Maturazione mRNA B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 0 I pre-mRNA vanno incontro a processamento B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 1 B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 2 CAP al 5’ Aggiunta di una G alla base del trascritto tramite legame 5’-5’ Aggiunta di 1/3 gruppi metile alla base o al ribosio della nuova G terminale Cap di tipo 0: gruppo metile sulla G terminale (pos. 7) Cap di tipo 1: + gruppo metile sul ribosio della 2° base Cap di tipo 2: + gruppo metile sul ribosio della 3° base B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 3 Il cap serve a : Aumentare l’efficienza della traduzione Proteggere l’mRNA dalla degradazione Facilitare il trasporto dell’mRNA dal nucleo al citoplasma Aumentare l’efficienza del processo di splicing Sequenza degli eventi nel processo di capping. (a) L’RNA trifosfatasi rimuove il γ-fosfato dall’estremità 5' dell’mRNA; (b) la guanilil transferasi aggiunge il GMP, usando come substrato il GTP e liberando pirofosfato, per formare il legame trifosfato 5'-5'; (c) la metil transferasi aggiunge un gruppo metilico sulla guanina in posizione 7, utilizzando come substrato una molecola di S-adenosilmetionina (AdoMet); (d) B. Lewinmetilazioni et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 ulteriori possono dare luogo a forme varianti del cap. 28 | 4 Ruolo della fosforilazione della coda CTD dell’RNA polimerasi II nel ciclo della trascrizione. il CTD (C-ter Domain della subunità Rpb1) della RNApolII con i suoi stati fosforilati sulle serine 5 e 2 dell’eptapeptide ripetuto YSPTSPS (52 ripetizioni nell’enzima umano), è coinvolto, oltre che nella transizione da inizio ad allungamento della trascrizione, anche negli altri processi post-trascrizionali, e in particolare: l’aggiunta del cap, lo splicing, la terminazione e la poliadenilazione. Ciò spiega la specificità del capping rispetto ai trascritti sintetizzati da RNApolII B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 5 Le estremità 3’ degli mRNA sono generate per taglio e poliadenilazione la poliadenilazione è necessaria per la maturazione dell’mRNA dall’RNA nucleare la reazione richiede un complesso proteico che contiene un fattore di specificità CPSF (Cleavage and polyadenylation specificity factor), un’endonucleasi e la poli(A)polimerasi PAP CPSF e l’endonucleasi tagliano l’RNA a valle di AAUAAA CPSF e PAP aggiungono circa 200 nt di A all’estremità 3’ in modo processivo B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 6 La coda di poliA al 3’ caratterizza tutti gli mRNA eucariotici, con eccezione di quelli per le proteine istoniche. Funzioni della coda di poliA: Proteggere l’mRNA dalla degradazione Aumentare l’efficienza della traduzione Facilitare il trasporto dell’mRNA dal nucleo al citoplasma Aumentare l’efficienza del processo di splicing La lunghezza della coda di poliA, una volta che l’mRNA è nel citoplasma, non rimane costante. Può infatti essere accorciata dall’azione di RNasi, azione contrastata dall’azione di una poliA polimerasi citoplasmatica che tende ad allungarla B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 7 il fattore di specificità CPSF (contiene 4 subunità che insieme legano l’RNA che contiene la sequenza AAUAAA. Le singole componenti hanno affinità per l’RNA ma non sequenza specifica. CPSF si lega con forza a AAUAAA solo quando è presente CstF che lega un tratto G-U al 3’ di AAUAAA I fattori CFI e CFII (fattori di taglio) insieme a CPSF sono necessari e sufficienti per il taglio endonucleolitico In un primo step viene aggiunta una sequenza di poli A di circa 10nt all’estremità 3’ Poi la coda di poliA è estesa in presenza anche di PABP PABP è una proteina che si lega al tratto di poliA e ne controlla la lunghezza B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 8 SPLICING Scoperti nel 1977 in un virus umano, adenovirus, i geni interrotti costituiscono la maggioranza dei geni negli eucarioti superiori I geni interrotti sono formati da esoni (sequenze codificanti) e introni (sequenze non codificanti) gli esoni comprendono però anche alcune sequenze non codificanti, ma