SPECIALISTICA IL SOVRALLENAMENTO ENRICO ARCELLI Facoltà di Scienze Motorie Università degli Studi di Milano Allenamento e cortisolo Si è già detto che l’allenamento è una forma di stress. C’è l’intervento delle ghiandole endocrine (per esempio l’ipofisi e le surrenali) e del sistema nervoso autonomo (simpatico e parasimpatico). Fra gli ormoni che intervengono nello stress c’è anche il cortisolo, anch’esso prodotto dalle ghiandole surrenali. Il cortisolo Secondo alcuni studiosi, in realtà, il cortisolo non è proprio un ormone dello stress, ma un ormone antistress. Fra gli ormoni dello stress ci sono gli eicosanoidi, prodotti da molte cellule e con effetti proinfiammatori. Il cortisolo ha un effetto antinfiammatorio per il fatto che limita gli effetti di questi eicosanoidi. Il cortisolo Se lo stress dura poco, gli effetti sono positivi; ma se lo stress dura a lungo, si formano tanti eicosanoidi proinfiammatori e il livello del cortisolo rimane costantemente alto. Questo crea vari problemi, tra cui la mancata resistenza alle infezioni. Di solito, praticare sport d’abitudine aumenta la resistenza alle infezioni. Ma non è sempre così. Il cortisolo e le infezioni In certe fasi dell’allenamento, del resto, il rischio di infezioni può aumentare. Per esempio dopo periodi di allenamento molto intensi e prolungati, dunque con forte produzione di eicosanoidi e, di conseguenza, di cortisolo. Cortisolo e catabolismo Durante l’attività fisica intensa, il livello del cortisolo aumenta e questo favorisce la rottura delle molecole di glicogeno e dei trigliceridi, la qual cosa favorisce le disponibilità di glucosio e di acidi grassi liberi, vale a dire le fonti di energia per i muscoli. C’è, insomma, una tendenza al catabolismo (anche delle proteine). Anabolismo e testosterone Finito l’allenamento, è importante che nell’organismo ci sia la tendenza all’anabolismo, ossia alla “costruzione” di nuove molecole, in particolare quelle proteiche. Nell’uomo l’ormone con il massimo effetto anabolico è il testosterone. Cortisolo e testosterone Se l’allenamento è duro, il livello del cortisolo rimane alto anche nelle ore successive all’allenamento. Il cortisolo alto fa sì che il testosterone si abbassi. Per un certo periodo, è stato valutato il rapporto fra i tassi di cortisolo e quelli di testosterone nel sangue, ossia C/T.. Cortisolo e testosterone Per qualche tempo, un valore alto di C/T è stato considerato come un indice di sovrallenamento. Ma poi si è visto che non era una regola assoluta. Chi si allena molto, ha spesso il valore C/T alto anche se non è in sovrallenamento. Sovraccarico e sovrallenamento In ogni caso, il cortisolo alto ci può essere in tante situazioni, non necessariamente legate all’allenamento, ma anche all’azione di altri stress di qualunque tipo. Il carico di allenamento ( il cortisolo) possono talvolta essere intensi – per esempio nel precampionato di una squadra di calcio - e si può arrivare al sovraccarico. Sovraccarico e sovrallenamento Il sovraccarico può essere chiamato anche overreaching. E’ un affaticamento, dovuto all’allenamento, superiore a quello normale; Porta a un calo prestativo ed è programmato. Dopo un periodo di lavoro più leggero, la prestazione non soltanto torna alla norma, ma spesso migliora. Sovraccarico e sovrallenamento Il sovrallenamento (chiamato anche overtraining) indica che l’atleta ha subito stress (che possono derivare dall’allenamento o da altri stress, come quelli causati, per esempio, dallo stile di vita) tali da non consentirgli di ottenere una buona prestazione neanche dopo un periodo di lavoro leggero o di riposo. Sovraccarico e sovrallenamento In rapporto alle caratteristiche dell’atleta sovrallenato, si distinguono solitamente due tipi diversi di sovrallenamento: • sovrallenamento simpatico; • sovrallenamento parasimpatico. Sovrallenamento simpatico • Frequenza cardiaca a riposo: più alta; • Recupero della frequenza cardiaca dopo il lavoro: più lenta; • Pressione del sangue a riposo: più alta; • Suscettibilità alle infezioni (per esempio: herpes labialis); Sovrallenamento simpatico • • • • • Perdita di peso; Riduzione del sonno; Riduzione dell’appetito; Apatia; Calo di concentrazione e di motivazione. (da Aldo Sassi: “Allenamento e sovrallenamento”. Edi-Ermes, Milano) Sovrallenamento parasimpatico • Frequenza cardiaca a riposo: più bassa; • Recupero della frequenza cardiaca dopo il lavoro: più veloce; • Peso corporeo stabile ed appetito normale; • Buona salute generale; • Aumento del sonno; • Flemma, depressione. (da Aldo Sassi: “allenamento e sovrallenamento”. Edi-Ermes, Milano) Prevenzione del sovrallenamento • • • • • • • Modulazione dei carichi di lavoro; Dialogo con l’atleta; Controllo dello stato di idratazione; Controllo dello stato dell’umore; Controllo della qualità del recupero; Riposo e sonno; Tecniche di rilassamento.