realizzare e mantenere, dati i differenti pubblici obiettivo, media e messaggi utilizzati nei due casi, richiede significativi cambiamenti nella logica, nelle tecniche e nei metodi di comunicazione: è l’impresa nella sua globalità che deve divenire comunicante. La sua immagine è infatti il risultato dell’azione di tutti i media utilizzati per la comunicazione esterna ed interna. Per realizzare un’azione sinergica le imprese dovranno passare da una cultura della comunicazione come strumento di supporto a decisioni commerciali ad una cultura della comunicazione come parte integrante del processo di interazione con l’ambiente, che trova il suo momento chiave nella definizione degli obiettivi dell’impresa e nella pianificazione strategica. Tutto ciò porta ad esprimere l’esigenza di una gestione unitaria dell’immagine, in cui quella relativa al prodotto rappresenta una componente che nel caso dei beni destinati alla produzione risulta addirittura meno rilevante di quella di impresa e, nel caso dei servizi, coincide. La scelta di governare e comunicare l’identità d’impresa è resa ancora più urgente dalla constatazione che non è sufficiente «saper fare», ma occorre «far sapere» affinché, soprattutto per le componenti soft dell’organizzazione, il valore creato possa essere trasferito al mercato. Le comunicazioni dell’impresa rientrano perciò in un contesto di comunicazione articolato su più livelli, che è il risultato di un approccio sistemico e che richiede una chiara definizione di ruoli e quindi di criteri e strumenti di coordinamento efficaci delle differenti tipologie di comunicazione. Sulla base di recenti analisi teoriche quattro sono i principali livelli di comunicazione dell’impresa: - prodotto, marca, marketing, corporate. La comunicazione prodotto immagine prodotto (credenze, atteggiamenti ed opinioni di un consumatore od un gruppo di consumatori di un prodotto) riguarda una particolare categoria di prodotti; la comunicazione brand brand image l’immagine che un certo gruppo di consumatori si è fatto di una data marca in concorrenza con altre marche. A volte, l’immagine di marca coincide con quella di prodotto, essendo la prima considerata semplicemente come un ombrello protettivo più grande rispetto alla seconda. In altri casi serve a differenziare prodotti della stessa azienda che devono raggiungere pubblici diversi, in differenti circostanze di acquisto e di consumo. Un terzo livello di comunicazione è stato definito da Barich e Kotler (Barich H., Kotler P.H. 1991), di marketing, marketing image. Con tale termine gli autori distinguono dalle precedenti immagini il modo in cui i consumatori percepiscono la qualità dell’intera offerta di marketing: marketing mix. «L’immagine di marketing 58 COMUNICAZIONE E CAPITALE SIMBOLICO D’IMPRESA dell’impresa consiste nel modo in cui i clienti e gli altri pubblici valutano il valore di scambio dell’offerta dell’impresa rispetto a quella dei concorrenti». In questo contesto le comunicazioni prodotto, brand e vendita concorrono con gli altri fattori, prezzo, distribuzione e servizio, a comporre l’immagine di marketing. Compito della comunicazione di marketing è quindi quello di utilizzare tutti gli strumenti per valorizzare agli occhi del cliente l’offerta dell’impresa. Tale comunicazione obbliga le imprese ad individuare i valori di marketing che si vogliono trasmettere e che devono legare in modo coerente e sinergico i singoli strumenti di marketing mix, propri e dell’intera catena del valore fornitori – distributori. Un contributo forte viene dato dal design che aggiunge valore al prodotto attraverso l’accrescimento delle prestazioni simboliche, lo stile, un miglior contesto in cui si inseriscono le funzioni svolte dal prodotto, una maggiore facilità d’uso, un più gradevole rapporto con l’utilizzatore. La coerenza all’interno dei componenti del design mix e all’esterno tra quest’ultimo ed il posizionamento del prodotto e della marca consente di esprimere in pieno le potenzialità distintive in termini di comunicazione di questo importante strumento. Un secondo importante contributo è fornito dalla capacità comunicativa del packaging. Fra i componenti del prodotto non si devono dimenticare i materiali, le tecnologie con cui si ottiene il prodotto, l’assistenza tecnica pre e post vendita. E’ noto il valore simbolico del prezzo e come esso concorra, spesso in modo determinante, a posizionare il prodotto nelle diverse fasce del mercato. Elevato è anche il contributo comunicativo della distribuzione. A questo proposito sembra sufficiente ricordare il ruolo svolto dal display, dal merchandising e, più in generale dalla comunicazione sul punto vendita, oltre