presenti nell’mRNA maturo come le sequenze non tradotte al 5’ e al 3’ del gene (5’ e 3’ UTR) B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 9 lievito: la > parte dei geni sono non interrotti e non hanno + di 4 esoni funghi: la > parte dei geni sono interrotti. Gli esoni sono <6 e lunghi meno di 5kb insetti: la > parte dei geni sono interrotti. Gli esoni sono meno di 10 Mammiferi: la > parte dei geni sono interrotti. Gli esoni sono molte decine Dimensione esoni: la maggior parte codificano per meno di 100 aa e non ci sono differenze significative tra organismi diversi Dimensioni introni: variabili, da 200 bp a 800 kb in casi estremi molto variabili tra organismi diversi Il trascritto primario può essere lungo anche 1000-2000 kb e quello maturo essere il 10% B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 10 Diversi Tipi di Splicing ① Gli introni sono rimossi dai pre-mRNA nucleari mediante riconoscimento di sequenze consenso, grazie ad un sistema di splicing, lo spliceosoma. Il meccanismo di splicing comporta transesterificazioni ed il centro catalitico comprende RNA e proteine. ② Gli introni sono rimossi autonomamente, con un meccanismo che comporta transesterificazioni e in cui l’RNA è l’agente catalitico ③ Gli introni sono rimossi mediante enzimi (taglio e ligazione) che agiscono sul substrato che ha assunto una caratteristica conformazione (splicing tRNAs lievito) B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 11 Gli introni dei geni che codificano proteine sono divisi in 3 classi ① gli introni del pre-mRNA sono identificati solo dal possedere le consenso 5’ GU…….AG 3’, ma non hanno una caratteristica struttura secondaria ② gli introni di gruppo I e II (organelli, batteri, eucarioti inferiori) sono classificati secondo un’organizzazione che riflette una tipica struttura secondaria. Questi introni, di gruppo I e II, eseguono autosplicing B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 12 ① Come e da chi vengono riconosciuti gli esoni e rimossi gli introni? 1) Sequenze nucleotidiche specifiche all’interno del pre-mRNA 2) Un complesso RNA e proteine: SPLICEOSOMA B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 13 Il riconoscimento delle sequenze necessarie avviene tramite una serie di componenti che: 1) tengono aggregate le sequenze, a volte molto distanti 2) Selezionano corretti siti di splicing Spliceosoma formato da 150 proteine e 5 RNA ed ha le dimensioni di un ribosoma snRNA (piccoli RNA nucleari) di 100, 300 nt U1,U2,U5,U4/U6 Ciascuno forma complessi con proteine definiti snRNP B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 14 Tipica struttura di un introne da splicing nucleare. Il sito donatore GU al 5' e il sito di ramificazione contenente una A che si trova in prossimità di un tratto polipirimidinico (Y)n che precede il sito accettore AG al 3'. Questi segnali, che permettono il riconoscimento e la rimozione degli introni, sono contenuti in motivi oligonucleotidici più estesi, rappresentati in basso, dove la dimensione del carattere corrispondente alla base è proporzionale al suo grado di conservazione (notare che qui il sequence logo è dato come DNA e quindi contiene T anziché U). B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 15 Che reazione chimica viene effettuata dallo SPLICEOSOMA? 1° reazione: attacco nucleofilico da parte del 2’OH della A del lariat sul sito di splicing al 5’ 2° reazione: il 3’OH libero del I esone, attacca il legame al sito di splicing al 3’ Il sito di ramificazione si trova 18-40 nt a monte del sito 3’ Il ruolo del sito di ramificazione è quello di identificare il sito di splicing al 3’ più vicino Il numero di legami fosfodiestere è così mantenuto….. Non richiede energia B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 16 Il processo di splicing comporta la rottura e la formazione di 2 legami fosfodiesterici, quindi bilancio energetico nullo. Tuttavia il processo richiede energia, sotto forma di ATP, per assemblaggio e funzionamento dell’apparato di splicing Come si garantisce la direzionalità e irreversibilità della reazione? La reazione di splicing è favorita