Inusuale massa cardiaca in un tumore primitivo renale

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INUSUALE MASSA CARDIACA IN UN TUMORE PRIMITIVO RENALE
Marilena Mizzi, Andrea Madeo, Vera Bottari, Antonio Terranova, Massimo Uguccioni,
Paolo Giuseppe Pino
Ospedale San Camillo, Roma
Introduzione: In caso di carcinoma renale, sono frequenti le metastasi cardiache che si propagano via
cava inferiore. Descriviamo il caso di una massa cardiaca diagnosticata in paziente con carcinoma
renale.
Caso clinico: Un uomo di 43 anni, nel Novembre 2014, per la comparsa di un ematoma indurativo al
braccio destro associato a febbre serotina, tosse ed astenia, veniva ricoverato presso il reparto di
malattie infettive di un altro ospedale. La biopsia della massa-ematoma al braccio destro risultava
suggestiva di neoplasia renale pleomorfa. Un esame ecocardiografico eseguito per la sintomatologia
dispnoica e per i dolori toracici documentava una massa intra-atriale sinistra adesa alla parete laterale. Il paziente era sottoposto a TCTB che mostrava una massa disomogenea nel rene sinistro definita
come possibile lesione eteroplasica primitiva e confermava la presenza di massa atriale sinistra.
Si eseguiva una RMN cardiaca che evidenziava una massa solida lungo la parete inferiore dell’atrio
sinistro delle dimensioni di 50*30*36 mm con infiltrazione del pericardio ed estensione fino al solco
atrioventricolare. Il versamento pericardico associato era drenato ed il citologico risultava negativo
per cellule neoplastiche. Biopsia della massa renale con esame istologico che deponeva per carcinoma renale pleomorfo con caratteristiche sovrapponibili a quelle della biopsia cutanea. Il consulente
cardiochirurgo, considerate le condizioni generali, non poneva indicazione ad escissione della massa, pertanto il paziente veniva ricoverato presso il nostro ospedale per la valutazione oncologica. Si
programmava la ripetizione di un ecocardiogramma per valutare l’eventuale riduzione della massa in
corso di chemioterapia con sunitinib. L’ecocardiogramma confermava la presenza di una voluminosa
massa con dimensioni nettamente aumentate rispetto all’eco del mese prima (70*72*62 mm) scarsamente mobile e condizionante ostacolo all’afflusso mitralico di grado severo, confermato dal color
e dal Doppler spettrale. La massa originava a livello delle vene polmonari di sinistra all’interno delle
quali non si documentava flusso mentre la vena cava inferiore era normale. Il paziente dopo circa 2
settimane è deceduto per complicanze aritmiche.
Conclusioni: La più comune metastasi cardiaca di carcinoma renale è in atrio destro. In letteratura
sono riportati pochi casi di metastasi in atrio sinistro. Nel nostro paziente sicuramente la lesione
cutanea, che ha svelato la patologia neoplastica, era una ripetizione del tumore primitivo renale. La
massa intratriale sinistra per le sue caratteristiche ecocardiografiche e di risonanza magnetica era
verosimilmente una ripetizione della neoplasia renale.
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