“DISUNIONE NEL CORPO” “SACRAMENTO”

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L’ANTROPOLOGIA PAOLINA:
DALLA
“DISUNIONE NEL CORPO”
AL CORPO
“SACRAMENTO”
DELLA RELAZIONE
L’uomo: unità di corpo e
carne
S. Paolo esprime la propria concezione
antropologica soprattutto con i termini
τὸ σῶµα κὰι ἡ σάρξ
Corpo:
• Ciò che mi permette di essere visibile, di
essere presente, di incontrare ed essere
incontrato e di agire.
Il mio corpo non è parte di me
ma
Io sono il mio corpo
Carne:
•
•
È il corpo nella sua concreta sostanzialità, permette all’uomo di
essere nel mondo: l’uomo è corporeo, vive nel corpo e non può
vivere se non nel corpo.
È in contrapposizione con ciò che è interiore, nascosto e invisibile.
Ciò che è esteriore, apparente e
visibile.
Aspetto fragile,caduco dell’uomo
nel mondo.
Francis Bacon (1909-1992)
•
Autoritratto del compagno
Ciò che guida la mano dell’artista è la volontà di catturare la “materia”, il corpo e la carne dell’uomo
nella sua specificità ontologica che è corsa verso il disfacimento e la dissoluzione nel nulla.
Immagini crude,drammatiche in bilico tra un’energia straripante e la disperazione.
Figura con la carne
“Mi hanno sempre profondamente colpito le immagini relative ai mattatoi e alla carne…
Non bisogna dimenticare la grande bellezza del colore della carne…”
1 Ts 4,4-5
Testo greco
4 εἰδέναι ἕκαστον
ὑµῶν τὸ ἑαυτοῦ
σκεῦος κτᾶσθαι ἐν
ἁγιασµῷ καὶ τιµῇ, 5
µὴ ἐν πάθει
ἐπιθυµίας καθάπερ
καὶ τὰ ἔθνη τὰ µὴ
εἰδότα τὸν θεόν,
Testo CEI
[4] che ciascuno
sappia mantenere
il proprio corpo
con santità e
rispetto [5] non
come oggetto di
passione e
libidine come i
pagani che non
conoscono Dio
Trad. letterale
[4]ognuno di noi
veda il proprio
corpo con santità
e onore [5] non
come oggetto di
desiderio e
piacere come gli
stranieri che non
hanno visto Dio
Santità:
• Purezza intesa come capacità-attitudine
propria della facoltà soggettiva dell’uomo
che porta ad astenersi dall’impudicizia;
capacità pratica radicata nella volontà, nel
fondamento dell’agire cosciente dell’uomo.
• Manifestazione della vita secondo lo
spirito in cui la capacità umana viene
interiormente fecondata ed arricchita.
Rispetto:
Per tutto ciò che è corporeo e sessuale a motivo della dignità della persona.
“ad ogni essere umano, dal
concepimento alla morte naturale, va
riconosciuta la dignità di persona”
Istruzione “Dignitas personae”
1 Cor 12,12 e 22-25
TESTO GRECO
TESTO CEI
TRAD. LETTERALE
[12] Καθάπερ γὰρ τὸ σῶµα
ἕν ἐστιν καὶ µέλη πολλὰ
ἔχει, πάντα δὲ τὰ µέλη τοῦ
σώµατος πολλὰ ὄντα ἕν
ἐστιν σῶµα, οὕτως καὶ ὁ
χριστός
[22] ἀλλὰ πολλῷ µᾶλλον τὰ
δοκοῦντα µέλη τοῦ σώµατος
ἀσθενέστερα ὑπάρχειν
ἀναγκαῖά ἐστιν, [23] καὶ ἃ
δοκοῦµεν ἀτιµότερα εἶναι τοῦ
σώµατος, τούτοις τιµὴν
περισσοτέραν περιτίθεµεν,
καὶ τὰ ἀσχήµονα ἡµῶν
εὐσχηµοσύνην
περισσοτέραν ἔχει, [24] τὰ δὲ
εὐσχήµονα ἡµῶν οὐ χρείαν
ἔχει. ἀλλὰ ὁ θεὸς
συνεκέρασεν τὸ σῶµα, τῷ
ὑστερουµένῳ περισσοτέραν
δοὺς τιµήν, [25] ἵνα µὴ ᾖ
σχίσµα ἐν τῷ σώµατι, ἀλλὰ
τὸ αὐτὸ ὑπὲρ ἀλλήλων
µεριµνῶσι τὰ µέλη.