perché comporta un netto guadagno di entropia, da un pre-mRNA si ottengono l’mRNA e gli introni Uno dei due prodotti della reazione, gli introni, sono rapidamente degradati e non disponibili per la reazione opposta B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 17 La composizione dello spliceosoma cambia a seconda dei diversi passaggi dello splicing Non solo cambiano le snRNP ma altre proteine sono coinvolte nei vari passaggi le snRNP hanno tre ruoli fondamentali 1. Riconoscono il sito di splicing 5’ e il punto di ramificazione 2. Avvicinano i siti tra loro 3. Catalizzano il taglio e la giunzione dell’RNA Tutto questo avviene tramite interazioni RNA:RNA, RNA:proteine, proteine:proteine B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 18 B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 19 L’ snRNA U1 L’ snRNA U1 ha una struttura caratterizzata da stem and loop che crea diversi domini. L’estremità 5’ resta a singolo filamento e si appaia con il sito di splicing al 5’ dell’introne La regione che lega Sm è necessaria per l’interazione con proteine comuni delle snRNP I domini a stem e loop forniscono siti di legame con proteine esclusive della snRNP U1.B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 20 A) La snRNP U1 interagisce con il sito di splicing al 5' che presenta una regione di complementarietà con l’snRNA U1, mentre il sito di ramificazione e il sito di splicing al 3' interagiscono, rispettivamente, con le proteine BBP e U2AF. B) La snRNP U2 scalza la proteina BBP sfruttando l’interazione complementare tra il sito di ramificazione e la snRNA U2. C) Il complesso ternario costituito dalle snRNP U4, U5 e U6, per mezzo di specifiche interazioni proteinaproteina, funge da ponte tra le snRNP U1 e U2 avvicinando i siti di splicing al 5'e al 3'. D) La snRNP U6 scalza la snRNP U1. E) In seguito al rilascio della snRNP U4 si ha l’interazione tra le snRNP U6 e U2, per mezzo di regioni di complementarietà tra i rispettivi snRNA. Si forma così lo spliceosoma attivato (complesso B*) che catalizza la prima reazione di trans-esterificazione che porta al complesso C1 (F) F) A questo punto si ha la seconda reazione di transesterificazione (G), che porta alla concatenazione degli esoni e al rilascio dell’introne sotto forma di struttura a forma di cappio (lariat) che viene successivamente linearizzato e degradato. L’mRNA maturo viene rilasciato e le snRNP riutilizzati per lo splicing di un B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 altro introne (H). 28 | 21 Regolazione dello splicing. La regolazione dello splicing comporta l’interazione tra proteine in grado di legare specifici motivi presenti nel pre-mRNA sia negli esoni (ESE, ESS) che negli introni (ISE, ISS). All’azione delle proteine SR che legano le sequenze enhancer negli esoni (ESE) e negli introni (ISE), e che attivano lo splicing (frecce rosse e verdi a punta), si oppongono le proteine hnRNP, che invece riconoscono le sequenze silencer negli esoni (ESS) e negli introni (ISS) (frecce viola a punta piatta). Il meccanismo di attivazione o repressione normalmente comporta l’interazione con altre componenti dello spliceosoma B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 22 Lo splicing è connesso all’esportazione dell’mRNA Le proteine REF si legano alle giunzioni di splicing associandosi allo spliceosoma Dopo lo spicing le proteine restano attaccate all’RNA alle giunzioni esoneesone EJC, exon junction complex, consiste di più di 9 proteine EJC non si associa con trascritti di geni privi di introni EJC comprende un gruppo di proteine chiamate REF L e p r o t e i n e R E F a l o r o v o l t a interagiscono con TAP, proteina che interagisce con il poro nucleare B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 23 B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 24 Movimento di ioni, metaboliti e altre piccole molecole attraverso la membrana nucleare. (A) Import (frecce in verde) ed export (frecce in rosso) di macromolecole attraverso la membrana nucleare e il nucleolo. (B) Il meccanismo attivo di traslocazione nucleo-citoplasmatica coinvolge i complessi dei pori