40 149. Alessandro III , Zecca macedone, Bronzo, 336

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149. Alessandro III, Zecca macedone, Bronzo, 336-323 a.C. (AE
5,12 gr.) D: Anepigrafe, testa maschile diademata a d. R:
ΦΙΛΙΠΠΟΥ, cavallo in corsa a d., in basso, AI, Price 363, mBB
€ 90
La località di Mileto fu abitata dall’epoca neolitica.
Su Mileto regnò fino al termine del sec. VIII a.C. la dinastia dei
Nelidi che faceva risalire la sua origine al colonizzatore Neleo,
di Podo o di Atene. Il potere di tale dinastia declinò alla fine del
sec. VIII, essendo sostituito dal governo dell’aristocrazia interessata nei commerci di cui Mileto divenne centro attivissimo.
Alla fine del sec. VII a.C. si giunse a una guerra, durante la
quale Trasibulo divenne tiranno di Mileto. Alla morte di Trasibulo,
nel 590 a.C., il governo della città fu conteso fra diverse forme
politiche; dopo alcuni decenni durante i quali la città intanto
aveva dovuto accettare l’ingerenza politica di Creso re della Lidia,
si giunse probabilmente ad un ordinamento teocratico, accentrato nelle figure dei Molpoi, sacerdoti di Apollo Delphinios,
patrono della città.
Ciro impose il governo nella città di un tiranno a lui favorevole,
Istico.
Alla morte di Istico gli successe Aristagora, il quale guidò un’insurrezione contro i persiani conclusasi con la sconfitta navale
dei milesi a Lade (494 a.C.) e con la distruzione di Mileto, la cui
popolazione fu deportata sul Tigri.
La caduta della città fu accolta in tutto il mondo greco come una
sciagura nazionale, e subito dopo la vittoriosa battaglia di Micale
(479 a.C.) si decise la ricostruzione di Mileto, il cui piano
regolatore fu probabilmente concepito dall’innovatore dell’urbanistica antica, Ippodamo, nativo appunto della città. La nuova Mileto appartenne alla lega delio-attica e rimase sotto l’influenza ateniese fino a quando, nel 412 a.C., abbandonò l’alleanza e accolse il satrapo Tissaferne, allineandosi con Sparta.
Nel 401 la città fu assediata da Ciro il Giovane e tornò a subire
completamente l’autorità persiana, dalla quale la liberò Alessandro nel 334 a.C.
Contesa per due secoli fra i sovrani ellenistici, controllata di
volta in volta dai lagidi, dai seleucidi e dagli attabadi, Mileto
entrò a far parte nel 133 a.C., come città libera, della provincia
romana d’Asia e perse del tutto la sua libertà dopo il 78 a.C. per
essere stata favorevole a Mitridate nel corso della guerra con
Roma.
150. Miletus-Mylasa, Bronzo, 320 a.C. circa (AE 3,72 gr.) D:
Anepigrafe, scudo rotondo con gorgoneion R: B A, elmo
macedone; in basso a d. K, Price 2066, Mueller -, qSPL € 100
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151. Cassandro (319-297 a.C.), Bronzo, 305-297 a.C. (AE 4,70
gr.) D: Anepigrafe, testa di Eracle con leontè a d. R: ΒΑΣΙΛΕΩΣ
ΚΑΣΣΑΝ∆ΡΟΥ, cavaliere nudo andante a d., Weber coll. 2164
var., Sear 6754 var., mBB
€ 150
Ainos era una fiorente città della Tracia Orientale.
La privilegiata posizione naturale di Ainos, circondata su tre
lati da acqua, le permetteva di essere quasi inespugnabile, come
sappiamo che successe all’epoca di Filippo V, che potè conquistarla grazie al tradimento di Calimede, prefetto di Tolomeo nella
città.
Secondo un’antica tradizione, la città di Ainos fu colonizzata nel
VII a.C. da coloni greci provenienti dalla regione di Eolia: prima di Alopeconeso, e di Mitilene e Cime dopo.
