Ernia dello stomaco

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Ernia dello stomaco
Scritto da Chefren
Mercoledì 20 Agosto 2008 16:29 - Ultimo aggiornamento Domenica 24 Agosto 2008 03:42
Contenuto tratto da Wikipedia
Ernia dello stomaco L'Ernia iatale dipende dal passaggio di una porzione dello stomaco, attraverso lo iato esofageo/diaframmatico (apertura o forame del
diaframma attraverso il quale l'esofago si unisce allo stomaco) nel torace, ed è generalmente associata a reflusso acido da incontinenza dello
sfintere esofageo inferiore.
Si distingue in 4 tipi:
- Ernia iatale da scivolamento: (Tipo I) più frequente, spesso nelle persone obese. La pressione nell'area addominale supera la pressione
diaframmatica e lo stomaco tende ad essere spinto verso l'alto, nel mediastino, attraverso lo hiatus diaframmatico. Non è necessariamente una
condizione permanente, poiché la parte di stomaco interessata si sposta spesso su e giù in base alla pressione esistente nell'addome: uno
sforzo, un colpo di tosse, il sollevamento delle gambe in posizione sdraiata o qualunque contrazione dei muscoli addominali possono facilitare il
fenomeno, che, quindi, in certi casi, può essere reversibile. Questo avviene più facilmente in persone che congenitamente hanno i tessuti
collagenosi più deboli, che oppongono meno resistenza. In questi soggetti sono anche più frequenti: emorroidi, ernia inguinale e abbassamento
del rene.
- Ernia paraesofagea (vicino all’esofago) è meno comune, ma è più temibile poiché l'esofago e lo stomaco rimangono nelle loro posizioni
normali, e l'erniazione dello stomaco porta alla sua compressione tra la parete dello iato e l’esofago.
- Ernia iatale da esofago corto: l'angolo di His è allargato. Esiste anche l'esofago corto da alterazione chimica della parete esofagea (ingestione
accidentale di acidi), che comporta retrazione cicatriziale dell'esofago.
- Ernia di tipo III
- Ernia di tipo IV: dove si manifestano ernie anche di altri visceri come il colon e la milza .
FATTORI DI RISCHIO
Le possibili cause di ernie allo stomaco possono derivare da costante assunzione di fumo da sigarette, obesità e gravidanza.
SINTOMATOLOGIA
Può risultare asintomatica, ma se mostrati i segni e i sintomi sono soprattutto reflusso gastroesofageo e quindi si hanno pirosi , dolore , rigu
rgito
e comparsa di
asma
.
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Mercoledì 20 Agosto 2008 16:29 - Ultimo aggiornamento Domenica 24 Agosto 2008 03:42
Molti sintomi da ernia gastrica iatale e da reflusso sono dovuti, al passaggio di acido dallo stomaco all'esofago (o da reflusso
gastro-esofageo), quando lo sfintere esofageo inferiore, una specie di valvola naturale tra esofago e stomaco atta a impedire il reflusso stesso,
non ha più una perfetta tenuta sia per sua "debolezza" ed imperfetta contrazione sfinteriale, anche in assenza di ernia, sia per la presenza
dell'ernia.
L'acido, oltre ad essere irritante per la mucosa , può provocare delle lesioni infiammatorie talvolta erosive e, nei casi più gravi, delle vere e
proprie ulcere a carico della parte inferiore dell'esofago e quindi produrre i fastidiosi sintomi quali soprattutto bruciori retrosternali, alla gola
e talvolta dolori toracici. In qualche caso il reflusso acido provoca infiammazione al
faringe
ed alla
trachea
e perfino delle crisi asmatiche
. Fra gli altri sintomi che possono suggerire la presenza di questa malattia vi sono anche: la
disfagia
, cioè la sensazione di un passaggio difficoltoso del cibo dalla faringe allo stomaco, il "
bolo faringeo
", cioè la sensazione di un corpo estraneo o di un "nodo" in gola, non collegata alla deglutizione, la "
scialorrea
", cioè un fastidioso e notevole aumento della salivazione.
L'ernia paraesofagea può coesistere senza alcun sintomo, ma lo stomaco può essere "strangolato", e creare problemi ischemici sulla parete
per diminuito afflusso di sangue.
COMPLICAZIONI
Complicanze dell'ernia iatale sono l'anemizzazione per le lesioni dell'esofago sia ischemiche che infiammatorio/ulcerose e la stenosi esofagea
benigna. In qualche caso l'esofagite può complicarsi con il cancro, specie se si è formato l'Epitelio di Barrett.
Quando l'ernia è molto grande e comprime una parte del torace adiacente si possono avere anche fenomeni di Insufficienza Respiratoria.
DIAGNOSI
Viene posta mediante una radiografia con mezzo di contrasto del tratto superiore del tubo digerente, eseguita ponendo il paziente in posizio
ne di Trendelenburg
oppure con un'indagine endoscopica o esofagogastroscopia particolarmente utile nel verificare l'eventuale concomitante presenza di un'
esofagite
da reflusso di cui sono descritti 4 gradi di gravità secondo la classificazione di Savary:
- GRADO I: presenza nella mucosa esofagea di una o più aree eritematose (arrossate), non confluenti, con o senza essudato
- GRADO II: presenza di lesioni essudative e/o erosive senza l'interessamento di tutta la circonferenza esofagea
- GRADO III: presenza di lesioni essudativo-emorragiche e/o pseudomembranose (materiale essudativo rappreso) coinvolgenti tutta la
circonferenza esofagea
- GRADO IV: presenza di complicanze quali stenosi cicatriziali, ulcere, metaplasia cilindrica.
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ESAMI
La radiografia del torace è sufficiente a formulare la corretta diagnosi, per comprendere la possibilità di complicanze utile è
l'esofagogastroscopia.
TRATTAMENTO
Il riflusso di acido e la progressione dell’ernia possono essere diminuiti soprattutto dall’impiego di farmaci antiacidi che neutralizzano l’acido
gastrico, da farmaci che aumentano la pressione dello sfintere e facilitano lo svuotamento gastrico ed anche da misure che impediscono che si
verifichi il riflusso, il quale avviene soprattutto per gravità, quando l’esofago si venga a trovare in una posizione più bassa dello stomaco o
quando lo stomaco è troppo pieno, viene compresso l’addome, in caso d’obesità ed infine quando si usino certi cibi irritanti,come il caffè o
l’alcool, e farmaci vasodilatatori che facilitano l’apertura dello sfintere esofageo inferiore.
Se malgrado i migliori provvedimenti medici i sintomi non migliorano, può essere presa in considerazione la necessità di un intervento che
riduca l’ernia ed abolisca il riflusso o intervento di “Fundoplicatio” che può essere fatto anche per via laparoscopica, il quale spesso è risolutivo.
L'intervento chirurgico non è necessario per la maggior parte dei casi, perché riguardano la forma più conosciuta il tipo I. Invece le altre forme
possono portare a complicanze pericolose e quindi risulta al contrario utile l'intervento. Esso si compone di più fasi dove vede inizialmente la
riduzione della cavità riguardante la parte infetta ne consegue la sutura, l'antireflusso (e qui esistono numerose tecniche fra cui le più utlizzate
quella proposta da Nissen-Rossetti e quella di Dor la fissazione tramite
gastropessi .
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