gli uccelli - Guarino Veronese

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CONSIDERAZIONI FINALI
Traduzione e adattamento teatrale:Dionisio Zamperini
Regia:Monica Provolo
Aiuto regia:Daniela Sordato, Dionisio Zamperini
Scenografie e costumi:Annamaria Bertagnin, Alessia Rocchetto, Irene Meneghetti, Isabella Mosele,
Caterina Zusi, Ilaria Masetto, Alessia Franceschin, Tommaso Ferro
Coreografie:Alberta Zangiacomi
Musica e Luci:
Compagnia Teatrale “La Moscheta”, Luca Sandri, Luca Molinaro
Realizzazione grafica:
Tipografia Centrale
Illustrazione:
Maria Vittoria Malgarise, Marta Toti
Aiuto costumi:Ornella De Checchi, Erika Motterle, Cristina Lorenzi, Elisabetta Guidorizzi,
Paola Burato, Maria Luisa Nardi
COMUNE DI
COLOGNOLA AI COLLI
COMUNE DI
SAN BONIFACIO
I.I.S.S. GUARINO VERONESE San Bonifacio
ANNO SCOLASTICO 2011 - 2012
Le classi IV e V del Liceo Classico
presentano
“GLI UCCELLI”
di Aristofane
Mercoledì 4 Aprile
ore 21.00
Teatro Centrale di San Bonifacio
Via Casetta, 16 San Gregorio di Veronella (VR)
Tel. 0442 480055 - [email protected]
[email protected]
“Gli Uccelli” ( O
! rniqev ) insieme alla “Pace” ( Ei\rhénh ) , rappresenta il momento più alto
del cosiddetto “utopismo” di Aristofane. La Commedia offre notevoli spunti interessanti
che riguardano sia la vita quotidiana dell’Atene della seconda metà del V secolo a.C.,
sia il momento storico, considerato da Tucidide: “Il più importante” della storia greca: la
guerra del Peloponneso. Non è inconsueto trovare, nella “Commedia Attica” del V secolo, uno sfondo storico all’interno del quale appare un pensiero critico che di questa stessa
Storia ne demolisce le fondamenta e i principi. La Commedia di Aristofane e, in particolar modo, “Gli Uccelli”, propone, in modo chiaro, questa “pars destruens” della Storia,
e, in essa, ironizza sull’Uomo, come essere razionale che può tutto, anche garantire la
felicità attraverso istituzioni politiche (democrazia di Pericle). Contro questa realtà si scaglia Aristofane: contro la vita quotidiana, fatta di tessere particolari che compongono il
mosaico dell’Atene del 414 a.C., “contro una vita costituita” da Leggi che vengono create
allo scopo di soddisfare ogni singolo cittadino, nel suo tendere alla “felicità e al piacere”.
Il Commediografo ateniese, mostrando tutta la sua contrarietà nei confronti dell’hic et
nunc ed evidenziando la contraddizione insita in un mondo razionalmente progettato
per l’uomo, rivela che tutto ciò che lo circonda gli appare, negli aspetti essenziali (la guerra, la peste, la fame, l’ingiustizia...), insensato.
La volontà di Pisetèro ed Evelpìde, i due protagonisti degli “Uccelli”, di evadere, di
allontanarsi da questa realtà, segnala, per Aristofane, la sconfitta della ratio sofistica e di
chi (Pericle) aveva creduto in essa.
Lo spettatore e così il lettore condotto, nella ricerca di uno spazio altro dall’attualità
storica (V secolo a.C. ma che può essere attualizzato), si ritrova, anche se per un momento, all’interno del possibile, dell’infinito intrattenimento che precede l’accadere. Quello
che lascia più attoniti e quasi increduli è l’apparente leggerezza con cui Aristofane lascia lo spettatore/lettore senza “parole”, in una epoché, senza interruzione, proprio nel
momento in cui il possibile si materializza e diventa “nuova realtà”. Una realtà che ci
aspetteremmo cambiata, rigenerata ma che con altri “nomi”, con altre “forme” si ripresenta come prima se non peggiorata. La sorte straordinaria dei due viaggiatori ateniesi
è quella di “scoprire” un mondo nuovo, “naturale”, quello di Nubicuculìa, il mondo del
possibile “altro” ma, nel contempo,appena la ratio di Pisetèro entra in gioco per organizzare questo nuovo spazio, ecco riapparire l’Atene appena abbandonata, con tutte le sue
contraddizioni e negatività.