152. Ainos, Bronzo, 280-200 a.C. (AE 10,10 gr.) D: Anepigrafe,
testa di Ermes con petaso a s. R: AINION, caduceo e piccola
testa di ariete a d., Sear 1574 var., B.M.C. 3, 34, mBB/SPL € 290
Fu presumibilmente fondata da Chios nella prima metà del VII
sec. a.C. sulle colline di Aghios Gheorgis. E’ famosa per il suo
santuario dionisiaco, le cui fondazioni è possibile vedere ancora
oggi.
153. Maroneia, Bronzo, 400-350 a.C. (AE 4,00 gr.) D: Cavallo
in corsa a d.; sotto, monogramma R: ΜΑΡΩΝΙΤΩΝ su tre lati di
un quadrato con grappoli, Sear 1636, B.M.C. 3, 65, mBB € 60
Mesembria fu un’importante città greca della costa della Tracia.
Fu colonia di Megara secondo Strabone ed il suo nome originale fu Menebria dal suo fondatore Menas.
Mesembria formó una Pentapolis greca nel Ponto Eusino con
altre città: Odesso, Tomis, Istriani e Apollonia. Nel 71 a.C. passò a Roma come città libera.
156. Perinthos, Bronzo, I sec. (AE 6,17 gr.) D: Anepigrafe, busto di Dioniso coronato di pampini a d.; davanti, tirso R:
ΠΕΡΙΝΘΙΩΝ, busto di divinità con lungo scettro nella s. stante a
d. su una prua di nave, Schoenert, Perinth103, 81 var., SNG Cop.,
BB
€ 330
Ex Lanz 138, n. 180.
Seuthes III fu re del regno di Odrysian di Tracia dal 330 a.C. al
300 a.C. Nel 320 a.C., Seuthes III spostò il regno di Odrysian
verso la Tracia centrale e costruì la sua città capitale a
Seuthopolis.
154. Mesembria, Bronzo, 450-350 a.C. (AE 3,21 gr.) D:
Anepigrafe, elmo R: ΜΕΣΑ, tra i raggi di una ruota, SNG BM
272 ss., SNG Dan. -, SPL
€ 450
Ex Gorny & Mosch 156, n. 1205.
157. Seuthes III, Bronzo, Seuthopolis ?, 330-300 a.C. (AE 4,85
gr.) D: Anepigrafe, testa laureata di Zeus a d. R: ΣΕYΘΟY,
cavaliere andante a d.; sotto le zampe del cavallo una stella, Peter, Trakische Dyn. 184, SPL
€ 260
Ex Lanz 138, n. 195.
Perinto fu una antica città della Tracia, nella Propontide, a 22
miglia ad est di Selymbria.
Sembra che fosse una colonia samia, fondata intorno al 599 a.C.
Secondo John Tzetzes, il suo nome originale fu Mygdonia; più
tardi fu chiamata Heraclea.
Fondata da Milesii all’inizio del VI secolo a.C., divenne un importante centro commerciale per l’esportazione del grano e città
principale del Regno del Bosforo.
Dopo un periodo di auge tra il IV ed il III secolo a.C., la città fu
assorbita dal regno di Mitridate VI e più tardi entrò nella sfera
d’influenza romana.
155. Perinthos, Bronzo, II sec. a.C. (AE 2,49 gr.) D: Anepigrafe,
testa di Ermes con petaso a d. R: ΠΕΡΙΝΘΙΩΝ, caduceo alato,
B.M.C. 3, 6, qSPL
€ 250
Ex Lanz 123, n. 117.
158. Pantikapaion, Bronzo, IV sec. a.C. (AE 4,00 gr.) D:
Anepigrafe, testa di giovane Pan a s. R: ΠΑΝ, testa di toro a s.,
Sear 1699, B.M.C. 3, 16, SPL
€ 500
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159. Pantikapaion, Bronzo, IV sec. a.C. (AE 7,35 gr.) D:
Anepigrafe, testa barbuta di Pan a d. R: ΠΑΝ, parte anteriore di
grifone a s.; sotto storione a s., SNG Dan. 30, B.M.C. 3, 20,
mSPL
€ 430
Ex Gorny & Mosch 142, n. 1205.