nucleari (NPC, Nuclear Pore Complex) e proteine della classe delle carioferine (denominate importine o esportine a seconda della direzione del trasporto) cui si legano le macromolecole trasportate (dette anche cargo). Il processo richiede energia fornita dall’idrolisi di GTP da parte di una GTPasi denominata Ran. B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 25 Introni autocatalitici di gruppo I e II Thomas R. Cech. Il biochimico statunitense Cech (premio Nobel per la chimica nel 1989) ha scoperto, alla fine degli anni settanta, l’autosplicing dell’rRNA di Tetrahymena. B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 26 Maturazione dei tRNA e degli rRNA In tutti gli organismi i tRNA e gli rRNA sono sintetizzati a partire da lunghi precursori che vengono processati, mediante esonucleasi o endonucleasi. Endonucleasi RNasiIII: provvede alla scissione degli rRNA batterici e al taglio di alcuni rRNA e tRNA. Riconosce RNA ds. Rnasi P: taglia RNAss. Contiene nella sua struttura, oltre alla componente proteica, una componente di RNA. B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 27 Introni di gruppo 1 Autosplicing r-RNA eucarioti inferiori, mitocondri e cloroplasti, fago T4, dimensioni 250/500nt Non formano un lariat, ma utilizzano GMP,GDP,o GTP come cofattore Struttura secondaria evolutivamente conservata 2 reazioni di transesterificazione in sequenza: -la G attacca l’estremità 5’ dell’introne creando un esone con un 3’OH e un G-introne -Il 3’OH del I esone attacca il II esone= ligazione dei due esoni Le due reazioni sono connesse e non ci sono intermedi con esoni separati l’introne rilasciato come una molecola lineare circolarizza e viene degradato Probabilmente alcune di queste strutture negli introni di gruppo I sono stabilizzate da proteine (geni degli organelli) B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 28 Introni di gruppo II: organelli di funghi e piante ed alcuni batteri. Autosplicing Dimensione 400/1000nt -hanno un meccanismo di splicing simile al nucleare con formazione di un lariat tenuto insieme da legami 5’-2’ -in vivo proteine assistono la formazione di strutture secondarie dell’RNA Una A del dominio 6 dona il gruppo 2’ OH per la I transesterificazione costituendo il dominio catalitico B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 29 B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 30 t-RNA Splicing Contrariamente a tutti gli altri lo splicing dei t-RNA non è dovuto a transesterificazioni Gli introni sono tutti piuttosto corti e si trovano nella stessa posizione ossia all’interno del braccio dell’anticodone B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 31 B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 32 Viene inoltre aggiunta CCA al 3’ e vengono successivamente modificate le basi tramite metilazione, deaminazione e riduzione B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 33 Rappresentazione schematica del cis- e trans-splicing negli introni dei tRNA dell’archeobatterio N. equitans. (A) Nel cis-splicing convenzionale del tRNA una specifica endonucleasi riconosce e taglia il motivo bulge-helix-bulge nel pre-tRNA, con conseguente escissione dell’introne. (B) Nella fase iniziale del processo di trans-splicing si ha l’appaiamento dei due frammenti che contengono le metà 5' e 3' del pre-tRNA. L’appaiamento coinvolge anche tratti delle regioni introniche presenti nei due frammenti del tRNA precursore (in rosa), facilitando la reazione di trans-splicing che avviene con lo stesso meccanismo del cis-splicing convenzionale B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 34 Le reazioni di trans-splicing mediate da piccoli RNA Le reazioni di splicing di solito avvengono in cis fra giunzioni di splicing sulla stessa molecola di RNA Nei vermi ed in tripanosoma avvengono anche in trans Sono mediate da una piccola molecola di RNA (RNA SL Spliced Leader RNA) che è unita all’estremità 5’ di molti mRNA precursori L’RNA SL ha una struttura che ricorda il sito di legame degli snRNA U e può avere un ruolo analogo nella reazione il trans-splicing si può anche ottenere introducendo sequenze