12 Come infatti il corpo, pur
essendo uno, ha molte
membra e tutte le membra,
pur essendo molte, sono
un corpo solo, così anche
Cristo
22 Anzi quelle membra del
corpo che sembrano più
deboli sono più necessarie;
23 e quelle parti del corpo
che riteniamo meno
onorevoli le circondiamo di
maggior rispetto, e quelle
indecorose sono trattate
con maggior decenza, 24
mentre quelle decenti non
ne hanno bisogno. Ma Dio
ha composto il corpo,
conferendo maggior onore
a ciò che mancava, 25
perché non vi fosse
disunione nel corpo, ma
anzi le varie membra
avessero cura le une delle
altre. insieme; e se un
membro è onorato, tutte le
membra
[12] Come infatti il corpo è
uno e ha molte parti, tutte le
parti del corpo, pur essendo
molte, uno è il corpo, così
anche Cristo.
[22] ma le parti del corpo che
sembrano molto più deboli
sono necessarie, [23] e quelle
parti del corpo che pensiamo
essere più umili, a queste
diamo più onore, e le nostre
parti vergognose hanno
maggiore importanza, [24]
invece le nostre parti
decorose non ne hanno
bisogno. Ma Dio dispose il
corpo avendo dato più onore
alla parte mancante, [25]
affinché non ci sia scissione
nel corpo ma allo stesso
modo le parti si preoccupino
le une delle altre.
Purezza:
• Sebbene il mantenimento del corpo con “santità e
rispetto” si formi mediante l’astensione dall’impudicizia
tuttavia fruttifica sempre nell’esperienza più profonda di
quell’amore, che è stato iscritto dal “principio”, secondo
l’immagine e somiglianza di Dio stesso, in tutto l’essere
umano e quindi anche nel suo corpo.
• La purezza è gloria del corpo umano davanti a Dio. Dalla
purezza scaturisce quella singolare bellezza, che permea
ogni sfera della reciproca convivenza degli uomini e
consente di esprimervi l’ autenticità irripetibile
dell’affidamento personale.
Il nostro corpo è situazionale
in quanto si misura partendo
dalla situazione in cui si
ritrova di fronte ai compiti che
si propone e alle possibilita’
che ha.
L’io separato dalla sua
corporeità sorvolerebbe il
mondo e così non sarabbe più
un io nel mondo
CONCEZIONE
ANTROPOLOGICA
Sartre: “essere “significa
essere-là
cioè in un punto
determinato
Il corpo è la sorgente di
tutte le possibili direzioni,
l’elemento in base al quale
ogni cosa assume un suo
ruolo
•Noi stessi siamo la realtà umana e comprendere questa realtà non
è altro che il nostro modo di esistere:
io esisto perché mi comprendo nel mondo.
Il mio essere e il mio apparire fanno dunque un tutt’uno; rompere
questa identità significa spogliare ogni fatto umano del suo
significato e quindi della sua rilevanza psicologica che in quel
significato si raccoglie.
•Ciò che dischiude un mondo non è il mio corpo ma sono io.
L’identità di questo corpo consente ancora di parlare del corpo;
perché questa acquisti significato è necessario che questo
organismo si costituisca come una presenza al mondo.
“IL CORPO PROPRIO E’ NEL MONDO
COME IL CUORE NELL’ORGANISMO:
MANTIENE CONTINUAMENTE IN VITA
LO SPETTACOLO VISIBILE, LO ANIMA
E LO ALIMENTA INTERAMENTE;
FORMA CON ESSO UN SISTEMA”.
M.MERLEAU-PONTY
Senza riferimento al
mondo il corpo ricade
nella condizione di cosa
essendo la cosa ciò che
non si conosce.
ISOLATO DAL MONDO IL
CORPO DIVENTA
OGGETTO
Solo la presenza o
l’assenza del
mondo decidono
le sorti del corpo, il
suo esistere come
potenza operativa
nel mondo o come
cosa nel mondo.