160. Pantikapaion, Bronzo, IV sec. a.C. (AE 7,10 gr.) D:
Anepigrafe, testa di Pan a d. R: ΠΑΝ, parte anteriore di grifone
a s.; sotto, storione a s., SNG Dan. 30, B.M.C. 3, 20, SPL
€ 400
Callatis fu fondata dalla megarese colonia di Eraclea Pontica
nella parte meridionale della regione della Doubrogia su un precedente insediamento di origine getica.
Nel IV sec. a.C. Callatis vive un periodo di grande prosperità
economica con un notevole sviluppo socio-politico e un grande
fermento culturale. Tutto questo la porterà a beneficiare di una
propria autonomia di mercato che dovrà difendere dalle ingerenze esterne con l’istituzione di una propria zecca. In questo
periodo Callatis amplia i confini urbani estendendo il sistema
difensivo murario, accresce le strutture portuali, costruisce templi,
edifici pubblici, civili, erige monumenti.
Callatis insieme alle altre città pontiche dovrà accettare l’autorità del più forte stato macedone. E’ il periodo in cui si susseguono i regni di Filippo II (359-336 a.C.) e Alessandro il Grande
(336-323 a.C.) e si instaura il regno macedone di Lisimaco, il
cui dominio terminerà con la sua morte nel 281 a.C. Con il I sec.
a.C. incombe un nuovo pericolo: Roma. All’avanzata si oppongono le città pontiche che si riuniscono in una vasta alleanza di
resistenza guidata da Mitridate VI re del Ponto. A questa grande
unione partecipa anche Callatis (72-71 a.C.) che comunque viene sconfitta.
162. Callatis, Assaria 3, II-III sec. (AE 7,48 gr.) D: Anepigrafe,
busto ammantato e velato di Demetra a d. R: ΚΑΛΛΑΤΙΑΝΩΝ,
i Dioscuri a cavallo verso d., B.M.C. 22, 9 var., AMNG I/1, 281,
BB
€ 140
Ex La Galerie Numismatique IX, n. 254.
161. Pantikapaion, Bronzo, IV sec. a.C. (AE 5,02 gr.) D:
Anepigrafe, testa barbuta di Pan a d. R: ΠΑΝ, parte anteriore di
grifone a s.; sotto storione a s., SNG Dan. 30, B.M.C. 3, 20,
qSPL
€ 400
Ex Gorny & Mosch 142, n. 1207.
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Atene sarebbe stata fondata dal leggendario Cecrope, che era
un mezzo uomo e mezzo serpente. Il mito lo considera primo re
di Atene. Della sua storia prima del 594 a.C. si sa solo che vi fu
un periodo monarchico durante il quale regnarono dieci re di cui
il primo fu Teseo mentre l’ultimo fu Codro, non più seguito da
altri monarchi della sua ottima condotta. Quindi si passò da un
governo monarchico ad oligarchico dove governavano i nove
arconti e il popolo mediante l’ekklesía. La situazione però non
era ancora del tutto stabile infatti nel 636-632 a.C. si verifica un
colpo di stato e cominciano i primi conflitti a livello politico tra
aristocrazia e demos. Nel 594 fu designato Solone come arconte
con pieni poteri per arrivare ad una conciliazione. Egli fu il primo di una serie di importanti legislatori che si successero ad
Atene Clistene, Efialte e Pericle, che segnarono le tappe che
portarono alla democrazia.
163. Atene, Dramma, 120-140 (AE 12,19 gr.) D: Anepigrafe,
busto drappeggiato di Atena a d. con elmo corinzio decorato da
un’alta cresta e con una piccola testa sulla parte anteriore, egida
sulla spalla e lunga lancia sulla spalla s. R: ΑΘΗ, civetta
appollaiata su di un olivo, su cui è attorcigliato un serpente. Sulla
s. Poseidone stante con il tridente; sulla d. Atena con lo scudo
leva in alto la d., B.M.C. 11, 707, Svoronos tav. 89, 2, (RRRRR)
SPL
€ 7.000
Ex Triton V, n. 363; ex David Freedman Collection of Greek bronze
Coins.
Esemplare eccezionale.
