3.1.11 – LA VALUTAZIONE AUTENTICA In questi ultimi decenni sono stati sollevati non pochi interrogativi sul valore della valutazione comunemente praticata a scuola. La soluzione ai problemi della valutazione è stata ricercata in varie direzioni: in una ridefinizione degli obiettivi, del ruolo dell’insegnante, del processo di apprendimento, dei contenuti da apprendere, ma soprattutto in ciò che avrebbe potuto consentire di esprimere una valutazione più autentica dell’apprendimento dello studente. Il concetto di “autentico” ha assunto il valore non contrapposto a “soggettivo”, ma ad “autoreferenziale”, “riproduttivo”, “non-predittivo” di ciò che realmente lo studente saprebbe fare, con ciò che ha imparato, qualora fosse impegnato in compiti reali. La focalizzazione su compiti di prestazione e non su compiti ripetitivi e speculari di ciò che è stato appreso richiede agli studenti l’uso e l’applicazione della propria conoscenza per produrre prodotti complessi nei quali si rivelino la padronanza e la competenza. Lo spostamento dell’attenzione sulla prestazione più che sul possesso dei contenuti ha evidenziato l’insufficienza e i limiti di altre prove e strumenti di valutazione. La critica si è diretta soprattutto alle prove oggettive e a ogni compito che consenta solo un giudizio autoreferenziale rispetto a quanto è stato insegnato e non verifichi ciò che lo studente sa fare, con ciò che ha appreso, in contesti e problemi reali. Si parla quindi di valutazione autentica “quando ancoriamo il controllo al tipo di lavoro che persone concrete fanno piuttosto che solo sollecitare risposte facili da calcolare con risposte semplici. La valutazione autentica è un vero accertamento della prestazione, perché da essa apprendiamo se gli studenti possono in modo intelligente usare ciò che hanno appreso in situazioni che in modo considerevole li avvicinano a situazioni di adulti e se possono rinnovare nuove situazioni” (Wiggins). Winograd e Perkins definiscono la valutazione autentica come l’intento di coinvolgere gli studenti in compiti che richiedono di applicare le conoscenze nelle esperienze del mondo reale. La valutazione autentica scoraggia le prove carta-e-penna sconnesse dalle attività d’insegnamento e di apprendimento. Nella valutazione autentica c’è un intento personale, una ragione ad impegnarsi e un ascolto vero al di là delle capacità e delle doti dell’insegnante. La valutazione autentica o alternativa si fonda sulla convinzione che l’apprendimento scolastico non si dimostra nell’accumulo e nella comprensione superficiale di un azione, ma nella capacità di generalizzare, di trasferire e di utilizzare la conoscenza acquisita a contesti reali. Per questo nella valutazione autentica le prove sono preparate in modo da richiedere agli studenti di utilizzare processi di pensiero più complesso, più impegnativo e più elevato. Verificando con maggiore autenticità l’apprendimento si possono far raggiungere livelli più elevati di prestazione e preparare meglio gli studenti ad un inserimento di successo nella vita reale. Non avendo prioritariamente lo scopo della classificazione o della selezione, la valutazione autentica cerca di promuovere e di rafforzare tutti, dando opportunità a tutti di compiere prestazioni di qualità. 31 Essa offre la possibilità sia agli insegnanti che agli studenti di vedere a che punto stanno, di autovalutarsi e, in conformità a ciò, di migliorare il processo di insegnamento o di apprendimento: gli uni, cioè gli insegnanti, per sviluppare la propria professionalità e gli altri, cioè gli studenti, per diventare autoriflessivi ed assumersi il controllo del proprio apprendimento. In questo modo, gli insegnanti scoprono il loro ruolo come mediatori dell’apprendimento, gli studenti si scoprono esaminatori di se stessi. 32