Sociologia della comunicazione e
della moda
Approfondimenti sulla
comunicazione
Prof. Romana Andò
marzo 2015
Perchè studiare i media?
05/04/2015
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Morcellini, M., & Fatelli, G. (1994). Le scienze della
comunicazione. La Nuova Italia Scientifica, Roma.
DEFINIRE LA
COMUNICAZIONE
05/04/2015
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1°
° definizione
• Comportamento di un essere
vivente che ne influenza un altro
oppure qualunque emissione di un
segnale da parte di un organismo
che influenza un altro organismo.
• Contatto significativo che si
accompagna ad una modificazione
osservabile del comportamento
Comunicazione come influenza
Comunicazione come influenza
• Tra i due comunicanti si stabilisce una
relazione articolata per cui l’uno può
modificare l’altro senza modificare se
stesso.
• Nel “trasferimento”, invece, il comunicatore
si assimila all’altro, oppure si priva di
qualcosa.
• È una definizione applicabile indistintamente
alle società umane e a quelle animali.
2°
° definizione
• Scambio di valori sociali,
condotto secondo determinate regole
Comunicazione come
scambio di valori
Comunicazione come scambio
di valori
• Definizione derivante dall’antropologia
strutturalista, secondo cui la società funziona
secondo criteri generali di funzionamento che
regolano gli scambi tra le persone
• Le società non sono altro che insiemi di individui
messi in comunicazione attraverso vari aspetti
della cultura, che diventano operazioni volte ad
attivare una comunicazione strutturalmente
analoga al linguaggio.
• L’individuo è il casuale punto di incrocio fra
strutture sociali: non comunica, bensì viene
comunicato.
3°
° definizione
• Trasferimento di informazioni da un
soggetto a un altro per mezzo di veicoli di
varia natura
Comunicazione come
trasmissione
Comunicazione come trasmissione
• Riprende l’essenzialità e la neutralità del
trasferimento di risorse.
• Tuttavia, a seconda del significato attribuito
alla parola “informazione” varia l’estensione
del modello verso interpretazioni meno
imparziali.
• Per quanto “informazione” sia un termine
neutro, in esso è inscritta la superiorità della
fonte, di chi informa su chi viene informato.
Modello comunicativo della teoria
matematica dell’informazione
(Shannon-Weaver 1949)
Fonte di
informazione
destinatario
messaggio
messaggio
segnale
segnale ricevuto
trasmittente
ricevente
Fonte di
rumore
4°
° definizione
• Condivisione, fra due o più soggetti, di un
medesimo significato
Comunicazione come
Attraverso un condivisione
processo comunicativo è possibile
giungere ad una condivisione di significato, e
dunque ad una comprensione reciproca
Comunicazione come condivisione
• Si passa dalla comunicazione come
procedimento, dove l’agire comunicativo è
motivato dalle strutture e dalle circostanze,
alla tensione verso il risultato, cioè all’agire
comunicativo dotato di senso.
• Nell’interazione sociale i soggetti si
scambiano grandi quantità di messaggi:
meno frequente è la condivisione di un
significato nella stessa misura e con
connotazioni uguali.
5°
° definizione
• Formazione di un’unità sociale a partire da
individui singoli, mediante l’uso di un
linguaggio o di segni
(Collins Cherry, On Human Communications, 1957)
Comunicazione come
relazione sociale
Il processo comunicativo permette di
creare legami sociali tra persone
attraverso la condivisione di valori
ed il coinvolgimento
Comunicazione come relazione
• Questa definizione aggiunge alla
condivisione di significati, la comunione di
regole e modelli comportamentali.
• Annulla l’isolamento presupposto dai
concetti di fonte e ricevente e li inserisce in
gruppi, rapporti sociali.
• Il soggetto naturale di un sistema
comunicativo è l’uomo nel suo
comportamento volontario e nell’attività
sociale esercitata nei rapporti in comunità.
6°
° definizione
• Il lavoro comunicativo consiste nell’inferenza a partire da
indizi e nella correlativa costruzione di indizi a partire dai
quali far indurre inferenze.
• Comunicare significa offrire all’altro degli indizi e trarre
inferenze dagli indizi offerti dagli altri.
Comunicazione come inferenza
Comunicazione come inferenza
• Il messaggio non viene interpretato per il suo
senso letterale, per l’informazione linguistica
pura che esso porta con sé, ma per quel che
permette di capire sulla base delle
conoscenze possedute rispetto a sé e all’altro.
• Comunicare significa contribuire a mutare lo
spazio cognitivo dell’altro, il mondo percepito
di un destinatario, inducendolo a cambiare le
sue ipotesi sulla realtà (comunicazione
ostensivo-inferenziale).
Lo schema di Lasswell e quello di
McQuail
Domande
• Chi ?
• Dice che cosa ?
• Attraverso quale
canale ?
• A chi ?
• Con quale effetto ?
Domande
• Chi comunica con
chi?
• Perché si comunica?
• Come avviene la
comunicazione?
• Su quali temi?
• Quali sono le
conseguenze?
Watzlawick, P., Beavin, J. H., & Jackson, D. (1967). Pragmatica
della comunicazione umana, Astrolabio, Roma, 1971.
LA PRAGMATICA DELLA
COMUNICAZIONE
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La pragmatica
• La PRAGMATICA: si occupa del rapporto tra
comunicazione, interlocutori e ambiente in cui
avviene. Il suo oggetto sono le azioni che si
svolgono per mezzo del linguaggio e della
comunicazione.
