LIBRI CONSIGLIATI A. FACCHINI: ALGEBRA E MATEMATICA DISCRETA, ed. ZANICHELLI G.M. PIACENTINI CATTANEO: MATEMATICA DISCRETA, ed. ZANICHELLI M.G. BIANCHI, A. GILLIO: INTRODUZIONE ALLA MATEMATICA DISCRETA, ed. McGRAW-HILL L. DI MARTINO, M.C. TAMBURINI: APPUNTI DI ALGEBRA, ed. CLUED INSIEMI Quello di insieme è un concetto primitivo: questo vuol dire che non si può dare la definizione di insieme senza ricorrere ad altri concetti che a loro volta non potrebbero essere definiti. La stessa cosa vale, per esempio, in geometria per il concetto di punto. Si può pensare ad un insieme come a un gruppo, una collezione, una famiglia di oggetti, che vengono chiamati elementi dell’insieme. Un insieme A, quindi, è formato da elementi e per poter dire di aver assegnato l’insieme A, bisogna aver dato dei criteri secondo i quali si possa essere in grado di stabilire se un elemento appartenga o meno a A. Per esempio hanno senso matematicamente: • A=l’insieme dei punti di un piano • B=l’insieme dei cittadini italiani • C=l’insieme dei numeri interi positivi • D=l’insieme dei numeri interi pari e dispari. Si osservi che non ci sono numeri interi che siano contemporaneamente pari e dispari, per cui l’insieme D, sebbene sia ben definito, è privo di elementi: D non è altro che l’insieme vuoto, che è unico e si denota con il simbolo ∅. Per esprimere la circostanza che un elemento appartenga ad un insieme, si usa il simbolo di appartenenza “∈” si legge: “appartiene” oppure “è elemento di”. Per esempio si può scrivere che 5 ∈ C. Si osservi che frasi del tipo: “la strada è l’insieme dell’asfalto che contiene” oppure “un litro è l’insieme di 10 decilitri”, non definiscono insiemi. Per assegnare un insieme X si possono elencare i suoi elementi oppure enunciare una proprietà caratteristica, ovvero una proprietà verificata da tutti e soli gli elementi di A. Per esempio: X = {a, b, 3, ∗, −1, 0} Y = {a, b, c, . . . , u, v, z} = {x : x è una lettera dell0 alfabeto italiano}. L’insieme Y è stato espresso sia tramite l’elencazione dei suoi elementi sia tramite la proprietà caratteristica. È opportuno abituarsi alla seguente notazione: sia P una proprietà, x un elemento. La scrittura P(x) vuol dire che x verifica, cioè rende vera, la proprietà P. Esempio 1. P1 : è un intero maggiore di 5 risulterà certamente P1 (7), P1 (100). In generale, per assegnare un insieme tramite una proprietà caratteristica si scriverà: X = {x : P(x)}. Si possono visualizzare gli insiemi anche tramite i ben noti diagrammi di Venn. È opportuno introdurre i cosı̀ detti connettivi logici, che saranno approfonditi in seguito. 1 2 Definizione 1. (NEGAZIONE) Data una proposizione P , la negazione della proposizione P si indica con P̄ oppure qP . Se P e’ vera allora P̄ e’ falsa. Se P e’ falsa allora P̄ e’ vera. Esempio 2. Risulta q(Parigi è una città della Puglia) e, facendo riferimento all’Esempio 1, si ha q(P1 (2)). Sia A un insieme. Per esprimere la circostanza che un elemento x non appartenga a A si scrive x∈ / A. Quindi q(x ∈ A) si scrive x ∈ / A. Definizione 2. (CONGIUNZIONE, ∧) Siano P e Q due proposizioni. La proposizione “P e Q ”(congiunzione di P e Q) si denota con P ∧ Q ed e’ vera quando P e Q sono entrambe vere ed e’ falsa altrimenti (ovvero falsa quando una delle due e’ falsa). Definizione 3. (DISGIUNZIONE, ∨) Siano P e Q due proposizioni. La proposizione “P o Q ”(disgiunzione di P e Q) si denota con P ∨ Q ed e’ falsa quando P e Q sono entrambe false ed e’ vera altrimenti (ovvero vera quando una delle due e’ vera). Definizione 4. (IMPLICAZIONE, =⇒) Siano P e Q due proposizioni. La proposizione implicazione “P implica Q ”si denota con P =⇒ Q. Si può leggere anche “se P allora Q”. Definizione 5. (EQUIVALENZA ⇐⇒) Siano P e Q due proposizioni. La proposizione equivalenza “P equivale Q ”si denota con P ⇐⇒ Q. Si può leggere anche “P se e solo se Q”. Osservazione 1. Si osservi che q(P ∨ Q) ⇐⇒ (qP ∧ qQ) q(P ∧ Q) ⇐⇒ (qP ∨ qQ), come si studierà nel capitolo relativo alla logica È di fondamentale importanza comprendere l’utilizzo dei quantificatori: quantificatore universale : ∀ quantificatore esistenziale : ∃ il quantificatore universale si legge “per ogni”, il quantificatore esistenziale si legge “esiste”. Si usa anche il simbolo ∃! che vuol dire “esiste ed è unico”. Esempio 3. Scrivere la negazione della seguente proposizione. P: Ogni giorno vado a roma ( ∀). Allora si ha: qP : Non e’ vero che ogni giorno vado a Roma = Esiste un giorno in cui non vado a Roma (∃). Esempio 4. Scrivere la negazione della seguente proposizione. P: Esiste un numero intero pari (∃). Allora si ha: qP : Non esiste un numero intero pari = ogni numero intero non e’ pari ( ∀). Si useranno sempre i seguenti simboli per gli insiemi numerici: • N = {0, 1, 2, 3, 4, . . . , } insieme dei numeri naturali 3 • Z = {. . . , −4, −3, −2, −1, 0, 1, 2, 3, 4, . . . } insieme dei numeri interi relativi • Q = { pq : p, q ∈ Z, q 6= 0} insieme dei numeri razionali, • R insieme dei numeri reali. Si osservi che ci possono essere diverse rappresentazioni di uno stesso numero razionale. Se pq , rs ∈ Q, allora si ha: p r = ⇐⇒ (∃c ∈ Ztale che q = cr ∧ p = cs) ∨ (∃c0 ∈ Ztale che r = c0 p ∧ s = c0 q) q s Si ricorda che i numeri razionali sono tutti e soli i numeri che ammettono una rappresentazione decimale con cifre decimali periodiche da un certo punto in poi (potendo essere anche 0 la cifra periodica). Per ottenere la rappresentazione di un numero razionale pq in forma decimale basta eseguire la divisione tra numeratore p e denominatore q: per 4 esempio 15 4 = 3, 75; 3 = 1, 3. Viceversa si ha la formula: c, a1 a2 . . . ah b1 b2 . . . bk = ca1 a2 . . . ah b1 b2 . . . bk + h . 10h 10 · |99 {z . . . 9} k Per esempio: 9 2212 305 2210093 = 4; 22, 12305 = + = . 9 100 100 · 999 99900 L’insieme dei numeri reali contiene i numeri razionali e i numeri irrazionali. I numeri √ irrazionali sono i √ numeri decimali non periodici, come π = 3, 141592654 . . . , 2 = 1, 414213562 . . . , 3 −5 = −1, 709975947 . . . . 3, 9 = 3 +