INTRODUZIONE
TRAMA
La Commedia “Gli Uccelli” ( O
! rniqev ) di Aristofane, commediografo nato ad Atene intorno al 445 a.C., fu rappresentata nel 414 a.C., l’anno seguente al massacro di Melo: gli
Ateniesi avevano conquistato la piccola isola sterminando gli abitanti maschi e rendendo
schiavi donne e bambini. Il testo è il più lungo (1765 versi) delle undici Commedie che
ci sono giunte complete e che coprono quarant’anni di attività teatrale: da “Gli Acarnesi”
del 425 a “Pluto” del 388 a.C. La trama della Commedia è molto complessa, sia per i
continui riferimenti a personaggi e a fatti della vita quotidiana di Atene, che sono continuamente citati e fonte di battute e lazzi che al lettore moderno possono suscitare una
certa incomprensione, sia per il tema trattato, l’“Utopia”, non di facile interpretazione
critica. Ciò che risulta riconoscibile è il mondo ateniese, intriso di democrazia periclea e
razionalismo, contro il quale si scaglia l’ironia dell’autore.
Due uomini, Pisitèro ed Evelpìde, stanchi dei processi e della vita caotica di Atene,
decidono di scappare e di cercare un altro luogo dove passare il resto della loro vita in
serenità e pace.
Essi raggiungono, dopo tanto girovagare, una landa deserta, dove due uccelli “guida”
comprati al mercato, li hanno condotti, alla ricerca di Tereo, uomo che fu trasformato in
un volatile.
Dopo alcuni momenti di smarrimento vengono sorpresi da un essere alato, che si presenta come servo di Upupa, governatore di tutti gli uccelli. La sorpresa è grande sia per
l’uccello-servo che scambia i due uomini per uccellatori, sia per i due ateniesi che sono
spaventati dal becco del volatile.
Pisitèro, dotato di intelligenza e di oratoria, riesce a convincere il servo di Upupa a chiamare il suo padrone, benché impegnato nel pisolino pomeridiano.
All’arrivo di Upupa i due fuggiaschi capiscono che si trovano di fronte ad un animale
eccezionale. Infatti dopo le presentazioni vengono sapere che si trovano di fronte a Tereo, proprio l’uomo-uccello che cercavano.
I due chiedono se mai conoscesse una città “morbida come una pelliccia” dove trascorrere il resto della vita. Alle varie città proposte, i nostri due eroi rispondono sempre
negativamente, fintantoché a Pisitèro non viene in mente di proporre la fondazione di
nuova città, Nubicuculìa, a metà tra il cielo degli dei e la terra degli uomini, governata
dagli uccelli.
Tale idea entusiasma Upupa che convoca a consiglio tutti gli uccelli per esporre la proposta. L’arrivo dei volatili spaventa Pisitèro ed Evelpide, che, scambiati per nemici stanno
per essere assaliti. Il pronto intervento di Upupa, toglie i due ateniesi dai guai. Pisitéro,
presentato come uomo amico degli “animali con le ali” e dotato di grande intelligenza
espone il suo progetto di costruire una nuova città che darà agli uccelli l’antico splendore
e l’atavica regalità.
In poco tempo la città viene costruita e la fama di Nubicuculìa arriva fino alla terra. Arrivano molti uomini che vogliono partecipare alla nascita e alla grandezza della città ma
tutti vengono respinti da Pisitèro.
Alla fine viene catturata anche Iride, messaggera degli dei, che, inviata da Zeus agli uomini, entra nell’area protetta della “città degli uccelli” e viene respinta. Dalla dea Pisitèro
capisce che il suo piano inizia ad avere successo: gli dei non ricevono più il fumo dei
sacrifici umani e stanno morendo di fame.
Arriva, quindi un’ambasceria da parte degli dei olimpi e degli dei barbari: Prometeo,
Poseidon ed Eracle con Triballo cercano di ottenere una tregua ma inutilmente. Pisitèro,
con l’astuzia, non solo allontana gli ambasciatori, ma ottiene in moglie anche Basilia,
promessa sposa di Zeus.
PERSONAGGI
Pisetéro:
Evelpìde:
Upupa:
Servo di Upupa:
Corifeo:
Triballo:
Sacerdote:
Sicofante:
Metone:
Poeta:
Prometeo:
Poseidon:
Eracle:
Iride:
Messaggero:
Araldo:
Servo:
Usignola:
Basilia:
Coro:
Fedele:
Speranza:
Giovanni Bonaconsa
G.Maria Dani
Camilla Bulbarelli
Giulia Carnevali
Anita Policante
Roberto Perlini
Giovanni Dalle Ave
Mossin Felhane
Sara Pompele
Matteo Danuso
Filippo Incontro
Francesco Dal Cerro
Stefano Mizzon
Beatrice Battistella
Roberta Baroni
Laura Bressan
Baiyzid Hossain
Elena Sartori
Valentina Burati
Valentina Piccoli, Mariella Bedin, Alessandra Bressan,
Elena Sartori, Rossana Carli, Francesca Danese, Anna Bonato, Chiara Mastella, Isabella Ambrosini, Giulia Carlan, Antea Castelli
Giovanni Dalle Ave
Anita Policante
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