Il mio corpo è ovunque nel mondo, è coestensivo al mondo, esteso
attraverso tutte le cose e, insieme, raccolto in questo solo punto che
esse tutte indicano e che io sono senza poterlo conoscere.
J.-P.Sartre,L’Essere e il nulla (1943)
Dio non ha corpo, noi invece che abitiamo un corpo possiamo
avere il mondo solo se facciamo del nostro corpo non l’ostacolo da
superare, ma il veicolo nel mondo.
Questo significa essere il proprio corpo non essendolo. In questa
originaria ambivalenza si raccoglie ogni senso del corpo e del suo
originario rapporto con il mondo.
VERSO
UN’ANTROPOLOGIA
DELLA CONDIVISIONE
VIA DI USCITA PER L’UOMO
CONTEMPORANEO
L’uomo deve trovare un modo per uscire
dalla situazione di angoscia in cui si trova,
che dipende dall’affermarsi del “dominiopotere” dell’uomo sull’uomo.
ANTROPOLOGIA
DEL DONO
PRENDERSI CURA
VERSO UN’ ANTROPOLOGIA
DELLA CONDIVISIONE:
dalla “Cura” di Heiddeger alla
“Responsabilità” di Levinas
VALORIZZAZIONE DELLE
DIVERSITA’ E DELLE
DIFFERENZE:
CONDIVIDERE,
“PRENDERSI CURA DI…”
Tema presente in tutta la
cultura classica: da Platone,
Aristotele a Epicuro e Seneca.
FILOSOFIA DELL’IO
Centralità dell’autoaffermazione di sé,
l’altro e il diverso considerati come
nemici.
AVERE VS CONDIVIDERE,
COMPETIZIONE VS SOLIDARIETÀ,
INDIVIDUALISMO VS COMUNIONE
HEIDEGGER
FAVOLA DI
IGINO
Per il filosofo, la “cura” è
la radice primaria dell’
essere umano.
Attraverso essa l’uomo riesce
a mantenere unita la
dimensione creaturale e
materiale con la dimensione
spirituale e trascendente
Senza di essa l’essere
umano diventerebbe
inumano
CURA = modo
dell’uomo di essere nel
mondo.
Essere nel mondo nell’
ottica della cura, fa
emergere la
dimensione dell’ alterità
come
complementarietà,
come sacralità.
Nella favola Heidegger
evidenzia il ruolo fondamentale
della Cura per la vita umana.
L’uomo,ci dice la favola, ha
origine dal fango della terra,
deriva da Humus, appartiene
alla terra. La natura, il creato è
parte essenziale di noi. MA
Per capire l’essere umano non
ci si può fermare alla sola terra
perché la sua mente è in
continua tensione verso il
cielo.
LÉVINAS
“il volto dell’altro”
Io sono soggetto, persona,
tanto in quanto c’è l’altro:
IN PRINCIPIO E’ L’ALTRO.
L’incontro con il volto
dell’altro rivela che la
caratteristica della persona
è la RELAZIONE
E non la coscienza (concetto
fondamentale della filosofia
occidentale) che impone regole con la
ragione quindi valorizza l’autonomia
Per uscire dal dramma dell’uomo
d’oggi, bisogna passare dall’
umanesimo del soggetto (IO)
all’umanesimo dell’altro uomo
(TU),
passare dalla logica dell’identità a
quella della differenza,
passare dall’etica dell’ individuo
all’etica del volto.
Prendersi cura
di sé,
degli altri,
del creato,
di Dio
Il CORPO
“Dio creò l’uomo a sua immagine;
a immagine di Dio lo creò;
maschio e femmina li creò” (Gn 1,27)
Chagall, Creazione di Adamo ed Eva
Se l’essere umano è l’immagine di Dio con il suo corpo(Gn 1),ciò
avviene proprio perché il corpo è dato all’uomo come possibilitàvisibilità-strumento della sua chiamata relazionale
Il corpo è “
” (segno efficace) della relazione
L’uomo è immagine di Dio con il suo corpo perché
è creato con la sua corporeità ad immagine di un
Dio che è relazione in se stesso;
il nostro corpo è memoria per noi del fatto che
siamo strutturati ad immagine di questo Dio in
relazione;
attraverso la sua incompiutezza, il nostro corpo è
anche memoria della nostra creaturalità e del
futuro sperato.
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