Democrazia ed etica del discorso La teoria di J. Habermas Teoria dell’agire comunicativo (1981) Fatti e norme. Contributi a una teoria discorsiva del diritto e della democrazia (1992) Critica della società capitalistica Critica della società tecnicoscientifica Due aspetti considerati contestualmente: a) riflessione di taglio quasi sociologico sulla situazione dell’agire strumentale (squilibrata) e dell’agire comunicativo (deficitario); b) aspetto epistemologico (la razionalità delle scienze non è l’unica possibile) Lo statuto filosofico della critica della società Né Marx né la Scuola di Francoforte hanno spiegato su cosa si fondi la loro critica della società Intuizione di Habermas: tutte le istituzioni dovrebbero potersi giustificare in un dialogo razionale tra persone libere Esiste un’altra forma di razionalità che fonda anche quella scientifica Prospettive della democrazia Prendendo le mosse da Kant, osserva che il dialogo presente nell’opinione pubblica è il solo mezzo con cui giudicare la legittimità delle leggi Democrazia = emancipazione dal potere arbitrario attraverso l’opinione pubblica Pericolo nella società moderna = manipolazione dell’opinione pubblica Verso la teoria del linguaggio Questo aspetto è presente già nel giovane Habermas (Sul concetto di partecipazione politica, 1958; Storia e critica dell’opinione pubblica, 1962) Negli anni settanta, studia la teoria del linguaggio (Teoria dell’agire comunicativo, 1981) Norme pragmatiche Linguaggio come forma di interazione tra individui regolata da norme Intesa possibile grazie a norme non solo grammaticali Esistenza di norme pragmatiche = pratica del gioco linguistico, relazione governata da regole (affermare, promettere, giudicare, ecc.) Il parlante pone le seguenti pretese di validità Pretesa di comprensibilità Pretesa di verità (conoscenza) Pretesa di veridicità (fiducia) Pretesa di correttezza normativa (espressione corretta in relazione a valori dati) --------------------Si contraggono impegni reciproci Etica del discorso (1983) Da questa visione del linguaggio è possibile trarne norme che abbiano un significato etico o politico? Linea non seguita da Habermas: se occorre riconoscere pari diritti a coloro che dialogano, allora occorre riconoscere pari diritti sociali più generali Conclusione: sono valide solo quelle norme alle quali tutti gli interessati potrebbero dare il loro assenso Regole interne ed esterne È possibile accettare le regole del dialogo pur aderendo allo scetticismo morale Non è possibile invece aderire allo scetticismo morale perché ciò minerebbe la stessa società Bisogna rispondere alle questioni di giustizia Due principi Il Principio D (discorso pratico) Discorso pratico: dal conflitto all’intesa Il Principio U (universalizzazione) Possono pretendere validità solo quelle norme che trovano il consenso di tutti i partecipanti a un discorso pratico, che funziona solo se si ricercano soluzioni imparziali nell’interesse di tutti Imperativo kantiano Riformulazione discorsiva dell’imperativo kantiano: “agisci solo secondo quella massima che tu puoi volere che divenga una legge universale” In Ralws imparzialità attraverso ‘velo dell’ignoranza’ In Habermas attraverso la partecipazione Approccio di Habermas Cognitivistico (razionalità) Formal-procedurale (non cosa, ma per quale via) Etica universalistica (valida in ogni circostanza) Etica deontologica (come si deve interagire) Comportamento morale esigibile solo all’interno di una organizzazione giuridico-politica Rapporto tra diritto e morale Con Fatti e norme (1992): autonomia del primo rispetto alla seconda Diritto come ‘cerniera’ e ‘cinghia di trasmissione’ Deve assicurare la certezza (fattualità) e meritare il consenso (legittimità) Habermas non fonda il diritto su basi morali, bensì lo giustifica dal punto di vista sociologico e funzionalista Schema concettuale Piramidale con al vertice il principio del discorso (D), alla base il principio di universalizzazione (U ambito morale) e il principio democratico (ambito giuridicopolitico) Il principio U è una specificazione di D per norme giustificabili Il principio democratico è una specificazione di U per norme che si presentano in forma giuridica Democrazia e stato di diritto La democrazia costituisce la legittimazione dello stato di diritto Tra diritto e morale sussiste una relazione di complementarietà Il sistema giuridico assorbe l’indeterminatezza cognitiva della morale (complessità) e l’incertezza motivazionale (certezza) e l’imputabilità delle obbligazioni (organizzazione per perseguire principi) Etica e morale Morale = giusto universale Etica = bene comunitario Diritto e legittimità Il diritto è legittimo se definito democraticamente Contrapposizione tra autonomia privata dell’individuo (pensiero liberale) e autonomia pubblica del cittadino (pensiero democratico) Dimensioni complementari e co-originarie I diritti del liberalismo sono precondizione dei diritti democratici Rapporto di circolarità Autolegislazione democratica Il processo di autolegislazione democratica si struttura attraverso il sistema diritti (la democrazia si stabilizza) Diritti del cittadino come destinatario (autonomia privata): Diritto alla pari libertà d’azione Associazione Tutela giuridica Autonomia pubblica Diritti del cittadino come autore (autonomia pubblica): Diritti politici Diritti sociali Diritti fondati solo relativamente, in quanto necessari al pieno godimento degli altri Tripartizione dei poteri In base alla logica argomentativa Potere legislativo = illimitate possibilità Potere giudiziario = applicazione di norme limitate Potere esecutivo = non deve avere acceso alle premesse discorsive Stato = logica argomentativa: discorsi di applicazione delle norme, discorsi pragmatici (amministrazione) Democrazia discorsiva Corte costituzionale = controllo di legittimità delle procedure più che dei contenuti Democrazia discorsiva a doppio binario: livello formale + livello informale Democrazia e OP Due ostacoli alla democrazia fondata sull’opinione pubblica: Tendenza alla impermeabilizzazione delle istituzioni rispetto all’opinione pubblica Poteri sociali e interessi forti che condizionano il sistema politico e gli ambiti decisionali Come funziona il modello Per poter funzionare il modello di Habermas ha bisogno di due condizioni improbabili: Movimento delle decisioni dalla periferia a centro La periferia sia contraddistinta da vivacità, spontaneità e non manipolata La cd OPM A livello globale, Habermas afferma che occorre un’opinione pubblica mondiale affinché si legittimi il processo di costruzione delle istituzioni internazionali e della democrazia cosmopolitica Questioni irrisolte: i principi morali e quelli politici non sono co-originati, perché i primi fondano i secondi Teoria della democrazia che sembra fotografare per certi versi l’esistente Trascura la centralità dello sviluppo della personalità di ciascun individuo