all’impatto delle diverse azioni promozionali e di presentazione delle marche. La complessità della comunicazione di marketing è oggi accresciuta per l’esigenza di realizzare campagne integrate in termini sia di componenti di marketing mix, per i quali è aumentato l’impatto in termini di comunicazione, sia di mezzi utilizzati (eventi, fiere, P.R., Pubblicità, D.M., Internet...) e di coordinare specialisti di comunicazione che forniscono la loro assistenza all’impresa nella messa a punto e realizzazione delle campagne relative ai singoli media. Il quarto livello di immagine individuato, ovviamente il più elevato, è quello corporate. Facendo riferimento all’impresa nel suo complesso, costituisce la cornice entro la quale si colloca l’immagine marketing che, a sua volta, contiene quella relativa al brand e al prodotto. 4. Comunicazione di marketing e comunicazione corporate Senza trascurare il contributo che la ripartizione proposta può dare all’analisi e alla pianificazione dell’attività di comunicazione di impresa, la distinzione che appare più significativa è quella tra comunicazione marketing e comunicazione corporate. Pur utilizzando forme di comunicazione assai simili, perseguono finalità differenti che determinano contenuti di comunicazione diversi. Spesso, nella pratica UMBERTO COLLESEI 59 si constata una frattura tematica e/o formale tra le diverse comunicazioni. Sono soprattutto i due approcci che devono risultare distinti. L’approccio marketing presenta una relazione «lineare», relativamente stabile tra prodotto/servizio e mercato obiettivo. Compito della comunicazione è quello di ottimizzare delle corrispondenze fisiche e simboliche tra produzione-distribuzione e consumo al fine di massimizzare la relazione di scambio e indurre all’acquisto. Ciò potrà essere ottenuto agendo su valori tanto d’uso, quanto di significazione. L’approccio della comunicazione corporate è invece strutturalmente più disorganico. La comunicazione riguarda necessariamente aspetti particolari dell’impresa; si rivolge ad un dato pubblico con uno specifico messaggio tarato sul bisogno di un determinato momento. Si enfatizza cosí la necessità che assuma contenuto strategico e quindi presenti i caratteri della permanenza e della coerenza. Il fattore che consente di ottenere tali caratteri è l’identità che fornisce gli elementi invarianti dei messaggi in cui si articola la comunicazione corporate, e di cui la cultura d’impresa è la manifestazione del vissuto. È perciò necessario un sistema di rappresentazione dell’impresa che parta da un sistema coerente di segni, la denominazione, il logo e l’insieme degli elementi di identificazione visiva, e arrivi ai tratti salienti dell’immagine che si vuole comunicare, in modo da far sì che l’immagine percepita sia il più possibile vicina all’immagine attesa (Fabris 1995, 214). Lo strumento cardine cui fare riferimento, tanto per la comunicazione marketing, quanto per quella corporate, è certamente il posizionamento del prodotto, della marca e dell’impresa. Da quanto finora detto si comprende come il posizionamento di prodotto deve risultare coerente con quello di impresa; inoltre, quello tecnico (attributi di qualità, funzioni d’uso, packaging, prezzo e distribuzione), di cui si occupa prevalentemente il marketing prodotto, deve risultare in sintonia con il posizionamento brand, di cui si occupa prioritariamente la comunicazione, specie quella pubblicitaria. Punti di partenza differenti come gli aspetti tecnici ed i valori d’uso per il primo e la percezione, il brand concept, le funzioni immaginarie e sociali per la seconda, ne rendono spesso difficile l’integrazione in un unitario processo strategico di posizionamento del prodotto. Nel perseguire una posizione non occupata dalla concorrenza, nei casi in cui è forte il peso delle variabili soggettive, si corre anche il rischio di «slegare» il prodotto come fatto tecnico dall’immagine di marca, facilitando il manifestarsi di discontinuità ed incoerenze di immagine a livello distributivo e di singolo componente del marketing mix. 5. Soluzioni organizzative e strumenti operativi per gestire la comunicazione di marketing in un’ottica di comunicazione integrata Dal punto di vista organizzativo va ricordato come l’attività di comunicazione di marketing venga svolta da diverse strutture di marketing: servizio pubblicità/comunicazione prodotto, P.R. prodotto, vendite, direct response, merchandising, ecc., come pure quella corporate dalla direzione risorse umane per la 60 COMUNICAZIONE E CAPITALE SIMBOLICO D’IMPRESA comunicazione interna, dalla direzione finanziaria, dalle P.R. curate da organi di staff della Direzione Generale (Invernizzi 