complementari negli introni di 2 RNA Ciò dimostra che non c’è impedimento meccanico al trans splicing B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 35 Le reazioni di trans-splicing mediate da piccoli RNA L’RNA SL è trascritto, da RNAPol II, da un locus indipendente, e porta sequenze addizionali all’estremità 3’ (100 nt) Questo RNA porta la sequenza leader di 35 nt seguita da un sito di splicing 5’, mentre le sequenze degli mRNA portano un sito di splicing 3’ che precede la sequenza codificante nell’mRNA maturo Quando l’SL e l’mRNA sono connessi da una reazione di trans-splicing, la regione 3’ del leader e quella 5’ dell’mRNA costituiscono le metà 5’ e 3’ di un introne. Si forma un legame 5’-2’ che genera una molecola a forma di Y, invece del cappio, perché le molecole non sono unite covalentemente B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 36 Maturazione del trascritto codificante per la proteina nad2 nei mitocondri di Arabidopsis thaliana. L’RNA che costituirà il trascritto maturo è spezzettato in cinque esoni su due loci distinti del genoma mitocondriale (nad2a-e). Gli esoni a e b sono co-trascritti con un gene codificante per una proteina ribosomale (rps4). Un’attività endonucleasica è necessaria per ottenere il trascritto maturo di rps4. L’autosplicing in cis concatena gli esoni dello stesso locus con la formazione di due frammenti di RNA (a+b, c+d+e) che vengono concatenati tra loro a opera del trans-splicing. L’RNA editing (vedi par. 14.2), rappresentato da asterischi, completa il processo di maturazione dell’mRNA modificando 31 basi. È importante precisare che i processi di splicing ed editing sono entrambi co-trascrizionali, e quindi avvengono B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 simultaneamente via via che la trascrizione procede. 28 | 37 Lo Splicing Alternativo Un gene umano medio contiene otto esoni e ha tre forme di splicing alternative Inoltre un esone è lungo mediamente 100/200 nt e un introne migliaia di nt. A che tipo di errori va incontro lo splicing? 1) Ritenzione di introne 2) Sito di splicing sbagliato. La selezione del sito di splicing può essere aumentata da due meccanismi: Durante la trascrizione vengono reclutate proteine coinvolte nello splicing: proteine legano il sito 5’ e 3’ appena trascritti e interagiscono poi con lo spliceosoma B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 38 In Drosophila il sesso è determinato dal rapporto tra cromosomi X e autosomi, 1 nella I due FT SisA e SisB, sul cromosoma X, sono presenti in maggior quantità nella . e 0.5 nel SisA e SisB attivano Sex-Lethal (SXL) a partire da un Promotore early (Pe), che è represso da Dpn nei . SXL risulta espresso nei maschi a partire da Pm. SXL (da Pe) regola lo splicing del suo mRNA, inducendo espressione di 2 isoforme, e solo quella espressa nelle volta lo splicing di tra. B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 esprime proteina funzionale che regola a sua 28 | 39 Solo l’isoforma di tra espressa nelle codifica per un prodotto funzionale che, al contrario di SXL, funziona da attivatore dello splicing, utilizzando come cofattore tra2. Si hanno quindi due isoforme differenti della proteina doublesex (dsx). Quella nelle ha una regione C-ter di 30 aa, mentre quella dei ha una regione di 150 aa. B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 40 Gli introni dal punto di vista evolutivo Non si sa se gli introni esistevano ancestralmente in tutti gli organismi e i batteri li hanno persi o se si sono inseriti tardivamente come i trasposoni Perché esistono negli eucarioti? Qual i vantaggi? Splicing alternativo ossia prodotti proteici multipli con un unico gene Riarrangiamento degli esoni per formare nuove proteine Esoni sono domini funzionali Molti geni si sono evoluti per duplicazione di esoni Ig Alcuni esoni si trovano in proteine differenti La maggiore lunghezza degli introni fa sì che la ricombinazione avvenga più spesso negli introni, causando con più frequenza un riassortimento che un interruzione degli esoni B. Lewin et al., IL GENE, 2/E compatta, Zanichelli editore S.p.A. Copyright © 2011 28 | 41