Europa uomo: più attenzione al tumore della prostata

L’Ordine degli Infermieri francesi
chiede di entrare nella Fepi
NEWS
a cura di
Emma
Martellotti
Infermieri, su la testa!
Medici, medici, medici. Ma degli infermieri si parla sempre poco, a
causa di una vecchia cultura imperniata di pregiudizi e che non tiene conto della professionalità raggiunta oggi dalla professione infermieristica. Suzanne Gordon, visiting professor alla University of
Maryland School of Nursing, è arrivata carica al Rimini Meeting dello scorso agosto e parlando alla platea ha sottolineato come la comunicazione, a partire dalla tv americana, sia la “maggiore responsabile dell’inquinamento delle menti”, perché i telefilm sugli ospedali parlano solo dei medici e non degli infermieri, “e i medici sono
perfetti, e sanno tutto e sono perfettamente preparati”.
Ma ancora più deludente per Gordon è rendersi conto di come ci sia
una sottovalutazione del ruolo degli infermieri anche da parte dei
politici, degli amministratori regionali e dei diversi protagonisti del
settore sanitario. Gordon ha infatti rilevato come durante lo stesso
focus organizzato al Meeting e dedicato all’assistenza sanitaria in
Italia queste personalità “non hanno detto nulla sugli infermieri”.
“A proposito dell’assistenza domiciliare – ha osservato –, non hanno saputo fare altro che parlare di computer, famiglie, medici. Di infermieri mai. Ma se un anziano paziente deve andare in bagno, cosa fa? Ci manda il computer? No, così non va”.
Concludendo il suo intervento, Gordon si è rivolta ai tanti infermieri e studenti presenti all’incontro: “Dovevate essere lì, ad accerchiare
i relatori e dir loro quello che c’è da fare. Occorre spiegarlo alla gente, a costo di prenderla per il bavero. Ci vuole un’azione politica e
sociale” per far sapere a tutti che “quello dell’infermiere è un lavoro duro e impegnativo; che gli infermieri sono pochi; che dovrebbero essere pagati di più, che tanti smettono prima ancora di andare
in pensione. Dovete dire alla gente e ai politici le vostre necessità, i
vostri bisogni. E chiedere ai medici che vi rispettino di più”.
Nato pochi mesi fa, l’Ordine degli Infermieri francesi chiede ora di
entrare a far parte della FEPI, l’organismo federato di rappresentanza della professione in Europa. Dominique Le Boeuf, presidente
del Consiglio nazionale dell’Ordine degli Infermieri della Francia, ha
sottolineato durante una conferenza stampa la necessità di allinearsi ad un modello europeo della professione. La mobilità dei pazienti e la centralità del ruolo dell’infermiere nell’assistenza sanitaria impone che gli standard siano omogenei ed elevati in Francia,
come negli altri Paesi della Comunità.
In Francia oggi lavorano 483.380 infermieri, anche se si stima che
il numero reale sia intorno ai 500.000. Uno dei compiti dell’Ordine è quello di stimare al meglio la situazione attuale, con l’obiettivo di far crescere l’organico della professione di circa 200.000 unità entro il 2015.
Altro obiettivo importante è l’adozione di un Codice Etico e Deontologico, che avrà come modello quello della FEPI, secondo quanto anticipato in un incontro avvenuto il 15 giugno a Parigi con il consulente senior della Fepi, Theodoros Koutrubas. Il Codice servirà a
rinnovare le regole e le pratiche professionali, prendendo in maggiore considerazione i diritti dei pazienti.
Per quanto riguarda la struttura dell’Ordine, ai Comitati Nazionale, Regionale e Dipartimentale molto presto si affiancherà il Comitato dedicato ai Giovani Infermieri, presieduto con ogni probabilità da Maryline Pecnard, la più giovane componente del Consiglio
nazionale.
Europa Uomo: più attenzione
al tumore della prostata
Ogni ora, in Italia, un uomo muore di tumore alla prostata. Un male
forse troppo sottovalutato. Per questo è nata Europa Uomo, associazione che si batte per la prevenzione e il miglioramento delle terapie
attraverso la comunicazione alla gente e appelli rivolti ai politici affinché si impegnino a creare programmi di prevenzione più efficaci e
una migliore rete di assistenza ai malati di tumore alla prostata.
Europa Uomo ha mosso i primi passi nel 2002, grazie all’impulso di
Umberto Veronesi, direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano, e di Alberto Costa, direttore della European School
of Oncology, con l’appoggio della Lega Italiana per la lotta contro i Tumori. Oggi Europa Uomo è una realtà affidata alla presidenza di un
ex-paziente particolare, Fabio Sereni, già direttore della clinica di Pediatria e Neonatologia all'Università di Milano, che sottolinea: “Non
è in qualità di medico che ho accettato di presiedere il Forum italiano
di Europa Uomo, ma solo come persona che circa dieci anni fa è stata curata per cancro alla prostata e oggi può considerarsi guarita”.
Una persona, quindi, che sa bene quello che devono affrontare i circa 20mila italiani operati ogni anno per questo tumore, il più frequente
nell'uomo (nell’Unione Europea vengono diagnosticati circa 150mila
nuovi casi l’anno). La diagnosi sempre più precoce e affidabile è la
strada indicata dall’associazione, insieme alla necessità di diffondere
informazioni aggiornate, sia fra il vasto pubblico che all'interno della
comunità scientifica.
Per informazione e approfondimenti: www.europauomo.it
L’INFERMIERE 4/2009
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