2001, 22 ). Chiarita, seppure sinteticamente, la collocazione della comunicazione di marketing nel contesto della comunicazione dell’impresa, restano da precisare gli strumenti strategici ed operativi necessari per attuare un’efficace ed efficente comunicazione globale. Innanzitutto si devono gestire correttamente le interazioni tra comunicazione marketing e comunicazione corporate. Ciò implica la definizione dei ruoli e degli obiettivi da assegnare e l’individuazione delle risorse organizzative, finanziarie e tecniche che dovranno presiedere all’attuazione della comunicazione integrata. A tal fine è necessario chiarire l’aspetto organizzativo, definire un piano di comunicazione globale, prevedere dei meccanismi per coordinare gli aspetti operativi e garantire il necessario controllo. Quanto al primo aspetto, appare indispensabile creare una direzione comunicazione alle dirette dipendenze della direzione generale, come staff, con il compito di curare la pianificazione dell’intera attività di comunicazione e di coordinare le azioni di comunicazione delle singole direzioni funzionali, in particolare delle direzioni marketing e risorse umane. L’esecuzione, necessariamente decentrata, delle diverse forme di comunicazione rende inevitabile delegarne la responsabilità alle singole unità organizzative prevedendo, nel ruolo di ciascun manager, maggiore tempo e competenza riservate all’attività di comunicazione. Dal punto di vista strategico, il coordinamento della comunicazione integrata, oltre che dal piano elaborato da un comitato per la pianificazione, cui partecipino tutti coloro che, a vario titolo, gestiscono attività di comunicazione, sarà garantito dall’attività del comitato stesso e da altri organi di coordinamento previsti per la gestione di singoli progetti di comunicazione; sul piano operativo, dalla costanza e dalla coerenza del format e della visual identity. Ancora, l’ottica di comunicazione dovrà essere presente in ogni scelta strategica dell’impresa, dai nuovi prodotti, all’acquisizione di nuovi stabilimenti, all’inserimento in nuovi mercati, ecc. Per la gran parte delle imprese (escluse quelle che operano in segmenti molto piccoli ed omogenei) per un periodo non breve, sarà necessario gestire sia mezzi vecchi, probabilmente rivisitati, sia mezzi nuovi, che, in alcuni casi, si rivolgono agli stessi clienti. Si frappongono inoltre piani, tempi di immagine, con presenze di più comunicazioni sugli stessi mezzi (ad es., comunicazione di massa e personalizzata via internet) e provenienti da più enti (Direzione Generale, Direzione Marketing, Direzione del Personale ...). Ciò complica notevolmente la pianificazione e la gestione della comunicazione d’impresa soprattutto per quanto concerne la possibilità di realizzare sinergie di immagine nei due mercati (dei vecchi e dei nuovi media) e all’interno del mix di comunicazione. A tale proposito si dovrà realizzare un’efficace ed efficiente integrazione tra: comunicazione prodotto e design e stile; comunicazione prodotto, comunicazione di UMBERTO COLLESEI 61 marketing e comunicazione istituzionale; comunicazione interna ed esterna; comunicazione globale e locale. Tutto ciò richiede che siano fissate le linee guida della comunicazione d’impresa nel libro della marca che deve illustrare le strategie per la commercializzazione di prodotti e servizi della marca; le politiche commerciali; le informazioni, le metodologie e le norme procedurali per ottimizzare la gestione dei processi centrali e periferici, con particolare riferimento alla strategia ed alla politica di comunicazione, così da mettere in grado ogni servizio di elaborare azioni coerenti con i valori della marca. Alla base del complesso di attività e comportamenti ci deve essere quindi un progetto di comunicazione integrata, chiaramente definito, costantemente monitorato ed adeguato alle mutevoli situazioni che l’impresa deve affrontare, soprattutto condiviso da tutti i componenti dell’organizzazione. Ciò può essere garantito da una forte cultura di marketing e di comunicazione e da una grande attenzione ai valori interni dell’impresa. Solo così si potrà veramente parlare di impresa comunicante. Bibliografia BARICH H., KOTLER PH., “A framework for marketing image management”, in Sloan Management review, n. 94, 1991. BROGNARA R., CODELUPPI V., Imagineering, Milano, Guerini e associati, 1992. BUSACCA B, Il valore della marca tra postfordismo ed economia digitale, Milano, Egea, 2000. COLLESEI U., RAVÀ V., “Le nuove forme di comunicazione delle imprese”, in Il marketing negli anni 2000, (a cura di ), VARALDO R., Milano, Guerini e Associati, 1999. 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