Questo gruppo statuario è uno dei due gruppi visti sull’Acropoli
dallo scrittore e viaggiatore greco Pausania (I. 24, 3-5) che
osservò: “Atena è rappresentata nell’atto di mostare una pianta
di olivo e Poseidone l’onda … “ e “ … questi sulla parte posteriore
del frontone rappresentano la competizione per il territorio tra
Atena e Poseidone”.
Ad Atene ed in Attica, Atena era benedetta per l’introduzione
dell’albero d’olivo, che piantò sull’Acropoli quando Poseidone
lottò per il predominio del territorio con lei. Atena fece appello
al re Cecrope dal corpo di serpente come testimone e giudice di
ciascuna divinità che competeva per la conquista dell’ Attica, il
miglior’segno’ della loro divinità che essi potessero offrire.
Poseidone causò l’innalzamento dell’acqua del mare scagliando
il suo tridente nel suolo, mentre Atena piantò l’olivo, pretese e
vinse il possesso del territorio. Poseidone allora fu preso dallo
spirito di vendetta e chiese a Zeus di colpire l’Eretteo con un
fulmine e di inondare la piana di Eleusi.
Quando Pausania visitò il santuario sull’Acropoli nel 160 d.C.
circa egli avrebbe visto i presunti relitti di questo mito: l’olivo
sacro protetto da un serpente nel Pandroseion, il buco nel tetto
sopra il segno del tridente nell’ Erecteion e la tomba di Cecrope
nel Cecropion. (Ex Triton V)
Secondo la leggenda, la città fu fondata da Sisifo nel 1429 a.C.
La popolazione che abitava a Corinto apparteneva al gruppo
linguistico dorico, e ciò è affermato tramite il mito che fa discendere la dinastia dei tiranni Bacchiadi da Ercole. Proprio questa
famiglia regnò presumibilmente tra l’891 e il 747 a.C.
Alla fine di questo periodo, si passò a un governo di magistrati
eletti annualmente tra i Bacchiadi; in seguito, però, si instaurò
una dinastia tirannica iniziata da Cipselo, bacchiade da parte di
madre. Quale che sia la datazione, questa situazione si protrasse
per quasi tre quarti di secolo.
Si passò quindi a un’aristocrazia ‘moderata’, che guidò la polis
nelle guerre al fianco di Sparta contro Atene; Corinto fu infatti
la potenza marittima della lega peloponnesiaca.
Tra il 460 e il 450 a.C. si scontrò con la potenza di Atene, e
proprio la colonia corinzia di Corcira fu il casus belli tra Atene e
Sparta per l’inizio della guerra del Peloponneso, arrivata al termine di un felicissimo periodo per la polis.
In seguito alla guerra di Corinto tra Atene e Sparta, Corinto fu
annessa alla vicina città di Argo, poi, in seguito a Cheronea,
entrò prima nell’area di influenza di Alessandro Magno, poi dei
suoi successori, da cui non uscì mai se non con la dominazione
romana, la quale portò alla distruzione della città nel 146 a.C.
164. Korinthos, C. Heius Pam Q. Caecil Niger, Bronzo, 34-31
a.C. (AE 5,62 gr.) D: CORINT, testa di Afrodite a d. con orecchino e collana R: Q CAECIL NIGR C HEIO PAM, IIVIR,
Bellerofonte a cavallo del Pegaso a d., sta per colpire una chimera con la lancia, SNG Dan. 200, B.M.C. 12, 496, mBB € 1.200
Ex Triton V, n. 373; ex David Freedman Collection of Greek bronze
Coins; ex Numismatic Fine Arts Auction V, n. 304; ex Knobloch
Auction (1971), n. 284.
Prusia II (?-149 a.C.) fu re di Bitinia (185-149 a.C. circa).
Succeduto al padre Prusia I, probabilmente nel 182 a.C., non
continuò la politica paterna avversa a Eumene II di Pergamo,
con il quale anzi si alleò contro Farnace I re del Ponto, che minacciava entrambi (179 a.C.).
Nella successiva guerra fra Roma e Perseo di Macedonia (171168 a.C.) appoggiò in modo piuttosto tiepido i romani. Fra il
156 e il 154 a.C. ripresero però le ostilità fra la Bitinia e Attalo
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