Soluzioni dei problemi della maturità scientifica A.S. 2012/2013 Nicola Gigli ∗ Sun-Ra Mosconi † June 20, 2013 Problema 1 1. Il teorema fondamentale del calcolo integrale garantisce che f 0 (x) = cos x 1 + . 2 2 Quindi f 0 (π) = cos π 1 1 + = , 2 2 2 f 0 (2π) = cos 2π 1 1 + =− . 2 2 2 2. La funzione f 0 è periodica, ed il suo periodo si ottiene determinando il più piccolo T > 0 tale che f 0 (0) = f 0 (T ) ⇔ 3 T 1 = cos + 2 2 2 ⇔ cos T = 1. 2 L’ultima equazione ha soluzione T /2 = 2kπ e quindi T = 4kπ con k ∈ Z, da cui si deduce che il periodo è 4π. Essendo 9 < 4π possiamo studiare f 0 ed f in [0, 4π]. Notiamo che f 0 è continua insieme a tutte le sue derivate. Il segno di f 0 si determina risolvendo la disequazione trigonometrica cos x2 ≥ − 12 . Risolviamo (in [0, 4π]) l’equazione associata: cos ∗ † x 1 =− , 2 2 ⇔ x π = π ± + 2kπ, 2 3 Università di Nizza Università di Catania 1 ⇔ 4 8 x = π, x = π. 3 3 Mediante confronto grafico fra le funzioni y = cos x2 e y = − 12 si deduce che f 0 (x) ≤ 0 per x ∈ [0, 4π] ⇔ 4 8 x ∈ [ π, π]. 3 3 La derivata di f 0 si calcola facilmente come x 1 f 00 (x) = − sin · . 2 2 Quest’ ultima è maggiore o uguale zero (nell’intervallo [0, 4π]) quando x x sin ≤ 0 ⇔ ∈ [π, 2π] ⇔ x ∈ [2π, 4π]. 2 2 Quindi f 0 risulta decrescente in [0, 2π] e crescente in [2π, 4π]. Per studiare la concavità di f 0 calcoliamo la derivata seconda x 1 f 000 (x) = − cos , 4 2 e calcoli simili ai precedenti mostrano che in [0, 4π] vale f 000 (x) ≥ 0 ⇔ [π, 3π]. Quindi f 0 è concava in [0, π] ∪ [3π, 4π], convessa in [π, 3π] ed ha due flessi in x = π e x = 3π. Il grafico qualitativo di f 0 è dunque il seguente. 3 2,5 2 1,5 1 0,5 -π 0 π 2π 3π 4π 5π -0,5 -1 -1,5 Se ne deduce che f è crescente in [0, 43 π] ∪ [ 38 π, 4π] (dove f 0 è non negativa) e decrescente in [ 34 π, 83 π] (dove f 0 è non positiva). Dunque il punto x = 34 π è di massimo locale, mentre il punto x = 83 π è di minimo locale. Inoltre f è convessa in [2π, 4π] e concava in [0, 2π], con un flesso in x = 2π. Il grafico qualitativo di f è il seguente. 2 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 0 π 2π 3π 4π 5π 3. Il valor medio di f 0 in [0, 2π] è dato, mediante il teorema fondamentale del calcolo integrale, come Z 2π Z 2π f (2π) − f (0) 1 t 1 1 0 f (x) dx = = cos( ) + dt, 2π 0 2π 2π 0 2 2 essendo chiaramente f (0) = 0. Poiché Z t 1 t t cos( ) + dt = 2 sin( ) + + c, 2 2 2 2 si ottiene 1 2π Z 0 2π t f (x) dx = 2 sin( ) + 2 0 2π t 1 1 = (π − 0) = . 2 0 2π 2 4. Per il principio di Cavalieri, il volume del solido W si determina integrando l’area delle sezioni. Si ha quindi 4 Z 4 Z 4 π 12 π 24 A(x) dx = 3 sin( x) dx = − cos( x) = . Vol(W ) = 4 π 4 0 π 0 0 Problema 2 1. Essendo la funzione f pari, il suo grafico è simmetrico rispetto all’asse y e per studiarne l’andamento sarà sufficiente limitarci all’intervallo [0, +∞[. Osserviamo che, per ogni x ∈ [0, +∞[, risulta f (x) > 0. Inoltre, il punto di intersezione tra il grafico di f e l’asse y ha coordinate (0, 2). La funzione è 3 continua insieme a tutte le sue derivate in [0, +∞[ e non possiede asintoti verticali. Poiché si ha: 8 = 0, x→+∞ 4 + x2 lim f (x) = lim x→+∞ la retta y = 0 è asintoto orizzontale per f . Per studiare la crescenza e la decrescenza di f calcoliamo la sua derivata prima in [0, +∞[: 0 −2x 16x 1 0 = 8 = − . f (x) = 8 4 + x2 (4 + x2 )2 (4 + x2 )2 È immediato osservare che f 0 (x) ≤ 0 ⇔ x ∈ [0, +∞[. Di conseguenza, tenendo conto della parità della funzione f , essa risulta crescente nell’intervallo ] − ∞, 0], decrescente nell’intervallo [0, +∞[ e possiede un punto di massimo assoluto in x = 0. Per studiare la concavità e la convessità di f calcoliamo la sua derivata seconda in [0, +∞[: 0 (4 + x2 )2 − 4x2 (4 + x2 ) 3x2 − 4 x 00 = −16 = 16 , f (x) = −16 (4 + x2 )2 (4 + x2 )4 (4 + x2 )3 da cui ricaviamo 00 f (x) ≤ 0 ⇔ 2 3x − 4 ≤ 0 ⇔ √ √ 2 3 2 3 ≤x≤ . − 3 3 Di conseguenza, tenendo conto della parità della f , essa rivolge √ funzione √ 2 3 2 3 la concavità verso l’alto nell’insieme ] √− ∞, − ] ∪ [ , +∞[, rivolge la 3 3 √ concavità verso il basso nell’insieme [− 2 3 3 , 2 3 3] e possiede due punti di flesso √ √ in corrispondenza ad x = ± 2 3 3 di coordinate ± 2 3 3 , 23 . Il grafico qualitativo Φ della funzione f è il seguente: 4 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 -0,5 -1 -1,5 Troviamo l’equazione della retta tangente a Φ nel punto Q : (2, 1). Per far ció è sufficiente calcolare f 0 (2) = − 21 , ovvero il coefficiente angolare della retta cercata. Imponendo il passaggio per il punto Q ricaviamo: y−1=− 1 2(x − 2) ⇔ x + 2y − 4 = 0. Per ragioni di simmetria l’equazione della retta tangente a Φ nel punto P : (−2, 1) ha equazione x − 2y + 4 = 0. La loro intersezione è il punto R : (0, 2). Di conseguenza il quadrilatero convesso individuato da esse con le rette OP e OQ è il quadrilatero OP RQ rappresentato in figura. 4,5 4 3,5 3 2,5 2 1,5 1 0,5 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 -0,5 -1 -1,5 Notiamo che i punti P ed Q sono simmetrici rispetto all’asse delle y (che passa per O) di conseguenza i segmenti OP e OQ hanno la stessa lunghezza. 5 Inoltre i punti R ed O sono simmetrici rispetto alla retta y = 1 (che passa per i punti P e Q) e dunque i segmenti OQ e OR hanno la stessa lunghezza. Il quadrilatero OP RQ, avendo tutti i lati uguali, è dunque un rombo. Per calcolare gli angoli richiesti osserviamo che l’angolo acuto individuato dalla retta OQ e dall’asse delle x ha tangente 12 . Poichè arctan 12 ' 26◦ 340 dopo facili calcoli si trovano le misure richieste pari a: 126◦ 520 e 53◦ 80 . 2. La costruzione descritta è rappresentata nella seguente figura: 4 3 2 1 -5 -4 -3 -2 -1 0 1 2 3 4 5 -1 La circonferenza Γ ha equazione x2 + (y − 1)2 = 1 ⇔ x2 + y 2 − 2y = 0. Osserviamo subito che se la retta t è l’asse delle x, il punto A coincide col il punto B e ha coordinate (0, 2) ∈ Γ. La retta generica passante per O ha equazione y = mx, dove m ∈ R \ {0}. Escludiamo il valore m = 0 perchè in questo caso la retta t non interseca la retta y = 2. Poiché il punto A appartiene alla retta t esso ha coordinate (x, mx); imponendo la condizione di appartenenza a Γ otteniamo: x2 + m2 x2 − 2mx = 0 ⇔ x = 0, x = 2m . 1 + m2 Il secondo valore è quindi l’ascissa di A (essendo A 6= O) e di conseguenza la sua ordinata é 2m 2m2 m· = . 1 + m2 1 + m2 Si ricava facilmente che il punto B ha coordinate generiche ( m2 , 2). Il punto di 2m2 cui vogliamo verificare l’appartenenza a Φ ha dunque coordinate ( m2 , 1+m 2 ). 6 Esso appartiene a Φ se e solo se: 2m2 8 = , 2 1+m 4 + m42 che è facilmente verificata per ogni m 6= 0. 3. Il cerchio delimitato da Γ ha area π; ci basta dunque verificare che il valore del seguente integrale definito, che esprime l’area della regione R, è lo stesso: 2 Z 8 0 1 dx = 4 4 + x2 Z 2 0 1 2 h x i2 π dx = 4 arctan = 4 · = π. 2 2 0 4 1 + x2 Tenendo conto della parità della funzione f l’area della regione compresa tra Φ e tutto l’asse delle x è data dal valore del seguente integrale definito: Z 2 +∞ Z 0 a→+∞ a f (x) dx = 2 · lim 4 · arctan f (x) dx = 2 lim a→+∞ 0 a = 4π. 2 4. Chiamiamo A(y) l’area della sezione di W con il piano perpendicolare all’asse y passante per y. Il principio di Cavalieri asserisce che il volume di W si determina integrando tale funzione. Poichè il massimo e il minimo di f in [0, 2] sono rispettivamente y = 2 e y = 1, è chiaro che A(y) = 0 per y < 1 o y > 2. L’area A(y) è quella di un cerchio di raggio r(y), dove r(y) ≥ 0 risolve y = f (r(y)), ossia, con facili calcoli, r 8 8 2 − 4 ⇒ A(y) = πr(y) = π −4 . r(y) = y y L’integrale definito che fornisce il valore del volume di W è dunque il seguente: Z 2 8 π − 4 dy = π(8 log 2 − 4). y 1 7