• Oggetto della pragmatica sono cioè “ non
soltanto le parole, le loro configurazioni e i loro
significati (che sono i dati della sintassi e della
semantica), ma anche i fatti non verbali
concomitanti come pure il linguaggio del corpo”
(P. Watzlawick, J.H. Beavin, D. Jackson, Pragmatica della
comunicazione umana).
ASSIOMI DELLA COMUNICAZIONE
(WATZLAWICK)
• Si tratta di alcune proprietà semplici della
comunicazione che hanno fondamentali
implicazioni interpersonali
• 1. “Non si può non comunicare”
– Chiunque si trovi in una situazione sociale è
comunque la sorgente di un flusso informativo,
indipendentemente dalla propria intenzionalità,
dall’efficacia dell’atto comunicativo o dalla
comprensione reciproca.
Non si può non comunicare
• Il comportamento non ha un suo opposto.
Non esiste qualcosa che sia un non
comportamento o, per dirla anche più
semplicemente, non è possibile non avere
un comportamento. Ora se si accetta che
l’intero comportamento in una situazione di
interazione ha valore di messaggio, vale a
dire è comunicazione, ne consegue che
comunque ci si sforzi non si può non
comunicare. (Watzlawick 1967)
Non si può non comunicare
"L’uomo che guarda fisso davanti a sé
mentre fa colazione in una tavola calda
affollata , o il passeggero d’aereo che
siede con gli occhi chiusi, stanno
entrambi comunicando che non vogliono
parlare con nessuno né vogliono si
rivolga loro la parola, e i vicini di solito
afferrano il messaggio e rispondono
lasciandoli in pace”
E. Degas, L’absinthe, 1876
P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Studio dei
modelli interattivi delle patologie e dei paradossi, Roma, Astrolabio, 1971
Contenuto e relazione
• 2. “Ogni comunicazione ha un aspetto di
contenuto e un aspetto di relazione, di
modo che il secondo classifica il primo ed è
quindi metacomunicazione”. (Watzlawick
1967)
– L’aspetto di “notizia” di un messaggio trasmette
informazione (contenuto).
– L’aspetto di “comando” si riferisce al tipo di
messaggio che deve essere assunto e quindi
alla relazione tra i partecipanti.
Contenuto e relazione
In sostanza ogni tipo di comunicazione fra due o più individui può
avere livelli diversi di:
a. notizia
b. comando
Il primo aspetto(a) trasmette i dati , il secondo(b) il modo in
cui si deve assumere tale comunicazione
Un cartello in un ristorante :
“se non siete contenti dei
camerieri dovreste vedere il
direttore.”
Il modulo numerico e il modulo analogico
• 3. “Gli esseri umani comunicano sia col
modulo numerico che con quello
analogico” (Watzlawick 1967)
– Il linguaggio pone una connessione “numerica”
nel riferimento agli oggetti e attiene normalmente
all’aspetto di contenuto della comunicazione.
– Tutte le modalità non verbali attengono alla
dimensione “analogica” e riguardano
normalmente l’aspetto di relazione della
comunicazione.
La comunicazione analogica
• La comunicazione analogica non ha nulla di
confrontabile alla sintassi logica del linguaggio
numerico.
• Nel linguaggio analogico non c’è nulla che
equivalga agli elementi del discorso come “seallora” “o-o”; è difficile esprimere concetti astratti, e
manca una espressione che sostituisca il “non”.
La comunicazione simmetrica e
complementare
4. “Tutti gli scambi di comunicazione sono
simmetrici o complementari, a seconda che
siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza”
Nella relazione simmetrica i soggetti tendono a
rispecchiare il comportamento dell’altro
(uguaglianza o minimizzazione delle differenze);
Nella relazione complementare il comportamento
dell’uno completa quello dell’altro (ad una
posizione one-up corrisponde una posizione
one-down)
Scambi simmetrici e complementari
Uno scambio simmetrico
avviene fra interlocutori che si
considerano sullo stesso piano,
svolgendo funzioni comunicative
e ruoli sociali analoghi
Uno scambio complementare fa
incontrare persone che hanno
una relazione ma non sono sullo
stesso piano per potere, ruolo
comunicativo, autorità sociale,
interessi (per es. il rapporto
madre-figlio, medico-paziente,
insegnante-allievo).
La punteggiatura della
comunicazione
5.“La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura
delle sequenze di comunicazione fra i partecipanti”
La comunicazione è sempre bidirezionale,
caratterizzata da numerosi scambi che a turno
avvengono in un senso o nell’altro.
Ogni elemento della sequenza è
simultaneamente stimolo, risposta e rinforzo
La punteggiatura della
comunicazione
•
•
•
•
Un osservatore esterno può ritenere che una serie di
comunicazioni rappresenti una serie ininterrotta di scambi.
Le sequenze d’azione non sono mai isolate, ma vanno
considerate in serie.
La punteggiatura della relazione consente di individuare il
rapporto di causa ed effetto di uno scambio comunicativo:
in altre parole la responsabilità del rapporto
La comunicazione non verbale
• Del registro non verbale fanno parte tutti quegli
elementi comunicativi diversi dal linguaggio
articolato, che usiamo per chiarire rapporti
reciproci, per sottolineare discorsi, per creare
intimità, per raggiungere l’interlocutore sul
piano emotivo:
• I gesti, le espressioni, le posture, i movimenti e
le azioni, gli atteggiamenti,le distanze,
l’intonazione della voce, gli odori,
l’abbigliamento, etc.